Belvedere, Bergamasco, Bosco Negredo, Casa Barbieri, Casa Bernardini, Casa Bersaglieri, Casa Bianca, Casa Borsoni, Casa del Pozzo, Casa Quaroni, Casa Rovati, Casa Valle, Casa Villino, Castagnola, Cerizzola, Casotti, Crosia, Costa Montefedele, Figale, Fontanetto Oriente, Fontanone, Guastona, Loglio di Sopra, Loglio di Sotto, Maccarone dei Frati, Marcadello, Molino Quaroni, Moriano, Poggiolo, Porcarano, Roncole, Torre Quattrino, Torretta, Tassarole, Villa Montemartini, Zerbo
Montù Beccaria appare ancora, come Monte Acuto, nel diploma del1164 con cui l'imperatoreFederico Barbarossa concesse la maggior parte dell'Oltrepò alla città diPavia. Lo stesso documento nomina ancheFigaria, probabilmente l'attuale frazione Figale.Montù era dotato di un castello, che fu distrutto nel1216 dai Piacentini in lotta con i Pavesi, ma fu poi ricostruito. Verso la fine dello stesso secolo divenne dominio deiBeccaria, anzi una delle loro principali piazze strategiche. Nel1412 il ramo diPieve del Cairo dei Beccaria ne ricevette regolare infeudazione.
Nel1591 questo ramo della casata si estinse con il conte Aureliano; egli lasciò in eredità il castello ai padriBarnabiti, che per lungo tempo furono i maggiori proprietari terrieri del comune. Il feudo invece fu incamerato, e venduto nel1609 aiSalimbene, da cui passò aiBellone (1665) e nel secolo successivo (1786) aiMartin[4], che lo tennero fino all'abolizione del feudalesimo nel1797.
Ancora nelXVIII secolo esisteva un piccolo comune a est di Montù, cioè Sarizzola, che si trova vicino alla frazione Costa Montefedele. Esso (che probabilmente non apparteneva al feudo di Montù) fu aggregato all'attuale capoluogo prima della fine di quel secolo.
Il 9 aprile 1972,[5] durante la campagna elettorale per leelezioni politiche del 1972, Giuseppina Modena interruppe un comizio del deputatomissinoFranco Servello,[6] colpendolo col bastone da passeggio: per questo la donna venne tratta in arresto insieme ad altre otto persone (tra cui Rinaldo Nalli e Luigi Pastorelli, rispettivamente consiglieri comunali delPSI e delPCI) e processata, ma alla fine venne assolta nel 1976.[7]Dario Fo eFranca Rame dedicarono un monologo teatrale,Mamma Togni, a questo episodio.
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 6 novembre 1884.[8][9]
«Troncato semipartito: al primo di rosso, alcastello d'oro merlato alla ghibellina, fondato sopra un monte erboso al naturale; al secondo d'azzurro, a trespighe di frumento, impugnate ed accollate da un grappolo d'uva, fogliato, il tutto al naturale; al terzo di Beccaria, che è d'oro, a tredici monticelli di rosso disposti 3, 4, 3, 2, 1.[10]»
Nella prima partizione è raffigurato ilcastello di Monteacuto; nella seconda sono ricordati l'attività vitivinicola e la coltivazione dei cereali; la terza riprende il blasone deiBeccaria,d'oro, ai tredici colli di rosso: 3, 4, 3, 2, 1, che rappresentano le tredici vittorie della famiglia o i tredici castelli posseduti nell'agro ticinese.
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 28 marzo 1989[8], è un drappotroncato di azzurro e di rosso.
L'edificio è posto a 300ms.l.m., su di un rilievo che domina il borgo, denominato significativamenteCastellazzo, in posizione dominante negli ultimi rilievi delle colline dellavalle Versa.
^I Martin di Torino, originari dellaTarantasia furono nominati Conti di Montù Beccaria. Diedero diversi alti ufficiali all'esercito piemontese, e sono noti alla storia comeMartin di Montù Beccaria o anche semplicementeMartin Montù (vedi stemma)