Unamansio (plurale:mansiones), inetà imperiale, era unastazione di posta lungo unastrada romana, gestita dal governo centrale e messa a disposizione di dignitari, ufficiali, o di chi viaggiasse per ragioni di stato. L'identificazione degli ospiti avveniva grazie a documenti simili a passaporti.
Spesso attorno allemansiones sorsero campi militari permanenti o addirittura delle città.
L'etimologia del termine proviene dallatinomansus,participio passato dimanere con il significato di fermarsi, rimanere.
L'ospitalità offerta dallemansiones era limitata ad usi ufficiali; lo scopo di queste stazioni era di garantire un'adeguata ospitalità in una struttura interamente dedicata ai viaggiatori di servizio.
Lemansiones non erano destinate alla sosta dellelegioni; queste erano in grado di provvedere autonomamente sia all'alloggio che al vettovagliamento: esse infatti, portavano con sé un intero convoglio di bagagli (impedimenta) e costruivano il proprio campo (castrum) ogni sera a lato della strada.
Per soddisfare le necessità della generalità dei viaggiatori nacquero e si diffusero altre forme di ospitalità di natura privata.Per il viaggiatore comune erano disponibili infatti lecauponae, sorta di aree di servizio che andarono a costituire una rete privata lungo le strade romane, sorgendo spesso nei pressi dellemansiones. Anche se con funzione analoga, la loro reputazione era inferiore allemansiones: spesso considerate equivoche e malfamate, le caupone erano frequentate anche da malfattori e prostitute, una circostanza di cui si è trovata traccia neigraffiti rinvenuti tra le loro rovine.
Ipatrizi generalmente non sostavano nelle cauponae. Nei primi tempi dello sviluppo viario, le case vicine alla strada dovevano offrire ospitalità per legge, e questo probabilmente originò letabernae. Il termine non è da intendersi nel senso di "taverna", ma piuttosto di "ostello". Con il crescere di importanza di Roma crebbero anche letabernae, che divennero più lussuose e si guadagnarono una buona o cattiva reputazione a seconda del loro livello.
Uno degli ostelli più rinomati era la Taberna Caediciae aSinuessa, sullavia Appia. Era dotata di un grande magazzino con otri di vino, formaggio e prosciutti.
Molte città attuali si sono sviluppate attorno alle tabernae, comeRheinzabern nelRheinland (Germania), eSaverne inAlsazia (Francia). In questi due casi rimane nel nome della città una chiara derivazione dalla parolataberna.
Un terzo sistema di "stazioni di servizio" funzionava per veicoli e animali: lemutationes (stazioni di cambio) si trovavano a intervalli di 12-18 miglia.
Qui si potevano comprare i servizi di carrettieri, maniscalchi e diequarii medici, cioè veterinari specializzati nella cura dei cavalli.
Usando queste stazioni per una staffetta di carri, l'imperatoreTiberio riuscì a coprire dall'Illirico, in un giorno solo[1], le 200 miglia che lo separavano daMogontiacum, dove il fratelloDruso Germanico stava terminando la sua agonia per unagangrena dovuta ai postumi di una caduta da cavallo.
Le grandi vie di comunicazione, costruite dapprima nell'impero persiano, erano provviste, ogni 15 o 18 miglia, intervallo corrispondente ad un giorno di viaggio, di stazioni comekhan ocaravanserragli, come ancora se ne trovano in oriente.
Secondo la testimonianza diErodoto[2] se ne incontravano 111 sulla strada daSardi aSusa; la distanza media tra due consecutive era quindi un po' meno di 32 km. Nei pressi della stazione di sosta era costruito ilkhan, destinato all'alloggio dei viandanti, è chiamata da Erodotoκατάλυσις eκαταγωγῆ. La struttura per la sosta notturna è indicata con il termineκαταλύειν.[3]
Così come le vie attuali ricalcano grosso modo le strade tracciate dai re di Persia,[4] allo stesso modo vi è ragione di credere che i modernikhan, con la loro costruzione quadrata, la larga corte centrale scoperta con una fontana al centro, e balconate tutte intorno con una serie di accessi a sobri appartamenti non ammobiliati, siano derivati dalκαταλύσις persiano, e che essi, in occasione dell'arrivo di eserciti ocarovane, abbiano sempre garantito rifugio notturno sia ad uomini che animali.[5]
Sullestrade romane la distanza tramansiones successive era analoga a quella delle vie dell'impero persiano. In origine erano chiamatecastra, essendo probabilmente semplici luoghi di accampamento racchiusi da trincee di terra. Con il passare del tempo esse andarono ad includere non solocaserme e magazzini di provvigioni (horrea) per le truppe, ma anche ampi edifici per l'ospitalità di viaggiatori di ogni rango, perfino lo stesso imperatore, nel caso avesse avuto occasione di visitarle.In questi posti icisiarii tenevanocalessi da noleggiare o per portare a destinazione dispacci governativi (Cisium;Essedum;Rutupiae).
Lamansio era sotto la sovrintendenza di un ufficiale dettomansionarius.
In aggiunta alle stazioni di posta, ve ne erano altre, alla fine di ogni percorso giornaliero e a intervalli convenienti, chiamatemutationes (ἀλλαγαὶ). Lemutationes erano destinate solo al cambio delle cavalcature e al ristoro. Se ne incontravano quattro o cinque lungo il percorso compreso tra duemansiones.
L'Itinerarium burdigalense, un itinerario del tempo diCostantino I, menziona nell'ordine lemansiones daBordeaux aGerusalemme con lemutationes intermedie, ed altri posti notevoli, cui l'autore dà l'appellativo dicivitates,vici, o castella. Viene indicato anche il numero dileghe (leugae) tra un posto e l'altro.[5]
Altri progetti