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Fondata daiSiculi con il nome diZancle nel 757 a.C., che nellaloro lingua significavafalce, venne popolata in seguito da colonigreci venendo rinominataMessana. Fu un'importante cittàromana e poigreco-bizantina, ma nell'843 venne completamente distrutta dagliarabi. Quasi abbandonata durante il periodo islamico, risorse in etànormanna e raggiunse l'apice della sua grandezza fra il tardoMedioevo e la metà delXVII secolo, quando contendeva aPalermo il ruolo di capitale delRegno di Sicilia. Messa a ferro e fuoco nel1678 dopo una storicarivolta antispagnola che comportò l'annientamento della sua classe dirigente, venne gravemente danneggiata da unterremoto nel 1783. Fuassediata durante larivoluzione siciliana del 1848 controFerdinando II di Borbone, subendo gravi danni. Nel1908 un altrodisastroso terremoto distrusse la città quasi per intero, provocando la morte di circa metà della popolazione. Ricostruita a partire dal1912,[6] spesso instile Liberty, la città moderna si presenta con una maglia ordinata e regolare di vie ampie e rettilinee in direzione nord-sud. Essendo un obiettivo strategico, la città dello stretto fu pesantemente bombardata daglialleati nel1943 durante losbarco in Sicilia, venendo colpita da circa 6500 tonnellate di esplosivo in circa 2800 bombardamenti aerei e 4 bombardamenti navali. Tale evento fece guadagnare alla città lamedaglia d'oro al valor militare.[7]
È il terzo comune siciliano per abitanti dopo il capoluogoPalermo eCatania, nonché il tredicesimo comune italiano per popolazione e la terza città non capoluogo di regione più popolosa d'Italia. Il suoporto, da millenni uno dei principali crocevia commerciali del Mediterraneo e solo in epoca contemporanea divenuto scalo deitraghetti per il continente, è il primo[8] in Italia per numero di passeggeri in transito.[9] Lasede universitaria di Messina è importante e storica: laStudiorum Universitas fu fondata nel1548 dasant'Ignazio di Loyola[10].
Veduta panoramica di Messina e dello strettoLo stretto di Messina visto dal Santuario di Montalto.Lo stretto di Messina, visto dalla zona nord della città.
Situata nell'angolo nord est dellaSicilia, sulla sponda occidentale dellostretto di Messina (Mar Ionio)— altitudine 3 metris.l.m.[11]— si estende per213,75 km² di superficie comunale. La sua estensione sulla costa (56 km dalla costa di Giampilieri a sud a quella di Orto Liuzzo a nord), che ne fa la città più "lunga" e più marittima d'Italia[12].
Il comune si situa a96 km daCatania[13] e223 km daPalermo[14], stretta tra le coste ionica e tirrenica e imonti Peloritani, si affaccia con il suo grandeporto naturale, militare e commerciale, chiuso dallapenisoletta a forma di falce diSan Raineri, di fronte aVilla San Giovanni e poco più a nord rispetto aReggio Calabria.Capo Peloro, nella zona nord della città, è invece dirimpettaio diScilla. In queste acque è localizzato il mito diScilla e Cariddi[15], i cui gorghi sono paragonati alla pena delle anime dell'inferno che girano in tondo e si urtano in eterno ("qui la gente riddi").
«Come fa l'onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s'intoppa, / così convien che qui la gente riddi.»
Un'epoca delNeogene, frazione delMiocene superiore, periodo noto come quello in cui ilMediterraneo aumentò la sua salinità in seguito alla chiusura delloStretto di Gibilterra, prende il nome diMessiniano dal ritrovamento a Messina delle sue rocce caratteristiche, le evaporiti[16]. Dal livello del mare, all'interno dello stesso comune, è possibile salire sino a 1 127 metri s.l.m.[11], tramite icolli che sovrastano la città, almonte Dinnammare, dal latino "bimaris", due mari. Da qui la vista spazia sui due mari della città, lo lonio, sullo stretto di Messina e il Tirreno. Ad est, è possibile vedere l'intera città di Messina, mentre al di là del mare la Calabria dal suo punto più meridionale sino aPizzo Calabro, inprovincia di Vibo Valentia. Nelle giornate più limpide, da Messina Nord è possibile scorgere anche la forma triangolare diMonte Cocuzzo, in provincia di Cosenza. A sud, è nettamente visibile l'imponente vista dell'Etna. A nord ovest, leisole Eolie e la costa tirrenica con CapoMilazzo, CapoTindari e Capo Calavà diGioiosa Marea[11].La città si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dello stretto senza soluzione di continuità daGiampilieri Marina aCapo Peloro per 32 km[17] nella fascia jonica. La fascia tirrenica, di24 km,[17] si estende daCapo Peloro a Ponte Gallo. L'area urbana centrale, che può essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San Filippo, oggi coperti dal piano stradale, è lunga circa12 km, con scarsa propensione versoovest dovuta ai contrafforti collinari dei Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio reticolato urbano geometrico in tale direzione. L'estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte occidentale della città una certa pendenza, superata con scalinate e attraversata dalla panoramica circonvallazione situata a monte. Sono presenti verso l'interno, numerose "intrusioni urbane", in corrispondenza delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a inglobare come quartieri alcuni dei più antichi casali del territorio cittadino, i cosiddetti "Villaggi", attualmente 48[18].
L'inverno, breve, presenta rari episodi di freddo che in sparuti casi può portare anche la neve nell'entroterra della città. L'ultimo episodio nevoso si è verificato il 7 gennaio2017[24], preceduto dall'evento del 31 dicembre2014[25] e prima ancora da quello del 30 gennaio 1999[26].
L'estate, calda, grazie alle brezze marine non è particolarmente afosa. Infatti il valore medio di umidità tende a essere più basso durante le ore più calde della giornata[27]. Inoltre la presenza del mare tende a contenere i valori massimi di temperatura; soltanto in presenza di venti meridionali (durante le maggiori ondate di calore) si raggiungono i40 °C, e in questi casi i tassi di umidità sono molto alti giungendo ad oltre l'80%.
Le precipitazioni sono consistenti; infatti Messina è tra i comuni medio-grandi isolani, la città costiera più piovosa della Sicilia. Una media pluviometrica annuale di846,9 mm[27] pone la città dello stretto oltre le medie italiane. Le precipitazioni sono concentrate prevalentemente tra l'autunno e l'inverno ma nella stagione estiva non mancano alcuni temporali. Le abbondanti piogge messinesi derivano da diversi fattori e in particolare ai rilievi relativamente alti prossimi alla zona su cui sorge la città, in Sicilia i Nebrodi orientali e i Peloritani, in Calabria l'Aspromonte, rilievi che provocano frequenti fenomeni dastau e alla presenza di due mari, lo Ionio e il Tirreno, che creano frequenti condizioni favorevoli alle precipitazioni.
Dankle oZankle (Ζάγκλης), termine siculo che designa la "falce" che caratterizza la singolare forma del porto naturale, in età pre-greca e greca fino adAnassila;
Messene (Μεσσήνη), nome che fu dato alla città in età greca daAnassila, tiranno diReggio, quando vi insediò dei profughi provenienti dallaMessenia agli inizi delV secolo a.C.;
Abitata fin da tempi molto remoti daiSicani e poi daiSiculi che la nominaronoZancle, Messina fu rifondata dopo il750 a.C. da coloni Cumani e daCalcidesi, anno di fondazione della stessaCuma; tuttavia non mancano studiosi, anche contemporanei, che si affidano alla cronologia, non del tutto affidabile, avanzata daEusebio di Cesarea, il quale ne suggerisce l'erezione nel757 a.C.[29] Sulla base di questa discussa fondazione risulterebbe antecedente alla apoikia, colonia greca, diNaxos e pertanto sarebbe, contrariamente a quanto asserito dalla pluralità delle fonti antiche, la prima in Sicilia. Fondata con il nome diZancle, dalgreco Ζὰγκλης, che riprende un terminesiculo che significa "falce", perché lapenisola di San Raineri, porto naturale della città, somiglia a una falce. Assunse il nome di Messene[30] quandoAnassilao di Reggio, intorno al491 a.C., la conquista ai danni dei Milesii, dei Samii, e dall'esercito diIppocrate di Gela[30], e la ripopola con, tra gli altri, elementi provenienti dallaMessenia.Già dai primi anni delV secolo a.C. entrò a fare parte dell'Arcontato di Sicilia, entità statale monarchica istituita dalTiranno siracusanoDionisio I, unificando tutte le poleissiceliote della Sicilia centro-orientale e della Calabria meridionale, sotto l'egemonia diSiracusa, che diventò un vero e proprio regno siceliota nel 304 a.C. conAgatocle. Nella seconda metà del III secolo a.C., Messina venne occupata daiMamertini, mercenari che avevano combattuto per Re Agatocle.[31]IRomani la conquistarono nel264 a.C. e nel241 a.C. la ribattezzarono Messana, dopo la vittoria nellaprima guerra punica[32] e dopo lacaduta dell'Impero romano d'Occidente fu prima in possesso deiBizantini che la ribattezzarono Messina[33], dagliArabi che la conquistarono nell'843 d.C.[34] Nel1061 venne conquistata daiNormanni, con l'aiuto diRuggero I d'Altavilla[35].
Il Duomo di Messina danneggiato dal sisma del 1783.
Con "terremoto della Calabria meridionale del 1783" (anche denominatoterremoto di Reggio e Messina del 1783) si designa un'intensa sequenza sismica che colpì l'area dellostretto di Messina e la Calabria meridionale, culminando con 5 forti scosse, superiori aMw 5,9, tra il 5 febbraio e il 28 marzo1783. Fu la più grande catastrofe che colpì ilMezzogiorno nelXVIII secolo. Oltre a causare danni immensi radendo al suolo le città diReggio e Messina e provocando maremoti, ilterremoto ebbe effetti duraturi sia a livello politico (l'istituzione dellacassa sacra e il primo regolamento antisismico d'Europa), sia a livello economico e sociale.L'unica zona della Sicilia ad essere colpita dal terremoto fu Messina, dove restò in piedi solo la Cittadella, emorirono circa 650 persone[senza fonte]. Riporta una relazione del tempo:
«Molti furono i feriti, molti tratti dalle rovine, ma nella confusione e disordine niente può dirsi di più sicuro se non se essere stato un vero prodigio per coloro che scamparono la morte. Ecco brevemente descritta l'infausta tragedia accaduta in Messina, la destruzione delli cui Edificii supera il valore di cinque milioni, e la devastazione, e perdita de' Mobili, Mercanzie, Ori, Argenti e Danari fu un grave Oggetto di spavento, e di considerazione»
Goethe a quattro anni di distanza dall'evento durante il suoViaggio in Italia giunge a Messina raccontando di una città ancora in rovina con gli abitanti costretti a vivere nelle baracche site nella parte settentrionale della città.
«I 30.000 superstiti erano rimasti senzatetto; la maggior parte delle case essendo crollate, e le mura lesionate delle rimanenti non offrendo un rifugio sicuro, si costruì in gran fretta, su una vasta prateria a settentrione, una città di baracche.»
La chiesa di S. Giovanni di Malta dopo il sisma del 1908.
Il terremoto di Messina è considerato uno degli eventi più catastrofici delXX secolo. L'evento si verificò alle ore 05:21 del 28 dicembre 1908 e in 37 secondi danneggiò gravemente la città causando migliaia di vittime. Nella nuvola di polvere che oscurò il cielo, sotto una pioggia torrenziale e al buio, i sopravvissuti, colti di sorpresa, non riuscirono a rendersi conto immediatamente dell'accaduto. Alcuni si diressero verso il mare, altri rimasero nei pressi delle loro abitazioni, nel tentativo di portare soccorso a familiari e amici. Qui furono colti dalle esplosioni e dagli incendi causati dal gas che si sprigionò dalle tubature interrotte. Gli incendi si estesero, mandando in fiamme case, edifici e palazzi ubicati nelle vicinanze della costa.
Ai danni provocati dalle scosse sismiche e a quello degli incendi si aggiunsero quelli causati da un fortissimomaremoto. Esso si riversò sulle zone costiere di tutto lo stretto di Messina con ondate devastanti stimate, in base alle località, tra i6 m e i12 m di altezza. Provocò molte vittime fra coloro che si erano ammassati sulla riva del mare. Nel loro ritirarsi, le onde risucchiarono barche, cadaveri e feriti. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l'una con l'altra ma subendo danni limitati. Il villaggio delFaro situato a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La forza delle onde spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furonoPellaro,Lazzaro eGallico sulle coste calabresi;Briga eParadiso,Sant'Alessio e le altre località fino aRiposto sulle coste siciliane.
Gravissimo fu il numero delle vittime: Messina, che all'epoca contava circa 140 000 abitanti, ne perse circa 70 000[45]. Al tragico terremoto del 1908 è legata una pagina significativa dell'amicizia fra la città e il popolo russo. I primi soccorritori giunti a Messina, infatti, furono proprio i marinai della flotta imperiale russa, che si trovava nel porto diAugusta per delle esercitazioni.[46]
Altre scosse di media entità sono avvenute nelle seguenti date: il6 gennaio 1975 (magnitudo 4.8 nelloStretto di Messina), 11 marzo 1978 (magnitudo 5.5 aFerruzzano, in provincia di Reggio Calabria), 15 aprile 1978 (magnitudo 6.1 aPatti), il 23 luglio 1995 (magnitudo 4.1 nelleIsole Eolie), il 29 ottobre 2002 (magnitudo 4.4 aSanta Venerina, nella provincia nord di Catania), il 5 luglio 2007 (magnitudo 5.2, nelleIsole Eolie), il 24 giugno 2011 (magnitudo 4.1 nella costa tirrenica occidentale in provincia di Messina), il 28 agosto 2012 (magnitudo 4.6 nelloStretto di Messina), il 4 gennaio 2013 (magnitudo 4.3 suiMonti Nebrodi), il 23 dicembre 2013 (magnitudo 4.0 nelloStretto di Messina), l'8 marzo 2014 (magnitudo 4.0, suiMonti Nebrodi), il 26 dicembre 2018 (magnitudo 4.9 aViagrande,nella provincia nord di Catania), il 5 luglio 2023 (magnitudo 4.0, tra iMonti Nebrodi e l'Etna).[47][48]
Il pomeriggio del 1º ottobre2009 la città di Messina in particolare nella frazione diGiampilieri, assieme al comune limitrofo diScaletta Zanclea, è stata colpita da unaterribile alluvione dalle conseguenze drammatiche: centinaia di edifici gravemente danneggiati o distrutti, danni importanti alle infrastrutture (strade, ponti, ferrovie) e un pesante tributo di vite umane: 37 morti, quasi 102 feriti e 6 dispersi.
Lo stemma e il gonfalone della città di Messina hanno conformazione indicata nel decreto di riconoscimento del 1º maggio1942 e adeguato al successivo decreto legislativo luogotenenziale 26 ottobre1944, n. 313. Lo stemma della città di Messina è araldicamente così descritto:
«Scudo a testa di cavallo, di rosso alla croce d'oro, circondato da due tralci di vite al naturale fruttati d'oro, timbrato dalla corona di città.[49]»
«Per commemorare le azioni eroiche della cittadinanza palermitana nei gloriosi fatti del 1848, che iniziarono il risorgimento nazionale e la conquista dell'unità. Messina partecipò a tutti i moti rivoluzionari siciliani, da quelli del '20-'21 a quelli del 22 marzo 1821 e 1º settembre 1847. Nel 1848, unitasi a Palermo nell'azione rivoluzionaria antiborbonica, la città fu terribilmente bombardata per otto mesi, facendo meritare a Ferdinando II l'appellativo di "Re Bomba".» — 22 maggio 1898[50]
«Nobile e antica città della Sicilia duramente provata da calamità naturali e da eventi bellici, con impavida tenacia e sublime abnegazione da parte di tutta la sua popolazione, due volte risorgeva dalle macerie, mantenendo fiero ed intatto il suo amore di Patria. 1941-1943.» — 3 ottobre 1959[50]
«Già duramente provata dall’immane disastro tellurico del 1908, risorta, è stata, durante la guerra 1940 - 43, dapprima obiettivo d’incessanti bombardamenti aerei, poscia, nel periodo dell’invasione dell’Isola, campo d’aspra e lunga lotta che la martoriò e distrusse. La sua popolazione, affamata, stremata, dolorante, sopportò stoicamente la più dura tragedia ben meritando dalla Patria. - Sicilia, guerra 1940 - 43.» — 31 gennaio 1978[50]
Nel corso dei secoli, diversi eventi distruttivi, sia per opera umana sia naturali, hanno devastato la città, che oggi presenta un aspetto moderno, frutto soprattutto delle ultime ricostruzioni dopo ilterremoto del 1908 e ibombardamenti dal 1940 al 1943[45]. Molte delle opere d'arte e degli edifici realizzati nei secoli sono andati perduti, ma la città conserva ancoraesempi monumentali di assoluta rilevanza.
Il Duomo di Messina.La Vara della Madonna dell'Assunta portata per le vie della città a Ferragosto.La fontana del Nettuno di fronte alla passeggiata a mare.
Basilica Cattedrale Protometropolitana, dedicata aSanta Maria Assunta, normanna, costruita alla fine delXII secolo e con numerosi altri rifacimenti. Conserva numerose opere d'arte. La sua fondazione è antecedente all'invasione araba, fu profanato daimusulmani e riconsacrato nel 1192 alla presenza dell'arcivescovoBerzio, dell'imperatoreEnrico VI e della moglieCostanza d'Altavilla. Lo splendido tetto ligneo, con rare raffigurazioni astronomiche, fu distrutto nel 1254 da un incendio divampato durante i funerali diCorrado IV di Svevia, figlio diFederico II di Svevia. Dal 1300 si susseguirono alcune modifiche sostanziali, che se da una parte arricchirono la cattedrale con i mosaici delle absidi, il portale e la facciata, dall'altro snaturarono l'originario aspetto normanno. Danneggiato nel prospetto dai terremoti del 1638 e del 1783, fu invece quasi interamente distrutto dal sisma del 1908, che lasciò in piedi la sola parte absidale, rimettendo tuttavia in luce molti elementi della costruzione normanna. La ricostruzione degli anni venti ripristinò l'aspetto originario e recuperò parte delle opere d'arte e dei mosaici. Un altro duro colpo alla millenaria struttura venne inferto dai bombardamenti dellaseconda guerra mondiale che distrussero parte dell'interno. L'edificio attuale, che si è voluto il più possibile vicino all'originale, mantiene all'esterno parti pregevoli. Sul prospetto il portale in stile gotico e i bassorilievi, sulla parte destra, le finestre quattrocentesche e un portale attribuito aPolidoro da Caravaggio. All'interno del Duomo di Messina, tripartito da una doppia fila di 13 colonne, si possono ammirare i mosaici, alcuni monumenti funebri, tra cui quello diGuidotto de Tabiatis, arcivescovo di Messina nel XIV secolo, e alcune statue di santi, pregevole ilSan Giovanni Battista diAntonello Gagini del 1525. Inoltre è più che degno di nota l'organo al suo interno: il secondo più grande d'Italia (il primo è quello delDuomo di Milano), e il terzo inEuropa, con 5 tastiere, 170 registri, 16 000 canne distribuite nei due lati del transetto, dietro l'altare, sulla porta maggiore e sull'arco trionfale. È opera della dittaTamburini diCrema del1948. Ilcampanile, alto 90 metri e con una base di circa 10 metri, ha all'esterno il più grande e il più complessoorologio meccanico e astronomico del mondo, realizzato da una ditta diStrasburgo, fratelli Ungerer: inaugurato nel1933, tutti i giorni a mezzogiorno le varie statue si muovono in modo spettacolare al suono dell'Ave Maria di Schubert. Le figure del campanile ricordano laGuerra del Vespro del 1282: Il Leone in cima rappresenta il Popolo Siciliano vittorioso su Carlo d'Angiò e l'esercito guelfo inviato dal papa contro la Sicilia; Dina e Clarenza rappresentano le donne di Messina che aiutarono gli uomini a difendere la città; il galletto in mezzo alle due statue femminili rappresenta l'esercito franco-papale; la chiesa che scompare ricorda il Colle della Caperrina, luogo della battaglia del 6 e 8 agosto 1282, ultimo tentativo di Carlo d'Angiò di entrare in città dalle colline a ovest. Ancora chiusa al pubblico la cripta. È stata aperta nelle giornate delFAI, ma necessita ancora del restauro della pavimentazione normanna e dell'illuminazione, cui sta lavorando la Soprintendenza, in cerca del finanziamento.[52]
il primo nome di questa chiesa fu S. Maria di Castellamare e alcuni storici sostengono che la chiesa fu fondata nelXII secolo sulle rovine di un antico tempio diNettuno. Un crollo avvenuto nel XIII secolo ne arretrò la facciata di 12 metri. In età aragonese fu cappella reale e sul finire del Quattrocento fu ceduta a cortigiani e ricchi mercanti catalani daPietro d'Aragona, da qui il nome diSantissima Annunziata dei Catalani. La chiesa, visto il progressivo sollevamento della città dovuto ai terremoti e alle ricostruzioni, si trova oggi a oltre tre metri sotto il livello stradale. La pianta della chiesa è a basilica di tipo bizantino divisa in tre navate con un'alta cupola. L'esterno è incorniciato da due ordini di colonne con eleganti capitelli e archi intarsiati a due colori. Sui lati della navata due camminamenti conducono sopra il transetto passando attraverso eleganti bifore. All'interno sono visibili le influenze arabo-bizantine. Si trova in via Cesare Battisti, di fronte a piazza Lepanto.[53]
possiede la "Campana diCristo Re" posta in cima allatorre ottagonale (XII secolo) delsantuario. Venne fusa aPadova (fonderia Colbachini) e inaugurata il 21 agosto 1935. Ha un diametro di2,66 m, pesa oltre 13 tonnellate ed è la terzacampana d'Italia per grandezza. Ha suonato fino a qualche tempo fa a mezzogiorno, per poi far sentire i suoi rintocchi al tramonto (varia l'orario a seconda dei periodi dell'anno) in memoria dei caduti messinesi della prima e seconda guerra mondiale le cui spoglie sono conservate nel sacrario; per via di alcuni guasti nel sistema elettromeccanico non esegue i rintocchi. Si trova sul viale Principe Umberto.[56]
ricostruito dopo il terremoto, questo Santuario è legato alla tradizione messinese; i suoi confini sono stati tracciati dal volo di una colomba bianca immediatamente dopo la cacciata da Messina degli Spagnoli. Si trova in via Dina e Clarenza.[57]
Santuario della Madonna di Lourdes
nel 1884 inizia la costruzione, si trova in Viale Regina Margherita, 39.
chiesa delXVI secolo a navata unica. Si trova nella via omonima, nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria Alemanna. Presenta pregevoli stucchi interni.[58]
costruita nelXVII secolo su progetto diSimone Gullì. Distrutta dal terremoto, è stata ricostruita e ristrutturata riportandola al colore originario.[61]
progettata dall'architettoCesare Bazzani, dopo che il terremoto del 28 dicembre 1908 aveva distrutto la città, venne inaugurata il 15 luglio 1931. In stile eclettico e neoclassico, e a forma di croce greca, la Chiesa ha un vano centrale dalla forma ottagonale ed è coperta da una cupola, affrescata dal pittore messinese Adolfo Romano (1894 –1972). La Chiesa, elevata alla dignità di Santuario nel 1956, contiene sette cappelle con relativi altari, fra cui quello dedicato a Sant'Alberto degli Abbati, compatrono di Messina. Nell'altare maggiore si trova la statua del Settecento che raffigura la Madonna del Carmelo nell'atto di porgere il Santo Abitino a San Simone Stock.[64]
si ritiene fondata dai Cavalieri Teutonici, ordine voluto a Messina daFederico II di Svevia, risale alXIII secolo. Si tratta d'un esempio di architettura gotica siciliana. Una cronaca locale ci informa che già nel 1606 la chiesa giaceva in stato di abbandono e che nel 1612 fu quasi distrutta da un fulmine che la centrò durante un violento temporale. Il terremoto del 1783 ne continuò il disfacimento. Usata per anni come magazzino, fu risparmiata dal terribile sisma del 1908 che la lasciò quasi indenne. Il suo restauro è stato completato di recente. Da ammirare sono gli eleganti archi a sesto acuto e i capitelli scolpiti con motivi floreali e figure mostruose. I portali originali si trovano al Museo cittadino che si trova in via Sant'Elia.[65]
Santuario di Santa Maria Consolata, Via don Luigi Orione, 1.
Chiesa di San Gregorio, delXVI secolo. Il campanile dalla caratteristica forma elicoidale si edificò nel 1717 su progetto del Juvarra. Ancora nel 1743 Pietro Passalacqua adornò la facciata della chiesa su disegni di Filippo Juvarra. Venne distrutta dalterremoto del 1908.
sede delmunicipio, in piazza Unione Europea, una volta era posto al centro della Palazzata che faceva da continuum di edifici del XVII secolo che faceva da cornice al porto falcato. L'edificio subì gravi danni dal terremoto del 1783, e distrutto dalterremoto del 1908, venne arretrato nella posizione attuale. I lavori di ricostruzione iniziarono il dicembre del 1914 sotto la direzione dell'architetto palermitanoAntonio Zanca e si conclusero nel 1924. La costruzione è in stile neoclassico e si estende per una superficie di circa12000 m². Sulla facciata si possono vedere alcune sculture legate alla simbologia cittadina e numerose lapidi che ricordano gli eventi più importanti. Nel prospetto di via San Camillo sono collocati due bassorilievi raffiguranti Dina e Clarenza, mentre sul lato opposto, in via Consolato del Mare, si un ingresso porticato con antistante lafontana Senatoria del 1619. Il lato posteriore si affaccia su Corso Cavour e su piazza Antonello con un portico ornato da bassorilievi eseguiti da maestranze locali.
uno dei pochi esempi di architettura con uso del ferro del Sud Italia, l'unica conNapoli,Galleria Umberto I. Realizzata nel1929 daCamillo Puglisi Allegra per completare piazza Antonello. Il portico che dà sulla piazza è caratterizzato da un grande arco che segna l'accesso alla Galleria, riccamente decorata al suo interno con bellissimi stucchi e un pavimento a mosaico bianco e nero. Due rampe di scale da una parte e un portico dall'altra, conducono a uscite secondarie.
la sua costruzione venne ordinata il 2 ottobre 1838 daFerdinando II di Borbone ed ebbe inizio solo il 23 aprile 1842. Fu progettato dall'architettoPietro Valente e inaugurato il 12 gennaio 1852, venne intitolato a Sant'Elisabetta, in onore della madre del sovrano. Il 13 settembre 1860 con l'Unità d'Italia assunse l'attuale nome. La facciata del teatro presenta un portico che consentiva il passaggio delle carrozze che accompagnavano gli spettatori. Sul loggiato d'ingresso un gruppo scultoreo del 1847 realizzato daSaro Zagari, raffiguranteIl tempo che scopre la verità. L'esterno in pietra siracusana è in stile neoclassico, ed e ricco di decorazioni, sculture e bassorilievi dello Zagari che rappresentano scene della vita diErcole e ritratti di sedici drammaturghi e musicisti. La sera del 27 dicembre 1908 fu rappresentata l'Aida diGiuseppe Verdi, e poche ore dopo il terremoto distruggeva la città risparmiando il perimetro dell'edificio e le parti decorative. Nel 1982 cominciò un restauro finito nel dicembre del 1985, l'inaugurazione avvenne il 25 aprile del medesimo anno con un concerto diretto dal maestroGiuseppe Sinopoli. La decorazione interna del soffitto porta il nome diRenato Guttuso,il Mito di Colapesce. Si trova in via Garibaldi.
opera dell'architettoMarcello Piacentini, sito in piazza Maurolico di fronte a quello dell'Università, fu realizzato nel1927 sulla zona del vecchio Grande Ospedale. Si compone di tre edifici collegati da gallerie che mettono in comunicazione le tre grandi sale terranee di invito. L'architettura è fortemente caratterizzata dall'impiego dei materiali siciliani. La pietra, di caldo colore giallo-ocra, è quella stessa che era stata adoperata anticamente per i templi di Selinunte e diAgrigento, mentre in marmo di Cinisi sono alcune parti ornamentali. La scelta di queste pietre isolane, specie di quelle della facciata, è stata fatta per accentuare l'aspetto grecizzante dell'insieme a ricordo dei templi greci in Sicilia. Il prospetto, sopraelevato da grandi scale, è caratterizzato da grosse e scanalate mezze colonne doriche che inquadrano i muri, ove s'aprono finestroni rettangolari, e sorreggono una trabeazione. Le finestre sono sormontate da rosoni e medaglioni a bassorilievo. Le facciate, principali e laterali, l'interno si ornano di opere di vari artisti, intonate tutte allo stile a cui è improntato il palazzo, che riflette l'orientamento dell'atto ufficiale del primo ventennio del secolo. I grandi tondi dell'attico, rappresentantiIl diritto eLa legge sono dello scultoreGiovanni Prini, le quattro aquile romane sono di Cloza e di Bonfiglio; ancora di Cloza e Ricciardi sono i medaglioni raffiguranti alcuni giuristi messinesi (Dicearco di Messina, Guido Delle Colonne, Giacomo Macrì, Antonio Fulci, Francesco Faranda e Andrea Di Bartolomeo); le teste di Minerva sulle porte laterali sono di Monescalchi. Sul grandioso attico troneggia infine la grande quadriga condotta dalla dea Minerva realizzata daErcole Drei in lega di bronzo e alluminio, probabilmente ispirato dalla tradizione architettonica ottocentesca del Nord Europa. Nel vestibolo, in fondo al quale si eleva lo scalone di onore, di marmo con inserti in bronzo, si apre il portale marmoreo che dà accesso alla Corte d'Assise. Nelle sale di udienza vi sono bassorilievi allegorici e nelle altre sale di rappresentanza, nella biblioteca, camera di consiglio, gabinetti dei presidenti e dei giudici, i soffitti sono decorati con tempere grasse.
edificato nel1581 dall'architettoNatale Masuccio in seguito a una bolla papale diLeone X che incentivava la costruzione di opere pie, nel 1741, su progetti e disegni dell'architettoAntonio Basile e del pittorePlacido Campolo fu edificata la scalinata che conduceva alla chiesa di Santa Maria della Pietà, un tempo ornata da preziosi quadri e oggi quasi del tutto distrutta, mentre parte della cripta è al momento inaccessibile e in stato di totale abbandono. A metà della gradinata fu inserita una fontana marmorea con la statua dell'Abbondanza, opera diIgnazio Buceti. L'edificio, dal prospetto settecentesco, si affaccia su via XXIV Maggio. Dal pregevole portale d'ingresso si arriva in un atrio con volta a botte. A destra è situata la porta che conduceva ai piani superiori, di fronte, una fontana monumentale del 1732, raffigurante un putto che cavalca un delfino. L'edificio è stato ristrutturato nel 1979 ed è di proprietà dell'Arciconfraternita degli Azzurri, viene spesso utilizzato per ospitare manifestazioni culturali.
Palazzetto Coppedè, opera dell'architetto fiorentinoGino Coppedè, in via Garibaldi dall´angolo arrotondato all'incrocio con la via Cardines.
Palazzo Magaudda, anch'esso opera del Coppedè, all'incrocio tra via Cesare Battisti e via Garibaldi.
Palazzo Cerruti - Bisazza, nella via Lepanto, all'incrocio della via Cesare Battisti e riconoscibile dall'inconfondibileMaghen David o "stella di Davide" inserita nelle inferriate dei balconi.
Palazzo Arcivescovile, in via San Filippo Bianchi, 10, fu più volte distrutto e ricostruito, l'ultima volta nel 1924.[67]
Palazzo della Cassa di Risparmio, opera dell'architetto siciliano Cesare Bazzani, nel 1926, tra via Garibaldi e piazza Fulci.[68]
Palazzo dell'Università
distrutto e raso al suolo dal sisma del 1908, fu ricostruito nel1920 e occupa una superficie di circa20000 m². Il complesso edilizio universitario è stato progettato dall'architettoGiuseppe Botto. Dopo l'ultima guerra, in relazione al piano di espansione degli atenei, l'amministrazione universitaria dispose la sopraelevazione di alcuni padiglioni e la costruzione, su progetto dell'Ing. prof. Francesco Basile, di un moderno edificio con fronte su via dei Verdi. I prospetti delle tre palazzine che danno su piazzaSalvatore Pugliatti rivelano caratteri neoclassici con decorazioni floreali. Accanto ai padiglioni che - sotto il livello stradale - si affacciano sulla via Giacomo Venezian è murato il bel portale dell'antico collegio dei Gesuiti, primo ateneo messinese e primo degli organismi religiosi siciliani dei seguaci di Sant'Ignazio di Loyola.[69]
progettato daVittorio Mariani nel1915, di chiara matriceLiberty presenta al suo interno ricche decorazioni floreali, simboli della città, anche contemporanei come iferry boat, e un fregio in stucco raffigurante angeli postini e telefonisti, sorge a piazza Antonello. È oggi una delle sedi decentrate dell'Università.[70]
Palazzo del Governo
costruito nel1920 su progetto dell'architettoCesare Bazzani. Occupò quasi per intero l'area della cinquecentesca chiesa di S. Giovanni dei Cavalieri di Malta, della quale rimane soltanto, sul retro del Palazzo, la magnifica Tribuna. È di gusto post-floreale con evidenti inserti di elementi rinascimentali ed è valorizzato da un dosato plasticismo.[71]
Palazzo della Camera di commercio
costruito dopo il terremoto del 1908 su progetto dell'architetto messinese Camillo Puglisi Allegra. Questo palazzo si articola su tre piani di impianto classicheggiante, con un gioco di corpi avanzati sulla facciata ritmata da paraste che si elevano, su un altro basamento bugnato, a sorreggere una modulata trabeazione. Il terzo piano, realizzato al disopra di essa, ha alterato l'impianto che, nonostante il verticalismo dei finestroni, era marcatamente orizzontale.[72]
Palazzo della Provincia, o "Palazzo dei leoni"
costruito nel1915, sorge nel medesimo luogo che occupava prima del 1908, in precedenza area dell'antica chiesa di San Nicolò dei Gentiluomini. Iniziati nel 1915 i lavori proseguirono durante laprima guerra mondiale, e, seppur in immaginabili difficoltà, furono diretti dall'architettoAlessandro Giunta. L'edificio fu inaugurato nel 1918, con una cerimonia consona al grave momento dell'Italia dopo Caporetto, e cioè con l'intervento dell'eroe milazzese Luigi Rizzo, reduce dalla "beffa di Buccari" e dall'affondamento della corazzata "Szent Istvàn". L'edificio ha due prospetti: su quello di Corso Cavour si apre l'ingresso di rappresentanza preceduto da un portico, sulla piazza Antonello la facciata - pure porticata a pianoterra - segue con la sua concavità la forma della piazza su cui affaccia. Gli ambienti interni sono decorati dalle cariatidi e dagli stucchi lucidi dell'aula consiliare di D'Arrigo e Loverti e dai pannelli dipinti da Corsini sopra le grandi vetrate di Di Stefano e Bonsignore.[73]
Palazzo della Cultura oPalaCultura oPalaAntonello, inaugurato nel giugno2009, in viale Boccetta. Ospita tra l'altro la Galleria di Arte contemporanea inaugurata la sera del 25 febbraio 2012 in occasione della Notte della Cultura edizione 2012.
All'interno vi è un ampio auditorium in cui spesso si esibiscono tra i migliori interpreti di musica classica: vi si organizzano infatti i cicli di concerti sia della Filarmonica Laudamo che della Associazione Laudamo.
costruite nel1939 dall'architettoAngiolo Mazzoni, dopo che per ordine diBenito Mussolini fu demolita la precedente, demolizione a cui partecipò lo stesso duce picconando la vecchia stazione. Fu inaugurata il 28 ottobre 1939. Instile razionalista, costruita utilizzando il travertino, la pietra lavica, la pietra di Siracusa e la pietra rossa di Taormina. Le stazioni sono divise in due corpi, la stazione "Marittima" e "Centrale": la centrale ha un grande loggiato che immette in una olle, ha un grande sottopassaggio che porta agli 8 binari più altri 2 commerciali. Dopo la stazione centrale si trovano gli uffici delleFerrovie dello Stato, dopo gli uffici si trova la grande stazione Marittima. Questa ha una forma ad arco: al piano terra si trovano il bar, la biglietteria e la tabaccheria, e da scale mobili e scale in muratura si può salire sul salone panoramico sul porto; sulla parete opposta si trova un grande mosaico opera diMichele Cascella, restaurato, che rappresenta il discorso di Mussolini a Palermo. Dal salone si aprono i varchi pedonali per le 5 invasature. Da alcune rampe si può salire sopra la nave con le automobili. Un'altra struttura caratterizzante è la torre dell'acqua con la scala a elica intorno alla struttura. La stazione ha anche il compiti di interscambio con: il tram di Messina, Autobus e stazione Pullman fra laSicilia e il continente. All'esterno della stazione vi è piazza Repubblica ove sorge una fontana del1905, posizionata lì dopo la venuta di Mussolini in città.
Molti palazzi sono stati distrutti dai terremoti del 1783, del 1908 e dai bombardamenti del 1943:
Palazzo Molo, edificio del periodo rococò corrente nei primi anni dell'800, opera diAntonio Brancati del1810, distrutto dal terremoto del 1908.
Palazzo Fiorentino, edificio del periodo rococò corrente nei primi anni dell'800, opera diFilippo Juvarra, distrutto dai bombardamenti del 1943.
Palazzo Brunaccini, edificio del periodo rococò corrente nei primi anni dell'800, opera diGaetano di Maria del1810, nelle contrade della parrocchiale chiesa di S. Antonio, distrutto dal terremoto del 1908.
Palazzo Grano, edificio rinascimentale, opera diAndrea Calamech del1563, distrutto dal terremoto del 1908. Il prototipo dei palazzi barocchi quali piaceranno a Catania.
Davanti al Porto di Messina, dal 1589, è stata realizzata una grandepalazzata[Palizzata?], visibile all'arrivo in città dal mare. È stata distrutta dal terremoto del 1783, ricostruita e distrutta dal terremoto del 1908, ricostruita e oggi presente solo in parte:
Palazzo dell'INA (Istituto Nazionale Assicurazioni) edificato su progetto dell'ingegnere Guido Viola nel1935 tra il Palazzo della Dogana e il Banco di Sicilia con la monumentale porta.
opera di Giuseppe Lo Cascio dopo il terremoto del 1908, in stile liberty, con magnifiche decorazioni, pensiline in ghisa, cancelli in stile floreale. Sito sul luogo ove, fino al 1783, sorgeva il grande Palazzo Reale, sede prima dei re e dopo dei viceré di Sicilia, alla pari del palazzo reale diPalermo.[75]
Palazzo del Banco di Sicilia
costruito nel 1929 con norme antisismiche su progetto diCamillo Autore, si ricollega a una marcata struttura rinascimentale così come appare evidente nelle paraste che delimitano il portale d'ingresso affiancato da colonne tuscaniche e sovrastato da un balcone. All'interno dell'edificio, suggestiva è la "sala degli sportelli", ove si ammira lo stile floreale.[76]
il monumento del patriota è realizzato dallo scultore messineseLio Gangeri, eretto per volontà popolare nel 1868 e completato nel 1880. L'artista realizzò alcuni bozzetti dell'opera che furono approvati all'unanimità dal Consiglio Comunale di Messina, la statua alta oltre tre metri, fu poi collocata, con cerimonia solenne.[77]
si trova in piazzaUnione europea (Municipio), eretto nel1936, dallo stile sobrio ed essenziale ma severo. Sul podio, davanti a una stele, l'imponente gruppo bronzeo raffigurante un aviere, un marinaio e un fante.[78]
Monumento alla batteria siciliana Masotto
ricorda la batteria Masotto, caduta adAdua nella campagna eritrea; il gruppo in bronzo, raffigurante tre soldati in atteggiamenti epici, fu modellato daSalvatore Buemi nel1897.[79]
Porta Grazia
monumentale porta d'accesso alla Cittadella (XVII secolo), opera diDomenico Biondo e figli. Nel1961 fu ricollocata nella centrale piazza "Casa Pia".[80]
Statua di Messina riconoscente per la concessione del Portofranco
raffigura la Città riconoscente verso Giuseppe Natoli che il 31 marzo 1848, restituì a Messina i diritti diporto franco soppresso sessant'anni prima daiBorboni(dalla storia di Messina sul portaleGran Mirci). È opera del1859 dello scultore messineseGiuseppe Prinzi e si trovava, prima del1908, all'interno del Municipio. Oggi si trova al centro della piazzetta "Giacomo Minutoli", di fronte al porto con l'imponente mole del Municipio per sfondo.[81]
monumento bronzeo commissionato dal Decurionato messinese al celebre scultorePietro Tenerani, allievo diBertel Thorvaldsen. Fu scolpita aMonaco di Baviera nel1839. Il nuovo re era stato accolto favorevolmente dalla popolazione che nutriva grandi speranze sul suo operato. L'artista realizzò alcuni bozzetti dell'opera (la statua era alta oltre tre metri) che poi sarebbe stata collocata, con cerimonia solenne, in Piazza del Duomo il 30 maggio 1845. La statua venne fusa per farne dei mortai durante l'Assedio di Messina del 1848, in cui il re diede ordine all'esercito di bombardare la città, e infatti, proprio per questo fu soprannominato dai messinesi il Re Bomba. Il Decurionato messinese deliberò il 20 novembre 1852 di rifare le statue dei re Borboni, su ordine dello stessoFerdinando II, che andarono distrutte. Il Tenerani fornì una copia simile alla precedente, il re era raffigurato nell'abito cerimoniale di Gran Maestro dell'Ordine diSan Gennaro. La statua venne nuovamente rifatta a Monaco, nel1856, e trasferita a Messina nel novembre 1857. Dopo il terremoto del 1908 la statua fu sistemata nel Museo Nazionale. Nel 1973 fu riconsegnata al Comune di Messina che l'ha posta in VillaGaribaldi, situata sull'omonima via.[82]
la Statua di Carlo III del 1757, opera in bronzo del messineseGiuseppe Buceti, era stata costruita su modello diJean-Jacques Caffieri su basamento delVanvitelli. La statua fu scolpita a Roma dal messineseSaro Zagari allievo del Tenerani; fu l'ultima a essere completata e venne sistemata agli inizi del1860 nelquartiere San Leone. Quello stesso anno, con l'entrata in città dei Garibaldini, furono nuovamente distrutte le Statue diFrancesco I eFerdinando I. Le altre due statue, invece, quella di Ferdinando II e quella di Carlo III furono poste in salvo per ordine del generale Medici e sistemate nell'allora Museo Civico Peloritano e successivamente nella filanda Mellinghof trasformata in Museo Nazionale. Nel 1973 la Statua di Carlo III di Borbone è stata restituita alla città e collocata sul suo basamento originale in Piazza Cavallotti, sulla Via Primo Settembre, di fronte alla Camera di commercio. Il piedistallo è di forma cilindrica e presenta una decorazione, molto gradevole, a festoni in stile neoclassico.[83]
in Via Cesare Battisti, Largo Seggiola, si erge il monumento alla Regina Elena del Montenegro, inaugurato il 26 giugno1960 a ricordo della sua impegnativa opera assistenziale svolta nel gennaio del1909 a favore della città terremotata. Fu scolpita aFirenze daAntonio Berti e realizzata con i fondi raccolti dal giornaleLa Settimana Incom illustrata, si eleva su un piedistallo marmoreo dove ai quattro lati del basamento, bassorilievi in bronzo attestano l'opera umile e il prodigarsi generoso della regina con i messinesi, duramente colpiti dal terremoto. La statua raffigura la "Regina della Carità" ritta in piedi, serena ma ferma; nel bronzo delle lastre invece la sovrana è raffigurata in quattro momenti: in un provvisorio ospedale allestito sulla nave regia, mentre sorregge la testa di un ferito con accanto una suora, una crocerossina e un ufficiale medico; nell'atto di accarezzare alcuni bambini feriti che si avvicinano a lei; mentre tiene in braccio un bambino appena estratto dalle macerie e in mezzo a numerose vittime.
sorge nell'omonima piazza, all'incrocio con Via Santa Cecilia e Via Cesare Battisti. Consiste una statua in bronzo su basamento di marmo, opera dello scultore messineseMario Lucerna e collocata nel1968. L'opera raffigura il Santo Annibale Maria di Francia, fondatore nel 1882 delle Figlie del Divino Zelo, dei Rogazionisti del Cuore di Gesù nel 1886, e di molti Orfanotrofi Antoniani. Padre Annibale volse la sua opera a Messina nel quartiere Avignone, il più povero e il più malfamato della città ed è rimasto vivo, nei messinesi, un forte senso di devozione nei suoi confronti.[84]
situata in Via Garibaldi, adiacente alla piazza Unione Europea, in una piazzetta intitolata al medesimo Gaetano Martino. Inaugurata il 24 novembre2000, in occasione del centenario della sua nascita, alla presenza delPresidente della repubblicaCarlo Azeglio Ciampi, della vedova del grande statista e dei figli. Fu realizzata, a Roma, dallo scultore Rocchi.[85]
è una casa-monumento situata nel rione Maregrosso di Messina. Si tratta dell'abitazione delCavalier Giovanni Cammarata, muratore in pensione che agli inizi degli anni settanta iniziò ad abbellirla con sculture e decorazioni fantasiose. Sorge in quella che lui stesso ribattezzeràVia delle Belle Arti n. 20, nella periferia industriale di Messina. Si tratta di uno dei maggiori esempi dioutsider art siciliana contemporanea.
ilMonumento a Santa Eustochia diGuido Sgaravatti (1988), situato in piazza Domenico Crisafulli/XXIV Maggio, è un'opera in bronzo, alta 3,95 m., commissionata da Comune e Provincia messinesi per celebrare la visita diGiovanni Paolo II avvenuta l'11 giugno 1988 per la canonizzazione della BeataEustochia, prima uscita per il Papa da Roma in Italia per una santificazione. Realizzato nel tempo record di 88 giorni dal momento del conferimento dell'incarico alla visita papale, come richiesto dai committenti allo scultore (scelto per la conoscenza delle tecniche, la provenienza geografica e la formazione culturale oltre all'esperienza comprovata e all'essere stato allievo dello scultore sicilianoEmilio Greco), l'opera, accostata ad una figura a tutto tondo del Papa che prega a braccia aperte verso Eustochia, è concepita come una stele lavorata a rilievo con leStorie della Santa e posta su un basamento a gradoni triangolari posto al centro dell'esedra inferiore presente nella piazza, quest'ultima poco distante dallaChiesa di Montevergine e dal suo Monastero, fondati per volere di Eustochia.[88][89][90]
sita in Piazza Duomo, venne realizzata nel 1553 daGiovanni Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo. L'Opera, dalla complessa iconografia neoplatonico-alchemica, fu definita dallo storico dell'arte Bernard Berenson "la più bella fontana del Cinquecento in Europa".
seconda opera messinese di Giovanni Angelo Montorsoli,1557, si trova in piazza Unità d'Italia.
Fontana Senatoria
è collocata sul lato sud del Palazzo Municipale; si compone di una grande vasca circolare con al centro una stele che sostiene una grande tazza buccellata del1619 a sua volta sormontata da una pigna, la grande vasca è sorretta da tre gradini e presenta sul bordo esterno sette targhe a rilievo, i nomi dei Senatori del tempo, Don Franciscus Marullo, Bernadus Moleti, Thomas Zuccarato, Marcellus Cirino, Vincentius De Celis e Franciscus De Judice. La sua collocazione originaria è sconosciuta, però fino al1935 si trovava in Piazza Palazzo Reale (accanto alla Dogana), nel1937 viene collocata in Via Consolato del mare accanto al municipio per la venuta a Messina diBenito Mussolini.[91]
fu eretta in piazza Ottagona (oggi piazzaFilippo Juvara) nel1842 per i festeggiamenti secolari in onore della Madonna della Lettera dall'architetto messineseCarlo Falconieri. Oggi si trova al centro di piazza Basicò.[92]
eseguite su disegni del romanoPietro Calcagni, poste ai quattro angoli tra via Austria (oggi via I Settembre) e via Cardines, nuove arterie volute dal Senato di Messina nel1572 per congiungere il Duomo al Palazzo Reale, furono eseguite in epoche diverse. La prima, nel1666, daInnocenzo Mangani, la seconda, nel1714, daIgnazio Buceti, le ultime due da ignoti artisti nel1742. La decorazione è ispirata al mare; gli stemmi imperiali spagnoli e di Messina sormontano ciascuna fontana. Distrutte dalterremoto del 1908, solo due sono state ricomposte nel sito originario; le due mancanti sono custodite al Museo Regionale.
Fontana Bios
alla Passeggiata a Mare, realizzata dal pittore e scultore messinese Ranieri Wanderlingh. Inaugurata nel 2005 è stata donata alla città dal quotidiano Gazzetta del Sud. Raro esempio di arte moderna a Messina, l'opera si ispira alle forme originarie e archetipiche della natura vivente. Simboleggia il maschile e il femminile e il ciclo della vita e dell'energia vitale rappresentato dall'acqua. Il sottotitolo dell'opera è: "la vita che sempre ricomincia". La collocazione sul lungomare è stata voluta dall'autore al fine di segnare l'importante confine fra spazio urbano e spazio naturale che caratterizza la città di Messina.[93]
Fontana dei 4 cavallucci
in largo San Giacomo, alle spalle di Piazza Duomo. Secondo lo storicoCaio Domenico Gallo fu eretta nel 1742 in occasione della festa della Madonna della Lettera, scolpita dal catanese Giovan Battista Marino.[94]
Fontana del Brugnani
all'interno della Fiera campionaria, scolpita nel1738 dal messinese Ignazio Brugnani. Fino al 1908 si trovava nel cortile del monastero di S. Gregorio Magno, sotto Montalto. I gravi danni subiti sono stati restaurati nel 1980.[95]
Fontana in ghisa
opera di artigiani fonditori messinesi di fine '800.[96]
Fontana della Pigna
in piazza Seguenza, è di stile settecentesco, sormontata da una grossa pigna da cui prende il nome. Si pensa provenga da un cortile del seminario arcivescovile.[97]
Fontana di Piazza Repubblica
è del periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale e sfrutta i resti di una fontana del 1902, poi andata distrutta, realizzata daLeandro Caselli in occasione della realizzazione dell'acquedotto cittadino.[98]
all'incrocio tra Corso Cavour e via T. Cannizzaro, sarebbe opera del 1590 diRinaldo Bonanno; quest'opera venne edificata grazie al volere dei senatori di quel tempo che furono:Paolo Adornetto,Antonio Cesare Aquilone,Pietro Arena,Pietro Del Pozzo,Giuseppe Stagno D'Alcontres,Carolus Ventimiglia. I loro nomi e la data di costruzione furono incisi su una lapide, distrutta dal terremoto, che era posta sul fronte del vicino palazzo Brunaccini. La fontana dell'Acquario, intesa popolarmente di Gennaro (viene chiamata Gennaro perché sembra che sia il nome della famiglia messinese che finanziò l'opera, o anche chiamata Innaru o Gennaro, nome derivante da Jannò o Giano, divinità pagana a cui si dedicavano, in epoca romana, le porte della città.), fu sistemata nel 1602 all'incrocio tra il Corso e la via del Collegio: era accostata alla testata di un irregolare fabbricato e volta verso Mezzogiorno e l'inizio del Corso. Caio Domenico Gallo negli "Annali della città di Messina" scrive in proposito che "[…] nell'entrare del nuovo anno 1602 si eresse il bellissimo fonte di marmo nella piazza della parrocchiale di S. Antonio dettà di Jannò con la statua ragguardevole dell'Acquario seduto sul Zodiaco […]". Per diversi anni fu ospitata dal Museo di Messina e nel 1931 fu posta nel nuovo slargo all'inizio del Corso, conservando comunque una posizione non molto diversa dall'originale. Di semplice e classica fattura, la fonte si eleva su un basso basamento e si compone di una vasca ottagonale in marmo rosa, dalla quale si erge un piedistallo che regge la statua di un giovane acquaiolo (Acquario) seduto su un globo decorato da una fascia con i segni dello zodiaco. Il segno zodiacale è, quindi, raffigurato sotto forma di giovane nudo dalle fattezze atletiche che regge due anfore; l'acqua fuoriusciva, fino al 1870, da quattro mascheroni posti alla base del globo e dalle due brocche sostenute da Acquario. La statua in marmo bianco appare non del tutto rifinita, a causa dell'erosione del tempo e dei danni riportati per il terremoto ancora leggibili nelle parti restaurate, ma, malgrado tutto, il modellato si presenta robusto e vibrante e la figura denota sincronia di movimento. Da taluni attribuita aRinaldo Bonanno, essa fu, probabilmente, opera di un suo allievo, essendo quell'artista morto nel 1590.
Fontanella Arena
si trova nel largo "Fontana Arena", un grazioso puttino in bronzo modellato dallo scultore messineseAntonino Bonfiglio. Questa fontanella decora un piccolo angolo di verde a forma triangolare posto tra via Boccetta e via G. Longo. Dagli abitanti del luogo la chiamano "Fontana Arena", dal nome della famiglia Arena che, nel secolo scorso, in un periodo di enorme siccità diedero al popolo la possibilità di servirsi delle acque. Il Comune, per ricordare l'avvenimento, commissionò l'opera un puttino orciaiolo in pietra artificiale che, successivamente, a spese dei cittadini del quartiere, fu modello per una fusione in bronzo, l'originale in pietra andò poi perduto, versante acqua da un panciuto vaso a forma d'anfora, rappresentando una delle opere "minori" e meno importanti di Bonfiglio, ma può considerarsi, malgrado, tra la foltissima schiera di sculture da lui eseguite, l'opera più gioiosa e genuina, pervasa di semplicità, allegria e spensieratezza, tipica del mondo felice dell'infanzia.[99]
costituita dalla statua diArione su due delfini inserita in una nicchia con arco a tutto sesto, con conchiglia e cornice modanata e un’edicola con mezze colonne addossate d’ordine tuscanico, il tutto sormontato da ghirlande e da unostemma inquartato. Rilevata nel casale diGiampilieri marina dall'architetto franceseJaques Ignace Hittorff nel 1823 e pubblicata in incisione ne l'Architecture Moderne de la Sicile, Parigi 1835, allaPlanche XXXIII, viene in seguito dimenticata. Riscoperta dagli architetti messinesi F. Galletta e F. Sondrio nel 2014, viene pubblicata nel 2017, con l'attribuzione da parte degli stessi scopritori allo scultore messineseRinaldo Bonanno. Vedi: M. Kiene, M. D’Angelo, M. Lo Curzio,1823 Hittorff a Messina. La scoperta di una città nuova, EDAS La Volta, Collana di Studi e Progetti di Architettura, Messina 2017, pp. 192–214.ISBN 978-88-7820-473-7. In particolare: F. Galletta,Cronaca di una scoperta/Post Scriptum, pp. 192–198; F. Galletta,Un luogo di delizie, pp. 199–206; F. Sondrio,Una storia che continua, pp. 207–214.
Fontana di Piazza Cairoli
inaugurata con la ristrutturazione della piazza, nel2003 e nel2011 viene inaugurata la fontana multicolore.[100]
fu fatto edificare daCarlo V nel 1540 circa, sul braccio estremo della falce portuale, nel luogo in cui un tempo esisteva l'antica sede dell'Archimandritato del Santissimo Salvatore. Sulla torre "Campana", posta all'estremità, si trova una stele di 60 metri di altezza, che sostiene una grande statua benedicente dellaMadonna della Lettera in bronzo dorato (alta 6 metri), opera diTore Edmondo Calabrò. La stele fu illuminata per la prima volta nel1934 dapapa Pio XI, che azionò dal Vaticano un radiocomando diGuglielmo Marconi; essa appare a chi giunge dal mare e in atto benedicente verso la prospiciente città.
è una delle fortificazioni di pregio di Messina, progettato dalAntonio Ferramolino da Bergamo, regio ingegnere militare, nel 1540 e costruito in posizione dominante, a Montepiselli, nell'ambito del progetto di costruzione di nuove possenti mura e fortificazioni per la città di Messina, voluto daCarlo V, che resero la piazzaforte la più munita del bacino del Mediterraneo. Prese il nome dalviceré dell'epoca donFerrante I Gonzaga.
imponente costruzione militare a pianta stellare (5 baluardi), situata all'imboccatura della falce del porto. Fu costruita dal 1678 al 1681 dagli spagnoli, per controllare la città dopo la rivolta del1674. Essa è nota per i lunghissimi bombardamenti compiuti sulla città durante l'Assedio di Messina del 1848, quando la città insorse contro il dominio borbonico e fu semidistrutta dal fuoco delle artiglierie dell'esercito del regno delle Due Sicilie nel corso della repressione. Gran parte di essa è in stato di abbandono.
iForti detti Umbertini sono così chiamati perché costruiti durante il regno di Umberto I di Savoia per la difesa dello Stretto. Sono 22 in tutto (13 sulla costa siciliana e 9 sulla costa calabra) e in genere sono posizionati su alture.
su Monte Gallo nei pressi di Larderia: ancora in ottimo stato di conservazione, che domina la città dal un'altezza di quasi 500m s.l.m. Da essa si gode una vista ottima sullo Stretto, che servì negli anni a controllare le avanzate francesi via mare, impegnati in quel periodo in una campagna di attacco alla Tunisia. Deriva il suo nome dal generale piemonteseGiovanni Cavalli. È sede del Museo Storico della Fortificazione Permanente dello Stretto.
a Curcuraci. Dalla fine della II guerra mondiale fino al 1986 è stata utilizzata dalla Marina Militare come deposito; da allora è in stato di abbandono.
prende nome da un eremita basiliano vissuto in epoca bizantina; situato a 330 metri di altitudine tra le vallate dell'Annunziata, di San Licandro e di Giostra-San Michele e utilizzato oggi come centro di un Parco Ecologico.
a Tremonti, in buone condizioni. Da qualche anno vi si organizzano importanti eventi d'estate oltre a ospitare il centro VTS per il controllo del traffico marittimo dello Stretto di Messina
di esso resta solo una torre ottagonale, sulla cui sommità è stata installata una delle campane più grandi d'Europa. Esistono ancora alcuni baluardi, nonché le strutture sottostanti e circostanti, insieme con uno degli ingressi del XVI secolo[104]
Sistema costiero - contraereo "f.a.m." (fronte a mare)
edificato a partire dal 1936 e costituito da una rete di batterie costiere, osservatori, direzioni del tiro e altro, utili alla difesa costiera, antisommergibile e contraerea del territorio della città.[109]
Sistema terrestre "f.a.t." (fronte a terra)
edificato tra il1942 e il1943, costituito da una serie di fortificazioni (bunker, piazzole, ecc.) che cingono il perimetro della città, difendendolo da tentativi di penetrazione nemica.[109]
fu progettata dall'ingegnere svizzero Enrico Fehr. Si trova al centro della città tra la Prefettura, la chiesa di S. Giovanni di Malta, la sede del Comando interregionale dei Carabinieri, il viale Boccetta e la via Garibaldi un tempo Strada Ferdinanda. Ricca di vegetazione mediterranea ed esotica, è uno dei luoghi preferiti dai messinesi per il tempo libero, all'interno vi è l'Acquario di Messina, e una voliera che ospita uccelli esotici.
Passeggiata a mare
lungo spazio attrezzato sul waterfront del centro cittadino dal viale Boccetta sino al viale Giostra, compresa la sede della Fiera Internazionale, bellissima la vista sul porto e sulla colonna votiva della Madonna della Lettera.[110]
di fronte al Cimitero monumentale e al centro delviale San Martino, la principale arteria commerciale della città. È il vero grande "polmone verde" di Messina, realizzato negli anni settanta e della estensione di alcuni ettari. Include anche una grande arena all'aperto per spettacoli (auditorium), una piscina, un centro ricreativo per anziani, campi da calcetto e numerosi spazi ludici per i bambini.[111]
situata di fronte alla più grande villa Mazzini lungo la via Garibaldi, alberata a pini. In loco si trova la statua di Ferdinando II di Borbone, da anni tenuta in abbandono e ivi posizionata solo qualche decennio fa.[82]
minuscola villetta sita lungo Via Garibaldi, davanti alla Chiesa di Santa Caterina. Ivi è posta un monumento in stile moderno dedicato ad Antonello da Messina.
Necessitano di lavori per essere dati alla pubblica fruizione due importanti aree della città:
Parco Aldo Moro
situato sulla circonvallazione, in viale Regina Margherita, è sede dell'istituto nazionale di geologia e vulcanologia con sezione sismologica. A novembre 2009 sono stati consegnati lavori di ristrutturazione che sarebbero dovuti durare nove mesi e dei quali non si ha notizia.[117]
Foresta di Camaro
in attesa di essere affidata alla Forestale. Il 7 ottobre 2010, la Regione ha dato il via libera alla stipula della convenzione per la gestione della foresta di Camaro ed è ora possibile firmare l'accordo. All'interno si nasconde un vero e proprio tesoro: ci sono 7 specie di piante rare, 33 specie di uccelli (al Wwf ne risultano addirittura 110); si trovano siti storici quali gli antichi mulini plurisecolari, il santuario della Madonnuzza, il torrente di Camaro, la casa del Re e la colonia del principe di Piemonte. La foresta di Camaro, inoltre, gode di specifiche misure di protezione speciale, in quanto sito di interesse comunitario.[118]
è un albero che sorge in via Brasile vicino ai traghetti. L'albero è il superstite di un grande complesso, la Villa Laudamo, una villa dell'Ottocento distrutta dopo il sisma del 1908. Oggi è considerato il simbolo dell’anticoBorgo del "Ringo, il quartiere dei pescatori. Per comprendere il motivo di questa denominazione, bisogna tornare indietro nel tempo, al 6 agosto 1860, quando Garibaldi, dal balcone della Filanda Eaton a Porto Salvo, pronunciò un discorso di commiato rivolto ai messinesi.“Accettate, generosi, la destra – disse fra l’altro Garibaldi – che non ha mai servito un tiranno, ma che si è incallita al servizio del popolo… A voi chiedo di far l’Italia, senza l’eccidio dei suoi figli, e con voi di servirla, o di morir per essa.” Finito il discorso, il Generale si recò alla vicinaVilla Laudamo.[119]
Magnolia di Villa De Gregorio
si trova in zonaGiostra, è un meraviglioso albero dimagnolia che prende il nome dall'exVilla De Gregorio, distrutta dalterremoto del 1908. Oggi della villa rimangono poche mura. Negli ultimi anni, la zona intorno all'albero sta subendo un processo di riqualificazione con la costruzione di un'area chiamataParco Magnolia.[120]
La popolazione cittadina ha raggiunto un massimo di 260 118 abitanti nel 1981, dopo di che è diminuita al ritmo di 1 000 abitanti l'anno. Il primo motivo del fenomeno è la cronica crisi occupazionale, il secondo il trasferimento verso i comuni limitrofi. Il censimento del 1911 registrò una drastica contrazione per il terremoto del 1908. Le vittime furono in realtà molto più numerose di quanto appaia da una semplice sottrazione tra i dati di quel censimento e quello precedente, perché la città, quasi interamente spopolata, fu ripopolata da abitanti di altre zone della Sicilia e della Calabria, attratti dalla ricostruzione e dai larghi vuoti apertisi negli impieghi pubblici e nel commercio. Le famiglie messinesi che abitavano la città da prima del 1908 sono oggi pochissime.[125]Popolazione storica (migliaia).[126]
Secondo le statisticheISTAT al 31 dicembre 2024 la popolazione straniera residente a Messina era di 12 061 persone, pari al 5,2% della popolazione.[128] Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[129]
Secondo la tradizione cattolica,San Paolo, nel corso delle sue peregrinazioni per il Mediterraneo alla volta diRoma per diffondere la Buona Novella, sarebbe approdato nell'anno41 d. C. a Messina, città già allora molto fiorente dal punto di vista economico grazie al suo porto.[130]
Qui egli, predicando la dottrina cristiana, avrebbe infiammato subito i cuori di molti messinesi e, tra essi, dei Senatori cittadini del tempo, i quali, saputo dall'Apostolo delle Genti dell'esistenza, aGerusalemme, della Madre del Signore, decisero subito di recarvisi per chiedere la sua benedizione sulla Città.[130]
LaMadonna scrisse di suo pugno e consegnò agli ambasciatori messinesi una Lettera, in cui Ella benediceva la Città e i suoi abitanti e si costituiva sua perpetua Protettrice. L'8 settembre del42 d.C. la nave recò gli ambasciatori nella città dello Stretto con la Lettera di Maria, che la stessa Celeste mittente aveva arrotolato e legato con alcuni dei suoi capelli. Tale missiva risulterebbe essere conservata presso i Musei Vaticani a Roma. Secondo una leggenda, Maria avrebbe scelto di essere la patrona dei messinesi e non il contrario. Questa tradizione ha contribuito molto a radicare nella città il culto mariano.[130]
Da allora Messina per i cattolici divenne città mariana per eccellenza, vantando come credenziale l'essere stata scelta "direttamente dalla sua Patrona". Tale scelta sarebbe attestata da un'affermazione diFlavio Lucio Destro, delII secolo. Nel Duomo è custodita la reliquia del capello della Madonna, che viene portata in processione su un artistico vascelluzzo d'argento il giorno delCorpus Domini. Si racconta che a seguito di una pestilenza la popolazione di Palmi era ridotta notevolmente e il Senato Messinese decise di portare parte della Ciocca dei Capelli in processione a Palmi, quando arrivarono alle porte della cittadina calabrese la peste finì immediatamente. Per riconoscenza la domenica dopo il 15 agosto viene replicata a Palmi la processione della Vara (assunzione in cielo di Maria).[130]
I cattolici celebrano la festa della Madonna della Lettera il 3 giugno, con una partecipata processione del fercolo d'argento cesellato con la statuetta argentea della Madonna, modellata daLio Gangeri nel1902 e la reliquia del Capello di Maria contenuta in un prezioso ostensorio (la Lettera è andata perduta in uno dei tanti incendi che devastarono il Duomo nel corso della sua travagliata storia).
La festa delVenerdì Santo si snoda per le principali vie della città laprocessione delle Barette (Varette), risalente al1610[131] e composta da undici gruppi statuari raffiguranti episodi dellaPassione di Cristo. Tale processione si è svolta a più riprese da più di 150 anni e deve il nome di Barette al fatto che nelle prime edizioni vi era solo il simulacro della Madonna Addolorata e un fercolo con il Cristo morto e cinque barette rappresentanti i misteri. Tra le ultime interruzioni quella durata qualche anno per il terremoto del 1908 e il periodo della seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni si sono via via aggiunti altri simulacri fino a essere i ventuno odierni. Le barette rimangono custodite nell'Oratorio della Pace che ha un portale risalente al periodo preterremoto.
Il giorno della festa delCorpus Domini, dallaCattedrale si snoda una lunga processione preceduta da fedeli cattolici incappucciati detti "Babaluci" e da tutte le associazioni, congregazioni e arciconfraternite religiose della città. Assieme all'ostensorio con il SS. Sacramento, portato sotto un ricco baldacchino in seta dall'Arcivescovo, viene portato a spalla il "Vascelluzzo" (piccolo vascello), fercolo in argento cesellato adornato di piccoli drappi rossi e spighe di grano. L'opera è un ex voto fatto dai messinesi in segno di ringraziamento verso laMadonna della Lettera che, secondo la leggenda, in occasione di varie carestie, fece giungere nel porto della città alcuni vascelli carichi di grano. Il Vascelluzzo viene conservato presso la Chiesa dei Marinai ed è esposto dietro un vetro di sicurezza oltre a due pesanti grate di ferro sovraesposte. La mattina del Corpus Domini viene portato a spalla da 16 persone, con un'andatura tale da far sembrare che il Vascelluzzo navighi nel mare, ed entra nel Duomo allo scoccare del mezzogiorno. Una volta arrivato all'altare maggiore viene posta al centro del vascelluzzo la reliquia della Ciocca di capelli della Madonna. Alla sera dopo la S. Messa il Vascelluzzo privo della reliquia viene riportato in processione alla Chiesa dei Marinai dove viene accolto con lo sparo dei fuochi d'artificio.[132]
La festa cattolica più importante è, però, quella che si svolge a ferragosto di ogni anno: viene portata in processione da migliaia di fedeli, vestiti di bianco e blu e a piedi scalzi, un'antica macchina votiva: laVara, raffigurante le fasi dell'Assunzione della Vergine Maria al cielo. La Vara, alta circa 13 metri e mezzo, poggia su grandi scivoli metallici e presenta numerose figurazioni in materiali diversi di angeli, le due grandi sfere rotanti del Sole e della Luna e, in cima, la statua del Cristo che, con una mano, sorregge Maria, in atto di portarla all'Empireo; i fedeli la trascinano tirando le lunghe gomene (230 m ciascuna, spessore5 cm) che vi sono attaccate alla base lungo il selciato precedentemente bagnato del corso Garibaldi, da piazza Castronovo a via I settembre e poi da via I settembre, arteria storica della città, fino a Piazza Duomo, dove la processione si conclude a sera. Dalle 23:00 un grande spettacolo pirotecnico, visibile da tutto lo Stretto, chiude la giornata di festa.
La Vara è una macchina trionfale, costruita per la prima volta nel1535, in onore dell'imperatoreCarlo V, in quell'anno in visita a Messina. Una importante testimonianza cinematografica della processione della Vara la si ha nel filmMade in Italy, unfilm italiano a episodi del1965 diretto daNanni Loy. Si racconta che nel giugno del 1575 scoppiò a Messina una epidemia di peste che durò circa trent'anni procurando la morte di oltre 40 000 persone, dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) e in breve tempo si propagò anche a Reggio Calabria e nelle altre coste della Calabria. I cittadini diPalmi accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana e inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio.Superata la calamità, la città di Messina in segno di riconoscenza verso la cittadina calabrese, con delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei presunti capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente a una lettera di benedizione e di protezione attribuita alla madre di Cristo.[133]
Nei giorni precedenti il 15 agosto, le vie della città sono percorse dalla processione festante dei dueGiganti e delCammello, assieme a numerosi gruppi folkloristici. In particolare, le due colossali statue a cavallo raffigurano i leggendari fondatori della città, la messinese Mata e il moro Grifone (detti"u giganti e a gigantissa").
Le statue derivano dai giganti processionali dell'antica tradizione catalana, ancora oggi presenti in molte zone della Catalogna e usati in occasione di varie festività, come Tarragona per la festa di Santa Tecla, o durante la fiesta Mayor de Reus che si svolge il giorno di San Pietro Reus. Il contatto con la dominazione catalana fece pervenire la tradizione dei giganti processionali che si è diffusa anche in Sicilia e oggi è legata al culto della Vergine Maria, come nel caso dei giganti Mata e Grifone della festa della Assunta a Messina e dei giganti Kronos e Mytia della festa della Madonna della luce di Mistretta, mentre ilCammello ricorda l'ingresso trionfale a Messina, all'inizio della conquista della Sicilia sottratta agliArabi, del normanno ConteRuggero I d'Altavilla, che secondo la tradizione avvenne proprio a dorso dicammello.[134][135]
fondato nel1936, conserva oltre 14 000 volumi riguardanti la città, con copie risalenti al Cinquecento e al Seicento; una interessante emeroteca con oltre 1 600 testate e alcuni giornali risalenti al1815; un'importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline d'epoca. Ha sede al palacultura.
Biblioteca comunale "Tommaso Cannizzaro"
fondata nel1917. custodisce circa 50 000 volumi. Sia l'archivio storico, sia la biblioteca comunale si trovavano provvisoriamente negli scantinati di una scuola media cittadina, sono state poi trasferite nelPalazzo della cultura di viale Boccetta.
Biblioteca del Gabinetto di Lettura
all'incrocio tra viale San Martino e via Sacchi, custodisce oltre 45 000 volumi.
Biblioteca Regionale Universitaria di Messina
fondata nel1731, il suo patrimonio bibliografico ammonta a circa 400 000 unità suddivise in: 1 307 manoscritti, 423 edizioni del XV secolo, 3 637 edizioni del XVI secolo, 107 pergamene sciolte, una collezione iconografica ricca di 363 stampe e una ricca collezione di fotografie storiche. Notevoli per importanza le raccolte pervenute alla Biblioteca per acquisto o donazione. Aperta tutte le mattine e i pomeriggi, tranne la domenica e il lunedì mattina. È suddivisa in quattro sedi: via primo settembre 117, via dei verdi 71, via la farina 237 e via consolare pompea 59.
istituito nel1843. Gravemente mutilato nei suoi fondi archivistici nei bombardamenti del1943 (quando perse oltre 100 000 volumi), oggi custodisce oltre 50 000 volumi. Aperto dal lunedì al sabato tutte le mattine, e nei pomeriggi di martedì e giovedì fino alle 17:30, con accesso libero e consultazione gratuita,|Informazione da verificare, si trova in via Avellino, 1 (angolo via La Farina).
Biblioteca Camera di commercio industria ed agricoltura, in piazza Cavallotti, 1.
Biblioteca del Museo Regionale
nata intorno alla metà delXIX secolo, custodisce circa 9 000 volumi
Biblioteca Painiana del Seminario Arcivescovile "San Pio X[145]
fondata nel1927 dall'Arcivescovo di Messina mons. Angelo Paino nei locali del Seminario. Custodisce circa 175 000 volumi. Si trova in via Seminario, zona Giostra, ed è aperto tutte le mattine dal lunedì al venerdì e nel pomeriggio di giovedì fino alle 18.
Biblioteca dell'Istituto Teologico San Tommaso dell'Università Pontificia Salesiana
una delle biblioteche più belle del sud Italia, ricca di volumi anche introvabili[senza fonte]. È specializzata in scienze religiose e antropologiche: teologia, filosofia, sacra Scrittura, diritto canonico, storia ecclesiastica. Possiede ampie raccolte di letteratura classica e moderna, storia civile, diritto civile, scienze, arte, musica. Un reparto speciale di oltre 5 000 volumi è riservato a opere riguardanti la Sicilia. Una sezione particolare raccoglie, in edizione originale o in fotocopia, un rilevante numero di Sinodi di varie Diocesi d'Italia e di Spagna, e particolarmente delle Diocesi di Sicilia, celebrati tra il 1500 e il 1700. Il patrimonio contiene anche opere antiche a stampa, 'opera omnia', fondi, collezioni, microfiches, all'interno vi è anche una mediateca e un'emeroteca. Aperta tutte le mattine e i pomeriggi tranne la domenica e il lunedì mattina, si trova in via del Pozzo 43.
Biblioteca “Costanza d'Altavilla” del Liceo Classico "Francesco Maurolico"
aperta al pubblico dal2002, custodisce circa 16 000 volumi. Aperta tutte le mattine dal lunedì al sabato e nei pomeriggi di lunedì, martedì e giovedì fino alle 18, si trova in corso Cavour, 63.
tutte le facoltà universitarie di Messina hanno nel tempo realizzato delle biblioteche, molto rilevanti sia dal punto di vista numerico sia qualitativo. Tra di esse, riunite in un sistema bibliotecario d'Ateneo[147], spicca per ampiezza la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia, con sede negli ampi locali del polo universitario dell'Annunziata, che custodisce quasi 1 000 000 di libri e che è, per ampiezza, la seconda nel Meridione d'Italia dopo quella di Napoli. Aperta tutte le mattine dal lunedì al venerdì e nei pomeriggi di lunedì e mercoledì.
Biblioteca Provinciale dei Frati Cappuccini di Messina
istituita nel 1963, rappresenta la continuazione di quella che, agli albori del XVII secolo, fu una delle biblioteche più ricche dell'ordine. Il patrimonio ha una consistenza di 71 500 volumi. Il fondo antico comprende incunaboli, edizioni appartenenti ai secc. XVI-XIX, manoscritti e pergamene. La collezione moderna raccoglie testi concernenti teologia, patrologia, storia della Chiesa, diritto canonico, agiografia, storia, filosofia, letteratura italiana e straniera, arte, scienze del libro, storia e cultura locale. Una sezione speciale è dedicata al francescanesimo e alla storia e alla spiritualità dell'ordine dei Frati Minori Cappuccini. La Biblioteca dispone di una sala di consultazione a scaffale aperto e un'emeroteca dotata di 820 periodici di cui 180 correnti. La Biblioteca è adiacente al Santuario "Madonna di Pompei" sito in viale Regina Margherita 25. Si accede da via delle Mura, una stradina che costeggia il lato sinistro della facciata della Chiesa.
Biblioteca “Giovanni Pascoli”
sita al piano terra del Palazzo Provinciale (Palazzo dei Leoni), sul Corso Cavour. Si caratterizza per la ricchezza e completezza delle raccolte relative alle Gazzette Ufficiali Nazionali (dall'Unità d'Italia a oggi), Regionali, Europee (serie L e C) nonché per alcuni volumi relativi alle primissime sedute del Consiglio Provinciale. È ricca di oltre 4 000 volumi (tra monografie, saggi, pubblicazioni, dizionari, enciclopedie, romanzi). La Biblioteca inoltre conserva e continua a raccogliere diverse pubblicazioni e riviste, prevalentemente di carattere giuridico-amministrativo, ma anche letterarie, storiche e tecnico scientifiche, tra cui numerose sul territorio provinciale. È aperta il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12, e il martedì dalle 16 alle 17.
Biblioteca “Padre Egidio Lo Giudice”
sita presso il Santuario dedicato alla Madonna del Carmine, inaugurata nel luglio del 2013, e gestita dai giovani della Parrocchia, possiede oltre 3 000 volumi, divisi in 22 sezioni, fra le quali alcune di natura religiosa, come Teologia, Scrittura, Spiritualità, Patristica, Storia della Chiesa, Carmelo, Mariologia, ma anche altre di diversa natura come Letteratura, Storia, Arte, Filosofia e Messina.
L'Università di Messina, fondata nel 1548 da S. Ignazio di Loyola come "primum ac prototypum collegium Societatis Jesu", ovvero primoCollegio al mondo della Società di Gesù, conta oggi circa 52 000 iscritti ed è la terza università siciliana per numero di studenti (Palermo e Catania contano circa 62 000 iscritti). L'attività didattica è divisa in 12 dipartimenti, che offrono oltre 100 corsi di laurea.
istituito nel1939 come Scuola di Musica della Filarmonica Laudamo (fondata nel 1921), ma erede di una tradizione di insegnamento musicale sviluppatasi a Messina già a partire dal XVI secolo.
Istituti internazionali per la diffusione della lingua e della cultura
ilMuseo Regionale di Messina (ribattezzato MuMe), già "Museo Nazionale", passato alla Regione Siciliana in applicazione dell'autonomia isolana, fu concepito dopo il1908 nei locali di un'antica filanda di seta, nella spianata di San Salvatore dei Greci (all'incrocio tra viale della Libertà e viale Annunziata) per accogliere quanto di artistico era stato possibile recuperare dalle macerie della città. Le sezioni museali sono organizzate in modo da offrire, attraverso le testimonianze artistiche, un quadro cronologico della ricca storia culturale di Messina attraverso i secoli. Ospita, tra le opere più importanti, quelle dei numerosissimi artisti messinesi,Girolamo Alibrandi e poi Il Polittico di San Gregorio e un'altra tavoletta bifronte diAntonello da Messina e due tele diMichelangelo Merisi da Caravaggio, laResurrezione di Lazzaro e l'Adorazione dei Pastori, opere diAlonso Rodriguez,Mattia Preti,Guercino,Onofrio Gabriello,Mario Minniti,Antonino Barbalonga Alberti,Colijn de Coter,Giovan Battista Quagliata,Matthias Stomer,Domenico Marolì. Il Museo ospita inoltre una riccamostra permanente degli argenti messinesi, a testimonianza delle straordinarie capacità artistiche degli argentieri messinesi. Dal 2010 è in corso il trasferimento nei moderni locali del nuovo Museo, adiacenti ai vecchi.
Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani[152]
Il Museo della Cultura e Musica popolare dei Peloritani
inaugurato nel 1996 nella frazione "Gesso" della zona Nord della città.È aperto ogni domenica, oppure durante la settimana su prenotazione.[senza fonte] Unico nel suo genere in Sicilia, basa l'allestimento museale sul criterio della multidisciplinarità: video, ipertesti, ascolto digitale, animazione con suonatori e cantori della tradizione, supporti letterari, fotografici, iconici, didascalici e didattici. Custodisce tutti gli strumenti musicali della tradizione peloritana, tra cui le zampogne (ciarameddi in dialetto), i flauti in canna (friscaletti), tamburi e tamburelli, scacciapensieri, conchiglie e una ricca documentazione fotografica.
raccoglie in una mostra permanente manoscritti, documenti, fotografie, pubblicazioni, onorificenze provenienti dall'Archivio Quasimodo, acquisito dalla città metropolitana di Messina. La mostra, finalizzata a esaltare gli aspetti fondamentali della vita e delle opere di Salvatore Quasimodo (che visse gran parte della sua vita nella città dello Stretto), si articola in nove sezioni dove sono esposte alcune opere significative del poeta ma anche del traduttore, del critico d'arte, del critico teatrale e perfino del librettista di opere musicali. A corredo dell'importante patrimonio artistico vi sono numerose fotografie, autografi e illustrazioni. Si trova all'interno dei locali della Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea di via XXIV maggio.
Galleria provinciale d'arte moderna e contemporanea[154]
Mostra dei tesori della Cappella Palatina in San Giovanni di Malta[155]
allestito nei locali della chiesa di San Giovanni di Malta, nella via omonima, storica sede dell'ordine dei Cavalieri di Malta, custodisce numerosi esempi di arte sacra negli ambiti soprattutto dell'argenteria e dell'oreficeria (campi in cui Messina fu tra le principali città d'Italia in passato) e dei paramenti liturgici in seta, riccamente ricamati[156]. All'interno vi sono le tombe di San Placido, San Martino e Francesco Maurolico, con relativi affreschi e il crocifisso che parlò a Sant'Annibale di Francia.
il Tesoro del Duomo, custodito ed esposto nel corpo aggiunto sulla fiancata Sud del tempio, è una ricchissima raccolta di preziosi oggetti di culto appartenuti alla Cattedrale sin dal Medioevo, in massima parte argenteria opera della rinomata scuola orafa messinese. Il pezzo più prezioso del Tesoro è la cosiddetta "Manta d'oro", preziosissimo rivestimento del quadro della Madonna della Lettera nelle grandi feste, tutta d'oro finemente cesellato con motivi floreali e geometrici; è opera dell'orafo fiorentinoInnocenzo Mangani, che la eseguì nel1668. Il Tesoro custodisce inoltre una ricchissima collezione di paramenti e oggetti sacri; anche qui spiccano i lavori di orafi e argentieri messinesi.
realizzato nei pressi del Santuario-Basilica di S. Antonio di Padova, nell'annesso Istituto dei PadriRogazionisti, è stato realizzato su progetto dell'architetto Livio Lucà Trombetta e inaugurato nel 2000 da mons. Ignazio Cannavò, Arcivescovo emerito di Messina. Il museo riproduce, in scala 1:2, il quartiere "Avignone", il più malfamato della Messina preterremoto, luogo d'azione del messineseSant'Annibale Maria Di Francia, canonizzato nel2004. Il Museo custodisce anche oggetti provenienti dal quartiere, tutti i ricordi e le vesti del Santo. Si trova all'incrocio tra la via Santa Cecilia e la via Cesare Battisti.
sito sul lato settentrionale della centrale "villa Mazzini", fu costruito verso la fine degli anni cinquanta dall'Istituto talassografico del CNR di Messina. L'acquario, successivamente passato alla proprietà comunale, oggi ospita in 22 vasche mediterranee e 8 acquari che riproducono ambienti acquatici del mondo circa 100 specie ittiche. Vi è annesso un museo della fauna marina. Nasce da un'idea, del1868, del naturalista tedescoAnton Dohrn per osservare e studiare la fauna dello Stretto. L'acquario di Messina, unica struttura di tal genere in Sicilia, fa parte, insieme aMilano,Napoli,Livorno eTrieste, del ristretto gruppo di Acquari storici d'Italia. Al suo interno vi sono presenti specie endemiche delloStretto di Messina, uniche al mondo.
il museo zoologico "Cambria", di pertinenza del Dipartimento di Biologia animale ed ecologia marina della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Ateneo messinese, è sito nei locali del dipartimento nel polo universitario dicontrada Sperone, nella zona Nord della città. Di notevole interesse naturalistico, conserva ricche collezioni di vertebrati, insetti e molluschi, con particolare riferimento alla fauna dello Stretto di Messina.
fondato nel1638, è uno dei tre orti botanici siciliani. Si trova all'incrocio tra la circonvallazione e la via Pietro Castelli.
Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina[162]
fu fondato nel 2003 con il patrocinio del Comune di Messina e dell'UNESCO, è ospitato nei locali del Forte Cavalli uno dei tanti costruiti su entrambe le sponde dello Stretto intorno al1890 per difendere il braccio di mare da una paventata invasione francese. Il percorso espositivo, partendo dagli studi balistici del generaleGiovanni Cavalli, inventore della rigatura dei cannoni, racconta la storia della difesa dello Stretto dal periodo post-unitario alla seconda Guerra Mondiale mediante tavole iconografiche e oggetti appartenenti alla struttura. Il forte custodisce anche il più grande cannone italiano dellaseconda guerra mondiale (16 tonnellate per 10 metri di lunghezza), donato dal Ministero della Difesa e dichiarato Monumento ai Caduti di tutte le Guerre.
sono esposti centinaia diPupi e manoscritti di fine '800 inizio Novecento, teste e tele di Vasta e Marino, una serie di attrezzi atti alla costruzione dei "pupi", scenografie, foto degli spettacoli. Teatro "Rosario Gargano" c/o Istituto "Angelo Pajno" di Messina, a Gravitelli.
Lorenzo Perosi ha dedicato alla città lasinfoniaSuite n.4 "Messina per ricordarela più grandecatastrofe naturale - i 37 secondi più lunghi - che la storia europea ricordi in tempi storici[senza fonte]. L'opera è stata eseguita in prima assoluta nella stessa città nel 2019, sotto la direzione del M° Giuseppe Ratti.[181]
Le specialità dellacucina messinese[182] sono i piatti a base di pesce e frutti di mare:pesce spada,pesce stocco,cozze, costardelle,neonate etonno mentre a base di carne le braciole (taglio unico e diverso dal resto d'Italia) e ilfalsomagro. Dolci tipici messinesi sono lapignolata glassata, il bianco e nero, i cannoli di ricotta con la variante al cioccolato, la cassata siciliana. Tipici anche lafocaccia messinese (scarola riccia, acciughe dissalate pepe nero e formaggio tuma), il panealla disgraziata,[183][184] i rustici (arancini, ipidoni,mozzarelle in carrozza esfoglie) e lagranita, dai gusti vari (fragola, limone, mandorla, gelsi, cioccolato, pistacchio e, molto apprezzata, la granita al caffè con panna) accompagnata dalla tradizionalebrioscia. I piatti della tradizione legati alle varie ricorrenze liturgiche sono: i pidoni (una specie di calzone ripieno di scarola bianca riccia,acciughe sotto sale e scamorza) venivano preparati il giorno dell'annunciazione (25 marzo), ma anche in molte altre occasioni per esempio il giorno di san Giuseppe, il lunedì di Pasqua, il giorno dell'immacolata, la vigilia di natale, il giorno di santo Stefano.U ciusceddu (piatto a base di carne bovina tritata, ossa di vitello, ricotta fresca, uova, pangrattato formaggio maiorchino, pomodori, cipolla sedano e prezzemolo), era d'uso prepararlo il giorno di Pasqua e lapasta 'ncaciata (carne bovina, un pollo novello, fegatini, carne magra bovina tritata, uova, salame sant'Angelo di Brolo, scamorza, formaggio pecorino stagionato, pangrattato, melanzane, salsa di pomodoro, cipolla, pasta del tipo corta liscia, prezzemolo, basilico, strutto, sale e pepe nero macinato). Questo piatto tipico era consuetudine preparalo il 15 agosto, festa dell'Assunta, molto sentita nella città di Messina dove viene portata in processione laVara, una maestosa macchina votiva di forma piramidale, alta circa 14 metri e dal peso di circa 8 tonnellate.
Presso il quartiere fieristico[185] si è svolta fino al 2012 la grande campionaria internazionale, ogni anno, dal 1º al 15 agosto, e numerose altre manifestazioni fieristiche di settore, nel corso dell'anno.La Fiera di Messina è la più antica del mondo,[senza fonte] fu fondata il 2 aprile 1296 da Federico II d'Aragona il quale consentì che i messinesi, per quindici giorni l'anno, aprissero una fiera sgravata dagli obblighi tributari.Con l'ultima campionaria (2012) si è conclusa la fiera che aveva più di settecento anni di vita. Il complesso fieristico è stato definitivamente chiuso e demolito: al suo posto sorgerà il prosieguo della passeggiata a mare.[186]
Il territorio del comune di Messina è suddiviso in seicircoscrizioni[187], suddivise a loro volta da decine di frazioni, quasi tutte antichi villaggi, detti casali. Per questo la città si può considerare policentrica, perché oltre il centro storico della città propriamente detta, vi sono tanti centri storici nelle periferie, appuntoi 48 casali di Messina, situati lungo le vallate e sulle colline.
Particolarmente rilevante in passato, quando annoverava pregiatissime produzioni derivate come laseta e i derivati agrumari, ancor oggi l'agricoltura riveste un ruolo importante nell'economia messinese.
Le attività agricole e d'allevamento sono ancor oggi praticate nelle campagne dei villaggi del Comune di Messina. Tra le produzioni agricole, spiccano:
Vite, da cui si producono ottimi vini rossi e bianchi, tra cui iDOCFaro[189]
Birra, ove si produce laBirra DOC 15 e laBirra dello Stretto dal2016 nel nuovo birrificio Messina.[190]
Diffuso è anche l'allevamento di vari tipi di animali da carne, in particolare di ovini (di cui è tradizione in città mangiarne le carni cotte inforno a legna) ma soprattutto di bovini (le cui interiora vengono arrostite sulla brace e vendute anche per strada, piatto che indialetto messinese vengono chiamatetaiuni,virina epaddi i boi)[191]. Illatte fresco, viene utilizzato per la produzione di:
Il settore secondario non è particolarmente sviluppato in città, dove è (ed era) imperniato sulle industrie di medie dimensioni, in diverse sedi:
Zona Industriale Regionale (ZIR), nella zona Sud della città, vi erano attività come molitura del grano, produzione di generi alimentari, prefabbricati, mobili, ecc.[194]
Polo per lo sviluppo artigianale diLarderìa, sempre nella zona meridionale della città: vi trovano sede numerose attività artigianali di medie dimensioni, dalle produzioni di alta qualità (aziende del settore alimentare, mobili, materiale prefabbricato e per l'edilizia).[195]
Un capitolo a parte è invece il settore della cantieristica navale, vivo e presente nella zona falcata del porto cittadino, sede dei cantieri navaliRodriquez (oraIntermarine) e dei cantieri navali “Palumbo”.
Il terziario è, storicamente, il "settore trainante" dell'economia cittadina. Ciò è dovuto in parte alla presenza delporto che in passato era un importante scalo d'esportazione per i prodotti locali (vino,seta e, su tutti, i derivati agrumari)[196] e ancora oggi è un importante scalo merci, in particolare, materie prime e materie lavorate da/per le industrie di trasformazione del territorio.
Il settore turistico si è sviluppatonegli ultimi anni[non chiaro] con la presenza annuale in città dei croceristi, risollevando Messina da una grave crisi nel settore dovuta alla vicinanza dei grandi poli di attrazione diTaormina e delleIsole Eolie(che fanno della città metropolitana la seconda più visitata del Mezzogiorno dopo Napoli e la prima in Sicilia)[senza fonte]. Nel 2017 sono stati 367 269[9] i croceristi sbarcati al porto della città, nel 2024 650 000.
Con le dovute distinzioni tra turisti e non turisti,le statistiche danno il settore turistico in netta crescita rispetto agli anni passati[non chiaro], soprattutto per quanto riguarda le presenze di turisti stranieri, grazie alle attrattive artistiche (centro storico e monumenti,Museo Regionale con le opere diAntonello eCaravaggio) e naturalistiche (Capo Peloro, laghi diGanzirri,monti Peloritani).[197].
Particolarmente vivo il settore balneare, in particolare per le coste della zona nord, intorno a Capo Peloro (il punto più vicino alla costa calabrese, in cui sorge il faro) che si affacciano sulMar Ionio e dunque sulloStretto, e sulMar Tirreno.
Latangenziale autostradale di Messina è parte dellaA20 Messina-Palermo[198] che attraversa il territorio urbano da sud alla zona centro-nord. Ci sono sette svincoli: Messina sud Tremestieri, Messina San Filippo, Messina Gazzi, Messina Centro, Messina Boccetta, Messina Giostra-Annunziata, Messina nord Villafranca. La città è servita anche dall'Autostrada A18 Messina-Catania.
La città di Messina è collegata, via ferrovia, con il capoluogo di regione, Palermo, e con Catania e Siracusa.Le principali stazioni ferroviarie della città sono:
Messina Marittima (per i collegamenti con la linea ferroviaria del continente); è inoltre presente la stazione di Messina Scalo, dedicata al traffico merci.
Dal 1º maggio 2021, in seguito a un accordo tra Trenitalia e ATM (l'azienda di trasporto urbano di Messina) è stato istituito il biglietto unico e la nuova tariffa metropolitana[199].
Ingresso del portoVeduta del porto di Messina con la caratteristica falce e di parte della città
Messina, sede di Autorità portuale, possiede il più grandeporto naturale attrezzato dellaSicilia.Messina è collegata al continente con servizi di traghetti e aliscafi sia perVilla San Giovanni (24 ore al giorno, 7 giorni la settimana) sia perReggio Calabria. I collegamenti con Villa San Giovanni permettono il trasporto dei convogli ferroviari.[8]A Messina fanno capo servizi Ro-Ro denominati commercialmente "autostrada del mare".
Ilporto di Messina è il decimo in Italia (dopo Civitavecchia, Venezia, Napoli, Livorno, Savona, Genova, Bari e Palermo, La Spezia) per attività crocieristica[9] e il primo porto italiano per trasporto di passeggeri[8], nonché tra i primi d'Italia per estensione;
Dal 2006 la città è dotata di un secondo porto, costituito da due invasature per le navi traghetto che trasportanocamion verso la Calabria. Il nuovo porto sorge nella periferia meridionale, nel sobborgo di Tremestieri, ed è agevolmente raggiungibile grazie al collegamento con lo svincolo Messina Sud - Tremestieri dellatangenziale di Messina. Il nuovo porto mira ad assorbire la gran parte del traffico gommato pesante in attraversamento liberandone il centro cittadino. Il progetto di ampliamento, finanziato e appaltato da molti anni non è ancora concluso[200].
La città dispone di una rete di autoservizi urbani gestiti dalla societàATM[201].La città dal 3 aprile2003 è servita per circa 7,7 chilometri dello sviluppo longitudinale del centro urbano da unalinea tranviaria. Il servizio tram è integrato dal parcheggio a raso Annunziata al capolinea nord e dal parcheggio a raso Gazzi Zir al capolinea sud.[202]
Neltennistavolo, Messina ha una grande tradizione sportiva, con diverse squadre nei massimi campionati, tra le quali la "Top Spin Messina",campione d'Italia nell'anno 2022. Il Body Center Messina si laureò campione d'Italia nel 1999. La Top Spin Messina ha vinto lo scudetto, nelle stagioni 2018/2019 e 2021/2022, laCoppa Italia e la Supercoppa italiana nel 2019 e 2020. Inoltre il CUS Messina mantiene una squadra maschile e una femminile, entrambe militano in serie A2.
Nellapallacanestro, la città dello Stretto è stata in Serie A con laPallacanestro Messina. Oggi la Basket School Messina milita nel campionato nazionale diSerie B Interregionale, assieme al Castanea Basket. In campo femminile, laRescifina ha militato per diversi anni in serie A1, arrivando sino alle semifinali scudetto.
Nellapallanuoto, il CUS Unime milita nel campionato maschile nazionale diSerie A2 dopo la promozione conquistata nella stagione 2017/18 con ben 22 vittorie su 22 partite giocate. In campo femminile laWaterpolo Messina ha militato inSerie A1 fino al 2018. Nella stagione 2014/15 arrivò 3ª in Serie A1 e in finale di Coppa Italia. In quella successiva, 2015/16, si classificò 2ª.
Nellapallamano, Messina è rappresentata nei campionati nazionali maschili dallaPallamano Messina che milita attualmente inSerie A2. Ha militato nel massimo campionato di pallamano italiano, laSerie A1, dal 1998 al 2000. In campo femminile, Messina è rappresentata dall'Handball Club Messana, che milita con la prima squadra inSerie A2.[212]
Nellapallavolo, l'Akademia Messina milita inSerie A2. Vi sono poi diverse squadre che militano nei campionati diSerie C maschile come il Mondo Volley Messina (nato nel 2015) eSerie C femminile come il Messana Tremonti, il Messina Volley, il Team Volley Messina (ex Pallavolo Messina) e la Zanclon, squadra trampolino di lancio del palleggiatoreValerio Vermiglio.
Nelrugby, il Messina Rugby milita inSerie B e disputa le gare casalinghe presso lo stadio Arturo Sciavicco.
Nelcalcio a 5, ilMessina Futsal maschile milita inSerie A2, così come la squadra femminile, ASD Team Scaletta.
Nell'Hockey in-line, laKings Messina milita nellaSerie C e disputa le gare casalinghe presso il PalaTenda CEP.[213]
Negli ultimi anni si è sviluppato un interesse crescente per le maratone al punto che ora sono presenti due importanti appuntamenti in città. La Messina Marathon[214] che si disputa nella seconda metà di aprile lungo il percorso della riviera nord; e la maratonina di mezzagosto che si disputa in notturna nel circuito ricavato nelle strade del centro.[215]
Messina è stata sede della cosiddetta "Grande Partenza" delGiro d'Italia nell'edizione del1930, con il via ufficiale della corsa dato il 17 maggio dal viale Garibaldi alla volta diCatania, dove si concluse la prima tappa con la vittoria diMichele Mara.[216] In totale, la città è statasede di tappa della "Corsa Rosa" in quindici occasioni (cinque partenze e dieci arrivi).[216]
Gli arrivi di tappa a Messina del Giro d'Italia sono stati i seguenti:
L'ACI Messina organizzava annualmente il Rally Internazionale di Messina, valido per il campionato nazionale. La corsa automobilistica si snodava su percorsi interamente asfaltati, per un totale di oltre500 km, su strade del comune e della città metropolitana.Altre gare automobilistiche che si sono svolte nell'ambito comunale sono state lo slalom Kalonerò nella strada che sale al villaggio di San Placido Calonerò[217], e lo slalom dei Colli Sarrizzo che ricalca la storica Coppa San Rizzo (o Sarrizzo)[218].L'ultima gara di auto la "Ronde dei Peloritani"[219] svolta fino al 2013, su un'unica "prova speciale", ripetuta più volte, era ricavata lungo le strade dei Colli Peloritani appunto, ma non ha avuto lo stesso successo dei rally organizzati negli ottanta e novanta.Rimangono però gli appassionati che partecipano attivamente ai rally come equipaggi nelle gare che si svolgono in tutta la Sicilia. Sono rimaste come gare automobilistiche lo slalom di Salice dal 2017 e poi una sola prova speciale del Rally del Tirreno che parte sempre dalla frazione di Salice e percorrendo le strade dei colli San Rizzo giunge fino alla frazione di Gesso.
A Messina vengono svolte diverse regate veliche più o meno importanti tra cui sono stati organizzati per esempio nel 1982 i campionati mondiali di windsurf[220]. I circoli nautici messinesi, tra cui il Circolo Tennis e Vela Messina[221], Lega Navale Messina[222] e la Motonautica Peloritana[223] assicurano durante tutto l'anno delle basi d'appoggio per poter praticare lo sport della vela.
«The following cities were also connected with the League, but did not have representation in the Diet, nor responsibility: (…)Marseilles, Messina,Naples»
^Guide di Messina: Chiesa del monastero di San Paolo di Giuseppe Martinez, da Guida manuale di Messina, 1874Guide di MessinaArchiviato il 26 settembre 2019 inInternet Archive..
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.