
Niccolò Franchini (Siena,1704 –1783) è stato unpittore erestauratoreitaliano, esponente del tardobarocco senese.
Figlio dell'architetto e scultoreJacopo Franchini, fu attivo principalmente aSiena, sua città natale, dove lavorò nel campo dell'arte religiosa e fu maestro comunale di disegno (suo allievo fu, tra gli altri, il pittoreLorenzo Feliciati).
Tra le sue principali committenze si ricordano la pala d'altare diSan Cristoforo (1755) della cappella Bichi nellachiesa di Sant'Agostino, che andava a sostituire un trittico diLuca Signorelli,[1] e i dipinti dellachiesa di San Giorgio.[2] Il suo dipinto più noto è ilRitorno di papa Gregorio XI a Roma con santa Caterina (1769) conservato nellachiesa del Crocifisso delsantuario di Santa Caterina.[3]
Lo storico dell'arteLuigi Antonio Lanzi scrisse di lui definendolo l'ultimo pittore dell'inizio del declino della scuola senese, affermando di apprezzarlo maggiormente per la sua opera di restauratore «per la prerogativa [...] di ristorare le lacere tele, e ridurle all'antica loro perfezione senz'adoperarvi di pennello: dove manca il colore supplisce con altri colori tratti da altre tele di minor prezzo; invenzione che non è stata da altri scoperta».[4]
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