| Michele Bianchi | |
|---|---|
| Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia | |
| Durata mandato | 12 settembre 1929 – 3 febbraio 1930 |
| Capo del governo | Benito Mussolini |
| Predecessore | Benito Mussolini |
| Successore | Araldo di Crollalanza |
| Sottosegretario di Stato alMinistero dell'interno | |
| Durata mandato | 13 marzo 1928 – 12 settembre 1929 |
| Capo del governo | Benito Mussolini |
| Sottosegretario di Stato al Ministero dei lavori pubblici | |
| Durata mandato | 31 ottobre 1925 – 13 marzo 1928 |
| Capo del governo | Benito Mussolini |
| Segretario del Partito Nazionale Fascista | |
| Durata mandato | 11 novembre 1921 – 4 novembre 1922 |
| Predecessore | Carica creata |
| Successore | Nicola Sansanelli |
| Deputato del Regno d'Italia | |
| Durata mandato | 24 maggio 1924 – 3 febbraio 1930 |
| Legislatura | XXVII,XXVIII |
| Gruppo parlamentare | Partito Nazionale Fascista |
| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Partito Socialista Italiano (1903-1914) Fascio d'azione rivoluzionaria (1914-1919) Fasci italiani di combattimento (1919-1921) Partito Nazionale Fascista (1921-1930) |
| Professione | sindacalista, giornalista pubblicista |
Michele Bianchi (Belmonte Calabro,22 luglio1883 –Roma,3 febbraio1930) è stato unpolitico,sindacalista egiornalistaitaliano. È stato il primo segretario delPartito Nazionale Fascista, dall'11 novembre1921 al 4 novembre1922.
Bianchi, dopo aver frequentato il ginnasio aSan Demetrio Corone e il liceo aCosenza, si iscrisse allaFacoltà diGiurisprudenza aRoma, dedicandosi algiornalismo ancor prima di concludere gli studi. Assunto nel1903 come redattore dall'Avanti!, aderì alPartito Socialista Italiano (PSI), di cui fu dirigente nella Capitale, e nel1904 prese parte al congresso del partito tenutosi aBologna, in cui appoggiò la corrente guidata daArturo Labriola.
Nel1905 si dimise dall'Avanti! ed assunse, dal 1º luglio e per qualche mese, la direzione diGioventù socialista, organo della Federazione dei giovani socialisti. Dalle colonne della sua nuova testata lanciò una campagna antimilitarista che lo costrinse prima al carcere e poi al trasferimento forzato aGenova.[1]
Aveva aderito già nel 1904 alsindacalismo rivoluzionario, divenendo segretario delleCamere del Lavoro rivoluzionarie di Genova eSavona, quindi direttore diLotta socialista (1905-1906).[2]
Nel1906, in appoggio ad alcune sollevazioni operaie, espresse al PSI la sua linea neutralista, che non fu accolta positivamente in maniera unanime. Trasferitosi a Savona, ebbe una parte di rilievo nelle vicende che condussero alla scissione dei sindacalisti dal Partito Socialista, avvenuta prima al congresso giovanile socialista di Bologna nell'aprile del1907, e poi al primo congresso sindacalista tenuto aFerrara nel luglio dello stesso anno.
Dopo vari arresti e viaggi in giro per l'Italia, nel maggio del1910 divenne direttore del giornaleLa Scintilla in cui lanciò l'idea, poi non accolta, di una lista unica di socialisti e sindacalisti rivoluzionari in vista delle imminenti elezioni amministrative. Messo in minoranza per "aver tradito la spontanea genuinità del sindacato", decise, dato l'aumento del numero dei lettori, di trasformareLa Scintilla da settimanale in quotidiano, da cui diresse alcune rivolte proletarie scoppiate nel1911.
Le difficoltà economiche gli imposero la soppressione del giornale, non prima però di essere nuovamente arrestato aTrieste[non chiaro: Trieste allora non era italiana] per un articolo in cui attaccavaGiovanni Giolitti e laguerra italo-turca da lui voluta. Tornato a Ferrara grazie ad un'amnistia, fondò e diresse il giornaleLa Battaglia, creato appositamente in vista delle elezioni politiche del1913, alle quali si candidò senza successo.
In quel tempo si spostò aMilano, dove divenne nel 1913 uno dei maggiori esponenti della localeUnione Sindacale Italiana (USI), guidata in città daFilippo Corridoni.Massone, Bianchi fu membro dellaGran Loggia di Piazza del Gesù.[3]
Esattamente comeBenito Mussolini, Bianchi si schierò nel1914 su posizioni interventiste e partecipò alla scissione dell'USI del settembre 1914, conAlceste de Ambris,Edmondo Rossoni eFilippo Corridoni, da cui nacque ilFascio d'azione rivoluzionaria di cui fu segretario politico.[4] Nel 1915 partecipò davolontario allaprima guerra mondiale, diventando sottufficiale prima di fanteria e poi di artiglieria.
Conclusosi il conflitto bellico, divenneredattore capo del giornaleIl Popolo d'Italia; fusansepolcrista della prima ora (uno dei sansepolcristi facenti parte dellaMassoneria[5]) e partecipò alla fondazione prima deiFasci italiani di combattimento, di cui fu primo segretario della giunta esecutiva, e poi nel novembre 1921 delPartito Nazionale Fascista (PNF), di cui venne eletto primo segretario nazionale.[1]

Dopo aver portato al fallimento losciopero legalitario, portato avanti dal partito socialista in otticaantifascista, nell'ottobre del1922 partecipò comequadrumviro allaMarcia su Roma che portò alla nomina diBenito Mussolini alla carica diPresidente del Consiglio dei ministri.

Il 4 novembre dello stesso anno Bianchi assunse la carica di segretario generale alMinistero dell'interno nel neonato governo guidato dal futuroDuce e per questa ragione, si dimise da segretario del partito. Dopo essersi dimesso, Bianchi restò membro delGran consiglio del fascismo e nel maggio 1924 fu elettodeputato allaCamera nellaLista Nazionale nella circoscrizione calabra.[1] Il 14 maggio si era dimesso dall'incarico di segretario generale agli Interni per incompatibilità.[2]
Il 31 ottobre 1925 divennesottosegretario ailavori pubblici e nel marzo 1928 fu nominato sottosegretario alMinistero dell'Interno.[6] Il 12 settembre 1929 venne nominatoMinistro dei lavori pubblici, incarico che resse fino alla morte nel marzo1930.[2]
Ai lavori pubblici Bianchi promosse la realizzazione di alcune opere pubbliche inCalabria, in particolare nella suaprovincia di Cosenza. È di quel periodo la fondazione del centro invernale diCamigliatello Silano, un tempo chiamato appunto Camigliatello Bianchi, così come pure alcune opere pubbliche realizzate nella città diCosenza sotto la gestione delpodestàTommaso Arnoni (1925-1934). In Calabria divenne anche l'amante della marchesaMaria Elia De Seta, a cui diede un prezioso aiuto nell'organizzazione di eventi mondani, sociali e culturali[7].
Era stato rieletto deputato nel1929,[8] ma le sue precarie condizioni di salute, fiaccate dalla tubercolosi, subirono un peggioramento tanto da portarlo alla morte a soli 47 anni.
Nel1932 venne sepolto nelmonumento funebre edificato in suo onore sulla collina diBastia davanti al suo paese natale,Belmonte Calabro.
Altri progetti
| Predecessore | Segretario delPNF | Successore | |
|---|---|---|---|
| Umberto Pasella (deiFasci di combattimento) | 10 novembre1921 - gennaio1923 | Francesco Giunta |
| Segretari deiFasci italiani di combattimento, delPartito Nazionale Fascista e delPartito Fascista Repubblicano | ||
|---|---|---|
| Fasci | Michele Bianchi,Attilio Longoni (1919) ·Umberto Pasella (1919-1921) | |
| PNF | Michele Bianchi (1921-1923) ·Francesco Giunta (1923-1924) ·Roberto Forges Davanzati,Cesare Rossi,Giovanni Marinelli eAlessandro Melchiori (1924) ·Alessandro Melchiori (1924-1925) ·Roberto Farinacci (1925-1926) ·Augusto Turati (1926-1930) ·Giovanni Giuriati (1930-1931) ·Achille Starace (1931-1939) ·Ettore Muti (1939-1940) ·Adelchi Serena (1940-1941) ·Aldo Vidussoni (1941-1943) ·Carlo Scorza (1943) | |
| PFR | Alessandro Pavolini (1943-1945) | |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 29095866 ·ISNI(EN) 0000 0000 8367 6938 ·SBNMILV212458 ·BAV495/102632 ·LCCN(EN) no91014994 ·GND(DE) 1057767530 |
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