Mistra oMistrà (in grecoΜυστράς o Μυζηθράς?,Mizithras o Myzithras nella cronaca diMorea) è un ex comune dellaGrecia nellaperiferia del Peloponneso di4608 abitanti secondo i dati del censimento2001.[1] È stato soppresso a seguito della riforma amministrativa dettaProgramma Callicrate in vigore dal gennaio2011[2] ed è ora compreso nel comune diSparta.
Nel1259 Mistrà fu ceduta dailatini insieme ad altre piazzeforti, come riscatto per Guglielmo II, che era stato catturato nellabattaglia di Pelagonia. L'imperatore bizantinoMichele VIII Paleologo, fece della città la sede delDespotato di Morea. Rimase la capitale del despotato, sotto il controllo dei parenti dell'imperatore, sebbene iveneziani controllassero la costa e le isole. Mistrà e il resto della Morea conobbero una certa prosperità, se comparata alla situazione del resto dell'Impero bizantino nel1261. Sotto ildespotaTeodoro, Mistrà divenne la seconda città più importante dell'impero dopo Costantinopoli e il palazzo di Guglielmo II divenne la seconda residenza imperiale.
Alla fine del XIV secolo, la maggior parte dei greci viveva in territorio ottomano e molti altri erano sotto l'autorità dei veneziani o di altri signori italiani. L'imperatore bizantino governava una compagine territoriale assai ridotta. Tuttavia, Costantinopoli continuò ad attrarre gli intellettuali dell'Impero, siano essi teologi, storici o scienziati. Inoltre, accolse anche molti italiani, attratti dallo studio del greco antico.A metà del XIV secolo,Salonicco era anche rinomata per la sua erudizione, più a est, l'Impero di Trebisonda aveva le sue rinomate scuole per lo studio della matematica e dell'astronomia, anche se molti studiosi si trasferirono a Costantinopoli. Alla fine del XIV secolo, Mistrà divenne una capitale culturale.
Con il raggiungimento del rango di capitale delDespotato, Mistrà attirò l'attenzione degli intellettuali bizantini. A metà del XIV secolo, il teologoDemetrio Cidone, segretario, primo ministro e amico diGiovanni VI, vi si stabilì e portò nel mondo culturale bizantino i testi diTommaso d'Aquino. La presenza di despoti che erano essi stessi degli studiosi, comeManuele eMatteo Cantacuzeno, facilitò anche l'insediamento di intellettuali nella città. Le frequenti visite del padre, l'imperatore Giovanni VI, considerato uno dei più grandi studiosi del suo tempo, aumentarono il prestigio della città. Anche se la maggior parte dei testi copiati nella Morea fino al XIV secolo erano testi religiosi, teologici e liturgici, oltre a qualche trattato di medicina e di diritto, l'arrivo di una nuova aristocrazia da Costantinopoli permise l'introduzione di opere classiche come leVite Parallele diPlutarco, che un nobile tessalonicese arrivato a Mistra contemporaneamente al despota Matteo,Demetrio Casandeno, aveva copiato per sé nel 1362, l'Anabasi diArriano (1370),Erodoto (1372), e autori contemporanei comeNiceforo Gregorio, che manteneva un rapporto epistolare con Manuele e Demetrio.
Tuttavia, ciò che ha reso Mistrà di fama internazionale tra gli studiosi è stata la visita del filosofoGemisto Pletone all'inizio del XV secolo.Pletone, le cui idee non piacevano alla Chiesa, fu invitato a lasciare Costantinopoli. Si stabilì a Mistra intorno al 1407, su suggerimento del suo amico l'imperatore Manuele. Fu in questo periodo che iniziò il governo diTeodoro II, il più erudito dei figli di Manuele. Pletone, un seguace diPlatone, disapprovava la costituzione democratica dell'anticaAtene. Seguace diLicurgo, preferiva la disciplina spartana e ora poteva vivere e insegnare nelle immediate vicinanze della città di Licurgo, ovvero l'anticaSparta. Tranne nel 1438-1439, Pletone trascorse il resto della sua vita a Mistrà, dove fu membro delSenato e magistrato. Vi morì il 26 giugno 1452, all'età di 98 anni.Pletone credeva che il despota dovesse avere pieni poteri, ma dovesse essere circondato da un consiglio di uomini di tutti i ranghi della società, scelti per la loro moderazione e devozione. Pleto sosteneva una divisione della società in due classi: i soldati e i contribuenti (mercanti, agricoltori e contadini), per sostenere i costi dell'esercito. Pletone si espresse anche sulla schiavitù e credeva che il despota e i suoi ministri dovessero avere solo un numero limitato servi chiamati come gli antichiIloti.La presenza di Gemisto Pletone a Mistrà attirò altri intellettuali. Già nel 1409, un giovane ecclesiastico di nomeIsidoro fu scelto per recitare l'elogio in onore di Teodoro I. Questi fu allievo di Pletone fino al 1413, divenne in seguito metropolita diMonemvassia, poi metropolita diKiev e capo dellaChiesa russa, quindi patriarca latino di Costantinopoli.Giorgio Scolario visitò più volte Mistrà negli anni 1430.AncheGiovanni Bessarione, una grande figura intellettuale del XV secolo, trascorse diversi anni a Mistra.Questi fu forse l'allievo più famoso di Pletone, che arrivò a Mistrà nel 1431 e vi trascorse sei anni. Dopo il soggiorno italiano di Pletone (1438-1439), anche alcuni degli intellettuali italiani, suoi contemporanei, fecero visita a Mistrà. Questo fu il caso diCiriaco d'Ancona, che vi soggiornò due volte, alla ricerca dei resti di Sparta.
Altri autori bizantini dell'epoca, comeGiorgio Sfranze eLaonico Calcondila erano consapevoli dell'importanza strategica del Peloponneso per l'Impero. Pertanto, nei loro resoconti storici, descrivono con attenzioni gli eventi che hanno avuto luogo lì e infine anche lo storico Georgio Sfranze andò a Mistrà nel 1446 e vi fu persino nominato governatore
L'insediamento di Mistra presenta moltissime vestigia del suo passato, fra monumenti religiosi e profani.
Alcune chiese come San Giorgio e Santa Sofia (Agia Sofia) sono ben conservate; uno dei monasteri, ilmonastero di Pantanassa, è anche ancora abitato.Le chiese di Mistra sono costruite nel cosiddettotipo Mistra, che è parzialmente interpretato come una combinazione di forme di costruzionelatina occidentale ebizantina: il secondo piano dell'edificio è pianta con cupola acroce inscritta, sviluppandosi su un primo piano a croce latina, tipico delle basiliche occidentali. Lachiesa principale è la cosiddettaMetropolis, ossia la cattedrale metropolitana dedicata aSan Demetrio. Famosa è anche la chiesa appartenente almonastero di Periblepto, che è in parte costruita in una grotta di roccia (la Grotta di Demetra, che era probabilmente un santuario pagano nei tempi antichi) e, come molte altre chiese della città, è riccamente decorata con affreschi bizantini.
Ai monumenti di interesse religioso si aggiungono anche quelli secolari come il palazzo del Despota, la fortezza voluta daVillehardouin con la sua cinta muraria e alcune abitazioni private che offrono uno spaccato della vita quotidiana della città di Mistrà.