Nel settore nord del comune è presente il rilievo delMonte degli Elci con la cima a711 ms.l.m., a separare il paese da questo monte vi è una vallata dove scorre il fosso Corese nel punto più basso a 200–240 m s.l.m., a sud vi è il rilievo dimonte Lago con la cima a601 m s.l.m., ad est una vallata che termina nel paese confinante diScandriglia, a sud-est vi sono iMonti Lucretili con la cima più alta (visibile dal paese) delMonte Pellecchia1368 m s.l.m., mentre ad ovest una piana che si affaccia sullavalle del Tevere. La frazione diAcquaviva è posta tra i 250 ed i290 m s.l.m.
Nerola ha un clima temperato da entroterra, tipicamente collinare o sub-appenninico, la temperatura media va dai +7,0 °C di gennaio ai +25,2 °C di luglio con una piovosità media di circa 1000 mm annui. Il mese più caldo è luglio con una temperatura minima media di +19,5 °C e una massima media di +31,2 °C; il mese più freddo è gennaio con una temperatura minima media di +4,0 °C e una massima media di +10,2 °C. Le temperature possono superare i 30 °C da giugno ad agosto e possono scendere sotto i 0 °C da dicembre a marzo. La temperatura più alta mai registrata è di +39,6 °C mentre la più bassa è di -7,7 °C. Le precipitazioni sono presenti tutto l'anno, anche nel trimestre estivo grazie ai temporali pomeridiani che si possono presentare in più occasioni. Il mese più secco è luglio con una media di 46,5mm mentre il mese più piovoso è dicembre con 152,4mm (seguito da maggio e novembre). Il paese si trova in una zona ventilata, con venti che possono superare anche gli 80 km/h durante le irruzioni di aria fredda da nord-est con lo scirocco da sud-est, il record è di 140 km/h.
Il toponimo deriva probabilmente dalsabinonero onerio, con il significato di "forte" e "valoroso". L'iscrizione sulla fontana della piazza del Municipio (A Nerone tuum Nerola nomen habet) fa risalire l'origine del nome all'imperatore romanoNerone, che apparteneva allagens Claudia di lontane origini sabine.
Sul sito sembra siano state viste tracce di una villa di epocaromana, che la leggenda attribuiva appunto a Nerone.
Nella seconda metà delX secolo il castello delCastrum Nerulae venne fondato dal "rettore della Sabina" Benedetto Crescenzi e fu in possesso deiCrescenzi fino al1235, quando passò sotto il diretto dominio deipapi. All'inizio dell'XI secolo il feudo venne concesso agliOrsini, che vi costruirono l'attuale Castello Orsini. Alla fine delXV secolo fu ulteriormente rinforzato con possenti torrioni e altre opere difensive e fu fortificato il borgo che lo circondava. Presso il castello venne costruita nel1483 la "Chiesa vecchia".
La chiesa parrocchiale dedicata a san Giorgio martire del 1482 fondata dagli Orsini, crollata nel 1915 e ricostruita nel 1924;
La ex chiesa romanica di Sant'Antonio abate, parrocchiale fino al 1482 con accanto il primitivo cimitero.
La chiesa di San Sebastiano, in cui si possono ammirare: una statua in legno diSan Sebastiano Martire, una statua in legno diSant'Antonio Abate, un busto reliquiario ligneo diSan Giorgio Martire, unCrocifisso ligneo del sec. XVI, un antico fonte battesimale con stemmi della famiglia Orsini.
La chiesa cimiteriale con tela raffigurante laDormizione di san Giuseppe.
Conservatorio delle zitelle pericolose in via della porta, con facciata seicentesca e stemma comunità. Accanto farmacia Palmucci con accessori ottocenteschi.
Castello Orsini. Del castello si ignorano le origini, ma verosimilmente la costruzione è da ricercarsi nelX-XI secolo. Il castello subì vari passaggi di proprietà durante le varie dipendenze feudali fino ad essere comprato dalla società CA.DI. che l'ha recentemente restaurato. Il castello è instile romanico-medievale ed ha uno dei pochiorologi a 6 ore ancora rimasti in Italia.
L'unica frazione,Acquaviva, trae il suo nome dallaomonima fonte, alimentata da una sorgente sempre attiva. Posta sulla vecchiavia Salaria, si sviluppò neglianni cinquanta, con la costruzione della chiesa di Santa Teresa e l'istituzione della festa dedicata alla santa.
Nerola non è servita da alcuna linea ferroviaria. Nel territorio comunale sarebbe dovuta passare laFerrovia Salaria (Roma-Rieti-Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto), che fu più volte progettata sin dalla fine dell'Ottocento ma mai realizzata.
Il comune di Nerola è tristemente noto per essere stato teatro di una delle vicende criminali più aberranti fra quelle che scossero l’opinione pubblica italiana nell’immediato secondo dopoguerra: la serie di delitti compiuti dal pluriomicidaErnesto Picchioni noto come "il mostro di Nerola"[7].Il caso ebbe una vastissima risonanza nel Paese[8], tanto da essere ricordato ancora nel 1963, a quasi vent'anni da quegli avvenimenti, in un film conTotò[9].
La piccola e tranquilla comunità nerolese finì al centro della ribalta nazionale dopo che fu reso noto l’agghiacciantemodus operandi dell'assassino: con un astuto quanto malvagio stratagemma[10] le vittime erano attirate nel casolare per poi essere brutalmente massacrate e derubate e i loro cadaveri occultati in una fossa scavata nell'orto antistante l'abitazione dell'assassino. Spesso le vittime erano fatte oggetto di un ulteriore scempio: i loro corpi venivano depezzati per rendere agevole il loro seppellimento e i resti gettati assieme agli avanzi del bottino: manubri di bicicletta, residui di abiti e tutto quanto l'assassino ritenesse di scarso valore.
Il numero degli omicidi rimane ancora sconosciuto; le vittime accertate all’epoca furono otto[11], ma si ha ragione di ritenere che possano essere almeno il doppio e non si può escludere che altri cadaveri giacciano ancora sepolti nella campagna circostante[12].
L’eco di tali sanguinosi accadimenti ancora non si è spenta[13] e permane nel ricordo della popolazione locale, alimentata dalla permanenza al km 47 dellavia Salaria del casolare teatro degli omicidi.
Il 25 marzo 2020, in conseguenza dellapandemia di COVID-19, viene disposta la chiusura in entrata e in uscita della cittadina dopo l'individuazione di un cluster di coronavirus nella locale casa di riposo per anziani. DopoFondi, Nerola diventa la seconda "zona rossa" del Lazio con 2 morti e 76 positivi al virus[14].
Quattro giorni dopo, con il paese isolato, vengono eseguiti 378 tamponi e la sindaca Granieri chiede al presidente della regione LazioZingaretti di sensibilizzare le istituzioni sanitarie affinché si facciano i tamponi su tutti i 1 980 abitanti per realizzare, su modello del comune veneto diVo', un'indagine a tappeto per il monitoraggio dell'evoluzione del virus e aiutare la ricerca scientifica[15].