Inzoologia il termine è usato anche in senso generico, anche riferendosi ad altrespecieanimali, indicando animali nati dall'incrocio di duerazze diverse.
La parola spagnolamestizo, da cui deriva l'italiano "meticcio", deriva a sua volta dallatino tardomixticius, che significava letteralmente "misto";[3] il termine venne documentato per la prima volta in spagnolo già in un testo del1275.[4]
Nel primoperiodo coloniale (XVI secolo), i figli nati da padre spagnolo, e più in generale da un bianco europeo, e da madre nativa americana venivano allevati al pari degli altri figli definiti di "razza pura", se il padre li riconosceva come suoi figli naturali; in caso contrario, il bambino veniva ripudiato dal padre e di conseguenza cresciuto nella povera realtà della madre indigena, ben distante da quella ricca e privilegiata deiconquistadores europei.
De español e india, nace mestiza, "da uno spagnolo e un'indiana nasce una meticcia".Miguel Cabrera.Messico,1771
Già nel1533, il celebre re diSpagnaCarlo V d'Asburgo promulgò il decreto secondo il quale tutti i figli, legittimi e non, dovevano essere trattati allo stesso modo, e perciò ordinò di prendere i figli nati da uomini spagnoli e donne indigene dalle loro madri, che vivevano in sostanziale povertà, per educarli nella sfera spagnola e farli vivere in migliori condizioni economiche e sociali.
Nel1543 inMessico i meticci furono il primo gruppo durante il Colonialismo ad essere designato come una categoria a sé, separata dagli spagnoli, daglischiavi africani ridotti in schiavitù (chiamati in spagnolonegros) e dai "vagabondi" (vagabundos in spagnolo). Sebbene i meticci fossero spesso classificati nellecastas (le caste coloniali con cui i conquistatori classificarono le diverse etnie e tutte le possibili combinazioni tra le persone), godevano di una posizione comunque più elevata rispetto a quella di qualsiasi altra persona di etnia mista e soprattutto rispetto ai neri (privi di quasi tutti i diritti fondamentali), poiché non dovevano pagare tributi, potevano essere ordinatisacerdoti e avere la licenza di arruolarsi nell'esercito.[5]
I meticci avevano una posizione migliore nella società dell'epoca, rispetto ai neri e aimulatti, perché, a differenza loro, i meticci non avevano antenati africani, e perciò "nessuna radice schiava".
Le unioni traespañoles emestizos portarono alla nascita di una nuova casta coloniale, iCastizos (letteralmente "tre quarti bianchi"), e di conseguenza l'unione tra uncastizo/a e unespañol/a portava al ripristino dello status "migliore" e "puro" diespañol/a alla prole.[6]
Alcuni personaggi storici meticci famosi giunti in Europa furono ad esempioMartín Cortés, figlio del celebre spagnoloHernán Cortés e dell'interprete indigena di originiNahua eMayaLa Malinche, che divenne uno dei primi meticci documentati nella storia ad arrivare inEuropa, nel 1528, diretto inItalia aRoma, dove il padre tentò di farlo riconoscere come figlio legittimo dapapa Clemente VII (papa di Roma dal 1523 al 1534).
Esistono anche prove accertate secondo cui i nipoti del famoso imperatoreaztecoMontezuma avessero messo volentieri piede sul suolo europeo.
Tra il 60-79% dei messicani viene classificato come "meticci", poiché, nell'uso moderno del termine, significa che non si identificano pienamente né d'origine europea né appartenenti ad un qualche gruppo etnico indigeno, ma piuttosto presentano tratti culturali che mescolano sia elementi europei che indigeni. Inoltre, in Messico, "meticcio" è diventato un termine generico che non si riferisce solo ai messicani misti ma anche a tutti quei cittadini messicani che non parlano lelingue indigene.[10]
Diversamente, soltanto nella penisola delloYucatán, la parola "meticcio" assume un significato del tutto diverso da quello usato nel resto del Messico, essendo usata per riferirsi aiMaya che lì vivono in piccole comunità: questo particolare significato del termine è dovuto ai tempi dellaGuerra delle caste delloYucatán (fine delXIX secolo), quando questi gruppi di Maya che non si unirono alla ribellione e dovevano perciò essere riconosciuti e differenziati dal resto della popolazione in rivolta, venendo quindi classificati come "meticci", anche senza presentare le caratteristiche che solitamente indica questo termine.[11]
Poiché il termine ha assunto col tempo numerosissimi significati, oggi la classificazione "meticcio", al contrario di com'era stato per molti anni della storia della nazione, è stata ufficialmente rimossa dai conteggi del censimento in Messico, e non ha più alcun uso ufficiale o governativo.
Subito dopo ilcolonialismo, all'inizio, l'Argentina coloniale presentava una popolazione prevalentemente meticcia, aspetto tipico di un po' tutte le colonie spagnole, ma in seguito alla gigantesca ondata migratoria dall'Europa per tutto ilXIX secolo e l'inizio delXX, e in seguito anche ai ripetuti matrimoni misti con gli europei giunti, la popolazione meticcia si trasformò col tempo nella cosiddetta popolazioneCastizo.[13]
Infatti già nel1890, così del resto ancora oggi, l'80% della popolazione argentina era di origineitaliana espagnola. Per questo motivo il termine "meticcio" nella nazione è presto caduto in disuso.[14]
Nel corso del tempo laColombia è diventata un paese principalmente meticcio a causa della limitata immigrazione dall'Europa, per cui questa nazione non era tra le mete principali.
Una stima ufficiale dal censimento del2005 ritiene che circa il 37% della popolazione colombiana sia di origine europea; il 10,6% di origine africana; il 3,4% di origini native americane e infine, di conseguenza, il 49% meticcia.[15]
I meticci, che presentano carnagionebruno-rossastra con occhiscuri e capelli solitamentescuri e lisci provengono dall'incrocio tra le genti europee e quelle indigene del continente americano, con tutta unastratificazione gerarchica sociale derivante dal grado di mescolanza delle due etnie, descritta e standardizzata a partire dal XVI secolo nelleCaste Coloniali delNuovo Mondo.