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Frigi

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IFrigi erano unapopolazione indoeuropea storicamente stanziata in una regione dell'Anatolia centro-occidentale che da loro prese il nome diFrigia, dove sorgeva la loro capitale aGordio. Si stima che tale popolazione si sia stabilità in Frigia durante ilcollasso dell'età del bronzo e che si siano poi estesi verso oriente, occupando l'intero bacino del fiumeHalys, e verso occidente, fin quasi alle coste delMare Egeo. Il loro regno toccò l'apogeo nelVII secolo a.C., quando regnarono, secondo la tradizione mitologica, i sovraniGordio eMida.

Devastata da un'incursione deiCimmeri, la Frigia entrò progressivamente in decadenza e i Frigi divennero sudditi di nuove potenze regionali emergenti, perdendo completamente ogni residuale autonomia politica nel275 a.C., quando la Frigia venne conquistata daiGalati. Le fonti antiche, soprattutto greche, testimoniano l'elevata abilità dei Frigi nelle arti, tanto da ritenerli inventori di strumenti musicali, ricami e forme letterarie.

Storia

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Dalla tarda età del bronzo all'antica età del ferro

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Lo stesso argomento in dettaglio:Frigia.
Le rovine diGordio, capitale dei Frigi.
Opliti frigi, ricostruzione di unfregio risalente al VII-VI secolo a.C. e conservata presso ilMuseo della civiltà anatolica diAnkara.

Si stima che i Frigi siano parte di quel gruppo di popolazioni indoeuropee giunte nel bacino delMediterraneo e, successivamente, nelVicino Oriente attraverso lapenisola balcanica, durante un movimento migratorio plurisecolare.[1] Sulla base delle prove archeologiche, alcuni studiosi, comeNicholas Hammond e Eugene N. Borza, sostengono che i Frigi – a cui si dovrebbero ricondurre le tracce dellacultura lusaziana – che migrarono nei Balcani meridionali durante latarda età del bronzo.[2][3] A partire da una ristretta zona dell'Anatolia centro-occidentale, tra laBitinia e il fiumeHalys, il regno dei Frigi si espanse progressivamente, portando il proprio confine orientale sino alla confluenza dei fiumiArsanias edEufrate (nelle fonti tra XII e IX secolo a.C.), mentre a sud si estendeva sino inCilicia (nelle fonti tra VIII e VII secolo a.C.).

Anche se non è nota la data esatta del passaggio dei Frigi in Anatolia, la loro presenza è certamente attestata a partire dalXII secolo a.C. nei territori dell'Impero ittita. Infatti, assieme alla mai doma popolazione paleoanatolica deiKaskei e aglihurriti diUrumu, iMuški, inequivocabilmente identificati con i Frigi, furono tra gli agenti esterni del crollo dell'Impero ittita durante ilcollasso dell'età del bronzo.[4] Le fonti assire riportano che verso il1160 a.C. queste genti invasero le province di Alzi e Puruhuzzi dell'Impero medio-assiro, ma vennero respinti e sconfitti dall'imperatoreTiglat-Pileser I nel1115 a.C., che fino al1110 a.C. avanzò fino aMeliddu.

Il regno di Frigia

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Regno di Frigia
Dati amministrativi
Lingue parlateLingua frigia
CapitaleGordio
Politica
Forma di governoMonarchia
CausaConquista da parte delRegno di Lidia.
Territorio e popolazione
Bacino geograficoAnatolia
Territorio originaleFrigia
Ubicazione della Frigia: l'area in giallo indica il territorio originale, la linea arancione demarca le conquiste al momento della massima espansione (VII secolo a.C.).
Evoluzione storica
Preceduto daImpero ittita
Succeduto daRegno di Lidia

Impero medo

Ora parte diTurchia (bandiera) Turchia
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

A partire dall'VIII secolo a.C. la Frigia fu assieme airegni neo-ittiti fra le entità politiche che riempirono il vuoto di potere lasciato dall'Impero ittita. Le cronache imperiali assire riportano che l'imperatoreSargon II sconfisse una coalizione anti-assira comprendente i Muški, guidati dal loro re Mitā, e i regni neo-ittiti diTabal eCarchemish, con quest'ultima che venne conquistata dagli assiri. Al fine di prevenire nuove rivolte, Sargon insediò come re di Tabal e governatore diḪilakku Ambaris, a cui diede in moglie una delle sue figlie, ma nel713 a.C. scoppiò una nuova ribellione, supportata da Muški eUrartu, che portò alla provincializzazione di Tabal. Nel709 a.C. Sargon descrive come alleato degli assiri e suo amico personale Mitā, re dei Muški, il quale catturò e consegnò agli emissari assiri di Urikki il re diQuwê, mandato per negoziare un patto anti-assiro con Urartu. Tuttavia, questi conflitti non si risolsero, poiché sono documentate altre campagne contro i Muški, Tabal e Urartu. Secondo i rapporti del servizio informativo militare assiro riferiti aSargon II, registrati su tavolette d'argilla trovate negli Archivi Reali diNinive daSir Henry Layard, nel714 a.C. iCimmeri giunsero per la prima volta nel Vicino Oriente, penetrando inUrartu dal territorio deiMannei,[5][6] da cui si diressero prima verso la costa sudorientale delMar Nero e poi verso Tabal, presso la quale nel705 a.C. l'imperatore Sargon perse la vita in una battaglia in cui l'esercito assiro fu sconfitto. È stata avanzata l'ipotesi che in questo frangente i Muški si siano alleati con gli Assiri contro i Cimmeri.[7] Nel681 a.C., in seguito alla morte dell'imperatore di Sennacherib, figlio di Sargon II,Rusa II, re di Urartu, combatté contro iMuški-ni prima di entrare in alleanza con loro contro l'Impero neo-assiro.[8] NelVII secolo a.C. il regno di Frigia raggiunse la massima espansione, includendo quasi tutta la metà occidentale dell'Anatolia, inclusaAncyra, ma non ebbe mai il controllo delle regioni costiere dellaLicia, dellaLidia e dellaCaria, né tantomeno dellepolisgreche della costa orientale delMar Egeo.[4] Tuttavia, l'apogeo fu breve e già sul finire del VII secolo la nuova potenza egemone dell'Anatolia occidentale divenne laLidia, mentre l'oriente fu occupato dall'Impero medo. NelVI secolo a.C. l'intera area fu annessa all'Impero persiano, governato dalla dinastia achemenide, come dimostra l'attestazione di soldati frigi entrarono nell'esercito diSerse impegnato nella spedizione contro laGrecia. Inetà ellenistica il territorio dei Frigi divenne parte delRegno di Pergamo, mentre a partire dall'invasione del 275 a.C., ìGalati si stabilirono nella metà orientale della Frigia, che da loro prese il nome diGalazia.[4]

Etnonimi e menzioni di epoca successiva

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L'etnonimo "Frigi" è ampiamente attestato inlingua greca antica ed è facilmente collegabile, attraverso un processo dispirantizzazione della labiale, all'endoetnonimo "Brigi" (ingreco antico:Βρίγες?,Briges). Gliantichi Greci consideravano i Frigi affini aiMacedoni e aiTraci e alcuni dei loro sovrani sono ampiamente attestati nellamitologia greca:Gordio,eponimo della capitale del regno e ricordato per il celebrenodo insolubile che aveva collocato nel tempio diZeus e che soltantoAlessandro Magno avrebbe saputo sciogliere, e suo figlioMida, famoso per la sua leggendaria ricchezza. Secondo il mito, Mida si suicidò dopo esser stato sconfitto daiCimmeri, considerati responsabili dell'assenza di oggetti d'oro nel suo corredo funebre, e da quel momento il suo regno non si riprese più e venne conquistato daiLidi.[4] Secondo Macqueen, il re Mitā entrò nella mitologia greca come re Mida in seguito alla sconfitta subita contro i Cimmeri in quanto alleato degliAssiri, che confinò il dominio dei Frigi a ovest, escludendolo dalla periferia del Vicino Oriente, ma finendo per includerlo in quella delmar Egeo.[7]

Tuttavia, la memoria orale di etnonimi comeTabal eMuški sopravvisse alla parabola dell'Impero assiro e permase per il resto dell'età classica, entrando sia nella tradizione etnografica greca che in quella giudaico-biblica.[9] In particolare, nelle fonti etnografiche greche entrarono in maniera del tutto autonoma e parallela al termine "Frigi" etnonimi evidentemente derivati dall'assiro "Muški":Moschi (ingreco antico:Μόσχοι?,Moschoi),Mossineci (ingreco antico:Mόσσυνοικοι?,Mossynoikoi),Moscheni (ingreco antico:Mόσχοινοι?,Moschoinoi) eMeschi (ingreco antico:Mέσχοι?,Meschoi).[10] Ciò si tradusse in uno sdoppiamento tra i Frigi, abitanti dellaFrigia nell'Anatolia occidentale, e i Moschi, abitanti dellaMoschia (ingreco antico:Mοσχικέ?,Moschikê) e deimonti Moschici nell'Anatolia orientale. Proiettando i loro etnocentrismo, gli autori greci antichi restituivano un quadro nel quale i primi rappresentavano a una realtà familiare e conosciuta, mentre i secondi appartenevano a i misteriosi limiti orientali dell'Ecumene. Quest'apparente discordanza ha portato gli studiosi moderni ad adottare la convenzionale distinzione traMuški occidentali eMuški orientali, anche come tentativo di giustificare la netta distinzione operata nelle fonti greche tra questi due gruppi.[11]

Fonti greche

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In questa mappa (Londra, ca. 1770), basata su fonti letterarie greche, i Moschi sono situati nelle vicinanze meridionali dellaColchide.

Autori classici qualiScilace,Erodoto,Ecateo,Senofonte,Diodoro Siculo,Strabone,Pomponio Mela ePlinio il Vecchio riportano che le lungo la costa sudorientale delMar Nero abitavanoMacroni e iTibareni, che insieme aCalibi e Mossineci, indicati come abitanti dellaCappadocia, erano considerati gli inventori dellametallurgia.[12] In virtù di questa associazione,Apollonio di Rodi ne fa menzione pure neLe Argonautiche.[13]

NelV secolo a.C. Ecateo di Mileto parla dei Moschi come affini alle tribù dellaColchide, collocandoli in prossimità dellaMatiene; mentreErodoto citaAmardi,Macroni,Mari, Moschi, Mossineci eTibareni come abitanti dellaXIX satrapia, stabilita daDario I di Persia, situata a sud-est delPonto Eusino e delimitata verso sud dall'alta catena montuosa dei monti Moschici. Erodoto afferma che la satrapia fruttava 300 talenti di tasse e che i suoi abitanti possedevano un equipaggiamento bellico formato da elmi in legno, scudi e piccole lance con lunghe punte.[14] Nell'Anabasi, Senofonte racconta che dopo la battaglia diCunassa del400 a.C., durante la primavera, condusse le sue truppe attraverso il territorio dei Mossineci. Questi ultimi abitavano ai piedi delPonto, lungo la costa a ovest diTrebisonda, accettavano il governo di una comune metropoli ed esercitavano la propria egemonia anche suiCalibi. Inoltre, l'autore li descrive come "di carnagione chiara", "con schiene screziate e petti tatuati con motivi floreali di ogni sorta" e il loro nome significava "abitatori delle torri in legno".[15] Quando Senofonte arrivò a Trebisonda, quei Mossineci vennero in conflitto con quelli della metropoli; così l'armata di Senofonte, una volta accordatosi con i Mossineci, attaccò la metropoli sconfiggendo il suo re.Strabone, invece, situava i Moschi in due luoghi: in Colchide, riportando quanto affermavaEllanico, e inMoschia; invece, Plinio menziona iMoscheni tra gli abitanti dell'Armenia inferiore, al confine con laCappadocia. Inoltre, nel loro territorio si trovava un tempio diLeucotea, il cui controllo era condiviso tracolchici,armeni eiberi, che era stato famoso per la sua ricchezza, prima di esser saccheggiato daire del PontoFarnace II eMitridate VI.

Nellatarda antichitàEusebio sosteneva che fossero gli antenati dei Cappadoci e che la loro città principale fosseCaesarea Mazaca, mentreProcopio affermava che i Meschi fossero soggetti agliIberi e che insieme a questi ultimi si fossero convertiti alCristianesimo; infine,Stefano di Bisanzio riprendeva la tradizione straboniana di riconoscerli come abitanti della Colchide. Più in generale, nella storiografia di età medio-bizantina il termine divenne un sinonimo erudito e arcaizzante di "Cappadoci".

Fonti bibliche

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Lo stesso argomento in dettaglio:Meshech e Tavola delle Nazioni.

NellaBibbia, inGenesi e nelI libro delle Cronache sono elencati in successioneGomer,Madai,Javan,Tubal,Meshech eTiras come figli diJafet ed eponimi dei rispettivi popoli.[16][17] Nellibro di EzechieleGog nella terra diMagog è menzionato come sovrano di Tubal e Meshech, i quali sono menzionati sempre in coppia, forse in quanto alleati, mentre nell'invettiva controTiro, tra i popoli che portavano schiavi e minerale in città sono menzionati insieme ai discendenti di Javan, riferendosi forse ai residenti degliemporia dellaCilicia.[18]

La tradizione etnografica biblica venne recepita dallo storiografogiudeo ellenizzatoFlavio Giuseppe, il quale cercò di armonizzare il sapere tradizionale ebraico con lacultura ellenistica.[19]

Altre ipotesi interpretative

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Le incertezze indotte dalla vaghezza e dall'imprecisione della storiografia e dell'etnografia antiche hanno prodotto nel corso degli anni all'elaborazione di un gran numero di ipotesi alternative riguardo l'identità dei Moschi, i quali sono stati variamente identificati come parlanti unalingua anatolica,armena ogeorgiana. Tra chi ne riconosceva l'appartenenza alla famiglia linguistica indoeuropea il dibattito sussisteva sul fatto che avessero raggiunto i territori in precedenza appartenuti all'Impero ittita da est, in accordo con l'ipotesi anatolica o l'ipotesi armena, o da ovest.Igor' Michajlovič D'jakonov ha ipotizzato che nelle fonti assire l'etnonimoMuški designasse gliArmeni, con ilmorfema-k tipico del plurale dellalingua armena, e la confusione tra i due popoli risalirebbe all'epoca del loro insediamento in Anatolia dall'altopiano armeno, che sarebbe avvenuto pressoché contemporanea.[20][21] In alternativa, è stato proposto un collegamento traMuški e la radicemus-/mys- che ricorre anche inMisi, una popolazione dell'Anatolia occidentale,Mesi, che si trovavano nella penisola balcanica e sono considerati affini ai Traci.

Altri studiosi hanno negato l'identità tra Frigi e Moschi, negando che questi ultimi parlassero una lingua indoeuropea. Infatti, è stata proposta l'identificazione etimologica tra questa popolazione antica e la popolazione georgiana deimesx'i (dove la χgreca,chi, è la ხ, xgeorgiana), da cui prenderebbe il nome della moderna regione dellaMeschezia. Pertanto, i Moschi sarebbero avrebbero parlato unalingua cartvelica; inoltre, secondo il professore James R. Russell dellaHarvard University, la designazione georgiana per ArmeniSomekhi, conserva il vecchio nome dei Muški. Da un punto di vista archeologico, Donald Rayfield ha espresso cauto scetticismo riguardo all'ipotesi di un'identificazione di queste popolazioni con i proto-cartvelici.[10]

Cultura e società

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Abiti frigi.
Un tumulo frigio rinvenuto a Gordio

Le scarse testimonianze sulla società dei Frigi non consentono una descrizione completa, tuttavia le tracce rimaste lasciano scorgere un miscuglio di elementi tipicamenteindoeuropei, di impronta nomade e guerresca, e di altri tratti dalle culture agricole già esistenti da secoli nei territori di insediamento storico del popolo. Probabilmente i Frigi, secondo un modello tipico di numerosi processi di invasione indoeuropea, costituirono un'aristocrazia militare che si impose sulla popolazione preesistente, costituita nel territorio dagliittiti. Tra i tratti più marcatamente indoeuropei spicca la loro notoria competenza nell'allevamento dei cavalli e nel loro impiego, anche a fini bellici. Grandi latifondi appartenevano ai santuari, i cui sacerdoti erano totalmente autonomi nella loro gestione.[4]

I Greci attribuivano ai Frigi l'invenzione dellafavole con animali; in effetti, essi furono piuttosto mediatori di tale genere, probabilmente desunto dalle culturemesopotamiche e risalente piuttosto aiSumeri. Nelle arti materiali, i Frigi, ricordati dalla storia come popolo industrioso e raffinato, erano considerati nell'antichità gli inventori delricamo (presso iRomani ilphrigianus era il "ricamo d'oro"), delflauto e di altristrumenti musicali. Un loro ornamento decorativo tradizionale era lasvastica, tipicamente indoeuropea.[4]

Religione

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Anche la religione dei Frigi mostra elementi di sincretismo tra elementi indoeuropei e non indoeuropei: la divinità principale era infatti laGrande Madre preindoeuropea, esattamente come presso i viciniLuvi (che la chiamavanoKubaba),Lidi (Kybeba) eGreci (Cibele), che probabilmente la conobbero proprio attraverso la mediazione frigia. Il nome frigio della dea eraKubila. Tra le altre divinità adorate vi era il dio indoeuropeo della volta celeste,Mazeus (equivalente alloZeus greco).[4]

Lingua

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Lo stesso argomento in dettaglio:Lingua frigia.

Le testimonianze della lingua frigia sono limitate, costituite daglosse in fonti greche e, soprattutto, da uncorpusepigrafico, composto da due gruppi ben definiti, definiti "frigio antico" (VIII-VI secolo a.C.) e "frigio tardo" (II-IV secolo d.C.).[22]

La scarsità delle attestazioni consente di individuare la chiaraindoeuropeicità del frigio e alcune sue caratteristiche, ma non una descrizione completa della lingua, né tantomeno un suo chiaro inquadramentodialettologico. Deriva dall'indoeuropeo del tardo III millennio[1] e foneticamente presenta a/o differenziate, *ō > /u/ (come l'armeno), una "rotazione consonantica" (*d > /t/, *dh > /d/, *t > /t/, ancora con analogie con l'armeno), *-m > -n (come ilgreco). Morfologicamente, il frigio presenta l'aumento come marca del plurale.[22]

Note

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  1. ^abFrancisco Villar, pp. 636-637, 1997.
  2. ^Borza, Eugene N.In the Shadow of Olympus: the Emergence of Macedon. Princeton, New Jersey: Princeton University Press, 1990,ISBN 0-691-00880-9, p. 65.
  3. ^The Gordion Excavations 1950-1973: Final Reports Volume 4, Rodney Stuart Young, Ellen L. Kohler, Gilbert Kenneth, p. 53.
  4. ^abcdefgFrancisco Villar, pp. 531-534, 1997.
  5. ^(EN) Umberto Cozzoli,I cimmeri, Rome Italy, Arti Grafiche Città di Castello (Roma), 1968.
  6. ^ Mirjo Salvini,Tra lo Zagros e l'Urmia: ricerche storiche ed archeologiche nell'Azerbaigian iraniano, Roma, Italia, Ed. Dell'Ateneo (Roma), 1984.
  7. ^abMacqueen 1986, p. 157.
  8. ^Emil Forrer identifica la regione dei Mushki in questo tempo comeFrigia, con i confini approssimati diComagene,Melitene eGurin.
  9. ^ Lorenzo D’Alfonso,Tabal: An Out-group Definition in the First Millennium BC, 2012, pp. 185-186.
  10. ^ab(EN) Rayfield, Donald (2012).Edge of Empires : A History of Georgia. Reaktion Books.
  11. ^O.W. Muscarella,Archaeology, Artifacts and Antiquities of the Ancient Near East, 2013, pp. 549–568.
  12. ^Periplo di Scilace;Erodoto,Storie, 7.78.; Ecateo,Fragmenta historicorum graecorum I, framm. 228.;Senofonte,Anabasis, 5.5.2. e 7.8.25;Strabone,Geografia, II, p.129; VII, p. 309; XI, pp. 527 e 549; XII, p. 555. (I numeri di pagina si riferiscono a quelli dell'edizione diIsaac Casaubon.);Diodoro Siculo,Bibliotheca Historica, 14.30.;Pomponio Mela,De situ orbis, III 5.4.;Plinio il Vecchio,Naturalis Historia, 6.4.
  13. ^Apollonio di Rodi II.22.
  14. ^Erodoto,Storie, lII.
  15. ^... furono mostrati loro i figli dei notabili della zona, bambini ingrassati e nutriti con noci bollite: erano obesi, bianchissimi, poco ci mancava che fossero tanto larghi quanto alti, avevano le spalle e il torace completamente tatuati con fiori variopinti. - Senofonte,Anabasi,libro V, 4-32
  16. ^Gn 10, 2.
  17. ^1Cr 1, 5
  18. ^Ez 27, 13; 32, 36; 38, 2-3; 39, 1.
  19. ^Flavio Giuseppe,Contro Apione.
  20. ^Francisco Villar, pp. 531-532, 1997.
  21. ^l'identificazione con ikaskei fu in modo incerto suggerita da Goetze (Diakonoff 1984, pp. 115-116)
  22. ^abFrancisco Villar, pp. 534-537, 1997.

Bibliografia

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Voci correlate

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