| Uniformi di gara | |
| Sport | |
| Federazione | Federazione Italiana Rugby |
| Soprannome | «Azzurri» |
| C.T. | Gonzalo Quesada |
| Record presenze | Sergio Parisse (141) |
| Record mete | Marcello Cuttitta (25) |
| Record punti | Diego Domínguez (971) |
| Piazzamento | 10ª (11 agosto 2025) |
| Sponsor tecnico | Macron |
| Esordio internazionale | |
| Spagna 9-0 Italia Barcellona, 20 maggio 1929 | |
| Migliore vittoria | |
| Italia 104-8Rep. Ceca Viadana, 18 maggio 1994 | |
| Peggiore sconfitta | |
| Sudafrica 101-0 Italia Durban, 19 giugno 1999 | |
| Coppa del Mondo | |
| Partecipazioni | 10 (esordio:1987) |
| Miglior risultato | 2 vittorie e 1 pareggio al 1º turno (2019) |
| Sei Nazioni | |
| Partecipazioni | 25 (esordio: 2000) |
| Miglior risultato | 4ª (2007,2013) |
| Stadio nazionale | |
(70634 posti) | |
Lanazionale maschile italiana di rugby a 15 è la selezione dirugby a 15 (oRugby union) che rappresenta l'Italia in ambito internazionale maschile.
Attiva dal 1929, opera sotto la giurisdizione dellaFederazione Italiana Rugby.
La nazionale italiana è impegnata annualmente nel torneo delSei Nazioni, che la vede di fronte alle migliori compagini nazionali europee:Francia,Galles,Inghilterra,Irlanda eScozia.In precedenza, dal 1936 fino al 1997, prese parte alcampionato europeo, torneo del quale vinse proprio l'ultima edizione alla quale partecipò, nelbiennio 1995-97[1].
Inoltre, fin dalla sua prima edizione (1987), l'Italia è sempre presente allaCoppa del Mondo di rugby, competizione nella quale non è mai, tuttavia, riuscita a superare la prima fase a gironi.
Ilcommissario tecnico della squadra è l'argentinoGonzalo Quesada, in carica dal 1º gennaio 2024.
Figura fin dal 2000 nel novero delle nazionali maschili di prima fascia (gruppo che comprende le squadre delSei Nazioni e quelle delRugby Championship).All’11 agosto 2025 la squadra occupa la 10ª posizione delranking World Rugby.

Il rugby, al pari delcalcio, apparve inItalia verso la fine delXIX secolo, ivi portato dai britannici che facevano scalo alporto di Genova; la diffusione massiccia del gioco, comunque, fu dovuta all'opera di un pioniere italiano emigrato oltralpe,Stefano Bellandi[2]; questi, nato nel 1892 inprovincia di Cremona, dovette rientrare inItalia per svolgere il servizio militare e, avendo conosciuto il rugby inFrancia, si adoperò per diffonderlo anche in patria[2].Bellandi, grazie all'aiuto di un amico francese che viveva in Italia, riuscì a mettere in piedi una sezione rugbistica presso l'Unione Sportiva Milanese, storica società calcistica oramai scomparsa, che all'epoca competeva nel campionato nazionale al pari delle concittadineInter (con la quale poi si fuse alla fine deglianni venti) eMilan.Tuttavia, già nella primavera del 1910 si era tenuto aTorino un incontro secondo le regole del rugby tra due compaginicalcistiche non italiane, ilServette diGinevra e lo SC Universitaire diParigi[3][4], finito 40-3 per i francesi[5]; sulla scia di tale evento, il 18 giugno successivo nacque il primo club rugbistico italiano, ilTorino[6], scioltosi dopo un solo incontro, disputato contro laPro Vercelli, club calcistico tra i più forti dell'epoca.Benché, quindi,Torino vanti la primogenitura del rugby inItalia, fu aMilano che la nuova disciplina ebbe il suo pieno sviluppo[2].
Il primo incontro dell'U.S. Milanese si tenne all'Arena Civica diMilano il 2 aprile 1911 contro una compagine francese, che si impose 15-0[7]; ma, come riportò laGazzetta dello Sport, gli spettatori furono entusiasti dello spettacolo, tanto che poco meno di un anno dopo, agli inizi del 1912, la squadra milanese organizzò un altro incontro, aVercelli, contro l'U.S. Chambéry.Anche in tale occasione si trattò di una sconfitta, anche se di minore entità (i francesi vinsero 12-3)[7].Poi giunse laGrande Guerra e di rugby in tutta Europa si ricominciò a parlare a partire dai primianni venti.
Dopo il conflitto fu, ancora, Stefano Bellandi a tentare di rilanciare la disciplina: chiese ospitalità allo Sport Club Italia, del cui presidente Algiso Rampoldi era amico e, con la collaborazione di alcuni amici, rimise in piedi una squadra rugbistica, benché raffazzonata ed estemporanea, che si fece comunque conoscere dal grande pubblico grazie alla stampa[8]; il 26 luglio 1927 fu alfine costituito uncomitato di propaganda che costituì il preludio alla nascita di una federazione nazionale che disciplinasse l'attività rugbistica, nel frattempo diffusasi in tutta la penisola (a parteMilano, ancheTorino,Udine,Roma,Napoli e altre città)[9].Il 29 settembre 1928 a Roma vide la luce laFederazione Italiana Rugby[10].
Roma,Stadio Nazionale, 22 aprile 1935, ore 15:40GMT+1
FRANCIA — ITALIA 44-6
Marcatori: 2’ e 4’ Finat; 6’ Blond (tr. Chaud); 43’, 48’ e 68’ (tr. Chaud) Fretet; 59’ Coderc; 67’ Laurent; 70’ Vinci IV; 71’ Marescalchi; 77’ Dorot (tr. Chaud); 80+3’ Boyer (tr. Chaud).
ITALIA: Centinari; Cazzini, Piana (41' Rizzoli),Vinci III, Cesani; Vinci IV (c), de Marchis; Sgorbati, Visentin (41' Marescalchi), Carloni (41' Caccia Dominioni), de Angelis, Albonico, Maestri, Bottonelli, Tagliabue
Allenatore:Julien Saby.
FRANCIA: Chaud; Finat, Desclaux, Coderc, Fretet; Boyer, Servole (c); Dupont, Raynal, Blond, Dorot, Camel, Laurent, Bigot, Ollivier.
Allenatori: Joseph Lanusse e Allan Muhr.
Spettatori:8000
La nazionale nacque quasi contemporaneamente all'istituzione del primo campionato italiano: il 20 maggio 1929, allo Stadio dell'Esposizione delMontjuïc diBarcellona, vi fu l'esordio contro l'altrettanto debuttante selezionespagnola, arbitro ilfrancese Brutus.Davanti a62000 spettatori e alla presenza del reAlfonso XIII[11] gli iberici (in realtà una selezionecatalana ufficialmente rivestita con i colori della Spagna[12]) si imposero 9-0.Gli uomini di quel primo incontro di Barcellona furono Dondana, Cesani, Dora, Vinci II,Vinci III, Vinci IV, Modonesi, Balducci, Paselli, Raffo, Allevi, Barzaghi, Altissimi, Bottonelli, Bricchi.Roma eMilano si divisero in parti uguali la rappresentanza: sei atleti dalla Capitale, spondaLazio, inclusi i fratelli Vinci, altrettanti dall'ex U.S. Milanese, oramai fusa con l'Ambrosiana-Inter.Brescia contribuì con due uomini; ma il capitano proveniva dalla MichelinTorino (Dondana)[12].Un anno più tardi, il 29 maggio 1930 gli spagnoli restituirono la visita per quello che fu il primo incontro interno dell'Italia: all'Arena di Milano gli Azzurri, per l'occasione ancora in maglia quasi completamente bianca, vinsero 3-0[13].

Una polemica di carattere politico-organizzativo per ragioni mai chiarite, verosimilmente relativa alla disciplina dei propri tesserati[14], portò allo scioglimento della F.I.R.[14] e al passaggio dell'organizzazione del rugby nazionale a un apposito direttorio istituito in seno allaFederazione Italiana Giuoco Calcio[15].L'organismo di governo fu successivamente ricostituito come Federazione Italiana della Palla Ovale, poi rinominato, per ragioniautarchiche,Federazione Italiana Rugbi[16].Nella prima metà deglianni trenta la nazionale si confrontò con le più forti selezioni dell'Europa continentale (le quattro britanniche dell'IRB costituendo di fatto una realtà a loro stante),Cecoslovacchia (sconfitta due volte, aMilano ePraga, nel corso del 1933),Romania (vittoria aMilano per 7-0 nel 1934) eCatalogna (pareggio per 5-5 aBarcellona nel 1934[17][18]).Prima sconfitta dopo l'esordio, aRoma nel 1935 contro laFrancia[19] che, fino al 1983, fu l'unica squadra di alto livello fuori dall'IRFB e, fino al 1988, l'unica delCinque Nazioni, a concedere all'Italiatest match ufficiali[N 1].
Il 2 gennaio 1934 l'Italia, laFrancia e laGermania, capifila di un fronte che propugnava la formazione di una federazione internazionale alternativa all'IRB, istituirono aParigi insieme ad altre federazioni nazionali europee laFédération Internationale de Rugby Amateur oFIRA[20] (o FIRA, oggiRugby Europe), confederazione alternativa all'allora International Rugby Football Union (oggi nota comeWorld Rugby).La neonata associazione istituì un torneo, originariamente chiamatoTorneo FIRA (poi Coppa delle Nazioni e Coppa FIRA), di fatto un campionato europeo di rugby a cui l'Italia prese parte fino al 1997.
La nazionale italiana prese parte a due delle tre edizioni del Torneo FIRA d'anteguerra, classificandosi in un'occasione terza, nell'altra seconda[21].Entrambi i trofei furono vinti dallaFrancia, che peraltro si impose in 25 edizioni sulle 30 in totale cui prese parte.
L'attività proseguì per quanto possibile durante laguerra: il campionato si tenne fino al 1943 e la nazionale andò avanti fino al maggio del 1940: l'ultimo incontro disputato prima di una lunga interruzione internazionale che durò fino al 1948 fu aMilano contro laRomania, e nell'occasioneFrancesco Vinci divenne l'ultimo marcatore internazionale del rugby del secondo anteguerra[22].Del resto, lo stesso regimefascista, dopo aver malvisto tale disciplina in quanto di derivazioneinglese, decise di promuoverlo a tutti i livelli quale esempio di cameratismo e spirito di combattimento[23];Achille Starace, segretario delPNF, sostenne che «Il giuoco del rugby, sport da combattimento, deve essere praticato e largamente diffuso tra la gioventù fascista»[23].Uno dei fattori ritenuti frenanti d'una possibile ulteriore diffusione del movimento rugbistico nel dopoguerra viene identificato proprio in tale politicizzazione della disciplina, alla quale a lungo fu attribuita l'etichetta di “sport fascista”[23].

Il ritorno alla normalità dopo la guerra avvenne a tappe: il campionato riprese nel 1946, l'attività internazionale, con ilCinque Nazioni, nel1947, ma la nazionale italiana dovette attendere fino al marzo 1948 per tornare in campo[24], in concomitanza con il primo congresso post-bellico della FIRA che si tenne aMilano[25].Alla guida tecnica, nei primi 13 anni di attività, vi erano stati 12 avvicendamenti tecnici, al ritmo di uno all'anno di media, con 11 tecnici coinvolti.In realtà, si trattava spesso di affiancamenti o di ritorni (ilfranceseJulien Saby, per esempio, uno degli artefici dello sviluppo tecnico del rugby in Italia, ebbe tre mandati di cui due in coppia con un altro tecnico; lo stesso Luigi Bricchi ebbe 8 mandati di cui 6 affiancato a uno o più colleghi)[24].

Nel 1947 la squadra fu affidata all'ex nazionaleTommaso Fattori, già giocatore diLazio,Rugby Roma eAmatori Milano e futuro tecnico dell'Aquila.Questi guidò la squadra in due incontri, entrambi nel 1948, con la Francia B (sconfitta aRovigo per 6-39[26]) e con laCecoslovacchia (vittoria aParma per 17-0[27]).Ma le differenze tra la miglior formazione continentale, la Francia, e l'Italia (e a sua volta tra la stessa Italia e le altre avversarie), erano palesi: gli Azzurri riuscivano a tenere il passo con le altre formazioni europee, quando addirittura non venivano considerati i migliori del resto del continente[26], ma non a battere i transalpini, neppure quando questi schieravano la loro formazione non ottimale[26].A dispetto della crescita del gioco nel suo triangolo d'elezione traTreviso,Padova eRovigo, con punte d'eccellenza in seguito anche aNapoli,Roma,Parma eL'Aquila, la nazionale non riuscì per lungo tempo a rendersi competitiva fuori dall'ambito della Coppa delle Nazioni / Coppa FIRA, nella quale era sempre laFrancia a dominare[24]: fino al 1968 quest'ultima non si fece sfuggire un'edizione del torneo europeo e, in aggiunta a ciò, era l'unica continentale a confrontarsi annualmente con le quattro britanniche nelCinque Nazioni.
La Francia batté l'Italia nelle finali delle due edizioni dellaCoppa Europa tenutesi nel decennio, quella del1952 aMilano[28] e quella del1954 aRoma[29].
A contrastare l'Italia a livello continentale era invece laRomania, che aveva visto a partire dal 1950 un numero sempre crescente di praticanti (da1500 nell'immediato dopoguerra, divennero13500, nove volte tanto, alla fine deglianni settanta[30]) e che contese, spesso strappandola loro, agli Azzurri la piazza d'onore nella Coppa delle Nazioni riuscendo perfino a battere i francesi, impresa che l'Italia conseguì solo molto più avanti, a fine secolo.
Apparve chiaro che, quindi, solo un confronto con le nazioni più all'avanguardia poteva dare al rugby italiano occasioni di crescita, e nell'ottobre 1956 fu organizzato untour informale (non conteggiabile come tale in quanto non previde alcuntest match) inGran Bretagna: tre incontri che si risolsero in altrettante sconfitte per la nazionale, contro igallesi delloSwansea (5-14) e delCardiff RFC (3-8)[31] e ilondinesiHarlequins per 14-15, tutto sommato una sconfitta meno pesante del temuto; iltour fu ripetuto due anni dopo e, proprio nell'ultima partita della serie, che faceva seguito a due sconfitte, contro le Contee Londinesi per 3-9 e ilBlackrock College per 8-18, l'Italia vinse 5-3 contro gliirlandesi delCork Constitution[32]; quanto aitest match nel periodo intorno a talitour, si registrarono vittorie in serie (Germania Ovest 12-3 nel 1956[33], 8-0 nel 1957[34], 11-5 nel 1960[35];Cecoslovacchia 9-19 nel 1956 eRomania 6-3 nel 1958, ma contro la Francia ancora quattro sconfitte (3-16 nel 1956[36], 6-38 nel 1957[37], 3-11 nel 1958[38] e 0-22 nel 1959[39]).

La situazione profilatasi circa un decennio prima – all'inizio deglianni sessanta – era ormai consolidata e tale rimase praticamente per il trentennio successivo: sempre fuori portata leisole britanniche, almeno a livello di rappresentative nazionali, il termine di confronto per tutto il resto d'Europa era laFrancia, unica selezione del continente ammessa a competere su base annuale con le quattroHome Nation d'Oltremanica da un lato, e dall'altro impegnata nellaCoppa delle Nazioni.A seguire l'Italia, sempre regolarmente sconfitta dalla Francia, a contendersi la seconda piazza di norma con laRomania, ed entrambe un gradino sopra il resto dei contendenti europei.Tuttavia, il 14 aprile 1963, l'Italia fu a un passo dall'interrompere la supremazia francese: aGrenoble, nell'incontro che vide l'esordio in azzurro diMarco Bollesan, la squadra conduceva 12-6 a pochi minuti dal termine.Una meta trasformata dei francesi (all'epoca valida 5 punti) portò il punteggio sul 12-11 a quattro minuti dalla fine e proprio allo scadere un'altra meta, di Christian Darrouy, lo ribaltò proprio sul finale portandolo a 14-12 a proprio vantaggio[40].
Tale impresa mancata di poco parve a tutti il preludio a un effettivo salto di qualità che tuttavia non giunse.LaFIRA mise mano nel 1965 al torneo europeo dandogli il nome di Coppa delle Nazioni e strutturandolo in divisioni: l'Italia entrò nella 1ª divisione del torneo1965-66 esordendovi con una vittoria 11-3 contro laCecoslovacchia aLivorno[41], piazzandosi seconda e perdendo come di consueto (0-21) l'incontro con laFrancia, all'Arenaccia diNapoli[42].

Ma fu l'edizione successiva, quella del1966-67, che frustrò le ambizioni italiane di proporsi a livelli più alti: la squadra vinse solo l'incontro con ilPortogallo (peraltro con un sofferto 6-3[43]), ma perse 3-24 contro laRomania e soprattutto 13-60 contro laFrancia aTolone[44] dopo una prestazione insufficiente in prima linea, reparto nella quale i nuovi arrivati non erano riusciti a rimpiazzare i vari Levorato, Avigo,Lanfranchi e altri, giunti ormai a fine carriera[44].Da allora e per 28 anni (e per 30 nel torneo), la federazione francese non concesse più all'Italia iltest match e le schierò contro solo la sua nazionale “A”[45][46].
La cosa più grave, tuttavia, fu che l'Italia, a causa di tali risultati, retrocedette in 2ª divisione europea, quindi fuori anche daimatch più importanti: scelse quindi di non partecipare allaCoppa delle Nazioni successiva, preferendo impegnarsi nel 1968 in alcuni incontri conPortogallo (17-3)[47] eGermania Ovest (22-14); l'incontro con laJugoslavia di fine d'anno (22-3) fu invece valido per la 2ª divisione dellaCoppa delle Nazioni 1968-69[48], che l'Italia vinse per riproporsi nella massima serie per l'edizione successiva; tuttavia, laFederazione giunse alla conclusione che, al fine di allargare l'esperienza internazionale dell'Italia, era necessario farla uscire dall'Europa.Nel 1970 fu così organizzato il primotour ufficiale azzurro, inMadagascar, capitano Bollesan: furono 2 amichevoli contro imalgasci, il 24 e 31 maggio, entrambi vinti.
Tre anni più tardi l'esperienza fu ripetuta in maniera più estesa: la nazionale, sempre con Bollesan capitano, si recò intour in Africa meridionale (Sudafrica eRhodesia, successivamente Zimbabwe), per disputare diversi incontri tra cui untest match internazionale, contro laRhodesia aSalisbury (sconfitta 4-42), ma a spiccare fu la vittoria diPort Elizabeth per 24-4 sui South African Leopards, di fatto lanazionale sudafricanacoloured[49].L'importanza di taletour, che vide per la prima volta il rugby italiano protagonista di un'affermazione di prestigio in un Paese di lunga tradizione nella disciplina, è riconosciuta anche in tempi più recenti, tanto che quella spedizione è tuttora vista come una pietra miliare del rugby nazionale[50].
Nel frattempo, nel rinnovato torneo europeo, rinominato daCoppa delle Nazioni aCoppa FIRA, l'Italia non era presente, in quanto retrocessa nuovamente nel 1971 al termine di un umiliantecampionato terminato all'ultimo posto e caratterizzato da una sconfitta interna aNapoli contro ilMarocco[51], definita «la Corea del rugby italiano» che spinse anche alle dimissioni del C.T.Sergio Barilari[51]; la squadra non tornò nella massima serie che nel 1974[52].Affidata nel gennaio 1975 algalleseRoy Bish[53][54], primobritannico dopo John Thomas (C.T. dell'esordio azzurro e per un incontro solo) a guidare la nazionale, la squadra si classificò terza nel torneo1974-75, mettendo in mostra notevoli progressi nel gioco e nei risultati come il pareggio (3-3) contro la Romania[55], vincitrice del torneo e capace pochi mesi prima di battere lanazionale maggiore francese.
Da registrare nel biennio duetour nelRegno Unito, nel 1974 inInghilterra (tre sconfitte contro altrettante selezioni di contea) e nel 1975 in Inghilterra eScozia (una vittoria e due sconfitte, una delle quali, aNewcastle upon Tyne, contro l'Inghilterra U-23 per 13-29[56]).
Dopo il secondo posto nellaCoppa FIRA 1975-76, conquistato grazie alla vittoria sullaRomania, alla fine del 1976 vi fu anche unmatch (non ufficiale) contro l'Australia aMilano, che gli Azzurri persero con un soddisfacente 15-16[56][57].Tale vittoria sfiorata alimentò speranze, presto vanificate dall'andamento della disastrosaCoppa FIRA 1976-77: la sconfitta contro ilMarocco 9-10[58] portò alle dimissioni di Bish e all'affidamento della squadra aIsidoro Quaglio, giocatore internazionale fino alla stagione precedente e tra i protagonisti deltour del 1973.L'Italia batté laPolonia (2 aprile 1977, 29-3[59]), ma il 1º maggio successivo fu travolta 0-69 dallaRomania, peggior passivo azzurro per i 22 anni a seguire[60].La sconfitta provocò anche l'esonero di Quaglio dopo soli due incontri e meno di un mese d'incarico.
A partire dal 1970 la nazionale italiana affronta diversitour, a ritmo più o meno triennale e, a partire dall’ingresso nelSei Nazioni (2000), annuale.Già tra il 1956 e il 1964 era uscita fuori dai confini nazionali per quattro brevi puntate nelleisole britanniche e inBelgio, ma si trattava di incontri non ufficiali.Il primotour con untest match ufficiale fu quello del 1970 in Madagascar.
Fu, quello, il periodo in cui i club del campionato italiano iniziarono a ingaggiare rugbisti da altre federazioni, talora oriundi, più spesso veri e propri stranieri: una nazionale, ribattezzataXV del Presidente, formata da 12 italiani e 3 stranieri militanti inserie A (isudafricaniDirk Naudé eNelson Babrow e ilfranceseGuy Pardiès), incontrò a fine 1977, aPadova, un XV dellaNuova Zelanda per un incontro senza valenza ditest match, ma comunque incoraggiante per le ridotte dimensioni della sconfitta (9-15)[61]; nel 1978 la nazionale fu affidata a un giovane tecnico all'epoca trentacinquenne, ilfrancesePierre Villepreux, ingaggiato con un contratto di 30 milioni di lire l'anno, all'epoca considerato un'enormità nel mondo del rugby[62], che il 24 ottobre esordì sulla panchina azzurra aRovigo guidando la squadra a una convincente vittoria per 19-6 contro l'Argentina[63].Tra i risultati da segnalare di quel periodo anche il pareggio diBrescia per 6-6 contro l'Inghilterra U-23[56] (16 maggio 1979) e la sconfitta per 12-18 contro il XV nazionale neozelandese (ribattezzatoAll Blacks) in un match senza valenza ditest disputato sempre a Rovigo il 28 novembre 1979[56] per il quale l'interesse fu tale che a pochi minuti dall'inizio dell'incontro si decise di ammettere allo stadio anche gli spettatori senza biglietto, che si assieparono a bordo campo dietro ai cartelloni pubblicitari[64].

Villepreux guidò nel 1980 anche untour in Oceania e America del Nord; itest match disputati furono solo due, aSuva controFigi (sconfitta 3-16) e adAvarua contro leIsole Cook (sconfitta 6-15), ma tra i duetest vi fu un ben più rilevante incontro, sebbene non ufficiale, contro gli Junior All Blacks[N 2], perso adAuckland per 13-30[56].
Il contratto di Villepreux giunse a scadenza e la squadra passò alla coppia Pulli – Paladini, che esordirono inCoppa FIRA 1981-82 con un pareggio 12-12 aMosca contro l'Unione Sovietica[65], per proseguire con una netta vittoria sullaGermania Ovest[66]; l'Italia perse per l'ennesima volta contro la Francia A (19-25 aCarcassonne al termine di una prova coraggiosa anche se alfine infruttuosa[67], ma si assicurò comunque il secondo posto finale con una altrettanto convincente vittoria sullaRomania[68].
Nell'edizionesuccessiva, l'Italia riuscì addirittura a classificarsi davanti agli eterni rivali francesi: fu infatti seconda con tre vittorie, un pareggio (per 6-6 aRovigo contro la squadra A francese, che ormai da 16 anni non concedeva più agli Azzurri iltest match)[46][69] e una sconfitta, contro laRomania[70].La Coppa1983-84, invece, vide l'Italia piazzarsi terza per differenza punti nei confronti dellaRomania (tre vittorie e due sconfitte ciascuna).
Quello a cavallo deglianni settanta eottanta fu uno dei periodi migliori, per risultati e crescita complessiva a livello internazionale, del primo mezzo secolo di vita della nazionale: a coronamento di tali progressi vi fu il primo incontro ufficiale con una nazionale dell'International Rugby Board: fu aRovigo, al “Battaglini”, che il 22 ottobre 1983 l'Australia scese in campo contro gli Azzurri[71].L'incontro terminò 29-7 per gliWallabies, con 5 mete contro una (diZanon, cui si affiancò nelloscoreStefano Bettarello che trasformò un calcio piazzato), ma al di là della sconfitta tale partita ha tuttora il valore, per il rugby italiano, di primo passo mosso verso l'ingresso nel club delle grandi Nazionali dell'IRB[72].
Il 22 marzo 1985 aParigi l'International Rugby Board, per contrastare il rischio, ventilato da un imprenditore televisivoaustraliano, della nascita di una competizione internazionale (professionistica) parallela all'attività ufficiale (dilettantistica)[73], decise di istituire un banco di prova comune per tutte le squadre nazionali al fine di stabilire una graduatoria che andasse al di là dei risultati dei singolitour stagionali.Nacque così laCoppa del Mondo di rugby[74], inizialmente pensata come manifestazione riservata alle sole federazioni iscritte all'IRFB ma che, in fase di votazione istitutiva, fu allargata alle nazioni emergenti per iniziativa del presidente dellaFFR Albert Ferrasse, che a tale apertura subordinò il suo voto favorevole alla nascita della competizione[75].L'Italia (per la quale detto allargamento fu ininfluente, in quanto presente nel nucleo iniziale di 8 federazioni invitate alla prima edizione[73]) intensificò la sua attività internazionale di alto livello: oramai la presenza di una competizione ufficiale di portata mondiale costituiva un appuntamento ineludibile per chiunque, sia per le Nazionali dell'IRFB (le quattro britanniche, l'Australia, laNuova Zelanda e laFrancia, nel frattempo entrata nel 1978) che per coloro che aspiravano a entrarvi.La stessa Italia era ormai in procinto di aderire all'IRB, organismo nel quale fu ammessa ufficialmente nel marzo 1987[76] e, dal 1991, anche con diritto di voto.L'organizzazione della prima edizione della Coppa del Mondo, programmata per il1987, fu assegnata congiuntamente all'Australia e allaNuova Zelanda, ovverosia le due Federazioni più interessate dal rischio-emorragia.

Dopo la votazione diParigi fu laRugby Football Union la prima federazione a organizzare un incontro con gli Azzurri, sebbene non ancora in untest match[77].Tornata nel prestigiosostadio di Twickenham dopo 29 anni, l'Italia perse 9-21 contro l'Inghilterra B[78]; in seguito, in giugno, la squadra sostenne duetest contro loZimbabwe riportando altrettante vittorie, per 25-6 aBulawayo e per 12-10 una settimana più tardi adHarare.
Il 10 maggio 1986, allostadio Olimpico di Roma, l'Italia ricambiò l'ospitalità degli inglesi, anche in tale occasione per unmatch senza valore ditest; il risultato fu tuttavia di rilievo, un pareggio 15-15 che rimane al 2021 il migliore contro una selezione internazionale dell'Inghilterra[79].Il 1º giugno successivo, intour aBrisbane per restituire la visita agliaustraliani, l'Italia perse dagliWallabies per 18-39[80].Per i successivi 12 mesi quello fu l'ultimotest match di alto livello, visto che, nelle more della Coppa del Mondo, vi fu la partecipazione alla Coppa FIRA da onorare.
Il 22 maggio 1987 è una data storica per il rugby mondiale e, più in particolare, anche per l'Italia: si tratta infatti del giorno dell'incontro inaugurale della primaCoppa del Mondo di rugby, e a disputarlo fu proprio la nazionale azzurra, guidata in panchina daMarco Bollesan, opposta adAuckland ai padroni di casaneozelandesi in quello che fu visto subito come un incontro proibitivo: come da previsione, infatti, gliAll Blacks vinsero, e largamente, imponendosi 70-6; sebbene il rugby italiano fosse in crescita, il divario con le migliori Nazionali del mondo era ancora grande, e i dettagli del punteggio servono a mostrare la differenza di prestazioni: a fronte del calcio piazzato e deldrop messi a segno dall'Italia, gliAll Blacks marcarono 12 mete (all'epoca valevoli ancora 4 punti ciascuna[81]) di cui 8 trasformate, e due calci piazzati[82].

L'Italia compromise buona parte delle suechance di qualificazione ai quarti di finale a causa di un'ulteriore sconfitta (16-25) contro l'Argentina[83], maturata al termine di un incontro sostanzialmente pari nell'andamento del gioco alla mano (due mete, di cui una trasformata, per parte) ma in cui i sudamericani prevalsero in quello al piede (cinque calci piazzati contro due italiani): l'ultimo incontro conFigi fu vinto per 18-15 ma – a causa del quoziente mete sfavorevole – quest'ultima, a pari punti di Italia e Argentina, si qualificò a scapito di entrambe[84].
Bollesan lasciò la panchina azzurra a fine 1988 e fu sostituito da Loreto Cucchiarelli[85], il cui interregno durò solo sette incontri, ma caratterizzato da tretest match importanti: una sconfitta 6-55 contro l'Australia alFlaminio diRoma il 3 dicembre[86], poi il 31 dicembre successivo, aDublino, il primo incontro ufficiale contro una nazionale delleisole britanniche, l'Irlanda (risoltosi in una sconfitta per 15-31, con 5 mete a 1 per gli irlandesi[87]) e un'ulteriore sconfitta aBuenos Aires per 16-21 il 24 giugno 1989 contro l'Argentina, incontro ancora una volta sostanzialmente pareggiato alla mano ma perso al piede (una meta e quattro piazzati azzurri contro una meta trasformata e cinque piazzati deiPumas).
A ulteriore dimostrazione della crescita del movimento rugbistico e del rispetto acquisito anche in ambito internazionale, figura la chiamata deiBarbarians, il prestigioso club inglese a inviti, al primo italiano: fuStefano Bettarello (n. 1958) che, neitourpasquali 1987 e 1988, fu schierato in totale 4 volte, marcando 43 punti[88][89][90].Per 9 anni Bettarello rimase l'unico azzurro a essere invitato dal club a maglie bianconere.
Da quel momento l'attività internazionale dell'Italia, al pari di quella delle altre federazioni di vertice, fu rimodulata in funzione della cadenza quadriennale della Coppa del Mondo e, dal punto di vista tecnico, dalla necessità di intensificare i confronti con le squadre più rappresentative dell'International Rugby Board.
AllaCoppa del Mondo 1991 il C.T. azzurroBertrand Fourcade diede vita a un'accesa polemica con la stampabritannica: sorteggiati nel girone che li vedeva in gara controNuova Zelanda,Stati Uniti e i padroni di casa inglesi, gli azzurri batterono gli americani nella prima gara, e persero aTwickenham opponendo una strenua resistenza all'Inghilterra, che vinse con il punteggio di 36-6; la stampa tuttavia criticò aspramente la tattica di Fourcade[91], che in una conferenza post-gara rispose accusando gli inglesi di arroganza e suggerendo il pensionamento dell'arbitro scozzese dell'incontro Brian Anderson[92], a suo dire partigiano nella concessione dei calci franchi all'Inghilterra[92].Le polemiche giornalistiche proseguirono fino alla partita dell'Italia contro laNuova Zelanda[93], in cui gli Azzurri contennero il passivo a soli 10 punti (21-31)[94][95] grazie a una prestazione molto fisica.Giancarlo Dondi, all'epoca vice presidente federale, pur nello sforzo di placare l'incidente diplomatico generato dal battibecco tra Fourcade e la stampa d'Oltremanica, prese spunto da tale risultato dichiarando in un'intervista che l'Italia autentica era quella vista contro gliAll Blacks, in quanto le era stato permesso di giocare[92], posizione ribadita anche dallo stesso Fourcade[96].

Dopo Fourcade fu il turno di un altro francese,Georges Coste[97], il quale si propose di continuare sulla strada tecnica impostata dal suo predecessore, in particolare per quanto riguardava il gioco dei tre quarti, ancora non al livello delle prime linee.Furono quattro le vittorie iniziali del neotecnico, tutte inCoppa FIRA 1992-94, di cui una di prestigio assoluto: l'11 novembre 1993, aTreviso, l'Italia batté 16-9 laFrancia A1[98].Sebbene non ancoratest match, il segnale fu forte, anche perché gli Azzurri terminarono il campionato europeo a pari punti dei transalpini, i quali prevalsero solo per la differenza punti marcati / subìti.L'estate del 1994 vide la squadra intour inAustralia che segnò un passo in avanti nonostante le due sconfitte: la prima giunse di misura alBallymore diBrisbane per 20-23 con due mete a una per gliWallabies al termine di una prestazione che indusse l'inviato delCanberra Times a scrivere che l'Australia era «sopravvissuta» agli assalti italiani[99], e la seconda aMelbourne per 7-20 con una meta per parte e cinque piazzati australiani a due, anche se in tale occasione l'Italia pagò l'eccessiva fallosità (14 punizioni fischiatele contro a fronte delle 8 a sfavore degliWallabies)[100].Il 12 ottobre successivo giunse anche il primotest match contro un'altra compagine del Cinque Nazioni, ilGalles allo stadio nazionale diCardiff, partita valida per lequalificazioni europee alla Coppa del Mondo 1995: entrambe le squadre avevano già guadagnato l'accesso alla competizione, ma l'incontro servì a stabilire la prima classificata del girone, e a prevalere furono i gallesi per 29-19[101].
I progressi derivanti dal disputare incontri d'alto livello furono evidenti: aTreviso, il 6 maggio 1995, l'Italia sconfisse per la prima volta in untest match una nazionale storica delle isole britanniche, l'Irlanda, per 22-12[102].LaCoppa del Mondo di rugby 1995 inSudafrica, lì organizzata per celebrare il rientro nella comunità internazionale di quel Paese a seguito del superamento dell'apartheid, vide di nuovo l'Italia eliminata al primo turno, con una sconfitta preventivabile contro l'Inghilterra, anche se per 20-27, e una contro una squadra alla portata degli Azzurri,Samoa che, nell'incontro d'esordio, vinse 42-18 rendendo così vana la successiva vittoria di prestigio contro l'Argentina nell'ultima gara del girone, giunta per mano dell'oriundoDiego Domínguez, autore di una meta decisiva nel finale[103].A seguire, a ottobre, nel corso dell'edizione d'esordio dellaCoppa Latina, l'Italia disputò il suo primotest match contro laFrancia dopo 28 anni dalmatch diTolone[104].Se il cammino d'avvicinamento alle migliori squadre europee procedeva, sia pur lentamente, il divario con l'Emisfero Sud era ancora notevole: nell'autunno del 1995 laNuova Zelanda, al “Dall’Ara” diBologna, passò 70-6 sopra l'Italia, marcando 10 mete (a zero) con nove giocatori diversi[105]; tuttavia, poche settimane dopo, allostadio Olimpico di Roma, ilSudafrica neo-campione del mondo, nel primotest match ufficiale concesso agli Azzurri, vinse 40-21, marcando solo una meta in più degli italiani (3 contro 2), che a metà secondo tempo conducevano l'incontro prima che gliSpringbok affrontassero iltest match con un minimo d'applicazione che permettesse loro di vincere l'incontro anche se non di larghissimo margine, vista la differenza tra gli avversari[106].

Alla fine del 1995 l'Italia aveva, quindi, incontrato almeno una volta tutte le squadre delTri Nations (senza vittorie) e quattro delCinque Nazioni, con una vittoria.Solo laScozia – che peraltro perse aRieti a inizio 1996 un incontro che non figura nell'elenco deitest match perché la squadra britannica si presentò come Scozia B – ancora non aveva incontrato ufficialmente gli Azzurri.Il primotest del 1996 fu aCardiff: i gallesi conducevano 28-3 a metà gara, ma un parziale azzurro di 23-3 in venticinque minuti del secondo tempo portò il risultato a 31-26, punteggio che costituì la base per iniziare a parlare seriamente, per l'Italia, di ammissione al Cinque Nazioni, cosa perfino impensabile solo un quinquennio prima[107].
Grenoble,Stadio Lesdiguières, 22 marzo 1997
FRANCIA — ITALIA 32-40
Marcatori: 5’ I. Francescato m. (tr. Domínguez); 14’ m. tecn. Francia (tr. Aucagne), 17’, 30’, 62’ e 68’ Domínguez c.p.; 20’ e 24’ Aucagne c.p.; 34’ Gardner m. (tr. Domínguez); 52’ e 82’ Bondouy m. (2 tr. Aucagne); 56’ Croci m. (tr. Domínguez); 74’ Vaccari m. (tr. Domínguez); 79’ Sadourny m.
FRANCIA:Sadourny,Ougier,Delaigue,Bondouy,Saint-André,Aucagne,Accoceberry,Costes,Pelous,Benetton,Miorin (Betsen),Merle,Tournaire,Dal Maso (Ibañez),de Rougemont.
Allenatore:Jean-Claude Skrela.
ITALIA:Pértile;Vaccari,Bordon,I. Francescato (24’Mazzariol),Marcello Cuttitta;Domínguez,Troncon (39’ e 42’Guidi);Gardner,Giovanelli,Sgorlon;Cristofoletto,Croci;Properzi,Orlandi,Massimo Cuttitta.
Allenatore:Georges Coste.
Il 1995 fu un anno importante per il rugby mondiale: ad agosto di quell'anno, infatti, l'International Rugby Board aprì la strada al professionismo nella disciplina che, fino ad allora, era vissuta su alcuni equivoci circa i rimborsi-spese dei giocatori e forme più o meno occulte di pagamento[108]; laFIRA smise di essere l'associazione di fatto alternativa all'IRFB per divenirne la filiale europea[109], e così tutte le organizzazioni continentali di categoria; presidente della federazione italiana fu elettoGiancarlo Dondi[110] che, come primo passo per rilanciare il ruolo del rugby italiano e della nazionale, iniziò a porre in sede internazionale la questione della presenza permanente dell'Italia in un torneo di alto livello, segnatamente il Cinque Nazioni[12][111].A rafforzare la sua posizione, i risultati che stavano giungendo nel corso dell'anno: in testa a punteggio pieno nel proprio girone dellaCoppa FIRA 1995-97 — competizione ai cui incontri minori ormai non inviava più la nazionale seniores, ma per esempio la squadra Emergenti, che batté 107-19 laPolonia — oramai l'Italia (come peraltro la Francia, la quale tuttavia era impegnata sia nel Cinque Nazioni che nella Coppa FIRA), orientata ai grandi tornei come laCoppa del Mondo, necessitava di confrontarsi con le nazioni più abituate a competere ad alti livelli.
Esaurita la formalità della Coppa FIRA (64-3 alPortogallo) e in attesa della finale, il 1996 dell'Italia fu denso di appuntamenti di rilievo.Detto del Galles, il resto della stagione azzurra vide solo avversari di spessore: di nuovo ilGalles il 5 ottobre allo Stadio Olimpico diRoma (sconfitta 22-31)[112], sconfitta anche a Padova 18-40 contro un'Australia forte di suo[113], ma alla quale l'inadeguato arbitraggio dellostatunitense Sorenson, verosimilmente non abituato a incontri di un certo livello[114], diede vantaggi non richiesti e non necessari; sconfitta 21-54 anche aTwickenham contro l'Inghilterra[115] ed esordio, infine, aMurrayfield per un 22-29 subìto a opera dellaScozia[116], nazionale che completava il quadro delle avversarie di alto livello incontrate dagli Azzurri in almeno untest match.
Ilrugby a 15 vanta circa 8 milioni di praticanti in tutto il mondo al 2025[117], una cifra relativamente esigua in relazione ad altri sport ma più che raddoppiata rispetto alle stime di circa vent'anni prima[118]; in ragione di ciò succede spesso che la passione rugbistica coinvolga più membri della stessa famiglia, oppure si tramandi per generazioni.Se è vero un po’ dovunque (inFrancia vi sono gli esempi diJean-Claude Skrela, ex rugbista e allenatore, e di suo figlioDavid, attuale nazionale francese, inInghilterra i fratelliRory eTony Underwood, oppureDick eWill Greenwood, padre e figlio), inItalia vi sono state in passato, e tuttora vi sono, numerosi giocatori appartenenti alla stessa famiglia.I fratelli Vinci, diRoma (Piero, Paolo,Francesco ed Eugenio), disputarono l’incontro d’esordio della nazionale aBarcellona nel 1929; più avanti, i fratelli Battaglini: Francesco eMario “Maci”, i fratelli Bettarello,Ottorino eRomano, quest’ultimo padre diStefano, il primo azzurro a vestire la maglia deiBarbarians.Ancora, da nord a sud: in Veneto i Checchinato, Giancarlo (padre) eCarlo (figlio), aRoma Pierluigi (padre) eValerio Bernabò (figlio), aNapoliElio Fusco e suo figlioAlessandro.
Tra i vari fratelli presenti contemporaneamente in nazionale hanno figurato anche tre coppie di gemelli: si tratta dei Romano, Pietro e Guido, i Fedrigo, Adriano e Paolo e, più recentemente, i gemelli Cuttitta,Massimo eMarcello.
La famiglia più numerosa del rugby italiano recente è sicuramente quella dei Francescato, con quattro fratelli, tutti internazionali:Bruno,Luigi, detto Nello,Rino e il più giovane,Ivan, morto nel 1999 a soli 32 anni.
A titolo statistico, nel primo incontro dellaCoppa del Mondo traNuova Zelanda e Italia scesero in campo due coppie di gemelli: i citati Massimo e Marcello Cuttitta per l’Italia, eAlan eGary Whetton per gliAll Blacks.
In tempi più recenti la famiglia più famosa in azzurro è quella dei fratelli Bergamasco,Mauro eMirco, a loro volta figli diArturo, 4 volte nazionale neglianni settanta.
Infine, con la crescente diffusione della disciplina anche tra le ragazze, il rugby non viene più tramandato solo per via maschile.È il caso per esempio degliaquilani Cucchiella: il padre,Giancarlo, 25 incontri in nazionale e la partecipazione allaCoppa del Mondo di rugby 1987; sua figliaElisa,pilone ritiratasi dopo la partecipazione allaCoppa del Mondo di rugby femminile 2017 con 67 presenze nell'Italia femminile.Da notare anche la nascita di coppie di rugbisti: per esempio,Elisa Facchini, 30 presenze tra il 2002 e il 2012,mediano di mischia, moglie dell’ex nazionaleMatteo Mazzantini, azzurro allaCoppa del Mondo di rugby 2003.
Il 1997 fu l'anno in cui l'Italia iniziò il raccolto di tutto quanto era stato seminato nei dieci anni precedenti: nel primotest match di stagione, il 4 gennaio, gli Azzurri si recarono alLansdowne Road diDublino a battere l'Irlanda 37-29[119], punteggio che descrive solo in parte l'andamento del gioco sul campo: l'Italia mise a terra quattro mete contro solo una degli irlandesi, i quali ridussero il passivo con 8 calci piazzati; eroe di giornata fuDiego Domínguez, autore di 22 punti (una meta, quattro trasformazioni e tre piazzati); gli altri uomini ad andare a meta furonoPaolo Vaccari (2) eMassimo Cuttitta (1)[119].

Giunse infine il giorno della finale della Coppa Europa, da disputarsi tra Italia eFrancia, che avevano vinto a punteggio pieno i loro rispettivi gironi, nei quali in totale le squadre maggiori erano state schierate tre volte (due volte l'Italia, lasciando gli altri due incontri agli Emergenti e allaNazionale A, addirittura una sola la Francia, che in due occasioni mandò la Militare e in un'altra la squadra B).A guidare laFrancia eraJean-Claude Skrela, assistito dall'ex C.T. azzurroVillepreux: il presidente della FFR,Bernard Lapasset, per via di una promessa fatta tempo prima aDondi, concesse per ilmatch la squadra migliore, quella che aveva appena vinto ilCinque Nazioni 1997 con ilGrande Slam, e lo riconobbe cometest match[114].Per il gioco dell'alternanza delle sedi, quell'anno l'incontro si tenne in casa dei francesi: dopo aver giocato adAuckland, aBrisbane e aMelbourne, all'Arms Park diCardiff, alMurrayfield diEdimburgo, alLansdowne Road e perfino aTwickenham, l'Italia era ancora una volta tenuta fuori dalParco dei Principi diParigi, lo stadio dove laFrancia disputava gli incontri del Cinque Nazioni; la sede scelta fu lostadio Lesdiguières diGrenoble.
Il 22 marzo 1997, a un anno dalla fine della fase a gironi della competizione e persino dopo il termine dell'edizione successiva, si tenne l'ultimo atto della Coppa FIRA, e l'Italia, andando contro pronostico, si impose con un 40-32 che a sei minuti dalla fine era ancora un 40-20[1][120], frutto di quattro mete di quattro marcatori diversi:Ivan Francescato,Paolo Vaccari,Julian Gardner eGiambattista Croci.Il piede diDiego Domínguez fece il resto, trasformando tra i pali tutte le mete e mettendo a segno anche quattro calci piazzati.La meta di Croci, frutto di un lavoro di squadra che coinvolse numerosi giocatori, è rimasta nella storia recente del rugby italiano come il momento di svolta di tutto il movimento: se il giornalista sportivo Alfio Caruso aveva definito, anni prima, il mondo del rugby italiano come una “parrocchia”, a sottintenderne il carattere élitario e tutto sommato localistico[121], anni dopo, nel 2005, il giocatore marchigiano, nella vita di tutti i giorni funzionario di banca, si vide attribuire dal giornalista diRepubblicaCorrado Sannucci il titolo di autore «[…] della meta più bella del rugby italiano […] ma […] anche la più importante perché è quella che ha strappato il rugby italiano dalle parrocchie per consegnarlo alla BBC»[122].
Sulla scia del successo in Coppa Europa, anche a livello internazionale ci si accorse dei rugbisti italiani:Massimo Cuttitta, dieci anni dopo il precursore Bettarello, fu invitato neiBarbarians; già l'anno precedente due azzurri erano stati chiamati dal prestigioso club inglese, ma si trattava diJulian Gardner eMark Giacheri, rispettivamente un naturalizzato e un oriundo australiano.Insieme a Cuttitta furono chiamati ancheDiego Domínguez,Alessandro Troncon ePaolo Vaccari; l'anno successivo toccò anche al gemello di Massimo,Marcello Cuttitta, poi aLuca Martin eMassimo Giovanelli.Anche i club dei vari campionati esteri misero gli occhi sui giocatori italiani; se è vero che già a partire daglianni cinquanta vi erano atleti italiani impegnati inFrancia (Mario Battaglini alTolone, Francesco Zani all'Agen eSergio Lanfranchi alGrenoble per 15 anni dal 1946 al 1961 eIsidoro Quaglio alBourgoin-Jallieu per una stagione), la rarità di casi poteva essere vista fino ad allora come l'eccezione di un rugby generalmente ritenuto non adatto all'esportazione[123]; invece, solo per rimanere al 1997,Domínguez lasciò l'Amatori Milano per trasferirsi alloStade français fino a fine carriera;Massimo Cuttitta fu ingaggiato dailondinesiHarlequins;Cristian Stoica e, poco dopo, ancheMassimo Giovanelli, alNarbonne;Orazio Arancio eStefano Bordon alTolone[124].
Nei test di fine 1997 - inizio 1998 l'Italia perse aBologna 31-62 contro ilSudafrica[125], ma prima di Natale, sempre a Bologna, sconfisse 37-22 l'Irlanda[126] e infine, a gennaio 1998, laScozia 25-22[127].Tali due vittorie capitarono a cavallo della decisione più importante per il rugby nazionale: il comitato del Cinque Nazioni, riunitosi aParigi il 16 gennaio 1998, decise di ammettere l'Italia al torneo a partire dal2000[128].
Rimaneva un biennio prima delSei Nazioni 2000, da onorarein primis con lequalificazioni alla Coppa del Mondo 1999: a novembre 1998 l'Italia fu impegnata aHuddersfield in un torneo a tre squadre che comprendeva anche iPaesi Bassi e i padroni di casa dell'Inghilterra, nel quale era sufficiente il secondo posto per accedere alla fase finale della Coppa; preventivabile la vittoria italiana sui Paesi Bassi per 67-7[129] con mete di sei uomini diversi inclusi gli esordientiMauro Bergamasco (due volte) eMatt Pini[130], che consegnò agli azzurri la scontata qualificazione, la partita contro l'Inghilterra vide gli Azzurri determinati tenere testa per lunghi tratti agli avversari, in vantaggio al primo tempo per 16-6[131], nella ripresa due piazzati e un drop diDiego Domínguez riportarono l'Italia sotto di un punto sul 15-16; l'arbitro francese Didier Mené giudicò irregolare una meta diAlessandro Troncon[132], che la stessa stampa inglese ritenne valida; allo scadere, una meta diWill Greenwood diede all'Inghilterra il vantaggio di 8 punti che mise al sicuro il risultato, giudicato «immeritato» dall'Independent[131], ma che evitò alla squadra diWoodward di perdere il posto di testa di serie del girone.
In vista del Mondiale inGalles l'anno successivo, l'Italia curò la preparazione con una serie ditest match con le contendenti delCinque Nazioni 1999, affrontate in ciascuno dei loro giorni di riposo: sconfitta ad apertura d'anno contro laFrancia XV a Genova (24-49)[133], sconfitte di fila aMurrayfield contro laScozia (12-30)[134], aTreviso contro ilGalles (21-60)[135] e aLansdowne Road contro l'Irlanda (30-39)[136].A maggio, in pieno caos organizzativo,Coste annunciò l'intenzione di lasciare la nazionale dopo la Coppa del Mondo[137]: in vista deltour inSudafrica era sorta una serie di dissidi tra il CT, la federazione e i club che riluttavano a cedere gli elementi migliori alla nazionale (visto il nuovo status di professionisti, che rendeva i giocatori patrimonio anche economico delle loro società d'appartenenza)[138].La spedizione fu disastrosa: aPort Elizabeth gliSpringbok vinsero il primo incontro per 74-3 (11 mete a zero), peggior passivo italiano di sempre[139], destinato tuttavia a essere ritoccato in peggio una settimana più tardi aDurban, quando i sudafricani vinsero 101-0 (15 mete a zero)[140].
Ormai ingestibile la situazione, Coste lasciò la nazionale e la squadra venne affidata al suo secondo, l'ex azzurroMassimo Mascioletti. Questi ebbe il compito di guidare la squadra allaCoppa del Mondo di rugby 1999.Opposta in prima fase di nuovo aInghilterra eNuova Zelanda (piùTonga), l'Italia si rese protagonista della peggior Coppa del Mondo della sua storia: sconfitta 7-67 dall'Inghilterra, perse anche 25-28 da Tonga per chiudere con un 3-101 che in termini numerici non equivalse la sconfitta contro il Sudafrica di pochi mesi prima solo per un calcio piazzato diDomínguez: per il resto furono 12 mete neozelandesi di cui 11 trasformate, più 3 calci piazzati[141].
L'ingresso dell'Italia nel Sei Nazioni coincise anche con una profonda ristrutturazione del rugby europeo: la FIRA cambiò nome inFIRA - AER (Association Européenne de Rugby,Associazione europea rugby); Italia eFrancia abbandonarono definitivamente il torneo continentale, rinominato dal 2000Campionato europeo per Nazioni, che rimase così riservato solamente alle squadre di seconda fascia, in tal modo ufficializzando l'ingresso dell'Italia tra le sei federazioni con il ranking europeo più alto.
Dopo la Coppa del Mondo, anche Mascioletti lasciò la panchina azzurra, che fu affidata all'exAll BlackBrad Johnstone[142].Questi guidò la nazionale al suo primoSei Nazioni, e l'esordio fu dei più incoraggianti: il 5 febbraio 2000, alloStadio Flaminio diRoma, l'Italia batté laScozia campione uscente per 34 a 20 riuscendo nell'impresa di evitare ilWhitewash nell'anno di esordio[143][144], anche se quella fu l'unica vittoria di quel Sei Nazioni e dei due successivi: l'Italia collezionò infatti 14 sconfitte consecutive nel torneo.

Nonostante i tentativi di Johnstone – che ereditava una nazionale in gran parte figlia della tradizione rugbistica francese[145] – di impartire alla squadra una disciplina di tipo anglosassone[146], tale atteggiamento fu giudicato penalizzante per i rugbisti italiani – oltreché foriero di scelte sbagliate – da personaggi storici del rugby comeMarco Bollesan, ex giocatore e allenatore della nazionale e dirigente federale[147].Le critiche nascevano dal fatto che, a detta di Bollesan, pur avendo Johnstone una squadra competitiva, egli non riusciva a farla esprimere al meglio per errori nella gestione degli uomini a livello, più che tecnico, caratteriale e psicologico.Ad autunno 2001 fu affiancato a Johnstone un altroAll Black,John Kirwan, che da giocatore vinse la Coppa del Mondo nel1987 e che disputò diverse stagioni sportive in Italia[148].Dopo qualche mese di gestione congiunta, e dopo ilSei Nazioni 2002 concluso di nuovo con ilWhitewash, Johnstone fu esonerato e Kirwan divenne C.T. titolare.Questi mise subito in evidenza i punti a suo dire deboli sui quali lavorare, in particolare riguardo al superamento della mentalità in base alla quale i giocatori si consideravano già sconfitti prima di entrare in campo contro un'avversaria più quotata[149].
Kirwan portò avanti il 2002 con buoni risultati per quanto riguardava la qualificazione allaCoppa del Mondo di rugby 2003 inAustralia (vittorie controSpagna 50-3[150] eRomania 25-17[151]) e buone prestazioni, al di là del punteggio di 10-64, contro gliAll Blacks adHamilton[152], ma ebbe segnali incerti dalla sessione autunnale di incontri internazionali dopo la sconfitta 6-36 dall'Argentina al Flaminio[153] e 3-34 dall'Australia alFerraris diGenova[154].
NelSei Nazioni 2003 l'Italia colse la sua seconda vittoria in assoluto nel torneo, a Roma contro ilGalles (30-22) ancora una volta alla 1ª giornata[155]; a differenza di quella di tre anni prima, la vittoria del2003 fu utile per non relegare l'Italia all'ultimo posto, che fu lasciato ai gallesi, i quali incassaronocucchiaio di legno eWhitewash: nell'ultimo incontro del torneo, perso solamente per 25-33 contro la Scozia, l'Italia mancò anzi l'occasione per superare i britannici e stabilirsi al quarto posto, che sarebbe stato il miglior risultato della fin lì breve esperienza nel Sei Nazioni[156].Tuttavia il percorso successivo non fu agevole: l'Italia giunse allaCoppa del Mondo 2003 inAustralia dopo due sconfitte e una vittoria neitest match di riscaldamento (rispettivamente contro Scozia, Irlanda eGeorgia) e, dopo la prevedibile sconfitta nella gara d'apertura del girone contro gliAll Blacks (7-70), giunsero le vittorie controTonga (36-12) eCanada (19-14); la sfida contro ilGalles divenne decisiva per un eventuale accesso ai quarti di finale, ma i britannici vinsero 27-15 e per l'Italia sfumò ancora l'obiettivo di andare oltre il primo turno, obiettivo peraltro meno impensabile che nelle precedenti edizioni, vista la vittoria a inizio anno sui gallesi[157].
Anche nelSei Nazioni 2004 l'Italia evitò sia ilWhitewash che ilCucchiaio, che furono appannaggio della Scozia, battuta nella 3ª giornata del torneo[158]; nel prosieguo della stagione gli azzurri, impegnati in untour di metà anno in Romania e Giappone, riportarono una sconfitta contro i primi per 24-25 e una vittoria per 32-19 in Asia[159][160] e, nei test di fine anno, furono sconfitti 10-59 dalla Nuova Zelanda[161].

IlWhitewash nelSei Nazioni 2005 costò tuttavia il posto da C.T. a Kirwan che, ad aprile, fu sostituito dalfrancesePierre Berbizier, ex nazionale nel ruolo dimediano di mischia[162]; questi si prefissò quale obiettivo primario quello di riportare il rugby italiano nel suo alveo culturale, figlio della subdiffusione della disciplina in tuttaEuropa a opera dei francesi[163], e di cercare di favorire lo sviluppo di un'identità nazionale del gioco[162][164].Il resto del 2005 vide tretest match contro l'Argentina (uno dei quali si tradusse nella prima vittoria in casa deiPumas)[165] e uno ciascuno controAustralia,Tonga eFigi.A salvare gli azzurri nel2006 dalWhitewash fu, per la prima volta, un pareggio, che coincise anche con il primo punto fuori casa nel torneo, aCardiff 18-18 contro ilGalles[166], che però non impedì l'ennesimoCucchiaio; l'Italia terminò quel Sei Nazioni con un -53 di differenza punti, la migliore fino ad allora.Gli incontri più significativi del resto dell'anno furono alFlaminio controAustralia (una soddisfacente sconfitta 18-25)[167] eArgentina (sconfitta 16-23)[168].
I primi risultati del lavoro di Berbizier si videro nelSei Nazioni 2007: dopo la sconfitta 3-39 alloStade de France, l'Italia andò a Twickenham a disputare contro gli inglesi un incontro di grande spessore agonistico, risultando alla fine sconfitta per 7-20[169], ma al contempo autrice di una prestazione capace di creare molti problemi alla squadra britannica, sia grazie alla minor pressione che gravava sugli azzurri a detta del CT ingleseBrian Ashton, sia soprattutto a un energico pacchetto di mischia messo in campo da Berbizier[170], come ammise il capitano avversarioPhil Vickery.Nella terza giornata giunse alfine la prima vittoria esterna dell'Italia nel torneo, aMurrayfield contro la Scozia: già davanti 21-0 dopo 6' grazie a tre mete di rapina, gli azzurri vinsero 37-17 e uscirono dallo stadio con gli applausi dei tifosi scozzesi[171].
L'impresa fu impreziosita dalla successiva vittoria interna 23-20 sulGalles alla 4ª giornata[172] che valse il quarto posto matematico[172].Singolarmente, a quel punto della competizione l'Italia aveva una sia pur infinitesimale possibilità di vincerla: infatti la classifica vedeva in testaFrancia,Inghilterra eIrlanda a 6 punti e, a seguire, l'Italia con 4, che nell'ultimo turno attendeva alFlaminio proprio l'Irlanda: purtuttavia l'Italia avrebbe dovuto battere l'Irlanda di almeno 20 punti e l'Inghilterra avrebbe dovuto perdere contro il Galles di almeno 19 per ambire quantomeno al terzo posto, mentre per vincere il torneo, ferme restando le due ipotesi precedenti, sarebbe stato necessario un contemporaneo tracollo dellaFrancia contro la Scozia[173]; ciononostante l'Italia fu arbitra della vittoria finale perché, pur perdendo 24-51 contro gli irlandesi, impedì loro di migliorare la differenza punti fatti-subiti rispetto ai francesi – vincitori sulla Scozia 46-19 – che alfine si aggiudicarono il torneo[174].
L'Italia si avvicinò allaVI Coppa del Mondo inFrancia con motivate speranze di passare il turno, speranze avallate anche dai pronostici possibilisti della stampa britannica dopo i risultati nel Sei Nazioni contro Inghilterra e soprattutto Scozia, avversaria degli azzurri nel girone[175]; in ordine di calendario l'Italia affrontòNuova Zelanda,Romania,Portogallo e la citata Scozia.Dopo la prevedibile, pesante, sconfitta aMarsiglia (14-76) contro gliAll Blacks, giunsero due vittorie contro rumeni e portoghesi e, alfine, l'incontro decisivo al“Geoffroy-Guichard” diSaint-Étienne: l'unica meta dell'incontro fu italiana, da parte diAlessandro Troncon alla sua 101ª e ultima partita internazionale, mentre l'italo-franceseDavid Bortolussi (tre piazzati e una trasformazione) marcò gli altri punti; per gli scozzesi fuChris Paterson a marcare 6 calci piazzati per il 18-16 finale[176]; lo stesso Bortolussi aveva sul piede la palla per ribaltare il risultato a 4' dalla fine dell'incontro, ma non riuscì a trasformare il calcio piazzato concesso dall'arbitrosudafricanoKaplan[177].A Berbizier, che già aveva annunciato la fine del suo incarico al termine dell'impegno azzurro in Coppa del Mondo, subentrò l'anglo-sudafricanoNick Mallett[178], che da giocatore aveva avuto un'esperienza in Italia aRovigo e da allenatore era stato il C.T. del Sudafrica che nel 1999 aveva battuto 101-0 gli azzurri.

Mallett esordì abbastanza positivamente nelSei Nazioni 2008 con una sconfitta 11-16 aCroke Park contro l'Irlanda[179] e una per 19-23 al Flaminio contro l'Inghilterra[180], miglior risultato fino ad allora contro i Bianchi d'Oltremanica; il CT diede spazio, come preannunciato, a elementi giovani provenienti dal campionato come l'alaAlberto Sgarbi e l'aperturaAndrea Marcato, entrambi delBenetton[181]; nonostante la sconfitta contro il Galles autore delGrande Slam a fine torneo, giunse la convincente prova contro la Francia aSaint-Denis per 13-25[182] e, infine, la vittoria aRoma nell'ultima giornata contro la Scozia grazie a undrop all'80' di Marcato che, se non servì a evitare ilCucchiaio, risparmiò agli azzurri il quartoWhitewash e li tenne a punti per la terza edizione di seguito[183].Neltour di metà anno la squadra perse 0-26 dalSudafrica aCittà del Capo (risultato ritenuto soddisfacente sotto il punto di vista del carattere e della fase difensiva da parte della stampa sia italiana che sudafricana[184][185]) e vittoria in rimonta aCórdoba contro l'Argentina, con meta diGhiraldini trasformata da Marcato all'80' sul 12-6 per iPumas[186].A tale vittoria fecero seguito, tuttavia, 13 sconfitte consecutive: le tre deitest match di fine anno controAustralia (20-30 a Padova, che era ancora 20-20 a pochi minuti dalla fine[187]),Argentina (14-22 aTorino[188]) ePacific Islanders (17-25 aReggio Emilia[189]), ilwhitewash nelSei Nazioni 2009[190] e le tre del successivotour inAustralasia (8-31[191] e 12-34 contro l'Australia[192], ma anche un rinfrancante 6-27 contro laNuova Zelanda aChristchurch, che autorizzò la rinascita delle speranze[193]).

Neitest match di fine anno si videro i primi segnali di ripresa: la Nuova Zelanda, ospite allostadio Meazza diMilano, impianto normalmente dedito al calcio e per l'occasione gremito da più di81000 spettatori, non riuscì ad avere la meglio in maniera definitiva sulla prima linea italiana e vinse con uno scarto relativamente basso, 20-6[194] al termine di un incontro i cui ultimi dieci minuti la videro bloccata sulla propria linea di meta a seguito di una serie di mischie a introduzione italiana che le impedirono di fatto di giocare il pallone[195][196]; una settimana più tardi ilSudafrica vinse aUdine un incontro in cui l'Italia concesse agliSpringbok i primi dieci minuti di gioco, ma poi riuscì a tenere il campo[197] e, infine, adAscoli Piceno, giunse un 24-6 suSamoa che interruppe la serie di sconfitte che durava da 17 mesi[198].

Interlocutorio ilSei Nazioni 2010, con due sconfitte accettabili contro Irlanda e Inghilterra (rispettivamente 11-29 e 12-17[199][200][201]) e due meno soddisfacenti contro Galles e Francia (10-33 e 26-46) inframmezzate da una vittoria 16-12 contro la Scozia a evitare ilWhitewash[202], iltour di metà anno inSudafrica diede indicazioni contrastanti, con una sconfitta 13-29 frutto di buon gioco contro gliSpringbok[203], ma un'altra per 11-55 con sette mete subite[204].L'anno terminò con una sconfitta 16-22 aVerona contro l'Argentina che lasciò molti dubbi[205], in parte fugati dalla prestazione successiva aFirenze contro l'Australia, condotta praticamente alla pari fino alla fine quandoRocky Elsom trovò una meta che tolse gliWallabies dall'imbarazzo di vincere contro l'Italia solo grazie ai punti al piede, stante il conteggio pari di mete fino a quel momento[206][207].La seconda vittoria del 2010 giunse proprio nell'ultima partita dell'anno, controFigi aModena[208].

IlSei Nazioni 2011 terminò per l'Italia all'ultimo posto a pari punti della Scozia, ma vide la squadra autrice di prestazioni di rilievo negli incontri interni: nell'apertura di torneo giocata al Flaminio contro l'Irlanda, gli azzurri conducevano per 10-11 fino a tre minuti dalla fine quandoRonan O'Gara ribaltò il punteggio con undrop che diede alla sua squadra la vittoria per 13-11[209]; una sconfitta aCardiff per 16-24 frutto di disattenzioni ma, il 12 marzo, nella quarta giornata, la prima vittoria assoluta sul proprio terreno contro laFrancia, un 22-21 maturato al termine di una rimonta che vedeva l'Italia soccombere per 6-18 a venticinque minuti dalla fine[210] a seguito del quale lo staff transalpino fu messo sotto accusa dalla stampa francese[211].Grazie a tale vittoria, coincidente con l'ultima partita internazionale disputata allostadio Flaminio[212][213], l'Italia si aggiudicò per la prima volta dalla sua istituzione ilTrofeo Garibaldi.Neitest matchagostani di preparazione allaCoppa del Mondo 2011, una vittoria al"Manuzzi" diCesena contro ilGiappone per 31-24 costellata da alcuni errori difensivi pagati con tre mete giapponesi[214] e una sconfitta aEdimburgo contro la Scozia per 12-23 con due mete per parte e decisa dal gioco al piede[215] furono il viatico per la competizione inNuova Zelanda, nella quale l'Italia debuttò contro l'Australia, ben contenuta nel primo tempo terminato 6-6 ma irresistibile nella ripresa con 4 mete e vincitrice per 32-6[216]; le due successive partite controRussia eStati Uniti furono due vittorie con bonus (53-17 e 27-10) che permisero agli azzurri di presentarsi all'incontro decisivo con il suo miglior punteggio di sempre (10 punti in tre incontri); contro l'Irlanda, tuttavia, si ripeté il copione già visto in occasione della partita con gliWallabies: primo tempo sostanzialmente equilibrato (9-6 per gli irlandesi) contrapposto a una ripresa con tre mete subìte, per un passivo di 6-36 ed ennesima eliminazione sulla soglia dei quarti di finale[217].Già da prima del Sei Nazioni la federazione aveva deciso di non rinnovare il contratto a Mallett[218] e investì della successione ilfranceseJacques Brunel[219], già allenatore in patria delPerpignano condotto alla vittoria delcampionato 2008-09.

Il primo appuntamento del nuovo C.T. fu ilSei Nazioni 2012, proprio contro la Francia che presentava anch'essa un nuovo allenatore,Philippe Saint-André.ASaint-Denis la squadra di casa si impose 30-12[220].Una settimana più tardi, in unaRoma insolitamente battuta da freddo eneve, l'Italia accolse l'Inghilterra nella nuova sede delloStadio Olimpico: gli azzurri marcarono due mete nel primo tempo e andarono vicini a una prima storica vittoria contro gli avversari di Oltremanica, ma nella ripresa i punti al piede ribaltarono il risultato e assicurarono agli inglesi la vittoria per 19-15, anche se per la prima volta segnarono meno mete dell'Italia in un incontro singolo[221].Dopo due ulteriori sconfitte in Galles e Irlanda, giunse la vittoria scaccia-Whitewash contro la Scozia per 13-6 nell'ultimo turno[222].InAmerica a metà anno giunse una sconfitta 22-37 aSan Juan contro l'Argentina[223], mentre aToronto e aHouston giunsero due vittorie rispettivamente controCanada (25-16) eStati Uniti (30-10).A novembre successivo l'Italia conseguì la terza vittoria consecutiva a 14 anni di distanza dall'ultima serie analoga[224]: aBresciaTonga fu sconfitta 28-23[224]; il sabato successivo furono di scena all'Olimpico di Roma gliAll Blacks: a fronte di un primo tempo ben contenuto, chiuso in svantaggio 7-13[225], l'Italia tenne alta la concentrazione fin quasi alla fine: al 69' il risultato era ancora di 23-10 per gli ospiti[225][226], ma tre mete nel finale portarono i neozelandesi a 42[225].AFirenze, una settimana più tardi, l'Italia mancò l'occasione di conseguire il suo primo risultato utile contro l'Australia: sotto 3-16 all'intervallo, gli azzurri risalirono fino al 19-22 e a un minuto dalla fine, conLuciano Orquera, mancarono il calcio piazzato del possibile 22 pari[227]; ilGuardian scrisse di un'Australia «sopravvissuta» al contrassalto dell'Italia e la stessa stampa degli antipodi parlò di «vittoria risicata contro un'Italia rediviva»[228].

Nella gara d'apertura delSei Nazioni 2013 l'Italia ripeté contro la Francia l'impresa di due anni prima, benché in maniera più netta, dominando fisicamente l'incontro e non sbagliando quasi niente sia in mischia che intouche: 23-18 fu il risultato finale[229]; seguirono una sconfitta 10-34 contro la Scozia a Murrayfield e un 9-26 interno contro il Galles, ma a Twickenham l'Italia vinse per la seconda volta il conteggio delle mete, marcando l'unica dell'incontro perso 11-18 (sei calci piazzati per gli inglesi, costretti a una gara difensiva[230]; nell'ultima giornata del torneo, infine, a Roma fu battuta l'Irlanda per 22-15[231]; grazie a tale vittoria gli azzurri sorpassarono in classifica proprio gli irlandesi e chiusero il torneo al quarto posto tenendosi dietro anche laFrancia.A giugno 2013 Brunel affrontò quello che, in retrospettiva, fu considerato iltour che innescò la spirale in controtendenza della squadra[232]: un quadrangolare inSudafrica, in cui, persa prevedibilmente la prima partita contro gliSpringbok per 10-44[233], le altre due sconfitte giunsero per cattiva condizione fisica (contro Samoa 10-39[234]) e per limiti di tenuta dopo aver condotto fino all'80' (Scozia, 29-30[235]).La striscia non si interruppe neppure in autunno, quando l'Australia vinse 50-20 a Torino e l'Argentina 19-14 a Roma[236].
Il 2014 non fu migliore, con unWhitewash nelSei Nazioni e ulteriori tre sconfitte nel successivotour inAsia e Pacifico, nell'ordine contro Figi, Samoa e, infine,Giappone, che mai prima d'allora aveva battuto gli azzurri[237].Prevennero parzialmente il fallimento completo la vittoria di fine anno contro Samoa e due sconfitte combattute controArgentina[238] eSudafrica[239].
L'Italia, per la prima volta dal 2007, tornò alla vittoria esterna nelSei Nazioni 2015, di nuovo in casa della Scozia[240] ma, quello a parte, soffrì quattro sconfitte, due delle quali, pesanti, in casa propria a opera della Francia (0-29) e Galles (20-61)[241].Inserita in un girone diCoppa del Mondo che la vedeva contrapposta a Francia, Irlanda,Canada eRomania, l'Italia si presentò alla rassegna reduce da tre sconfitte neitest match di preparazione, due delle quali sconcertanti contro la Scozia (12-16 in casa a Torino[242] e 7-48 a Edimburgo[243], peggiore risultato di sempre contro la nazionale britannica) e una, un 19-23 aCardiff contro il Galles, capace di riaccendere speranze[244].La partita d'esordio aLondra contro laFrancia si risolse in una sconfitta per 10-32 con molti punti transalpini al piede, 22, frutto di indisciplina italiana in mischia[245]; la sconfitta obbligò l'Italia a cercare di fare risultato contro l'Irlanda nel terzo incontro, ma prima c'era da vincere quello contro il Canada, missione alfine compiuta dagli azzurri ma con grande fatica, per 23-18[246].Un'Italia trasformata costrinse gli irlandesi al fallo sistematico e all'espulsione di un loro elemento, ma tale impegno fruttò solamente una sconfitta per 9-16 che valse solo un punto di bonus e l'eliminazione dalla corsa ai quarti di finale[247].La successiva vittoria per 32-22 sulla Romania mise in sicurezza la qualificazione alla successivaCoppa del Mondo 2019 inGiappone.
L'ultimo appuntamento internazionale di Brunel fu ilSei Nazioni 2016, conclusosi con il secondoWhitewash della sua gestione dopo quello del2014; pur iniziato abbastanza bene con una semicasuale sconfitta a Saint-Denis per 21-23 contro la Francia[248], giunsero due sconfitte interne senza gioco controInghilterra eScozia.Dei due rovesci esterni, moderato quello in Irlanda ma pesante (14-67) quello in Galles[249].Il successivo 25 marzo fu ufficializzato l'ingaggio del tecnicoirlandeseConor O'Shea, che prese ufficialmente in carico la nazionale al termine dei suoi impegni con la squadra di club dell'Harlequins[250][251].
Firenze,Stadio Artemio Franchi, 19 novembre 2016
ITALIA —SUDAFRICA 20-18
Marcatori: 9’ Habana m.; 13’ v. Schalkwyk m. (tr. Canna); 18’ de Allende m. (tr. Lambie); 29’ Padovani c.p.; 46’ Lambie c.p., 57’ Venditti m. (tr. Canna); 60’ Jantjies c.p.; 64’ Canna c.p.
ITALIA:Padovani,Bisegni,Benvenuti,McLean,Venditti,Canna (70’Allan),Bronzini (70’Gori);Panico (41’N. Quaglio),Gega,Cittadini (41’Ferrari),Fuser,v. Schalkwyk (27’Biagi),Minto (59’B. Steyn),S. Favaro,
Parisse
Allenatore:Conor O'Shea
SUDAFRICA:W. le Roux (70’J. Goosen),Combrink,F. Venter,de Allende,Habana,Lambie (52’Jantjies),Paige (52’F. de Klerk);Mtawarira (52’Kitshoff),
A. Strauss (76’Mbonambi),Koch (52’Nyakane),du Toit,L. de Jager (70’Mostert),Carr,Alberts (64’Mohoje),Whiteley
Allenatore:Allister Coetzee
Ammonizioni: 41’-51’Fuser
O'Shea esordì alla guida dell'Italia nel corso deltour di metà anno nelle Americhe; con l'obiettivo dichiarato di migliorare la tenuta fisica della squadra[252], andò incontro a una sconfitta 24-30 aSanta Fe contro l'Argentina[253] nonostante una prova giudicata generalmente positiva[253]; le due prestazioni nordamericane, altrettante vittorie controStati Uniti (24-20 aSan Jose) eCanada (20-18 aToronto), furono giudicate dalla stampa più negativamente rispetto alla prova esibita contro iPumas[254][255].Fu a novembre, tuttavia, che l'Italia conseguì uno dei suoi risultati più clamorosi: attesa in sequenza da tretest matchNuova Zelanda,Sudafrica eTonga, rispettivamente aRoma,Firenze ePadova, davanti ai63000 spettatori dell'Olimpico gli Azzurri furono sconfitti 10-68 dagliAll Blacks[256], risultato che tuttavia non scalfì la fiducia di O'Shea dettosi soddisfatto della prestazione in campo della squadra[256][257].All'"Artemio Franchi", la settimana successiva, la fiducia mostrata dal C.T. si confermò ben riposta: gli Azzurri disputarono un incontro ruvido e fisico avendo alla fine ragione 20-18 degliSpringbok[258]; anche il mondo anglosassone non mancò di sottolineare l'evento, che vedeva l'Italia per la prima volta battere una delle tre grandi potenze dell'Emisfero Sud nonché una delle vincitrici della Coppa del Mondo, circostanza mai verificatasi in precedenza[259], per di più contro una squadra che sopravanzava gli Azzurri di nove posizioni nel ranking mondiale World Rugby (il Sudafrica era quarto all'epoca)[260].Quasi inosservata passò, una settimana dopo, la sconfitta diPadova controTonga per 17-19[261], maturata solo nell'ultimo secondo di gioco a seguito di un calcio piazzato del tongano Takulua[261], frutto di poca lucidità con cui l'Italia pagò lo sforzo della vittoria di Firenze[261].

L'incontro inaugurale delSei Nazioni 2017 contro ilGalles fu il primo di tale torneo in cui a un capo di Stato italiano, nell'occasione il presidenteSergio Mattarella, furono presentate le squadre[262].Dopo un primo tempo chiuso in vantaggio 7-3, nella ripresa gli italiani subirono il ritorno dei gallesi, autori di 30 punti e vincitori alfine 33-7, anche se il capitanoParisse e il C.T. O'Shea espressero dubbi sulla conduzione arbitrale di J.P. Doyle che a loro detta punì gli azzurri in maniera preponderante a fronte di una fallosità più o meno uguale delle due squadre[263].La sconfitta per 10-63 – il più pesante rovescio interno del torneo – contro l'Irlanda nella seconda giornata[264] parve preludere a un pomeriggio d'agonia aTwickenham nel turno successivo[265], ma inaspettatamente la squadra sorprese gli inglesi con una condotta di gara priva di qualsiasi indisciplina grazie alla quale chiuse il primo tempo in vantaggio di 10-5[266].I Bianchi britannici, di fronte alla tattica italiana di non andare a contatto dopo il placcaggio onde non creare unraggruppamento che avrebbe generato una linea di fuorigioco, rimasero talmente spiazzati da chiedere insistentemente al direttore di gara franceseRomain Poite indicazioni sul come comportarsi, sì da indurre lo stesso Poite a risponder loro di essere l'arbitro, non un allenatore[267][268].Nella ripresa il risultato rimase in bilico (17-15 per l'Inghilterra) fino al 69', poi tre mete inglesi, due trasformate, portarono il risultato a 36, ma la stampa britannica vide nella partita preparata da O'Shea una prova di maturità tattica[269] che allontanò ogni ipotesi di esclusione dell'Italia dal torneo, paventata dopo le non brillanti prestazioni prima della vigilia.Dopo una sconfitta interna 18-40 all'Olimpico contro la Francia[270], giunse lo 0-29 di Edimburgo contro la Scozia a rovinare parzialmente quanto di buono, dal punto di vista della crescita tattica, l'Italia aveva mostrato nei primi mesi della gestione O'Shea[271].Iltour di metà anno nel Pacifico si concluse con tre sconfitte: brutta la prima contro laScozia aSingapore (10-34[272]), casuale quella aSuva controFigi (19-22), maturata all'ultimo secondo di partita[273], promettente quella diBrisbane contro l'Australia, decisa solo negli ultimi due minuti di gioco prima dei quali la squadra era ancora indietro di un punto (27-28) contro gliWallabies[274]; due mete, al 78' e all'80', arrotondarono loscore australiano per un 27-40 finale giudicato troppo punitivo per gli Azzurri[274].A novembreFigi restituì la visita e alCibali diCatania l'Italia si prese la rivincita per 19-10[275]; una settimana più tardi giunse l'ennesima sconfitta contro l'Argentina per 15-31[276] e non si ripeté l'impresa di un anno prima contro gliSpringbok, vincitori aPadova 35-6[277].

Anonimo anche ilSei Nazioni 2018, conclusosi con un solo punto, frutto di una sconfitta di misura grazie al bonus nel frattempo introdotto nel torneo dall'anno precedente quando fu adottato il metodo di classifica delRugby Championship: dal punto di vista statistico l'Italia disputò il suo primo incontro di venerdì e in notturna nel torneo, oltre a farlo in una sede diversa da quella generalmente in calendario: laFrancia, infatti, organizzò il proprio incontro interno con gli Azzurri alVélodrome diMarsiglia invece che allo Stade de France[278].L'unico punto ottenuto dall'Italia fu dovuto alla sconfitta 27-29 aRoma contro laScozia, che ribaltò il punteggio con un calcio piazzato diGreig Laidlaw a un minuto e mezzo dalla fine[279].InGiappone a metà anno per acclimatarsi allaCoppa del Mondo 2019 in programma in tale Paese, l'Italia vinse una gara di riscaldamento infrasettimanale contro una formazione locale diTop League, ma perse il primotest match contro iSakura per 17-34, seconda sconfitta consecutiva contro la squadra del Sol Levante dopo quella del 2014[280]; nel secondotest match l'Italia riequilibrò la situazione vincendo 25-22 una partita che, sul piano del gioco e delle occasioni, a detta della stampa avrebbe giustificato un punteggio più largo a favore degli Azzurri[281].Riguardo aitest match autunnali, quasi inosservato passò il rovescio nel primo di essi contro l'Irlanda in un match-esibizione organizzato a sette fusi orari di distanza aChicago per il pubblicostatunitense[282]; l'Italia, infatti, a giugno aveva raccolto la sfida chiestale dalla federazione georgiana[283], la cui nazionale proveniva da sei vittorie nei più recenti sette campionati europei, e più volte rivendicava il diritto di chiedere l'ammissione al Sei Nazioni, eventualmente proprio a spese della stessa Italia[284]; l'incontro fu fissato per il 10 novembre aFirenze e si risolse in una netta vittoria azzurra, più ampia di quanto il punteggio dica (quattro mete a due per l'Italia per un punteggio di 28-17)[285], che aiutò a respingere le pretese del rugby georgiano, ancora distante dal livello del Sei Nazioni[286].Pieno di rimpianti il successivo 7-26 con cui la squadra perse a Padova contro un'Australia per gran parte dell'incontro in confusione tattica e fortunata a vedersi annullare, nel primo tempo, due mete italiane a seguito di decisioni arbitrali giudicate errate dalla stampa[287]; quasi una resa per impotenza la sconfitta per 3-66 (dieci mete a zero) contro gliAll Blacks aRoma nell'ultimo incontro della serie autunnale[288].
IlSei Nazioni 2019, a meno di 10 mesi dalla Coppa del Mondo inGiappone, si risolse in unWhitewash: a parte la pesante lezione subìta dall'Inghilterra (14-57 a Twickenham[289]), gli altri incontri videro l'Italia sconfitta con passivi tra i 10 e i 13 punti (Scozia 20-33[290], Galles 15-26[291], Irlanda 16-26[292] e Francia 14-25[293]) con segnali di crescita nelle ultime due partite, in cui la squadra aveva controllato il gioco ma perso per errori individuali.Senzatour di metà anno, il calendario internazionale riprese ad agosto con le gare di riscaldamento per laCoppa del Mondo 2019: per l'Italia furono 3 sconfitte su 4test match, controIrlanda,Francia eInghilterra, e una vittoria 85-15 contro laRussia in una sede insolita per un incontro internazionale, lostadio Riviera delle Palme diSan Benedetto del Tronto[294].

L'Italia era stata sorteggiata nel girone B della Coppa del Mondo e il suo calendario prevedeva, nell'ordine,Namibia,Canada,Sudafrica eNuova Zelanda; nelle prime due partite che affrontò contro gli avversari abbordabili fece il suo massimo, ovvero due vittorie con bonus (47-22 alla Namibia e 48-7 al Canada[295], garantendosi quindi l'obiettivo minimo di qualificarsi allaCoppa del Mondo 2023[295]; le sue aspirazioni furono però frustrate dagliSpringbok alShizuoka Stadium diFukuroi: già costretta ad affrontare l'incontro in sofferenza per la perdita nel primo quarto d'ora di entrambi i piloniSimone Ferrari eMarco Riccioni, si dimostrò perfino storica riuscendo a limitare lo svantaggio sul 3-17 nel primo tempo[296]).Nel secondo tempo, invece, a causa di un grave errore di indisciplina, rimase in 14 dopo l'espulsione diAndrea Lovotti per un fallo inutile e potenzialmente pericoloso suDuane Vermeulen[296]; i sudafricani marcarono altri 32 punti vincendo 49-3 di fatto azzerando qualsiasi speranza italiana di passare il turno[296].Tuttavia l'incontro con gliAll Blacks non ebbe mai luogo: a causa dell'alto rischio sulla sicurezza negli stadi del Giappone sudorientale costituito dall'uragano Hagibis che in quei giorni stava battendo la costa pacifica del Paese,World Rugby annullò tre incontri e li dichiarò terminati in parità 0-0 ai fini della classifica; tra di essi figuravano i due incontri finali del girone dell'Italia, tra Canada e Namibia e, appunto, tra gli Azzurri e i neozelandesi; a tutte le squadre interessate furono assegnati due punti in classifica[297][298].Il risultato degli altri incontri annullati non cambiò nulla ai fini della qualificazione, ma quello dell'Italia sì, perché un'eventuale vittoria degli Azzurri, sia pure ritenuta altamente improbabile visto l'avversario, avrebbe permesso di accedere ai quarti di finale: il capitano italianoSergio Parisse criticò pesantemente la decisione di annullare l'incontro asserendo che, pur conscio delle scarse o nulle possibilità di vittoria, la squadra meritava comunque di giocare la qualificazione sul campo, aggiungendo inoltre polemicamente che a parti invertite, avesse avuto laNuova Zelanda necessità di punti, si sarebbe trovato il modo per far giocare la partita[299].Il CT neozelandeseSteve Hansen, nel comprendere le ragioni dell'Italia e convenendo che un giocatore desidera terminare il torneo sul campo da gioco, non su quello d'allenamento, aggiunse che le due squadre non avevano il potere di cambiare le cose, perché la situazione non era sotto il loro controllo[300].Dal punto di vista statistico si trattò comunque del miglior mondiale dell'Italia, con due vittorie, una sconfitta e un pareggio, 12 punti e una differenza punti fatti / subiti positiva, situazione quest'ultima mai verificatasi.Fu anche, per la quinta edizione consecutiva, l'ennesimo terzo posto nel girone dall'introduzione della formula a 5 squadre per gruppo.Il 16 novembre successivo, con sei mesi d'anticipo sulla fine del suo contratto che scadeva dopo la fine delSei Nazioni 2020, O'Shea rassegnò le dimissioni dall'incarico di CT[301].

A metà novembre 2019 il consiglio federale deliberò di affidare fino a luglio 2020 l'incarico di C.T. aFranco Smith,sudafricano, già presente nello staff tecnico del dimissionario O'Shea come allenatore in seconda[302]; era quindi previsto che Smith dovesse seguire la squadra solo per le cinque gare delSei Nazioni 2020.Dopo tre partite di tale torneo, nel quale l'Italia era ancora a zero punti[303], giunse la sospensione di qualsiasi attività sportiva a seguito delle restrizioni di movimento imposte come misure di contrasto allapandemia di COVID-19 con successivo annullamento di tutti itour di metà anno e ricalendarizzazione del Sei Nazioni in autunno[304]; nel frattempo, a maggio, lafederazione aveva confermato Smith come commissario tecnico fino al 2024[305].Alla ripresa del torneo giunsero ulteriori due sconfitte controIrlanda eInghilterra e, nella successivaAutumn Nations Cup, competizioneuna tantum ideata dal comitato organizzatore delSei Nazioni, l'Italia giunse sesta dopo aver perso due partite su tre nel girone e vinto l'unica 28-0 a tavolino controFigi, impossibilitata a presentarsi all'incontro per via della quarantena obbligatoria cui dovette sottoporsi; nella finale per il quinto posto perse 18-38 dalGalles[306].Smith fu anche al timone del peggiorSei Nazioni della storia del rugby italiano, con unwhitewash e -184 di differenza punti[307], oltre al nuovo record negativo contro la Scozia, vincitrice per 52-10 a Murrayfield nell'ultima giornata del torneo[307], che così sancì il sesto torneo consecutivo senza vittorie[307].
Smith lasciò l'incarico con 13 sconfitte in altrettante partite dirette: pochi giorni prima della fine del Sei Nazioni, infatti, l'assemblea dellaFederazione Italiana Rugby aveva posto fine allagovernance diAlfredo Gavazzi ed eletto al suo posto, quale presidente, l'ex nazionaleMarzio Innocenti, capitano azzurro allaCoppa del Mondo 1987[308]; tra le prime iniziative del nuovo presidente vi fu quella di trasferire Smith dall'incarico di C.T. a quello di responsabile dello sviluppo federale del rugby d'alto livello[309] e di affidare la squadra nazionale alneozelandeseKieran Crowley, già familiare al rugby italiano sia da giocatore, quando nei primianni ottanta fu aParma, che da allenatore con la guida tecnica delBenetton nelle stagioni precedenti alla nomina a C.T.[310].Il primo appuntamento dell'Italia con Crowley commissario tecnico fu iltest match di fine anno 2021 contro laNuova Zelanda allostadio Olimpico di Roma, vinto 47-9 dagliAll Blacks[311].Del 20 novembre successivo è, invece, la prima vittoria della gestione Crowley e dell'era-Innocenti, un 17-10 all'Uruguay realizzato allo stadio Lanfranchi diParma[312].

Nel corso delSei Nazioni 2022 l'Italia interruppe la sequenza negativa che durava dalla gestione-Brunel nel 2015: ancora a zero punti dopo quattro incontri nonostante il ringiovanimento della squadra e il lancio di alcuni nuovi elementi di spessore tecnico come l'italo-franceseAnge Capuozzo (due mete per lui contro laScozia al debutto internazionale[313]), giunse aCardiff contro ilGalles la prima vittoria dopo 36 sconfitte consecutive nel torneo, un 22-21 maturato proprio all'ultimo minuto di gioco[314][315].Si tratta del secondo risultato utile in Galles dopo il pareggio 18-18 nel2006 nonché la terza vittoria esterna dopo le due in Scozia nel2007 e2015.Il successivotour estivo si risolse in due vittorie consecutive, controPortogallo aLisbona[316] eRomania aBucarest[317], e una sconfitta aBatumi contro laGeorgia[318], per la prima volta vittoriosa contro una squadra del primo livello mondiale.L'anno si chiuse con due vittorie su tretest match autunnali: perentoria quella suSamoa, regolata aPadova con un 49-17 che alla fine del primo tempo era già 28-0[319][320], di misura ma storica quella diFirenze perché giunta contro l'Australia, mai battuta in precedenza ed ennesima avversaria del Tier 1 a cadere per mano azzurra, nell'occasione con il punteggio di 28-27[321][322][323][324].Sconfitta invece nella terza partita contro i campioni del mondo delSudafrica aGenova: a fronte di un primo tempo in cui gliSpringbok conducevano solo 18-13, dilagarono nella ripresa facendo valere la loro maggiore forza fisica e chiusero 63-21[325].Al termine deitest novembrini, l'Italia scalò due posizioni del ranking World Rugby attestandosi alla dodicesima posizione.

Nonostante le buone prestazioni alSei Nazioni successivo, gli Azzurri ottennero solo un punto in classifica grazie al bonus difensivo ottenuto in casa contro laFrancia alla prima giornata[326]; nonostante cinque sconfitte, il passivo massimo nel torneo fu contenuto a 17 punti, 14-31 contro l'Inghilterra aTwickenham nella seconda giornata[327].Iwarm-up premondiali si risolsero in due sconfitte contro le avversarie del Sei Nazioni (13-25 contro laScozia e 17-33 contro l'Irlanda) e due vittorie di peso controRomania 57-7 eGiappone 42-21.AllaCoppa del Mondo 2023 inFrancia, la squadra di Crowley raggiunse l'obiettivo minimo della qualificazione al torneo 2027 battendo con bonusNamibia (52-8[328]) eUruguay (38-17 in rimonta con 31 punti nella ripresa[329]).Tuttavia contro gliAll Blacks giunse un pesante rovescio per 17-96[330] da parte di una squadra che necessitava dei punti necessari per qualificarsi ai quarti di finale, avendo perduto l'incontro inaugurale contro laFrancia; la stessa Francia batté l'Italia 60-7 nella partita che chiuse il cammino azzurro alla Coppa del Mondo 2023[331].
Al termine del torneo Crowley si dimise dall'incarico in anticipo sulla scadenza naturale del 31 dicembre, per essere sostituito dall'argentinoGonzalo Quesada, il cui ingaggio era stato annunciato dalla F.I.R. nel giugno precedente[332].
Con pochissime settimane di preparazione alle spalle (il primo raduno fu poco dopoCapodanno aVerona[333]), e le due brutte sconfitte in Coppa del Mondo da superare, il CT argentino Quesada convocò buona parte del gruppo mondiale proveniente daBenetton eZebre[333] più qualche esordiente di prospettiva come il giovaneLouis Lynagh, figlio dell'australianoMichael eitaliano grazie a sua madretrevigiana[334].
La nazionale di Quesada esordì contro l'Inghilterra aRoma nella gara inaugurale delSei Nazioni 2024: nonostante la sconfitta 24-27, comunque il miglior risultato di sempre degli Azzurri contro i britannici[335], il gioco messo in mostra dagli italiani permise di vincere quantomeno il confronto delle mete marcate (3 contro 2)[335].Nel successivo fine settimana, la partita teoricamente più difficile per l'Italia si rivelò tale anche in pratica, perché l'Irlanda si confermò tra le migliori squadre del ranking mondiale e vinse 36-0 senza discussioni[336]; ciononostante, quella di Dublino fu l'ultima sconfitta del torneo per gli Azzurri che, aVilleneuve-d'Ascq, imposero infatti il pari 13-13 allaFrancia, uscita imbattuta dal campo solo perché a tempo scadutoPaolo Garbisi tirò sul palo un calcio piazzato[337].

A rendere storico il Sei Nazioni italiano concorsero le vittorie consecutive nelle ultime due giornate di torneo (mai successo in precedenza) controScozia eGalles, nonché, più in generale, i tre risultati utili consecutivi e gli 11 punti in classifica[338] grazie ai quali gli Azzurri evitarono l'ultimo posto per la prima volta dal2015.Al termine del Sei Nazioni l'Italia raggiunse l'ottavo posto delranking World Rugby, completando una scalata di sei posizioni nel corso dei trascorsi dodici mesi[339].L'Italia concluse ilSei Nazioni 2025 al penultimo posto grazie a una vittoria sulGalles, la terza in quattro edizioni di torneo e statisticamente rilevante perché, con tale risultato, la formazione del Dragone raggiungeva la quattordicesima sconfitta consecutiva, peggiorando quindi il record detenuto proprio dalla squadra azzurra[340].Grazie a tale risultato l'Italia evitò per la seconda volta consecutiva l'ultimo posto e per la terza di finire senza vittorie.

La maglia della nazionale, come gran parte delle tenute degli sportivi che rappresentano l'Italia a livello internazionale, èazzurra, anche se la tonalità è spesso variata nel corso degli anni.All'inizio della sua avventura internazionale, come del resto anche per quella dellanazionale di calcio, gli atleti del rugby vestivano una maglia quasi completamente bianca, adottando poi più avanti un celestino sempre più carico fino ad arrivare alblu Savoia, che è il colore al quale si uniformarono generalmente le selezioni rappresentanti di qualsiasi disciplina sportiva.Tale colore deriva da quello del bordo che circonda l'emblema dicasa Savoia, all'epoca regnante in Italia.
A completare la tenuta, i calzettoni, che riprendono i colori della maglia, e i calzoncini, bianchi.La tenuta alternativa è speculare alla prima: calzoncini azzurri, maglia e calzettoni bianchi.

Con il passare degli anni la tenuta, una volta stabilizzatasi sul colore, non ha subìto significativi cambiamenti di foggia: sostanzialmente la maglietta è sempre rimasta con il collo a "V" con un colletto bianco, e il suo colore è stato sempre di un azzurro scuro.In anni più recenti l'allora sponsor tecnico della nazionale, laKappa, aveva abbandonato il collo a V e introdotto un colore che si differenzia da quello di altre rappresentative nazionali, per esempio quella di calcio: laddove in quest'ultima l'azzurro tende più al blu, nel caso della nazionale di rugby vira più verso il celeste.
Da luglio 2017 lo sponsor tecnico della nazionale è labologneseMacron[341], che firmò con la federazione un accordo di 8 anni fino al 30 giugno 2025[341]; la prima delle maglie prodotte, rispetto alla consueta tenuta, presenta dei bordi dorati alle estremità delle maniche e sul bordo inferiore[341].

Macron rimpiazzaAdidas, fornitore dell'Italia dal 2012 al 2017[342]; benché ufficializzata solo a luglio la notizia era ufficiosamente nota dalla primavera precedente in quanto Adidas aveva espresso già dal 2014 l'intenzione di uscire dalle sponsorizzazioni rugbistiche e non rinnovarle, fatta eccezione per quella con gliAll Blacks[343]; già in passato, fino ai primianni novanta, Adidas aveva equipaggiato la nazionale italiana, la quale vestiva le uniformi di tale fornitore durante laCoppa del Mondo di rugby 1987[342], in seguito poi i fornitori tecnici furono Lotto, Gilbert, Le Roc Sport,Reebok, Cotton Oxford solo nel 1999,Canterbury of New Zealand per il primo Sei Nazioni e dall'autunno 2000 a giugno 2012 latorineseKappa[344].
Dal 23 gennaio 2007 all'estate 2018 lo sponsor di maglia della nazionale italiana fu l'istituto di credito Cariparma (già Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza), facente capo dallo stesso anno al gruppo bancariofranceseCrédit Agricole[345], cui succedette, dal 2018 a metà 2021,Cattolica Assicurazioni[346].Per la finestra deitest match di fine anno 2021 laF.I.R. siglò un accordo con la casa automobilisticagiapponeseSuzuki, il cui marchio sponsorizzò le maglie della squadra[347]; per tutta la durata delSei Nazioni 2022, altresì, lo sponsor di maglia fu la piattaforma austriaca digitale di investimento Bitpanda, all'epoca presente in Italia da poco più di sei mesi[348].
Lo sponsor in essere fino al 2024 èVittoria Assicurazioni: dopo un accordo iniziale limitato ai tretest match dell'Autumn Nations Series 2022 (nome dato daWorld Rugby alla finestra internazionale degli incontri di fine anno tra nazionali) controSamoa,Australia eSudafrica[349], a gennaio 2023 è sopraggiunto un prolungamento di un anno e mezzo[350].
La nazionale disputò il suo primo incontro nel 1929, durante il regimefascista: il simbolo della squadra era lo stemma di casa Savoiaaffiancato da unfascio littorio ricamato in oro.Tale fu il simbolo della nazionale di rugby e, più in generale, di qualsiasi rappresentativa sportiva italiana a livello internazionale, fino alla caduta del fascismo.
Con la successiva abrogazione dellamonarchia nel 1946 venne abbandonato anche l'emblema reale e adottato unoscudetto tricolore bordato d'oro sormontato dalla sigla "F.I.R" dorata su sfondo azzurro[351], che rimase in uso fino alla metà degli anni '90, venendo poi modificato con l'aggiunta di due fronde d'alloro al naturale intrecciate, caricate di un cartiglio azzurro bordato d'oro recante la scritta "ITALIA" in oro.
Dal 1998 fino al 2001 il simbolo fu un ovale che richiamava un pallone da rugby formato da linee diagonali ondulate bianche, di cui tre linee nel centro componevano un tricolore. Il tutto completato dalla scritta "ITALIA RUGBY" in basso.
Dal 2001 al 2012 lo stemma tornò ad essere basato sullo scudetto tricolore bordato d'oro come in precedenza, ma le fronde d'alloro divennero blu bordate d'oro e fu invertita la posizione delle scritte ("ITALIA" in capo allo scudetto e "F.I.R." sul cartiglio inferiore).
Lo stemma venne rinnovato nel 2012, modificando i colori, migliorando il disegno delle fronde e dello scudo e invertendo nuovamente la posizione delle scritte, ed è quello attualmente in uso: uno scudetto tricolore bordato d'oro con in capo l'acronimo "F.I.R." d'oro in campo azzurro, sostenuto da due fronde d'alloro dorate, caricate di un cartiglio azzurro bordato d'oro recante la scritta "ITALIA" in oro.[352]

DalSei Nazioni 2012 l'Italia disputa le sue gare interne in tale torneo nelloStadio Olimpico diRoma[353][354].Tale impianto, di uso prevalentementecalcistico, nel 1995 aveva ospitato l'incontro tra Italia eSudafrica, valido come primotest match tra le due Nazionali e, un anno più tardi, tra Italia eGalles; nel 1954, quando era noto comeStadio dei Centomila, esso ospitò la finale diCoppa Europa tra Italia eFrancia, con vittoria di questi ultimi per 39-12[355][29].
Dal2000 al2011 lo stadio di casa delle gare delSei Nazioni fu, altresì, ilFlaminio, che sorge a poche centinaia di metri dall'Olimpico; sull'area di tale impianto l'Italia giocò per la prima volta nel 1935 (nel preesistenteStadio Nazionale) per l'incontro con un XV dellaFrancia non valido cometest.La F.I.R. decise lo spostamento all'Olimpico per mutate esigenze logistiche, in parte anche imposte dal comitato organizzatore del Sei Nazioni[356][357].

Il primo incontro interno in assoluto della nazionale fu disputato, come detto, nel 1930 all'Arena Civica diMilano.Ancora nel 1935 larappresentativa della Catalogna fu ospite allo Stadio della Nafta (oggiCarlini-Bollesan) diGenova[358].Nel dopoguerra, frequentemente utilizzati furonoTreviso (Stadio di Monigo),Rovigo (Comunale, poi rinominatoBattaglini),Napoli (Arenaccia) e, più recentemente,L'Aquila (Fattori),Udine (Gerli),Bologna (Arcoveggio).AncheCatania (Maria Goretti), più sporadicamente, ha ospitato incontri della nazionale.
APadova, una delle capitali del rugby italiano, tre stadi hanno ospitato la nazionale: ilPlebiscito, impianto di casa delPetrarca, l'Euganeo, costruito nel 1994 e impianto casalingo delCalcio Padova, e l'Appiani, storico impianto che ospitò nel 1977 il citato incontro tra il XV del Presidente e gliAll Blacks.
Comunque, anche nell'era delSei Nazioni, la nazionale ha affrontatotest match in varie sedi: tra quelle non citate in precedenzaAsti,Benevento,Biella,Monza,Parma ePrato (tali sedi soprattutto per gli incontri di qualificazione alla Coppa del Mondo).Quello disputato il 15 novembre 2008 contro l'Argentina fu il primotest match della nazionale italiana aTorino, città nella quale non aveva mai giocato a livello ufficiale pur essendo lì nato il primo club italiano di rugby (e pur avendo singolarmente ospitato, nel 1952, il primo incontro interno dellanazionale di rugby a 13[359]); due anni più tardi (novembre 2010) ancheFirenze, all'Artemio Franchi, ospitò per la prima volta gli Azzurri.
Lo stadio che più recentemente ospitò l'Italia per la prima volta è il citato "Riviera delle Palme" diSan Benedetto del Tronto[294], sede di untest match tra Italia eRussia in preparazione della Coppa del Mondo del mese successivo.
La nazionale italiana di rugby ha disputato al 30 settembre 2021 505 incontri (intendendo come tali quelli che abbiano conferito la presenza ai propri giocatori).Di essi 42 non sono classificati cometest match, intendendo che la squadra contro cui l'Italia giocò non concesse la presenza internazionale ai giocatori schierati[360].
Il record di presenze della nazionale appartiene aSergio Parisse.Questi vanta 142 presenze, con la partecipazione in cinque consecutiveCoppe del Mondo, dal2003 al2019.Il record di punti segnati è appannaggio dell'italo-argentinoDiego Domínguez con 971 punti in 73 incontri.Domínguez conta anche 27 punti marcati in precedenza con la nazionale dell'Argentina; la somma totale lo porta a detenere, al 30 settembre 2021, il posto di sesto miglior marcatore internazionale dopo ilneozelandeseDan Carter (1385), l'ingleseJonny Wilkinson (1246), ilgalleseNeil Jenkins (1090), l'irlandeseRonan O’Gara (1077) e l'altro ingleseOwen Farrell (1053, a tale data l'unico in attività tra i citati).Infine, il record di mete appartiene aMarcello Cuttitta, con 25, seguìto daPaolo Vaccari con 22.Entrambi facevano parte della squadra che vinse la Coppa FIRA nel 1997 sconfiggendo laFrancia aGrenoble.
Al 2022 l'avversario incontrato più di frequente è laFrancia, 44, con 3 vittorie e 41 sconfitte.A parte leIsole Cook (un incontro), le uniche nazionali che l'Italia non è, al 2022, mai riuscita a battere sonoNuova Zelanda eInghilterra.Per quanto riguarda le altre squadre delSei Nazioni, l'Italia vanta tre vittorie contro la Francia (una in finale di Coppa FIRA e altre due nel torneo), quattro vittorie contro l'Irlanda (una nel torneo), otto contro laScozia (di cui una prima del Sei Nazioni) e tre contro ilGalles (tutte nel Sei Nazioni).Relativamente, infine, alle tre nazionali maggiori dell'Emisfero Sud, l'Italia vinse la prima volta contro una di esse il 19 novembre 2016 aFirenze, neltest match contro ilSudafrica terminato 20-18[258].
Riepilogo dei commissari tecnici della nazionale al 28 dicembre 2022[361][362].Nel conteggio dei risultati degli incontri non sono considerati quelli ottenuti per decisione degli organi competenti a seguito di annullamento gare.
| Nome | Dal | Al | G | V | N | P | % V/G |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 20 maggio 1929 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0,00 | ||
| 29 maggio 1930 | 1 | 1 | 0 | 0 | 100,00 | ||
| 1º novembre 1932 | 26 dicembre 1934 | 4 | 3 | 0 | 1 | 75,00 | |
| 26 dicembre 1934 | 7 aprile 1935 | 1 | 1 | 0 | 0 | 100,00 | |
| 7 aprile 1935 | 14 maggio 1936 | 2 | 0 | 0 | 2 | 0,00 | |
| 14 maggio 1936 | 16 maggio 1936 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 1º gennaio 1937 | 17 ottobre 1937 | 5 | 2 | 1 | 2 | 40,00 | |
| 6 marzo 1938 | 20 novembre 1938 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0,00 | |
| 20 novembre 1938 | 19 marzo 1940 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 19 marzo 1940 | 9 febbraio 1941 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 9 febbraio 1941 | 2 maggio 1942 | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | |
| 2 maggio 1942 | 18 maggio 1947 | 1 | 1 | 0 | 0 | 100,00 | |
| 18 maggio 1947 | 27 marzo 1949 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 27 marzo 1949 | 26 febbraio 1950 | 2 | 0 | 0 | 2 | 0,00 | |
| 26 febbraio 1950 | 29 luglio 1950 | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | |
| 29 luglio 1950 | 4 ottobre 1950 | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | |
| 4 ottobre 1950 | 25 febbraio 1951 | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | |
| 25 febbraio 1951 | 1º agosto 1954 | 9 | 6 | 0 | 3 | 66,66 | |
| 1º agosto 1954 | 22 dicembre 1956 | 8 | 5 | 0 | 3 | 62,50 | |
| 22 dicembre 1956 | 8 dicembre 1957 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 8 dicembre 1957 | 19 luglio 1958 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0,00 | |
| 19 luglio 1958 | 10 aprile 1960 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 10 aprile 1960 | 22 aprile 1962 | 4 | 2 | 0 | 2 | 50,00 | |
| 22 aprile 1962 | 8 dicembre 1965 | 7 | 2 | 0 | 5 | 28,57 | |
| 8 dicembre 1965 | 28 ottobre 1967 | 7 | 3 | 1 | 3 | 42,85 | |
| 28 ottobre 1967 | 24 maggio 1970 | 8 | 7 | 0 | 1 | 87,50 | |
| 24 maggio 1970 | 25 ottobre 1970 | 2 | 2 | 0 | 0 | 100,00 | |
| 25 ottobre 1970 | 10 aprile 1971 | 3 | 0 | 0 | 3 | 0,00 | |
| 11 aprile 1971 | 27 maggio 1971 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0,00 | |
| 28 maggio 1971 | 19 febbraio 1972 | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | ‒ | |
| 20 febbraio 1972 | 25 novembre 1972 | 4 | 1 | 2 | 1 | 25,00 | |
| 26 novembre 1972 | 14 febbraio 1975 | 20 | 6 | 1 | 13 | 30,00 | |
| 15 febbraio 1975 | 1º aprile 1977 | 15 | 8 | 1 | 6 | 53,33 | |
| 2 aprile 1977 | 1º maggio 1977 | 2 | 1 | 0 | 1 | 50,00 | |
| 23 ottobre 1977 | 23 ottobre 1978 | 5 | 1 | 1 | 3 | 20,00 | |
| 24 ottobre 1978 | 24 ottobre 1981 | 24 | 10 | 1 | 13 | 41,66 | |
| 25 ottobre 1981 | 9 novembre 1985 | 28 | 16 | 2 | 10 | 57,14 | |
| 10 novembre 1985 | 4 novembre 1988 | 19 | 7 | 1 | 11 | 36,84 | |
| 5 novembre 1988 | 29 settembre 1989 | 7 | 1 | 0 | 6 | 14,28 | |
| 30 settembre 1989 | 30 agosto 1993 | 29 | 17 | 0 | 12 | 58,62 | |
| 31 agosto 1993 | 19 giugno 1999 | 48 | 19 | 1 | 28 | 39,58 | |
| 20 giugno 1999 | 4 febbraio 2000 | 5 | 2 | 0 | 3 | 40,00 | |
| 5 febbraio 2000 | 26 aprile 2002 | 27 | 5 | 0 | 22 | 18,51 | |
| 27 aprile 2002 | 18 aprile 2005 | 32 | 10 | 0 | 22 | 31,25 | |
| 19 aprile 2005 | 30 settembre 2007 | 30 | 12 | 1 | 17 | 40,00 | |
| 3 ottobre 2007 | 2 ottobre 2011 | 42 | 9 | 0 | 33 | 21,42 | |
| 3 ottobre 2011 | 21 marzo 2016 | 50 | 11 | 0 | 39 | 22,00 | |
| 26 maggio 2016 | 16 novembre 2019 | 40 | 9 | 0 | 31 | 22,5 | |
| 21 novembre 2019 | 30 giugno 2021 | 13 | 0 | 0 | 13 | 0,00 | |
| 1º luglio 2021 | 31 dicembre 2023 | 27 | 10 | 0 | 17 | 37,03 | |
| 1º gennaio 2024 | ‒ | 22 | 9 | 1 | 12 | 40,91 | |
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