| Nuceria | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Comune | Nocera Superiore eNocera Inferiore |
| Amministrazione | |
| Ente | Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino |
| Responsabile | Raffaella Bonaudo |
| Mappa di localizzazione | |
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(Valerio Massimo,Factorum et dictorum memorabilium libri IX, IX, 6)
Nuceria Alfaterna (inoscoNuvkrinum Alafaternum, inlatinoNuceria, ingrecoΝουκρία talvoltaΝουκερία) è stata una città sorta nelVI secolo a.C. sul luogo degli attuali comuni diNocera Superiore eNocera Inferiore[1][2][3], inCampania.
La città era considerata una delle più grandi dellaCampania antica. Fondata dalle popolazioni autoctone della valle (Osci) grazie a un considerevole intervento delle popolazionietrusche stanziate in Campania[4], è stata una cittàsannita e poiromana.
Secondo le fonti, la città di Nuceria sarebbe stata fondata dalle popolazioni che abitavano la valle del Sarno. Stando all'antica denominazione delfiume Sarno, il Sarro, queste genti furono chiamatesarrasti[5]. Intorno alla fine del VII secolo, gli abitanti della valle abbandonarono i propri villaggi e furono spinti dall'arrivo degli etruschi a realizzare dei veri e propri insediamenti urbani. L'espansione degli etruschi in Campania è un fenomeno noto[6] che spinse alla urbanizzazione del territorio e alla creazione dei nuclei di importanti città in modo sia diretto,Capua ePiacentia, che come derivazione (Nola,Pompei, Nuceria e le altre che, già in antichità, formavano la cosiddettaEtruria campana[7]).Per l'area della valle del Sarno, una testimonianza preziosa relativa a questo fenomeno arriva dagli scavi effettuati nella localitàLongola (pressoPoggiomarino).[8] Tra il 2000 e il 2002 sono emersi i primi resti di un villaggio realizzato su isolotti artificiali che ha avuto un ciclo di vita tra la mediamedia età del Bronzo e la seconda età del Ferro/Periodo orientalizzante (metà VIII secolo, inizio VII secolo a.C.). L'ultimo periodo di questa fase di sviluppo è caratterizzata, per l'Agro nocerino-sarnese dalla Cultura delle tombe a fossa[9], una facies archeologica conosciuta grazie alle necropoli individuate presso i comuni diSan Marzano sul Sarno eSan Valentino Torio[10].Le ultime fasi del villaggio di Poggiomarino vedono la comparsa delle produzioni ceramiche inbucchero,[11] segno dell'espansione (inizialmente commerciale) delle componenti di carattere etrusco nelle evidenze archeologiche tra le popolazioni autoctone del Sarno. L'abbandono dell'insediamento di Longola, avvenuto intorno al VII secolo a.C. coincide con la nascita dei primi insediamenti urbani della valle: Pompei e Nocera[8]. Il primo insediamento nocerino nacque dal sinecismo di diversi villaggi sparsi nell'attualeAgro nocerino-sarnese, grazie al fenomeno di aggregamento e urbanizzazione determinati dalla spinta delle popolazioni etrusche già presenti in Campania. L'arrivo di queste popolazioni è dimostrato dalle necropoli più antiche del nuovo insediamento (VI secolo a.C.) che appaiono di derivazione etrusca[12]. Circa la denominazione del primo insediamento è stato recentemente proposta l'associazione con la città di Hyria[13]). L'espansione etrusca in Campania fu determinata da un periodo di instabilità che determinò in più di uno scontro con l'altra popolazione egemone della regione, i greci stanziati lungo le aree costiere e insulari (soprattutto Golfo di Napoli e Valle del Sele). I conflitti sfociarono nelle due battaglie di Cuma. La prima ebbe luogo nel524 a.C. e la seconda, particolarmente aspra, nel474 a.C.. Il conflitto del V secolo a.C. vide arrivare in soccorso dei greci italioti della Campania isicelioti diSiracusa. La guerra si conclude con una nuova sconfitta degli etruschi (che erano stati battuti dai greci anche durante il primo evento bellico). Le ripercussioni della seconda battaglia di Cuma furono risolutive per il popolo italico, che perse definitivamente il ruolo egemone nella Campania. Da quel momento, la regione passò in gran parte sotto il controllo politico della fazione italiota.
Tra la fine del V secolo e l'inizio del IV secolo a.C., approfittando di un momento di crisi dell'ambiente greco, alcune popolazioni delle aree interne della Campania e della Lucania presero il sopravvento, conquistando le città (come accade a Nola, Capua, Pompei e Nuceria, dove arrivarono i sanniti e, più a sud, a Poseidonia che fu presa dai lucani).Sotto la spinta della nuova popolazione, l'insediamento nocerino crebbe d'importanza fino ad arrivare a battere moneta. Grazie alla produzione numismatica (si veda anchemonetazione di Nuceria Alfaterna), è stato possibile conoscere il primo nome dalla città:Nuvkrinum Alafaternum. Il toponimo, che significa letteralmente "Nuova Rocca della tribù [sannita] degli alfaterni", fa chiaramente riferimento alla ricostruzione della città sulle rovine dell'insediamento precedente (questo rinnovamento è dimostrabile anche per Nola il cui toponimo antico "Nuvla" è tradotto come "Nuova città"[14] e a Poseidonia, che i lucani chiamano "Paistom" e diventò laPaestum dei Romani). Fu durante il periodo sannita che Nuvkrinum si attesta come una delle più importanti città dell'anticaCampania. Secondo una vecchia teoria[15], divenne capitale di una confederazione (Lega Nucerina) che comprendevaPompei,Ercolano,Stabia[16]. Lo sviluppo della città prima sannita e poiromana fu agevolato dal passaggio di importanti vie di comunicazione, quali lavia Stabiana (versoStabia), lavia Nuceria da Pompei e laVia Popilia, traCapua eReggio.Nuvkrinum fu ostile ai Romani durante laseconda guerra sannitica. Dopo la sconfitta, divenne alleata di Roma nel307 a.C. Nel216 a.C. fuassediata e distrutta da Annibale proprio per la sua fedeltà ai romani[17]. Alla fine della guerra fu ricompensata con una completa ricostruzione. Nel210 a.C., poiché gli abitanti di Nuceria eAcerra si lamentavano di non sapere dove andare a vivere, in quanto Acerra era stata in parte incendiata e Nuceria completamente distrutta, essi furono inviati dalproconsoleFulvio Flacco alSenato diRoma a fare le loro rimostranze. Ai primi, gli Acerrani, venne concesso di ricostruire gli edifici incendiati; ai Nucerini si permise loro di trasferirsi adAtella, mentre agli Atellani fu imposto di spostarsi aCalatia[18]. Fu ancora saccheggiata durante laguerra sociale (Appiano,Bellum Civile) a seguito della quale ottenne la cittadinanza romana, inserita nella tribùMenenia.
Durante la fase sannita la città si dota di importanti strutture pubbliche come le mura, che ne delimitano un impianto urbano rettangolare di 1,2 km per 1 km[19].

All'indomani della seconda guerra punica la città di Nuceria entra definitivamente in orbita romana. La città vive momenti di relativa pace finché le campagne vengono nuovamente devastate dagli sviluppi dellaGuerra Sociale (91-88 a.C.)[20] (il generale sannitaGaio Papio Mutilo volle punirla per il suo schieramento dalla parte dellaRepubblica romana[21]). QuandoLucio Cornelio Silla prevalse nellaGuerra Sociale, i Romani penetrarono definitivamente nella valle del Sarno. Silla conquistò Pompei e elargì terre aiveterani che avevano combattuto al suo fianco. Le campagne del circondario vennero così divise tra lecenturie romane ed affidate alla cura delle famiglie che vi si trasferirono.Intorno al132 a.C., la costruzione dellavia Popilia, favorì lo sviluppo economico e il commercio di tutta la parte dell'agro nocerino da essa attraversata, lungo un percorso il cui terreno fu via via fortemente caratterizzato dallecenturiazioni.
Intorno al73 a.C. il diffuso malcontento dovuto allo strapotere romano fece scoppiare la rivolta deigladiatori che, partita daCapua, si trasformò nella più estesa rivolta servile. Capo di questischiavi egladiatori fuSpartaco e a lui si aggregarono anche tutti quegli uomini del territorio nocerino e nolano i cui poderi e campi erano stati espropriati per passare in proprietà ai legionari di Silla, esasperati dallo stato di povertà in cui erano piombati[22]. Durante la successivaterza guerra servile (73-71 a.C.), l'esercito di ribelli si accampò e saccheggiò in due tornate le campagne e le vallate nei dintorni di Nocera.[23][24]
Probabilmente in etàaugustea (nel42 a.C.?[25]), la città divennecolonia. ChiamataNuceria Constantia, fu inserita nella tribùMenenia. Ancora in quest'epoca vi si scriveva e parlava anche greco[26], all'epoca segno di distinzione culturale.
L'impianto urbanistico della città romana "coincide con le attuali vie Porta Romana, San Pietro Santa Maria Maggiore, Pareti, Pucciano, strada statale n. 18, Trieste-Petrosino, Milano-Mercato, Santacroce-Fratelli Fresa"[27].
Fino alterremoto di Pompei del 62 e allaeruzione del Vesuvio del 79 che seppellìPompei,Ercolano eStabiae, tutta la piana dell'attuale agro attraversò un florido periodo di tranquillità, ricoperta daville rustiche romane dedite all'agricoltura ed in particolare alla produzione divino. Lacenere e ilapilli prodotti da quella storica eruzione distrussero una buona parte deivitigni.
Dall'inizio delI secolo una grave crisi sia economica che culturale investì tutta laCampania, accentuata da alcuni fortiterremoti e devastantiepidemie. La catastrofe successiva all'esplosione delVesuvio del 79 d.C., la progressiva decadenza dei centri interni dell'Italia meridionale e della Campania nel II-III secolo d.C., contribuirono ad un lento declino del centro.
Fu sede vescovile, già dal III secolo d.C. e il primo vescovo fusan Prisco, il cui culto è ricordato daSan Paolino di Nola in un suo carme. Durante laguerra greco-gotica a pochi chilometri, lungo le sponde delfiume Sarno, per mesiBizantini eGoti si fronteggiarono fino all'epilogo della guerra nellabattaglia dei Monti Lattari.

La città fu ancora attiva sotto l'amministrazione bizantina, il cui tentativo di dare nuovo impulso è testimoniato dall'erezione dello splendidobattistero diSanta Maria Maggiore, uno dei rari esempi in Italia di battistero in età giustinianea.
La progressiva conquista da parte deiLongobardi dell'agro nocerino pose fine al rilancio della città come centro eminente dell'area: ne è un segno l'assenza di una cattedrale nei pressi del battistero.
Venuta meno la sua funzione urbana e amministrativa, perduta a favore diSarno, inutilizzate e in parte dirute le mura urbane a seguito delle successive guerre tra i Longobardi e i ducati bizantini diAmalfi eSorrento, gli abitanti andarono a rimpinguare i più recenti nuclei abitativi nel resto dell'agro e inCostiera amalfitana, mentre solo una parte andò a costituire un ampio borgo difeso verso la "Collina del Parco" (attualeNocera Inferiore), già sede di un mercato.
Della città antica si conservano alcuni resti.
L'impianto urbanistico occupava un'area di 1 200 x950 m, ed era regolare, con strade rettilinee che si incrociano adangolo retto.


Ilbattistero a pianta circolare, con doppio anello (analogo allaChiesa di Santa Costanza diRoma, originariamente mausoleo diCostanza) venne costruito daiBizantini nella seconda metà delVI secolo sui resti di un edificio termale.
L'edificio reimpiega materiali più antichi, sia nello spesso cilindro esterno, sia per le quindici coppie di colonne che delimitano lo spazio centrale e sostengono la cupola.
Al centro la vasca battesimale (seconda in Italia per ampiezza) si presenta ottagonale all'esterno e circolare all'interno, circondata da otto colonne (cinque originali).
Rappresenta, probabilmente, un tentativo della città di riacquisire l'antico splendore attraverso la realizzazione di un monumento importante.
Le mura cittadine, a doppia cortina, furono costruite nelII secolo a.C. ed hanno uno spessore di1,5 m e un'altezza di5 m, mentre la distanza tra le due cortine corrisponde a circa12 m.

In un’area non lontana dalBattistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore, in località San Clemente, sorge la Domus cosiddetta del decumano, uno dei luoghi archeologici più importanti e rilevanti per la comprensione dell’antica città di Nuceria.
Il sito, fu scoperto nel 1979 e indagato fino al 1984. Gli scavi archeologici misero in luce parte di un'insula della città romana con i resti di unadomus e un tratto di uno dei decumani della città, il decumano inferiore. All'interno delladomus sono visibili ancora parte degli affreschi che la decoravano e pavimentazioni in cocciopesto e mosaico di tipo geometrico bianco e nero o policromo. Il sito ha restituito anche una decina di sepolture cristiane delVI secolo, di cui oggi visibili solo quattro.
L’imponente strada, invece, è parte del decumano inferiore (uno dei tre più importanti assi viari della città romana insieme al decumano superiore e al cardo massimo) ed è formato da grossi basoli di pietra che conservano ancora le tracce del passaggio dei carri e parte di un attraversamento pedonale. Ad oggi è l'unico tratto viario lastricato conservato dell'antica Nuceria.

Il teatro ellenistico-romano di Nuceria venne edificato nelII secolo a.C. Fu individuato e portato alla luce tra la fine deglianni settanta ed i primianni ottanta del secolo scorso nella zona tra Pareti e Pucciano.

Si conservano alcune strutture dell'anfiteatro, attualmente inglobate in abitazioni più recenti, scoperte nel1926. Le strutture visibili sembrano datarsi intorno alla metà delI secolo a.C. o in età augustea, con rifacimenti della fine delI secolo d.C.
Interessante il toponimo anche in questo caso: il quartiere in cui attualmente si conserva il sepolto anfiteatro si chiama "Grotti" e si trova a ridosso dei comuni delle due Nocera. Le "grotte" non sono altro che gli ambienti voltati (vomitoria) della struttura che, sottinterrati, venivano scoperti durante le fondazioni delle strutture successive.
Attraverso la disposizione curvilinea della strada, l'andamento ellittico delle abitazioni sovrastanti e le esplorazioni nelle cantine delle stesse case, si è potuto ricostruirne la dimensione: l'anfiteatro era lungo 125 metri e largo 102.
La necropoli più importante di Nuceria è stato rinvenuta a sud della città, ai piedi del monte Albino, in localitàPareti, a metà del XIX secolo. Sotto a sepolture in tegola, di epoca romana, vennero individuati vari sepolcri, sovente in tufo di Fiano o in pietra calcare del monte Albino. In questi sepolcri furono ritrovati vasi dipinti, o di bronzo; e vari oggetti di ferro, di piombo, e di altri metalli.[28] Un secolo dopo, a partire daglianni 1950, il direttore dei Musei Provinciali di SalernoVenturino Panebianco intraprese uno scavo archeologico nella necropoli di Pareti, mettendo alla luce più di un centinaio di sepolture delVI eV secolo a.C. e altre del periodo sannita, ossia delIV eIII secolo a.C.[29] Gli scavi sono durati fino al 1971, rivelando, nei corredi funerari delle inumazioni, anfore di provenienza etrusca, a testimonianza di contatti della città con l'Etruria[30].



La scoperta dellanecropoli monumentale di Pizzone, in località Taverne, si deve al sistematico controllo del territorio da parte dell'Ufficio scavi di Nocera della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno. Essa è stata individuata in località Pizzone, a 800 metri dalla mura orientali della città, lungo il tracciato dellavia Popilia.
Risale alI secolo a.C. Gli scavi condotti dal1994 al1997 hanno permesso di portare alla luce monumenti funerari i quali erano collocati ai lati di un asse stradale realizzato con il taglio artificiale (profondo 3 metri e largo quasi 10) del piano di calpestio originario. I monumenti affiorati si collocavano lungo i lati della strada come avveniva di consueto nel mondo romano quando i sepolcri erano posti lungo tracciati vari. In tal modo i viaggiatori avevano l'opportunità di leggere i messaggi scritti sulle loro tombe per rivolgere loro una preghiera o un pensiero. All'interno dei recinti funerari, alcune tombe singole sono segnalate dacolumelle.
Degli edifici funerari, quello a tumulo, edificato dallagens Numisia, ricorda ilmausoleo di Augusto aRoma. Ad esso si affianca il mausoleo dellagens Cornelia che richiama il consimile monumento di Porta Marina adOstia con la parte inferiore quadrata, sormontata da untholos. Un terzo edificio, a pianta quadrata, dellagens Lutatia, è collegato alla strada sottostante da due scale scenografiche.
La necropoli di San Clemente è un complesso di sepolture riferibili alla primaepoca imperiale (I secolo d.C.) e ad epocatardo-imperiale (IV-V secolo). Vi sono, inoltre, alcuni ritrovamenti appartenenti a una fase più antica, diepoca ellenistica, ancora poco esplorati. Alcune epigrafi permettono di fare luce sull'esistenza e il radicamento di unacomunità ebraica a Nuceria.
L'indagine archeologica ha messo in luce i resti di unavilla rustica diII secolo a.C. (parzialmente obliterata dallachiesa di San Matteo).
Inetà repubblicana l'area ospitò un edificio sacro di cui resta una piattaforma rettangolare a blocchi squadrati. NelIII secolo d.C., nel recinto del tempio pagano, un veterano dellaLegione Gemina[non chiaro], forse convertito al cristianesimo, costruì la sua tomba di famiglia.
È presente, ma non indagata, una necropoli a cappuccina.
Reperti rinvenuti a Nuceria Alfaterna nelXIX secolo sono conservati nelMuseo archeologico nazionale di Napoli. Una statua diAtena, rinvenuta in un'esedra addossata alle mura cittadine, della metà delI secolo d.C. e i corredi tombali della necropoli di Nuceria Alfaterna (scavi del1957) sono conservati nelMuseo archeologico dell'agro nocerino, aNocera Inferiore. Il famosostamnos afigure rosse delpittore di dinos che rappresenta un corteo dionisiaco e conservato almuseo Nazionale di Napoli è tradizionalmente considerato proveniente da Nuceria Alfaterna[31].
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