Il territorio di Mirano è pianeggiante (dai 6 a 12 metris.l.m.) e si estende nell'area centro-occidentale dellaProvincia di Venezia, in una posizione strategica dell'entroterra veneto: a circa18 km daVenezia, 22 daPadova e 28 daTreviso. Si trova inoltre a11 km daMestre.
Il capoluogo è posto lungo lastrada "Miranese" (strada provinciale 32), importante direttrice di collegamento fra Mestre e Padova.
Mirano si trova nel cuore del comprensorio delMiranese, che comprende storicamente altri sei Comuni:Martellago,Noale,Salzano,Santa Maria di Sala,Scorzè eSpinea. L'omonimo collegio elettorale, ora abolito, un tempo comprendeva anche il confinante comune di Pianiga (a sud-ovest di Mirano).Il paesaggio si presenta con le caratteristiche del territorio pianeggiante della campagna veneta con i segni rurali ed urbani frutto dei secoli trascorsi: dalla urbanizzazione romana con ilgraticolato romano (grandi appezzamenti baulati divisi da siepi e percorso da lunghe strade rettilinee che s'intersecano ad angolo retto), alle opere di regolamentazione delle acque del fiumeMusone del periodo dellaRepubblica di Venezia e alla presenza di ben 36 ville e parchi edificate dalla nobiltà veneziana tra ilSeicento e ilSettecento.
Il dialetto miranese tipico è sostanzialmente padovano, con alcune influenze veneziane. Ciò è molto probabilmente dovuto al fatto che Mirano, localizzata grossomodo a metà strada tra Venezia e Padova, dall'epoca romana e fino al Regno Lombardo-Veneto è gravitata più nell'orbita della città del Santo che in quella di Venezia, malgrado la navigazione verso Venezia, resa possibile all'inizio del '600 grazie alla costruzione del canale Taglio, abbia reso molto stretti anche i legami con la capitale della Serenissima, che infatti omaggiò Mirano con l'innalzamento della famosa colonna con il leone marciano tuttora presente nella piazza principale della città.
Ad ogni modo, soltanto nel 1853 Mirano è stata compresa nella provincia di Venezia.
Dell'antica appartenenza al territorio padovano sono rimasti due toponimi. Il "Borgo Padovano", ossia il quartiere del centro storico di Mirano (oggi via XX Settembre) che insiste sul luogo da cui tuttora parte la strada per Padova (via Cavin di Sala) e dove, con ogni probabilità, un tempo era collocata una delle porte delle mura cittadine (Porta Padovana, oggi "quadrivio Ballarin"). "Fossa Padovana" è invece il nome della località e del sottostante corso d'acqua che un tempo sanciva il confine tra le province di Venezia e di Padova e che, oggi, separa il comune di Mirano da quello di Spinea, lungo la strada Miranese.
I principali corsi d'acqua sono ilMuson Vecchio, continuato dalTaglio Nuovo, e ilLusore. Altri canali minori:Balzana,Caltressa,Cognaro,Menegon,Veternigo,Pionca,Volpino,Comunetta, Cesènego.
Nel territorio comunale di Mirano insistono due boschi planiziali, creati dall'uomo a imitazione delle grandi foreste di latifoglie che un tempo ricoprivano l'intera Pianura Padana: il Bosco del Parauro, di proprietà provinciale, situato a Nord del capoluogo, poco distante dal confine con il comune di Salzano e il Bosco "Errera", di proprietà privata, posto nella campagna ad Est del capoluogo, poco distante dalla provinciale Miranese e dalla località Crea di Spinea, confinante con il cimitero miranese. Entrambi sono caratterizzati dalla presenza di fauna selvatica indigena (lepre, volpe, riccio, uccelli di varie specie) e da alberi e cespugli a foglia caduca tipici della Pianura Padano-Veneta.
Il toponimo, anticamenteMiranum, deriverebbe damira cioè "specola", "osservatorio" e condivide l'etimo con la vicinaMira. Il riferimento sarebbe ad una torre di avvistamento romana, posta a salvaguardia del territorio bonificato e poi segnato dalgraticolato (31 a.C.) opera dell'imperatore Augusto. Testimonianza di ciò è, oltre all'attuale impianto stradale che ricalca le antiche geometrie, il toponimo della stradaDesman che indica l'antico decumano massimo, congiungente il territorio del comune di Mirano (frazione diZianigo) aSan Giorgio delle Pertiche. Dal punto di vista amministrativo, Mirano apparteneva al Municipium di Padova.
Dopo lacaduta dell'Impero romano d'Occidente e le conseguenti distruzioni barbariche il territorio miranese fu riorganizzato da Vitaliano Primo da Padova, un legionario fedele all'impero romano d'Oriente.Nel588 vi fu l'assedio di Padova da parte deiLongobardi con il coinvolgimento di Mirano e successivamente il territorio passò in proprietà aiCollalto, signorilongobardi, che lo aggregarono ai loro possedimenti (zona diSusegana,provincia di Treviso).Nel972 l'imperatoreOttone I, elargisce al vescovo diFrisinga alcuni beni del miranese e concede il diritto di macellazione lungo le rive del fiumeMusone da qui la probabile origine del toponimo "Scortegara" in località della frazione di Zianigo.Nel1008 il territorio della frazione diBallò viene infeudato da vescovo diTreviso.Nel1117 l'abate Pietro dell'Abbazia Sant'Ilario di Venezia acquistò dai Conti della Marca Trevigiana, Arsedisio e Vidotto diCollalto, alcune zone del miranese.Nel1152 la bolla dipapa Eugenio III indirizzata al vescovo di Treviso attesta l'esistenza della chiesa San Michele di Mirano e la chiesa diZianigo.Nel1170 le pievi diBallò eScaltenigo risultano suffraganee dell'antica pieveBorbiago.Nel periodo dello splendore comunale della città diPadova, Mirano ritornò nuovamente sotto l'influenza patavina provvedendo alla costruzione di un castello a propria difesa.Nel1229 Mirano fu oggetto alle scorribande degliUngari, e alle lotte fra Padova e Treviso.Dal1237 al1256, fu sottomessa alla tirannia diEzzelino III da Romano.
«A liste di color vermiglio e bianco
segnata de' due conti è la bandiera: Nantichier di Vigonza è loro al fianco, e conduce con lui la terza schiera; Vighezzolo e Vigonza e Castelfranco seco ha in armi e, di là da la riviera de la Brenta, le terre ove serpeggia la Tergola e 'l Muson fremendo ondeggia. . Camposanpier, Balò, Sala e Mirano, Strà, la Mira, Oriago, il Dolo e Fiesso, Arin, Caltana, Melareo, Stigliano, e 'l popol di Bogione era con esso. Ne lo stendardo il cavalier soprano l'antico segno ha di sua schiatta impresso, ch'una sbarra di vaio è per traverso in campo d'oro, e 'l fregio è bianco e perso.»
Nel1272 Mirano tornò sotto il governo del libero comune di Padova, che provvide a una nuova fortificazione del paese con un presidio di 300 fanti e 200 cavalieri.Nel1256 Bolzonella, unica figlia ed erede del conte Pietro daPeraga, portò in dote aMarino Badoer vari possedimenti fra cui Mirano con il suo castello.Per tutto il tempo in cui Padova fu sotto la signoria dei Carraresi, Mirano continuò ad essere soggetta alla famiglia Badoer da Peraga.Preziosa testimonianza di quel periodo è l'antica torre di Zianigo (ora campanile della chiesa arcipretale), costruita dai Carraresi, dei quali rimane impresso lo stemma (carro rosso) sotto uno degli archetti pensili.Tra il1319 e il1320Cangrande della Scala, in guerra contro Padova, assalì e distrusse completamente il castello di Mirano. Le uniche tracce di quel periodo sono rimasti solo i toponimi "Castellantico, Bastia Entro, Bastia Fuori".Nel1325 il territorio di Mirano ritorna proprietà della famiglia di Filippo daPeraga.Nel1331 il castello di Mirano viene occupato dai veneziani e distrutto il castrum il 6 febbraio, ma nel1337 ritorna sotto il controllo di Padova.
Nel1403 Mirano cadde in mano alle milizie veneziane. Dal1405, con la conquista di Padova da parte della Serenissima, Mirano e il suo territorio fu assoggettato allaRepubblica di Venezia fino alla sua caduta (1797).
Il 6 settembre1477 il Senato della Repubblica di Venezia decretò e autorizzò ilmercato del lunedì e laFiera di San Matteo per i giorni di 21-22-23 settembre; oggi la "Grande Fiera di S. Matteo" viene svolta alla domenica seguente il terzo sabato del mese di settembre ed è costituita da un famoso Luna Park che richiama annualmente decine di migliaia di visitatori anche dalle province limitrofe.La tradizione vuole che un accordo intercorso tra i cittadini di Mirano e quelli di Mestre abbia stabilito di consentire a questi ultimi di continuare a svolgere la loro fiera principale nel giorno di S. Michele arcangelo (29 settembre), patrono comune di entrambe le città, mentre, al fine di evitare un'inopportuna concorrenza tra due manifestazioni di piazza contestuali tanto importanti quanto geograficamente vicine, Mirano avrebbe anticipato la propria fiera di una settimana, fissandola al giorno dedicato aSan Matteo apostolo il 21 settembre (che, infatti, non è il patrono cittadino).
Nel1509 Mirano subì le devastazioni dell'esercito imperiale durante le guerre dellaLega di Cambrai. In questo periodo il miraneseAlvise Dardani diede un contributo indispensabile alla riconquista di Padova da parte della Repubblica di Venezia e perciò fu ricompensato dal Senato con l'onorificenza diCancelliere Grando, massima carica della Serenissima per un cittadino non nobile.
Nel1612 la Serenissima terminò l'escavazione delTaglio Nuovo, detto anche "Canale di Mirano", un'opera di grande ingegneria idraulica: un canale pensile e rettilineo, per convogliare le acque, dal Bacino inferiore di Mirano del fiumeMuson Vecchio aMira nellaRiviera del Brenta. Il Taglio ha consentito per secoli un collegamento fluviale diretto tra Mirano e le città di Venezia e di Padova, con grandi benefici soprattutto commerciali.La parola “Taglio” deriva dal fatto che il canale è stato escavato con una direzione perpendicolare al naturale deflusso delle acque verso lalaguna di Venezia dei canali Pionca, Comunetta, Cesènego, Lusore, Menegon e il fiumeTergola, che furono convogliate con la costruzione di altrettanti sifoni in pietra sottostanti al letto del “Taglio”. Successivamente laSerenissima proseguì i lavori, col nome di canale Taglio Nuovissimo, da Mira Taglio per tutta la conterminazione lagunare fino aChioggia. Il canale Taglio rese così Mirano un importante capolinea della navigazione fluviale veneziana. Questo collegamento fluviale del Taglio favorì il suo sviluppo industriale e commerciale dal periodo successivo all'unione del Veneto (1866) alRegno d'Italia fino all'epoca dei trasporti su strada.
Nel1766 laSerenissima censiva 5 161 abitanti ripartiti su 1036 famiglie così suddivise: Mirano capoluogo (497),Campocroce (125),Scaltenigo (129),Vetrego (62),Ballò (62),Zianigo (181).Il domino veneziano portò, soprattutto nel XVII - XVIII secolo, un lungo periodo di pace durante il quale Mirano diventòVicaria e raggiunse il suo massimo splendore. In quel periodo furono costruite, con un grande potenziamento dell'agricoltura, una trentina di ville aristocratiche, di case padronali e rurali, ancor oggi esistenti.
Rivoluzione Francese e Regno d'Italia (napoleonico) (1797-1814)
Nel1797 Mirano, dopo la caduta dellaRepubblica di Venezia, venne occupata dalle truppe diNapoleone. I francesi abrogarono la Vicaria e istituiscono una municipalità rivoluzionaria. Su ordine della municipalità vennero abbattute tutte le insegne della Serenissima, compreso il leone di San Marco, che era innalzato su una colonna in piazza a Mirano nel XV ed era stato restaurato nel1617.Mirano diventò, secondo l'organizzazione napoleonica: Comune, sede di "Cantone" nel "Distretto" diCamposampiero, "Dipartimento" diPadova.
Dal1814 al1852 il Comune di Mirano diventa capoluogo dell'omonimo "Distretto", della nuova provincia di Padova, al quale vengono uniti i comuni diSalzano,Noale,Scorzè, e viene istituito un "Regio Commissariato di Polizia" e una "Pretura".Nel1842 venne costruita laferrovia traPadova eMestre, creando così un'ulteriore divisione del territorio della frazione diVetrego.Dal 7 maggio1853 il "distretto" di Mirano venne aggregato allaProvincia di Venezia.[5]
Dal 1866 al 1882 e dal 1892 al 1919 le leggi elettorali prevedevano unCollegio uninominale Mirano, che aggregava 15 comuni.Tra le personalità politiche che furono elette in questo collegio si ricordano il conte venezianoIsacco Maurogonato Pesaro, il commerciante di DoloEgisto Zabeo, il conte venezianoPiero Foscari.
Fino alla fine dell'Ottocento il centro di Mirano capoluogo era formato da un'isola. Un ramo minore del Muson fiancheggiava l'attuale "Via Castelantico", lambiva a sud il parco di "villa Errera" per ricongiungersi al "Bacino di sotto". Al fine di permettere l'arrivo del tram da Mestre questo ramo minore fu interrato e fu creata l'attuale grande piazza, con l'ovale pavimentato al centro, intitolata allora aVittorio Emanuele II con un monumento.
Nel1903 viene ricostruita e ricollocata al suo vecchio posto, in piazza a Mirano, la colonna con illeone di San Marco: la nuova statua è opera dello scultore Urbano Bottazzo.
Nel1933 viene inaugurata l'autostrada Venezia-Padova (attuale tratto dellaA4) creando così la terza divisione del territorio della frazione diVetrego.
La lotta di Liberazione (25 luglio 1943-27 aprile 1945)
Tra il 25 luglio1943 e il 27 aprile1945 morirono per fucilazione o trucidati 15partigiani. A loro è stata dedicata la piazza principale, un tempo piazzaVittorio Emanuele II, ora piazza Martiri per la libertà.
1969: approvazione del progetto per il nuovo Ospedale dell'architettoGiancarlo De Carlo.
1975: acquisizione, con esproprio, da parte dell'Amministrazione Comunale del Parco e della Villa Morosini, ora XXV Aprile,
1975: partecipazione alle attività della Biennale di Venezia con la partecipazione del registaJerzy Grotowski.
1975: inaugurazione, in Piazza Martiri, del monumento al partigiano; un'opera dello scultoreAugusto Murer su progetto del professor Valeriano Pastor.
1978: acquisizione da parte della Casa di Riposo Luigi Mariutto del parco e della villa Bianchini, ora I Maggio, nella frazioneZianigo e del parco e della villa Tessier nel Centro Storico
1978: inaugurazione dell'edificio del Centro di Distretto Scolastico, progetto architetto Romano Chiviri (IUAV Venezia) per gli istituti superiori.
1980: nascita del quartierePEEP (Piano di Edilizia Economica e Popolare) di viaAldo Moro utilizzando le terre espropriate, con legge dello Stato, alla famiglia Errera.
1985: acquisizione e ristrutturazione dell'Amministrazione Comunale e delle Barchesse della Villa Errera, attualmente ad uso Biblioteca comunale, sala consiliare, sale di riunione.
1995: Mirano, città della Pace (deliberaConsiglio comunale del 27 luglio 1995).
2001: costruzione della fontana della Pace nell'ex piazzetta delle Erbe.
2006 (9 settembre): inaugurazione del Nuovo Teatro comunale e cinema multisalale Cime in Centro Storico.
2009 (27 giugno): inaugurazione della "Casa della Musica" (sede della Filarmonica di Mirano e delCoro Croda Rossa) intitolata all'ex Sindaco Gioacchino Gasparini e del nuovo Centro Civico della via Gramsci, intitolato all'ex sindaco Renzo Milan;
Dall'Imp. Regia Aulica Cancelleria riunita.Sua Maestà I.R.A. con graziosissima risoluzione in data 20 ottobre 1846, si è degnata di concordare al Comune di Mirano, Provincia di Padova nel regno Lombardo-Veneto, che possa far uso della antica sua arma.È perciò viene rilasciato il presente alla Comune di Mirano onde legittimare l'uso dell'arma di cui ha il diritto di servirsi e di cui appiedi si aggiunge la descrizione cioè:"uno scudo rosso, che viene attraversato da una croce d'argento, nel quarto superiore a destra vi si trova una simile piccola croce d'argento; lo scudo viene contornato da una cornice d'oro lavorata ad arabesco".Allorquando si adopera quest'arma per suggello di dovrà far uso nel contorno della seguente legenda:"Sigillo del Comune di Mirano".Quest'arma non verrà cambiata senza ulteriore approvazione.Vienna 23 giugno 1847(L.S.) Carlo Conte D'Hizaghi Cristino Ott. I.R. Console Aulico.
Secondo quanto riportato daFalco Moretti, lostemma di Mirano ha la stessa simbologiaaraldica di quello della città diTreviso: unoscudorosso e lacroce d'argento con l'aggiunta, nel quarto superiore di destra dello scudo (a sinistra per chi lo guarda) di una piccola croce sempre d'argento. Nell'araldica civica italiana lacroce è tipica delle città aderenti alpartito guelfo. L'uso delmetallo argento è di gusto francese perché furono i crociati francesi ad adottare la croce argentata negli scudi per distinguersi dagli altri crociati. La ripetizione dei simboli (la croce) non è rara nella logica medioevale e, forse, potrebbe essere un omaggio agli antichi rapporti con la città di Treviso.
Lo stemma è stato ufficialmente riconosciuto con D.P.C.M. del 22 giugno 1960.[6]
«Di rosso, alla croce d'argento, accompagnata nel cantone destro del capo da una croce scorciata dello stesso. Lo scudo allabordura d'oro, con linea di contornorabescata. Ornamenti esteriori da Città.»
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 6 gennaio 1961[6], è un drappo di rossofiancheggiato di bianco.
«Fin dal settembre 1943 Mirano si prodiga generosamente aiutando gli sbandati, gli oppressi e trasformandosi in centro di lotta. Senza cedere alle rappresaglie nazifasciste del 1944 e rifiutando ogni compromesso, sostiene ed alimenta la lotta partigiana fino alla insurrezione dell'aprile 1945. Nobile esempio di patriottiche e civiche virtù. Mirano settembre 1943 - aprile 1945» — 28 giugno 1985
La chiesa diSan Leopoldo Mandich è un edificio piuttosto recente. Fu costruita tra il1990 e il1993, anno della sua consacrazione da parte delVescovoPaolo Magnani. Il progetto dell'edificio è firmato dall'architetto Padre Angelo Polesello. È preceduta da un quadriportico, a ricordo delle chiese conventuali e monastiche delperiodo romanico, mentre l'interno è a pianta semplice, in puro stile francescano, per dare centralità all'altare delle celebrazioni. Al suo interno ospita alcune sculture di autori locali contemporanei e unorgano positivo di scuola napoletana del1788. È sede della parrocchia Porara, con circa 3 000 abitanti.
Nel territorio del comune vi sono 79ville venete censite. Molte di esse conservano ancora i monumentali parchi romantici risalenti per lo più alla metà dell'Ottocento. Il più importante è il parco pubblico diVilla Belvedere, di proprietà comunale, costituito dall'unione dei parchi, attraverso un ponte ligneo sul Muson, delle ville Erizzo eMorosini. Censito nell'elenco dei giardini più belli d'Italia, il parco di Villa Belvedere contiene, su una collinetta boscosa artificiale, un famoso castellettoneogotico con grotte sotterranee probabilmente progettato dallo Jappelli e costruito intorno al 1850: si tratta di una finta rovina medievale di ispirazione ossianica, realizzata secondo il gusto romantico dell'epoca.[senza fonte]
La differenza del livello d'acqua (sembra un paio di metri) tra i due bacini ("Molino di sopra" con quello "di sotto"), alla fine dell'Ottocento ha permesso la realizzazione di un complesso edilizio ad uso molini di tipo industriale. Un edificio che rappresenta da allora la suggestiva "porta est" di Mirano, immortalata in tante cartoline.Nel 1938 laSocietà Anonima Oleifici e Molini Adriatici con sede in Venezia fu autorizzata ad ampliare l'impianto preesistente per la spremitura di semi oleosi mediante l'installazione di - tre presse continue Breda e tre presse idrauliche Biolchi Pagnoni.[8]Ora, dopo decenni di incuria e abbandono, l'edificio è un rudere industriale in attesa di autorizzazioni per un riuso residenziale.
Viale delle Rimembranze: statua diVittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d'Italia. La statua, innalzata nel 1880, fu collocata nel viale dopo la fine dellaseconda guerra mondiale, mentre, in precedenza, era situata al centro della piazza principale, allora denominata, per l'appunto, Piazza Vittorio Emanuele
Viale delle Rimembranze: grande monumento in marmo e bronzo dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Fu innalzato nel 1927
Monumenti a Giuseppe Garibaldi e Umberto I: trattasi di altorilievi bronzei su lapide marmorea collocati a fine Ottocento sulla facciata dell'allora municipio sito in via Bastia Fuori. L'effigie del re, rimossa dopo la fine dell'ultima guerra a causa dei sentimenti antimonarchici di allora, è ora collocata nei depositi comunali.[senza fonte]
Colonna del Leone alato di San Marco, che campeggia nella piazza principale della città dal XVI secolo. Restaurata nel '600, fu innalzata dalla Serenissima in segno di omaggio per l'importanza attribuita a Mirano dalla capitale della Repubblica Veneta. È considerata una delle più belle tra le colonne marciane ancora esistenti nei capoluoghi veneti.[senza fonte]
Monumento alla Resistenza posto al centro del cimitero del capoluogo. In ricordo dei molti partigiani miranesi trucidati dai nazi-fascisti negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.
monumenti minori ai caduti delle due guerre sono presenti anche nelle frazioni. Il più importante e grande si trova nella piazza di Zianigo.
Mausoleo Civico, posto nella parte storica del cimitero del capoluogo come luogo di sepoltura di molti politici miranesi e del benefattore Luigi Mariutto.
Lo Statuto del Comune, secondo l'ultima modifica (delibera di C.C. n. 34 del 23 maggio 2013 - art. 3, comma 1), precisa cheil Comune di Mirano è costituito dalle comunità delle popolazioni e dai territori del Capoluogo e delle frazioni diBallò,Campocroce,Scaltenigo,Vetrego,Zianigo, nonché dagli aggregati rurali identificati storicamente nelle mappe catastali.