| Ministero delle partecipazioni statali | |
|---|---|
| Sigla | PPSS |
| Stato | |
| Tipo | Ministero |
| Istituito | 22 dicembre1956 |
| da | Governo Segni I |
| Soppresso | 1994 |
| da | Governo Ciampi |
| Successore | Ministero dell'economia e delle finanze |
| Sede | Roma |
| Indirizzo | Via Sallustiana, 53 |
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IlMinistero delle partecipazioni statali (siglaPPSS) fu l'organo delGoverno italiano addetto alla supervisione e gestione dellepartecipazioni statali nell'economia italiana.
Fu istituito nel1956 con la Legge 1589 per la gestione di enti esocietà per azioni apartecipazione statale, con l'obiettivo di creare occupazione, rilanciare zone depresse ed intervenire nei settori trascurati dall'industria privata,terreno di convergenze traDemocrazia Cristiana,Partito Comunista Italiano ePartito Socialista Italiano[senza fonte].
Vigilava e coordinava le attività diIRI,Eni,EGAM, EAGC - Ente Autonomo di Gestione per il Cinema,EAGAT,EFIM, EAMO - Ente Autonomo Mostra d'Oltremare, emanando direttive sulla base degli indirizzi generali ricevuti da due comitati interministeriali, il Comitato interministeriale per la politica industriale ed ilComitato interministeriale per la programmazione economica. Queste dispersioni nella catena di comando frammentavano il potere decisionale e assoggettavano le compagnie statali ad interferenze politiche che minano le scelte aziendali e, di conseguenza, anche conti e bilanci[1] (teoria degli oneri impropri): peraltro il Ministero non avrebbe potuto esercitare la sua autorità sulle singole partecipate, dovendosi prima dovuto raccordarsi con l'ente di gestione preposto[2]. Nel1977 si frappone un ulteriore soggetto, la Commissione parlamentare di controllo delle partecipazioni statali[3].
Contestualmente alla nascita del Ministero, le aziende IRI ed ENI uscirono daConfindustria, come richiesto dasindacati e movimenti di sinistra già dal1947, dando vita adIntersind per IRI e Asap per ENI.
Le società dichiarate diinteresse pubblico comeEnel,Ferrovie dello Stato, Azienda autonoma delle Poste e delle Telecomunicazioni eANAS rimasero in carico alMinistero delle finanze.
Tra il1969 ed il1980 stanziò 30 000 miliardi di lire per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno[4].
In seguito alla crescente attenzione dellaComunità europea nei confronti degliaiuti di Stato e alle perdite accumulate da EFIM e IRI, nel1992 viene svuotato delle sue competenze, assegnate alMinistero del tesoro insieme ai pacchetti azionari IRI ed ENI. Fu quindi soppresso, conreferendum abrogativo, nel1993. All'epoca, l'IRI era il settimoconglomerato al mondo per dimensioni, con un fatturato di circa 67 miliardi di dollari[5].
La sua sede era a Roma, in via Sallustiana, al numero civico 53, in un palazzo affittato dall'INA, poi utilizzato dal Dipartimento per l'Impresa e l'Internazionalizzazione delMinistero dello sviluppo economico.
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