Morazzone, sito a 10 km dal capoluogo provinciale, si estende per 5,48 km² su colline moreniche di origine glaciale, ed è compreso tra i 330 e i 442 metri sul livello del mare; l'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 112 metri.
L'ambiente è prevalentemente boscoso ed è attraversato daltorrente Tenore che nasce presso la Cascina Caronaccio.
Parte del territorio di Morazzone è incluso, assieme ad alcuni comuni limitrofi, nelParco Rile Tenore Olona, parco sovracomunale che sviluppa intorno a tre corsi d'acqua:Rile,Tenore eOlona. Morazzone fa inoltre parte del Bacino val d'Arno e Ticino.
Presso la chiesa parrocchiale disant'Ambrogio sono custoditi due blocchi di granito e una lapide funeraria di serizzo: i due blocchi rievocano la nascita, lo status sociale e la morte dei due fratelli Marco e Lucio Senzii, risalenti alI secolo d.C.
Entrambi i fratelli furonolegionari della IV legione Scitica e appartennero alla tribù romanaUfentina.
La lapide funeraria fu fatta intagliare sempre nel I secolo d.C. a ricordo della moglie Donnia Pupa da Marco Campilio Daphnos, liberto di Marco Campilio Fusco (che ricopriva in quel periodo la carica di serviro senior pressoMilano).
I tre reperti romani furono ritrovati tutti nella chiesetta diSanta Maria Maddalena all'inizio delXX secolo, e ciò lascia presupporre che presso la chiesetta si erigesse il centro della comunità romana o unanecropoli.
Morazzone decadde durante i secoli delMedioevo italiano. Dopo una lunga epoca di decadenza, nella quale il contado si vide smembrato e frazionato, esso riottenne importanza diventando un pubblico fortilizio delComune di Milano alla fine delXII secolo.
Il borgo torna alla ribalta dalla seconda metà delCinquecento fino al terzo decennio delSeicento grazie alla figura dell’artistaPier Francesco Mazzucchelli, dettoIl Morazzone, nato nel paese nelLuglio del1573 ed attivo su tutto il panorama artistico lombardo di quel periodo.
Nel giro di pochi decenni, la Lombardia venne occupata dallacorona spagnola e Morazzone venne infeudata il 19 agosto1647 in seguito alla decisione del Regno di Spagna di infeudare le molte terre "libere" lombarde.
Morazzone tornò dopo le instabili situazioni politiche e sociali legate al contrastatoperiodo napoleonico, durante il quale fu annesso aCaronno Ghiringhello, sotto il dominioaustriaco. Senza particolari avvenimenti fino al26 agosto1848, quando tornò alla ribalta della storia in occasione dello scontro armato ivi combattuto tra un piccolo contingentegaribaldino e le truppe austriache.
A decorrere dalla data del2 gennaio1927, con la creazione per decreto legislativo dellaProvincia di Varese, Morazzone passa sotto quest'ultima lasciando così laProvincia di Como di cui faceva parte dal1801, all'alba delle nuove disposizioni intercorse tra il governo imperiale napoleonico e quello austriaco.
Durante il secondo dopoguerra Morazzone ha attraversato senza enormi sconvolgimenti il passaggio da un'economia basata sull'agricoltura ad una di carattere artigianale e, successivamente, di tipo industriale.
Tra le grandi aziende è presente sul territorio comunale una fabbrica dellaMV Agusta, rinomata casa motociclistica.
Nel1963 il comune si dotò di un primo stemma, confezionato con elementi raccogliticci ritenuti correlati alla storia locale: lo scudo erainterzato in fascia e raffigurava superiormente un'aquila nera in campo rosso, a metà duespade incrociate in campo argento, in basso unleone tendente a destra in campo azzurro. Il gonfalone era un drappointerzato in palo d'azzurro, bianco e rosso, ornato di ricami in argento e caricato di detta arma.[6][7]
Questa simbologia (ratificata condecreto del Presidente della Repubblica il 24 aprile 1965[8]) col passare del tempo venne giudicata non particolarmente rappresentativa dell'identità comunale: nel 1991 lo storico Diego Della Gasperina trovò presso loStemmario Archinto dellaBiblioteca Reale di Torino uno stemma indicato come "de Morazono", ossia l'emblema della famiglia Mazzucchelli, originaria del comune, dalla quale discendeva anche il pittorePier Francesco Mazzucchelli (detto appunto "Il Morazzone"), che l'aveva incluso in un affresco originariamente sito presso la sua residenza (poi staccato nel 1880 e trasferito alCastello Sforzesco diMilano)[7]. Tale arma famigliare era (come da descrizione del summenzionato Archinto) superiormente d'oro all'aquila nera (cosiddettocapo d'Impero) e per il resto d'argento allatesta di moro affiancata da duestelle; è però plausibile che vi fossero anche versioni recanti due o tre teste di moro e dunque una sola o nessuna stella. L'elemento qualificante è certamente la testa umana, laddove il cognome Mazzucchelli deriva dall'espressioneinsubremazzùch (letteralmente "testone", ossia "ostinato", "caparbio")[7].
Il comune iniziò pertanto a sostituire in via informale lo stemma ufficiale con quello "mazzucchelliano", finché ai primi delterzo millennio si risolse a chiederne la sostituzione anche ai termini di legge: ottenuto il parere favorevole dell'ufficio araldico dellaPresidenza del Consiglio dei ministri, ilDecreto del Presidente della Repubblica dell'11 maggio 2009[9] sancì l'adozione di stemma e gonfalone nei seguenti termini[7]:
Stemma
«Di argento, alla testa di moro, al naturale, attortigliata di rosso, accompagnata nei cantoni del capo da due stelle di otto raggi, dello stesso; al capo cucito d’oro, caricato dall’aquila di nero, coronata dello stesso, linguata di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Gonfalone
«Drappo partito di giallo e di nero, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: "Comune di Morazzone". Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto nero e oro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.»
Bandiera
La bandiera comunale adatta la blasonatura dello stemma in forma di vessillo.
«drappo di bianco con il capo di giallo; il campo alla testa di moro, al naturale, attortigliata di rosso, accompagnata nei cantoni superiori da due stelle di otto raggi, dello stesso; il capo caricato dall'aquila di nero, coronata dello stesso, linguata di rosso. L'asta sarà ricoperta alternativamente di velluto giallo e nero, con bullette argentate poste a spirale; sarà ornata dalla cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali.[9]»
Il comune ha successivamente adottato una versione dello stemma priva dei coronamenti istituzionali, pur previsti nel decreto presidenziale di concessione.
La chiesa è stata costruita nel 1814-1817 dedicata aSant'Ambrogio. Dalla documentazione risulta che, intorno al1810 il parroco Don Francesco Pesenti, riteneva fosse necessaria la costruzione di una chiesa più capiente e ne affidava la progettazione all'architettoSimone Cantoni (Muggio -Canton Ticino, 1736-1818).
L'abbellimento e la decorazione interna della chiesa, così come della facciata, furono attuati fra il 1893 e il 1894 dal parroco don Giuseppe Motta.
Nel 1907 veniva edificato l'oratorio diSan Giuseppe adiacente al lato sinistro della chiesa; all'interno si trovano vecchie murature della precedente chiesa cinquecentesca con l'affresco raffiguranteSant'Ambrogio, (XVI secolo) attribuito aPier Francesco Mazzucchelli detto Il Morazzone, o della scuola.
Si erge in posizione panoramica verso illago di Varese e la catena alpina delMonte Rosa.È stata edificata probabilmente nelXV secolo su una cappella precedente che risaliva almeno alXIII secolo, come è comprovato dagli spezzoni di muro riportati alla luce dalrestauro del 1987/88.La chiesa è stata sede di unacappellania dal1449, ossia ospitava culti almeno quattro giorni alla settimana, officiati da un cappellano stabile, il quale abitava nelle vicinanze e nei restanti tre giorni celebrava nella chiesa diSan Giorgio aSchianno. Questo servizio religioso era finanziato con le rendite dei poderi lasciati in eredità alla pieve daGiovanni Antonio Bizzozero, ricco proprietario diVarese.
Chiesa di Santa Maria Madre
Al suo interno si trovano dipinti votivi dei secc.XV eXVI:San Rocco accanto ad un lacerto dipresepio (con pregevoleSan Giuseppe), una Madonna in trono con Bambino,Sant'Antonio Abate (patrono dei contadini) e ciò che resta di una figura di santo vescovo (forse Ambrogio). Un avanzo di una crocifissione è riportata sopra la porta laterale.Sopra gli altari dell'abside e della cappella di sinistra sono posti una Madonna con Bambino e unSant'Antonio abate con gli specifici simboli del maiale e del fuoco (invocato contro il cosiddettofuoco di Sant'Antonio).Sui muri laterali si trovano lelitografie dellaVia Crucis donate da un emigrante morazzonese a fine Ottocento con scritte esplicative in lingua francese e spagnola.
Il legame della comunità col tempio è testimoniato dagliex voto posti sotto la statua mariana.
La chiesa, di origine medioevale è stata demolita nel1967, nonostante il Card.Ildefonso Schuster nella visita pastorale dell'anno 1962 ne avesse richiesto espressamente il restauro. Costruita su un antico tempietto romano dedicato aGiove, è stata custode fedele per lunghissimo tempo di importantiepigrafi di età romana (ora riportate in chiesa parrocchialeMorazzone - Interno Chiesa Parrocchiale). L'edificio sacro risultava dotato di un altare, una campana, tre finestre e due porte. Esternamente si trovava un portico (demolito su ordine del card.Giuseppe Pozzobonelli nel 1747) sotto il quale vi era un cimitero privo di recinzione, con il pavimento irregolare dalla descrizione tracciata daFederico Borromeo nel1606. Resti di sepolture sono stati rinvenuti nelle campagne da scavi effettuati del 1996 e nel 2007.
Storicamente vi viene celebrata la Santa Messa una volta l'anno, il sabato seguente la memoria della Santa (22 luglio); la ricorrenza è stata però sospesa a causa del pericolo di crollo dell'attigua Cascina Maddalena.
Eretta tra il1582 e il1646 accanto alla Chiesa diSant'Ambrogio.La sua costruzione è durata ben 64 anni, a causa della difficoltà nel reperire i fondi, raccolti tramite le offerte dei fedeli morazzonesi.
Le campane sono 5, in Si bemolle (Sib), ad azionamento manuale, fuse nel1859 dalla fonderiaFelice Bizzozero diVarese.[10].
Nel 1957 il campanile subì importanti interventi di manutenzione: la sostituzione dell'isolamento e la revisione del castello con la sostituzione delle vecchie bronzine con nuovi cuscinetti a sfera; di questi lavori si occupò la ditta specializzata Bianchi, di Varese, erede della ditta Bizzozero.[11]
Il 25 dicembre 1909, ai primi rintocchi dell'Ave Maria la campana maggiore, spezzatosi il sostegno trasversale, si staccò e cadde fuori dal castello; il parapetto della cella campanaria però ne bloccò la caduta, impedendo che recasse ulteriori danni[12].
La casa natale diPier Francesco Mazzucchelli detto Il Morazzone (1573-1626), celeberrimo artista del Seicento lombardo, si trova all'interno di una corte delXIII secolo, nella zona alta del paese, all’incrocio tra Via Santa Maria e la salita Goffredo Mameli.
Si presume che anche la suasepoltura si trovi all'interno del territorio comunale.
Il Morazzone operò molto in tutto il territorio provinciale (sue opere si trovano presso laBasilica di San Vittore aVarese), oltre che a Roma, lavorando per committenza di grandi signorie della capitale oppure per conto di cariche religiose in altrettante chiese, cattedrali ed edifici sacri e storici.
Nel centro storico del comune sorge Casa Macchi, dimora borghese che conserva al proprio interno tutti gli arredi e il mobilio di una casa di famiglia dell’Ottocento. A seguito della donazione da parte di Maria Luisa Macchi, ultima discendente della famiglia proprietaria, la dimora è stata restaurata dalFondo Ambiente Italiano.[13]
Il 5 dicembre 2021 il FAI, in collaborazione con enti locali e benefici, ha inaugurato all'interno della dimora l’Emporio, negozio modellato a somiglianza delle botteghe alimentari tipiche dei piccoli borghi di provincia fino ai primi del Novecento.
Al pari dimolte altre realtà provinciali del nord Italia[di che tipo? In che contesto?], anche Morazzone ha assistito, dal secondo dopoguerra in poi, al sorgere (e al successivo declino) di molte piccole e medie realtà industriali in diversi settori. Fra queste, si ricorda laElettro De Bernardi, produttrice di apparecchi elettrodomestici ed elettrici in via Caronnaccio 2, fondata e gestita da quello che fu anche sindaco della cittadina fra gli anni 80 e l'inizio degli anni 2000[15]; azienda definitivamente chiusa all'inizio degli anni 1990 con l'abbandono dello stabile produttivo.
A Morazzone hanno sede alcune squadre dilettantistiche: nellapallavolo vi è l'Insubria Volley (con sede a Mornago, la cui prima squadra maschile gioca a Morazzone, vincitrice della promozione in Serie D nella stagione sportiva 2017/2018), iltiro con l'arco è rappresentato dalG.S. Archery Team Morazzone, mentre ilfloorball esprime l'UHC Varese Wild Boars, capace di raggiungere i massimi livelli nazionali della disciplina.
^Lo stralcio tratto dal giornale La Prealpina del 13 luglio 1957 riportato da Alice Ongaro in "Morazzone 1891-1969, cronaca, racconti, storia" - edizioni BPS, Varese 2009 - data l'installazione al 1850, con l'inaugurazione il 1º novembre dello stesso anno, aggiungendo che il peso complessivo del concerto è di 63 quintali.
^Notizie tratte dal giornale La Prealpina del 13 luglio 1957, riportata in "Morazzone 1891-1969, cronaca, racconti, storia" a cura di Alice Ongaro - edizioni BPS, Varese 2009.
^notizia tratta dal giornale La Prealpina del 27 dicembre 1909, riportata in "Morazzone 1891-1969, cronaca, racconti, storia" a cura di Alice Ongaro - edizioni BPS, Varese 2009