Noventa Vicentina è rinomata per la presenza nel proprio centro storico di numerosi edifici, palazzi e villefineottocenteschi-primonovecenteschi in stileLiberty:[6][7] loStile Floreale caratterizza anche ilTeatro Modernissimo.[8]
Fonti storiche certe attestano l'esistenza di un castello vescovile a Noventa, uno dei più importanti del Basso Vicentino, del quale tuttavia sono state perse tracce e memoria. Durante il Medioevo, in quest'area i vescovi di Vicenza possedevano vaste proprietà, spesso insidiate dalle vicineEste,Montagnana eLozzo i cui signori tendevano ad estendere i propri domini. Per tale fatto, aggravato dalla lontananza di Vicenza, il castello di Noventa doveva essere piuttosto forte: ilPagliarino scrive[9] che i castelli di Noventa e diPojana erano «abbondanti di ricchezze, forti et cinti di bastioni et di fossa»[10].
Il primo documento che parla espressamente del castello di Noventa è il diploma imperiale rilasciato daOttone III al vescovo di Vicenza Girolamo nell'anno 1000: esso vi figura tra i castelli esentati dalla tassa delfodro, privilegio che circa cent'anni dopoEnrico IV confermava al vescovo Ezzelino[10].
Il fatto di essere esistito sin dal X secolo e di essere stato di proprietà vescovile, farebbe pensare che il castello di Noventa sia stato in origine una fortificazione dell'antichissimapieve di Santa Maria, così come è avvenuto in tanti casi consimili e relativi all'epoca delle incursioni degliUngari. Tuttavia i castelli nati dalla fortificazione delle chiese in quell'epoca erano generalmente di dimensioni e di strutture modeste, mentre quello di Noventa doveva invece essere grande e robusto; in secondo luogo, anziché nei pressi della pieve, è assai probabile ch'esso sorgesse a sud ovest di contrà Capovilla, ai confini col territorio diPojana, dove esiste tuttora il molto indicativo toponimo "Castellazzo"[10][11].
Tenuto conto di questo, si può ipotizzare che a Noventa[12], dopo il primitivo incastellamento della pieve i vescovi abbiano fatto erigere in altro luogo anche un castello vero e proprio - lo stesso di cui parla il Pagliarino - e che abbiano mantenuto nei pressi della pieve ladomus episcopatus, della quale si ha documentata memoria almeno sin dal 1266. Sulla base di quest'ipotesi, a Noventa potrebbero esservi stati due nuclei fortificati; ciò almeno sino al 1240, perché in quell'anno i castelli di Noventa e di Pojana «furono - secondo il Pagliarino - posti in ruina et in esterminio da Eccelino»[13].
Quanto alladomus episcopatus, essa sopravvisse all'epoca ezzeliniana; viene spesso citata negli atti e documenti successivi al 1260, mentre non vien più fatta menzione alcuna del castello, il che confermerebbe l'ipotesi dell'esistenza di due distinte opere fortificate e che dopo la distruzione del 1240 il castello non sia più stato ricostruito, mentre continuò ad essere utilizzata la primitiva fortificazione pievana che includeva ladomus e sorgeva nel centro abitato[10].
Quest'ultimo conservò probabilmente ancora per qualche tempo i segni dell'originaria impostazione urbanistica: lo si deduce da un atto pubblico del 1471 in cui si legge «Noventa... in contracta burgi ab ecclesia», si parla cioè delburgus, sorto a ridosso delle fortificazioni[14].
Verso la metà delTrecento, durante la dominazionescaligera, il territorio di Noventa fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, alVicariato civile diOrgiano e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo[15].
Noventa, che dal1404 era entrata a far parte della SerenissimaRepubblica di Venezia, trova nel secolo successivo, dopo la conclusione delle travagliate vicende legate alla guerra dellaLega di Cambrai (1508), le condizioni che le permettono di svilupparsi economicamente e socialmente.
Il Vicentino seguirà fino in fondo le sorti di Venezia e dopo la caduta della Serenissima passerà sotto la dominazione austriaca, per poi entrare a far parte, nel1866, delRegno d'Italia.
Duomo dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia, posto in via Giacomo Matteotti. Nei primissimi anni delTrecento la parrocchiale fu trasferita dalla pieve di Santa Maria a una cappella benedettina dedicata a san Vito e - più tardi - anche ai santi Modesto e Crescenzia[10]. Sulla stessa area di questa cappella gotica, fra il 1640 e il 1650 fu costruita la chiesa, ulteriormente ampliata e modificata alla fine dell'Ottocento. La facciata marmorea, rifatta insieme con l'ampliamento, presenta un portale concluso da una lunetta a tutto sesto affrescata. L'interno è a una sola navata, con sei altari laterali, e tre grandi absidi che incorniciano il presbiterio. L'altare maggiore inmarmo di Carrara, attribuito allo scultore padovanoAntonio Bonazza, reca al centro un bassorilievo con laCena di Emmaus. Nella parete di sinistra, sopra l'altare di San Rocco, si trova una pala diGiambattista Tiepolo che raffigura iSanti Rocco e Sebastiano, commissionata dal cardinaleCarlo Rezzonico[16]. Altri dipinti di celebri pittori come:Giambattista Tiepolo,Francesco Maffei,Niccolò Bambini,Antonio Zanchi,Giulio Carpioni eDomenico Campagnola. Sul retro della chiesa si trova unsacelloneogotico coronato in pinnacoli, realizzato durante la seconda metà del XIX secolo, a scongiurare il pericoloso colera.
Chiesa di San Giovanni Evangelista, ubicata nella frazione di Saline all'angolo tra Via Padovana e ViaPietro Giacomelli. Risalente alSeicento, fu fatta erigere dalla famiglia aristocratica venezianaVidman.
Chiesa del Cuore Immacolato di Maria e San Giovanni Evangelista, ubicata nella frazione Saline. Delle tre chiese presenti a Saline essa è la meno antica e la più capiente.
Chiesa del Redentore, risalente alSettecento, ubicata in campagna nella frazione Are in Via Pavarazzi e al cui interno conserva dipintiottocenteschi.
Villa Arnaldi Prosdocimi,villapatrizia delXVI secolo, fu ristrutturata nel XVIII secolo dagli Arnaldi; è ubicata inVia Alcide De Gasperi. La facciata asimmetrica reca ai lati della porta d'ingresso quattro pilastribugnati, che alpiano nobile continuano inlesene ioniche che reggono ilfrontone triangolare. Sul retro, nel giardino, davanti alla parete cinquecentesca unavera da pozzogotica. All'interno un ampio scalone settecentesco; nelle sale laterali, vi sono sovraporte in legno laccato e fregi alle travi, stucchi al soffitto nella sala d'ingresso[16].
Villa Albrizzi, nella frazione di Saline. A tre piani, ha caratteristiche tipicamente rinascimentali. La facciata presenta una bella modanatura inpietra di Nanto alla porta centrale, e una cornice a dentelli sotto il tetto. L'aia è in pietramasegna. Al di là della strada che porta ad Este, si trovano i portici in mattoni. Sul retro, una chiesetta dedicata aSan Giovanni Evangelista[16].
Villa San Floriano, villa nella frazione di Caselle. Le cornici delle porte e delle finestre sono in pietra di Nanto. Di fronte è presente un oratorio dedicato a San Floriano. Il complesso, interamente circondato da mura, comprende la casa padronale, un oratorio e gli annessi rustici. Comprende un solo piano nobile, reca alle porte a alle finestre cornici in pietra di Nanto. All'interno, un ampio salone centrale, esteso per l'intera lunghezza dell'edificio, mette in corrispondenza l'entrata principale con quella della corte. Ai lati si aprono le stanze. Le cantine sono a volta. Adiacenti alla casa si trovano i granai, le abitazioni dei dipendenti e le stalle, con ampi portici ad arco. Nell'ampio cortile, ilséleze (aia) in mattoni. Di fronte alla casa, oltre all'aia, l'oratorio dedicato a San Floriano, già esistente nel XIII secolo[16].
Teatro Modernissimo, inaugurato nel settembre 1876 con il nome diTeatro della Concordia, fu in seguito denominatoTeatro Sociale. Ricostruito con l'aggiunta della bottega del caffè, e di un'ala per i camerini, fu riaperto nel dicembre del 1910. La sala assunse l'attuale nome nel 1919 quando fu trasformata in cinema. Divenne di proprietà del Comune nel 1936. I lavori di restauro effettuati tra il 1982 e il 1985 hanno riportato l'edificio alla sua immagine originaria, sia interna che esterna. Dal 1986 il Teatro è sede di importanti manifestazioni culturali[16].
Palazzo Stefani, nel cui corpo centrale, datato 1788, si trovano affreschi, decorazioni, colonne, stucchi, ferri battuti; i pavimenti sono in palladiana e marmo. Nelle ali, più basse, ristrutturate senza intaccare l'originaria struttura, sono stati ricavati numerosi appartamenti[16].
Palazzo Franzosi, edificato nel1822. L'edificio, ubicato inCorso Giacomo Matteotti, dispone di tre ingressi: quello principale sul davanti (a settentrione) daCorso Giacomo Matteotti, quello secondario sul retro (a meridione) daVia Vittime delle Foibe e un terzo ingresso laterale (a occidente) daVia Giuseppe Garibaldi.
Noventa Vicentina in una foto d'epoca. Vista della Piazza IV Novembre: a sinistra ilDuomo, al centro la fontana monumento dei caduti e a destraVilla Barbarigo
Centro scolastico della zona - oltre alla scuola dell'obbligo vi sono anche l'Istituto Professionale Industria e Artigianato Leonardo Da Vinci e l'Istituto d'Istruzione Superiore Umberto Masotto - Noventa è anche sede di manifestazioni culturali di notevole livello - come "Teatro a Noventa" - e di iniziative tendenti a favorire lo sviluppo economico e produttivo, ma anche sociale, del Basso Vicentino[16].
Vi sono anche la Biblioteca Comunale[18] e il Cinema Teatro "Modernissimo"[19].
"Tèliko TV" era un'emittente televisiva locale nata nel 1986[20]. Nel 2000 cambia denominazione in "TeleVeneto" e successivamente in "Tèliko TV / TeleVeneto". Trasmette come Web TV[20][21].
Frazioni del comune di Noventa Vicentina sono Caselle (con circa 100 abitanti), Saline, Are.
Altre località o contrade sono: Agora Di Sotto, Agora Est, Ca' Bosco Di Sopra, Ca' Bosco Di Sotto, Fioccarde, Frassenella Di Sopra, Marchiorette Di Sopra, Marchiorette Di Sotto, Migliadizzi Di Sotto, San Floriano, Spinosa Di Sopra, Spinosa Nord.
La zona, pur mantenendo la propria tradizione agricola, vanta una significativa presenza industriale nei settori tessile e metalmeccanico,e interessanti prospettive nel settore terziario[Chiarire...la fonte.]
NellaProvincia di Vicenza il comune di Noventa Vicentina risultava al 4º posto nella classifica del benessere, pubblicata nel 2011 daIl Sole 24Ore.
A Noventa si trovano la sede italiana dellaKomatsu Limited e della Staff International.
Noventa Vicentina è collegata ai centri circostanti tramite strade provinciali, la principale delle quali è la strada provinciale 247 Riviera Berica (exstrada statale 247 Riviera), che si snoda traVicenza edEste.
La località è servita dal casello omonimo posto sull'Autostrada A31 aperto nel 2015.[22]
La linea rivestì un ruolo importante anche durante la prima guerra mondiale, quando numerosi profughi e sfollati provenienti dall'Altopiano di Asiago trovarono ospitalità in particolar modo nei comuni di Noventa Vicentina ePojana Maggiore.
A partire dal 1948 Noventa Vicentina divenne località capolinea poiché a seguito di danneggiamenti subiti durante la seconda guerra mondiale, il tratto Noventa Vicentina-Montagnana fu cessato mentre il tratto Noventa Vicentina-Vicenza continuò ad essere attivo per i successivi 30 anni.
Gemellaggio nato nel maggio 1916 quando Noventa Vicentina accolse e diede ospitalità a buona parte della cittadinanza diAsiago, in fuga dall'Altopiano, sotto l'incalzare degli eventi bellici.
Inoltre, il 10 giugno 2012, il comune di Noventa Vicentina ha aderito alla lista dei comuni gemellati con la fondazione "Città della Speranza"[28]. Il comune aderisce all’iniziativa:patto dei sindaci[29]
Una formazione della Nova Gens nel 1925Una formazione della Nova Gens nel 1933
La "Nova Gens" è la principale società calcistica di Noventa Vicentina. Fondata nel1914, è una delle più antiche squadre del vicentino, alle spalle delLR Vicenza, fondato nel1902. La squadra gioca le sue partite casalinghe allo Stadio "Gino Fracca" di Noventa Vicentina; i colori sociali sono ilrosso e ilblu.
IlVolley Noventa è la squadra pallavolistica femminile di Noventa Vicentina. Ha disputato negli anni ottanta campionati femminili inserie A1 eA2. L'esordio inA1 fu il campionato1981-1982. IlVolley Noventa ha disputato nove campionati femminili inserie A1.
^Stante tale indicazione, non dovrebbe esserci nessuna relazione tra l'area del castello e quella attualmente occupata dagli edifici storico-artistici di Noventa (Villa Pojana di San Floriano, Villa Pojana di Santa Maria Elisabetta, Villa Barbarigo Rezzonico, Villa Manin, ecc.); questi ultimi, d'altra parte, furono eretti solo dopo il XV secolo e per conto di famiglie nobili non originarie di Noventa.
^In un altro documento del 1498 si parla anche di una «contracta burgantini»; più che alburgus, però, tale dizione dovrebbe riferirsi all'attuale Bergoncino.
AA.VV.,Il Veneto paese per paese, Firenze, Bonechi, 2000,ISBN88-476-0006-5.
Maria Grazia Bulla Borga,Ca' Arnaldi in Noventa Vicentina: storia e arte, Noventa Vicentina : Casa di riposo Ca' Arnaldi, 2001
Turridu Busato e altri,Vecchia Noventa: 100 immagini d'altri tempi, dall'800 ai giorni nostri, Noventa Vicentina, Giovani Editori, 1990
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Laura Ziliotto,Storia del Duomo, Parrocchia dei SS. Vito, Modesto e Crescenza di Noventa Vicentina, Tipolitografia Arte Stampa, 2012