Montechiarugolo è un comune policentrico, articolato in cinque frazioni, ognuna sede di consulta frazionale:Basilicagoiano,Basilicanova, Montechiarugolo,Monticelli Terme eTortiano. La sede amministrativa è collocata nella piccola località che dà il nome al comune, antica capitale dellaconteatorelliana.[6]
Il clima di Montechiarugolo è tipicamente continentale. Per quanto riguarda le temperature, si passa dalle medie massime di 28,7 °C di luglio alle medie minime di -1,5 °C di gennaio. Per quanto riguarda la piovosità, in luglio cadono mediamente 45 mm di pioggia, mentre in novembre ne cadono 101 mm.[9]
Il toponimo deriva probabilmente dallatinoMons Clariculus, ossia "Monte chiaro, spoglio di alberi"; in epocamedievale la località era nota comeMonticulus rivulus, ossia "Montecchio rivolo",[7] ma anche nelle forme diMonticulo Rivulo,Monticuli Rivuli,[10]Monticuli Reguli,Monte Clerevulo,Monteclariculo eMonteclaruguli.[11]
In seguito il territorio fu occupato daiLiguri, ai quali subentrarono intorno al 187 a.C. iRomani.[12]
Il borgo medievale di Montechiarugolo sorse probabilmente nelX secolo, in seguito ai disboscamenti eseguiti dai monaciagostiniani dell'abbazia di Santa Felicola,[12] menzionata per la prima volta nel 924.[13]
Nel 1121 la casata edificò l'originariocastello difensivo;[14] nel 1255[15] il feudo pervenne al conte Guido Anselmo[16], il cui ramo fu in seguito conosciuto col nome di Guidanselmi.[17]
Nel 1313 il conte Giovannino Sanvitale, tradendo iguelfi parmigiani, si alleò colsignore di MilanoMatteo I Visconti; aiutato dai Baratti e dai da Palù, si ribellò al Comune diParma e iniziò a compiere una serie di scorrerie nel territorio, incendiando anche dell'abbazia di Santa Felicola; il podestà cittadino eGiberto III da Correggio assediarono il castello, costringendo gli insorti alla resa; il maniero e il vicino borgo furono completamente rasi al suolo, mentre fu risparmiata soltanto lachiesa di San Quintino.[18][14]
Nel 1500, dopo la conquista delducato di Milano da parte deiFrancesi, ilreLuigi XII, con l'intento di punire il conteCristoforo II Torelli per l'appoggio dato alLudovico il Moro, inviò a Montechiarugolo le truppe guidate daGian Giacomo Trivulzio, che attaccarono il castello e depredarono il borgo adiacente; il condottiero consegnò il maniero ad Antoine de Gimel,[28] ma quattro anni dopoFrancesco, fratello di Cristoforo, riacquistò la contea.[12]
Antonio Pasini,Il castello di Montechiarugolo, inizio XIX secolo
Il 4 ottobre del 1796 il maniero fu al centro di uno scontro di modeste dimensioni ma grande risonanza, noto comebattaglia di Montechiarugolo: un gruppo di miliziani appartenenti all'esercito austriaco, in fuga dalle truppenapoleoniche che avevano assediato la città diMantova, si diresse verso ilGranducato di Toscana; la neonataRepubblica Reggiana inviò una spedizione che, con l'aiuto di alcuni soldati francesi, costrinse i nemici a cercare un riparo nel castello di Montechiarugolo, ove avvenne lo scontro armato, al cui termine gli austriaci furono costretti alla resa.[30] Napoleone in persona commemorò i due reggiani caduti in battaglia ed elogiò l'impresa, che probabilmente rappresentò la prima avvisaglia delRisorgimento Italiano.[12]
Nel 1806, dopo l'annessione delducato di Parma e Piacenza all'Impero francese, Montechiarugolo divenne sede del nuovo comune (omairie), comprendente le frazioni di Monticelli,Basilicanova, Basilicagoiano, Tortiano, Piazza, Sant'Ermanno e Pariano.[12]
Alcuni anni dopo l'Unità d'Italia, il territorio di Montechiarugolo accrebbe la propria importanza grazie alla realizzazione del ponte sul torrente Enza e, nel 1901, della diramazione perMontecchio dellatranvia Parma-Traversetolo, che consentirono un più rapido collegamento con le città di Parma eReggio Emilia; vi sorsero alcune industrie, prevalentemente del settore agro-alimentare, tra cui laMutti nella località di Piazza di Basilicanova.[12]
«Inquartato: nel primo e nel quarto, di rosso, altorofurioso d'oro; nel secondo e nel terzo, d'argento, albiscione visconteo di verde, coronato d'oro, ondeggiante in palo, ingollante un saraceno ignudo di rosso. Lo scudo è timbrato da una corona comitale d'oro gemmata.[33]»
Nello stemma è rappresentato il torello rampante dellafamiglia Torelli e il biscione deiVisconti (dai quali i Torelli ricevettero lacontea di Montechiarugolo nel 1406), con sovrastante corona simbolo della contea.
Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesaromanica fu quasi completamente ricostruita in stileneoromanico tra il 1901 e il 1910 su progetto dell'architetto Camillo Uccelli, conservando dell'edificio originario soltanto la zona absidale e il campanile; colpita dal terremoto del 2008, fu restaurata e consolidata strutturalmente nel 2014; il luogo di culto conserva al suo interno varie opere di pregio, tra cui la pala d'altare settecentesca, alcune statue e, nel locale attiguo al presbiterio, una serie di affreschi quattrocenteschi.[34][35]
Costruita nell'XI secolo dagliagostiniani intorno all'oratorio di Santa Felicola menzionato per la prima volta nel 924, l'abbazia fu elevata a sede dipriorato nel 1018; quasi completamente distrutta da un incendio durante gli scontri che nel 1313 opposero il conte Giovannino Sanvitale aGiberto III da Correggio e al podestà diParma, fu abbandonata alcuni anni dopo lapeste nera del 1348; riassegnata intorno alla metà delXV secolo aiCanonici Regolari Lateranensi, fu ceduta nel 1789 o 1793 all'ospedale della Misericordia di Parma; acquistata agli inizi delXIX secolo dal conte Giuseppe Simonetta di Torricella, fu trasformata in residenza privata, sede di una vasta tenuta agricola; ereditata dal conte Luigi Sanvitale Simonetta, fu alienata nel 1917 all'imprenditore agricolo Brandino Vignali, che avviò importanti lavori di modernizzazione dell'azienda agraria. La struttura, benché modificata più volte nei secoli, conserva varie testimonianze delle sue originiromaniche, tra cui la chiesa e il porticato est della corte, retto da colonnine binate; l'ala residenziale sud-est, circondata su due lati dal grande parco, presenta varie sale coperte davolte.[36][37][13][38]
Facciata del santuario di Santa Maria delle Grazie
Edificato in formerinascimentali tra il 1489 e il 1523 per volere del conteMarsilio Torelli, il convento, donato aifrancescani dalla contessaDamigella Trivulzio, vedova del conteFrancesco, fu confiscato nel 1811 in seguito alla soppressione degli ordini religiosi sancita daNapoleone; utilizzato quale caserma militare e successivamente fabbrica di polvere da sparo, fu alienato nel 1870 a privati; ereditato daisalesiani nel 1914, il complesso, dopo la ricostruzione in stileneoclassico della chiesa, nel 1922 fu adibito a istituto di avviamento agrario e ampliato tra il 1933 e il 1947; divenuto nel 1964 sede di scuola media, fu chiuso nel 2002 a causa del drastico calo del numero di iscritti e acquistato da una società immobiliare costituita da un gruppo di ex allievi, che riaprì per alcuni anni l'istituto, poi fallito nel 2014; la chiesa, elevata nel 1962 a santuario diocesano intitolato asanta Maria Ausiliatrice, conserva al suo interno una statua lignea dellaMadonna col Bambino, realizzata da scultori dellaVal Gardena.[13][39][40]
Edificato originariamente dai fratiagostiniani della vicinaabbazia di Santa Felicola tra l'XI e ilXII secolo, l'oratorio, dedicato all'Annunciazione della Beata Vergine, fu donato dalla contessa Domitilla Trivulzio aifrancescani del vicinoconvento di Santa Maria delle Grazie; profondamente degradato, fu completamente demolito dopo alcuni anni; ricostruito dai frati tra la fine delXVII e l'inizio delXVIII secolo, fu confiscato nel 1811 in seguito alla soppressione degli ordini religiosi sancita daNapoleone e alienato con le terre annesse dapprima nel 1817 al capitano Egidio Rossini, successivamente nel 1843 al giudice Remigio Villa e infine nel 1867 al conte Antonio Costerbosa; restaurato per volere del nuovo proprietario e della figlia Faustina, moglie del marchese Antonio Lalatta, fu adibito a cappella privata dellavilla La Vignazza; consolidato strutturalmente verso la fine delXX secolo, il luogo di culto conserva nel presbiterio alcuni affreschi tardo-seicenteschi.[13][41]
Edificata originariamente prima del 1169 per volere, secondo la tradizione, delvescovo di Piacenza, la pieve diBasilicagoiano fu completamente ricostruita in stilerinascimentale nelXVI secolo; modificata nel 1717 con l'aggiunta delle quattro cappelle lateralibarocche a pianta ottagonale, fu arricchita della facciataneorinascimentale tra il 1936 e il 1937; al suo interno conserva due dipinti settecenteschi, un affresco staccato risalente al 1481 e unorgano seicentesco.[42][43]
Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa originariaromanica diMonticelli Terme fu riedificata agli inizi delXVI secolo ed elevata al rango di parrocchia nel 1564; ricostruita nuovamente in stileneoclassico nel 1765, fu ampliata nel 1830 e completata con la facciata nel 1878 e il campanile nel 1910; il luogo di culto conserva al suo interno numerose opere di pregio, tra cui la pala d'altare settecentesca attribuita aIlario Spolverini, un olio cinquecentesco eseguito daGiovanni Battista Bertucci il Giovane, altri dipinti e arredi antichi e un piccoloorgano costruito nei primi anni del XVIII secolo.[44][45]
Costruita originariamente tra ilVII e l'VIII secolo, la pieve diBasilicanova, menzionata per la prima volta nel 921, fu rasa al suolo nel 1334 in occasione della distruzione del vicinocastello per mano diMastino II della Scala; riedificata più a ovest forse già pochi anni dopo, fu dotata di campanile alla fine delXVIII secolo; quasi completamente ricostruita in stileneobizantino tra il 1915 e il 1920 su progetto dell'architetto Camillo Uccelli, fu completata con la nuova facciata disegnata dal geometra Luigi Adorni nel 1939 e affrescata internamente dal pittore Emanuele Quintavalla nel 1949; la chiesa, ristrutturata nel 2017, conserva dell'antica struttura soltanto il campanile tardo-settecentesco.[46][47]
Menzionata per la prima volta nel 1189, la chiesa diTortiano fu completamente ricostruita in stilebarocco nel 1659; dotata di campanile nel 1700, fu ristrutturata nel 1887; parzialmente modificata negli interni tra il 1934 e il 1937, fu risistemata negli esterni nel 1949; colpita da un sisma nel 2008, fu restaurata e consolidata strutturalmente tra il 2013 e il 2014; il luogo di culto, sviluppato su un impianto a navata unica affiancata da tre cappelle per parte, conserva unpiviale inbroccato risalente alXVIII secolo.[48]
Rivellino nella cinta muraria cittadinaCastello di Montechiarugolo
Edificato originariamente intorno al 1121 da parte della famigliaSanvitale, il castello fu distrutto nel 1313 daiguelfi parmigiani guidati daGiberto III da Correggio; acquisito nel 1348 dalsignore di MilanoLuchino Visconti, fu completamente ricostruito; espugnato nel 1404 daida Correggio e daiRossi, fu successivamente riconquistato daOttobuono de' Terzi e restituito aGiovanni Maria Visconti, che su suo suggerimento nel 1406 ne investì il condottieroGuido Torelli, nominato nel 1428conte di Montechiarugolo; occupato e danneggiato nel 1500 daGian Giacomo Trivulzio per conto delre di FranciaLuigi XII, fu riacquistato nel 1503 daFrancesco Torelli; restaurato e trasformato in elegante dimora nobiliare daPomponio Torelli alla fine delXVI secolo, fu requisito nel 1512 dalduca di ParmaRanuccio I Farnese che condannò a morte il contePio Torelli, accusato di aver partecipato alla presunta congiura dei feudatari; utilizzato dapprima come deposito di beni alimentari e successivamente come magazzino militare e fabbrica di polvere da sparo, appartenne alla Camera Ducale di Parma fino all'Unità d'Italia, dopodiché fu alienato nel 1864 dalDemanio pubblico alla famiglia Marchi. Il castello, sviluppato attorno a due cortili interni, mostra i tratti tipici dei castelli d'epoca tardo-medievale, per la presenza di duerivellini, della corona dimerli ghibellini in sommità e deibeccatelli concaditoie; il maniero conserva numerosi ambienti interni e un loggiato sul lato est interamente decorati con affreschi cinquecenteschi.[15][49]
Menzionato per la prima volta nel 980 quale dipendenza dellaDiocesi di Parma, il castello diMonticelli seguì fino agli inizi delXV secolo le sorti della città diParma, contesa a partire dalXIV secolo da numerose famiglie, tra le quali ida Correggio, iRossi, idella Scala, gliEste e iVisconti; razziato tra il 1403 e il 1404 dai Rossi, fu assegnato nel 1406 aGuido Torelli unitamente al feudo di Montechiarugolo; conquistato per breve tempo nel 1482 da Giacomo de' Rossi, se ne perse in seguito ogni traccia; sulle sue rovine fu probabilmente edificata la villa Mariotti-Micheli, che conserva al suo interno un disegno a carboncino del poetaFrancesco Petrarca, ospite nel 1341 diAzzo da Correggio nel maniero.[50]
Edificata originariamente nelXVI secolo forse quale ospizio deifrancescani delconvento di Santa Maria delle Grazie, la struttura fu distrutta nella seconda metà del secolo; riedificata dai frati quale residenza del romito addetto al vicinooratorio, fu confiscata nel 1811 dal governonapoleonico; alienata nel 1817 unitamente alla tenuta circostante al capitano Egidio Rossini, fu ampliata e trasformata in villaneoclassica; acquistata nel 1843 dal giudice Remigio Villa, fu rivenduta nel 1867 al conte Antonio Costerbosa, che avviò importanti lavori di ristrutturazione completati nel 1879 dalla figlia Faustina, moglie del marchese Antonio Lalatta; ereditata dai suoi discendenti, fu completamente restaurata alla fine delXX secolo. La villa, costituita da due corpi affiancati di epoche diverse sviluppati a nord di una piccola corte, si erge su due livelli principali fuori terra; all'interno sono presenti vari ambienti decorati; intorno si estende l'ampio parco, ricco di piante secolari, mentre più a valle si trova l'oratorio del Romito.[53][54]
Costruita ai margini diBasilicagoiano per volere della nobile famiglia Borri tra ilXVI e ilXVII secolo quale casa padronale di campagna e casino di caccia, la villarinascimentale fu successivamente modificata con alcune aggiuntebarocche, mantenendo tuttavia pressoché inalterata la veste originaria; ereditata nelXIX secolo da Cesare Campagna e poi dalla famiglia Corbellini, fu acquistata in seguito dal nobile Giovanni Battista Borri, che, appartenente a un altro ramo dell'antica casata, la trasmise ai suoi discendenti. La struttura, sviluppata su una pianta quadrata, si erge su tre livelli principali fuori terra ed è dominata dalla torretta che si innalza al culmine del tetto; all'interno il salone passante, ornato con affreschi sullavolta a botte, dà accesso a vari ambienti, tra cui la cappella e lo scalone. Intorno si sviluppa il parco; il viale d'ingresso è affiancato da due ali di edifici.[55][12]
Edificate in stileliberty tra il[1926 e il 1927 per volere di Italo Borrini, le Terme diMonticelli Terme furono negli anni seguenti circondate da un parco di 25 ettari ricco di piante, all'interno del quale furono costruiti, accanto alla villa di famiglia, alcuni alberghi e l'oratorio di San Giulio; dei 16 pozzi scavati, ne rimangono attivi 7, di cui utilizzati 2, dai quali scaturiscono altrettanti differenti tipi di acque: salsobromoiodiche e sulfuree.[56][57]
Si aggiungono a queste numerose altre località: Cantone di Pariano, Case Nuove, Castello, Convento, Fornace Vecchia, La Fratta, Lovetta, Malcantone, Masdone, Morzola, Monte,Monticelli Chiesa, Pecorile, Piazza, Piazzola, San Geminiano, Santa Felicola, Scornavacca, Torretta, Tre Fiumi, Tripoli.[60]
Posta lungo la strada provinciale 45, fra il 1901 e il 1934 Montechiarugolo era servita da una stazione e una fermata poste sulla diramazione perMontecchio dellatranvia Parma-Traversetolo, esercita a vapore, che percorreva la provinciale 18.[61]
Il collegamento pubblico con Parma è da allora svolto mediante autoservizi gestiti daTEP.