Mileto (inittita:Millawanda,Millawata; ingreco antico:Μίλητος?,Mílētos; in latinoMiletus) fu una città costiera dellaIonia d'Asia, situata nella regione anticamente dettaCaria inAsia Minore. Si distinse nel mondo antico per l'intensa vita intellettuale, economica e politica.
Mileto era situata in posizione strategica sulla costa sud-occidentale dell'Anatolia, su un promontorio non lontano dalla foce delfiume Meandro, al termine di un'importante via carovaniera che collegava laMesopotamia alle coste delmar Egeo e alle sue isole (tra cui la vicinissimaSamo).
A partire dal 1900 a.C. circa, giunsero a Mileto manufatti dellaciviltà minoica acquisiti con il commercio. Per alcuni secoli, il sito ricevette un forte impulso da quella civiltà, un fatto archeologico che tende a sostenere, ma non necessariamente a confermare, la leggenda della fondazione, cioè l'afflusso di popolazione, proveniente daCreta.[1]
Mileto fu una roccaforte micenea sulla costa dell'Asia Minore dal 1450 al 1100 a.C. circa. Nel1320 a.C. circa, la città sostenne la ribellione anti-ittita diUhha-Ziti della vicinaArzawa.Muršili ordinò ai suoi generali Mala-Ziti e Gulla di fare un'incursione a Millawanda, e questi procedettero a bruciarne alcune parti; i danni diTardo Elladico IIIA trovati in loco sono stati associati a questa incursione. Inoltre la città fu fortificata secondo un progetto ittita.[2]
Mileto, con il nome diMillawata, è poi menzionata nellalettera di Tawagalawa, parte di una serie che comprende lalettera di Manapa-Tarhunta e lalettera di Millawata, tutte datate in modo meno sicuro. Nella lettera di Tawagalawa si legge che Milawata aveva un governatore, Atpa, che era sotto la giurisdizione diAhhiyawa (uno stato in crescita probabilmente nella Grecia micenea); e che la città di Atriya era sotto la giurisdizione di Milesi. Anche la lettera di Manapa-Tarhunta menziona Atpa. Insieme, le due lettere raccontano che l'avventurieroPiyama-Radu aveva umiliatoManapa-Tarhunta davanti ad Atpa (oltre ad altre disavventure); un re ittita aveva poi inseguito Piyama-Radu a Millawata e, nella lettera di Tawagalawa, aveva chiesto l'estradizione di Piyama-Radu agli Ittiti.[2]
Successivamente, nella fase dei conflitti fra Arzawa e gli Ittiti, le forze congiunte diTudhaliya IV eTarkasnawa, sovrano di Mira, attaccarono ed espugnarono Millawata, (1225 a.C. ca.), cancellando così ogni pretesa di intromissioni di questo regno di Ahhiyawa nell'area anatolica.[3]
Nell'ultima fase dell'età del Bronzo, la cittadella diPilo contava tra le sue schiave unami-ra-ti-ja, in greco miceneo per "donne di Mileto", scritta in scrittura sillabicaLineare B.
Durante il crollo della civiltà dell'Età del Bronzo, Mileto fu bruciata, presumibilmente daiPopoli del Mare.
La fondazione di Mileto, come città greca, oscilla tra il 1077-75 a.C. (Marmor Parium) e il 1044 a.C. (Eratostene).
Nell'Iliade Mileto è ancora una cittàcaria e i suoi abitanti combattono contro gliAchei. Successivamente – secondo la tradizione, durante la cosiddetta prima colonizzazione greca – la città fu rifondata da colonizzatoriIoni che sottrassero il territorio aiCarii. La città rimase fino all'VIII secolo a.C. sotto il controllo della dinastia deiNelidi, provenienti forse daAtene. Vi si parlava ildialetto ionico. Per questo Mileto è una città ionica, anche se geograficamente si trova inCaria.
La politica di Mileto in quel periodo fu ispirata a mantenere buoni rapporti con le grandi potenze mediterranee che avrebbero potuto danneggiare la sua espansione economica; particolarmente stretti furono i rapporti con l'Egitto sotto il faraonePsammetico I, che Mileto appoggiò (con finanziamenti e mercenari) contro gliAssiri. Mileto fu una delle città coinvolte nellaguerra lelantina dell'VIII secolo a.C..
Alla fine delVII secolo a.C., durante la guerra colregno di Lidia, che poneva ostacoli ai commerci via terra,Trasibulo divenne tiranno della città e fu introdotto – una novità per le città greche dell'epoca – l'uso della moneta (di elettro). Particolarmente interessante è la posizione strategica di Mileto ai fini commerciali: 1) posizione sul grande fiume Meandro; 2) porto d'importazione ed esportazione ideale con l'Occidente. Il traffico marittimo, l'alleanza con Atene, la cultura filosofica e la vicinanza con la Lidia ne fanno la città ideale per la prima coniazione monetaria; non a caso Atene adotterà poi la dracma.
Mileto durante il VI secolo a.C.
Con la morte di Trasibulo, avvenuta nel590 a.C., per alcuni decenni Mileto dovette subire l'ingerenza diCreso,re della Lidia; successivamente si ebbe un governo di tipoteocratico sotto l'autorità deiMolpoi, sacerdoti diApollo Delphinios, patrono della città; fino all'intervento dell'imperatore persianoCiro, che impose alla città un tiranno di sua fiducia,Istieo.
In quegli anni, personalità comeTalete,Anassimandro edEcateo fecero della città la culla della filosofia, delle scienze naturali, degli studi geografici e storiografici.
Attorno al VI secolo a.C. dodici città della Ionia tra cui Mileto (la cosiddettaDodecapoli ionia) si unirono a formare laLega Ionica, per meglio resistere all'impero persiano. Erano unite dal culto di Poseidone "Eliconio", per il quale, presso ilmonte Micale, di fronte a Mileto, venivano celebrate le celebrazioni comuni della lega, lePanionie. Altre città della Lega eranoChio,Samo,Èfeso,Miunte,Priene, ai piedi del monte Micale,Colofone,Clazomene,Focea,Eritre eMagnesia.
Nel499 a.C. il tiranno fiduciario dei Persiani,Aristagora di Mileto, si ribellò al potere persiano, esortando alla rivolta tutto il mondo ionico d'Asia Minore. Larivolta ionica fallì e i Greci d'Asia furono sconfitti nellabattaglia di Lade. La città fu distrutta e saccheggiata dai Persiani: l'evento suscitò enorme scalpore e commozione in Grecia. Dal punto di vista diErodoto questa fu la causa delle successiveguerre persiane.
Dopo la vittoria greca aMicale, nel479 a.C., in cui l'esercito persiano fu sbaragliato e la flotta persiana distrutta, si decise la ricostruzione della città, che rimase sotto l'influenza ateniese fino al412 a.C., quando uscì dallalega delio-attica e si alleò con Sparta, accogliendo il satrapoTissaferne.
Nel401 a.C. fu consegnata daSparta all'autorità persiana del satrapoTissaferne. Mentre le città della Ionia aderirono alla rivolta diCiro il Giovane, prestandogli giuramento di fedeltà, Mileto rimase nelle mani di Tissaferne, il quale uccise o esiliò i cittadini che avrebbero voluto far rivoltare la città. Fu assediata da Ciro, che non riuscì ad espugnarla. Venne liberata nel334 a.C. daAlessandro Magno.
Alla morte di Alessandro, nel323 a.C., Mileto passò sotto il controllo di Tolomeo, governatore della Caria, e del suo satrapo di Lidia,Asandro, che erano diventati autonomi.[4] Nel 312 a.C., il generale macedoneAntigono I Monoftalmo inviò Docimo e Medeo a liberare la città e a concedere l'autonomia, ripristinando il regime democratico. Nel 301 a.C., dopo che Antigono I fu ucciso nellabattaglia di Ipso dalla coalizione diLisimaco,Cassandro eSeleuco I Nicatore, fondatore dell'Impero seleucide, Mileto mantenne buoni rapporti con tutti i successori dopo che Seleuco I Nicatore fece sostanziose donazioni al santuario di Didyma e restituì la statua di Apollo che era stata rubata dai Persiani nel494 a.C..
Nel295 a.C., il figlio di Antigono I,Demetrio Poliorcete, fu l'arconte eponimo (stefanoforo) della città, che si alleò conTolomeo I Soter d'Egitto, mentre Lisimaco assunse il potere nella regione, applicando una politica severa nei confronti delle città greche imponendo tasse elevate, costringendo Mileto a ricorrere al prestito.
Intorno al286 a.C. tornò Demetrio Poliorcete, ma non riuscì a mantenere i suoi possedimenti e fu imprigionato in Siria. Nicocle di Sidone, comandante della flotta di Demetrio, si arrese alla città. Lisimaco dominò fino al281 a.C., quando fu sconfitto dai Seleucidi nellabattaglia di Corupedio. Nel279 a.C. i Milesi adottarono un nuovo sistema cronologico basato sui Seleucidi.
Nel279 a.C., la città fu strappata al re seleucide Antioco II dal re egizianoTolomeo II Filadelfo, che le donò una vasta area di terreno per cementare la loro amicizia, e rimase sotto il dominio egiziano fino alla fine del secolo.
Mileto entrò a far parte, come città libera, dellaprovincia romana d'Asia nel133 a.C., per poi perdere del tutto la libertà nel78 a.C., a causa dell'appoggio dato aMitridate nella guerra che quest'ultimo stava combattendo contro Roma.La città conobbe un ultimo periodo di sviluppo durante l'epoca imperiale, vivendo un intenso sviluppo economico, tanto da divenir nota nell'impero per costumi libertini e abitudini licenziose (si pensi allafabula milesia e alla figura diAristide di Mileto).
A partire dalVI secolo ebbe inizio la decadenza, fino alX secolo, quando un terremoto distrusse gran parte degli edifici di Mileto.
Mileto divenne famosa per il gran numero di colonie che fondò. Era considerata la più grande metropoli greca e fondò più colonie di qualsiasi altra città greca.Plinio il Vecchio (Storia naturale, 5.112) afferma che Mileto fondò oltre 90 colonie.[5] Tra queste vi sono:
I primi scavi a Mileto furono condotti dall'archeologo francese Olivier Rayet nel1873, seguito dagli archeologi tedeschi Julius Hülsen e Theodor Wiegand tra il1899 e il1931.[6] Gli scavi, tuttavia, furono interrotti più volte a causa di guerre e altri eventi. Carl Weickart scavò per una breve stagione nel1938 e di nuovo tra il1955 e il1957. Fu seguito da Gerhard Kleiner e poi da Wolfgang Muller-Wiener.[7][8][9] Oggi gli scavi sono organizzati dall'Università della Ruhr a Bochum, in Germania.
Un notevole manufatto recuperato dalla città durante i primi scavi del XIX secolo, laPorta del Mercato di Mileto, è stato trasportato pezzo per pezzo in Germania e riassemblato. Attualmente è esposta alPergamonmuseum diBerlino. La collezione principale di manufatti risiede nel Museo di Mileto a Didim,Aydın, in funzione dal1973.
Gli archeologi hanno scoperto una grotta sotto il teatro della città e ritengono che si tratti di una grotta "sacra" appartenuta al culto diAsclepio.[10][11]
^Crouch, Dora P. (2004). Geology and Settlement: Greco-Roman Patterns. New York: Oxford University Press.ISBN 9780195083248, p.183
^abChristopher Mee, Anatolia and the Aegean in the Late Bronze Age, p. 142
^Trevor Bryce, The kingdom of the Hittite; pag 306-307.
^'The Life of Alexander the Great' by John Williams, Henry Ketcham, p. 89
^Tsetskhladze, Gocha R. (2006). Greek Colonisation. An account of Greek Colonies and Other Settlements Overseas. Vol. 1. Leiden, Boston: Brill. pp. lxvii - lxxiii (Table 6).ISBN 978-90-04-12204-8.
^Olivier Rayet and Thomas, Milet Et Le Golfe Latmique, Fouilles Et Explorations Archeologiques Publ, 1877 (ripubblicato da Nabu Press 2010ISBN 1-141-62992-5
^Theodor Wiegand and Julius Hülsen [Das Nymphaeum von Milet, Museen zu Berlin 1919] and Kurt Krausem, Die Milesische Landschaft, Milet II, vol. 2, Schoetz, 1929
^Theodor Wiegand et al., Der Latmos, Milet III, vol. 1, G. Reimer, 1913
^Carl Weickert, Grabungen in Milet 1938, Bericht über den VI internationalen Kongress für Archäologie, pp. 325-332, 1940