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Moschea di al-Azhar

Coordinate:30°02′44.61″N 31°15′45.71″E30°02′44.61″N,31°15′45.71″E
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Moschea di al-Azhar
La moschea di al-Azhar e l'annessa università
StatoEgitto (bandiera) Egitto
GovernatoratoGovernatorato del Cairo
LocalitàIl Cairo
Coordinate30°02′44.61″N 31°15′45.71″E30°02′44.61″N,31°15′45.71″E
ReligioneIslam (sunnita)
FondatoreJawhar al-Siqilli
Stile architettonicoislamico
Inizio costruzione970
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Lamoschea di al-Azhar (in araboجامع الأزهر?,Jāmiʿ al-Azhar) delCairo è una delle più notemoschee di tutto il mondoislamico.[1]

Fondata nel970 daiFatimidi, è la sede della prestigiosaUniversità al-Azhar, che con l'Università al-Qarawiyyin diFès (Marocco) e con l'Università della Zaytūna diTunisi (Tunisia), rappresenta il vertice del pensierogiuridico eteologicoislamicosunnita.

Storia

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Immediatamente dopo il suo ingresso vincitore inEgitto,Jawhar al-Ṣiqillī, il generale d'originesiciliana che in nome del quartoImam[2]al-Muʿizz li-dīn Allāh aveva conquistato il Paese nel969 strappandolo agliIkhshididi, avviò la costruzione di una nuova capitale, identificando una parte fortificata e inaccessibile agli estranei alla Corte, cui dette il nome dial-Manṣūriyya, all'immediato nord dial-Fusṭāṭ, dial-'Askar eal-Qata'i'.Allorché al-Muʿizz si recò sul posto per visitare la sua nuova conquista, decise che la capitale si sarebbe chiamata ital-Madīnat al-qāhira al-muʿizziyya («la Città vittoriosa di al-Muʿizz»), o, più semplicemente, al-Qāhira («la vittoriosa»).

Quando Jawhar al-Ṣiqillī posò la prima pietra della nuova capitale, aveva già in mente di costruire una nuova moschea ove si sarebbe ricordata la gloria di al-Muʿizz. Dapprima essa ebbe il nome diJāmiʿ al-Qāhira ("la moschea del Cairo"). La costruzione in origine comprendeva una corte circondata da tre corridoi, aveva un solominareto e occupava la metà dello spazio esistente. In seguito ricevette il nome di «al-Azhar» per rendere omaggio aFāṭima Ẓahrāʾ, la figlia diMaometto da cui la dinastia pretendeva di discendere. La moschea era situata poco a sud delKhan el-Khalili, nella Cairo islamica.

La costruzione cominciò il 4 aprile 970[3] e durò appena due anni. Dopo la sua costruzione al-Azhar fu direttamente finanziata dagli Imam fatimidi e divenne la mosche ufficiale per la preghiera del venerdì (jumūʿa). Gli abitanti di al-Fusṭāṭ oal-Qaṭāʾīʿ si recavano ogni venerdì verso al-Azhar per ascoltare il sermone (khuṭba) pronunziato dallo stesso Imam, e compiere la preghiera congregazionale. D'altra parte Egiziani abbienti partecipavano al suo finanziamento, legando all'edificio parte dei loro beni.

Una scuola fu aperta nei pressi della moschea nell'ottobre del 975,[4] poi nel988 essa divenne un centro d'insegnamento superiore (Madrasa), dove s'insegnavanoFiqh,Sharīʿa eteologia. Nel1005, sotto l'Imamato dial-Ḥākim bi-amr Allāh essa divenne una «Casa della Scienza» (دار العام,dār al-ʿilm), o una «Casa della sapienza» (دار الحكمة,dār al-ḥikma), fornita di una ricchissima biblioteca pubblica, ove l'alchimia, l'astronomia e lafilosofia erano insegnate assieme ad altre discipline religiose, come lo studio delletradizioni giuridiche e delCorano.[5]L’istruzione impartita ad al-Azhar includeva la giurisprudenza sciita-ismailita, la grammatica araba, laletteratura e llstoria. Essa divenne così il centro di diffusione delladaʿwah (propaganda) sciita fatimide.

Alla fine del periodo fatimide, (XII secolo), la parte coperta della moschea fu ampliata. Fu aggiunto un corridoio su ogni lato della corte interna, le cui arcate poggiano su colonnemarmoree.

Nel1303, vari edifici furono completamente ricostruiti dopo le distruzioni causate da unterremoto.[6]

Sommossa e repressione napoleonica

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In seguito all'occupazione dell'Egitto da parte delle truppe francesinapoleoniche, il 22 ottobre 1798, mentre Bonaparte era nellaCairo Vecchia, si ebbe una sommossa: la popolazione della capitale si riversò in armi nelle strade, si fortificò in diversi punti e, in particolare, nella grande moschea di al-Azhar.
Eccitati daglisceicchi e dagliimam, tali egiziani giurarono sul loro profeta di sterminare tutti i francesi. Tutti quanti essi incontrarono, nelle case o nelle vie, furono sgozzati senza pietà. Bonaparte non si perse d'animo e portò lui stesso il confronto armato nelle strade del Cairo, obbligando i rivoltosi a concentrarsi nella moschea di al-Azhar. Ordinò ai suoicannoni di colpire la moschea, tanto che i soldati poterono sfondare le porte e, animati dal furore bellico e dallo spirito di vendetta, massacrare gli Egiziani. Alcunisceicchi, numerosi turchi ed egiziani, imputati di partecipazione alla sommossa, furono giustiziati.

Il 1º giugno 1801, al-Azhar chiuse le porte sull'Egitto occupato dai Francesi e, un anno e un giorno esatti più tardi, il 2 giugno 1802, riaprì per i servizi del venerdì, alla presenza delGran Vizirottomano.

al-Azhar nel XXI secolo

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Dapprima malfidata di fronte allarivoluzione del 2011, al-Azhar avviò rapidamente un dialogo con tutte le fazioni dell'opposizione aMubarak

«liberali, intellettuali,donne,fratelli musulmani,salafiti…»

Ciò gli consentì di pubblicare nel giugno di quell'anno un documento di dieci pagine,La dichiarazione di al-Azhar sull'avvenire dell'Egitto, in cui l'istituzione difendeva la democrazia, i diritti dell'uomo e le libertà individuali.

Nel gennaio del 2012, essa ritrova la propria indipendenza con un emendamento a una legge del 1961: ilGrande Imam non è più scelto dal potere politico ma da un comitato diʿulamāʾ, e deve lasciare la carica all'età di 80 anni. Nel giugno 2012, unFratello Musulmano,Mohamed Morsi, è eletto alla presidenza dell'Egitto. Le relazioni già tese con ifondamentalisti peggiorano quando il nuovo potere tenta a più riprese di mettere le mani su al-Azhar, con rimozioni e campagne di calunnie contro il Grande Imam. Come conseguenza, l'istituzione insiste a non sostenere certi progetti di legge governativi e, allorché i Fratelli Musulmani si oppongono all'ONU sulla questione dello statuto della donna, al-Azhar organizza un simposio sui diritti delle egiziane, in cui sono evocati temi scottanti quali la lotta contro laclitoridectomia presente nelle aree dell'Alto Egitto, o il matrimonio precoce.
Nel luglio del 2013, in seguito a manifestazioni che radunano molti milioni di persone contro il regime di Morsi, il Grande Imam sostiene ilcolpo di Stato del 3 luglio 2013, organizzato dalle forze armate.[7]

Descrizione della moschea di al-Azhar

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Al-Azhar possiede oggi tre minareti. Il primo risale alla fine delXV secolo, durante il sultanato diQaytbay (1468-1496), che aggiunse all'edificio anche unmiḥrāb. Il secondo fu fatto erigere all'inizio delXVI secolo, durante il periodo del penultimo SultanomameluccoburjiQansuh al-Ghuri (1501-1516).

L’ingresso che si può ammirare ai nostri giorni data al periodoottomano (1753).

Il Grande Imam di al-Azhar

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IlGrande Imam di al-Azharattualmente[quando?]Ahmad Muhammad al-Tayyeb — è la più alta autorità dell'Ash'arismo in Egitto. Giudicato da alcuni come una sorta di "portavoce" del governo egiziano, è stato un funzionario statale nominato dal Presidente della Repubblica, in base a una riforma oggi non più in vigore. Le sue posizioni non escludono diversi punti di vista in seno al corpo religioso di al-Azhar, e ancor meno nel mondo musulmano sunnita. Grande Imam fino al 1996, losceiccoJad al-Haqq 'Ali Jad al-Haqq ha, per esempio, legittimato la pena di morte per ognimusulmano cheapostatasse.[8] Ha emesso anche unafatwā che richiedeva al governo egiziano di giustiziare ogni persona contraria all'escissione muliebre.[9]

Il24 febbraio 2000, ilpapa Giovanni Paolo II ha reso una storica visita all'imam dell'Università al-AzharMuhammad Sayyid Tantawi. Attraverso questo ateneo e il suo capo, l'Islam "moderato" egiziano ha potuto essere chiamato «arbitro del pensiero islamico moderno». In seguito a questo incontro, è stato istituito unComitato misto per il Dialogo, creato dalComitato permanente di al-Azhar per il dialogo con le religioni monoteiste e ilPontificio consiglio per il dialogo interreligioso, che si riunisce una volta l'anno al Cairo o a Roma il 24 febbraio, data anniversaria dell'incontro.

Luoghi sacri del sunnismo

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I primi tre luoghi sacri delsunnismo sono gli stessi deglisciiti e deikharigiti: l'Al-Masjid al-Haram dellaMecca, laMoschea del Profeta aMedina, laal-Masjid Al-Aqṣā[10] aGerusalemme. Seguono ulteriori siti (senza unanime consenso e senza un ordine di preferenza specifico), tra cui la stessa Moschea di al-Azhar (che sorge nei pressi immediati della Moschea di al-Ḥusayn, dove fu inumata la testa dial-Ḥusayn b. ʿAlī b. Abī Ṭālib), laMoschea degli Omayyadi aDamasco,[11][12][13] laGrande moschea di Qayrawan (nominalmente dedicata aSīdīʿUqba b. Nāfiʿ),[14][15][16] laTomba dei Patriarchi (o Santuario di Abramo) aHebron,[17]Bukhara,[18][19]Eyüp (distretto diIstanbul),[20][21] eHarar.[22][23]

Luoghi sacri dello sciismo

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Losciismo venera dal canto suo anche altri luoghi santi, tra cui il primato va allaMoschea dell'Imam 'Ali aNajaf (Iraq), seguita dallaMoschea di al-Husayn aKerbelāʾ' (Iraq. Particolare devozione è riservata anche al cimiteromedinese dial-Baqīʿ al-Gharqad, al cimiteromeccano dellaJannat al-Muʿallā, ai luoghi d'inumazione delle figlie delProfeta,Zaynab eRuqayya, al sepolcro dell'ImamʿAlī al-Riḍā (inlingua persianaʿAli Reża) aMashhad (Iraq), al santuario al-Kāẓimiyya (nel distretto al-Kāẓimayn) aBaghdad, in Iraq - luogo d'inumazione dell'ottavo ImāmMūsā al-Kāẓim e di suo figlio, il nono ImāmMuḥammad al-Jawād - o al Santuario diSantuario di Fatema Ma'sume - figlia del 7º Imam sciitaduodecimanoMūsā al-Kāẓim - aQom, inIran.

Note

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  1. ^Al-azhar - Enciclopedia, suTreccani.URL consultato il 22 marzo 2025.
  2. ^Che equivaleva a titolo dicaliffo.
  3. ^Angelo SammarcoPrécis de l'histoire d'Égypte Imprimerie de l'Institut français d'archéologie orientale du Caire, 1935.
  4. ^Fadwa El Guindi,By Noon Prayer: The Rhythm of Islam, Berg, 2008ISBN 1845200969|9781845200961.
  5. ^Katia Zakharia et Ali Cheiban,Savoirs et pouvoirs : genèse des traditions, traditions réinventées, Parigi, Maisonneuve & Larose, 2007ISBN 2706820004|9782706820007.
  6. ^Hervé BeaumontÉgypte : Le guide des civilisations égyptiennes, des pharaons à l'islam, éd. Marcus, 2001ISBN 2713101689 |9782713101687.
  7. ^Delphine Minoul, « Al-Azhar : le pari d'un islam éclairé », inLe Figaro, venerdì 3 gennaio 2014, p. 12.
  8. ^Christophe Ayad,Géopolitique de l'Égypte, Bruxelles, Éditions Complexe, 2002, 144 pp (a p. 50). isbn = 978-2-87027-784-3 | isbn2 = 2870277849, online {{http://books.google.de/books?id=PsSis3j9u40C&pg=PA50&dq=%22cheikh+Mohamed+al-Ghazali+qui+a+justifi%C3%A9+leur+action+en+expliquant+que+la+charia+punissait+l%27apostasie+de+mort%22 }}
  9. ^(EN) Geneive Abdo,No God but God: Egypt and the Triumph of Islam, Oxford, Oxford University Press US, 2002, 24o pp (a p. 173). isbn = 978-0-19-515793-2 | isbn2 = 0195157931 online {{http://books.google.de/books?id=Uv8znbxAoDMC&pg=PA173&dq=%22Gad+al-Haq,+issued+a+fatwa+calling+on+the+government+to+execute+anyone+who+opposed+the+practice%22&lr=&as_brr=3&as_pt=ALLTYPES}}
  10. ^Intendendo non la solamoschea, bensì l'interaSpianata delle Moschee, quindi anche laCupola della Roccia.
  11. ^ Janet L. Abu-Lughod (contributor),Damascus, in Michael R. T. Dumper e Bruce E. Stanley (a cura di),Cities of the Middle East and North Africa: A Historical Encyclopedia,ABC-CLIO, 2007, pp. 119–126,ISBN 978-1-5760-7919-5.
  12. ^Damascus: What’s Left, Sarah Birke, New York Review of Books
  13. ^Faedah M. Totah, "Return to the origin: negotiating the modern and unmodern in the old city of Damascus", su:City & Society 21.1 (2009): 58-81.
  14. ^Roni Berger, "Impressions and thoughts of an incidental tourist in Tunisia in January 2011", su:Journal of International Women's Studies 12.1 (2011), pp. 177-178.
  15. ^Nagel, Ronald L. "Jews of the Sahara", suEinstein Journal of Biology and Medicine 21.1 (2016), pp. 25-32.
  16. ^Ray Harris and Khalid Koser, "Islam in the Sahel" su:Continuity and Change in the Tunisian Sahel, Routledge, 2018, pp. 107-120.
  17. ^ Anita Vitullo,People Tied to Place: Strengthening Cultural Identity in Hebron's Old City, inJournal of Palestine Studies, vol. 33, 2003, pp. 68-83,DOI:10.1525/jps.2003.33.1.68. quote: From earliest Islam, the sanctuaries of Hebron and Jerusalem [al-Haram al-Ibrahimi and al-Haram al-Sharif] were holy places outranked only by Mecca and Medina; the Ibrahimi Mosque was regarded by many as Islam’s fourth holiest site. Muslims believe that the Hebron sanctuary was visited by the Prophet Muhammad on his mystical nocturnal journey from Mecca to Jerusalem.
  18. ^Kevin Jones, "Slavs and Tatars: Language arts", su:ArtAsiaPacific 91 (2014), p. 141.
  19. ^Razia Sultanova,From Shamanism to Sufism: Women, Islam and Culture in Central Asia. Vol. 3. IB Tauris, 2011.
  20. ^Emeka E.Okonkwo and C. A. Nzeh, "Faith–Based Activities and their Tourism Potentials in Nigeria", su:International Journal of Research in Arts and Social Sciences 1 (2009), pp. 286-298.
  21. ^Mir, Altaf Hussain,Impact of tourism on the development in Kashmir valley. Diss. Aligarh Muslim University, 2008.
  22. ^Patrick Desplat, "The Making of a ‘Harari’City in Ethiopia: Constructing and Contesting Saintly Places in Harar", su:Dimensions of Locality: Muslim Saints, Their Place and Space 8 (2008), p. 149.
  23. ^Harar - the Ethiopian city known as 'Africa's Mecca', BBC, 21 July 2017

Bibliografia

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Voci correlate

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