INabatei furono un popolo di commercianti dell'Arabia antica, insediati nelle oasi del nord-ovest cui al tempo diFlavio Giuseppe fu dato il nome di Nabatene, indicando approssimativamente l'area che fungeva da confine fra laSiria e l'Arabia, dall'Eufrate alMar Rosso. La rete mercantile da essi efficacemente controllata e gestita metteva in comunicazione il sud e il nord dellapenisola araba e permetteva di commercializzare nell'areamediterranea prodotti ad altautilità marginale, provenienti dalla lontanaIndia e dalle regioni circonvicine.
Benché nulla sia sopravvissuto della loro letteratura, di cui peraltro non si ha menzione nei testi antichi, l'importanza della cultura nabatea è testimoniata dalla diffusione della loro lingua, attestata in un gran numero digraffiti e iscrizioniepigrafiche, anche a distanza daPetra, loro centro politico.
I riferimenti di età classica sui Nabatei fanno pensare che le loro rotte mercantili e la provenienza delle merci fossero considerate un segreto, camuffato in racconti in grado di confondere i forestieri.Diodoro Siculo li descrive come unatribù forte di circa 10.000 guerrieri, in grado di dominare inomadi dell'Arabia, non interessati all'agricoltura, alle dimore fisse e alvino ma, oltre all'allevamento, coinvolti in traffici che consentivano alti profitti con gli empori che commerciavano ilfranchincenso, lamirra e spezie provenienti dall'Arabia Felix, oggiYemen, come pure ai commerci con l'Egitto riguardanti ilbitume proveniente dalMar Morto. Le loro contrade, aride, erano la miglior difesa per la loro amata libertà, grazie alle ampiecisterne che raccoglievano l'acquapiovana, scavate nella roccia o nell'argilla, nascoste agli occhi dei potenziali invasori.
L'origine dei Nabatei rimane oscura. Basandosi su una somiglianza fonetica,Gerolamo suggerisce un collegamento con la tribù deiNebaioth ricordata nel Libro dei Popoli dellaGenesi, ma storici moderni sono prudenti circa l'antica storia nabatea. L'esilio babilonese che cominciò nel586 a.C. aprì un vuoto di potere nelRegno di Giuda, e non appena gliEdomiti si spostarono nelle terre da pascolo dei Giudei, le iscrizioni nabatee cominciarono a essere presenti in territorio edomita (prima del312 a.C., quando essi furono attaccati infruttuosamente aPetra daAntigono I). Petra o Sela fu l'antica capitale diEdom; i Nabatei devono aver occupato l'antico territorio di Edom, subentrandogli nei traffici mercantili dopo che gli Edomiti si erano avvantaggiati dell'esilio babilonese degli Ebrei, sospingendoli nella Giudea meridionale. Questa migrazione nabatea, la cui data non può essere determinata, li rese anche padroni delle sponde delGolfo di Aqaba e dell'importante approdo diElath. Qui, secondoAgatarchide, a causa di razziatori e pirati ebbero per qualche tempo problemi nella riapertura del commercio fra l'Egitto e l'Oriente, fin quando essi furono eliminati daiTolomei diAlessandria.
Al momento dell'inizio della loro storia documentabile i Nabatei avevano già subito processi di acculturazione grazie alla culturaaramaica; scrissero una lettera ad Antigono in caratterisiriaci, e lalingua aramaica fu la lingua delle loro monete ed epigrafi quando la struttura tribale lasciò posto alla monarchia. Profittando della decadenzaseleucide estesero i loro confini verso settentrione, in direzione della fertile area orientale delfiume Giordano. Occuparono l'Hauran e verso l'85 a.C. il reAretas (evidentementeal-Ḥārith ) divenne signore diDamasco e dellaCelesiria.Nabatei divenne il nome arabo degli Aramei, sia inSiria sia inIraq: un fatto che è stato scorrettamente assunto per dimostrare che i Nabatei furono in origine Aramei immigrati daBabilonia. I nomi propri delle loro iscrizioni suggeriscono che essi furono autentici Arabi che avevano subito influenze aramaiche. Starcky identifica i Nabatu dell'Arabia meridionale come loro antenati. Tuttavia diversi gruppi di Nabatei scrissero i loro nomi in modi del tutto differenti; pertanto gli archeologi sono riluttanti ad affermare che essi furono tutti riferibili alla stessa tribù o che ogni gruppo fosse l'originale gruppo dei Nabatei.
Laprovincia romana dell'Arabia Petraea, creata su quello che era il regno nabateo.
Petra fu edificata rapidamente nelI secolo a.C. in tutto lo splendore tipico dell'etàellenistica, quando i Nabatei erano alleati dei primiAsmonei nelle lotte contro i monarchiseleucidi. Divennero rivali della dinastiaebraica, che fiori nelII secolo a.C., e un elemento chiave dei disordini che convinseroGneo Pompeo Magno ad intervenire inGiudea.Numerosi Nabatei furono convertiti a forza all'Ebraismo dal sovrano asmoneoAlessandro Ianneo. Fu questo re che, dopo aver sedato una ribellione locale, invase e occupò le città nabatee diMoab eGilead e impose un tributo dall'imprecisato ammontare. Obodas (ʿUbayda), saputo che Alessandro era in procinto di attaccarlo, tese una trappola alle sue truppe nei pressi diGaulane, distruggendo l'esercito israelita (90 a.C.).[1]
La forza militare romana non ebbe grande successo nelle campagne contro i Nabatei. A partire dal62 a.C.Marco Emilio Scauro accettò un versamento di 300talenti per togliere l'assedio a Petra, in parte a causa del terreno difficile e del fatto che Scauro era a corto di provvigioni. Hyrcano, amico di Aretas, fu inviato da Scauro dal sovrano nabateo per trattare la pace. Con la pace, il re Aretas conservò per intero i suoi domini, inclusa Damasco, e divenne vassallo di Roma[2].
Durante il regno di Malichus II (Malik), nel 32 a.C.Erode il Grande iniziò col sostegno diCleopatra un conflitto contro la Nabatea. La guerra cominciò con l'esercito di Erode che razziò laNabataea impiegando un'imponente forza di cavalleria e occupandoDium. Dopo questo rovescio, le forze nabatee si ammassarono pressoCanatha inSiria, ma furono attaccate e messe in rotta.Athenio, generale di Cleopatra, inviò Canathans in aiuto dei Nabatei; questa forza sconfisse l'esercito di Erode, che fuggì versoOrmiza. Lanno dopo l'esercito di Erode devastò la Nabataea.[3]
Dopo un terremoto in Giudea i Nabatei insorsero e invasero Israele, ma Erode attraversò il Giordano a Philadelphia (l'odiernaAmman) e tenne sotto controllo entrambe le sponde, lungo le quali fu eretto un campo fortificato. I Nabatei, sottoElthemus, rifiutarono lo scontro, ed Erode forzò la situazione attaccando l'accampamento nemico. Una massa confusa di Nabatei ingaggiò la battaglia, ma fu sconfitta. Superate le difese avversarie, Erode assediò l'accampamento, e i difensori furono in breve costretti alla trattativa. Le forze nabatee scampate offrirono 500 talenti per la pace, ma ciò non fu accettato. La carenza d'acqua obbligò i Nabatei a lasciare il campo per lo scontro armato, ma furono sconfitti in questa ultima battaglia.[4]
In quanto alleati deiRomani, i Nabatei continuarono a prosperare per tutto il I secolo d.C. La loro potenza si estese ben dentro l'Arabia, lungo ilMar Rosso fino alloYemen, ePetra rimase un emporio cosmopolita, malgrado i suoi commerci diminuissero con l'affermazione delle rotte orientali, daMyoshormus aCopto lungo ilNilo. Sotto laPax Romana persero le loro abitudini guerriere e nomadi e divennero un popolo sobrio, accumulatore e ordinato, totalmente dedito al commercio e all'agricoltura. Il loro inserimento nei traffici marittimi mediterranei della prima età imperiale è attestato anche dalla presenza di un santuario nel cuore del porto diPuteoli (Pozzuoli), il maggior scalo commerciale del tempo. Il tempio dedicato al dio supremoDusares, oggi sommerso per effetto delbradisismo deiCampi Flegrei, è attualmente oggetto di approfondite ricerche archeologiche subacquee[5] e conserva ancora altari e iscrizioni, in lingua latina e in lingua e alfabeto nabateo.
I Nabatei svolsero anche il ruolo di baluardo tra Roma e le popolazionibeduine, poco inclini a piegarsi all'Impero, inoltrando tuttavia le loro mercanzie negli empori settentrionali e spesso fornendo loro beni che da quelle aree provenivano. Il luogo di interscambio principale fu l'antico centro di Dedān, chiamato dagli ArabiMada'in Salih (Hegra o Madāʾin Ṣāliḥ, "le città [del profeta arabo]Ṣāliḥ"), di cui parla ilCorano, noto oggi col nome di al-ʿUlā. Ciononostante,Traiano prese il controllo di Petra e di Hegra, assorbendole nella nuovaprovincia romana dell'Arabia Petraea.
Dal III secolo d.C. i Nabatei smisero di scrivere inaramaico e cominciarono invece a scrivere ingreco e dal IV secolo si convertirono alCristianesimo. I nuovi invasoriArabi, che cominciarono ad agire in quei luoghi nel VII secolo, trovarono i resti dei Nabatei trasformati incontadini, tanto che la parola arabanabaṭī divenne sinonimo, appunto, di "agricoltore".
Stephan G. Schmid: "The Nabataeans. Travellers between Lifestyles". in: B. MacDonald - R. Adams - P. Bienkowski (eds.), The Archaeology of Jordan (Sheffield 2001) 367-426.ISBN 1-84127-136-5