Estesa su un territorio di oltre 150 km² e affacciata sulmar Adriatico, lungo la costa sud-orientale della regione, Monopoli si configura come una delle realtà urbane di maggiore rilievo del territorio sia per ampiezza territoriale sia per consistenza demografica[5]. La città riveste inoltre un ruolo di primo piano nell’ambito delturismo regionale, distinguendosi come una delle mete più apprezzate e frequentate della costa adriatica pugliese[6][7]. Il suo centro storico, di originemedievale e ricco di testimonianze archeologiche, architettoniche, religiose e culturali, convive armoniosamente con unlitorale caratterizzato da spiagge sabbiose, calette rocciose e acque limpide.
Alle spalle della costa, il territorio rurale si estende verso le colline dellaMurgia, offrendo un paesaggio punteggiato da antichemasserie fortificate,uliveti secolari eville neoclassiche, che rappresentano un ulteriore elemento di richiamo per il turismo culturale e naturalistico, contribuendo a definire l’identità storico-paesaggistica del comprensorio monopolitano[8].
La città di Monopoli sorge lungo il litoraleadriatico a 40 chilometri a sud diBari, nella zona geografica dellaTerra di Bari, in particolare nel settore sud-orientale dellaConca di Bari, il cui rilievo, man mano che ci si avvicina alla costa, presenta talora una forte inclinazione, formando un ripido gradino localmente chiamatoLe Serre. Tale pendenza, rilevabile a pochi chilometri dal centro, delimita duepaesaggi nettamente distinti: uno pianeggiante, denominatomarina, che si estende verso il mare, e uno sollevato, sì da formare una specie ditavolato - denominatoselva - che si spinge verso l'interno fino ad un'altezza massima di 408 metri[9], nella zona dei monti Carbonara in contrada Aratico. Tale gradino è dovuto all'azione erosiva del mare e segna un successivo stadio del sollevamento a cui tutta la regione delle Murge andò soggetta nelPliocene, quando essa emergeva nella sua parte più elevata. Il territorio della città di Monopoli si estende complessivamente su una superficie di 157,89 km². Lacosta, lunga quasi 15 chilometri, è bassa e frastagliata: con oltre 25 cale ed ampie distese sabbiose risulta particolarmente adatta allabalneazione e all'esplorazione della vita sottomarina.[10]
Secondo un recente studio del 2021, l'area urbanizzata di Monopoli risulta essere la terza della provincia di Bari per estensione dopoAltamura eBari; decima della regione dopoCerignola.[senza fonte]Il restante territorio è diviso in unità denominatecontrade, alcune delle quali oramai incluse all'interno del centro abitato. Sono caratterizzate dalla presenza di antichemasserie fortificate (centri di conduzione di attività agricole), chiese e insediamenti rupestri,trulli, ville patrizie neoclassiche ecase coloniche. La coltivazione predominante è costituita daulivi emandorli, ma non mancano alberi da frutta (agrumi,ciliegi,fichi) e soprattutto ampie coltivazioni diortaggi. La vegetazione spontanea, in prevalenzamacchia mediterranea, è ancora presente in diverse zone del territorio. Di particolare pregio naturalistico, anche per l'ampio panorama sulla marina sottostante e su alcune città vicine, è l'oasi faunistica delMonte San Nicola. Nell'oasi, situata su un poggio all'estremo lembomurgiano, a circa 6 chilometri dal centro abitato, sono presenti preziose specie botaniche.[11]
Il torrente Ferraricchio in piena a causa di piogge torrenziali (2021)
I corsi d'acqua sono di fatto assenti in superficie: tuttavia, in occasione dirovesci particolarmente intensi, si riattivano periodicamentelame a carattere torrentizio fra cui itorrentiFerraricchio eSan Donato. Si tratta di incisioni erosive poco profonde che convogliano le acque piovane dellaselva verso il tratto finale del bacino idrografico cui appartengono, confoci che si aprono in alcune calette della costa monopolitana o che, in altri casi, risultano obliterate da opere diurbanizzazione della seconda metà del Novecento. Altri corsi d'acqua oggi di fatto scomparsi sono ilBelvedere, ilSanta Cecilia, ilLama di Maga e ilGiordano, localmente chiamatimene. La falda freatica è invece ricca di acqua dolce. L'unicasorgente nota del territorio monopolitano è la cosiddetta 'Acqua di Cristo', di natura salmastra, che sbocca a livello del mare nei pressi della 'Grotta delle Mura', lungo il litorale[12].
Nel litorale a Sud di Monopoli, in area privata, si apre inoltre un piccololago salato, di natura artificiale, dettoLago di Santo Stefano per la sua ubicazione nei pressi dell'omonimocastello. Si tratta di un piccolo specchio d'acqua, circondato da una foltamacchia mediterranea, direttamente collegato all'Adriatico tramite una galleria artificialmente scavata nella roccia[13].
Lagiacitura prevalente del suolo è di tipo collinare. I terreni superficiali, di naturacalcarea, risultano appartenenti al gruppo delleterre rosse. Le rocce sono prevalentemente risalenti all'Era Mesozoica, del gruppocalcari delleMurge etufi delle Murge. Le coste sono a nord alte e frastagliate con poche cale sabbiose; a sud, alte e frastagliate con numerose cale sabbiose; infine, nella zona fino adEgnazia, le coste sono basse e sabbiose con numerosi lidi costieri[14] Nell'altopiano si aprono numerose grotte e inghiottitoi di originecarsica. Tra i principali:
Lavoragine dell'Impalata[15], che si apre sul fondo di una grandedolina nell'omonima contrada, caratterizzata dalla presenza di unpozzo perfettamente verticale a sezione quasi circolare, del diametro di circa 2 metri, che si spinge a 97,30 metri di profondità. A circa 83 metri si incontra un breve e alto corridoio di circa 40 metri, piuttosto pericoloso a causa della presenza, forse solo stagionale, dianidride carbonica. Sul fondo del pozzo si dipana un corridoio orizzontale dove la percentuale diossigeno torna accettabile.[16]
Grotta di Santa Lucia,in contrada Aratico, grande e articolato complesso carsico che sarebbe caratterizzato dalla presenza della seconda caverna più grande d'Italia.[17] L'ingresso della Grotta di Santa Lucia è posizionato a 375 metri sul livello del mare ed è costituito da un pozzo verticale del diametro di circa 1,1 metri e della profondità di 25 metri che sbuca, dopo aver intercettato una piccolacengia, sulla volta di una colossale grotta di forma vagamente ellittica, in sezione orizzontale, le cui misure risulterebbero di circa 170 per 56 metri.[18] Vari indizi di natura altimetrica, morfologica e geologica fanno ipotizzare che questo imponente complesso di grotte, corridoi e voragini sia solo un tratto di un grande corso d'acqua sotterraneo, attualmente completamente asciutto ai livelli esplorati che, partendo dall'altopiano e sprofondando molto più in basso, si dirige verso ilcanale di Pirro per raggiungere il fondo dei grandi inghiottitoi ivi presenti.
Voragine della Cavallerizza. Da un inghiottitoio, sempre in territorio di Monopoli, presente non lontano dalla storica masseria della Cavallerizza nell'omonima contrada, si accede ad un complesso sistema di pozzi e corridoi, tuttora attivo, caratterizzato dalla presenza di acqua, in pozze e in un laghetto intermedio, fino a raggiungere, con un ultimo e più profondo pozzo di 170 metri perfettamente verticale, un lago posto a circa 300 metri di profondità rispetto alla quota d'ingresso.[19]
Ilclima è mediterraneo (clima temperato alle medie latitudini, secondo laclassificazione dei climi di Köppen), con estati secche e calde e inverni sufficientemente miti, oltre che umidi. L'azione mitigatrice del mare fa sì che leescursioni termiche siano contenute e, vista la posizione della città sulla costa del bassoAdriatico, i venti molto spesso sono a regime di brezza. D'inverno il territorio può essere interessato da incursioni di aria fredda di origine balcanica che, in alcune occasioni, determinano precipitazioni a carattere anchenevoso. Da ricordare le nevicate del1956,1961,1987,1993,1999,2003,2010,2014, in cui caddero in media, sulla città, 15–30 cm di neve. Più frequenti sono le nevicate nella zona collinare, dove si verificano a cadenza più o meno annuale e dove possono raggiungere, straordinariamente, anche i 60 o i 70 cm di altezza, come nel 1956 o nel 2014.[20]
Le precipitazioni, del resto, si concentrano nei mesi autunnali e invernali ed hanno un regime molto variabile. In estate la città è spesso interessata da ondate di caldo torrido provenienti dalNordafrica. In contrapposizione a queste ondate vi sono giorni in cui soffiano venti dimaestrale associati la maggior parte delle volte a dei nuclei dibassa pressione che possono dare luogo a temporali e a bruschi cali di temperatura. Gli estremi di temperatura si sono registrati nel gennaio del1993 (-5,9°C) e nel luglio del2007 (45°C).[21]
L'iscrizione in greco che si vorrebbe posta sull'antico tempio di Maia e Mercurio:Maia e Mercurio presso Monopoli.[23]
Non si ha alcuna certezza né sul toponimo antico né sull'origine dell'attuale nome della città. Gli scavi archeologici più recenti mostrano che un nucleo abitato esisteva già in epocamessapica (V secolo a.C.) e che era munito di poderose mura. DallaTabula Peutingeriana, di epoca tardo romana, si evince solamente che in quegli anni, approssimativamente nella zona dell'attuale Monopoli, sorgeva il centro dettoDertum.
Di Monopoli sono state ipotizzate diverse etimologie[24]:
Dal greco Μόνη Πόλις, cioèCittà sola:Dionisio II di Siracusa avrebbe fondato due colonie sulle coste dell'Apulia:Polisnea (Polignano) eMonopoli, nata sulle rovine diDertum.Ai Siracusani tale centro risultava il solo porto presente traSiponto eBrindisi, oppure l'unico approdo sicuro lungo una costa quasi sempresottovento, e lo avrebbero quindi denominato Μόνη Πόλις.
Dal greco Μόνη Πόλις, nell'accezione città importante:tale infatti doveva sembrare la grande fortezza messapica agliegnatini che l'avevano scelta come nuova patria, in seguito alla distruzione della loro città da parte diTotila, re dei Goti.
Dal greco Μόνη Πόλις, nell'accezionecittà unica, poiché, secondo una tradizione, Monopoli fu il primo centro a convertirsi al cristianesimo tra quelli vicini.Monopoli vista dall'alto.
Dal greco Μίνωος Πόλις, cioè Città di Minosse, ipotesi che vedrebbe come mitico fondatore della città il re diCretaMinosse e che, secondo alcuni, sarebbe confermata dall'iscrizione trascritta dall'abate de Saint-Non nella sua opera. Una copia di quest'ultima, citata daTheodor Mommsen come grossolanamente falsificata[senza fonte], è conservata nella sagrestia della Cattedrale. D'altro canto pare accertato, come già visto sopra, che l'area del centro storico di Monopoli era occupata nel V secolo a.C. da un importante insediamento messapico.[25]
Da un suggestivo termineManopoli, con riferimento alla forma di mano che hanno i promontori e le rientranze del litorale urbano. Tale termine viene utilizzato dal cartografo piemonteseGiacomo Gastaldi, oltre che in una carta dell'archivio di stato di Firenze, risalente al 1400. In altre carte nautiche del Cinquecento si trova sempre la denominazioneManopoli, probabilmente per influsso veneto o fiorentino[26].
Dal termine slavopolje, e quindiCittà delle Grotte: il nome della città ricorderebbe le primitive condizioni abitative urbane, la cui popolazione si era stabilita nelle grotte costiere.
La città di Monopoli trarrebbe le proprie antiche origini da una poderosa fortezzamessapica situata al confine dellaPeucezia. Le mura messapiche cingevano probabilmente l'intera penisola individuata dalla cala dettadella Porta Vecchia e dalla caladel Porto Antico; lungo via dei Mulini, all'interno del Bastione di Santa Maria, sotto ilCastello, nei pressi del Palazzo vescovile, sono ancora conservati importanti tratti delle fortificazioni del V secolo a.C.
Dell'epoca romana rimane solo la grande porta fortificata, inglobata nel Castello, e alcune tombe nella zona ipogea dellaCattedrale. Secondo una leggenda diffusa per molti centri pugliesi e riportata dallo storico locale Giuseppe Indelli[27], nell'anno43San Pietro avrebbe predicato, di passaggio, ad un gruppo di cittadini monopolitani. Dal I secolo a.C. fino a tutto il III secolo d.C. Monopoli è un porto prevalentemente militare. In seguito, secondo gli storici locali settecenteschi e ottocenteschi, grazie all'arrivo degli egnatini profughi della lorocittà (distrutta daTotila re deiGoti), Monopoli sarebbe divenuta un centro di prima importanza anche commerciale.
Dal X secolo Monopoli diviene un importante porto (nonché l'unico di una certa importanza) traBari eBrindisi, punto di incontro tra entroterra e mare.Diviene inoltre crocevia di viaggi e contatti con l'Oriente durante leCrociate, con conseguente grande sviluppo economico e demografico. È proprio durante il Medioevo che la città di Monopoli conosce la sua massima espansione, tanto da inglobare i territori delle attuali città diFasano,Locorotondo,Alberobello,Cisternino e parte di Martina Franca.Nel1041 si svolge la cosiddettabattaglia di Monopoli trabizantini enormanni[28] con la prigionia diExausto. La città si unisce all'insurrezione pugliese chiedendo l'aiuto deinormanni. Nel1042Bisanzio invia in Puglia il famoso e crudele generaleGiorgio Maniace principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli, che si rivolge immediatamente contro la città ma, non riuscendo a prenderla, si accanisce sulle campagne e sui borghi rurali, con terribili stragi e crudeltà. Nel1045 Monopoli viene assegnata, ma solo sulla carta, aUgo Toute-Bone nell'assemblea normanna di Melfi. Ugo però riesce a espugnarla solo nel1049, ricorrendo all'interramento del porto canale che gli consente l'aggiramento delle forti difese terrestri.Successivamente la città, fedele aFederico II durante la sua minore età, subisce numerosi attacchi da parte dei baroni ribelli senza essere mai espugnata. Durante questi assedi le mura vengono notevolmente danneggiate e Federico II mostra riconoscenza ricostruendole e ampliandole.
All'inizio del XIII secolo si ambienta la romanzesca ma documentata storia diMaio di Monopoli un pirata monopolitano che, avendo ucciso una persona di rango elevato, fu costretto a fuggire da Monopoli aCefalonia con un gruppo di seguaci. Riuscì a conquistare le isole ionie (Cefalonia,Corfù,Zante,Itaca) divenendone conte. Consolidò il proprio potere sposando nel1226 Anna Angelo, figlia di Teodoro Angelo Ducas e di Zoe Ducas, potentissimi personaggi alla corte imperiale diCostantinopoli. Da lei ebbe due o forse tre figli, tra i quali il primogenito Giovanni e Riccardo, assassinato nel 1303. Sono documentati due suoi incontri con l'ImperatoreFederico II. Non si conosce con certezza la data della sua morte avvenuta dopo il gennaio 1238[29].
Monopoli, nella seconda metà delXIII secolo, conosce la dominazione degliAngioini, per poi sottomettersi a quellaaragonese, durante la quale vive un periodo di ripresa che continua anche sotto ladominazione veneziana nel1484.
La città passa dopo pochi anni daVenezia ai francesi. Memorabile, crudele e ben documentato è l'Assedio di Monopoli da parte dellaflotta veneziana, che riconquista la città in pochi giorni dopo violenti e sanguinosi combattimenti, attaccandola dal mare il 29 giugno1495. Gli storici veneziani, in tale occasione, la descrivono del resto come una bellissima e ricca città. Dopo lapresa di Otranto del 1480 da parte della flotta ottomana, per tutto il XVI e XVIII secolo la città conosce un periodo di grande tensione e preoccupazione (come del resto tutto l'Adriatico).
La città in realtà non è mai stata attaccata direttamente dalle flotteturche, che probabilmente la evitarono a causa delle sue poderose fortificazioni, fortemente presidiate. Sono ricorrenti tuttavia le scorrerie di singole navi di pirati algerini, che si limitano a rapire cittadini isolati fuori dalle mura per farli schiavi e quando possibile ricavarne dei riscatti. Nel1529 la città, protetta dal suo efficacissimo sistema difensivo, con l'aiuto di soldati veneziani e grazie all'eroismo dei suoi cittadini, resiste vittoriosamente a tre mesi d'assedio da parte degli imperiali spagnoli al comando del marchese del VastoAlfonso III d'Avalos, che è costretto a ritirarsi a causa delle importanti perdite.Dopo la pace conVenezia, la città passa pacificamente in mano aCarlo V d'Asburgo.
Nel1566 il vastodemanio regio di Monopoli fu suddiviso tra i centri che erano sorti sul suo vastissimo territorio. Ciò avvenne per volontà del Regno di Napoli in risposta alle suppliche delle Università locali: Monopoli stessa ma ancheMartina Franca,Castellana eFasano. L'operazione, condotta dal giureconsulto spagnoloBernardino de Santa Cruz, mirava a definire con precisione i confini e le pratiche di utilizzo del territorio, che era stato oggetto di continue controversie. Questo processo portò alla fine dell'arbitrio regio e, soprattutto, alla legittimazione delle "chiusure" (fondi recintati), in precedenza considerate illegali. L'intera operazione, che censì e distribuì 43.000tomoli di terre, fu documentata nel "Libro del Santacroce", una fonte cruciale per la conoscenza della storia delle comunità rurali monopolitano.
Nel luglio del1647, durante una rivolta popolare per una nuova tassa sul macinato, l'odiato governatore spagnolo viene linciato insieme ad un povero armigero che cerca di difenderlo. Alla fine di settembre tutto termina con una durissima repressione operata dalle truppe di stanza a Bari. Ad eccezione di questo episodio, dalla metà delSeicento in poi Monopoli segue le sorti del resto del Mezzogiorno, con le dominazioni deiBorbone, e quindi l'annessione alRegno d'Italia nel1860. Dopo leguerre mondiali e ladittatura fascista, Monopoli si schiera costantemente con laDemocrazia Cristiana. Neglianni novanta si susseguono con alternanza governi dicentro-destra e governi dicentro-sinistra, mentre a partire dagli anniDuemila la prevalenza è per l'area di centrodestra[30][31]
L'antico stemma della città di Monopoli era probabilmente a colori invertiti rispetto all'attuale: vi figuravano tre rose rosse su campo bianco. In seguito, dopo la conversione della popolazione alla fede cristiana, le tre rose sarebbero state convertite in rose bianche e il campo in rosso, come lo storico Alessandro Nardelli tramanda traendo spunto dalla Cronaca perduta di Bante Brigantino:Fidelium animas fuisse ealbatas in sanguine agni immaculi C.J. (le anime dei fedeli furono imbiancate nel sangue dell'agnello immacolato Gesù Cristo).[34]Altra ipotesi riguardo allo stemma è quella che lo vede concesso daFederico II nel1221 in seguito al valore dimostrato dalla popolazione nei confronti diGualtieri IV di Brienne, suo acerrimo nemico: in questo caso le rose indicherebbero la fedeltà, mentre il campo rosso il sangue versato dai vassalli monopolitani. Di ciò testimonianza sarebbe l'iscrizione latina posta, secondo la tradizione, al lato del cosiddettoCastello Normanno, un castello di epoca normanna o sveva - privo in realtà di qualsiasi testimonianza nelle fonti - i cui resti sarebbero stati inglobati nella zona del vescovado, ove terminava il porto canale.
(latino)
«CIVIBUS INVICTIS, IMMOTO ROBORE TUTIS UNA FUIT PRO REGE MORI, SPES CERTA SALUTIS DAMNA, MAMEN, TORMENTA, LUEM SUBIRE VOLENTES ASSUETA VIRTUDE, FIDEM, NON FATA SEQUENTES. TALIA VENTURI SERVENT VESTIGIA MORUM; POSTERITAS INTENTA LEGAT MONUMENTA PRIORUM ASSUMPTAE CARNIS ANNI JAM MILLE DUCENTI, ET DUE TRANSIERUNT, FEDERICO REGNA TENENTI»
(italiano) «Agli invitti cittadini, sicuri d'irremovibile forza, unica speranza certa di salvezza fu la morte per il Re. Di buon cuore subirono ferite, fame, sofferenze e morte, col rinomato valore seguendo la fede, non il destino. Ricordino i venturi tali costumi; l'attento futuro legga gli ammonimenti degli antenati. Sono passati già1202 dall'incarnazione, essendo Re Federico.»
«In occasione di un violentissimo incendio, sviluppatosi improvvisamente su una motonave passeggeri in prossimità della costa, la popolazione della Città di Monopoli, con altissimo spirito di civismo e di sensibile solidarietà umana, che suscitava il commosso riconoscimento di autorità italiane e straniere, si prodigava nel recar soccorso e nell'assistere, per più giorni, amorevolmente i numerosissimi naufraghi.» — 4 maggio 1972[35]
In tale occasione ilComune di Monopoli ottenne anche iltitolo di città, e quindi il diritto di fregiarsi dellacorona muraria a cinque torri.
La prima chiesa, costruita sui resti di un antico tempio pagano, fu dedicata al martireSan Mercurio, ma venne abbattuta nel1107 per le nuove esigenze della popolazione. Il vescovo Romualdo iniziò allora la costruzione di una chiesa più grande, che venne completata dieci anni più tardi grazie - secondo la tradizione - a un intervento miracoloso dellaMadonna[36], a cui venne dedicato il nuovo tempio sotto il titolo diMaria Santissima della Madia.Nel1742, i canonici del capitolo presero la decisione di costruire una nuova Cattedrale a causa dello stato rovinoso dell'edificio precedente.
Prova della sua esistenza sarebbe attestata già dall'anno996, ma la chiesa nel corso della storia ha subito importanti e radicali modificazioni. Completamente smantellata a causa dell'assedio spagnolo nel1529, nel1602 il complesso fu arricchito con la costruzione dell'adiacente monastero, destinato alle cosiddettezitelle civili, poi terminato nel1620. La chiesa, oggi dismessa, è in stile barocco e conserva un pregevole pavimento in maiolica napoletana, un bell'altare marmoreo di pregio ed un organo del XVIII secolo.[37]
La costruzione della prima chiesa e convento diSan Francesco, situati appena fuori della cinta urbana, risale al1275. Nella primavera del1529, nel corso dei preparativi di difesa per l'incombente arrivo delle armate spagnole, convento e chiesa, giudicati dal doge venezianoAndrea Gritti pericolosi per la loro vicinanza alle mura, vennero abbattuti.L'imperatore spagnoloCarlo V, verso la fine del XVI secolo, li fece ricostruire all'interno delle mura della città nella loro posizione attuale. Nel1740 la chiesa subì un totale rifacimento e Michele Colangiuli di Acquaviva ne fu l'architetto. La chiesa si presenta con una grande navata e sei cappelle laterali e custodisce un organo del Settecento, proveniente dalla localechiesa di Cristo delle zolle e alcune opere di notevole valore artistico, fra cui alcuni dipinti diDomenico Carella, diVincenzo Fato, ed un crocifisso ligneo con le statue della Vergine e di San Giovanni, opera di Antonio Brudaglio. Nel XIX secolo la chiesa è stata privata della parte conventuale, divenuta sede del Comune di Monopoli.[38]
Il convento, situato fuori dalle mura della città, fu fondato nel1530. La chiesa, realizzata dopo la demolizione della precedente chiesadi Gesù e Maria, fu iniziata nel1543 e terminata nel1623.
Chiesa e convento di San Felice, dettaDei Cappuccini
La chiesa di San Felice, dettadei Cappuccini, annessa all'ex convento, fu edificata nel1577 con il contributo dell'Università di Monopoli e di alcuni benefattori; ristrutturata nel XVIII secolo, ricca di decorazioni a stucco e pittoriche, conserva numerose opere d'arte. Attualmente l'ex convento, caratterizzato da un bel cortile e da graziose celle ben conservate, ospita laCasa di RiposoVitantonio Romanelli ed è gestita dall'Associazione per i Servizi alla Persona (ASP)Romanelli Palmieri di Monopoli.[37] Dal gennaio2015 entra a far parte delFondo Edifici di Culto delMinistero dell'interno insieme alla chiesa di San Domenico e a quella di San Martino (vedi sotto).[39]
Una prima chiesa di san Domenico fu edificata per sostituire l'antica chiesa, denominataSanta Maria la Nova, che era stata costruita nel1296 annessa al convento deiDomenicani nella zona dettaFontanelle, a nord della città, fuori le mura. Chiesa e convento vennero demoliti nel1528, in preparazione all'attacco spagnolo del1529, allo scopo di fare al nemico terra bruciata, togliendogli ogni possibilità di riparo dai colpi dell'artiglieria monopolitana.La chiesa fu ricostruita insieme al convento nella seconda metà del Cinquecento, lì dove sorgeva la chiesa medioevale di San Silvestro, ed è attribuita all'architetto monopolitano Filippo Mitricchio, allievo diCostantino da Monopoli, morto nel1547. La chiesa fu consacrata nel1681 dal CardinaleOrsini divenuto poi Papa con il nome diBenedetto XIII.[40] La facciata, di un classico stile rinascimentale, è abbellita da un grande rosone lapideo. Pregevole è inoltre il gruppo scultoreo diStefano da Putignano, collocato sulla sommità della facciata. Anche l'architetto salentinoMauro Manieri, nella prima metà del XVIII secolo, intervenne su San Domenico.Alla costruzione contribuirono le più importanti e ricche famiglie di Monopoli: i Rendella, De Falcuni, Della Guida, Bellopede, Palmieri, Indelli e i De Patritiis, che ottennero il privilegio delle rispettive cappelle.[41]
Chiesa e convento di Santa Teresa o Conservatorio della Casa Santa (sec. XVII)
Chiesa di Santa Teresa, con la sua cupola, in piazza Palmieri
Nel1585 alcuni fedeli acquistarono varie case nel vecchio abitato e trasformarono il tutto in un'istituzione religiosa denominata "Conservatorio della Casa Santa". Successivamente, sotto il vescovado di Antonio Porzio, nel secolo XVII, si costruì l'attuale edificio destinato a convento di clausura, con concessione dell'uso dell'abito regolare della Beata Vergine dellaPresentazione a tutte le povere fanciulle orfane che avessero manifestato la volontà di farsi religiose.Nel1715, su disegno dell'ingegnere Vito Valentino, si pose la prima pietra della chiesa attuale, sotto il provincialato di Padre Ilarione di San Giuseppe, napoletano. L'edificazione fu iniziata effettivamente nel1716 daiPadri Carmelitani Scalzi, sotto il Regno diCarlo VI d'Austria e il Papato diClemente XI. La sua costruzione si protrasse fino al1735, sotto il Regno di Carlo, Infante di Spagna, figlio di Filippo, e il Papato diClemente XII; finalmente, l'8 novembre1735 la Chiesa fu consacrata dal Vescovo di MonopoliGiulio Sacchi col titolo diSan Giovanni Battista ed Anna.I padriCarmelitani Scalzi abitarono in Santa Teresa per circa un secolo, poi succedettero loro iSignori della Missione e infine leSuore di Clausura Vescovile di Casa Santa col "conservatorio". Il convento attualmente appartiene all'A.S.P. (già I.P.R.A.B)Romanelli Palmieri di Monopoli mentre la chiesa è rimasta di proprietà dellacuria di Conversano Monopoli ed è sede della Parrocchia di San Pietro.[41]
La chiesa, chiamata anche delleMonacelle, è stata edificata insieme al contiguo monastero delleClarisse nel XVII secolo; estremamente raffinata ed elegante, è in un certo senso inusuale per la ricca architettura dell'epoca. Lo spazio interno è essenziale e giocato su rapporti rigorosi e quasi classici; l'esterno tende a fare corpo unico con le mura del convento e l'effetto visivo complessivo è quello di un vero e proprio fortilizio. Il pavimento in ceramica policroma, dei primi del Settecento, è forse il solo in tutta Monopoli interamente conservato, anche nella zona del coro e dei matronei. È da segnalare anche la presenza di un sepolcreto sotterraneo, al centro della chiesa, localizzato in corrispondenza della cupola.[41]
La chiesa di San Leonardo fu edificata nella prima metà del Settecento, contemporaneamente al campanile ed al monastero contiguo; i lavori furono diretti daMauro Manieri, artista salentino, che lavorò anche alla chiesa di San Domenico. La chiesa di san Leonardo, architettonicamente, rivela evidenti influssi leccesi, in uno stile tardo barocco. Sempre il Manieri scolpì le statue di San Benedetto e di Santa Scolastica che adornano il campanile; sulla facciata superiore, che guarda il mare, sono scolpite latiara papale e le chiavi apostoliche, simbolo dell'autorità pontificia.[41]
Complesso monastico realizzato nel XVII secolo, fino alla metà del XVIII secolo era dedicato a santa Maria delle Grazie, successivamente intitolato aSant'Antonio di Padova. Attualmente è situato nel centro urbano ma al momento della realizzazione si trovava fuori le mura, sulla strada regia perNapoli, in corrispondenza della prima (da nord-ovest)stazione di posta elocanda pubblica, ancora oggi esistente. La chiesa è a navata unica con ricche cappelle sul lato destro, in stile tardo rinascimentale. Divenne lazzaretto durante la peste di Monopoli del1690 –1692.[41]
Posta in piazza Palmieri, contigua alla chiesa di Santa Teresa, la chiesa di San Pietro, che attualmente presenta una struttura in gran parte romanica, risalirebbe addirittura all'anno329, secondo la cronaca del semi-leggendario storico locale - oggi perduta - Bante Brigantino. La chiesa delXII secolo risulta quasi integralmente conservata in tutto il lato sinistro e parzialmente per la zona delle navate centrali e laterali, compreso le colonne, almeno fino al livello delle chiavi degli archi, mentre tutta la muratura e le volte della navata destra furono certamente coinvolte nel parziale crollo del XIII secolo.Il campanile romanico, conservato fino alla quota deibeccatelli, risulta sovrapposto alla torre civica che segnava il centro della città alto medievale (riconoscibile dalla inconsueta muratura a fasce alternate di tufi e calcare). NelXVIII secolo il campanile fu sopraelevato con l'aggiunta dellacella campanaria in stilebarocco. L'esterno della chiesa è ricco di restiromanici, tra cui avanzi di murature, di archi, oltre ad una piccola scultura romanica (capitelloa stampella) inserita nel fianco sinistro della chiesa, verso piazza Palmieri, recentemente rimossa e conservata nella sagrestia della contigua chiesa di Santa Teresa.[37]
Nel1059, secondo tradizione, alcuni marinai diAmalfi, scampati ad una tempesta, scesero a pregare in una grotta dimonaci basiliani presso la scogliera dove erano approdati. Ai monaci manifestarono il proposito di fare nella grotta un santuario e compiere così il voto fatto alla Madonna. Cento anni dopo, quando la presenza di questacolonia ebbe peso maggiore nella città cresciuta, gli amalfitani eressero sul tempietto sotterraneo la basilicaromanica, che i restauri in questo secolo hanno riportato alla luce. La facciata rimane quella del Settecento, ma l'interno è stato restituito agli archi e alle colonne dell'antica armonia.[37]
Il luogo in cui sorge la chiesa di San Salvatore inPittaggio Pinnae, avrebbe una storia che va dal periodo paleocristiano (secoli III-IV) fino al1921, epoca in cui fu quasi abbandonata per il trasferimento della sede parrocchiale nella summenzionata chiesa di Sant'Antonio da Padova.Secondo il Nardelli la chiesa sarebbe stata addirittura costruita con l'aiuto dell'imperatoreCostantino il Grande nel313, e adduce come prova il ritrovamento, nel1711, di alcune monete con la sua effigie nelle fondamenta dell'edificio.Nel corso dei secoli la chiesa ha subito vari e sostanziali ritocchi, ma nel1707, per opera del parroco Francesco Pittore, furono iniziati i lavori più importanti di ampliamento e restauro tanto che fu ricostruita buona parte della chiesa e del campanile.L'opera di ristrutturazione fu affidata all'ingegnere Pietro Magarelli di Molfetta (che lavorò in seguito anche alla costruzione dellaCattedrale di Monopoli); fu consacrata dal vescovoAntonio Sacchi i primi di maggio del1729, come ricorda una lapide posta al di sopra di una porta interna della navata sinistra.[37]
Chiesa di Santa Maria del Suffragio, Altare maggiore
Chiesa di Santa Maria del Suffragio o Della Natività di Maria
Chiamata comunementeChiesa del Purgatorio, fu costruita fra il1600 ed il1700, a pochi metri dalla Cattedrale. Ha forma dicroce latina, con cinque altari. Quello maggiore è in stilebarocco classico, ed è lavorato inpietra leccese. Fra i vari dipinti custoditi, spiccano quelli del Fato (1756), del Tatulli (1819) ed unaMadonna con Bambino in trono, probabilmente diCesare Fracanzano, da altri attribuita al Finoglio.[37]La chiesa è particolarmente nota per la presenza di unputridarium utilizzato fino alXVIII secolo dai membri della confraternita che qui aveva sede; in un'apposita cappella sono tuttora visibili alcunemummie ottenute con tale processo.
La Chiesa rupestre di San Matteo dell’Arena, situata nel fossato delle mura e parzialmente lambita dal mare, è un edificio ipogeo scavato nella calcarenite a circa sei metri di profondità, con pianta irregolare a quadrilatero, con due navate separate da pilastri e concluse da un’unicaabside; l’altare è costituito da un parallelepipedo litico elevato su due gradini. Al suo interno resistono affreschi medievali, tra cui un Cristo in croce (XIV secolo), una Madonna col Bambino e unaDeesis nella conca absidale (XII–XIII secolo), sebbene fortemente sbiaditi[42]
Nelle contrade dell’agro monopolitano, le chiese rurali non rappresentano solo luoghi di culto, ma anche centri vitali della comunità locale. Ogni anno, in occasione delle rispettive festività patronali, vi si svolgono le tradizionali feste rurali, caratterizzate da processioni, luminarie, messe all’aperto, bande musicali e momenti conviviali. Questi eventi, profondamente sentiti dalla popolazione, costituiscono una viva testimonianza della devozione popolare e del legame tra fede, territorio e identità contadina[43].
LaChiesa di Sant'Angelo in Francisto o in Frangestro o Frangesto è l'unica chiesa romanica dell'agro di Monopoli. Costituisce quanto rimane dell'omonimo Monastero Benedettino (femminile) e dello scomparso ma popolosocasale, abitato senza interruzioni sin dalneolitico, passando per tutto il periodo classico ed ilmedioevo, fino ai primi dell'anno Mille: nel giugno del1042 fu quasi completamente distrutto dal generale bizantinoGiorgio Maniace e abbandonato.
LaChiesa di Cristo delle zolle, grande e monumentale edificio realizzato in un severo stile tardo rinascimentale nel1651, è situata al centro della pianura, tra mare edaltopiano delle Murge. All'interno, sotto l'abside, è inglobata la cripta diSant'Angelo del pagliarolo. Il complesso monumentale, soprattutto in passato, è stato utilizzato dall'Amministrazione Comunale di Monopoli come suggestivo "spazio teatrale".
Processione in onore di San Gerardo a Monopoli, nell'omonima contrada
Nel territorio rurale si aprono numerose cripto-grotte scavate nel tufo, attive fin dall’alto Medioevo tra cui Lamalunga (con affreschi del X–XII secolo), San Nicola, Cristo Campanarello, Iacovella, San Giorgio, Santa Cecilia, San Giovanni in Staveta, Santi Andrea e Procopio, Spirito Santo, e la cripta di Sant’Angelo del Pagliarolo, ora parte della Chiesa di Cristo delle Zolle[44].
La torre civica rappresenta un esempio di arredo urbano d'altri tempi e diassemblagebarocco, utilizzando la colonna infame, proveniente dall'antica gogna cittadina, insieme ad altri materiali in sovrapposizione: un'agile statuetta diSan Gennaro[45], lostemma cittadino e un orologio.[37]
Grande edificio monumentale con portale manieristico, sorge nei pressi del porto antico, su via Amalfitana (antica "Via Pubblica"). Iniziato nel1616, ebbe anche una chiesa e un'importante biblioteca. Il palazzo venne realizzato con il patrimonio di Giovanni Antonio Guida che donò in vita l'intera sua parte eredità per l'attuazione di opere educative, con atto notarile redatto dal Notaio Caiassi il 13 agosto1611.
In realtà i Gesuiti erano presenti in Monopoli sin dall'inizio del1611 in una più modesta residenza, come appare daiCataloghi triennali della Compagnia[46]. Dopo la loro drammatica espulsione della fine del XVIII secolo dal regno di Napoli, il palazzo fu confiscato, smembrato, venduto ai privati e la chiesa divenne un magazzino al servizio delle attività portuali. Successivamente subì molte modifiche interne che ne hanno snaturato la struttura distributiva.[37]
Il palazzo, dotato di oltre 100 stanze, sorge isolato sul lato est della omonima piazza, la più antica della città. La costruzione, in stilebarocco leccese, è imponente nel disegno generale e nel contempo raffinatissima nelle decorazioni e nel colore dorato del tufo. Splendido da un punto di vista architettonico il grande portale, che è impreziosito da due colonne che sostengono il balcone centrale e lo stemma della famiglia. Dalla stessa piazza si accede alle summenzionate chiese di Santa Teresa e di San Pietro. Il Palazzo fu costruito negli ultimi decenni del Settecento su iniziativa di Francesco Paolo Palmieri.
Nel1921 il marchese Francesco Saverio Palmieri nomina erede universale la "Congregazione di Carità" e dispone che nel suo Palazzo siano ospitati un Asilo e una Scuola d'Arti e Mestieri. Ultimamente ha ospitato l'Istituto Statale d'Arte (1965-1990) mentre oggi lo stabile appartiene all'A.S.P. Romanelli Palmieri di Monopoli.Nel 2010 è stato set cinematografico per lafiction di Rai UnoTutta la musica del cuore,per la regia diAmbrogio Lo Giudice.[37]
Veduta del porto e di Palazzo Martinelli, col caratteristico loggiato.
Il Porto Antico è dominato dal Palazzo Martinelli, un palazzo del XVIII secolo, di cui spicca un elegante loggiato con otto arcate ogivali in stile neogotico, eretto su tre arconi, ed una balconata con balaustrini.
Il palazzo fu posseduto prima dalla famiglia Bandino, poi dalla famiglia Carbonelli e dai Lentini e infine dalla famiglia Martinelli, che lo acquistarono a fine Settecento. I Martinelli erano giunti daMola per motivi commerciali, e lo abitarono dai primi anni dell’Ottocento, dopo averne probabilmente ristrutturato la facciata in stile neo-gotico.
Ingresso principale al Castello.Caratteristici archi di sostegno tra le abitazioni nel centro storico monopolitano.
Il castello diCarlo V è un fortilizio edificato in riva al mare durante ladominazione spagnola a protezione dell'ingresso del porto antico, sull'angolo nord-est della cinta muraria di Monopoli. Costituisce l'elemento chiave del sistema di fortificazioni urbane. Attualmente sono visibili e in gran parte restaurati i tratti di mura cittadine a sud del castello fino alla Cattedrale, compreso i bastioni di Santa Maria, di Pappacenere e della Cattedrale.
Nata come caserma o "casa erema"spagnola, fu edificata a spese della cittadinanza al prezzo di circa 40.000 ducati, nella seconda metà delXVI secolo, per alloggiarvi gli ufficiali e i soldati spagnoli di stanza in città con lo scopo di evitare il disagio delle famiglie costrette ad ospitarli nelle proprie abitazioni. Minuzioso, molto burocratico ma anche ricco di aneddoti è il regolamento che prevedeva ogni particolare della vita dei soldati e degli ufficiali (distinti tra quelli di nobile origine ricchi e quelli, parimenti nobili, ma senza mezzi di sussistenza). Questo prezioso documento è giunto intatto fino a noi ed è conservato nell'archivio storico del Comune.
La caserma fu trasformata poi in palazzo civico e successivamente, nel XIX secolo, in teatro comunale. Al piano terra, fino alla fine del XX secolo, fu alloggiato il mercato del pesce. Attualmente è sede della Biblioteca Comunale per opera del senatore Luigi Russo.È intitolata al famoso ed illustre giurista monopolitanoProspero Rendella (1553 - 1630), esemplare e nobile figura delRinascimento meridionale.La facciata, a due logge sovrapposte (quella superiore è però frutto di un rifacimento ottocentesco), è la scena maggiore della piazzaGaribaldi, caratterizzata da colore veneziano. La biblioteca, posta al piano primo dopo il restauro, è inserita in una struttura moderna, dotata di sale informatiche e aule studio, volte a creare una vera e propriapiazza del sapere e un polo culturale all'interno della città.[37][47]
Castello di Santo Stefano, nel territorio a sud di Monopoli
IlCastello di Santo Stefano, posto sul mare, all'esterno delle mura cittadine, costituì per tutto ilMedioevo fino alla fine del XVII secolo parte essenziale del complesso e articolato sistema difensivo costiero della città.[48]
Torre Cintola, Torre San Giorgio e il sistema di fortificazioni costiere
Il sistema difensivo costiero monopolitano venne completato alla fine del XVI secolo, tra il1569 e il1573, con l'edificazione di torri sulla riva del mare. Sull'attuale territorio comunale si possono individuare, a sud della città, solo Torre Cintola (semidistrutta alla fine della seconda guerra mondiale dalle artiglierie inglesi che la utilizzavano come bersaglio per le esercitazioni) e i resti di Torre San Giorgio, mentre Torre D'Orta (che sorgeva a nord di Monopoli, prima di Torre Incina), ristrutturata e utilizzata dal proprietario.
Piazza Vittorio Emanuele, comunemente dettaBorgo, con la sua fontana.
Tra le più grandi diPuglia e d'Italia[49], nata nel1796 grazie all'approvazione del Re di Napoli, fu costruita seguendo il progetto del regio architetto De Simone: il disegno, a maglie ortogonali, strade rettilinee e traverse perpendicolari è funzionale e trascura alquanto laregola classica, in voga in quegli anni, sperimentando schemi urbanistici innovativi e che si imporranno successivamente in molte altre piazze italiane.[50]
Nel1848 la Piazza divenne centro di una cospirazione antiborbonica: i liberali di Monopoli si fecero promotori di un convegno diamici della libertà. La mattina del 18 maggio il borgo accolse i congressisti cospiratori: poiché le due correnti attendiste e reazionarie non si misero d'accordo, la cospirazione fallì e i cospiratori furono condannati a durissimi anni di carcere. Una lapide ricorda il luogo in cui si riunirono, posta all'angolo di via Giuseppe Polignani.
Nel1872 la piazza fu risistemata dall'architetto Losavio che, modificando in parte l'idea originale del De Simone, optò per lo schema dellaPiazza Giardino. La divise in due rettangoli alberati e l'arricchì di nuovi valori urbanistici. Se per gli alberi si dovette aspettare il1893, fu invece possibile aprire subito, nel mezzo dei due rettangoli, lostradone, che da est sbocca in Largo Plebiscito, mentre dal lato opposto si allunga a formare una sorta didecumano dell'intero impianto a scacchiera della città.
Il monumento ai caduti sorge nel rettangolo sud, opera dello scultore Edoardo Simone di Brindisi, che lo eresse nel1928, fedele alla statuaria ottocentesca e allo stile oratorio delBistolfi, delSartorio o degli altri artisti di moda all'epoca. Il monumento è l'unico in Italia ad essere innalzato non per gli eroi, ma per il dolore straziante dei parenti, rappresentato con rara efficacia sul monumento. In epoca fascista venne realizzata una fontana di buon livello formale, poi distrutta dopo la fine del regime. Nell'estate del2012 è stata terminata la ricostruzione della fontana in forme moderne e all'inizio del2014 si sono conclusi i lavori di rifacimento della pavimentazione dell'intera piazza, il restauro del monumento ai caduti e l'accesso e l'illuminazione delle gallerie sotterranee realizzate e utilizzate durante il secondo conflitto mondiale come rifugi anti-aerei, oggi visitabili.[37]
È intitolata al20 settembre 1870, data dellabreccia di Porta Pia, ed era sede dello storico mercato giornaliero di frutta, verdura e pesce. Realizzata nelXIX secolo come cerniera urbanistica tra il cosiddetto "borgo murattiano" e il centro storico medievale, sotto di sé conserva i resti del lato ovest del sistema di fortificazioni urbano della città. La piazza si apre verso i volumi del convento e chiesa di San Domenico e della vicina Cattedrale. È stata completamente ristrutturata nel2013 e il2014 e nel corso dei lavori, come già previsto, è venuto alla luce il poderoso bastione di San Domenico e tutto il complesso di mura ad esso connesso: il progetto di variante ha quindi previsto la valorizzazione di questi reperti archeologici, oggi visibili.[37]
Lemasserie fortificate dell'agro di Monopoli, come si evince dalle lapidi ritrovate nei luoghi di fondazione, sorsero in molti tra XVI e XVII secolo, in concomitanza con un aumento della coltivazione arborea nella zona. Cresce l'antropizzazione dei luoghi e nasce l'esigenza di creare strutture autonome, in grado di adattarsi al territorio e di difendersi dai pericoli della vicina costa. Il regime, non rigidamentefeudale, favorisce questa tendenza. La presenza di una torre come nucleo centrale della masseria è un'evoluzione delle prime torri di vedetta che furono erette daCarlo V a partire dalla prima metà delXVI secolo lungo la costa marina: di solito latorre ha pianta quadrata a tre superfici, con un piccoloponte levatoio e una scala esterna. Presenti spesso caditoie per gettare olio bollente sui probabili nemici e invasori. Esiste quindi un diretto legame strutturale e in parte funzionale tra le torri di avvistamento lungo la costa (della prima metà del Cinquecento) e i nuclei fortificati (dei primi del Seicento) delle masserie della "marina". Nemico comune dal quale difendersi erano iturchi che dalla fine del XV secolo a tutto il XVIII secolo battevano tutte le coste adriatiche. Attorno alla fine del Seicento, dopo l'attenuarsi del pericolo turco a seguito del disastroso esito dell'assedio di Vienna, la maggior parte delle masserie passarono nelle mani di enti ecclesiastici, trasformandosi da elementi difensivi a strutture ricche di ogni decoro: scalinate monumentali, balaustre, finestre timpanate, cappellebaroccheggianti. Attorno agli inizi dell'Ottocento il sistema della masseria subì un duro colpo, a causa dei sistemi ancora antiquati dell'agricoltura rispetto alla industrializzazione veloce in tutti gli altri settori. La crisi agraria del1820 provocò inoltre molti problemi al mercato interno di olio e vino, e dal quel momento la masseria conobbe un declino inarrestabile, decretato anche dal richiamo della città che in quel secolo e nel Novecento fu superiore al fascino della masseria stessa.[51]
Masseria Caramanna, facciata e scalinata monumentale
L'edificio è costituito da un poderoso corpo fortificato al quale è stata addossata successivamente una più bassa ed elegante struttura barocca, caratterizzata da una bella scala esterna, a pianta circolare, addossata al prospetto orientale. Una palma secolare è stata fatta crescere nel centro geometrico delle rampe curve e contrapposte, con un effetto particolarmente suggestivo. È tra le più famose masserie fortificate di Monopoli. Risale al1659 e ancora oggi conserva inalterato l'antico nucleo costituito dalla grande torre quadrangolare con ponte levatoio, campanile, feritoie e caditoie. Successivamente, fino al1754 furono aggiunte una cappella, una rimessa e altre strutture commerciali e abitative. Fino al1820 fu proprietà della casata monopolitana degli Affaitati e attualmente della famiglia Capece Minutolo.
La masseria Caramanna è in realtà molto più antica di quanto può far pensare la sua architettura. Infatti il toponimo Caramanna apparirebbe di originelongobarda ed è riferito al nome dell'antico proprietario (forse Karamann), dacara (lancia) eman (uomo); ossia Uomo-Lancia o Lanciere.[51]
Masseria caratterizzata dal forte contrasto fra colori rosso e bianco con cui è dipinta: oggi è di proprietà della nobile famiglia dei Meo Evoli. Sviluppata su tre piani, fu radicalmente trasformata nel1762 quando venne sovrapposto un porticato alla struttura originale. Singolare la posizione del complesso, che pur essendo vicino al mare, presenta il prospetto rivolto ai monti. Molto diverse le stanze padronali e quelle del colono: le prime caratterizzate da volte a botte, grandi stanze e ricche decorazioni. Materiale di costruzione è ilcarparo, di colore rosaceo, con le decorazioni in pietra naturale. Oggi sono stati allestiti alcuni spazi divetrina, dove sono in mostra oggetti ed utensili della civiltà contadina. La chiesetta risale al1700 ed è dedicata alla Madonna, la cui statua spicca sul frontale con in mano la masseria in miniatura.[51]
Nelle stesse proprietà sorge Masseria Spina Piccola, una semplice torre di fortificazione a due piani e a base quadrangolare, risalente alla fine del Quattrocento. Riprende lo schema delle semplici torri costiere, con una caditoia per ogni facciata. Nel Seicento venne costruito il muro di cinta, interrotto da un piccolo arco di ingresso, con una piccolacaditoia. Presente anche un primitivo insediamento rupestre con i resti di una croce e l'affresco di una Vergine con i Santi, molto rovinato. Poco lontano sorge un tratto dellaVia Traiana.[51]
È costituita da un originario edificio a torre, risalente al XVI secolo, poi ampliata e arricchita. La zona inferiore presenta decorazioni a stucco sul tema della Fuga in Egitto, diSan Francesco in preghiera e diSant'Antonio. Sulla grande caditoia dell'ingresso appare il cristogrammaIHS. Vari archi con motivi floreali conferiscono dinamicità alle forme della struttura. Nel timpano della chiesetta annessa è presente una Vergine in trono. Attorno alla masseria è presente un vasto agrumeto con ipogei, alcuni adibiti a frantoi. Oggi è adibita a struttura turistica.[51]
La costruzione risale al XVII secolo, ed è dal1931 di proprietà della famiglia Palmieri. Il doppio campanile e la scala imponente danno l'idea della ricchezza e della magnificenza degli antichi proprietari, così come la presenza di quattro garitte pensili, di feritoie, di caditoie in gran numero che segnalano i diversi assalti a cui la masseria era soggetta a causa delle sue risorse economiche. L'area padronale e quella colonica hanno in comune solo un pozzo, per il resto sono invece nettamente separate. Attorno alla masseria è presente un grande ovile lastricato achianche, oltre a molti ipogei adibiti a ricovero di ovini e a frantoio. Al centro della corte sorge un'antica edicola votiva dedicata allaMadonna della Madia.[51]
Sorge su una collinetta in ottima posizione strategica e fu costruita per ordine di Alfonso di Aragona in un periodo compreso fra il1495 e il1530. Qui venivano allevati i cavalli diVenezia, e proprio nei possedimenti di questa masseria sarebbe nato, da un incrocio tra cavalli locali e arabi, ilmorello pugliese, razza ottima per la battaglia. L'addestramento avveniva nel vicinissimoCanale di Pirro. La probabile presenza veneziana è celebrata dal bassorilievo raffiguranteSan Marco posto sull'entrata in tempi recenti. Priva di torre, la masseria comprende alcuni terrazzi strategici e una chiesa con decorazioni settecentesche, forse opera di Giovanni Sgobba.[51]
Caratterizzata da un grande accesso verso la corte, ricoperta dichianche, comprende stalle le cui mangiatoie sono decorate ad arco. Presenti nicchie sul muro come colombaie e un vasto agrumeto a cui si giunge tramite una stretta porta. Priva di torre, è circondata damelagrane, pianta caratteristica e tipica anche della contrada omonima, insieme a fichi e piccole vigne. La chiesetta annessa risale al1698 ed è dedicata a Maria Santissima delle Grazie, con una tela del XVIII secolo a cui gli abitanti del luogo riservano altissima devozione.[51]
Nel territorio rurale di Monopoli, in particolare a partire dal XVIII e XIX secolo, le campagne videro la fioritura di numerose ville nobiliari e casine, che servivano spesso come residenze estive per le famiglie aristocratiche della città. Questa evoluzione si inserisce in un più ampio contesto di diversificazione del paesaggio agrario e sociale, dove proprietà di diversi ceti sociali, inclusi orti e uliveti del ceto medio-alto urbano, si diffondevano fuori dalle mura cittadine. Queste dimore non erano solo residenze, ma spesso complessi articolati con funzioni agricole e produttive, che nel corso dei secoli hanno contribuito a definire il paesaggio rurale monopolitano.
Ad esempio la contradaCozzana era storicamente un luogo prediletto per le residenze estive delle famiglie nobiliari monopolitane, con l'edificazione di numerose villeneoclassiche. Tra queste spiccano Villa Palmieri, Villa Brescia-Simone Veneziani, Villa Palmieri detta ‘Il Visciglio’, Villa Siciliani, la casina Trevisani, la casina Piepoli.
In contrada Lama di Macina si trova la celebre Villa Meo-Evoli, fatta edificare tra il 1772 e il 1792 dal nobile patrizio salernitano Vito Giuseppe Martinelli. Questa villa, situata ai margini di un bosco, era dotata di un "Parco Caccia Reale", una chiesa dedicata allaVergine della Madia e ospitava una notevole collezione archeologica, inclusi reperti romani.
In contrada Due Torri Villa Carenza, un edificio in stile neoclassico costruito nel 1892 dal commerciante francese Paul François e successivamente abbellito con un giardino all'italiana da Michele Carenza nel 1932.
Queste ville e casine, molte delle quali ancora presenti, testimoniano la ricchezza e l'importanza della vita rurale per le famiglie nobiliari e l'élite di Monopoli, che non solo investivano in terreni agricoli ma vi costruivano anche dimore significative.
La popolazione residente a Monopoli al 1º gennaio 2023 era di 48 004 abitanti, di cui 23 363 maschi e 24 494 femmine.[52] Di seguito l'andamento della popolazione nel corso degli anni.Abitanti censiti[53]
Secondo i datiISTAT al 1º gennaio2023 la popolazione straniera residente era di 1048 persone, pari al 2,19%.Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano[54]:
Il dialetto monopolitano è ascrivibile alla fascia deidialetti pugliesi centrali, derivante come altri dal latino, dal francese, dallo slavo, dall'arabo e dalla lunga dominazione spagnola a cui la città adriatica è stata sottoposta. Notevoli sono inoltre le influenze longobarde nei toponimi, negli antroponimi e soprattutto nel campo del diritto. Un esempio per tutti: in molti documenti delCodice Diplomatico Brindisino, quasi tutti posteriori al1076, viene riportato - in atti di compravendita, il terminepizzulo o latinizzato inpizulus, riferibile aangolo di un muretto o di una parte sporgente di un edificio.[55] Attualmente nel dialetto monopolitanopizzulo ha esattamente lo stesso significato.
Tuttavia, ad oggi, il dialetto monopolitano originario è parlato prevalentemente nel centro storico della città e in alcune aree dell'agro monopolitano, dove tra l'altro il dialetto presenta delle notevoli varianti rispetto al centro cittadino, con variazioni anche a seconda della contrada in cui esso viene parlato. Un esempio per tutti: il termine originario per indicare lefave novelle, nel nucleo cittadino, èvongole. Nel dialetto parlato nell'agro invece esse sono indicate comecuzzele,termine oggi utilizzato anche nel nucleo cittadino ma in misura minore.[56]
Nel resto della città Monopoli si assiste ad un progressivo processo di italianizzazione dello stesso. Si registrano molte produzioni poetiche in vernacolo, tra le quali ricordiamo in particolare quelle diLuigi Reho, autore anche del monumentaleDizionario Etimologico del Monopolitano, e di Tonio d'Arienzo.
Monopoli ha sempre avuto una grande attenzione per le persone in difficoltà e ricchissimi sono sempre stati i lasciti della comunità alleOpere Pie cittadine.Alla fine delXIX secolo erano presenti sei importanti organizzazioni il cui scopo era il sollievo dei diseredati:Ospedale Civile,Orfanotrofio di Carità,Maritaggi ed opere elemosiniere,Asilo d'Infanzia,Asilo di mendicità,Banco di pegnorazione.Nel1886 LaCongregazione di Carità amministrava l'Ospedale Civile, il legato Rendella, l'Orfanotrofio di Carità, i monti di caritàYsplues[59],Quirismino,Bove,Rendella,Scalera,Sant'Anna,Calefati,Mazzarella,Porcina,Antonucci,Manfredi,Siena,Romeo,Tiberio Secondo,Laquosta,Romanelli, l'Asilo d'Infanzia e ilRicovero di mendicità.
Particolarmente rilevante fu il lascito, allaCongregazione di Carità, delmarchese Saverio Palmieri all'inizio del secolo scorso.NelXX secolo le Opere pie gestite si sono aggregate nell'ente pubblico IPRAB. dal quale si è poi distaccato l'Ospedale San Giacomo. Infine nel2011, adeguandosi alla normativa, l'I.P.R.A.B. si è trasformata nellaAssociazione per i Servizi alla PersonaRomanelli Palmieri e attualmente gestisce, oltre al patrimonio ereditato, laCasa di Riposo Vito Antonio Romanelli.[14]
A Monopoli è attiva la Biblioteca civica "Prospero Rendella", situata nell'omonimo edificio storico affacciato su Piazza Garibaldi. Riaperta al pubblico nel 2017 dopo un importante intervento di restauro e rifunzionalizzazione, la Rendella è oggi un moderno centro culturale polifunzionale che ospita una ricca collezione libraria, spazi per la lettura e lo studio, eventi culturali, mostre e incontri con autori[60].
Nel centro storico è inoltre attiva la Biblioteca dell'Archivio Diocesano di Monopoli, di competenza della Curia vescovile. Essa conserva fondi librari e documentari di interesse storico e religioso, con particolare riferimento alla storia ecclesiastica del territorio monopolitano e delladiocesi.
L’Archivio Storico del Comune di Monopoli, situato presso la sede dell'ex tribunale (via Gregorio Munno), conserva documentazione a partire dalXVI secolo, comprendente atti amministrativi, catastali, deliberazioni consiliari e altri fondi utili per lo studio della storia cittadina. Di particolare rilevanza anche l’Archivio Diocesano di Monopoli, che custodisce registri, documenti e pergamene risalenti ad un periodo compreso tra ilXIV e ilXX secolo e relativi all’attività dellaCuria e alla vita ecclesiastica del territorio, delle parrocchie cittadine e dell'anticadiocesi di Monopoli[61].
Edificio del polo liceale (Classico, Linguistico, Scienze Umane, Scientifico e Scienze Applicate).Lazzaro Bastiani,San Girolamo nello studio,1475-80 ca. (Monopoli, Museo Diocesano).
Monopoli è sede di numerosi istituti di istruzione secondaria di secondo grado. Il Polo Liceale "Galileo Galilei" comprende i licei Classico, Linguistico, delle Scienze Umane, Scientifico e Scientifico opzione Scienze Applicate. L’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "Luigi Russo" offre i corsi di Liceo Artistico, Liceo Musicale, Istituto Professionale per la Manutenzione e l’Assistenza Tecnica e per i Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale. Sono presenti inoltre l’Istituto Tecnico Economico "Aldo Moro", l’Istituto Tecnico Tecnologico "Leonardo da Vinci", l’Istituto Tecnico Industriale "Vito Sante Longo" e ilConservatorio di Musica "Nino Rota", sede di alta formazione musicale.
Tra le realtà museali del territorio si segnalano ilMuseo Diocesano di Monopoli, con opere d’arte sacra e arredi liturgici[62]; il Museo dellaConfraternita di San Giuseppe, dedicato alla devozione confraternale; e il Museo e sito archeologico dellaBasilica Cattedrale di Romualdo, che conserva reperti di epoca classica e medievale. Monopoli fa parte dell’Ecomuseo della Valle d’Itria, museo diffuso istituito nel2010 insieme ad altri comuni della zona.
A Monopoli è attivo un variegato panorama di mezzi di informazione locali. La città ha visto nascere, soprattutto a partire dalla seconda metà del Novecento, numerose testate giornalistiche, emittenti radiofoniche e televisive, alcune delle quali tuttora operative. Questi media svolgono un ruolo fondamentale nell'informazione territoriale, nella promozione della cultura locale e nella cronaca cittadina.
Polittico da S. Stefano di Monopoli, Boston, Museum of Fine Art.Ignazio Perricci,La Primavera (1880)
Il patrimonio artistico di Monopoli riflette la stratificazione culturale e storica della città, posta per secoli al crocevia tra Oriente e Occidente. Ladominazione veneziana ha lasciato tracce significative nella produzione pittorica e devozionale della città, soprattutto tra la fine del Medioevo e l’età moderna. Un esempio emblematico è il polittico quattrocentesco della chiesa di Santo Stefano, oggi conservato e restaurato dalMuseum of Fine Arts di Boston: si tratta di un’opera attribuita a un autore anonimo di scuola veneziana o cretese-veneziana, dove l’influsso bizantino si fonde con le suggestioni della pittura lagunare dell’epoca[63][64].
Nel corso del Seicento e Settecento, Monopoli accoglie opere di grandi maestri legati alla scuola veneta e napoletana: nella chiesa di Santa Maria del Suffragio è presente una Madonna con Santi in Gloria attribuita aJacopo Palma il Giovane (1621), figura centrale del tardomanierismo veneziano. A lui si affiancano altri artisti comeFrancesco De Mura, allievo diSolimena, autore della celebre Ultima Cena (1755) della Basilica Cattedrale. Queste opere testimoniano l'apertura della committenza monopolitana alle correnti artistiche dominanti dell’Italia centro-meridionale.
Nel XIX e XX secolo, emerge una scuola artistica locale con personalità comeIgnazio Perricci, pittore e scenografo neoclassico autore di numerose decorazioni teatrali e storiche (“La Primavera”, 1880). Artisti come Agostino Di Munno, scultore e pittore italo-venezuelano, e Enrico Accatino, noto per le sue composizioni astratte e sociali (“Mattanza”, 1951), confermano la vivacità del tessuto artistico anche in epoca moderna[65].
PhEST a Monopoli
In epoca contemporanea Monopoli ha vissuto una crescita significativa nell’ambito dellastreet art, soprattutto grazie al PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte (lanciato nel 2018), che ha trasformato il centro urbano in una vera e propria galleria a cielo aperto[66]. Tra le opere più rilevanti, spicca il murale “Beyond the Sea” (9×12 m), realizzato nel 2020 dallo street artist Millo (Francesco Camillo Giorgino). L’opera, visibile vicino alla Cala Portavecchia, esplora il tema dellatropicalizzazione del Mediterraneo e dell’impatto umano sugliecosistemi marini, con lo stile distintivo di Millo fatto di linee nere essenziali e monocolore con tocchi cromatici.[67][68] Dal2023, lo street artist Moneyless (vero nome Marco Grassi) ha plasmato nuove installazioni urbane: un intervento murale presso loskating park cittadino e la mostra personale “Caveman” alCastello Carlo V, curate dalla galleriaDoppelgaenger con il patrocinio comunale. Lo stile post-graffiti di Moneyless si caratterizza per motivi geometrici astratti e per il dialogo fra natura e architettura urbana.
Nel complesso, queste iniziative – affiancate da altri artisti in occasione dei festival – hanno consolidato Monopoli come hub regionale dell’urban art, includendo anche una grande mostra intitolata “IN MY NAME” (2024) presso l’ex Deposito Carburanti, curata da Unlike Unconventional Events e dedicata all’evoluzione storica dell’urban art.
In città sono attivi due poli teatrali. Il teatroRadar, già cinema-teatro, riaperto nel marzo2018 dopo 33 anni di inattività e concesso in gestione al Conservatorio di Musica ''Nino Rota'' di Monopoli, ospita rassegne teatrali di poesia, prosa, musical, balletto[69]. Il secondo teatro cittadino è il teatro auditoriumMariella, giàBianco Manghisi, adibito al teatro di prosa e a rappresentazioni dedicate soprattutto alle scuole e alle associazioni[70].
La città di Monopoli è sede delSudestival, festival cinematografico nazionale dedicato alla filmografia indipendente italiana, a cura dell'Associazione Sguardi. Il festival è stato insignito di una medaglia dal Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano e ha goduto del patrocinio, fra gli altri, delMinistero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dellaRegione Puglia.[71][72] Nel2016 il festival è stato insignito di un'altra medaglia dal Presidente della RepubblicaSergio Mattarella e gode del patrocinio dell'assessorato all'Industria Turistica e Culturale -Gestione e Valorizzazione dei Beni Culturali della Regione Puglia.
Tutta la musica del cuore (2010), che inizialmente doveva chiamarsiUna musica silenziosa, prodotta daRai Fiction e diretta daAmbrogio Lo Giudice. La fiction si svolge in un paese del sud Italia chiamato "Montorso di Puglia", nome puramente fantasioso, ma il set della fiction è la città di Monopoli. La fiction va in onda per la prima puntata il 4 febbraio 2013, riuscendo a raggiungere dati d'ascolto da 5.777.000 telespettatori, nella seconda puntata andata in onda il 5 febbraio, si conferma a 5.778.000 spettatori.[80]
Braccialetti rossi prima, seconda e terza serie (versione italiana di Polseres vermelles) (2014,2015,2016). La maggior parte della fiction è stata girata nella città diFasano con alcune scene a Monopoli, in particolare una serie di panoramiche presso largo Portavecchia e delle riprese all'interno della chiesa di Santa Maria Amalfitana.[81][82]
Le indagini di Lolita Lobosco, girato prevalentemente in Piazza Palmieri, precisamente Palazzo Palmieri (esterno della Questura) e Masseria Spina (abitazione della famiglia Morelli).
Monopoli vanta una tradizione musicale antica: è nota la figura diGiacomo Insanguine (1728–1795), conosciuto anche come “Monopoli”, compositore e didatta di spicco della scuola napoletana. Formatosi e attivo a Napoli, fu l’ultimo direttore delConservatorio di Sant’Onofrio, dove contribuì alla formazione di intere generazioni di musicisti. La sua produzione include opere teatrali, composizioni sacre e partimenti didattici. Ancora oggi la città ne celebra la memoria con studi, esecuzioni e iniziative culturali[85].
In epoca contemporanea tra i gruppi e gli artisti monopolitani insigni nell'ambito musicale si segnalano in particolareFranca Raimondi (1932-1988), vincitrice delFestival di Sanremo 1956, e il gruppo musicale degli "Iohosemprevoglia", vincitore diSanremo Social per l'anno2011 e quindi partecipante alla fase finale delFestival di Sanremo 2012 dove si è classificato al terzo posto nella sezionegiovani.[86] Dal1995 si tiene inoltre in città ilDirockato Rock Festival, con esibizione di artistirock soprattutto emergenti.[87]
La banda cittadina prende il nome diBanda del Giubileo, in quanto fondata nell'anno giubilare 2000, ed è formata soprattutto da giovani. La città tuttavia conosce un'antica tradizione bandistica, risalente almeno all'anno1813.[88]
Leorecchiette preparate con semola di grano duro o con il "grossetto", condito con cime di rape, pomodoro, basilico e cacio ricotta, o con il sugo del fungo che nasce ai piedi o sul tronco del Carrubo, il rarissimoLaetiporus sulphureus.
Ilcjambotto, zuppa di pesce assortito con pomodori, aglio, prezzemolo, olio, sale, pepe, e fette di pane casereccio raffermo.
L'ingrapiata,di fatto unmacco con fave e cicorie, il cui nome deriva forse da un antico modo di condirla con i capperi (incapperata).
Polpo in pignatta.
Alici marinate, una marinatura di alici in olio extravergine di oliva, aceto, succo di limone e sale
Cialledda,zuppa fredda di pane raffermo o taralloni immersi in acqua, con olio, sale, pomodori e origano.
le cartellate (n'cartddet): dolce natalizio di origine greca, a base di sfoglie di pasta a forma di nastro tagliato con tagliapasta dentellato, fritti e ricoperti di vincotto.
Lepettole: pallottole di pasta lievitata molto morbida (farina, patata, lievito di birra, acqua e sale) fritte nell'olio bollente. Vengono servite calde, con zucchero o con vino cotto o miele. Tipicamente vengono preparate il 7 dicembre in occasione della Vigilia dell'Immacolata, il 16 dicembre, il 24 dicembre, e in alcune delle feste nelle contrade.
Ipurcidde: piccoli dolci di pasta con miele o vincotto.
Iboconotti: dolci di pasta ripieni di marmellata e pasta di mandorle.
Lezeppola diSan Giuseppe, ciambelle fritte o al forno, decorate esternamente con crema, amarena e un po' di cannella; vengono fatte in occasione della festività di San Giuseppe.
Icherrocl, grandi frollini di forma umana con le braccia che stringono un uovo sodo. Tipico delle festività di Pasqua, preparato da nonne e mamme, per nipoti e figli, raffigurando le sembianze di maschi o femmine a seconda del sesso degli stessi.
Rievocazione dell'approdo dellaMadonna della Madia, protettrice di Monopoli.
Monopoli è animata da un calendario ricco di eventi che scandiscono l'anno, tra celebrazioni religiose profondamente radicate e manifestazioni di carattere storico e culturale[90]. La loro rilevanza è attestata dalla partecipazione della comunità e dalla risonanza che assumono nel panorama locale. Tra le più rilevanti:
Rievocazione del miracoloso approdo dellaMadonna della Madia: Evento centrale nella vita cittadina, si celebra con due appuntamenti annuali che ricordano l'arrivo prodigioso dell'icona della protettrice di Monopoli. Il 16 dicembre, all'alba, una zattera con l'icona della Madonna giunge al porto, rievocando il primo approdo, seguita da una solenne processione in Cattedrale. Il 14 e 15 agosto, nella celebrazione estiva, si ripropone l'evento del 16 dicembre, affiancando al programma religioso un nutrito programma civile.
Processione dei Misteri: La sera delVenerdì Santo vede la partecipazione di tutte le confraternite cittadine, che accompagnano la reliquia della Croce di Gesù in una solenne processione.
Presepi viventi: Nel periodo natalizio, la città e le sue contrade ospitano numerosi presepi viventi, tra i quali spiccano quelli presso la chiesa di San Francesco da Paola e in contrada Cozzana.
Cavalcata dei Magi: Nella contrada Antonelli si svolge una caratteristica rappresentazione teatrale che rievoca l'arrivo dei Re Magi.
L'attuale conformazione urbanistica della città di Monopoli si deve all'architetto De Simone che nel1795 vide approvato il proprio progetto dalle autorità napoletane. Il piano prevedeva l'abbattimento delle mura cittadine, che per secoli avevano garantito la sicurezza della città, ritenute allora obsolete e inutili e un'espansione urbana caratterizzata da uno schema a scacchiera, in evidente contrasto con la zona medievale formata da vie strette e tortuose.Il limite tra la città vecchia e la zona nuova è determinato dal circuito delle scomparse fortificazioni e i punti di accesso più evidenti sono in corrispondenza delle antiche porte.
Molto più interessante il precedente progetto (non approvato dalle autorità napoletane) redatto dell'ingegnere Francesco Sorino nel1794, che prevedeva la conservazione delle mura e uno schema d'espansione urbana a raggiera, a partire da una grande piazza rotonda. Si trattava di una soluzione moderna e rispettosa delle memorie storiche e architettoniche dell'antica città e delle sue molteplici direttrici di collegamento col territorio circostante. La Monopoli del Sorino avrebbe avuto molti riferimenti formali con l'attuale città diLucca, che ha conservato integralmente il sistema di fortificazioni cinquecentesco ben distinto dal moderno tessuto urbano di accrescimento.[14]
La Città di Monopoli era divisa in quattro quartieri:Egnathia, Japigia, Apulia e Peucezia, divisione caduta successivamente in disuso e oggi del tutto abbandonata. Di essa rimangono testimonianza le indicazioni poste in alcuni importanti snodi viari della città.
Il territorio della campagna monopolitana è molto vasto, estendendosi per oltre 140 km²: anche la popolazione delle contrade è numerosa, e cioè di 10.902 abitanti al gennaio 2024. La maggior parte di essi è localizzata in contrada Impalata, a 366 metri sul livello del mare. Per numero di abitanti seguono contrada Santa Lucia, contradaGorgofreddo,Cozzana, Antonelli, Virbo, San Bartolomeo, Sant'Antonio d'Ascula, Losciale, con un'estrema polverizzazione dei nuclei abitativi sul territorio. Il tipo di insediamento prevalente è quello a nucleo sparso, caratterizzato dalla presenza di una chiesa o di una masseria o ancora di un casale, e dalle case che si sviluppano in maniera disordinata in strade attorno al punto di riferimento più o meno centrale. Notevole nell'agro, soprattutto versoCastellana Grotte, è la presenza ditrulli, privi però delle tradizionali decorazioni pittoriche sul cono come adAlberobello, indizio di costruzione in epoca più recente.[91][92]
Il territorio cittadino posto un tempo al di fuori delle mura delle città è diviso in 91 contrade[93][94], alcune delle quali di fatto soppresse poiché completamente inurbate[95]. Da segnalare la presenza di dueexclavi situate nel territorio diCastellana Grotte, cioè le contrade diNispole eCardillo, fra loro confinanti.
Antonelli, Aratico, Arenazza, (l') Assunta
Baione, Balice, Barcato, Bellocchio, Belvedere
Cacaveccia, Cardillo, Caramanna, Carluccio, Carrassa, Casale, Cavallerizza, Cervarulo, Chianchizza, Chiesa dei Morti, Ciminiera, Ciporelli, Conchia, Corvino,Cozzana, Cristo della Cozzana, Cristo delle Zolle, Cristo Re, Due Torri
Samato, Sant' Andrea, Sant' Antonio d'Ascula, San Bartolomeo, San Francesco da Paola (inurbata), San Gerardo, San Luca, Santa Lucia, San Nicola, Sant' Oceano, Sant' Oronzo, Santo Stefano, Santa Teresa, San Vincenzo, Scarciglia, Sicarico, Sorba, Spina, Stomazzelli
Alcuni toponimi d'uso comune nell'agro ma non corrispondenti a contrade: si tratta di antichi nomi caduti in disuso, strade comunali, comprensori di masserie:Spagosottile, Gradone, More di Fame, Strasciddone, Putta, Americano, Faccia di Trippa, Cacaveccia, Ebreo, Cardillo, Parmaiorca, Ronzapane, Rizzitello, Tormento, Catalluccio, Spadacciuddo, Montenetto, Donnarosa, Mandorla Amara, Finorio, Nico, Li Pizzi, Casotto, Termine Luongo, Codaderito, Gronco, Coda di Rete, Carbonaro.[10]
L'agricoltura rappresenta da secoli un settore trainante per l'economia di Monopoli, grazie alla fertilità del territorio e alla sua posizione geografica. Il paesaggio rurale è caratterizzato da ampie distese diuliveti secolari, in particolare nella zona della 'marina', che fanno della produzione diolio d'oliva un'eccellenza riconosciuta e un pilastro dell'economia agricola locale. Accanto all'olivicoltura, un ruolo di primo piano è rivestito dalla coltivazione diciliegi, in particolare della rinomata varietà "Ferrovia", che a Monopoli e nel suo entroterra trova uno dei suoi areali produttivi più importanti, contribuendo significativamente al reddito degli agricoltori. Significativa è anche la produzione di ortaggi, che beneficiano del clima mite e dei terreni vocati, rifornendo i mercati locali e non solo. La modernizzazione delle tecniche agricole si affianca alla conservazione delle pratiche tradizionali, garantendo prodotti di alta qualità e sostenendo un'identità territoriale fortemente legata alla terra.
Monopoli rientra nell’area del riconoscimentoDOP “Terra di Bari – sottozona Murgia dei Trulli e delle Grotte” per l’olio extravergine d’oliva[96]. Numerosemasserie storiche, in parte ristrutturate, continuano l’attività agricola e olearia, spesso integrandola con l’agriturismo. Sono presenti cooperative agricole e frantoi che valorizzano le produzioni locali attraverso la filiera corta e la trasformazione artigianale. Negli ultimi anni si è registrata una crescente attenzione all’agricoltura biologica e alla sostenibilità ambientale, con l’adesione di alcune aziende a certificazioni di qualità e a progetti di tutela del paesaggio agrario[97].
La produzione e l'attività artigianale nella città di Monopoli e nell'agro soprattutto è stata una delle attività di punta fino alla metà del Novecento. Successivamente lo sviluppo del terziario e del turismo ha soppiantato molte delle antiche attività tipiche non solo di Monopoli ma dell'intera zona del sud-est barese. L'attività dellafalegnameria, per esempio, con la produzione di carri, carretti,sciaraballi da parte dei carradori, di botti, tini, tinozze da parte dei bottai (la piana di Monopoli è ancora una delle poche zone dove si continuavano a produrre, almeno fino ai primi anni 2000, tini e carri),[98] mobili realizzati dagli ebanisti e anche, a tutt'oggi, di strumenti musicali comechitarre, soprattutto nell'agro.La lavorazione del ferro battuto, ancora presente nel centro cittadino, è di pregio ma ormai di nicchia a causa della diffusione dell'acciaio inossidabile e dei materiali più facilmente gestibili. La cestineria era un'altra attività tipica della zona monopolitana, con la produzione di panieri, setacci, canestri, fuscelli efiscoli per la spremitura delle olive, oggi purtroppo quasi scomparsa. Una delle attività più diffuse, ancora oggi, è quella della lavorazione della pietra: la maggior parte delle abitazioni presenti in campagna sono nate dalle sapienti mani di muratori che svolgevano e svolgono quell'occupazione trasmettendo i segreti di padre in figlio. In particolare il cosiddettomaestro di parete era l'artigiano addetto alla costruzione e alla riparazione deimuretti a secco nell'agro, attività ormai in via di estinzione, come buona parte delle attività artigianali sopra ricordate.[37]
Monopoli ha una tradizionale vocazione industriale che, pur avendo visto la dismissione di importanti stabilimenti storici come ilcementificioItalcementi, operativo dagli inizi del Novecento, e lo stabilimento Tognana, costruito negli anni Sessanta, ha saputo rinnovarsi. Negli ultimi anni, in particolare, si è sviluppata un'area industriale di significativo valore produttivo a nord della città, nei pressi della tangenziale, che ospita realtà all'avanguardia.
Punta di eccellenza del comparto industriale monopolitano è MerMec, azienda leader mondiale nella costruzione ditreni ad alta tecnologia e sistemi speciali per la diagnostica delle reti ferroviarie. L'azienda, parte del GruppoAngelHolding, continua a investire in ricerca e sviluppo per la digitalizzazione del settore ferroviario ed è attivamente coinvolta in progetti innovativi, inclusa la realizzazione del primo treno diagnostico aidrogeno e la partecipazione alla ricostruzione di linee ferroviarie internazionali, consolidando la sua posizione di leadership anche attraverso acquisizioni strategiche come quella diFerrosud aMatera. Dal suo successo è nata nel 2011Blackshape, un'altra eccellenza del Gruppo AngelHolding, che ha progettato e produce ilBlackshape Prime, un aereo ultraleggero interamente infibra di carbonio. L'azienda sta espandendo la sua presenza globale con nuovi modelli come il "Prime Xplorer", mirando a diventare un punto di riferimento nell'aeronautica sportiva privata.
Il tessuto industriale locale è ulteriormente arricchito da diverse realtà attive in svariati settori. Tra le industrie tessili, olearie, meccaniche e chimiche si annoverano la conceriaEco Leather, sebbene stia affrontando un periodo di ristrutturazione per rilanciare la produzione e salvaguardare l'occupazione. L'Oleificio Italiano, parte del Gruppo Marseglia, è specializzato nella produzione di oli industriali e vanta notevoli capacità di stoccaggio e raffinazione, grazie a impianti all'avanguardia e ampie capacità di stoccaggio. Un'altra azienda rilevante è Plastic Puglia, leader mondiale nel settore dell'irrigazione di precisione e produttrice di tubi inpolietilene.
Cala Diavolo, una delle calette del litorale monopolitano.
La presenza di musei, di numerosi luoghi di culto, di chiese rupestri e di masserie ha reso la città oltre che centro di turismo balneare, anche importante centro culturale. Dal2016 il comune ha adottato un nuovobrand turistico ufficiale che identifica la città come "Heart of Apulia".[99] Monopoli è anche detta, erroneamente,la città delle 99contrade; tale dicitura rappresenta un'iperbole turistica, dal momento che da delibera comunale del1971 e come è evidente dalle attuali mappe turistiche cittadine, la città comprende 91 contrade[95]: si tratta di suddivisioni amministrative dell'area anticamente posta fuori dallemura di cinta, i cui toponimi rievocano antichi casali scomparsi, la presenza di unamasseria, di una chiesa o altri riferimenti storico-geografici.[100]
Monopoli si è affermata negli ultimi anni come una delle principali mete turistiche dellaPuglia e dell’Italia meridionale, grazie alla combinazione tra patrimonio storico, paesaggio costiero e crescente visibilità mediatica[101][102]. Il centro storico, in particolare l’area attorno allaCattedrale e alCastello Carlo V, è tra le zone maggiormente visitate, apprezzato per l’integrità del tessuto urbano e l’atmosfera suggestiva. Il litorale, che si estende per circa 15 chilometri, offre numerose spiagge e cale, dalle più attrezzate a quelle più appartate, richiamando un afflusso significativo soprattutto nei mesi estivi[103]. Negli ultimi anni si è registrata anche una vivace crescita dell’offerta legata al tempo libero, con l’apertura di ristoranti, locali e bar, in particolare nel centro storico e sul lungomare, contribuendo allo sviluppo della cosiddetta movida serale e notturna.
L’intensificazione del fenomeno turistico ha portato all’emergere di alcune criticità, oggetto di dibattito a livello locale: tra queste, l’aumento della pressione sulle infrastrutture e sui servizi urbani, la trasformazione del centro storico con processi digentrificazione, l’aumento dei costi abitativi e l’impatto sulla qualità della vita dei residenti[104]. Le amministrazioni locali stanno promuovendo interventi orientati alla gestione sostenibile dei flussi turistici e alla tutela dell’identità culturale e ambientale della città.
Monopoli è situata lungo lastrada statale 16 Adriatica che collega Bari con Lecce, svolgendo anche la funzione ditangenziale esterna per la città. Il territorio è attraversato inoltre dalla Strada Provinciale Monopoli - Conversano, dalla strada Provinciale Monopoli - Castellana e dalla strada provinciale Monopoli - Alberobello.
Nel contesto urbanistico della città, il porto rappresenta un elemento primario. Il bacino portuale comprende quattro insenature o cale:
Porto Vecchio
Cala Batteria o delle Batterie
Cala Fontanelle
Cala Curatori
Ilsopraflutto, radicato a punta Curatori, si protende in direzione nord-est, sud-est; ilsottoflutto, chiamatomolo Margherita, radicato a punta Castello, si prolunga in direzione nord, nord-ovest per 200 metri. Ambedue i moli servono a riparare lo specchio del porto dalle forti mareggiate che periodicamente si abbattono dal quadrante nord-est.[56]
La mobilità urbana a Monopoli è strutturata su una rete viaria che collega il centro cittadino, i quartieri periferici e le contrade dell’entroterra. Il centro storico, caratterizzato da strade strette e a prevalente uso pedonale, è oggetto di interventi volti alla limitazione del traffico veicolare e alla valorizzazione della mobilità dolce. Sono presenti zone a traffico limitato (ZTL), aree pedonali e una rete di parcheggi pubblici a ridosso del centro urbano, attivi soprattutto nel periodo estivo[105]. Il trasporto pubblico locale è gestito da un servizio di autobus urbani che collega i principali punti di interesse della città, inclusi ospedali, istituti scolastici e aree residenziali. Negli ultimi anni sono state promosse iniziative per incentivare forme di mobilità sostenibile, come la realizzazione di piste ciclabili e progetti di mobilità integrata, anche in collaborazione con enti regionali e agenzie di trasporto[106].
Chiesa di Santa Maria del Rosario in Coreggia (Alberobello), territorio di Monopoli fino al 1895.
Nel corso della sua storia, il territorio comunale di Monopoli ha subìto varie modifiche amministrative legate a cessioni e ridefinizioni dei confini comunali. Una prima significativa riduzione del territorio è attestata nel1895, quando la contrada diCoreggia, insieme alle "case sparse" delle limitrofe Pantanello, Monte del Sale, Malvisco, Chiusuola, Orbo e San Leonardo, fu annessa adAlberobello per regio decreto diUmberto I, datato 13 gennaio. Questa cessione, avvenuta a seguito di numerose petizioni e rimostranze della popolazione locale e con l'appoggio del Consiglio Provinciale, comportò la perdita di 2.231 ettari per Monopoli, nonostante l'amministrazione monopolitana fosse colta di sorpresa dal decreto reale e tentasse invano un ricorso al Consiglio di Stato. La gioia degli abitanti della Coreggia per l'annessione traspare ancora oggi nell'iscrizione posta sulla chiesetta rurale della Madonna del Rosario[108][109].
Un momento particolarmente rilevante si verificò nel1927, con l’istituzione dellaprovincia di Brindisi. In tale occasione, ilRegio Decreto n. 1301 del 14 luglio 1927 dispose l'inclusione di 2.752 ettari nel territorio comunale diFasano. Queste aree comprendevano contrade comeEgnazia (con le sottolocalità Don Paolo, Iurelle, Ricci e Sovereto), la borgataSavelletri, i centri pescherecci di Cala Palmieri, Cala Mascione e Cala Frascina, oltre a lembi di territorio nei pressi della strada provinciale Monopoli-Torre Canne fino aPezze di Greco. La cessione generò numerose rimostranze da parte delle circa novanta famiglie che si trovarono a essere registrate in un doppio registro contributivo, e nel dopoguerra, gli amministratori monopolitani tentarono più volte, senza successo, di recuperare il territorio ceduto a Fasano.
Nel secondo dopoguerra, il territorio subì ulteriori ridefinizioni toponomastiche e amministrative, che portarono a una razionalizzazione e, in alcuni casi, alla soppressione di contrade. Ad esempio, la contrada Zampogna, che figurava nell'elenco del1954 come novantaduesima contrade, fu soppressa prima del1971 e accorpata alla vicina Cardillo, riducendo il numero complessivo a novantuno. Le attuali liste e i confini ufficiali della Città di Monopoli, aggiornati al 2024, riportano un totale di novantuno contrade, sebbene alcune di esse siano state eliminate dall'Anagrafe a partire dal2004 in quanto non più abitate[110].
La città di Monopoli è sede dellostadio Vito Simone Veneziani. Nella zona sud dell'abitato cittadino sorge inoltre il centro sportivoTommaso Carrieri utilizzato dall'Amatori Rugby Monopoli,dalle società calcistiche giovanili Esperia Monopoli, Accademia Calcio Monopoli e Monospolis per le proprie partite casalinghe. La città ha un palazzetto dello sport e due tendostrutture adibite al basket e al calcio a 5. Le due società di pallacanestro disputano i propri incontri presso le palestre delle scuole Melvin Jones (Serie B) e IPSIAM (Serie C Silver).
^Questo percorso, piuttosto angusto, è ricchissimo distalattiti,stalagmiti, di rare e delicatissime concrezioni ad andamento anche orizzontale e di piccole pozze d'acqua. Sul pavimento si notano alcuni fori circolari del diametro di circa 15 cm attraverso i quali si intravede un piccolo specchio d'acqua sottostante e inaccessibile. Ilcorridoio dei pozzi, lungo 51,5 metri, si restringe fino a rendere molto difficoltosa il proseguimento dell'esplorazione. La voragine dell'Impalata fu esplorata per la prima volta nell'agosto del 1969 dalGruppo Speleologico Monopolitano.
^La più grande caverna d'Italia è la "Grotta Gigante" in territorio diTrieste.
^In sezione verticale le misure sono variabili in quanto in corrispondenza del foro centrale superiore esiste una collinetta di detriti di circa 40 metri di altezza, mentre nell'angolo nord-est, tramite un pozzo, si raggiungono i 161 metri di profondità rispetto alla quota di accesso. Da questo punto, caratterizzato da un forte restringimento del corridoio orizzontale, si accede ad un altro complesso di pozzi e brevi tratti orizzontali, fino a raggiungere la quota di 280 metri rispetto alla quota di ingresso, ossia a quota 95 metri sul livello del mare e quindi a poche decine di metri dal livello dellafalda freatica.La grotta di Santa Lucia, sulla quale aleggiavano sinistre storie di persone gettate vive nellagrave da Giorgio Palmisani, brigante di Alberobello, fu esplorata per la prima volta il 26 dicembre del1938 da speleologi monopolitani che effettuarono la pericolosa discesa con mezzi di fortuna (corde di canapa e lumi a petrolio). Dopo altre tre spedizioni succedutesi nel corso dei decenni, nel 2013 ilGruppo Ricerche Carsiche di Putignano (che dal 1995 compie studi all'interno del complesso carsico) el'Università degli Studi di Bari hanno ripreso sistematicamente le esplorazioni delGruppo speleologico Monopolitano, portando a compimento e perfezionando le vecchie rilevazioni degli ambienti carsici con moderni sistemilaser scanner.
^Questo lago, di dimensioni e profondità sconosciute, caratterizzato da acqua limpidissima, nel quale si riversa dalla parete laterale una cascata, individua forse il livello dellafalda freatica della zona. Probabilmente la cascata osservata è riferibile al corso d'acqua che scorre nella parte superiore della grotta e che poi scompare improvvisamente in una frattura della roccia.
^La lapide originale, già non più visibile daJean-Claude Richard de Saint-Non nel 1783, potrebbe aver indicato, come ipotizza quest'ultimo, semplicemente un nome proprioErmis. Da segnalare l'errata trascrizione proposta dall'autore, come altrove nell'opera.
^AA.VV,Monopoli nel suo passato, v.3, Fasano 1987. Nel corso di questi scavi sono venute alla luce imponenti resti di mura messapiche, tombe messapiche ricche di corredi preziosi e inusuali come una rarissima (forse unica)trozzella di bronzo.
^Nel Trecento era inoltre diffusa la formaMonopolo, dovuta ad influenze latine. Infine in lingua dotta si continuò a lungo ad utilizzare il termineMonopolis, declinandolo alla greca (Monopoleos ecc.)
^Giuseppe Indelli, Historia di Monopoli del Primicerio Giuseppe Indelli con note di D. Cosimo Tartarelli, Schena Editore, 2000.
^ Alessandro Nardelli,La Minopoli o sia la Monopoli manifestata, 1773.
^Il bilancio dell'incidente fu di 25 morti, 16 dispersi, 271 feriti, molti dei quali scampati alla morte grazie all'intervento dei pescherecci del luogo. L'episodio è ricordato con un altorilievo sulla facciata a mare delCastello di Carlo V, rappresentante la nave in fiamme e i marinai monopolitani nell'atto di salvarla.
^Il Cardinale Orsini, divenutoPapa Benedetto XIII spesso, per motivi di salute, soggiornava a Monopoli nella masseria Belvedere situata sulla Lama Belvedere, alla periferia ovest della città.
^abcde Michele Pirrelli,Tra Conventi e Monasteri, le case religiose a Monopoli, Schena.
^Catalogo ICCD, suwww.iccdold.beniculturali.it, 3 novembre 2008.URL consultato il 12 luglio 2025.
^La piazza Vittorio Emanuele, chiamata ancheborgo dai monopolitani, è il punto d'incontro e di riferimento per i cittadini da secoli. Si assiste tuttavia periodicamente al curioso fenomeno dello spostamento dei giovani dalborgo alla vicina Villa Comunale. Altrettanto periodicamente il luogo di incontro ritorna ad essere la Piazza Vittorio Emanuele. Giacomo Campanelli,Monopoli, guida turistica, Fasano, Schena, 1989.
^VediLa Terra di Bari al tempo dei Longobardi, Romano Colizzi, Editrice Tipografica, Bari 2009, pag. 65. Altri termini longobardi, recepiti direttamente nel dialetto monopolitano sono ad esempiozinna ozizza (seno),piscina (piccolo deposito d'acqua o d'olio),zippo (bastoncino),zeppa (cuneo).
^ab Sebastiano Lillo,Monopoli, sintesi storico-geografica, Monopoli, Colucci, 1976, p. 249.
^Fondato da Bernardo Ysplues nel 1579 per l'attribuzione delle "doti di maritaggio": il conferimento di detto beneficio avveniva con la semplice decisione degli amministratori, indipendentemente dal censo dei beneficiari.
Alessandro Nardelli,La Minopoli o sia Monopoli manifestata, Napoli, Vincenzo Orsino, 1773,SBNBRIE000133.
(FR) Jean-Claude Richard de Saint-Non,Troisieme volume, contenant le voyage ou circuit de la partie meridionale de l'Italie, anciennement appellee Grande-Grece, inVoyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile, vol. 3, Parigi, de l'imprimerie de Clousier, 1783, pp. 49-50,SBNRMSE002179.
Luigi Finamore Pepe,Monopoli e la monarchia delle Puglie: racconto storico, a cura di Nicola Ghezzi, Monopoli, Nicola Ghezzi, 1897,SBNBRI0256809.
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