I motti sono tradizionalmente inlatino, ma possono essere anche in altre lingue, soprattutto nell'araldica moderna; ad esempio, il motto dell'Università delle Hawaii è inhawaiano, e quello diNunavut è ininuktitut. Quando è sostenuto daumorismo, il motto può trasformarsi in freddura, destando ilarità, come nel caso del motto di spirito ofacezia.
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In questi ambiti, in prima approssimazione, si possono definiremotti le brevi frasi che accompagnano gli stemmi (oarmi) ealludono a eventi particolarmente importanti o a caratteristiche significative dellafamiglia o del personaggio o delcorpo armato titolare dello stemma.
Ragnatela, impresa di reAlfonso II re di NapoliBlasonatura araldica deiGonzaga successiva al1530. Vi si riconosce la corona ducale sormontata dalla parolafides (fede) che si riferisce al titolo ducale concesso dall'imperatoreCarlo V e la scritta in grecoOlimpos (Olimpo) che si riferisce all'impresa dell'Olimpo diFederico II Gonzaga.
L'impresa (in araldica inglese detta "Badge" in quella francese" Devise") era costituita da motti, simboli, o simboli accompagnati da motti, usati in araldica per indicare servitù, o servizio militare, sotto una casa. Esse nascono sottoEdoardo terzo d'Inghilterra, per poi diffondersi nel corso dei secoli nel resto d'Europa: è riportato cheRiccardo II, voleva eliminarli,Riccardo III nel 1483 ordinò la produzione di tredicimila immagini che rappresentavano la sua impresa, i soldati e i servi portavano i colori della livrea, con sopra le imprese.
Particolarmente diffuse in Gran Bretagna e Italia (meno in Polonia, Spagna e Germania) esse sono l'elemento dell'araldica sulle quali c'è più libertà, tant'è che alcune imprese, sono tanto singolari da renderne complicata l'interpretazione.
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Analoghi aimotti sono igridi di guerra, detti anchegridi d'arme, costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopra dell'elmo o dello scudo.
Il grido di guerra trova la propria origine neitornei e nelle giostre durante i quali gliaraldi pronunciavano il grido di ciascuncavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto.
Inbattaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT.
L'impresa della colombina deiVisconti prima e degliSforza poi
"Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme.[2] IlMénèstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cioè di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. IlCrollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme."[3]