Monadologia | |
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Titolo originale | senza titolo o "i principi della filosofia" (Le principes de la philosophie, par monsieur Leibniz)[1] |
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Autore | Gottfried Wilhelm von Leibniz |
1ª ed. originale | 1720 |
Genere | saggio |
Sottogenere | filosofia |
Lingua originale | francese |
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LaMonadologia è un'operafilosofica delfilosofotedescoGottfried Leibniz, redatta nel1714 e pubblicata postuma nel1720, in cui egli formula la cosiddettateoria dellemonadi quali "forme sostanziali dell'essere".[2]
Le monadi sono assimilabili ad "atomi spirituali": eterni, indivisibili, individuali, che seguono le proprie leggi, senza interagire con le altre ("senza finestre"): ognuna riflette l'interouniverso da un determinato punto di vista ed è coordinata con le altre per mezzo di un'armonia prestabilita; questa concezione costituisce pertanto storicamente un notevole caso dipanpsichismo. In tal modo il concetto di monade risolve il problema deldualismo e interazione tramente ecorpo sorta nella filosofia diCartesio, ed evita le complicazioni introdotte daSpinoza, secondo cui l'individuo era una mera modificazioneaccidentale di un'unicasostanza. La pluralità di monadi è permessa dal diverso grado di coscienza che ogni monade ha in sé di tutte le altre, fino a Dio che è Monade delle monadi.
Ogni monade è pertanto tutte le altre, ma con infiniti e diversi gradi di consapevolezza, appartenenti di fatto a un'unica sostanza-Monade, che permettono ora la diversità (vista dal lato delle monadi), ora la diversificazione di un unico Ente che si individua in tante monadi (se vista dalla cima più alta di questa ramificazione di enti). La definizione di monade potrebbe essere "percipiente", in quanto lapercezione è la qualità fondamentale della monade. A differenziare una monade da un'altra è la qualità della percezione, o meglio, il grado di precisione. Ogni monade percepisce sì l'intero universo, ma in modo confuso, mentreappercepisce (ovvero, è conscia di percepire) solo la parte dell'universo più vicina a sé. Esistono così tre tipi di monadi:
L'essere risulta così strutturato secondo diversi livelli diautocoscienza, dal più basso fino a quello più alto e supremo, altrimenti dettoAppercezione, che è il punto di vista diDio.
Ma la monadologia non si riduce alla sola descrizione delle monadi, essa contiene come in un riassunto le ultime elaborazioni del pensiero di Leibniz. Per esempio contiene due dimostrazioni dell'esistenza di Dio, vari accenni allateodicea e allamorale e critiche alle concezioni teoretiche di Cartesio, Spinoza,Bayle e altri.
Importante per la comprensione del pensiero dell'autore è l'ultimo sviluppo della teoria dell'armonia prestabilita, per la quale le infinite monadi, pur vivendo ognuna in un mondo proprio, sono tutte coordinate tra loro come tanti orologi, sicché le percezioni delle une corrispondono perfettamente alla realtàontologica delle altre.
Contro ilmeccanicismocartesiano dominante, la monadologia ribadì con forza la naturafinalistica dei corpi viventi e non viventi. Tuttavia, perse la distinzionearistotelica fra questi ultimi: corpo vivente è quello caratterizzato da un'azione immanente, dal muovere se stesso (movere se) in cui il moto si chiude sul corpo a partire dal quale è partito (es. assimilazione, accrescimento, riproduzione); il corpo non vivente è caratterizzato dall'azione transitiva che chiude il movimento in un altro corpo, muovendo o essendo mosso da masse differenti. Leibniz, invece, ridusse il confine fra i viventi e i non viventi a una mera differenza quantitativa relativa al grado di perfezione delle monadi.[3]
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