Il lemmamessianismo omessianesimo indica una visione del mondo incentrata sull'attesa di unMessia.[1]
Il concetto si sviluppò a partire dalloZoroastrismo e si consacrò definitivamente con lereligioni abramitiche, sebbene anche altre famiglie di religioni abbiano dei messianismi più o meno sviluppati.
In generale, il messianismo denota un'attesa di rinnovamento e trasformazione radicale della società da parte di un popolo, dovuta allavenuta di un salvatore inIsraele, o alritorno di Gesù per icristiani.
In un ambito ancor più generale, il messianismo è il quadro delle varie esperienze religiose e socio-religiose (miti messianici, culti di attesa messianica, attivismo profetico, nozione dell'evoluzione del tempo sacro, ecc.), che riflettono un'ideologia del progressivo esaurirsi della storia verso un termine di rinnovamento totale (o verso vari termini di rinnovamento successivi) e verso l'avvento di unmondo nuovo.
Il Messianismo è quindi spesso, ma non sempre, connesso con l'escatologia e le concezioni relative alla consumazione delmondo. Il Messianismo si caratterizza, inoltre, per una tensioneprofetica. Esso, cioè, si instaura in una crisi di attesa rinnovatrice, più intensamente avvertita quando più sono acuti i motivi conflittuali, fra le condizioni reali e le condizioni ideali.[3]
Ricorre nella predicazioneapostolica diPaolo di Tarso e deiprimi cristiani il tema dellaParusia, cioè della seconda manifestazione diGesù, presente anche alla fine dell'Apocalisse diGiovanni evangelista (Ap 22:20[4]), in cui assume tonimillenaristici.[5] Nuove attese messianiche di una rinascita religiosa si ebbero nelle aspirazioni spirituali delDuecento italiano, presenti soprattutto nelle predicazioni diGioacchino da Fiore,[6] e nellamistica filosofica tedesca.
ConHeidegger si è avuta nel Novecento una ripresa di queste tematiche, legate anche allateologia negativaagostiniana eneoplatonica, che concepisce Dio comeabsconditus, nascosto, ma che si attua nellastoria, «dando» se stesso (cioè rivelandosi) attraverso iltempo.[7]
Secondo ilgiudaismo, il Messia è il futuro re d'Israele, della stirpe diDavide,Redentore del popolo ebraico e del genere umano[8].
La Cristianità identifica il Messia conGesù Cristo, in quantodiscendente diretto di re Davide eRedentore del genere umano.
La parte ebraica (o ebraico-cristiana) che riconobbe il Messia nelGesù storico è la stessa che lo accettò anche come Dio. Tali ebrei battezzati in acqua e Spirito Santo Dio, nel Nome della Trinità, si professarono comunque fedeli alle prescrizioni religiose, alimentari, famigliari e sociali del giudaismo tradizionale e alla verità dell'Antico Testamento, senza smarrire la propria identità nazionale, storica e culturale che era quella ebraico-greca e riconfermata nella sua origine ebraico-greco-cristiana.
Nel corso dei secoli la prospettiva messianica si sviluppa con accentinazionalistici a marcare la differenza con un'attualità empia e infelice.[9]Ad esempio nelLibro di Isaia è possibile leggere accenni (Isaia 2,4 e 69,7[10]) alMessia (che significa letteralmente «Unto del Signore»): il Messia, essendoRedavidico, è in grado di offrire una vera prospettiva di gloria e giustizia aIsraele e alle nazioni; bisogna rilevare, infatti, che la concezione del Regno del Messia rimane intatta nellatradizionegiudaico-cristianaortodossa.
Tra Ottocento e Novecento infine si sviluppa infine il cosiddettomessianismo liberale, che vedeva nelsionismo e nella ricostituzione di unoStato ebraico l'inizio di un'epoca diprogresso materiale e spirituale per l'intera umanità sotto la guida del popolo giudeo.[11]
Secondo la religione Islamica, Gesù Cristo è il Messia profetizzato nell'Antico Testamento, inteso come ilMessia del popolo di Israele, non come Dio[12]. Cristo è ritenuto davanti agli uomini edAllah come il primo dei profeti biblici, ma comesecondo per importanza aMaometto, indicato anche come il Profeta perantonomasia.
Secondo l'escatologia ilMahdi apparirà alla fine dei tempi e dovrà contrastare ilDajjāl (l'equivalente dell'Anticristo, destinato a governare il mondo per 40 giorni), il quale sarà infine sconfitto dalla seconda venuta diGesù (destinato a governare il mondo per 40 anni, prima delgiorno del giudizio definitivo).
Il messianismo russo è una tendenza dellacultura russa tra il XIX e il XX secolo, che si richiama all'idea di una grande missione di fratellanza universale e salvezza spirituale da svolgere nel mondo da parte del popolo russo. Si ritrovano tracce di questa riflessione inSolov'ëv,Berdjaev,Dostoevskij,Tolstoj.
Dostoevskij, in particolare, sente la possibile vocazione rinnovatrice del popolo russo all'interno della fede ortodossa, in contrapposizione a cattolicesimo e protestantesimo, in una chiave di "comprensione" universale:
(Fëdor Dostoevskij, dal discorso dell'8 gennaio 1880, in onore di Puškin[13])
Il messianismo è considerato una caratteristica tipica della culturaebraica, ma non esclusiva di essa.
Il messianismo è un aspetto dell'escatologia di varie religioni:Zoroastrismo (Saoshyant),Buddismo (Maitreya),Induismo (Kalki) eBábismo.
IlRastafarianesimo identifica il Messia della tradizione biblica conHailé Selassié, e l'Etiopia come il luogo d'origine e laTerra Promessa per i neri d'Africa e d'America[14][15].
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