Lanazionale di calcio dell'Arabia Saudita (inarabo منتخب السعودية لكرة القدم), i cui giocatori sono soprannominati "i figli del deserto", الصقور ("i falchi") o الأخضر ("i verdi"), è la rappresentativacalcistica dell'Arabia Saudita ed è posta sotto l'egida dellaSAFF.
Tra le nazionali asiatiche storicamente più valide, nel suo palmarès annovera treCoppe d'Asia (1984,1988 e1996), torneo in cui ha raggiunto il numero record di sei finali disputate. A livello giovanile vanta la vittoria di uncampionato mondiale under-17 (1989). Conta sei partecipazioni alla fase finale dellaCoppa del mondo (1994,1998,2002,2006,2018 e2022), dove raggiunse gli ottavi di finale nel 1994.
Fu nei primianni 1950 che si formarono le prime compagini saudite. Il 27 giugno 1951 i migliori giocatori diAl-Wahda eAl Ahli si riunirono per affrontare inamichevole una selezione di funzionari del Ministero della Sanità dell'Egitto. Il giorno dopo la compagine affrontò un'altra formazione saudita, questa volta composta da giocatori daAl-Ittihad eAl-Hilal.
Nel 1961 l'Arabia Saudita partecipò nuovamente ai Giochi panarabi, che si disputarono aCasablanca, inMarocco. Per la nazionale il torneo fu molto negativo: quattro furono le sconfitte consecutive (tra cui un 13-0 contro laRep. Araba Unita e un 13-1 contro ilMarocco) e una sola la vittoria, contro ilKuwait (4-0). Due anni dopo, allenata daltunisinoAli Chaouach, la squadra subì una nuova netta sconfitta contro l'Egitto (7-0).
Nel dicembre 1967 l'Arabia Saudita batté per 4-0 laTunisia in amichevole aTunisi e il 17 gennaio 1969 perse contro laTurchia nella prima partita giocata in patria.
Daglianni 1970 l'Arabia Saudita partecipò allaCoppa delle Nazioni del Golfo, raggiungendo per due volte la finale e ottenendo un terzo posto nelle prime tre partecipazioni. Nel 1975 la federcalcio ingaggiò come selezionatore l'ex campioneunghereseFerenc Puskás, primo europeo a guidare i sauditi.
Una formazione della nazionale saudita nel 1975, in un'amichevole aPerugia
Il 2 aprile 1975 aBaghdad la squadra saudita disputò il suo primo match ufficiale in Asia, contro l'Afghanistan. Si trattava di una partita valida per le qualificazioni allaCoppa d'Asia 1976, per ottenere la quale i sauditi battagliarono in un girone conIraq eQatar. Il secondo posto finale alle spalle degli iracheni garantì l'accesso alla fase finale del torneo, ma la nazionale allenata da Puskás non partecipò alla Coppa d'Asia perché la federazione decise di ritirarsi dalla manifestazione per ragioni ignote.
La nazionale partecipò poi alle eliminatorie per leOlimpiadi di Montréal del 1976. In un girone conIran,Iraq,Kuwait eBahrein, i sauditi ottennero due vittorie e due sconfitte, risultato che non permise di qualificarsi al torneo canadese.
Nel maggio 1976, dopo un'edizione della Coppa del Golfo particolarmente deludente (quinti posto con un bilancio di quattro sconfitte in sei partite), Puskás lasciò il posto all'ingleseBill McGarry, il cui obiettivo immediato fu qualificare la squadra alcampionato del mondo 1978, nella prima campagna di qualificazione mondiale per l'Arabia Saudita. Inserita nel gruppo 3 conIran eSiria (l'Iraq, inserito nel medesimo gruppo, si ritirò), la nazionale debuttò il 12 novembre 1976 con una vittoria a domicilio contro la Siria, prima di subire tre sconfitte consecutive e concludere il girone al secondo posto alle spalle degli iraniani, fallendo così la qualificazione. McGarry lasciò l'incarico al connazionaleDanny Allison.
La federazione decise di non iscrivere la nazionale alle eliminatorie dellaCoppa d'Asia 1980, disputata inKuwait.
Nel 1979 la quinta edizione della Coppa del Golfo vide i sauditi terminare al terzo posto.
In questi anni alla guida della nazionale dei verdi si alternarono vari commissari tecnici. Ad Allison successe un altro inglese,David Woodfield, che rimase in carica solo per qualche mese. Nel 1981 la federcalcio saudita affidò la panchina della nazionale albrasilianoRubens Minelli, che avrebbe portato aRiad i primi trofei.
Mário Zagallo, selezionatore dell'Arabia Saudita dal 1982 al 1984
Impegnata nelle qualificazioni alcampionato del mondo 1982, l'Arabia Saudita terminò il girone 2 al primo posto. Tutti i match si disputarono aRiad, dove i sauditi batteronoIraq,Siria,Bahrein eQatar, vincendo così il girone. Ebbe dunque accesso alla seconda fase, dove finì ultima alle spalle diKuwait,Nuova Zelanda eCina, con un bilancio di un pareggio e cinque sconfitte in sei partite. La federazione decise di sollevare Minelli dall'incarico e di affidare la squadra al suo connazionaleMário Zagallo, già due volte campione del mondo con ilBrasile come calciatore e all'epoca allenatore dell'Al-Hilal.
Zagallo esordì nella Coppa del Golfo 1982, organizzata dagliEmirati Arabi Uniti. L'Arabia Saudita ottenne due sole vittorie (contro Qatar eOman) e chiuse al quarto posto, superata da nazionali che aveva battuto appena qualche mese prima. NeiGiochi Asiatici del 1982 la squadra riuscì a piazzarsi terza.
Nel 1983 la squadra araba non disputò alcun match, ma Zagallo fu impegnato alla guida della nazionale olimpica, che per la prima volta si qualificò per le Olimpiadi, quelle diLos Angeles 1984.
Il 26 maggio 1984, dopo la sconfitta per 4-0 contro l'Iraq arrivata durante la Coppa del Golfo aMascate, inOman, Zagallo fu esonerato[2]. La federazione decise di nominare selezionatoreKhalil Ibrahim Al-Zayani, primo saudita a ricoprire l'incarico.
Dopo aver condotto la nazionale saudita sul podio nella Coppa del Golfo 1984, Al-Zayani guidò i suoi nella fase finale delle Olimpiadi di Los Angeles 1984, dove i sauditi ottennero tre sconfitte in altrettante partite, controBrasile,Marocco eGermania Ovest.Majed Abdullah è l'unico marcatore saudita del torneo, grazie al gol nel match inaugurale contro laSeleção, perso per 1-3.
L'anno dopo l'Arabia Saudita fu eliminata al primo turno delle qualificazioni asiatiche alcampionato del mondo 1986: dopo lo 0-0 dell'andata, perse per 1-0 contro gliEmirati Arabi Uniti. Prese poi parte allaCoppa araba 1985, debuttando nel torneo, che organizzò, con un terzo posto. Nel 1985 perse laCoppa delle nazioni afro-asiatiche contro ilCamerun, che si impose per 4-1 nella partita di andata aYaoundé e fu sconfitto per 2-1 nella partita di ritorno aTa'if. Nel settembre del 1986 l'Arabia giunse a disputare la finale delleGiochi asiatici di Seul, dove perse contro laCorea del Sud padrona di casa.
Nel 1987 la panchina della nazionale conobbe vari avvicendamenti, passando prima da Al-Zayani all'uruguaianoKosia Tastilo e da questi al connazionaleOmar Borrás e poi ai brasiliani Osvaldo e Galletti, prima dell'arrivo, nel 1988, di un altro brasiliano,Carlos Alberto Parreira, vincitore dellaCoppa d'Asia 1980 alla guida del Kuwait.
Nel 1988, che si aprì con un pari (2-2) inamichevole contro laScozia, l'Arabia Saudita fu impegnata in varie competizioni, tra cui la Coppa del Golfo, ospitata in casa, e laCoppa d'Asia 1988 inQatar, ai cui nastri di partenza si presentò come Campione in carica.
Nella Coppa del Golfo gli arabi non andarono oltre il terzo posto, in un torneo dominato dall'Iraq. A marzo, nella Coppa del Golfo, i sauditi, presenti al torneo con una formazione composta da giovani, si piazzarono terzi nel girone composto da sette squadre, con un bilancio di due vittorie, tre pareggi e una sconfitta. A luglio gli uomini di Parreira si recarono inAustralia per partecipare alla Gold Cup del Bicentenario, un torneo amichevole che celebrava i 200 anni dell'indipendenza del paeseoceaniano. Classificatisi ultimi nel girone dopo un pari all'esordio contro l'Argentina e due sconfitte controAustralia eBrasile, persero anche la finale per il terzo posto, di nuovo contro gli argentini.
A novembre il C.T. brasiliano convocò un gruppo ristretto di quindici giocatori con l'obiettivo di vincere nuovamente la Coppa d'Asia. Dopo aver convinto nelle amichevoli pre-torneo (pari contro l'Inghilterra e vittoria contro laTunisia), l'Arabia Saudita riuscì nell'impresa di confermarsi Campione d'Asia. Dopo aver vinto il girone di cinque squadre con due vittorie e due pareggi in quattro partite, batté infatti l'Iran in semifinale (come quattro anni prima) e, dopo i tiri di rigore, laCorea del Sud nella finale disputata aDoha. Una delle chiavi del successo fu la solida difesa, che incassò un solo gol, contro ilBahrein, in sei incontri.
Bicampione d'Asia in carica, nel 1989 l'Arabia Saudita iniziò le qualificazioni alcampionato del mondo 1990 con grandi aspettative e la speranza concreta di accedere per la prima volta nella sua storia alla fase finale del torneo, in programma inItalia. Vinto il primo girone eliminatorio nel marzo 1989 grazie al primo posto davanti aYemen del Nord eSiria (tre vittorie e un pareggio in quattro partite), la squadra saudita cadde però nel turno finale, un girone a sei squadre che si affrontarono aSingapore ad ottobre. I ragazzi di Parreira si piazzarono quinti con un bilancio di una vittoria, due pareggi e due sconfitte, fallendo l'accesso al Mondiale del 1990.
Parreira lasciò l'incarico per passare sulla panchina degliEmirati Arabi Uniti, appena qualificatisi per il Mondiale italiano. Al suo posto arrivò sulla panchina saudita ilturcoMetin Türel.
Dopo aver rinunciato a partecipare alla Coppa del Golfo del 1990, nello stesso anno la nazionale saudita prese parte aiGiochi Asiatici di Pechino, dove superòBangladesh eGiappone prima di arrendersi airigori allaCorea del Nord ai quarti di finale. Türel si dimise rinunciando al proprio contratto, valevole sino all'autunno 1992.
La partecipazione dell'Arabia Saudita del nuovo C.T. Veloso aiGiochi panarabi del 1992 inSiria fece da preludio alla partecipazione allaCoppa re Fahd 1992, l'antesignana dellaCoppa delle Confederazioni FIFA. A Riad, nell'ottobre 1992, i sauditi, campioni d'Asia in carica e paese ospitante, vinsero per 3-0 la semifinale contro gliStati Uniti e persero per 1-3 la finale contro l'Argentina, piazzandosi secondi nel torneo.
Nove giorni dopo la finale contro l'Argentina i sauditi allenati daNelsinho Rosa si presentarono allaCoppa d'Asia 1992, giocata inGiappone, come bicampioni in carica, con l'obiettivo di diventare campioni per la terza volta di fila, fatto senza precedenti nella storia del calcio asiatico, ancor più consecutivamente. Vinto il girone conCina,Qatar eThailandia, gli uomini di Martins eliminarono gli Emirati Arabi Uniti in semifinale (2-0) e si qualificarono per la terza volta consecutiva per la finale della competizione. L'8 novembre 1992, di fronte a 60.000 spettatori accorsi all'Hiroshima Big Arch, il Giappone padrone di casa batté per 1-0 l'Arabia Saudita, laureandosi per la prima volta Campione d'Asia e infliggendo agli avversari la prima sconfitta dopo 17 risultati utili consecutivi in Coppa d'Asia.
Alla delusione giapponese seguì il terzo posto nellaCoppa del Golfo 1992, con un bilancio di tre vittorie e due sconfitte.
Nella prima fase delle eliminatorie dellacampionato del mondo 1994, nel maggio 1993, l'Arabia Saudita vinse facilmente il girone conKuwait,Malaysia eMacao, con quattro vittorie e due pareggi in sei partite, 20 gol fatti e uno solo subito. Ad ottobre, aDoha, i sauditi allenati dal brasilianoCandinho vinsero anche il girone finale di cinque squadre, che qualificava perStati Uniti 1994 le prime due, con un bilancio di due vittorie e tre pareggi in cinque partite. Per i sauditi fu la prima qualificazione ad un Mondiale.
Prima della penultima partita delle qualificazioni Candido fu sollevato dall'incarico e sostituito con il sauditaMohammed Al-Kharashy. Dopo la brevissima gestione dell'olandeseLeo Beenhakker, la panchina dell'Arabia Saudita passò all'argentinoJorge Solari.
Nella fase finale del Mondiale, negliStati Uniti,Fuad Amin e compagni persero contro iPaesi Bassi e poi si imposero contro ilMarocco. Nell'ultimo e decisivo incontro della fase a gironi si imposero per 1-0 contro ilBelgio e ottennero la qualificazione agli ottavi di finale. La partita è ricordata per il pregevole gol diSaeed Al-Owairan, che attraversò palla al piede tutta la metà campo belga prima di battere l'estremo difensoreMichel Preud'homme, all'epoca uno dei portieri più quotati del mondo. Agli ottavi di finale il sogno saudita si spense contro laSvezia (3-1), futura medaglia di bronzo. Malgrado il buon risultato per una debuttante, la collaborazione tra Solari e la federcalcio saudita si interruppe, come per altro già concordato prima del Mondiale statunitense.
Il rientrante Al-Kharashy riprese dunque le redini di un'ottima squadra, convinta delle proprie capacità, che riuscì ad aggiudicarsi laCoppa del Golfo 1994 grazie a quattro vittorie e un pareggio nella dodicesima edizione del torneo, organizzata adAbu Dhabi.
Nel gennaio 1995 la squadra disputò in casa la seconda edizione dellaCoppa re Fahd. Contrariamente a quanto avvenuto nell'edizione di tre anni prima, i sauditi non riuscirono a brillare e furono sconfitti daMessico eDanimarca, terminando il minigirone all'ultimo posto, eliminati al primo turno.
Il cammino della nazionale riprese verso la fine dell'anno, con alcune gare di qualificazione allaCoppa d'Asia 1996, alla cui fase finale i sauditi si qualificarono agevolmente dopo aver vinto il minigirone conKirghizistan eYemen disputato allostadio internazionale Re Fahd diRiad (quattro vittorie in quattro partite e nessun gol subito).
NellaCoppa del Golfo 1996, disputatasi inOman ad ottobre, l'Arabia Saudita, campione in carica, giunse terza, con un bilancio di due vittorie, due pareggi e una sconfitta.
L'edizione della Coppa d'Asia che si tenne negliEmirati Arabi Uniti nel dicembre 1996 vide i sauditi diNelo Vingada qualificarsi per i quarti di finale grazie al secondo posto in un girone equilibrato, dove tre squadre (Iran, Arabia Saudita eIraq) chiusero a 6 punti dopo due vittorie e una sconfitta e si qualificarono tutte, mentre laThailandia fu fanalino di coda con zero punti. La sconfitta nell'ultimo match del girone contro l'Iran non pregiudicò dunque l'accesso alla fase a eliminazione diretta, dove i sauditi superaronoCina ai quarti, lo stessoIran in semifinale ai tiri di rigore, presentandosi alla finale del 21 dicembre adAbu Dhabi contro ipadroni di casa, la quarta consecutiva per i sauditi nel torneo. L'incontro si protrasse aitempi supplementari, dove il punteggio di 0-0 non cambiò. Ai tiri di rigore vinse l'Arabia Saudita per 4-2, mettendo in bacheca la sua terza Coppa d'Asia. Autore del tiro di rigore decisivo fuKhalid Al-Muwallid.
L'Arabia Saudita sulla grande scena internazionale (1997-2002)
Come avvenuto poco prima dell'inizio diStati Uniti 1994, l'Arabia Saudita cambiò C.T. alla vigilia del Mondiale. L'11 ottobre 1997, dopo la vittoria contro il Qatar, Nelo Vingada lasciò la panchina saudita altedescoOtto Pfister, che debuttò nell'amichevole contro l'Islanda. NellaCoppa delle Confederazioni 1997, organizzata aRiad, l'Arabia Saudita, Campione d'Asia in carica, fu inserita in un girone conBrasile,Australia eMessico. Perse contro messicani e brasiliani per poi vincere l'ultima partita, contro l'Australia. Non bastò per qualificarsi alla semifinale.
Nel gennaio 1998 fu nominato C.T. il rientranteCarlos Alberto Parreira.Mohammed Al-Deayea, portiere primatista di presenze, e compagni disputarono quindi una serie di amichevoli inEuropa, caratterizzate da risultati incoraggianti (0-0 contro gli inglesi aWembley e contro i messicani) e altri deludenti (sconfitta per 6-0 aMolde contro laNorvegia).
Nella fase finale del Mondiale diFrancia 1998 i sauditi persero controDanimarca (1-0) eFrancia (4-0), risultati che portarono all'esonero di Parreira. Al suo posto tornò Mohammed Al-Kharashy, che guidò i suoi al pareggio (2-2) contro ilSudafrica nell'ultimo incontro.
Fu quindi il rientrante Otto Pfister a prendere il timone della nazionale A saudita, dopo aver trascorso un anno come C.T. dellanazionale olimpica. L'obiettivo immediato fu quello di preparare la nazionale per laCoppa delle Confederazioni del 1999, in programma inMessico. Pfister iniziò la propria gestione con tre vittorie in altrettanteamichevoli (controTanzania,Sudan eSenegal) e il successo nellaCoppa araba 1998, vinta battendo in finale per 3-1 ilQatar (capocannoniere del torneo fu il sauditaObeid Al-Dosari). Tre settimane più tardi l'Arabia Saudita si piazzò seconda nellaCoppa del Golfo, torneo che chiuse da imbattuta.
Nel giugno 1999, malgrado i buoni risultati ottenuti, Pfister fu sollevato dall'incarico per far posto alcecoMilan Máčala. In vista dellaCoppa delle Confederazioni del 1999 la squadra volò negli Stati Uniti per disputare quattro amichevoli preparatorie (due vittorie e due sconfitte). Inserita nel girone con ilMessico padrone di casa, laBolivia e l'Egitto, nella Confederations Cup la compagine saudita perse per 5-1 al debutto contro i messicani e pareggiò senza reti contro i boliviani. Nell'ultimo matchMarzouk Al-Otaibi realizzò quattro gol nella vittoria per 5-1 dei suoi contro gli egiziani. Grazie a questo successo i sauditi ebbero accesso alla semifinale, dove si trovarono di fronte ilBrasile vice-campione del mondo eCampione del Sudamerica in carica. I brasiliani si imposero con un largo scarto (8-2), lasciando ai sauditi la finale per il terzo posto, persa contro gliStati Uniti.
Dal maggio all'ottobre 2000, in vista dellaCoppa d'Asia inLibano, Milan Máčala guidò la nazionale in una serie di amichevoli controSlovacchia,Ungheria eSlovenia, per poi terminare la tournée in Arabia Saudita e inGiordania. Nella rassegna continentale i sauditi, inseriti in un girone conGiappone,Qatar eUzbekistan, esordiscono con una sconfitta per 4-1 contro il Giappone che costò la panchina a Máčala, rimpiazzato dal suo vice,Nasser Al-Johar. Questi pareggiò senza reti contro i qatarioti, poi raccolse una larga vittoria (5-0) contro l'Uzbekistan, che consentì all'Arabia Saudita di qualificarsi per i quarti di finale. Contro ilKuwait arrivò una vittoria dopo itempi supplementari e in semifinale un altro successo, contro laCorea del Sud, grazie ad una doppietta diTalal al-Meshal. I sauditi si qualificarono così per la loro quinta finale di Coppa d'Asia consecutiva, un record. Come nel 1992, a far festa dopo la finale furono i giapponesi, che si imposero per 1-0 con gol diShigeyoshi Mochizuki.
Al-Johar tornò a ricoprire il ruolo di vice, lasciando la panchina aSlobodan Santrač. Dopo due vittorie in amichevole controSiria eUganda, i sauditi iniziarono le qualificazioni per il Mondiale diGiappone-Corea del Sud 2002. Furono sei le vittorie in sei partite nel girone conVietnam,Bangladesh eMongolia, gruppo chiuso con 30 gol fatti e nessuno subito. Nel secondo turno i sauditi se la videro conIran,Bahrein eThailandia. Sconfitti per 2-0 dall'Iran (il risultato causò l'esonero di Santrač, sostituito da Al-Johar), gli arabi si rialzarono subito e chiusero il girone in testa, qualificandosi direttamente per la fase finale del Mondiale per la terza volta consecutiva. Al-Johar fu confermato e guidò i suoi nellaCoppa del Golfo 2002, disputata allo stadio Re Fahd. I sauditi vinsero il torneo per la seconda volta, senza subire sconfitte.
Sconfitto in amichevole ilSenegal, che sarebbe stato, di lì a poco, la grande rivelazione della Coppa del mondo nippocoreana, per 3-2, l'Arabia Saudita esordì al Mondiale contro laGermania, che vinse con il punteggio di 8-0. Alla disfatta contro i tedeschi fece seguito un'altra sconfitta, contro ilCamerun (1-0, gol diSamuel Eto'o) e un terzo k.o. contro l'Irlanda (3-0). L'ultimo posto nel girone e il bilancio molto negativo (nessun gol fatto e 12 gol subiti) portò all'esonero di Al-Johar, che fu sostituito dall'olandeseGerard van der Lem. NellaCoppa araba 1998 l'Arabia Saudita vinse il suo girone di prima fase senza subire sconfitte, poi superò ilMarocco in semifinale e ilBahrein in finale (1-0, gol diMohammad Nour), aggiudicandosi così il torneo per la seconda volta.
Sulla panchina dell'Arabia Saudita arrivò poi il selezionatore olandeseGerard van der Lem, che guidò i suoi in un girone conIndonesia,Yemen eBhutan, giocato interamente aGedda. Vincendo tutti gli incontri, i sauditi si qualificarono per la sesta volta alla fase finale dellaCoppa d'Asia 2004, in programma inCina. Nel dicembre 2003 la squadra si recò inKuwait per giocare laCoppa del Golfo, che si aggiudicò per la terza volta grazie a quattro vittorie e due pareggi in sei partite. I sauditi chiusero l'anno solare portando a quindici la serie di match consecutivi senza sconfitte.
Impegnata nelle eliminatorieAFC perGermania 2006, dove fu ammessa direttamente alla seconda fase, l'Arabia Saudita se la vide conTurkmenistan,Indonesia eSri Lanka. Nei tre match che fecero da preludio alla Coppa d'Asia gli uomini di van der Lem confermarono l'ottimo stato di forma, ottenendo tre vittorie senza subire gol. Sei settimane dopo i sauditi ritrovarono i turkmeni nel primo turno della fase finale della Coppa d'Asia, in Cina, ma raccolsero solo un pari (2-2), prima di farsi sconfiggere dall'Uzbekistan (1-0). Nel terzo e decisivo match arrivò un'altra sconfitta, contro l'Iraq che volle dire eliminazione al primo turno, fatto inedito per i sauditi nella competizione. Gerard van der Lem perse il posto di selezionatore e fu rimpiazzato daNasser Al-Johar.
Il brasilianoMarcos Paquetá, alla guida della nazionale saudita dal 2005 al 2007
Dopo un'amichevole pareggiata contro ilKuwait, Al-Johar ottenne tre vittorie di fila negli ultimi tre incontri della seconda fase di qualificazione AFC a Germania 2006, qualificando così la squadra per la terza fase. La squadra passò dunque al selezionatore argentinoGabriel Calderón e nellaCoppa del Golfo 2004 subì un'eliminazione al primo turno: inQatar ifigli del deserto ottennero una sola vittoria in tre partite. Ciononostante Calderón riuscì a condurre i suoi alla quarta qualificazione consecutiva ad un Mondiale, centrata vincendo (senza perdere una partita) il girone finale davanti aCorea del Sud, semifinalista delcampionato del mondo 2002, eUzbekistan, che aveva battuto i sauditi nella fase finale della Coppa d'Asia 2004. Prestigiosa fu la vittoria diSeul contro i sudcoreani nell'ultima partita del girone, prima della quale ambo le squadre erano già qualificate aritmeticamente perGermania 2006, ma Calderón perse il posto di lì a poco, alla fine dell'anno, dopo la disfatta nelGiochi dell'Asia occidentale del 2005 (tre sconfitte, di cui due contro l'Iraq e una contro l'Iran).
Sulla panchina saudita giunse l'allenatore dell'Al-Hilal, il brasilianoMarcos Paquetá. Conseguita facilmente l'accesso al secondo turno di qualificazione dellaCoppa d'Asia 2007 (vincendo contro loYemen), il nuovo selezionatore ebbe a disposizione vari mesi per preparare al meglio il Mondiale tedesco. Il bilancio di dodici match amichevoli disputati contro squadre di varie confederazioni (Europa, Asia, Africa) fu molto modesto: una sola vittoria, contro ilTogo. Nella rassegna mondiale tedesca la squadra saudita uscì al primo turno nel girone H comprendente ancheSpagna,Ucraina eTunisia. Contro i tunisini Campioni d'Africa in carica l'Arabia Saudita ottenne, all'esordio, l'unico punto in classifica (pareggio per 2-2).
Paquetá rimase al proprio posto e nel settembre 2006 condusse i suoi alla fase finale di Coppa d'Asia vincendo in casa contro ilGiappone. NellaCoppa del Golfo 2007, disputata negliEmirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita superò il primo turno e perse la semifinale contro gli emiratini padroni di casa, poi vincitori del torneo. Il risultato non fu sufficiente per salvare la panchina di Paquetá, che fu esonerato per far posto al brasilianoHélio dos Anjos.
Dopo aver ottenuto risultati confortanti in un torneo amichevole aSingapore (vittorie controEmirati Arabi Uniti eSingapore, pareggi controOman eCorea del Nord) i sauditi volarono inIndonesia per disputare la Coppa d'Asia 2007. Inserita in un raggruppamento conIndonesia,Corea del Sud,Bahrein, l'Arabia Saudita pareggiò contro i sudcoreani, batté i padroni di casa per 2-1 e vinse facilmente (4-0) contro il Bahrein, terminando così il percorso nel girone al primo posto. Superato facilmente l'Uzbekistan ai quarti di finale, gli uomini di dos Anjos eliminarono anche ilGiappone in semifinale, qualificandosi per la sesta volta per la finale del torneo, un record. La finale diGiacarta mise di fronte l'Arabia Saudita e la grande sorpresa della competizione, l'Iraq, sospinto dai gol dal suo bomberYounis Mahmoud. L'incontro terminò con la clamorosa vittoria degli iracheni, a segno proprio con Mahmoud, che inflisse ai sauditi la loro terza sconfitta in una finale della Coppa d'Asia.
La squadra chiuse il 2007 con tre vittorie in amichevole controGhana,Namibia eEstonia, prima di recarsi inEgitto per iGiochi panarabi. Qui rimediò due sconfitte, controEgitto eLibia, un pari contro la nazionale B emiratina e una vittoria contro la nazionale Bsudanese.
Nel 2008 e nel 2009 la squadra saudita fu impegnata nelle qualificazioni alcampionato del mondo 2010. Nel gruppo 4 della terza fase delle qualificazioni AFC i sauditi se la videro con Uzbekistan, Singapore eLibano. Malgrado tre vittorie nei primi quattro incontri disputati dalla squadra, dos Anjos fu sollevato dall'incarico e sostituito dal rientranteNasser Al-Johar. Questi ottenne due vittorie che consentirono all'Arabia Saudita di qualificarsi, come prima classificata nel suo girone, per la quarta fase di qualificazione AFC aSudafrica 2010, dove la formazione araba trovò nel girone Corea del Nord, Corea del Sud, Iran ed Emirati Arabi Uniti.
Nel gennaio 2009 l'Arabia Saudita partecipò allaCoppa del Golfo inOman, dove si piazzò seconda, senza subire gol in tutto il torneo, dietro ai padroni di casa, contro cui perse la finale.
L'interim di Al-Johar terminò con la nomina a selezionatore delportogheseJosé Peseiro, che guidò i sauditi nel girone di qualificazione mondiale con Corea del Sud, Corea del Nord, Iran ed Emirati Arabi Uniti. Con tre vittorie, tre pareggi e due sconfitte iverdi si piazzarono terzi, alle spalle di sudcoreani e nordcoreani (a pari punti con i sauditi, ma con gli scontri diretti a favore), i quali ebbero accesso diretto al Mondiale. Come previsto, la terza classificata dovette dunque spareggiare contro la terza classificata dell'altro girone di quarta fase, ilBahrein, per un posto nellospareggio interzona contro laNuova Zelanda. Dopo il pari a reti bianche del 5 settembre 2009 aManama, i sauditi parvero i favoriti nel ritorno in casa, il 9 settembre allo Stadio del re Fahd di Riad, ma la partita terminò sul punteggio di 2-2 (due gol, il 2-1 saudita e il definitivo 2-2 avversario, furono segnati nel recupero del secondo tempo), che significò qualificazione per il Bahrein (che poi avrebbe perso lo spareggio contro i neozelandesi) grazie allaregola dei gol fuori casa. Per l'Arabia Saudita svanì l'obiettivo della quinta partecipazione consecutiva ad un Mondiale.
Quattordici mesi più tardi, tra il novembre e il dicembre 2010, inYemen si disputò laCoppa del Golfo, che vide i sauditi sconfitti di misura (1-0) in finale dalKuwait.
Ammessi di diritto alla fase finale dellaCoppa d'Asia in quanto finalisti dell'edizione del 2007, nel gennaio 2011 i sauditi volarono inQatar, dove affrontarono nel girone di prima faseGiappone,Giordania eSiria. L'inaspettata sconfitta all'esordio contro la Siria (2-1) provocò l'esonero di Peseiro, sostituito con Al-Johar, ma la mossa non evitò la sconfitta nella gara seguente contro la Siria (1-0). Completamente demotivati, i sauditi subirono cinque gol dal Giappone, chiudendo con un bilancio pessimo: un solo gol segnato, daTaisir al-Jassim contro la Siria, e otto subiti.
Frank Rijkaard, selezionatore dell'Arabia Saudita dal 2011 al 2013
La federcalcio puntò su un grande nome, quello dell'olandeseFrank Rijkaard, per risollevare la nazionale. Superato facilmenteHong Kong nel secondo turno di qualificazione AFC per ilcampionato del mondo 2014, grazie ad un 3-0 e ad un 5-0 tra andata e ritorno (tre degli otto gol furono diNasser Al-Shamrani), i sauditi furono inseriti nel girone conAustralia,Oman eThailandia. Dopo risultati deludenti (una vittoria contro la Thailandia, due pareggi contro Oman, un altro pari contro la Thailandia e due sconfitte contro gli australiani) i sauditi furono eliminati già dopo questo girone, che chiusero al terzo posto dietro Australia e Oman, fallendo la qualificazione ad un Mondiale per la seconda volta consecutiva.
L'edizione 2012 della Coppa araba, torneo che tornava dopo dieci anni, parve rappresentare un'occasione di riscatto per gli uomini di Rijkaard, ma il cammino deiverdi si fermò in semifinale contro laLibia, prima della sconfitta contro l'Iraq nella finale per il terzo posto. La squadra chiuse l'anno solare con amichevoli prestigiose, contro laSpagna Campione del mondo e bicampione d'Europa in carica, l'Argentina e loZambia Campione d'Africa in carica, e la partecipazione aiGiochi dell'Asia occidentale. In quest'ultimo torneo ottenne un pari (0-0) contro l'Iran e una vittoria contro lo Yemen e subirono una sconfitta contro il Bahrein. Chiusero dunque al terzo posto il girone, non qualificandosi per la fase ad eliminazione diretta.
Tre settimane più tardi ebbe luogo laCoppa del Golfo 2013 inBahrein. Nel girone con Iraq, Kuwait e Yemen l'Arabia Saudita non andò oltre un amaro terzo posto (una vittoria e due sconfitte), che volle dire eliminazione al primo turno ed esonero per Rijkaard. Al suo posto arrivò lo spagnoloJuan Ramón López Caro.
La campagna di qualificazione allaCoppa d'Asia 2015 mise i sauditi nel gruppo C, con Iraq, Cina e Indonesia. In palio c'erano due posti nella fase finale, conseguita brillantemente dagli uomini di López Caro già il 15 novembre 2013, con la quarta vittoria consecutiva in quattro incontri. I sauditi, che chiusero il girone al primo posto, per altro senza subire sconfitte, si prepararono al torneo continentale disputando in casa, nel novembre 2014, laCoppa del Golfo, dove giunsero in finale, ma furono sconfitti per 2-1 dal Qatar.
Nel dicembre 2014 López Caro fu esonerato e sostituito con ilrumenoCosmin Olăroiu, con cui la squadra disputò la Coppa d'Asia inAustralia. Sorteggiati con Corea del Nord, Uzbekistan e Cina, iverdi ottennero una vittoria, contro i nordcoreani, e due sconfitte, che causarono l'eliminazione al primo turno.
Durante l'estate del 2015 la federazione saudita affidò la propria panchina all'olandeseBert van Marwijk.[3] Nel corso delle qualificazioni alcampionato del mondo del 2018 la formazione ottenne, nel novembre 2015, il più largo successo della propria storia vincendo per 10-0 controTimor Est.[4] Dominando un girone con Emirati Arabi Uniti,Palestina,Malaysia eTimor Est con sei vittorie e due pareggi in otto partite, la squadra fu ammessa all'ultima fase, preceduta da polemiche circa la mancata osservazione del minuto di silenzio durante la partita con l'Australia per commemorare le vittime del recenteattentato di Londra[5]. Nella terza fase trovò sulla propria strada Australia, Giappone, Thailandia, Iraq ed Emirati Arabi Uniti e ottenne la qualificazione al campionato mondiale diRussia 2018 garantendosi il secondo posto all'ultimo turno, in cui sconfisse aGedda il Giappone già qualificato per 1-0.[6] Dopo la qualificazione mondiale, la prima da dodici anni a questa parte, van Marwijk fu esonerato per attriti con i vertici federali: a sostituirlo venne chiamato l'argentinoEdgardo Bauza[7], che in cinque partite ottenne tre sconfitte, le ultime due delle quali consecutive, controPortogallo eBulgaria; dopo soli due mesi di gestione, fu esonerato a novembre[8] e sostituito dallo spagnoloJuan Antonio Pizzi.[9][10] Sorteggiati nel girone A[11], i sauditi vennero sconfitti per 5-0 dallaRussia nella gara inaugurale del torneo[12] e per 1-0 dall'Uruguay,[13] venendo così eliminati dopo due partite, e nella terza ottennero contro l'Egitto (2-1) un successo che nella fase finale di un campionato mondiale mancava aifigli del deserto da ventiquattro anni.[14]
Nel gennaio 2019 la squadra prese parte alla fase finale dellaCoppa d'Asia negliEmirati Arabi Uniti. Battuta laCorea del Nord per 4-0 all'esordio, sconfisse anche ilLibano per 2-0, per poi essere battuta dalQatar per 2-0, chiudendo il girone al secondo posto. Agli ottavi di finale fu sconfitta ed eliminata dalGiappone per 1-0.[15] Pizzi si dimise[16] e fu sostituito a luglio dal franceseHervé Renard,[17] che condusse l'Arabia Saudita alla qualificazione alcampionato del mondo 2022 vincendo il girone B del terzo turno delle eliminatorieAFC con 7 successi in 10 partite. Nella fase a gironi delcampionato del mondo 2022 inQatar la squadra esordì battendo sorprendentemente per 2-1 in rimonta l'Argentina (imbattuta da 36 partite),[18] grazie ai gol diSalem Al-Shehri eSalem Al-Dawsari. ControPolonia eMessico, però, i sauditi furono sconfitti e finirono ultimi nel girone.