Lamonetazione romana denota lemonete coniate daRoma antica dalle prime forme premonetali allacaduta dell'Impero romano d'Occidente. Lo studio di queste monete è dettonumismatica romana.
Nella prima parte dellastoria di Roma, dalla sua fondazione (21 aprile753 a.C.) a tutto il periodo monarchico (753-509 a.C.) e parte del periodo repubblicano, fino alIII secolo a.C., il commercio non si basava sull'uso della moneta, ma su una forma dibaratto che sfruttava come mezzo di scambio scarti di lavorazione dibronzo informi (aes rude), in base alvalore intrinseco, ossia il valore del materiale.
La parola latinaaes (aeris al genitivo) significa bronzo; daaes derivano parole comeerario.
Il valore dell'aes rude era determinato dal peso e quindi doveva essere pesato ad ogni transazione.Su iniziativa di singoli mercanti[senza fonte], quindi, si iniziò ad utilizzare getti in bronzo di forma rotonda o rettangolare su cui era riportato il valore, dettiaes signatum, sulla cui superficie venivano impressi i simboli dei marchi che richiamavano l'autorità dell'emittente, e ne garantivano l'autenticità.L'aes signatum veniva considerato come il primo passo verso una prima forma di moneta, e non lo era perché il suo valore era determinato dal peso dove non vi era una uniformità nei diversi lingotti che andava dai 3 kg fino 0,5 kg[senza fonte].
La prima moneta standardizzata da parte dello stato fu l'aes grave, introdotta con l'avvio dei commerci su mare intorno al335 a.C.[senza fonte]
Il peso dell'asse era pari ad unalibbra romana (327,46 g). Questo tipo diaes ha un peso costante perciò può essere un'unità di misura e per tanto una moneta (infatti il valore nominale, ossia quello "stampato, o meglio impresso sulla moneta" era uguale al valore intrinseco). Queste monete erano diverse per fattezza ma avevano uno stesso peso (un valore standard). Multipli dell'asse furono ildupondio (2 assi), iltripondio (3 assi) ed ildecusse (10 assi). Frazioni dell'asse furono ilsemisse (mezzo asse), iltriente (un terzo d'asse), ilquadrante (un quarto di asse), ilsestante (un sesto di asse) e l'oncia (un dodicesimo di asse).
Con il passaggio allamonetazione al martello, l'asse diventò unamoneta fiduciaria, il cui valore non era cioè più legato al contenuto in metallo.
Il peso dell'asse conobbe una progressiva diminuzione, acquisendo via via il peso delle sue frazioni: mezza libbra romana nel286 a.C., un sesto di libbra nel268 a.C., 1 oncia (cioè un dodicesimo di libbra) nel217 a.C. e mezza oncia nell'89 a.C. L'uso del bronzo in periodo repubblicano terminò nel79 a.C., per riprendere solo durante il principato.
Didracma | |
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Testa elmata diMarte dx.,clava dietro. | Cavallo impennato dx., clava sopra, ROMA sotto. |
Crawford 27/1; Sydenham 23. |
Le prime monete battute emesse daRoma furono alcunididracmi d'argento e alcune monete frazionarie collegate sia in argento che in bronzo. Queste monete sono comunemente indicate con il nome diromano-campane, in quanto furono molto probabilmente coniate, sullo stile di quelle greche, in Campania nelIII secolo a.C., allo scopo di facilitare il commercio con le colonie greche del sud Italia.
Anche se lo stile era chiaramente greco, i tipi erano caratteristici delle civiltà italiche:Marte,Minerva, lalupa con i gemelli,Giano. L'etnico battuto sulla moneta, che inizialmente era "ROMANO", ovvero il genitivo plurale "ROMANO(RUM)" secondo l'usanza greca, divenne presto semplicementeROMA, ovvero il nome della città stessa, secondo le abitudini italiche.
La moneta più famosa è conosciuta col nome diquadrigato. Presenta aldritto una testa giovanile di Giano ed al rovescioGiove e laVittoria su unaquadriga, da cui il nome.
Le prime didracme pesavano intorno ai 7 g (7,3 - 6,8); le ultime intorno ai 6,6 g.
Queste monete sono contemporanee alle emissioni di una serie di colonie e socii, tra cuiCales,Suessa,Teanum Sidicinum, con tipi simili, che fanno ipotizzare l'esistenza di accordi monetari.
Denario |
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Roma in undenario delII secolo a.C. |
La moneta d'argento che costituì l'ossatura dell'economia romana fu, però, ildenario, battuto per la prima volta a Roma intorno al211 a.C.; il suo valore iniziale era di 10 assi, pari a 1/72 di libbra (4,55 g), ed aveva come frazioni ilquinario (1/2 denario) ed ilsesterzio (1/4 di denario). Il denario fu poi rivalutato a 16 assi (dal118 a.C.), facendo seguito alla riduzione del valore di quest'ultimo.
Valorirepubblicani (dal221 al118 a.C.)[1][2] | |||||||||
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Denario | Sesterzio | Dupondio | Asse | Semisse | Triente | Quadrante | Quincunx | Oncia | |
Denario | 1 | 4 | 5 | 10 | 20 | 30 | 40 | 24 | 120 |
Sesterzio | 1/4 | 1 | 1 1/4 | 2 1/2 | 5 | 7 1/2 | 10 | 6 | 30 |
Dupondio | 1/5 | 4/5 | 1 | 2 | 4 | 6 | 8 | 4 4/5 | 24 |
Asse | 1/10 | 2/5 | 1/2 | 1 | 2 | 3 | 4 | 2 2/5 | 12 |
Semisse | 1/20 | 1/5 | 1/4 | 1/2 | 1 | 1 1/2 | 2 | 1 1/5 | 6 |
Triente | 1/30 | 2/15 | 1/6 | 1/3 | 2/3 | 1 | 1 1/3 | 4/5 | 4 |
Quadrante | 1/40 | 1/10 | 1/8 | 1/4 | 1/2 | 3/4 | 1 | 3/5 | 3 |
Quincunx | 1/24 | 1/6 | 5/24 | 5/12 | 5/6 | 1 1/4 | 1 2/3 | 1 | 5 |
Oncia | 1/120 | 1/30 | 1/24 | 1/12 | 1/6 | 1/4 | 1/3 | 1/5 | 1 |
Il denario rimase la moneta più importante del sistema monetario romano fino alla riforma monetaria diCaracalla, all'inizio delIII secolo, quando fu di fatto sostituito dall'antoniniano. Venne anche coniata un'altra moneta d'argento, ilvittoriato con un valore pari a 3 sesterzi, di scarsa diffusione e usata quasi esclusivamente nei commerci con i Greci dell'Italia meridionale prima, e con le Gallie dopo.
Accanto al denario furono battute monete in bronzo: l'asse e le sue frazioni. La produzione di monete inoro (aureo) avvenne in maniera estremamente sporadica prima della conquista dellaGallia (e delle sue miniere) da parte diGiulio Cesare. Le prime emissioni di aurei, ricalcando anche in questo caso il sistema monetario greco per facilitare gli scambi con il sud dell'Italia e con l'Oriente, si ebbero nel286 a.C. (con un peso per l'aureo di 6,81g) e nel209 a.C. (con un peso di 3,41 g). I primi aurei realmente romani vennero coniati nell'87 a.C. da parte diSilla (con un valore di 1/30 di libbra, 9,11 g), seguiti da emissioni nel61 a.C. da parte diPompeo (con un valore di 1/36 di libbra, 9,06 g), nel48 a.C. da parte di Cesare (con un valore di 1/38 di libbra, 8,55 g) ed ancora nel48 a.C., sempre da parte di Cesare (con un valore di 1/40 di libbra, 8,02 g).
Denario | |
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Testa di nobileGallo in cattività, confibula epaludamentum (per alcuniVercingetorige) | L·HOS[TILIUS] SASERN -Auriga nudo che conduce unabiga; su di essa, in posizione stante, un guerriero gallico nudo, volto indietro, brandisce una lancia e uno scudo. |
AR Emissionepropagandistica delmonetarioSaserna dedicata alle vittoriosecampagne galliche diCesare. (ca.48 a.C.) |
Il termine è usato per indicare le emissioni coniate degli ultimi anni dellaRepubblica romana nel periodo che precede immediatamente la nascita delprincipato. Il termine, non accettato da tutti, deriva dal fatto che in questo periodo di guerre civili le monete venivano emesse a nome dei generali che si combattevano tra loro in virtù del loroimperium.
Si tratta quindi delle monete diPompeo,Giulio Cesare,Bruto,Cassio,Labieno,Sesto Pompeo,Lepido,Marco Antonio edOttaviano da soli o assieme tra loro o con altre persone.
Le monete emesse in questi anni rispecchiano l'andamento della lotta politica e delle guerre in corso. I contenuti propagandistici sono accentuati e per le prime volte sono rappresentati anche le persone viventi.
Le monete diOttaviano sono a cavallo tra questo periodo ed il periodo successivo.
Anche se il denario restò l'elemento portante dell'economia romana dalla sua introduzione nel211 a.C. fino al termine della sua coniazione nella metà delIII secolo d.C., la purezza ed il peso della moneta andò lentamente, ma inesorabilmente riducendosi. Il fenomeno della svalutazione nell'economia romana era pervasivo e causato da una serie di fattori, quali la carenza di metallo prezioso, lo scarso rigore delle finanze statali e la presenza di una forte inflazione. Come detto in precedenza, il denario alla sua introduzione conteneva argento quasi puro con un peso di circa 4,5 grammi. Questi valori rimasero abbastanza stabili durante tutta la repubblica, ad eccezione dei periodi bellici. Ad esempio, i denari coniati daMarco Antonio durante la sua guerra conOttaviano erano di diametro leggermente più piccolo e con un titolo considerevolmente inferiore: il dritto raffigurava una galea ed il nome di Antonio, mentre il rovescio presentava il nome della particolare legione per la quale la moneta era stata emessa; c'è da notare che queste monete rimasero in circolazione per più di 200 anni a causa della carenza di metallo prezioso.
Augusto:Denario | |
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CAESAR AVGVSTVS, testa laureata volta a destra | DIVVS IVLIV[S], cometa ad otto raggi con la coda in alto |
AR, 3,88 g; circa 19-18 a.C., zeccaCaesaraugusta (Saragozza), RIC I 37a |
La prima riforma monetaria importante del periodo imperiale fu laRiforma monetaria di Augusto, che prevedeva dal15 a.C. la coniazione delle monete in oro ed argento controllata direttamente dall'imperatore, mentre il senato poteva decidere su delibera la coniazione dei valori minori. Per quanto riguarda le monete d'oro, ci si basava sull'aureo (1/42 di libbra romana, 7,78 g), con il quaternione come multiplo (4 aurei) ed il quinario come sottomultiplo (1/2 aureo). Per le monete d'argento, rimaneva il denario (1/84 di libbra, 3,90 g) ed il suo sottomultiplo quinario (1/2 denario). Per i valori minori, si aveva l'asse in rame (10,90 g), i suoi multipli inoricalco, un metallo simile all'ottone, detti dupondio (2 assi) e sesterzio (4 assi); per i sottomultipli si aveva il quadrante in rame (1/4 di asse).
Valori diepoca augustea (27 a.C. –301 d.C.) | |||||||||
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Aureo | Quinario d'oro | Denario | Quinario d'argento | Sesterzio | Dupondio | Asse | Semisse | Quadrante | |
Aureo | 1 | 2 | 25[3] | 50 | 100 | 200 | 400 | 800 | 1600 |
Quinario d'oro | 1/2 | 1 | 12 1/2 | 25 | 50 | 100 | 200 | 400 | 800 |
Denario | 1/25[3] | 2/25 | 1 | 2 | 4 | 8 | 16[4] | 32 | 64 |
Quinario d'argento | 1/50 | 1/25 | 1/2 | 1 | 2 | 4 | 8 | 16 | 32 |
Sesterzio | 1/100 | 1/50 | 1/4 | 1/2 | 1 | 2[5] | 4 | 8 | 16 |
Dupondio | 1/200 | 1/100 | 1/8 | 1/4 | 1/2[5] | 1 | 2 | 4 | 8 |
Asse | 1/400 | 1/200 | 1/16[4] | 1/8 | 1/4 | 1/2 | 1 | 2 | 4 |
Semis | 1/800 | 1/400 | 1/32 | 1/16 | 1/8 | 1/4 | 1/2 | 1 | 2 |
Quadrante | 1/1600 | 1/800 | 1/64 | 1/32 | 1/16 | 1/8 | 1/4 | 1/2 | 1 |
Durante ladinastia Giulio-Claudia (Tiberio,Caligola,Claudio,Nerone) il valore del denario rimase relativamente stabile. Nerone, invece, introdusse nel65 d.C. una nuovariforma monetaria: l'aureo venne portato ad 1/42 di libbra (7,28 g), come ci raccontaPlinio il Vecchio, il quale sosteneva che:
(Plinio il Vecchio,Naturalis Historia, XXXIII,)
Vale a dire che l'aureo fu deprezzato daNerone, passando nel tempo, poco a poco, da un peso teorico di 1/40 dilibbra (epoca diCesare) a 1/45 sotto Nerone, con una svalutazione dell'11%.
Peso teorico degli Aurei: da Cesare alla riforma di Nerone (63-64) | ||||||||
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Aureo | Cesare | Augusto | Augusto (post2 a.C.) | Tiberio | Caligola | Claudio | Nerone (ante64) | Nerone (post64) |
Peso teorico: inlibbre (=327,168 grammi) | 1/40 | 1/41 | 1/42 | 1/42 | 1/42 | 1/42 | 1/43 | 1/45 |
Peso teorico: ingrammi | 8.179 grammi | 7.980 grammi | 7.790 grammi | 7.790 grammi | 7.790 grammi | 7.790 grammi | 7.609 grammi | 7.270 grammi |
Riguardo invece aldenario sappiamo che, sottoCesare edAugusto, aveva un peso teorico di circa 1/84 dilibbra, ridotto daTiberio ad 1/85, fino a quandoNerone lo svalutò fino ad 1/96 (pari ad una riduzione del peso della lega del 12,5%). Contemporaneamente, oltre alla riduzione del suo peso, vi era anche una riduzione deltitolo (% di argento presente nella lega), che passò dal 97-98% al 93,5% (per una riduzione complessiva del solo argento del 16,5% ca).[6]
Alla fine delladinastia dei Flavi (Vespasiano,Tito,Domiziano), Domiziano annullò la riforma di Nerone, riportando le monete ai valori della riforma di Augusto, mentre nel periodo degli imperatori adottivi (Nerva,Traiano,Adriano,Antonino Pio,Marco Aurelio), Traiano reintrodusse i valori della riforma di Nerone.
Emiliano:Antoniniano | |
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IMP CAES AEMILIANVS P F AVG, busto radiato | MARTI PACIF, Marte che avanza, con ramo scudo e lancia |
AR 2,37 g;253 d.C., RIC IV 15 |
Un'altra riforma si ebbe nel215 per opera dell'imperatoreCaracalla. Il denario, infatti, continuò il suo declino durante tutto l'impero diCommodo e diSettimio Severo. Contemporaneamente, oltre alla riduzione del suo peso, vi fu anche una riduzione del suotitolo (% di argento presente nella lega), che passò dal 97-98% dell'epoca augustea al 93,5% (per una riduzione complessiva del solo argento del 16,5% ca).[6]
Peso teorico dei Denari: da Cesare alla riforma di Aureliano (274) | |||||||||
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Denario | Cesare | Augusto (post2 a.C.) | Nerone (post64) | Traiano | Marco Aurelio (post170) | Commodo | Settimio Severo (post197[7]) | Caracalla (post215) | Aureliano (post274) |
Peso teorico (dellalega): inlibbre (=327,168 grammi) | 1/84 | 1/84 | 1/96 | 1/99 | 1/100 | 1/111 | 1/111 | 1/105 | 1/126 |
Peso teorico (dellalega): ingrammi | 3.895 grammi | 3.895 grammi | 3.408 grammi | 3.305 grammi[8] | 3.272 grammi | 2.947 grammi[9] | 2.947 grammi | 3.116 grammi[10] | 2.600 grammi[11] |
% deltitolo di soloargento: | 98% | 97% | 93,5%[12] | 89,0%[12] | 79,0%[13] | 73,5%[12] | 58%[14] | 46%[10] | 2,5%[11] |
Peso teorico (argento): ingrammi | 3,817 grammi | 3,778 grammi | 3,186 grammi | 2,941 grammi | 2,570 grammi[13] | 2.166 grammi | 1.710 grammi | 1,433 grammi | 0,065 grammi |
Con Caracalla anche l'aureo venne svalutato di nuovo, portandolo ad 1/50 di libbra (6,54 g). Inoltre, sia per l'aureo che per il denario (ridotto ad avere meno del 50% di argento) vennero introdotte monete con valore raddoppiato: il doppio aureo (obinione) ed il doppio denario (oantoniniano), anche se per quest'ultimo non contenne mai più di 1,6 volte il contenuto d'argento del denario. Comunque, mentre l'aureo riuscì ad avere una valutazione abbastanza stabile, anche l'antoniniano conobbe la stessa progressiva svalutazione vista col denario, fino a ridursi ad un contenuto d'argento del 2%.
Tra il272 ed il275, probabilmente nel 274,Aurelianoriformò nuovamente il sistema monetario romano, eliminando la possibilità di coniazione locale delle monete minori per riportarle ad un livello qualitativo paragonabile a quello delle altre monete. L'aureo fu portato inizialmente a 1/60 di libbra (5,54 g), ma poi il suo valore fu fissato ad 1/50 di libbra (6,50 g).
Peso teorico degli Aurei: da Cesare alla riforma di Diocleziano (294-301) | |||||||||||||
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Aureo | Cesare | Augusto (post2 a.C.) | Nerone (post64) | Domiziano (82[12]) | Domiziano (85[12]) | Traiano[12] | Settimio Severo[12] | Caracalla (ante215) | Caracalla (post215) | Aureliano (ante274) | Aureliano (post274[15]) | Caro | Diocleziano |
Peso teorico: inlibbre (=327,168 grammi) | 1/40 | 1/42 | 1/45 | (1/42.2) | (1/43.3) | (1/44.8) | (1/45.4) | (1/43.9) | 1/50 | 1/60 | 1/50 | 1/70 | 1/60 |
Peso teorico: ingrammi | 8.179 gr. | 7.790 gr. | 7.270 gr.[12] | 7.750 gr.[12] | 7.550 gr.[12] | 7.300 gr.[12] | 7.200 gr.[12] | 7.450 gr.[12] | 6.543 gr. | 5.453 gr. | 6.543 gr. | 4.674 gr. | 5.453 gr. |
Per l'antoniniano, infine, si fissò un peso di 3,90 g ed un titolo di 20 parti di rame ed uno d'argento, rapporto indicato sulla moneta tramite il simbolo XXI in Latino o KA in Greco.
A seguito della riforma diDiocleziano, la monetazione romana cambiò radicalmente. Dato che il governo introdotto da Diocleziano si basava su una tetrarchia, con la suddivisione dell'Impero in due territori assegnati a due diversi imperatori e con due Cesari a supporto ai due reggenti, le monete iniziarono a non personificare più un singolo reggente, ma a dare un'immagine idealizzata dell'imperatore sul dritto, con il rovescio che celebrava tipicamente la gloria di Roma e la sua potenza militare. Anche dopo l'adozione del cristianesimo come religione di Stato, quest'impostazione rimase abbastanza invariata: solo in poche eccezioni vennero utilizzate immagini cristiane come ilchi-rho, monogramma greco per il nomeGesù Cristo. Nel300 venne emanato un editto (l'Editto sui prezzi massimi) che fissava i prezzi massimi delle merci, con l'intento di calmierarli: i prezzi venivano espressi in denarii, anche se questa non era ormai più una moneta in circolazione. L'aureo torna ad un peso di 1/60 di libbra. Si introduce una moneta in argento, dettaargenteo, con un peso pari a 1/96 di libbra. Oltre ad un antoniniano con un peso di 3,90 g, fu introdotta anche una moneta in bronzo, ilfollis, con un peso di circa 10 g.
Valori diepoca dioclezianea (301 d.C.) | ||||||
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Solido | Argenteo | Nummo | Radiata | Laureata | Denario | |
Solidus | 1 | 10 | 40 | 200 | 500 | 1000 |
Argenteo | 1/10 | 1 | 4 | 20 | 50 | 100 |
Nummo | 1/40 | 1/4 | 1 | 5 | 12 1/2 | 25 |
Radiata | 1/200 | 1/20 | 1/5 | 1 | 2 1/2 | 5 |
Laureata | 1/500 | 1/50 | 2/25 | 2/5 | 1 | 2 |
Denario | 1/1000 | 1/100 | 1/25 | 1/5 | 1/2 | 1 |
Ultima riforma dell'Impero romano fu nel310 quella diCostantino, che si rifaceva al sistemabimetallico di Augusto. Venne introdotto ilsolido d'oro, con un peso di 4,54 g pari a 1/72 di libbra, e lasiliqua d'argento, di 2,27 g pari a 1/144 di libbra: ilmiliarense, con un valore doppio della siliqua, aveva quindi lo stesso peso del solido. Per quanto riguarda i bronzi, il follis, ormai fortemente svalutato, venne sostituito da una moneta di 3 g, dettonummus centonionalis, cioè 1/100 di siliqua.
Questo sistema monetario durò fino allacaduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476. Per i successivi sviluppi nell'Impero romano d'Oriente, si veda l'articolo sullamonetazione bizantina.
Valori monetali dal (337 al476 d.C.) | |||||
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Solido | Miliarense | Siliqua | Follis | Nummo | |
Solido | 1 | 12 | 24 | 180 | 7200 |
Miliarense | 1/12 | 1 | 2 | 15 | 600 |
Siliqua | 1/24 | 1/2 | 1 | 7 1/2 | 300 |
Follis | 1/180 | 1/15 | 2/15 | 1 | 40 |
Nummo | 1/7200 | 1/600 | 1/300 | 1/40 | 1 |
Nell'Impero romano alcune città conservarono il diritto di emettere monete proprie. Queste monete erano essenzialmente indirizzate ai commerci interni di una città o di un'area limitata. Di conseguenza le emissioni furono molto più limitate e meno regolari. Inoltre i tipi utilizzati riflettevano temi locali. Questa monetazione ci permette di conoscere particolari della vita del mondo romano altrimenti poco conosciuti.
Il valore delle monete romane, come in generale di tutte le monete antiche, era dato, a differenza delle monete attuali, dal lorovalore intrinseco, ovvero dal valore del metallo con cui erano realizzate.
In realtà, il valore delle monete era maggiore di quello del solo metallo in esse contenute: stime del valore di undenario, ad esempio, vanno da 1,6 a 2,85 volte il suo contenuto in argento. Ovviamente, non tutte le monete in circolazione erano in metallo prezioso, per avere anche valori utilizzabili per un uso quotidiano. NelI secolo d.C., ad esempio, con un asse si poteva acquistare mezza libbra di pane.
Questo, però, portava ad una dicotomia tra monete con elevato valore intrinseco (sulla circolazione delle quali lo Stato romano era particolarmente attento) e quelle che non ne avevano. Questo si può constatare, ad esempio, nella scarsa produzione di monete in bronzo dalla fine del periodo repubblicano, quando dal tempo di Silla a quello diAugusto non venne coniata nessuna moneta in bronzo; anche quando queste monete venivano poi prodotte, esse erano molto grossolane e di bassa qualità. La coniazione di monete in bronzo, infatti, venne permessa a molte autorità locali, mentre questo non avvenne per le monete in metallo prezioso. Uno dei motivi per i quali l'emissione locale di monete in bronzo era considerata di scarsa importanza per Roma risiedeva nel fatto che le spese statali erano sempre di entità considerevole e quindi venivano pagate con monete in metallo prezioso.
Oltre agli ovvi riflessi economici, le monete ebbero anche un ruolo fondamentale nei diffondere nella società romana idee e messaggi tramite le iscrizioni e le immagini in esse utilizzate. La scelta delle immagini veniva delegata a deimonetari ("tresviri monetales"), giovani in attesa di diventare senatori. Questa carica, creata nel289 a.C. e che durò fino alla metà delIII secolo d.C., prevedeva inizialmente solo tre magistrati, ma il loro numero fu portato a quattro da Giulio Cesare verso la fine delle Repubblica.
Le immagini dei primi denari consistevano di solito nel busto di Roma sul dritto e di una divinità alla guida di una biga o di una quadriga al rovescio. Il nome delmagistrato monetario non appariva, anche se a volte le monete presentavano dei segni di controllo, come lettere o simboli che potevano essere utilizzati per identificare chi era responsabile di una particolare moneta. Questi simboli, poi, iniziarono ad essere sostituiti da forme abbreviate del nome del magistrato ed in seguito si iniziarono ad utilizzare le monete per rappresentare scene della storia della famiglia dei monetari: ad esempio, Sesto Pompeio Faustolo rappresentò il suo avoFaustolo che assistevaRomolo e Remo allattati dalla lupa. Il numero di questi casi si fece sempre più ampio e con riferimenti sempre più recenti, diventando strumento di promozione delle classi in lotta per il governo delle Repubblica.
Un salto di livello nelle immagini utilizzate si ebbe con l'emissione da parte di Giulio Cesare di monete con il proprio ritratto, invece di quello di propri antenati. Questa impostazione venne adottata anche nel periodo imperiale, con l'immagine del capo del governo utilizzata per rafforzare l'impersonificazione nell'imperatore dello Stato e delle sue regole. Successivamente, l'immagine dell'imperatore venne progressivamente associata a quella delle divinità. Ulteriore salto di livello si ebbe durante la campagna controPompeo, nella quale Cesare emise monete con anche immagini diVenere edEnea, con l'obiettivo di avallare in questo modo l'ipotesi di una sua discendenza divina. Questa tendenza venne portata all'estremo daCommodo, che proclamò il suo stato divino emettendo nel192 una moneta che raffigurava sul dritto il suo busto vestito con una pelle di leone, mentre sul rovescio un'iscrizione lo proclamava come la reincarnazione diErcole. Ulteriore sviluppo dell'utilizzo della moneta si ebbe come legittimazione della successione al trono. Dal tempo di Augusto fino alla fine dell'impero, infatti, la rappresentazione di antenati venne sostituita da quella dei familiari e degli eredi dell'imperatore, rafforzando l'immagine pubblica di quelli che si voleva venissero considerati all'altezza dell'imperatore stesso.
Mentre il dritto continuava a riportare l'immagine dell'imperatore, si assistette ad una progressiva diversificazione del rovescio delle monete per usopropagandistico. L'incisione di frasi propagandistiche, già avvenuta al termine della repubblica, durante l'impero venne spesso utilizzata in concomitanza di eventi bellici, per sottolineare l'occupazione, liberazione o pacificazione di un territorio. Alcune di queste iscrizioni erano a volte estremamente di parte, come avvenne nel244, quando si annunciò la conquista della pace con laPersia, anche se in realtà Roma era stata costretta dai persiani a pagare forti somme di denaro per ottenere la fine delle ostilità.
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