Fino al 2014 è stato il pilota britannico ad aver ottenuto più vittorie nella massima serie, essendosi imposto in 31 Gran Premi, record battuto daLewis Hamilton nelGran Premio degli Stati Uniti del 2014, ed è tuttora nono nella classifica di tutti i tempi di successi in carriera. Ha ottenuto i suoi maggiori successi guidando per laWilliams, ma ha corso anche per altre squadre prestigiose comeFerrari,Lotus eMcLaren.
Dotato di una guida spettacolare e spesso irrispettosa del mezzo meccanico, era soprannominatoIl leone d'Inghilterra per la grinta che mostrava in pista.[1] Mansell è stato inoltre votato tra i primi 10 piloti di Formula 1 di tutti i tempi dal commentatore televisivoMurray Walker. Nel 2008,ESPN lo ha classificato 24º nella sua classifica dei migliori piloti di tutti i tempi.[2] È stato anche classificato 9º dalThe Times fra i più grandi piloti del mondo. Nel 2005, è stato inserito nellaInternational Motorsports Hall of Fame.
Nato aUpton-upon-Severn,Worcestershire da Eric e Joyce Mansell, Nigel era il terzo di quattro figli, Michael, Gail e Sandra.[3] Mansell trascorse undici anni della sua vita come poliziotto speciale nell'Isola di Man, prima della sua carriera di pilota, e nelDevon e inCornovaglia dopo il suo ritiro dalle corse. La sua fidanzata Roseanne, conosciuta nel1970, fu il suo più grande sostegno morale durante la sua carriera. La coppia si sposò nel1975 ed ebbe tre figli: Chloe (11 aprile1983), Leo (4 gennaio1985) e Greg (8 novembre1987).
Diventò il "Leone" dopo aver mostrato negli anni1986 e1987 temperamento e grinta in gara, tali da vincere spesso il confronto con il suo compagno di squadraNelson Piquet. Proverbiali divennero le sue gare tutte improntate sul coraggio e l'azione, dove la tattica e la strategia passavano in secondo piano: per questo egli fu amatissimo dai tifosi ma soventemente bacchettato dai critici.[4]
Divenuto campione del mondo diFormula 1 nel1992 a 39 anni, è stato fino al2014 il pilota britannico che vantava il maggior numero di vittorie nei Gran Premi (31). Passato nel1993 alla FormulaCART, vinse immediatamente il titolo, diventando l'unico pilota a essere contemporaneamente campione in Formula 1 e in Formula CART. Un'altra sua peculiarità fu quella di correre in Williams con il numero rosso, differente da quello bianco del compagno.[4]
Mansell guidò per la prima volta un'auto all'età di sette anni in un campo vicino a casa e, dopo aver vistoJim Clark vincere ilGran Premio di Gran Bretagna nel 1962, decise di tentare la carriera nel mondo dell'automobilismo.[5] Dopo gli ottimi risultati ottenuti neikart, nel1976 Mansell fece il suo debutto inFormula Ford, nonostante la disapprovazione del padre. La sua prima stagione lo vide trionfare sei volte sulle nove gare a cui partecipò. L'anno successivo prese invece parte a tutto il campionato e si laureò campione di categoria. Ebbe anche un pericoloso incidente in cui si ruppe il collo che rischiò di interrompere la sua carriera,[5] tanto che i medici gli dissero che era stato vicino allatetraplegia dopo lo schianto.[5] Dopo il successo ottenuto, nel1978 Mansell prese parte al campionato diFormula 3, ottenendo subito al debutto lapole position e un podio. LaMarch, che l'aveva preso in squadra, aveva promesso di pagargli l'intera stagione se avesse trovato degli sponsor.
Mansell non esitò a vendere la casa in cui viveva con sua moglie per ottenere i soldi per correre le prime gare,[5] ma questi finirono presto, e di conseguenza lo sponsor non arrivò e dopo sole quattro gare l'inglese rimase a piedi. Fu il momento più critico della sua carriera e il Leone, pur di racimolare qualche quattrino, lavorò anche come lavavetri. Qualcuno comunque si accorse delle sue qualità, e verso metà stagione gli fu consentito di debuttare inFormula 2 aDonington Park, ma un incidente nelle prove gli fece mancare la qualificazione. Dopo un'annata nera le cose cominciarono a girare per il verso giusto.
Mansell venne a sapere che si era liberato un posto nelteam di David Price, e dopo un paio di colloqui riuscì ad ottenerlo. Non solo non avrebbe dovuto portare sponsor, ma avrebbe anche ricevuto uno stipendio visto che nel contratto era previsto che dovesse lavorare come rappresentante per la Unipart, lo sponsor della squadra. Il punto debole del team era il motoreTriumph, che soffriva parecchio di potenza a bassi regimi.
Nonostante ciò, il 25 marzo1979, in una piovosaSilverstone e dopo un accanito duello conAndrea De Cesaris edEddie Jordan, Mansell vinse la sua prima gara di F3. Un paio di mesi dopo il pilota inglese partecipò per la prima volta al Gran Premio di Monaco di F3. Delle cinque March iscritte dal team di David Price quella di Mansell fu l'unica a qualificarsi e diversi uomini della Formula 1 lo notarono, a partire daColin Chapman, patron della Lotus.
Sul finire di stagione, Mansell ebbe un grave incidente adOulton Park dopo un contatto con De Cesaris, che per poco non lo paralizzò. Il recupero fu molto doloroso, ma venne addolcito da una telefonata inaspettata:Chapman lo chiamò per un test con la Lotus. Mansell si recò così alcircuito Paul Ricard e prese parte al test, nonostante il dolore che ancora lo tormentava dopo l'incidente. Cominciò poi il 1980 correndo ancora nel campionato inglese di F3, per poi passare a metà stagione in F2, dove portò al debutto nella seconda serie l'ambizioso motore Honda. I risultati in Formula 2 furono incoraggianti visto che da quasi debuttante riuscì a sfiorare la vittoria nella gara diHockenheim, dimostrando che allaLotus avevano visto giusto.
Nel 1980 Mansell diventò pilota ufficiale delTeam Lotus[6], una squadra che era passata nel corso delle ultime due stagioni dall'essere Campione del Mondo a schierare una delle peggiori vetture sulla griglia di partenza. Nella prima parte dellastagione svolse il ruolo di collaudatore[6]. AlGran Premio d'Austria fu schierata una terzaLotus 81B, motorizzataFord Cosworth DFV, affidata al debuttante Mansell che si ritirò per la rottura del motore. Partecipò anche alGran Premio d'Olanda, dove si ritirò nuovamente, questa volta per un problema ai freni, e a quello d'Italia, ma in quest'ultimo caso mancò la qualificazione[7]. Concluse la stagione senza aver ottenuto punti iridati[7].
Nel 1981 diventò pilota titolare dellaLotus al fianco dell'italianoElio De Angelis. Iniziò lastagione guidando una poco competitiva81B-Ford, come seconda guida del team. AlGran Premio del Belgio aZolder, dopo aver ottenuto il decimo tempo in qualifica, arrivò terzo al traguardo, dietro allaWilliams diCarlos Reutemann e allaLigier diJacques Laffite, conquistando il primo podio e i primi punti. AMonaco portò al debutto la nuova e più veloce87-Ford e ottenne il terzo tempo in prova, ma fu costretto al ritiro in gara per la rottura di una sospensione. Nonostante fosse alla sua prima stagione completa nella massima categoria, l'inglese riuscì a mettersi in luce con alcune ottime prestazioni, attirando sin da subito l'interesse della stampa e di altri team. ALas Vegas, ultima gara stagionale, giunse quarto al traguardo[8]. Concluse ilCampionato al quattordicesimo posto con otto punti[9].
Il1982 non andò benissimo: alla Lotus era tornatoPeter Warr, tecnico storico della scuderia, e questi, forse ingelosito per lo splendido rapporto che si era creato fra Mansell e Chapman, sviluppò una vera e propria antipatia nei confronti del suo pilota. La stagione prese una svolta tragica con gli incidenti mortali diVilleneuve ePaletti, più quello che mise fine alla carriera diPironi. Anche Mansell fu vittima di un brutto incidente in Canada, quando si spezzò un polso in un urto conBruno Giacomelli, rimanendo fermo per qualche gara. A fine stagione Mansell si trovò nel palmarès solo un terzo posto inBrasile e un quarto aMonaco. Egli perse anche nettamente il duello a distanza con il suo compagno di squadraElio De Angelis, che raccolse il triplo dei punti dell'inglese e vinse una gara inAustria.
A fine anno un infarto ucciseColin Chapman, ePeter Warr assunse il ruolo di capo del team; gli ultimi due anni in Lotus si rivelarono i più difficili, anche perché il1983 sarebbe stato sacrificato per far esperienza con il motore turbo. La stagione partì malissimo, ma una volta abbandonato il leggendario ma obsoletoFord Cosworth in favore del turboRenault, i risultati cominciarono a migliorare. A fine stagione e con dieci punti in classifica, l'inglese fece meglio di De Angelis, ottenendo un podio alGran Premio d'Europa, dove fece registrare anche ilgiro più veloce. Nella stagione successiva si iniziarono a cogliere i frutti del lavoro di sviluppo fatto nel 1983.
Mansell diede avvio alla nuova stagione con un buon segnale, ottenendo la primapole position della sua carriera aDallas. Dopo aver dominato buona parte della gara, all'ultimo giro per colmo della sfortuna la sua Lotus si piantò a pochi metri dal traguardo. Nonostante la fatica di due ore di gara e il caldo torrido (42 gradi all'ombra), il pilota britannico provò generosamente a spingere la sua Lotus oltre il traguardo, ma stramazzò a terra per il grande sforzo. Anche aMontecarlo andò vicino alla vittoria, nella gara che consacrò al mondo della Formula 1 il talento diAyrton Senna; Mansell, partito in prima fila sotto il diluvio, prese la testa della corsa. Commise poi un errore alla curva della stazione, andando in aquaplaning e sbattendo contro il guard-rail, situazione che lo mise fuori gara. A fine stagione Peter Warr riuscì finalmente a liberarsi di lui, facendo pressioni sullaJohn Player Special, lo sponsor del team, per assumere l'astro nascente Senna. TuttaviaFrank Williams, che già dal 1981 lo seguiva con interesse, gli fece arrivare un'offerta concreta basata sulla stima che aveva per le qualità del pilota. LaWilliams, che stava sviluppando il nuovo motoreHonda Turbo, era un'incognita, ma Mansell (forse memore del periodo con la Honda in F2) si convinse che era la scelta migliore da fare.
Inizialmente il suo arrivo inWilliams non venne ben accolto daKeke Rosberg, il quale non gradiva l'inglese come compagno di squadra. Nonostante l'iniziale diffidenza del finlandese, però, nel corso della stagione i due piloti seppero collaborare proficuamente e instaurarono un rapporto di stima.[10] Il passaggio alla squadra inglese cambiò le sorti della carriera di Mansell. Dopo un inizio difficile, a causa del difficile sviluppo dell'inaffidabile, ma potente motoreHonda, l'inglese riuscì finalmente ad ottenere la sua prima vittoria nelGran Premio d'Europa aBrands Hatch, alla quale fece seguito, di lì a poco, il successo inSudafrica aKyalami. Le ottime prestazioni a fine anno di Mansell e Rosberg, che si spartirono la vittoria nelle ultime tre gare, posero le basi per poter finalmente competere per il titolo mondiale contro lo strapotere dellaMcLaren motorizzataTAGPorsche che aveva dominato le ultime due stagioni.
Nel1986 il nuovo compagno di squadra dell'inglese divenne il brasilianoNelson Piquet, indicato come il favorito per il titolo, in virtù anche dell'annunciata competitività dellaWilliams-Honda. Dopo un inizio di stagione dai risultati altalenanti, Mansell sfoderò una grinta che non aveva fatto intravedere nei suoi primi anni di carriera (e che gli avrebbe valso il nuovo soprannome di "Leone" in luogo di "Mansueto" usato fino a quel momento): in rapida successione vinse inBelgio,Canada e, dopo un quinto posto negliUSA, anche inFrancia e inGran Bretagna, guadagnando la testa del mondiale a metà stagione. Questa serie di successi pose Mansell all'attenzione universale di pubblico e addetti ai lavori: è di questi tempi il raggiungimento di un accordo con laFerrari, in vista della stagione successiva, in seguito disatteso. I risultati conseguiti accesero la rivalità, in casa Williams, tra Piquet ed il pilota inglese (il primo supportato dalla Honda, il secondo sostenuto dal team) e che avrebbe avuto il suo peso sull'esito finale del campionato. Nel resto della stagione Mansell si aggiudicò anche ilGran Premio del Portogallo e si presentò alla vigilia dell'ultima gara diAdelaide, inAustralia, in testa alla classifica mondiale con 7 punti di vantaggio sul pilota dellaMcLarenAlain Prost e 9 su Piquet (che però, al contrario dei due rivali, non doveva più scartare risultati validi) ottenendo lapole position. La gara però ebbe un esito beffardo: al 63º passaggio (a 19 dal termine) Mansell, che era 3º dietro ai due rivali e stava tranquillamente amministrando la gara, subì lo scoppio di uno pneumatico in pieno rettilineo e fu costretto al ritiro. Con Piquet richiamato ai box per un prudente cambio-gomme, gara e titolo furono appannaggio di Prost e dellaMcLaren, bravi a sfruttare alla perfezione le circostanze e la rivalità tra i due piloti Williams. A tale catastrofica conclusione non fu certo estraneo il grave incidente d'auto occorso inCamargue aFrank Williams mentre rientrava a casa dopo una sessione di test privati (marzo 1986): la frattura della colonna vertebrale di Williams e la sua successivaparaplegia lo resero indisponibile per tutta la stagione, con conseguenti carenze nella gestione della squadra e dei piloti.
La stagione1987 si annunciò come un duello privato in casa Williams, stante l'incrementata superiorità della squadra motorizzataHonda sulle avversarie e la rinnovata rivalità tra Piquet e Mansell. La prima parte del campionato, in realtà, disattese parzialmente queste aspettative, ma poi però Mansell e Piquet presero il largo dallaLotus guidata daAyrton Senna. L'inglese si aggiudicò sei gare (San Marino,Francia,Gran Bretagna,Austria,Spagna eMessico), il brasiliano tre (Germania,Ungheria eItalia), ma grazie al maggior numero di arrivi in zona punti fu proprio quest'ultimo a trovarsi in testa al campionato a due gare dalla fine con 12 punti di vantaggio. InGiappone, nel corso delle prove libere del penultimo Gran Premio, Mansell ebbe un pauroso incidente che lo obbligò a terminare anzitempo la stagione per la frattura di alcune vertebre precludendosi definitivamente ogni speranza di lottare per il titolo, vinto dal compagno. Per l'inglese fu una brutta botta, sia fisica sia morale, nell'anno in cui aveva messo in mostra una netta superiorità dal punto di vista velocistico sul pilota brasiliano con 6 vittorie e 8 pole position.
Nel1988, dopo aver perso i motori Honda a vantaggio della Mclaren, la Williams venne spinta dal Judd, un propulsore artigianale che negò fin da subito, causa la poca affidabilità, ogni possibilità di successo. Pur con una vettura poco competitiva, Mansell decise tuttavia di rimanere in nome dell'amicizia con lo sfortunatoFrank Williams che nel 1986 aveva perso l'uso degli arti inferiori a causa di un incidente stradale. Mansell fu affiancato daRiccardo Patrese che aveva preso il posto di Piquet, ma anche senza il rivale brasiliano l'inglese non sarebbe stato in grado di lottare per il Mondiale con una macchina fragile e nettamente inferiore alla concorrenza. Nigel dovette anche saltare due gare per motivi di salute, ma riuscì a ottenere due secondi posti, di cui uno sul bagnato aSilverstone, dove tra l'altro fu ufficializzato il suo passaggio allaFerrari per il1989.
Il biennio in Ferrari e la rivalità con Prost (1989-1990)
Anche il1990 non fu ricco di soddisfazioni. La Ferrari aveva una vettura in grado di lottare per il titolo, ma l'inglese fu sopraffatto in velocità e sul versante psicologico dal nuovo compagno,Alain Prost, e restò ben presto tagliato fuori dalla lotta per il titolo, arrivando addirittura ad annunciare il ritiro dalle gare nel dopocorsa delGran Premio di Gran Bretagna. L'annuncio si rivelò ben presto un bluff, in quanto l'inglese firmò poi per la Williams. Mansell vinse ilGran Premio del Portogallo, dove però vi furono polemiche per una manovra dell'inglese che, inpole position, alla partenza strinse verso il muro il compagno Prost, partito secondo, facendo passare avanti le dueMcLaren di Berger e Senna, che sarebbe andato poi a vincere il titolo proprio ai danni di Prost.
Il ritorno in Williams, il titolo iridato e il primo ritiro (1991-1994)
La Williams intanto, dopo alcune stagioni di anonimato, stava ritornando competitiva grazie alla partnership col motoristaRenault. Nel1991 Nigel iniziò male, pagando anche un'iniziale mancanza di affidabilità della suaWilliams FW14 ed arrivando ad essere distaccato di oltre 30 punti da Senna, ritrovandosi anche dietro al suo compagno di squadra Patrese. In estate però Mansell vinse tre GP consecutivi (Francia,Gran Bretagna eGermania), arrivando a minacciare il leader del mondiale Senna. InPortogallo Mansell pagò un errore della squadra che non gli avvitò una ruota al pit-stop. Ottenne poi altre due vittorie inItalia eSpagna prima di arrendersi definitivamente a Senna inGiappone.
L'inglese si prese una clamorosa rivincita nel1992, quando dominò in lungo e in largo la stagione grazie anche alla fenomenaleWilliams FW14B. Sbaragliò il compagno di squadraPatrese e gli avversari, raccogliendo 9 vittorie e 14 pole position su 16 gare. Dimostrò quindi di essere un campione forte e sicuro, libero da quelle ombre psicologiche che in passato avevano influito sulle sue prestazioni.
Mansell iniziò la stagione vincendo le prime 5 gare inSudafrica,Messico,Brasile,Spagna eSan Marino con altrettantepole position. La sua inarrestabile corsa verso il titolo si arricchì con altre vittorie inFrancia,Gran Bretagna eGermania, fino a presentarsi già inUngheria con la possibilità matematica di vincere il titolo, che arrivò al 55º giro quando Patrese, secondo in classifica, si ritirò dalla corsa. Mansell vinse anche inPortogallo e finì la stagione con 108 punti, quasi il doppio dei punti del suo compagno. A fine anno, Mansell, che aveva già un accordo per continuare a correre su Williams nel 1993, al fianco diAlain Prost come seconda guida, venne allontanato da Frank Williams in quanto quest'ultimo declinò la sua richiesta sulla possibilità di raddoppiare il suo stipendio.
Nel1994 Mansell iniziò la stagione ancora in America, ma a metà campionato fu richiamato in Williams per correre alcune gare in sostituzione diAyrton Senna, deceduto adImola. Viste le scarne prestazioni del debuttanteDavid Coulthard,Frank Williams decise di affidare la seconda macchina a Mansell, nella speranza che quest'ultimo riuscisse ad aiutareDamon Hill ad evitare una sconfitta per mano dellaBenetton-Ford diMichael Schumacher. Pur a mezzo servizio l'inglese riuscì a tornare alla vittoria nell'ultimoGran Premio in Australia, dove ottenne anche la sua ultimapole position. Hill perse il Mondiale contro Schumacher per 1 punto, a causa di un incidente con quest'ultimo, ma nonostante questoPatrick Head decise di guardare al futuro, firmando per l'anno dopo con il giovane Coulthard e non rinnovando l'ormai quarantunenne Mansell.
Il breve ritorno con la McLaren e il secondo ritiro (1995)
Nel1995 il "Leone" firmò un contratto con laMcLaren equipaggiata con il motoreMercedes, che si dimostrò ben presto nettamente inaffidabile, come compagno diMika Häkkinen. Di fronte ai molteplici problemi che la monoposto anglo-tedesca evidenziò nelle prove pre-campionato, Mansell decise di prendersi una pausa per aspettare che la vettura fosse sviluppata a dovere e saltò le prime due gare, sostituito daMark Blundell. Tornò al volante nelGran Premio di San Marino e nel successivoGran Premio di Spagna, ma i problemi dellaMcLaren MP4/10 erano tutt'altro che risolti e l'inglese decise, grazie ad una clausola del suo contratto, di sciogliere anticipatamente la sua collaborazione, abbandonando definitivamente laFormula 1. Tuttavia nel dicembre1996, Mansell guidò unaJordan 196 in un test privato nelCircuito di Estoril, alimentando le speculazioni che fosse in ballottaggio per un sedile nella stagione1997.
Nigel Mansell ha disputato 187 Gran Premi di Formula 1 (su 191 apparizioni), con 31 vittorie (28 Williams e 3 Ferrari), 32 pole position (28 Williams, 3 Ferrari e 1 Lotus), 30 giri più veloci in corsa (23 Williams, 6 Ferrari e 1 Lotus) e 5 Hat Trick. Ha conquistato 480 punti validi, si è classificato 82 volte a punti e 59 sul podio, è partito 56 volte in prima fila, è stato al comando di 55 gare per un totale di 2091 giri in testa (9651 km).
Vista l'impossibilità di rinnovare il contratto con laWilliams, Mansell dopo aver valutato anche il ritiro dalle competizioni firmò un contratto con laNewman-Haas Racing con cui corse le stagioni1993 e1994 del campionatoCART. L'intesa venne formalizzata durante il fine settimana delGran Premio del Portogallo.[12][13] Nella stagione1993 Mansell pilotò unaLola T9300-Ford ed ebbe come compagno di squadraMario Andretti.[14][15] Il debutto avvenne al Gran Premio d'Australia aSurfers Paradise dove ottiene lapole position[16] e vinse la gara battendoEmerson Fittipaldi; era il primo pilota dai tempi diGraham Hill, nel1966, a vincere all'esordio nella categoria.[12] Poche settimane più tardi, non essendo ancora abituato alla guida sugli ovali americani, ebbe un incidente durante le prove della 200 miglia di Phoenix e fu costretto a saltare la corsa.[12] Ripresosi velocemente si piazzò terzo aLong Beach partendo dallapole e replicò il medesimo piazzamento alla500 Miglia di Indianapolis, in cui perse la vittoria per un errore di inesperienza a seguito di una brutta ripartenza.[12] Venne quindi nominatoRookie of the year, cioè migliore debuttante dell'anno. Si impose anche nella 200 Miglia di Milwaukee e segnò pole position egiro veloce alGran Premio di Detroit dove si piazzò quindicesimo. Partì dalla pole position alla 200 Miglia di Portland e arrivò secondo in gara, si piazzò terzo al Gran Premio di Cleveland e ventesimo alla Indy Toronto. Vinse la 500 Miglia del Michigan segnando anche il giro veloce in gara. Alla 200 Miglia del New England centrò pole position, vittoria e giro veloce. Si piazzò secondo alla 200 Miglia di Road America, sesto alla Indy Vancouver e dodicesimo al200 Miglia di Mid-Ohio partendo dalla pole. Alla 200 Miglia di Nazareth ottenne nuovamente pole position, giro veloce e vittoria, l'ultima per lui nella categoria. All'ultima gara del Campionato, ilGran Premio di Monterey arrivò al traguardo in ventitreesima posizione[14][15]. Vinse il titolo con centonovantuno punti.
Nel1994 guida unaLola T9400-Ford, affiancato ancora daMario Andretti[17]. Nel corso della stagione disputa anche quattro Gran Premi diFormula 1[18]. Alla gara inaugurale, il Gran Premio d'Australia, ottienepole position egiro veloce e si piazza nono in corsa. È terzo alla200 Miglia di Phoenix e secondo alGran Premio di Long Beach. Alla500 Miglia di Indianapolis arriva ventiduesimo al traguardo, quinto alla 200 Miglia di Milwaukee e ventunesimo alGran Premio di Detroit partendo dallapole. Si piazza quinto alla 200 Miglia di Portland, sale sul secondo gradino del podio al Gran Premio di Cleveland e arriva al traguardo in ventitreesima posizione alla Indy Toronto. Centra la terzapole position stagionale alla 500 Miglia del Michigan dove chiude la gara ventiseiesimo. Si piazza settimo alla200 Miglia di Mid-Ohio, diciottesimo alla 200 Miglia del New England, decimo alla Indy Vancouver e tredicesimo alla 200 Miglia di Road America dove segna ilgiro veloce in gara. Conclude la stagione con un ventiduesimo posto alla 200 Miglia di Nazareth e un ottavo alGran Premio di Monterey[17]. Con ottantotto punti ottenuti si piazzò ottavo inCampionato[17].
Nigel Mansell ha gareggiato nelCampionato IndyCar nel1993 e1994 vincendo il titolo l'anno del debutto. In 31 gare disputate ha ottenuto 5 vittorie, 4 secondi posti, 4 terzi posti, 8 piazzamenti a punti, 10pole position, 6giri veloci, 2 hat tricks, 279 punti. È stato premiato comeRookie of the year delCampionato. Nelle due partecipazioni alla500 Miglia di Indianapolis ha conquistato il terzo posto e il titolo diIndy 500 Rookie of the year nel1993.
Negli anni successivi ha partecipato sporadicamente ad alcune corse con vetture categoria Turismo. Nel1998 ha corso sei gare nelBritish Touring Car Championship al volante di unaFord Mondeo. Nel2004 a distanza di otto anni dall'ultima volta torna a guidare una monoposto di Formula 1 nella fattispecie laJordan EJ14 con cui effettua un test sulcircuito di Silverstone e alcunishow car. Nel2005 Mansell ha accettato di partecipare alGrand Prix Masters vincendo la prova inaugurale svoltasi in novembre aKyalami, inSudafrica, dopo avere anche ottenuto la pole-position. Il suo compenso è stato devoluto interamente per aiutare i bambini poveri dell'Africa. L'altra sua grande passione è ilgolf. Il 4 febbraio2010, in occasione della conferenza stampa di presentazione della prova, Nigel Mansell ha annunciato la sua partecipazione all'edizione 2010 della24 Ore di Le Mans, alla guida di una Ginetta-ZytekLMP1 delBeechdean Mansell Team alternandosi alla guida con i suoi due figli[19], tuttavia la gara di Mansell è durata appena 17 minuti in quanto il prototipo che guidava è rimasto seriamente danneggiato in un fuoripista causato dalla foratura di uno pneumatico.