Nicola Corvo oNicolò,Niccolò oppureCola Cuorvo (Napoli,XVII secolo –Napoli,XVIII secolo) è stato unavvocato,drammaturgo elibrettistaitaliano, vissuto nella prima metà delXVIII secolo come si deduce dai suoi manoscritti. Risulta in età senile nel1743. Figura importante per la letteratura e il teatro napoletano, fu altresì presidente dellaReal Camera della Sommaria. Era membro della nobilissima famiglia Corvo di Napoli, nonché discendente del famoso giureconsulto "monarca feudistarum" ("re del diritto feudale") Andrea d'Isernia.[1] Possedette anche una casa aTorre del Greco[2].
Poeta e appassionato di teatro scrisse vari drammi e poesie dedicata a santi e persone illustri del mondo politico e religioso.Di seguito i titoli di alcune delle sue opere pubblicate col suo stesso nome e cognome:
Secondo una interpretazione diBenedetto Croce, Nicola Corvo usò anche lo pseudonimo diAgasippo Mercotellis. Così inaugurò e fece prendere piede a Napoli l’opera buffa a discapito dei drammi spagnoleschi: l'ambientazione era nelle vie e rioni diNapoli con personaggi che enfatizzavano le caratteristiche napoletane.[2][8][9]
Dai suoi scritti emerge un letterato napoletano caratterizzato da innovazione e polemica in vari generi letterari[8]; era a stretto contatto con gli scrittori dialettali di Napoli a lui contemporanei (Nicolò Amenta,Nicolò Capasso,Francesco Oliva).[2][8]
Commedie musicali note rappresentate alTeatro dei Fiorentini:
Nel 1719, in seguito alle accuse del librettistaAniello Piscopo in relazione alla commediaLo cecato fauzo,[8] scrisse una raccolta di sonetti satirici (conFrancesco Antonio Tullio, Francesco Oliva e Tommaso Mariani) dal titoloLa Violeieda spartuta ‘ntra buffe e pernacchie pe chi se l’ha mmeretate.[2] Nel 1789 escono postume le sueAlluccate contro a li Petrarchiste (prima attribuite a Nicola Cuorvo e poi a Nicolò Capasso, suo amico col quale veniva appunto confuso per il fatto che entrambi di facevano chiamare col diminutivo di Cola): una veemente denuncia deipetrarchisti, del loro scimmiottare Petrarca senza averne il talento e della rigidità con la quale intendevano, a suo avviso, la poesia.
Rimase inedita fino al 1997 laStoria de li remmure de Napole (De la storia de li remmure de Napole o Masaniello), che sembra essere il suo ultimo lavoro pubblicato.[2][8]