Per un osservatore casuale, ilmoto ondoso rappresenta il movimento più evidente delmare, o, più in generale, di qualunque superficie d'acqua caratterizzata daonde e dal loromoto in propagazione. Lo studio del moto ondoso rientra all'interno dell'oceanografia. Il moto ondoso è generato dalvento che, spirando con più o meno intensità, provoca onde di diversa altezza e dimensione che si propagano sulla superficie marina: chiamato anche stato del mare, è classificato secondo una scala che va da 0, corrispondente al mare calmo, fino a 9, che indica una violentatempesta con onde alte oltre i 13 metri.
La superficie marina è quasi ovunque in uno stato di agitazione costante, con creste e flutti che salgono e scendono incessantemente, mentre onde di ogni dimensione vanno ad infrangersi o si abbattono sullecoste, in un movimento senza fine.Allorché il moto ondoso si verifica in mare aperto, la maggior parte del movimento dell'acqua avviene sul posto e consiste in modeste oscillazioni delle singole particelle che compiono solo trascurabili spostamenti in avanti.
Leonde in mare aperto comportano quindi uno spostamento di forme piuttosto che di sostanza o, in altri termini, uno spostamento dienergia piuttosto che dimateria. Solo quando l'onda s'infrange si realizza una significativa traslazione dell'acqua con il tipico innalzamento che provoca la rottura. L'altezza dell'onda viene determinata dalla struttura fisica dei fondali: più ripido è il fondale più alta è l'onda generata. In condizioni particolari le onde possono raggiungere altezze ragguardevoli. Nell'Oceano Pacifico sono state avvistateonde anomale anche di 30 m.
Le grandi onde si verificano in presenza di differenze difondale: se si passa da una grande profondità ad una più bassa le onde tendono ad innalzarsi fino alla rottura, quando il fondale è uniforme le onde sono innocue e diventano devastanti in presenza di fondali più bassi. I grandi navigatori oceanici, ormai dotati diecoscandagli, tengono molto in considerazione le profondità, più profondo è il mare meno alti saranno i marosi e questo determina lerotte di navigazione.
Leonde marine hanno proprietà uguali ad altri tipi dionde, come le onde prodotte da una corda che vibra o le onde luminose. Le loro caratteristiche sono descritte, oltre che dalla lunghezza d'onda, dall'altezza, dalperiodo e dallafrequenza. L’altezza è la distanza tra la sommità della cresta, il punto più elevato dell'onda, e la massima profondità del ventre, il punto più depresso. Ilperiodo è l'intervallo di tempo che un punto del mezzo materiale impiega a compiere un'oscillazione completa e lafrequenza è il numero di oscillazioni che un'onda compie in una unità di tempo, cioè 1 secondo.
Per valutare il moto ondoso si deve fare riferimento allostato di mare, cioè la successione di qualche centinaio di onde per un periodo che va dai 10 ai 15 minuti, dove le onde si possono considerare statisticamente costanti. Una successione di stati di mare definisce unamareggiata. Questa avrà un andamento inizialmente crescente, fino ad arrivare ad un picco dopodiché decresce.
Lo stato di mare dal punto di vista del moto ondoso è estremamente importante per lanavigazione marittima in quanto ne ostacola o meno l'attività. Sotto questo punto di vista esistono scale di riferimento del moto ondoso che quantificano lo stato di agitazione del mare (es. calmo, poco mosso, mosso, molto mosso, agitato oppure grado da 0 a 9) così come esiste lascala Beaufort per l'intensità del vento cui il moto ondoso è strettamente collegato. Spesso in circostanze estremamente sfavorevoli può essere interdetta la navigazione e i collegamenti marittimi con leisole.
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