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Mura medievali di Milano

Coordinate:45°27′27.33″N 9°10′51.46″E45°27′27.33″N,9°10′51.46″E
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Voce principale:Mura di Milano.
Mura medievali di Milano
mura di Milano
Porta Ticinese medievale, lato esterno (via Edmondo de Amicis/via Molino delle armi)
Localizzazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
CittàMilano
Coordinate45°27′27.33″N 9°10′51.46″E45°27′27.33″N,9°10′51.46″E
Mappa di localizzazione: Nord Italia
Mura medievali di Milano
Informazioni generali
Tipomura con porte e torri
Stilemedievale
Costruzione1156-1171
Materialeprima legno poi mattoni
DemolizioneXVI secolo
Condizione attualenon più esistenti
Informazioni militari
UtilizzatoreSignoria di Milano
Ducato di Milano
Funzione strategicadifesa della città di Milano
Azioni di guerraassedio di Milano del 1162
[1]
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Lemura medievali di Milano sono state unacinta muraria eretta nelMedioevo a protezione della città lombarda diMilano. Hanno sostituito lemura romane di Milano, che erano state distrutte durante l'assedio della città del 1162, opera diFederico Barbarossa.

Demolite nel corso del XVI secolo, le mura medievali di Milano sono diventate obsolete per l'invenzione dellapolvere da sparo, che ha cambiato le tecniche di guerra, venendo sostituite dallemura spagnole di Milano.

Storia

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Le premesse

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Lo stesso argomento in dettaglio:Mura romane di Milano.
Ipotetica mappa di Milano del 1158 con indicate le mura e le porte. Disegno diDomenico Aspari del 1778

Le origini delle mura medievali di Milano risalgono al 1156, quando la città lombarda era in guerra conFederico Barbarossa. FuGuglielmo da Guintellino, ingegnere militare genovese al servizio dei milanesi, a progettare le opere e a sovrintendere alla loro realizzazione.

Guglielmo da Guintellino realizzò anche il loro fossato ampliando forse l'anticorefossum romano, ovvero il secondo fossato dellemura romane di Milano, che correva più esterno al primo lambendo iquattro castelli che difendevano laMilano romana[2]. Il fossato romano più interno costeggiava invece le mura.

La cinta muraria di Milano, quellarepubblicana a sud e a ovest e l'estensionemassimiana (286-305) a nord e a oriente (anche se in molti punti la città, con la crescita del centro urbano, le aveva sopravanzate), erano interamente in muratura. Alcuni importanti monumenti, soprattutto chiese e conventi, sorgevano all'esterno di esse (labasilica di Sant'Ambrogio, labasilica di San Lorenzo Maggiore, labasilica di Sant'Eufemia, labasilica di San Babila e lachiesa di San Bernardino alle Ossa, per citarne alcune), e intorno a queste si erano sviluppati insediamenti e attività.

Le mura del 1156

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La nuova cerchia di mura medievali fu realizzata, più ampia, nel 1156. Essa proteggeva interamente la città e captava nel suo fossato le acque delSeveso e delPudiga.

Queste acque furono incanalate nel nuovo fossato a servizio delle mura, che erano larghe ventiquattro braccia; la terra di riporto ottenuta dallo scavo del fossato fu poi utilizzata per costruire imponenti bastioni (chiamati anche "terraggi")[3] la cui localizzazione coincide con le moderne vie della Cerchia dei Navigli stradale.

Questo sistema di difesa era strategicamente ben piazzato, ma non particolarmente efficace, dato che era costruito in terra rinforzata da palizzate ed era difeso da torri di legno. Ma questi erano i materiali di cui disponeva Milano, lontana dalle cave di pietra e priva di rilievi su cui arroccare le difese.

Le mura del 1162

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Federico Barbarossa, durante l'assedio di Milano del 1162, se ne impadronì e rase al suolo la città disperdendo i milanesi nei borghi limitrofi e distruggendo le mura romane, le uniche in muratura. Nel 1171, come conseguenza della distruzione del 1162, si iniziarono i lavori per la costruzione di un più efficace sistema difensivo, questa volta in muratura, dotato di un fossato allagato anche dalle acque dell'Olona, che fino ad allora era indirettamente tributario del fossato delle mura romane e che in questa occasione subì la seconda deviazione della sua storia.

Iconsoli di Milano davanti aFederico Barbarossa chiedono clemenza dopo l'assedio del 1162

Col tempo la città si dotò, nel suocontado, di un vasto apparato di alleati, di castelli, roccaforti e borghi fortificati tanto che nel giro di due secoli Milano divenne uno dei più potenti e ricchiStati italiani preunitari.

Bonvesin de la Riva descrive così le mura medievali di Milano nella sua operaDe Magnalibus Mediolani, che scrisse nel 1288:

«Un fossato di sorprendente bellezza e larghezza circonda questa città da ogni parte e contiene non una palude o uno stagno putrido, ma l'acqua viva delle fonti, popolata di pesci e di gamberi. Esso corre tra un terrapieno all'interno e un mirabile muro all'esterno.»

(Bonvesin de la Riva,De Magnalibus Mediolani, 1288 - Pontiggia ed. Bompiani 1974.)

I secoli successivi

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La Cerchia dei Navigli, ovvero il fossato delle mura medievali di Milano reso navigabile, in via Francesco Sforza verso via Santa Sofia all'inizio del XX secolo

La nuova cinta, quasi circolare (di "mirabile rotondità", dice Bonvesin de la Riva[4]), diede un particolare e duraturo assetto all'impianto urbanistico, tant'è che il nuovo fossato verrà, nei secoli, approfondito sino a creare laCerchia dei Navigli, ben visibile ancora negli anni venti del XX secolo. Il completamento delle mura richiese diversi anni e venne terminata sottoAzzone Visconti; alcune torri non furono mai finite.

I fossati delle mura medioevali furono usati fino ai primi anni del Novecento come canali navigabili e rappresentarono a lungo una delle caratteristiche principali dell'urbanistica milanese. Nel 1930 fu ultimata la copertura delle acque del vecchio tracciato murario medioevale, che iniziò l'anno precedente, nel 1929.

Le porte e le pusterle

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Lo stesso argomento in dettaglio:Porte e pusterle di Milano e Sestiere (Milano).
Porta Nuova medievale in una foto del 1850
Porta Orientale medievale, che è stata demolita nel 1818
Porta Romana medievale, che è stata demolita nel 1793
Fregio di capitello proveniente dalla demolita Porta Romana medievale: raffigura il ritorno dei milanesi in città dopo la demolizione diMilano operata nel1167 dalBarbarossa. L'opera è firmata da uno scultoreAnselmo, che si vanta di essereDedalus alter (un secondoDedalo).Castello Sforzesco, Museo d'arte antica, sala 6.
La Porta Ticinese medievale, che è ancora esistente, prima del rifacimento del 1861
La Pusterla dei Fabbri
La Pusterla dei Fabbri in via di demolizione (anno 1900)
Lapusterla di Sant'Ambrogio, che si apriva nelle mura medievali (fossa interna)[5]

Il quadro completo e dettagliato delle porte e dellepusterle[6] della mura medievali di Milano (nello specifico, otto porte e undici pusterle) è la seguente (incorsivo sono segnalate le pusterle):

  • Porta Orientale si apriva all'attuale incrocio tra via Senato, via San Damiano ecorso Venezia; era sulla direttrice tra la romanaPorta Argentea[7] e l'odiernaPorta Venezia, verso Bergamo.
  • Pusterla Monforte, di fronte all'attuale corso Monforte.
  • Porta Tosa[8] si apriva all'inizio dell'odiernocorso di Porta Vittoria, sulla direttrice tra la romana omonima (in via Larga) e l'attualePorta Vittoria in direzione dell'Adda.
  • Pusterla di Santo Stefano, nei pressi della chiesa omonima dove fu scavato il laghetto, il "porto del Duomo".
  • Pusterla del Bottonuto, poco più a sud (poi divenne un passaggio per laCa' Granda), portava aquel quartiere che le cronache ricordano come malfamato.
  • Porta Romana, all'incrocio dell'attuale via Francesco Sforza concorso di Porta Romana. Vi si accedeva dal ponte ornato dalla statua disan Giovanni Nepomuceno protettore dei naviganti.Quella romana era all'inizio deldecumano, inpiazza Missori dove anche oggi comincia il corso che porta in direzione della allora lontanissimaCaput mundi.
  • Pusterla di Sant'Eufemia, portava all'omonima chiesa oggi in corso Italia.
  • Pusterla di San Lorenzo, portava allaVetra nei pressi dellaBasilica di San Lorenzo, dove prima l'Olona confluiva nellaVettabbia e dove oggi si trova l'omonima piazza.
  • Porta Ticinese, sulla direttrice da quella romana, alCarrobbio, e l'attuale, situata all'incrocio del corso omonimo con le vie Molino delle Armi[9] e via De Amicis in direzione del Ticino e di Pavia. Sopravvissuta fino a oggi, era l'unica dotata di un solofornice.
  • Pusterla dei Fabbri, deve il suo nome all'attività del quartiere dove immetteva. Posta alla fine di via Cesare Correnti nello slargo sulla via De Amicis, è stata l'ultima a essere demolita nel1900, nonostante l'opposizione diLuca Beltrami. Alcune sue parti sono conservate al museo del Castello e una statua d'epoca romana che vi sorgeva è ora allaPinacoteca Ambrosiana.[10]
  • Pusterla di Sant'Ambrogio. È un caso anomalo di pusterla con doppio fornice, imponente come una porta. La vicinanza delle Basilichedi sant'Ambrogio edi san Vittore giustificherebbe per alcuni storici la "stranezza" non diversamente spiegabile. La ricostruzione moderna è assolutamente filologica, nelle forme e per i materiali impiegati, in parte originali e in parte provenienti da edifici coevi demoliti.
  • Porta Vercellina,[11] sulla direttrice da quella romana (corso Magenta all'altezza di via Nirone) all'attuale, in piazzale Francesco Baracca); era lungo l'attuale corso Magenta all'incrocio con via Carducci e via De Amicis. Curiosamente, delle porte dei tre periodi storici non resta nessuna traccia o reperto.
  • Porta Giovia, all'attuale ingresso del castello Sforzesco, fagocitata dal castello medesimo. Sorgeva sul prolungamento della linea deldecumano, direttamente contrapposta a porta Romana all'estremo opposto, e questo situa la porta Giovia romana tra via Cusani e l'estremità di via san Giovanni sul Muro. La strada che ne usciva era diretta alSeprio e al suo contado per l'attuale Porta Sempione[12], ovvero l'Arco della Pace.
  • Pusterla delle Azze. Il nome deriva probabilmente da "acciaioli", "asce"; dava su un altro borgo noto per la fabbricazione di armi. Anch'essa inglobata nel castello (lato orientale).
  • Porta Comasina. È probabile che la porta medievale coincidesse conquella romana, in via Ponte Vetero, così come, per un tratto, coincisero i due fossati difensivi.[13] Da essa usciva la strada per Como (lat.comensis)[14] che aQuarto Oggiaro si biforcava per ilVerbano. Oggi èPorta Garibaldi, da cui esce uno spezzone di strada (corso Como) che subito si infrange contro il complesso delle infrastrutture ferroviarie.
  • Pusterla Beatrice. Era alla fine di via Brera dove inizia via Solferino.
  • Porta Nuova. Con l'ampliamento massimianeo della mura, la porta divenne "Nuova" e il nome rimase a quelle che la sostituirono nelle mura successive. Quella medievale è allo sbocco di via Manzoni in piazza Cavour, assai ben conservata. Nei passaggi pedonali sui due fianchi, ricavati all'inizio del secolo scorso in due spezzoni di mura, una serie di cavità e tracce mostrano gli alloggiamenti delle grate che ne rinforzavano la chiusura e ne chiariscono il funzionamento. Ne usciva la strada perMonza e il contado dellaMartesana.
  • Pusterla di Borgo Nuovo. Alla fine di via Sant'Andrea e portava ai borghi Nuovo, Spesso, del Gesù e Sant'Andrea sorti tra le mura romane e la cinta.
  • Pusterla Nuova. Era situata nei pressi di Porta Nuova[15].

A queste si aggiunse, nel1486,Porta Lodovica (all'estremità dell'odierno corso Italia), fatta aprire daLodovico il Moro per facilitare l'accesso dei pellegrini alla vicinaChiesa di santa Maria dei Miracoli (o presso san Celso), ancora oggi meta tradizionale per gli sposi cattolici nel giorno del matrimonio.

Le sei porte più importanti della cinta muraria medievale davano origine ai rispettivisestieri di Milano:

SestiereStemmaBlasonatura dello stemmaPorta di riferimentoNote sullo stemma
Sestiere di Porta ComasinaScaccato di rosso e d'argentoPorta ComasinaIl numero ditiri, sette o sei,
può variare a seconda delle raffigurazioni
Sestiere di Porta NuovaInquartato d'argento e di neroPorta NuovaIn precedenza inquartato d'argento e
di rosso e prima ancora di nero al leone d'argento
Sestiere di Porta OrientaleD'argento, al leone dineroPorta OrientaleTalvolta il leone viene raffiguratoarmato
e lampassato di rosso (in precedenza il leone
erascaccato d'argento e di nero, e prima ancora
si avevano tre leoncini neri,passanti
uno su l'altro, su fondo bianco)
Sestiere di Porta RomanaDi rossoPorta Romana-
Sestiere di Porta TicineseD'argento, allo sgabello dirosso
(o ligneo) a tre gambe,
con tre fori nel sedile
Porta TicineseIn precedenza lo stemma
era completamente d'argento, senza figure
Sestiere di Porta VercellinaTroncato di rosso e d'argentoPorta Vercellina-

A queste va aggiunta la già citataPorta Giovia, collocata in uno spazio all'interno del successivoCastello Sforzesco. La costruzione della Rocca Giovia (1358-1368), fortificazione sui cui resti venne edificato il Castello Sforzesco, ne cancellò le tracce, ma già prima, nel 1288,Bonvesin de la Riva non la menziona nell'elenco delle porte della città presente nella sua operaDe magnalibus urbis Mediolani[16].

Nell'opera di Bonvesin de la Riva vengono citate le seguenti pusterle, ovvero le porte minori destinate al traffico locale:Pusterla di Monforte,Porta Tosa,Pusterla Lodovica (giàPusterla di Sant'Eufemia)[17],Pusterla della Chiusa,Pusterla dei Fabbri,Pusterla di Sant'Ambrogio,Pusterla delle Azze,Pusterla Beatrice (giàPusterla di San Marco)[18] e laPusterla del Borgo Nuovo.

Cosa rimane

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Porta Nuova medievale in una foto del 2010
  • Al termine di via Manzoni si trova l'antica porta Nuova risalente alXII secolo. Era una delle porte principali della cinta, la porta è a doppio fornice con due costruzioni laterali che si protendono verso il lato che un tempo era esterno alla cinta. Sono ancora visibili le scanalature usate per la saracinesca che la chiudeva, i due passaggi pedonali laterali sono stati ricavati nel1861.
  • Anche porta Ticinese era una delle porte principali, a un solo fornice con a fianco due torri quadrate, anche in questo caso i passaggi pedonali furono ricavati in epoca successiva (1861-65)
  • I resti dell'antica Porta Romana sono situati nello scantinato di due palazzi all'incrocio di corso di Porta Romana e via Francesco Sforza, i fregi che la decoravano si trovano nel Castello Sforzesco.
  • Resti delle mura, una ventina di metri circa, sono visibili in via San Damiano (altezza di via Mozart).
  • Lapusterla di Sant'Ambrogio che si trova nell'omonima piazza è una ricostruzione fatta sul diroccato impianto originario nel 1939.
  • Al numero 21 di Corso di Porta Venezia, è possibile trovare i resti di un bassorilievo raffigurante una lupa, un tempo appartenente alla Porta Orientale, e sfuggito alla sua demolizione.[19]

Note

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  1. ^Vedere i testi citati in bibliografia.
  2. ^101 tesori nascosti di Milano da vedere almeno una volta nella vita, di Gian Luca Margheriti, subooks.google.it.URL consultato il 18 giugno 2018.
  3. ^Proprio accanto alla pusterla di Sant'Ambrogio, inizia via Terraggio, che seguiva l'andamento del bastione.
  4. ^Bonvesin de la Riva,De Magnilibus Mediolani, Milano 1288 - Pontiggia ed. Bompiani 1974.
  5. ^Si tratta di una ricostruzione moderna (1939) su base storica e materiali antichi
  6. ^Fondamentale distinzione è che le porte si aprivano su strade verso importanti città, mentre le pusterle erano destinate, secondo il linguaggio odierno, al "traffico locale"
  7. ^Il nome probabilmente deriva daArgenza, attualeCrescenzago o daArgentia, attualeGorgonzola.
  8. ^Il nome deriverebbe dalla presenza di una statua romana che raffigurava una meretrice nell'atto di radersi il pube; forse la stessa statua che fu ribattezzata comemoglie dell'imperatore per irridere ilBarbarossa.
  9. ^Via Molino delle Armi « Vecchia Milano, suvecchiamilano.wordpress.com.
  10. ^Quartiere Ticinese On Line - Mappa del Quartiere, suticinese-milano.it(archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).
  11. ^più frequente l'uso di indicarla comePorta Magenta, del resto "nome ufficiale" dopo il 1859
  12. ^Questa denominazione non è corrente tra i milanesi
  13. ^Storia di Milano ::: Porta Comasina 1, sustoriadimilano.it.
  14. ^Va ricordato che per lungo tempo dopo la conquista, a Milano convissero Celti e Romani ognuno con la propria lingua e checomacina è l'equivalente celtico dicomensis, comevercellina divercellensis
  15. ^parrocchia di Sant'Andrea alla Pusterla, sulombardiabeniculturali.it.URL consultato il 26 novembre 2017.
  16. ^Capitolo II, capo VI
  17. ^Secondo alcuni la realizzazione nel1496 dellaPusterla Lodovica sarebbe coincisa con la soppressione della precedentePusterla di Sant'Eufemia; tuttavia secondo altri entrambi i varchi sarebbero coesistiti, rivolti uno a sud-est, l'altro a sud-ovest.
  18. ^Secondo alcuni laPusterla Beatrice fra i vari nomi che aveva avuto precedentemente il rifacimento da parte diLodovico il Moro avrebbe annoverato anche quello diPusterla di San Marco; tuttavia secondo altri laPusterla di San Marco si sarebbe riferita a un altro varco nelle mura medievali della città, non distante dallaPusterla Beatrice, posto al termine dell'attualevia Borgonuovo.
  19. ^"Vie e Palazzi di Milano", seconda puntata: Corso Venezia - Milano 2.0, sumilano.blogosfere.it.URL consultato il 27 ottobre 2017(archiviato dall'url originale l'8 giugno 2012).

Bibliografia

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  • Vecchia Milano, Libreria Meravigli Editrice, Milano, 2003
  • Vittore e Claudio Buzzi Le vie di Milano,2005, Milano, Ulrico Hoepli editore.
  • Bonvesin de le Riva De magnalibus Mediolani (1288),1998, Milano, Libri Scheiwiller.
  • AA. VV.,Enciclopedia di Milano, Milano, Franco Maria Ricci Editore, 1997.
  • AA. VV.,Milano, il volto della città perduta, Milano, Edizioni Celip, Milano 2004.
  • Bruno Pellegrino Così era Milano,2011, Milano, Edizioni Meneghine.

Voci correlate

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MassimianePorta Argentea ·Porta Aurea (Porta Nuova romana) ·Porta Erculea
Porte delle
mura medievali
PrincipaliPorta Comasina medievale ·Porta Nuova medievale ·Porta Orientale medievale ·Porta Romana medievale ·Porta Ticinese medievale ·Porta Vercellina medievale
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