Lanazionale di calcio dell'India (inhindi भारतीय राष्ट्रीय फुटबॉल टीम) è la squadra nazionale di calcio dell'India ed è controllata dallaAll India Football Federation.
La nazionale indiana visse la propria epoca d'oro tra gli anni '50 e i primi anni '60 delXX secolo, periodo in cui, sotto la guida delcommissario tecnicoSyed Abdul Rahim, vinse la medaglia d'oro aiGiochi asiatici del1951 e del1962. Non ha mai partecipato alla fase finale delCoppa del mondo, anche se si qualificò d'ufficio all'edizione del1950 stante il ritiro di tutte le altre nazionali del suo girone di qualificazione. L'India si ritirò tuttavia prima dell'inizio del torneo. Ha partecipato a cinque fasi finali dellaCoppa d'Asia, dove vanta quale miglior risultato il secondo posto del1964. Prende parte regolarmente allaCoppa della federazione calcistica dell'Asia meridionale, di cui ha vinto 6 edizioni dal 1993, anno di fondazione del torneo.
Dal 2000 ha vissuto una fase di risurrezione, iniziata con la vittoria di varie edizioni della Coppa della federazione calcistica dell'Asia meridionale e, sotto la guida dell'allenatoreBob Houghton, di varie edizioni dellaCoppa Nehru (2007, 2009), oltre che dellaAFC Challenge Cup del2008. Ha vinto inoltre un torneo amichevole organizzato in casa, laCoppa Intercontinentale 2018.
Nellaclassifica mondiale della FIFA, istituita nell'agosto 1993, l'India ha ottenuto quale miglior piazzamento il 94º posto nel febbraio 1996, mentre il peggiore è il 173º posto del marzo 2015. Occupa il 102º posto.[1]
Verso la fine degli anni '30 delXX secolo squadre di calcio composte da soli calciatori indiani iniziarno a effettuare delle tournée inAustralia,Giappone,Indonesia eThailandia[2]. Dopo il successo di numerosi club indiani all'estero, nel 1937 fu fondata laAll India Football Federation (AIFF). La nazionale indiana esordì come rappresentativa di uno stato indipendente nel 1948 al primo turno delleOlimpiadi del 1948 contro laFrancia, da cui fu sconfitta per 2-1 aLondra schierando calciatori per lo più scalzi[2].
Nel 1950 l'India riuscì a qualificarsi alMondiale brasiliano[3] a causa del ritiro di molte delle avversarie nelle qualificazioni[3]. Ciononostante anche l'India si ritirò[3] perché laFIFA impose a tutti i giocatori che avessero partecipato alla fase finale dei Mondiali di indossare scarpe da calcio. Molti calciatori indiani rifiutarono di indossare le scarpe da calcio poiché abituati a giocare a piedi nudi[4][5]. Secondo l'alloracapitano della squadra, Sailen Manna, la motivazione del rifiuto del divieto di giocare a piedi nudi era in realtà una scusa per coprire un'altra ragione del ritiro[3]: la nazionale di calcio indiana si ritirò dopo aver preso visione delle squadre del proprio girone, tra cui c'era anche l'Italia, bi-campione uscente e ai tempi nazionale più forte al mondo (composta da molti giocatori del cosiddettoGrande Torino), e sapendo che avrebbe dovuto affrontare gli azzurri nella prima partita, per paura di subire una netta sconfitta che avrebbe reso più difficile la creazione di un'identità nazionale e avrebbe lasciato spazio al pessimismo[6]. La nazionale indiana non sarebbe più riuscita a qualificarsi ai Mondiali[7].
Dal 1951 al 1964 l'India visse comunque anni di soddisfazioni, definiti "epoca d'oro" del calcio nazionale, nel corso della quale la formazione allenata dal tecnico dell'Hyderabad City PoliceSyed Abdul Rahim divenne una delle migliori compagini d'Asia[8]. Nel marzo 1951 Rahim condusse i suoi al primo trionfo aiGiochi asiatici del 1951, prima edizione del torneo, disputata in casa. L'India batté per 1-0 l'Iran nel match per la medaglia d'oro, ottenendo il suo primo trofeo[9]. FuSahu Mewalal l'autore del gol della vittoria[9]. Nel 1952 l'India tornò alleOlimpiadi, ma fu sconfitta al primo turno dallaJugoslavia per 10-1[10]. Al ritorno in India la AIFF impose ai calciatori di utilizzare scarpini da calcio durante le partite[2]. Dopo una sconfitta inFinlandia, l'India partecipò a vari tornei minori come laCoppa Colombo, che vinse per tre volte dal 1953 al 1955[11].
Dopo la delusione dei Giochi asiatici del 1974, dove l'India terminò ultima nel proprio girone perdendo tutte e tre le partite (solo 2 gol fatti a fronte di 14 subiti), nell'edizione del 1978 la squadra si piazzò seconda nel girone da tre squadre di primo turno, per poi cadere nel turno seguente, finendo ultima nel successivo girone con tre sconfitte in tre partite. Nel 1982 uscì ai quarti di finale, contro l'Arabia Saudita (0-1).
Nel 1984 si qualificò alla Coppa d'Asia per la prima volta dopo il secondo posto raggiunto nel 1964, ma si piazzò all'ultimo posto nel girone da cinque squadre. Perse tutte le partite tranne quella pareggiata a reti bianche contro l'Iran.
Malgrado il declino a livello continentale, l'India riuscì a confermarsi la squadra egemone dell'Asia meridionale e del Sud-est asiatico, vincendo l'oro ai Giochi del Sud-est asiatico del 1985 e del 1987. Negli anni '90 vinse tre edizioni su quattro dellaCoppa della federazione calcistica dell'Asia meridionale, nata nel 1993. Gli indiani si imposero nel 1993, 1997 e 1999 (edizione casalinga), perdendo la finale del 1995 contro loSri Lanka.
L'India si aggiudicò la Coppa della federazione calcistica dell'Asia meridionale nel2005,2009,2011 e2015, giunse seconda nel 2008, nel 2013 e nel 2018 e vinse nel 2021 e 2023.
Le sue tre partecipazioni finora allaCoppa d'Asia sorrisero però molto poco all'India. Nel2011 finì ultima in un girone controAustralia,Corea del Sud eBahrein, perdendo tutte e tre le gare nella fase a gruppi ma segnando 3 gol. Nel2019 dovette sfidareThailandia,Bahrein (di nuovo) e i padroni di casa degliEmirati Arabi Uniti: pur vincendo 4-1 contro i thailandesi, nella sua terza vittoria nella storia della competizione, dovette crollare contro i bahreiniti e gli emiratini, finendo ultima ma con più onore. Purtroppo, nell'edizione 2023 tenutasi l'anno dopo, fu umiliata daAustralia,Siria eUzbekistan ed eliminata senza neanche segnare un gol.
Come molte altre selezioni nazionali sportive indiane, la nazionale di calcio veste divise blu-azzurre. La scelta di tale schema cromatico è legata al fatto che nessuno dei tre colori principali dellabandiera dell'India venne ritenuto sufficientemente adatto a rappresentare il Paese: l’arancione infatti era diffusamente usato in ambito politico, il verde era la tinta nazionale delPakistan (con cui l’India ha sempre intrattenuto rapporti non ottimali) e il bianco era un colore associabile al passato coloniale inglese. Al problema si pose rimedio usando il quarto colore presente sulla bandiera, ovvero il blu mutuato dall’Ashoka Chakra che campeggia nella banda centrale[12].