Lanazionale maschile di calcio dell'Italia, ufficialmentenazionale A,[3] è la rappresentativacalcistica maschile dell'Italia. Posta sotto l'egida dellaFederazione Italiana Giuoco Calcio, rappresenta il Paese nelle varie competizioni ufficiali eamichevoli riservate allenazionali di calcio. I suoi componenti sono noti comeAzzurri per il colore delle divise.
È una delle due nazionali (l'altra è ilBrasile) che si sono aggiudicate due titoli mondiali consecutivi, nelle edizioni del 1934 e del 1938; detiene, inoltre, due record mondiali per squadre nazionali: quello di imbattibilità assoluta, stabilito tra il 10 ottobre 2018 e il 6 ottobre 2021, con 37 partite consecutive senza sconfitte,[4] e quello di inviolabilità della propria porta, non avendo subito reti per 1168 minuti di gioco consecutivi, dal 14 ottobre 2020 al 26 giugno 2021.[5]
Nellagraduatoria FIFA, in vigore dall'agosto 1993, ha occupato il 1º posto più volte, nel novembre del 1993 e nel corso del 2007 (febbraio, aprile-giugno, settembre); il peggior piazzamento è stato invece il 21º posto dell'agosto 2018.[6] A novembre 2025 occupa il 12º posto.[1]
Il primo tentativo di selezionare una rappresentativa italiana avvenne nel 1899, quando l'allora Federazione Italiana del Football convocò una squadra composta principalmente da giocatori stranieri, che affrontò la Svizzera in una partita amichevole a Torino, perdendo 2-0. La nazionale italiana vera e propria fu fondata il 13 gennaio 1910 grazie all'iniziativa del presidente federaleLuigi Bosisio: ilprimo incontro ufficiale si disputò il successivo 15 maggio a Milano, contro laFrancia, con l'Italia vincitrice per 6-2 ePietro Lana autore del primo gol della nazionale.
L'Italia partecipò per la prima volta a una competizione ufficiale in occasione del torneo olimpico diStoccolma 1912, dove fu eliminata nel turno di qualificazione dallaFinlandia (3-2 dopo i supplementari). Alla successiva edizione diAnversa 1920 superò l'Egitto (2-1), ma fu eliminata nei quarti di finale dalla Francia (3-1). Quindi al torneo olimpico diParigi 1924, vinse controSpagna (1-0) eLussemburgo (2-0), ma fu eliminata ai quarti dallaSvizzera (2-1). Nell'edizione diAmsterdam 1928 vinse la medaglia di bronzo, battendo Francia e Spagna, ma perdendo in semifinale contro l'Uruguay; concluse il torneo con una netta vittoria (11-3) contro l'Egitto. Nel 1930 arrivò la prima, importante affermazione per l'Italia, che vinse la Coppa Internazionale.
Il primo titolo mondiale, nell'edizione diItalia 1934.
Negli anni 30, sotto la guida diVittorio Pozzo e conGiuseppe Meazza in campo, la squadra azzurra emerse sulla scena calcistica, vincendo la seconda edizione della Coppa Internazionale e ilcampionato del mondo 1934 da padrona di casa, ove batté, tra gli altri, ilWunderteam austriaco in semifinale e quindi laCecoslovacchia in finale. L'anno seguente confermò il successo in Coppa Internazionale; quindi nel 1936, trascinata dalle reti del capocannoniereAnnibale Frossi, vinse l'oro olimpico aBerlino a scapito dell'Austria. Il bis mondiale arrivò nelcampionato del mondo 1938 inFrancia, dove l'Italia sconfisseNorvegia, Francia,Brasile e infineUngheria, con Meazza ancora protagonista.
Il secondo titolo mondiale, nell'edizione diFrancia 1938.
Dopo latragedia di Superga nel 1949, che distrusse ilGrande Torino, la nazionale risentì della perdita dei suoi giocatori-chiave andando così incontro, tra gli anni 50 e 60, a un periodo di difficoltà. Alcampionato del mondo 1950, da campione in carica, non superò la fase a gironi, perdendo contro laSvezia; fu deludente anche la partecipazione alcampionato del mondo 1954 dove, una volta superato l'Egitto nelle qualificazioni, venne eliminata al primo turno. La mancata qualificazione alcampionato del mondo 1958 acuì una serie di problemi; durante questi anni, glioriundi entrarono nel dibattito calcistico, ma non bastarono a risollevare le sorti dell'Italia che andò incontro ad altre delusioni alcampionato del mondo 1962, a causa di una sconfitta –rimasta nella memoria – contro ilCile, e alcampionato del mondo 1966, contro laCorea del Nord, che eliminò gliAzzurri al primo turno.
Nel 1968, sotto la guida diFerruccio Valcareggi, l'Italia tornò alla ribalta internazionale dopo trent'anni conquistando il suo primoeuropeo, ospitato proprio nelbel paese. Dopo aver pareggiato con laJugoslavia in finale, vinse nella gara diripetizione per 2-0, coi gol diGigi Riva ePietro Anastasi.
Il primo titolo continentale, nell'edizione diItalia 1968.
Nel decennio seguente, l'Italia visse alti e bassi. Alcampionato del mondo 1970 raggiunse la finale – passando per unastorica vittoria in semifinale sullaGermania Ovest –, perdendo tuttavia la possibilità di detenere perennemente laCoppa Jules Rimet dopo il rovescio per 4-1 contro il Brasile diPelé. Quindi alcampionato del mondo 1974 inGermania Ovest, l'Italia di Valcareggi non superò la fase a gironi, venendo eliminata dallaPolonia. Questa disfatta segnò la fine del ciclo iniziato con la vittoria continentale del '68.
Con il commissario tecnicoEnzo Bearzot, l'Italia si qualificò per ilcampionato del mondo 1978 inArgentina, superando l'Inghilterra. La squadra, basata su un "bloccoJuventus", vinse la prima fase ma andò poi a scemare e finì per piazzarsi solo quarta, perdendo la finale per il terzo posto contro il Brasile (2-1). Nel 1980 l'Italia ospitò il campionato d'Europa, ma, a causa dello scandaloTotonero, la squadra perse alcuni giocatori-chiave: mancato l'accesso alla finale, gliAzzurri disputarono la gara per la terza piazza contro la Cecoslovacchia, perdendo ai rigori. Nel 1982, sempre sotto la guida di Bearzot, arrivò ilterzo mondiale: inSpagna, l'Italia fu artefice di successi di rilievo contro le sudamericaneArgentina e Brasile – quest'ultimaentrata nell'immaginario collettivo – nella seconda fase, e infine sulla Germania Ovest nell'atto finale, sospinta da unPaolo Rossi assurto a capocannoniere del torneo. La notte diMadrid rappresentò il canto del cigno per quella generazione azzurra, che nel quadriennio seguente mancò dapprima la qualificazione alcampionato d'Europa 1984 e poi non seppe difendere il titolo alcampionato del mondo 1986 in Messico, venendo eliminata agli ottavi dalla Francia diMichel Platini; questa sconfitta sancì la fine del ciclo Bearzot.
Il terzo titolo mondiale, nell'edizione diSpagna 1982.
ConAzeglio Vicini come selezionatore, la squadra si qualificò per ilcampionato d'Europa 1988 in Germania Ovest. Nonostante il talento emergente diGianluca Vialli, l'Italia fu eliminata in semifinale dall'Unione Sovietica. Per ilcampionato del mondo 1990, a cui Italia fu qualificata d'ufficio in quanto Paese organizzatore, Vicini puntò suSalvatore Schillaci che si rivelò a sospresa il protagonista del torneo, primeggiando nella classifica marcatori. L'Italia raggiunse le semifinali, ma fu eliminata dall'Argentina diDiego Armando Maradona ai rigori, vincendo infine il bronzo contro l'Inghilterra. Nel successivo ciclo di qualificazioni per ilcampionato d'Europa 1992, la squadra si smarrì e fallì l'obiettivo, portando alla sostituzione di Vicini conArrigo Sacchi.
Sacchi portò l'Italia alla finale delcampionato del mondo 1994, dove fu sconfitta dal Brasile ai rigori; il percorso azzurro negliStati Uniti d'America fu segnato dal contributo decisivo diRoberto Baggio. Nel 1996, Sacchi non riuscì a superare la fase a gironi dell'europeo in Inghilterra, e fu sostituito daCesare Maldini. Questi qualificò l'Italia alcampionato del mondo 1998, pur fallendo l'accesso diretto e ottenendo ilpass solo dopo avere superando laRussia ai play-off. Il percorso azzurro nella fase finale in Francia s'interruppe ai rigori nei quarti, proprio contro i padroni di casa, futuri campioni dell'edizione.
Il quarto titolo mondiale, nell'edizione diGermania 2006.
Dopo l'avvicendamento tecnico fra Maldini eDino Zoff, con quest'ultimo l'Italia raggiunse la finale delcampionato d'Europa 2000, dopo avere primeggiato nel proprio girone e superato poi, nella fase a eliminazione, laRomania ai quarti e, ai rigori, iPaesi Bassi in semifinale; nella finale diRotterdam contro la Francia, pur rimanendo a lungo in vantaggio, gliAzzurri vennero raggiunti allo scadere dei tempi regolamentari per poi cadere 2-1 nei successivi supplementari, con ungolden goal diDavid Trezeguet. A Zoff subentròGiovanni Trapattoni, il quale non riuscì a replicare i successi ottenuti con i club. Nelcampionato del mondo 2002 l'Italia venne eliminata agli ottavi dallaCorea del Sud, dopo ilgolden goal diAhn Jung-hwan. Due anni dopo, non superò la fase a gironi dell'europeo in Portogallo.
Marcello Lippi succedette a Trapattoni nel 2004. Alcampionato del mondo 2006 inGermania, l'Italia vinse il suo quarto titolo mondiale, battendo in finale la Francia ai rigori; il capitano di quella squadra, il difensoreFabio Cannavaro, vincerà poi ilPallone d'oro. Lippi lasciò da campione del mondo in carica, e la nazionale venne affidata aRoberto Donadoni che la guidò alcampionato d'Europa 2008, dove venne eliminata ai quarti dalla Spagna, futura campione continentale, ai rigori. Tale epilogo riportò Lippi in sella, ma la sua seconda gestione azzurra non ripeté i successi della prima, con due eliminazioni al primo turno sia allaFIFA Confederations Cup 2009 sia soprattutto alcampionato del mondo 2010.
Il secondo titolo continentale, nell'edizione diEuropa 2020.
Divenuto commissario tecnicoCesare Prandelli, l'Italia si qualificò alcampionato d'Europa 2012 dove raggiunse la finale, venendo sconfitta per 4-0 dai campioni uscenti spagnoli. La squadra partecipò poi alla FIFA Confederations Cup 2013, ottenendo il terzo posto. Questo positivo momento s'interruppe alcampionato del mondo 2014, dove gliAzzurri vennero eliminati al primo turno.Antonio Conte sostituì Prandelli, portando l'Italia ai quarti di finale delcampionato d'Europa 2016, dove fu eliminata ai rigori dallaGermania campione del mondo in carica. Quindi seguì la breve e deludente gestione tecnica diGian Piero Ventura, con cui la squadra mancò l'accesso alcampionato del mondo 2018, battuta ai play-off dalla Svezia e fallendo così la qualificazione per la prima volta in 60 anni.
Dopo la mancata partecipazione al mondiale, la nuova gestione tecnica diRoberto Mancini qualificò l'Italia alcampionato d'Europa 2020; quindi nella fase finale conquistò il suo secondo titolo continentale, battendo, tra gli altri, Spagna in semifinale e Inghilterra in finale, entrambe ai rigori. Durante la gestione Mancini arrivarono anche due terzi posti in UEFA Nations League, nelle edizioni 2020-2021 e2022-2023, tuttavia inframezzati da un'altra disfatta rappresentata dalla seconda mancata partecipazione consecutiva al mondiale, cadendo ancora ai play-off, stavolta contro laMacedonia del Nord.
Chiusa l'era Mancini, la nazionale non seppe difendere il titolo continentale alcampionato d'Europa 2024 dove, guidata dal selezionatoreLuciano Spalletti, venne eliminata agli ottavi di finale dalla Svizzera.
La nazionale maschile italiana non ha uno stadio fisso per le proprie partite casalinghe, ma disputa gli incontri in vari impianti sul territorio nazionale. Tuttavia, lo stadio Olimpico di Roma è la sede più utilizzata, avendo ospitato 64 partite degliAzzurri fino al 2023. Altre sedi frequentemente utilizzate includono lo stadio Giuseppe Meazza di Milano, con 47 incontri, e lo stadio Artemio Franchi di Firenze, con 30 partite disputate.[7][8]
Il Centro Tecnico Federale Luigi Ridolfi di Coverciano, a Firenze, è la sede ufficiale degli allenamenti della Nazionale italiana di calcio. Il termine "Coverciano" è divenuto sinonimo del ritiro degliAzzurri, che vi svolgono abitualmente preparazioni e ritiri pre-gara, oltre a disputare talvolta amichevoli non ufficiali. Inaugurato nel 1958 come primo centro del genere al mondo, è gestito dalla FIGC e ospita tutte le selezioni nazionali, maschili e femminili. Per il suo ruolo formativo nel calcio professionistico, è noto anche come "Casa degli Azzurri" e "Università del calcio".
IlMuseo del Calcio, inaugurato nel2000[15] e situato nella casa colonialePodere Gignoro all'interno delCentro Tecnico Federale della FIGC aFirenze, raccoglie la storia presente e passata della nazionale e dellaFIGC. Sono esposti numerosi cimeli della nazionale italiana dal1922 ad oggi (palloni, medaglie, scarpe, maglie, ecc.), oltre a un centro informativo digitale con archivio di fotografie e filmati. LaFondazione Museo del Calcio ospita regolarmente, all'interno dei suoi spazi, mostre temporanee ed eventi culturali oltre ad organizzare periodicamente mostre itineranti su tutto il territorio nazionale, presso altri musei ed istituzioni pubbliche.
Qui sono custodite le copie dei trofei conquistati dagliAzzurri, e alcune medaglie dei giocatori riferite ai vari piazzamenti sul podio in alcuni tornei.[16]
Casa Azzurri è una struttura temporanea dellaFIGC che accompagna la nazionale in occasione delle partecipazioni della squadra alle fasi finali dellaCoppa del Mondo FIFA, del Campionato europeo di calcio e della UEFA Nations League.[17] Casa Azzurri viene allestita, fin dalla sua prima edizione per ilcampionato del mondo 1998, in una location temporanea solitamente ubicata nella città sede del ritiro della squadra per la competizione, ed accogliemedia, istituzioni, vertici della federazione, artisti in concerto e testimonial, per la promozione del "made in Italy".
Con il passare delle edizioni, la struttura è andata ad ampliandosi sempre più: dalcampionato d'Europa 2016 è partita la formulaCasa Azzurri on Tour che segue la squadra, dalla propria sede di ritiro dove è ubicata la struttura principale, anche nelle città dove disputa gli incontri del torneo;[17] dalcampionato d'Europa 2020 Casa Azzurri è aperta anche ai tifosi; nel2022 si è allargata anche ad altre squadre delClub Italia come lanazionale femminile e le nazionali di beach soccer;[17] per ilcampionato d'Europa 2024 è stata allestita, per la prima volta, anche unaCasa Azzurri Italia aMilano, parallela a quella realizzata in Germania al seguito dalla squadra.[18]
Nel 1911 la nazionale indossa per la prima volta lamaglia azzurra.
Il colore ufficiale della nazionale di calcio dell'Italia, in tutte le rappresentative maschili e femminili, è l'azzurro; nello specifico nella gradazione denominatablu Savoia, aventesaturazione cromatica compresa fra ilblu pavone e ilpervinca, più chiaro del blu pavone.[19] Per le prime due partite della sua storia, in realtà, l'Italia indossò maglie bianche con lo stemma diCasa Savoia; in occasione del terzo incontro ufficiale della nazionale, il 6 gennaio 1911 a Milano contro l'Ungheria,[20] sempre in onore della famiglia reale si decise di adottare l'azzurro – in realtà blu Savoia, un azzurro molto intenso – come colore ufficiale della divisa, dando origine al soprannome "Gli Azzurri".
Sulla scelta dell'azzurro erano state fatte varie ipotesi: la prima, che fosse stato ripreso dai colori della nazionale francese; la seconda, che venisse dal colore dei mari e del cielo italiani; la terza, che si fosse casualmente scelto un colore alternativo al bianco a causa della forte nevicata avvenuta quella mattina, e del clima nebbioso milanese, in occasione della partita contro gli ungheresi (il bianco avrebbe infatti confuso i giocatori italiani con l'ambiente circostante).[21] In realtà, le fonti storiche spiegano come l'azzurro sia stato scelto in onore dei Savoia, dinastia regnante all'epoca in Italia, in quanto rappresentava il colore del loro casato fin dal 1360. Il blu Savoia, a sua volta, era stato desunto dalla tinta del manto diMaria Vergine,[22] tradizionalmente di colore azzurro, a cui la casata era devota.[23][24] A riprova dell'origine monarchica della scelta, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, ovvero unacroce bianca in campo rosso.[25][26]
Il calcio fu la prima disciplina sportiva ad adottare lamaglia azzurra quale simbolo di appartenenza all'Italia, che in seguito venne utilizzata da quasi tutte le rappresentative nazionali negli altri sport.
La classica divisa italiana: maglia azzurra, pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri.
La prima divisa della nazionale di calcio dell'Italia, ovvero quella "casalinga", è tradizionalmente composta da una maglia azzurra, da pantaloncini bianchi e da calzettoni azzurri. La maglia è di colore azzurro dal1911, salvo qualche periodo in cui questo colore tendeva più al celeste. I pantaloncini sono bianchi, negli ultimi venti anni spesso utilizzati anch'essi di colore azzurro a formare una divisa a tinta unita, mentre in passato sono stati usati occasionalmente anche di colore nero o marrone. I calzettoni infine sono azzurri dal1960, poiché in precedenza erano neri con bordo azzurro.
La seconda divisa, ovvero quella da "trasferta", è tradizionalmente composta da una maglia bianca con richiami all'azzurro, da pantaloncini azzurri e da calzettoni bianchi. La maglia è di colore bianco dal1911, salvo divenire nera in qualche occasione, durante il periodo fascista. I pantaloncini sono azzurri, spesso utilizzati anch'essi di colore bianco a formare una divisa a tinta unita; altri colori utilizzati per i pantaloncini sono il blu navy o il nero. I calzettoni infine sono bianchi, salvo alcune divise del passato che disponevano di calzettoni azzurri o neri.
L'Italia in totale completo azzurro, una scelta cromatica sovente utilizzata dalla nazionale a partire dagli anni 2000 e già saltuariamente vista in passato.
Il 1954 è l'anno in cui venne indossata una terza divisa, che presentava un colore alternativo all'azzurro e albianco, i due colori storici:[27] il 5 dicembre di quell'anno, l'Italia ospitò un’amichevole contro l'Argentina e i giocatori della selezione italiana scesero in campo con una inedita maglia verde, sulla quale veniva mantenuto lo stesso stemma usato in quel periodo. I pantaloncini rimasero bianchi, mentre i calzettoni furono neri bordati di verde. Per i cinquant'anni che seguirono quell'evento, la nazionale rimase con i classici due colori fino al2004 quando, per un'amichevole aReykjavík con l'Islanda del 17 agosto, l'Italia utilizzò un'inedita divisablu scuro.[28][29]
Per i portieri della nazionale, invece, la prime divise furono di colorebianco onero.[20] Nelsecondo dopoguerra si cambiò passando a varie tonalità digrigio, con colletto e bordiblu[20] e pantaloncini neri. Questa divisa dei portieri rimase pressoché invariata fino aglianni ottanta, quando il grigio della maglia divenne un argento metallico, frutto anche delle novità tecniche dell'industria tessile.[20] Dall'inizio del decennio successivo vennero realizzate ancora divise dei portieri con i colori tradizionali argento o grigio, ma che presentavano anche altri colori in disegni centrali e/o sulle maniche.[20] Nella seconda metà deglianni novanta invece si è abbandonato l'utilizzo di un colore univoco per la divisa dei portieri,[20] pur utilizzando ancora il grigio ed arrivando ad avere nel kit ufficiale anche quattro divise ufficiali per il portiere.
Nel 2019 l'Italia torna a dotarsi di una terza divisa, rispolverando nell'occasione il succitato verde già visto nel 1954.[30]
Dal terzo incontro nel 1911, quando venne adottato il colore azzurro per le maglie, e fino allanascita della Repubblica Italiana nel 1946 lo stemma adottato sulla divise della nazionale di calcio dell'Italia consisteva nella croce sabauda, costituita da una croce bianca in campo rosso, su sfondo azzurro,[31] simbolo di Casa Savoia, dinastia allora regnante in Italia; a questo simbolo venne aggiunto, durante il ventennio diregime fascista, il fascio littorio a lato destro dello stesso.[31]
Dal 1947 e fino al 1984 trovò posto sulle maglie untricolore raccolto in unoscudetto con bordo dorato, di forma analoga a quello delle squadre campioni d'Italia di qualsiasi disciplina, al quale venne aggiunta nel1952 una banda orizzontale nera, anch'essa all'interno di una ulteriore bordatura dorata e sormontante lo stesso scudo, contenente la scrittaITALIA in maiuscolo e di colore oro.[31] Questo logo accompagnò gli incontri della nazionale fino al1982,[31] quando venne apportata una piccola variante consistente nell'aggiunta della scrittaFIGC, sempre in color oro, posizionata verticalmente nella banda bianca del tricolore.[31] A seguito della vittoria nelcampionato del mondo 1982 venne modificato lo stemma, e il nuovo logo prevedeva unoscudo svizzero, bordato in oro, contenente il tricolore sovrastato da una banda nera al cui interno trovavano spazio tre stelle dorate, rappresentanti i tre titoli mondiali conquistati.
La maglia utilizzata a Euro 2020, indossata daGiacomo Raspadori, con lo stemma in uso fino al 2022.
Dal 1984 fino al 1998 lo stemma sulle maglie corrispose al logo istituzionale della FIGC, modificato solo una volta nel 1991. Dal 1999, pur mantenendo la Federcalcio un proprio logo, sulle maglie azzurre comparve nuovamente lo scudetto tricolore, che venne apposto sulle casacche fino al 2006, quando la FIGC ripropose nuovamente sulle divise il proprio logo, peraltro modificato in quel periodo.
Da allora le modifiche apportate allo stemma della nazionale sono state tre: la prima nel 2007 per fregiarsi della quarta stella corrispondente ai titoli mondiali vinti, la seconda nel 2017 e l'ultima, corrispondente al logo attuale, a inizio 2023.
Il 2 gennaio 2023 è stato presentato un nuovo scudetto sulle maglie azzurre, composto dal tricolore italiano, sormontato dalla scritta centraleFIGC e due strisce anch'esse dorate ai suoi lati, il tutto sovrastato dall'epigrafeITALIA in azzurro; sempre in azzurro è anche il bordo dello scudetto e le quattro stelle esterne al di sopra di esso.[32] Questo logo differisce da quello istituzionale dellaFIGC, presentato a ottobre 2021, nel solco di quanto già fatto da altre federazioni calcistiche che avevano deciso di differenziare i loghi tra l'istituzione e le rispettive nazionali.[33]
L'inno ufficiale della nazionale di calcio dell'Italia èIl Canto degli Italiani (conosciuto anche comeFratelli d'Italia,Inno di Mameli oCanto nazionale),inno nazionale dellaRepubblica Italiana,[34] che viene suonato prima di ogni incontro degliAzzurri. È uncantorisorgimentale scritto daGoffredo Mameli e musicato daMichele Novaro nel 1847, e il testo si compone di seistrofe e unritornello, che si alterna alle stesse.[35] Prima degli incontri della nazionale di calcio, vengono eseguite l'introduzione, la strofa, una ripetizione della strofa e il ritornello; solitamente nella versione strumentale.
Il 2 gennaio 2023, con il lancio del nuovo scudetto sulle maglie azzurre, è stata presentata anche la nuova "identità sonora", composta dalsound logo e dal tema musicale, che vengono riprodotte su ogni mezzo di comunicazione, fisico e digitale, oltre ad accompagnare l'ingresso in campo della nazionale.[36] Ilsound logo del nuovo scudetto dura tre secondi, ed è composto con due semplici note allo scopo di creare un carattere fortemente emozionale,[36][37] mentre il tema musicale da cui deriva, intitolatoAzzurri, è stato composto e prodotto da Enrico Giaretta e Maurizio D'Aniello con la voce della sopranoSusanna Rigacci.[36][38]
Il Club Italia è presieduto dal presidente federale dellaFIGC, che impartisce le linee guida e approva i programmi tecnici, decide l'organigramma delle strutture del club, oltre a essere il Capo delegazione della nazionale A.[41] Viene coadiuvato dal vicepresidente vicario della federazione e dal presidente dellaLega Serie A, oltre ad avere la possibilità di istituire un organo consultivo composto da personalità delcalcio italiano.[41] La responsabilità delle scelte tecniche della nazionale A è invece affidata alCommissario tecnico.[41]
La struttura del Club è formata dall'Area operativa e dall'Area tecnica, che si suddivide nelle seguenti funzioni: Performance e ricerca, Area medica, Football Analysis.[41]
In passato vi è stata anche una seconda squadra, lanazionale B, che occasionalmente ha funto da supporto e sviluppo per la prima squadra. Nel tempo, la formazione ha affrontato le squadre di altre nazioni e giocato partite contro altre formazioni B delle rispettive nazionali. Fin dalla creazione della squadra nel1927, sono state giocate 70 partite ufficiali.[42][43] A questi incontri possono essere aggiunte altre 8 gare, disputate da selezioni interregionali.[44]
Si fregiò impropriamente del titolo di "nazionale" anche larappresentativa di Lega della Serie A che, dagli anni 1960 agli anni 1990, fu sporadicamente attiva con una propria maglia azzurra e un proprio stemma, attingendo – indistintamente tra giocatori italiani e non – dall'intero bacino della Serie A per affrontare in amichevole altre leghe, per un totale di 11 incontri.[45]
«la storia di un popolo che ha cominciato a sentirsi unito in un'identità comune solo – e neppure sempre – quando undici dei suoi ragazzi si infilavano una maglia azzurra per scendere su un campo verde a inseguire una sfera di cuoio.»
La nazionale italiana di calcio ha assunto, nel corso dei decenni, un posto di rilievo nell'ambito socioculturale dell'Italia, arrivando a creare un sentimento convergente di attaccamento alla squadra e di unità del Paese,[47][48] le cui storie oramai si intrecciano.[46] A tutto ciò hanno contribuito le vittorie nel secondo dopoguerra, unite all'avvento deimass media (come la televisione, la letteratura, il cinema, la canzone popolare, i giornali e internet);[46] infatti laCoppa del Mondo FIFA vinta dagliAzzurri nel 1982 divenne un evento così penetrato dentro la storia d'Italia e nell'immaginario collettivo tanto da costituirsi come un tratto dell'identità nazionale.[49]
In televisione, proprio lafinale mondiale del 1982 vinta dagliAzzurri per 3-1 contro laGermania Ovest è stata il programma in assoluto più seguito nella storia della tv italiana, con 36,7 milioni di telespettatori,[50] e da quando esiste il sistemaAuditel di rilevamento degli ascolti televisivi italiani (1986), nella classifica dei 50 programmi più visti, ben 45 sono incontri della nazionale.[41] Tra l'altro, gli incontri degliAzzurri in competizioni ufficiali devono essere trasmessi in chiaro e in diretta in quanto rientranti nell'elenco degli «eventi di particolare rilevanza per la società di cui deve essere assicurata la diffusione su palinsesti in chiaro», redatto nel2012 dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.[51] La conquista del quarto titolo mondiale, invece, fece segnare il record di vendite e di tiratura nella storia, per un quotidiano italiano: il 10 luglio 2006La Gazzetta dello Sport ebbe oltre 2,3 milioni di copie vendute.[52]
La popolarità della nazionale di calcio la rende oggetto e sfondo di alcuni lungometraggi, canzoni e testi letterari anche estranei all'ambito strettamente sportivo.
In più di 110 anni di storia, hanno vestito la maglia della nazionale di calcio dell'Italia oltre 800 calciatori, in gran parte tesserati dai club italiani al momento della convocazione.
Tra i calciatori di maggior rilievo che hanno vestito la maglia azzurra, figurano gli otto inseriti nella listaFIFA Century Club, composta da giocatori che hanno disputato almeno 100 incontri con la propria nazionale:Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro,Paolo Maldini,Daniele De Rossi,Andrea Pirlo,Leonardo Bonucci,Giorgio Chiellini e Dino Zoff. Quest'ultimo, tra l'altro, è stato inserito nel 2004 nellaUEFA Jubilee Awards quale miglior calciatore italiano della metà di secolo precedente, oltre a essere l'unico azzurro ad aver conseguito il titolo di campione sia d'Europa sia del mondo.
Tra i cannonieri si segnalano Gigi Riva, Giuseppe Meazza eSilvio Piola, oltre a Paolo Rossi e Salvatore Schillaci che hanno conseguito il titolo di capocannonieri di una edizione delcampionato mondiale di calcio.
Gianluigi Buffon, detentore del record assoluto di presenze, anche da capitano.
I capitani sono tutti quei calciatori che hanno indossato dal 1º minuto di un incontro ufficiale la fascia di capitano della nazionale italiana, sia in maniera stabile per un determinato periodo, essendogli riconosciuto in veste ufficiale questo ruolo, sia occasionalmente per uno o più incontri.
Nella storia della nazionale azzurra, oltre 90 calciatori hanno indossato la fascia di capitano della squadra; di questi, 31 sono stati i capitani "designati" che hanno svolto questo ruolo stabilmente per un determinato periodo. Gianluigi Buffon è il recordman per incontri disputati da capitano (80 partite) mentreGiacinto Facchetti ha assolto questo ruolo per il periodo di tempo più lungo (11 anni). Altri capitani di maggior rilievo, per numero di incontri e/o periodo di tempo, sono stati Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Dino Zoff,Giuseppe Bergomi,Franco Baresi,Giampiero Boniperti, Giorgio Chiellini e Silvio Piola.
L'Ital-Juve dei primi anni 2010: la Juventus è il club che storicamente ha fornito il maggior numero di tesserati alla nazionale.
La maggioranza dei calciatori che hanno vestito la maglia azzurra proviene dai club italiani. Tra l'altro, fino agli anni 1990 non vi era mai stato nessun calciatore azzurro convocato nella selezione italiana, che militasse in quel momento in un club straniero. Il contributo dei vari club italiani alla nazionale, rispecchia più o meno quella che è latradizione sportiva del Paese: la società che in assoluto vanta il maggior numero di calciatori forniti alla nazionale, con conseguente maggior numero di presenze, è laJuventus, che distanzia l'Inter e ilMilan che, a loro volta, primeggiano suRoma,Fiorentina eTorino.
Il massicciocontributo della società bianconera alla Nazionale A, nel corso dei decenni ha portato a identificare il binomio con vari soprannomi: neglianni trenta, si parlò di «Nazio-Juve»;[54][55] sul finire deglianni settanta Enzo Bearzot aprì un nuovo ciclo di grandi risultati per la Nazionale basata sul gruppo dei giovani giocatori della Juventus guidata all'epoca da Giovanni Trapattoni, che divenne il cosiddetto «Blocco-Juve»;[56] nelloscorso decennio infine, con il c.t. Cesare Prandelli che poté contare su sei bianconeri tra i titolari alcampionato d'Europa 2012 (includendo il reparto difensivo, chea posteriori, sarebbe stato noto come la «BBC»), i media coniarono l'appellativo d'«Ital-Juve».[57]
Il record di calciatori in campo provenienti dallo stesso club fu quello stabilito dal «Grande Torino», squadrapluricampione d'Italia neglianni quaranta, l'11 maggio 1947: il commissario tecnicoVittorio Pozzo schierò nell'amichevole vinta 3-2 sull'Ungheria dieci giocatori granata (Ballarin,Maroso,Rigamonti,Grezar,Castigliano,Menti,Mazzola,Ferraris II,Loik,Gabetto) con il solo portiereSentimenti IV proveniente dalla Juventus.[58] È invece di nove calciatori dello stesso club in campo il record nelle competizioni ufficiali: contro l'Ungheria nella Coppa Internazionale 1933-1935 (Juventus), contro laJugoslavia nellaCoppa Internazionale 1955-1960 (Fiorentina) e infine contro iPaesi Bassi alcampionato del mondo 1978 (ancora Juventus).[54][59] I bianconeri detengono infine il primato assoluto di tesserati convocati per la fase finale di un torneo: sia al campionato mondiale di calcio 1934, sia a quello del1978, su ventidue convocati ben nove erano bianconeri.[60]
Vittorio Pozzo, l'allenatore con il maggior numero di vittorie in nazionale, oltreché il più titolato con due mondiali, un oro olimpico e due Coppe Internazionali.
Nel calcio italiano, l'uso del termine «selezionatore», che nel resto del mondo è comunemente appannaggio dell'allenatore di una nazionale calcistica, è storicamente soppiantato dall'insolita denominazione dicommissario tecnico,[61] a sua volta abbreviato inC.T. e colloquialmente reso incitì. Ciò è dovuto al fatto che, ai suoi albori, la squadra azzurra fosse guidata da una «commissione tecnica» – di cui facevano parte allenatori dei club, dirigenti,preparatori atletici, arbitri e, talvolta, persinogiornalisti sportivi –, anziché da una singola persona.[61][62] Il compito della commissione era quello di allestire il campo da gioco, convocare i giocatori e preparare il vestiario;[63] a preparare atleticamente e allenare la squadra potevano competere a tutti i membri della commissione, oppure essere nominato un singolo componente della stessa a tale scopo, o anche chiamare una persona esterna.[63]
Salvo qualche occasione in cui venne nominato un commissario unico, le commissioni tecniche furono una costante della nazionale fino agli inizi deglianni sessanta, quando si passò in maniera pressoché stabile alla scelta di un'unica figura per il ruolo di convocatore e allenatore dei calciatori, ad eccezione di tre occasioni in cui si tornò alla scelta della commissione tecnica (di cui l'ultima nel biennio 1975-1977).
Quasi tutti i commissari tecnici che si sono succeduti alla guida della nazionale hanno utilizzato come stile di gioco quello che è universalmente riconosciuto come il «calcio all'italiana»,[66] consistente in una dottrina di gioco basata sulla difesa solida,[66] grande corsa, coperture ferree e ripartenze (o contropiede),[66] tanto da divenire anch'esso una sorta di "identità" degliAzzurri,[66] spesso criticata all'estero,[67] ma determinante in quasi tutte le vittore dell'Italia (sia della nazionale sia dei suo club). Infatti, i primi titoli della nazionale furono conquistati conVittorio Pozzo che ideò ilMetodo, modulo di gioco difensivista in contrapposizione con ilSistema allora in voga nei paesi anglosassoni e considerato molto offensivo.
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini con Dino Zoff, Franco Causio e Enzo Bearzot sul DC9 militare che li sta riportando da Madrid a Roma. Sul tavolo la coppa del Mundial.
La nazionale A dell'Italia ha vinto quattro edizioni delcampionato mondiale di calcio (Italia 1934,Francia 1938,Spagna 1982 eGermania 2006), la massima competizione calcistica per squadre nazionali maschili, classificandosi seconda in altre due occasioni (Messico 1970 eStati Uniti 1994); inoltre, si è classificata terza aItalia 1990 e quarta adArgentina 1978. Per contro, non ha partecipato alla prima edizione (Uruguay 1930) e non si è qualificata a quelle diSvezia 1958,Russia 2018 eQatar 2022; inoltre, non ha superato il primo turno del campionato del mondo in sette occasioni.[71] Ai mondiali l'Italia non ha mai perso nei tempi regolamentari o supplementari una partita di quarti di finale o semifinale. Le uniche sconfitte in questi turni sono maturate dopo itiri di rigore: contro l'Argentina in semifinale nel 1990 e contro la Francia ai quarti di finale nel 1998.
Si aggiungono alle suddette vittorie la medaglia d'oro al torneo olimpico diBerlino 1936 e quella di bronzo a quello diAmsterdam 1928, in un periodo in cui l'ordinamento olimpico non aveva ancora uniformato, secondo il criterio dell'età massima dei giocatori, la composizione delle squadre.
NellaConfederations Cup conta due partecipazioni (2009 e2013) e ha ottenuto come miglior risultato il terzo posto nell'edizione del 2013. Il terzo posto è anche il miglior risultato degli italiani nellaUEFA Nations League, conseguito nelle edizioni2020-2021 e2022-2023.
L'Italia ha vinto dueCoppe Internazionali (torneo europeo nato nel 1927, prima dell'istituzione dellaUEFA e da questa mai riconosciuto ufficialmente, poi rimpiazzato nel 1960 dalcampionato europeo) nelle edizioni1927-1930 e1933-1935, risultando l'unica squadra ad aver vinto due volte tale competizione; ha ottenuto anche un secondo posto nell'edizione1931-1932.
La nazionale italiana di calcio, oltre a essere una della selezioni più titolate al mondo, occupa anche i primi posti delle classifiche inerenti ai risultati accumulati nel totale degli incontri disputati.[79] Su oltre ottanta avversarie incontrate l'Italia detiene un bilancio positivo nei "testa a testa" con una larga maggioranza di esse, tra le quali anche rivali storiche.[80]
Tra le serie record della nazionale di calcio dell'Italia quella principale è stata realizzata nel periodo compreso tra il 10 ottobre 2018 (pareggio alFerraris contro l'Ucraina) e l'8 settembre 2021 (vittoria alMapei Stadium contro laLituania), gliAzzurri sono rimasti imbattuti per un totale di 37 gare ufficiali consecutive, superando nel pareggio a reti bianche contro laSvizzera del 5 settembre 2021 il precedente record per le nazionali maschili di 35 partite ufficiali consecutive senza sconfitte, che era detenuto congiuntamente dallanazionale brasiliana (tra il 16 dicembre 1993 e il 21 gennaio 1996) e dallanazionale spagnola (tra il 7 febbraio 2007 e il 24 giugno 2009). Inoltre, se si escludono le gare amichevoli da questa serie, gliAzzurri detengono anche il record di imbattibilità in gare di competizioni per nazionali maschili, avendo realizzato una striscia di 31 partite senza perdere, superando il precedente primato della nazionale spagnola (29) nel periodo 2010-2013.
Un importante record detenuto dalla nazionale italiana è quello dei minuti senza subire reti: 1 168.[83] Dalla rete subita nella sfida contro iPaesi Bassi nellaUEFA Nations League del 14 ottobre 2020,[83] alla rete siglata dall'Austria nel secondo tempo supplementare degli ottavi di finale delcampionato d'Europa 2020,[83] si sono alternati imbattuti tra i pali i portieriGianluigi Donnarumma (che ha giocato per 987 minuti),Salvatore Sirigu (91 minuti),Alessio Cragno (63 minuti) eAlex Meret (27 minuti).[83] Questo record migliora quello precedente di 1 143 minuti, che apparteneva sempre alla nazionale italiana, siglato nel periodo tra il 1972 e il 1974.[83] In questo caso la porta azzurra era stata difesa solamente daDino Zoff,[83] che conserva quindi il record di minuti d'imbattibilità di un singolo portiere.
Il giocatore che detiene il maggior numero di presenze con la nazionale A èGianluigi Buffon con 176 apparizioni, che vanta anche il record di incontri disputati da capitano azzurro (80 partite). In entrambe le speciali classifiche ha ottenuto il record superandoFabio Cannavaro, che deteneva i primati rispettivamente con 136 presenze (superato l'11 ottobre 2013, in occasione dell'incontro Danimarca-Italia terminato 2-2)[84] e 79 incontri da capitano (sorpassato quindi in concomitanza dell'ultima gara in nazionale di Buffon, il 23 marzo 2018 quando venne disputata l'amichevole Argentina-Italia aManchester).[85]
Il miglior marcatore della storia azzurra èGigi Riva, con 35 gol segnati nel periodo di militanza in nazionale (1965-1974). Il precedente primato di reti segnate con la maglia azzurra apparteneva aGiuseppe Meazza, che siglò 33 reti nel periodo 1930-1939. Il record di Meazza venne eguagliato da Riva il 9 giugno 1973 nell'amichevole di Roma contro il Brasile, per poi essere superato il 29 settembre dello stesso anno, con una rete in Italia-Svezia terminata 2-0, e attestando definitivamente il record a 35 reti il 20 ottobre, in occasione di Italia-Svizzera conclusa 2-0.
La manifestazione alCirco Massimo, con settecentomila partecipanti, nel 2006 per festeggiare il quarto titolo mondiale vinto dall'Italia.
In ambito nazionale al 2024, secondo la ricerca realizzata dalla societàIpsos alla vigilia delcampionato europeo in Germania, il 61% degli italiani si dimostra interessato a seguire gli incontri degliAzzurri,[86] percentuale che scende al 50% tra la popolazione femminile[86] e che, invece, sale fino all'86,5% tra coloro che sono abitualmente appassionati dicalcio.[86] Un dato in linea con precedenti statistiche commissionate dallaFIGC, che nel 2017 rilevò come il 59% degli italiani dichiarava di essere interessato alle vicende della nazionale A.[87] L'interesse per la nazionale varca anche i confini del Paese, poiché il 38% degliemigrati italiani nel mondo dichiarava, nel 2019, di riconoscersi nei colori azzurri e di seguirne in modo assiduo gli incontri,[88] su un bacino d'utenza compreso tra i 60 e gli 80 milioni di persone, che sarebbe la somma dei residenti italiani all'estero e dei discendenti di tante generazioni di emigrati dall'Italia.[89]
Secondo altre statistiche commissionate dallaFIGC, nel 2019 il 37% dei tifosi della nazionale A dichiarava di aver assistito allo stadio ad almeno 2 incontri degliAzzurri.[88] Il record di spettatori per un incontro casalingo della nazionale è detenuto dall'amichevole con l'Inghilterra, disputata allo Stadio Comunale diFirenze il 18 maggio 1952, quando assistettero alla gara 93 000 spettatori; alcune fonti scrivono invece di 95 000 persone nell'impianto.[90]
Per gli incontri degliAzzurri alcampionato mondiale o all'europeo, vengono spesso allestiti dei maxischermi, da parte delle amministrazioni comunali, nelle principali piazze delle città d'Italia,[91] ma anche da parte di privati in pubblici esercizi comebar,pub, lidi,[92] davanti ai quali i tifosi possono assistere agli incontri. In caso di vittoria negli incontri dei due principali tornei, si assiste spesso aicaroselli di auto dei tifosi per le strade dei centri urbani,[91][92] aumentando la partecipazione agli stessi in proporzione ai vari passaggi di turno nel torneo, ai quali si aggiungono numerosi spettacoli pirotecnici nei cieli delle città italiane in caso di successo finale dell'evento.[91] Inoltre, in molti balconi o terrazze delle abitazioni italiane si assiste all'esposizione dellabandiera d'Italia.[93] Capita, non di rado, che tutte le sopracitate manifestazioni organizzate o spontanee di tifo per gliAzzurri si riscontrino anche nelle grandi metropoli di ogni continente, se vi sono comunità numerose diemigrati italiani.[94][95][96][97]
Le prime rivalità della nazionale di calcio italiana sono state quelle, neglianni venti etrenta dello scorso secolo, conAustria,[98]Ungheria,[99]Uruguay eCecoslovacchia; queste, nel corso dei decenni successivi, sono state sostituite dalle rivalità con le altre due big sudamericane (Argentina eBrasile), ma, soprattutto, con le altre grandi potenze del calcio europeo vincitrici di uno o più titoli mondiali:Francia,Germania,Inghilterra eSpagna.
I due capitani di Francia e Italia,Trésor eZoff, si salutano prima dell'amichevole diNapoli dell'8 febbraio 1978.
La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e laFrancia trova radici ben profonde e non solo legate al mondo del calcio. Sussiste da sempre tra i due paesi un rapporto di amore-odio contraddistinto dal rispetto e dalla stima reciproci, ma accompagnato spesso da scherno e competizione, a livello economico-commerciale ma anche culturale.[101] Anche per questo motivo le loro sfide sono molto sentite da giocatori, dirigenti, giornalisti e tifosi.[102]
La prima sfida avvenne nel 1910 aMilano, con gliAzzurri alla loro prima partita della storia e con il risultato finale di 6-2 per i padroni di casa. La rivalità iniziò tuttavia sul finire degli anni novanta, quando alcampionato del mondo 1998, giocato proprio inFrancia, le due nazionali si scontrarono nei quarti di finale, con iBleus che vinsero aitiri di rigore. Due anni dopo, la sfida si ripropose in finale delcampionato d'Europa 2000 aRotterdam e la Francia vinse ancora sugliAzzurri, pareggiando al termine dei tempi regolamentari e segnando ai supplementari il decisivogolden goal.[103] La rivincita italiana avvenne nelcampionato del mondo 2006 con la finale diBerlino ancora tra Francia e Italia, e gliAzzurri vinsero il titolo mondiale sui francesi aitiri di rigore, successivi a un incontro ricco di episodi incandescenti.[103]
La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e laGermania (tra il 1949 e il 1990 identificata comeGermania Ovest) è spesso ribattezzata come il «derby d'Europa»,[104] anche in virtù del fatto che le due squadre sono le più titolate in Europa e tra le più titolate al mondo.[104]
La prima sfida avvenne nel 1923 aMilano, con gliAzzurri che superarono i tedeschi per 3-1 dando inizio a un classico del calcio mondiale,[104] ma la vera rivalità ebbe inizio il 17 giugno 1970 aCittà del Messico, quando nella semifinale delcampionato del mondo 1970 l'Italia riuscì a vincere per 4-3, al termine deitempi supplementari, in quella che fu in seguito definita come la «Partita del secolo».[104] Successivamente, l'apice delle sfide tra Germania e Italia si ebbe alcampionato del mondo 1982, quando le due formazioni si affrontarono aMadrid in finale, con la nazionale italiana vincitrice del suo terzo titolo mondiale sconfiggendo la Germania Ovest per 3-1.
Ad aumentare la rivalità calcistica tra Germania e Italia ha contribuito il fatto che gli ultimi due campionati del mondo disputati sul territorio delle due nazioni siano stati vinti dalla nazionale rivale:[104] al mondiale diItalia 1990 vinsero i tedeschi[104] (in finale contro l'Argentina che aveva a sua volta eliminato gliAzzurri) mentre il torneo diGermania 2006 fu conquistato dall'Italia che in semifinale aDortmund superò per 2-0 proprio i padroni di casa.[104]
Le numerose sconfitte dei tedeschi nei tornei ufficiali sono un fatto calcistico molto sentito inGermania, tanto che questo record negativo fa sì che l'Italia sia definita «il più grande incubo calcistico», «una nemesi», e che l'ex presidente della federazione calcistica tedesca (DFB) Wolfgang Niersbach ritenne che un incontro con l'Italia, anche se amichevole, non debba essere considerato soltanto una partita, ma «una competizione per il prestigio e l'onore».[105][106]
La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e l'Inghilterra è il simbolo soprattutto di un diverso approccio culturale e metodologico al calcio degliAzzurri rispetto alla nazionale «dei tre leoni».[107][108] Calcisticamente, tra le due nazioni c'è anche una forte competizione a livello di club.[109]
La prima sfida avvenne nel 1933 aRoma e terminò con un pareggio per 1-1; il secondo incontro fu disputato l'anno seguente aLondra e passò alla storia come la «battaglia di Highbury»: l'Italia qualche mese prima si era laureata campione del mondo e la partita fu presentata come decisiva per stabilire a chi spettasse la supremazia mondiale. Dopo due minuti di gioco gliAzzurri rimasero in dieci uomini per l'infortunio delcentromedianoLuis Monti (in quel periodo non erano previste sostituzioni) e nel giro di dieci minuti si trovarono in svantaggio di 3 reti a 0. La partita si trasformò, per l'appunto, in una battaglia e nel secondo tempo l'Italia accorciò le distanze con due gol diGiuseppe Meazza, che negli ultimi minuti colpì la traversa con un colpo di testa. L'incontro finì 3-2 per gli inglesi, ma la grande prestazione degli ospiti valse loro il titolo di «leoni di Highbury».[110][111]
La sfida più importante tra le due nazionali è avvenuta nel 2021, in occasione della finale delcampionato d'Europa 2020 allostadio di Wembley: l'incontro fu vinto dagliAzzurri per 3-2 ai tiri di rigore (1-1 dopo i tempi supplementari), successo che valse loro il secondo titolo europeo.[107]
La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e laSpagna è a volte indicata come «derby delMediterraneo»[112] ed è più recente rispetto ad altre rivalità, essendosi formata e rafforzata nelterzo millennio, in coincidenza col periodo più florido delleFurie Rosse.
La prima sfida avvenne nel 1920 adAnversa, nelle semifinali del torneo di consolazione dicalcio ai Giochi della VII Olimpiade, dove gli spagnoli vinsero per 2-0. La successiva rivalità calcistica tra le due nazioni fu però maggiore a livello di club, nellecompetizioni UEFA, in cuiItalia eSpagna hanno goduto di periodi di rispettivo dominio. I frequenti incontri tra i club hanno portato i giocatori d'élite a familiarizzare l'uno con l'altro quando si incontrano a livello nazionale.[113] Anche le squadre Under 21 delle due nazioni, tra le più forti al mondo, sono riconosciute come rivali. L'apice delle sfide traAzzurri e spagnoli è stata la finale delcampionato d'Europa 2012, con leFurie Rosse che dominarono l'incontro vincendo per 4-0, conquistando il loro terzo titolo di campioni d'Europa e il secondo consecutivo.[114]
Pelé eSandro Mazzola entrano in campo per l'amichevole del 12 maggio 1963.
La rivalità calcistica tra l'Italia e ilBrasile è conosciuta anche come «clássico mundial» in portoghese o «derby delMondo» in italiano, in quanto mette di fronte due delle nazioni calcistiche di maggior successo a livello globale, avendo raggiunto noveCoppe del Mondo tra i due paesi. A differenza delle sfide con le squadre europee, con le quali sussiste una rivalità più accesa, essendo il Brasile una nazionalesudamericana, con i verdeoro sono limitati i confronti nell'ambito delle competizioni intercontinentali, sebbene siano state giocate varie amichevoli. La sfida è stata per due volte lafinale del campionato mondiale, unico caso assieme aGermania -Argentina (ultimo atto della rassegna iridata in tre occasioni).[115][116][117]
La prima sfida in assoluto fu ai Mondiali diFrancia 1938, in semifinale. I sudamericani, convinti di centrare la qualificazione alla finale, avevano prenotato un aereo perParigi e tenuto in panchinaLeônidas (in vista dell'impegno conclusivo).[118] Il risultato finale premiò invece gli uomini diVittorio Pozzo, vittoriosi per 2-1.
Il successivo confronto in ambito mondiale fu nel1970, durante la finale diCittà del Messico. I verdeoro trionfarono per 4-1, dopo aver chiuso in parità il primo tempo: il successo comportò l'assegnazione in via definitiva del trofeo dedicato aJules Rimet, poiché laFIFA aveva deliberato che la versione originale della coppa venisse assegnata alla nazionale che avesse raggiunto per prima le tre affermazioni (sino a quel momento, l'Italia e il Brasile potevano vantare due vittorie a testa). L'Italia si "vendicò" nell'edizione diSpagna 1982, allorché si impose per 3-2 nell'ultima gara del secondo turno, guadagnando il passaggio alle semifinali. Tra i tifosi della Seleção, la partita è ricordata come «tragedia del Sarriá». È questa l'ultima affermazione azzurra sui rivali, che dodici anni dopo fecero proprio il trofeo battendo la squadra diArrigo Sacchi nella finale del mondiale diStati Uniti 1994, il primo deciso ai rigori.
Più che un'acerrima rivalità, la sfida con l'Argentina è underby internazionale, poiché buona parte della popolazioneargentina è di ascendenzaitaliana. Inoltre le due società più blasonate del calcio locale (Boca Juniors eRiver Plate) sono state fondate dagenovesi.
Il primo incontro fu un'amichevole giocata aRoma nel 1954: gliAzzurri vinsero per 2-0 contro iBiancocelesti.[119] L'unico episodio controverso nelle sfide tra le due squadre, si verificò nel 1990, quando l'Italia padrona di casa cedette in semifinale ai rivali (perdendo airigori, dopo l'1-1 al termine dei supplementari) nella gara giocata alSan Paolo diNapoli (teatro delle imprese diMaradona con lasquadra partenopea): durante la finale all'Olimpico diRoma la tifoseria azzurra sostenne l'altra formazione, laGermania Ovest poi vincitrice, e Maradona, capitano della squadra argentina, insultò in mondovisione il pubblico che aveva fischiato i suoi già durante l'esecuzione dell'inno.[120]
Uruguay
Il primo confronto con l'Uruguay fu quello aiGiochi olimpici 1928: in semifinale, i sudamericani si imposero per 3-2. Le due squadre si ritrovarono dopo oltre quarant'anni, nel primo turno dei Mondiali diMessico 1970: l'incontro finì 0-0 ed entrambe accedettero ai quarti di finale.
Una minore rivalità, piuttosto affievolita, vi è con laSvizzera, che era sentita principalmente dagli emigranti italiani in terra elvetica. Anche per la vicinanza fra i due paesi, la nazionale rossocrociata è quella più affrontata dalla nazionale italiana. Ben altre rivalità, molto forti, vi sono con due nazioni di recente formazione qualiSlovenia eCroazia; dovute piuttosto a motivi storici che non calcistici.[122][123] Sebbene queste rivalità non siano generalmente sentite come quelle verso Francia o Germania, gli incontri con Slovenia e Croazia hanno finora rappresentato gli unici casi in cui i tifosiAzzurri, solitamente tranquilli, siano stati coinvolti in scontri di curva.[124][125] Uno dei casi più emblematici è l'amichevole del 21 agosto 2002 Italia-Slovenia (0-1), che doveva rappresentare anche una sorta difesta di commiato perBruno Pizzul quale telecronista della nazionale. La gara, giocata aTrieste (dov'è molto sentita la rivalità coi vicinisloveni), viene principalmente ricordata per i numerosi scontri fra le due tifoserie, qualche tentata invasione di campo e alcuni accenni di rissa anche fra i calciatori.[124]
Le altre rivalità non sono storiche, ma più che altro segnate da episodi limitati o sporadici. Impossibile non citare ilCile e la famosaBattaglia di Santiago, rivalità sorta e finita in quell'anno dopo un'inopportuna campagna mediatica della stampa italiana nei confronti della città capitale cilena che suscitò aspre polemiche nello Stato sudamericano, accrescendo notevolmente la tensione prima della partita, terminata poi in maniera decisamente poco felice. Le partite successive coi cileni sono tornate a giocarsi senza problemi.
Un ricordo senz'altro negativo è legato anche alle scandinaveDanimarca eSvezia, famose soprattutto per il 2-2 che condannò gliAzzurri all'eliminazione dalcampionato europeo di calcio 2004; in particolare alla Svezia si deve anche la dolorosa mancata qualificazione alcampionato del mondo 2018. Curioso inoltre notare che l'unico precedente nel quale l'Italia mancò la qualificazione ai mondiali fu in quelli del1958, giocatisi proprio in Svezia; e la mancò anche agli europei del1992, sempre svoltisi nel paese scandinavo.
Altri ricordi negativi per la nazionale italiana sono legati alle due rappresentative coreane: laCorea del Nord sconfisse clamorosamente gliAzzurri per 1-0 alcampionato del mondo 1966 causandone l'eliminazione al primo turno (partita nella quale l'Italia giocò per circa un'ora con un uomo in meno per l'infortunio occorso aGiacomo Bulgarelli), mentre laCorea del Sud padrona di casa estromise l'Italia algolden goal agli ottavi di finale delcampionato del mondo 2002, in una partita segnata dal contestato arbitraggio diByron Moreno. L'Italia non ha più incontrato queste due nazionali in gare ufficiali.
Lo staff della nazionale si compone del team manager, del capo delegazione, dal commissario tecnico, che allena, convoca e schiera in campo gli atleti ed è assistito da quattro vice-allenatori. Ad aiutare gli allenatori, ci sono il preparatore dei portieri, i preparatori atletici, i medici, i fisioterapisti, l'osteopata, il nutrizionista, il match analyst e il segretario.
^L'elenco tiene conto sia delle gare disputate con l'Italia quale squadra ospitante che quelle, in occasione di tornei ufficiali, in cui il campo sia formalmente neutro.
^«Scrive Luigi Cibrario, storico della monarchia: "Quell'azzurro con l'immagine di Nostra Signora, in campo seminato di stelle d'oro, quel colore di cielo consacrato a Maria, simbolo del nostro colore nazionale"», cfr.Cibrario
^L'Italia fu fra le nazionali che rifiutarono l'invito della FIFA, lasciando il torneo “zoppo”.
^Come da regolamentoFIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionarequesta pagina.
^LaFIFA Confederations Cup 2003 si svolse inFrancia, e la rispettiva nazionale, vincitrice delcampionato d'Europa 2000, era qualificata di diritto in quanto nazione ospitante, quindi l'Italia aveva diritto di partecipare in quanto finalista del suddetto europeo; al suo rifiuto, laFIFA invitò allora laGermania in quanto finalista alcampionato del mondo 2002, ma anch'essa rifiutò, così venne invitata laTurchia, che nel suddetto mondiale si era classificata al terzo posto.
AA.VV.,Azzurri 1910-1983 - Storia della nazionale di calcio tre volte campione del mondo, Milano, Rizzoli-Corriere della Sera, 1983,ISBN88-17-24206-3.
AA.VV.,Coverciano Centro Tecnico Federale 1958 - 2018 Storia di un luogo e degli uomini che lo hanno reso leggenda, Firenze, Giunti, 2019,ISBN9788809879331.
Almanacco Panini 2003.
Carlo Felice Chiesa,La grande storia del calcio italiano, Guerin Sportivo, 2012-2020.
1ª puntata:1898-1907, pp. 1–16, inGuerin Sportivo nº 4, aprile 2012, pp. 83–98.
2ª puntata:1908-1910, pp. 17–32, inGuerin Sportivo nº 5, maggio 2012, pp. 83–98.
3ª puntata:1910-1912, pp. 33–48, inGuerin Sportivo nº 6, giugno 2012, pp. 83–98.
Come da regolamento FIFA, si considerano «maggiori» tutte quelle nazionali che parteciparono ai tornei olimpici di calcio tra il 1908 e il 1948. Dal 1952 in poi le partecipanti al torneo olimpico vengono definite «nazionali olimpiche».