| Mercatone Uno Ciclismo | |
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| Informazioni | |
| Nazione | |
| Debutto | 1997 |
| Scioglimento | 2003 |
| Specialità | Strada |
| Manuale | |
LaMercatone Uno è stata unasquadra maschileitaliana diciclismo su strada, attiva tra i professionisti fra il 1997 e il 2003.
Nascita e storia della squadra sono legate indissolubilmente alla figura diMarco Pantani,scalatore protagonista dei Grandi Giri a tappe negli anni Novanta e primi anni Duemila, giunto all'apice del successo nel 1998, con la conquista della "doppiettaGiro-Tour". La squadra, che ebbe fra i team managerGiuseppe Martinelli,Marino Amadori eDavide Boifava, rivinse poi il Giro d'Italia nel2000 conStefano Garzelli.
Sponsor principale nelle sette stagioni di attività fuMercatone Uno, catena italiana di negozi dielettrodomestici diretta daRomano Cenni. Nel 2003 si aggiunse come co-sponsor l'azienda vinicolaScanavino, mentre negli anni precedenti la squadra aveva usufruito della partnership diAlbacom, oltre che dellaBianchi, fornitrice delle biciclette dal 1998 al 2001.
Nel 1962 Romano Cenni, imprenditore e fondatore delMercatone Germanvox, entrò nel ciclismo sponsorizzando una nuova società, il «Gruppo Sportivo Victoria Germanvox»[1]. Nella seconda metà degli anni '60, la squadra approcciò l'attività professionistica comeGermanvox-Wega, portando in organico, tra gli altri,Vito Taccone eOle Ritter.
Anni più tardi, tra il 1992 e il 1995, un'altra squadra ciclistica denominata Mercatone Uno, divenuta poiSaeco, fu attiva nel circuito con licenza diSan Marino.

Nel 1997, dopo una pausa di un anno, la Mercatone Uno tornò alle corse. La nuova squadra nacque per volere del patron Romano Cenni e diLuciano Pezzi, già gregario diFausto Coppi e direttore sportivo diFelice Gimondi[2]. La formazione era stata pensata perlopiù come una sorta di selezione dell'Emilia-Romagna e costruita appositamente attorno allo scalatoreMarco Pantani per far bene neigrandi Giri. Pantani, di rientro da un anno di inattività per via di un grave infortunio occorsogli alla fine del 1995, ritrovò gran parte dei compagni che aveva avuto fino all'anno precedente inCarrera Jeans, tra i qualiMassimo Podenzana eMarcello Siboni, ai quali si aggiunsero l'amico ed esperto scalatoreRoberto Conti,Beat Zberg e il neoprofessionistaStefano Garzelli. Anche il dirigenteGiuseppe Martinelli, legato al capitano dalla precedente esperienza in Carrera, fu parte del progetto[2], mentre l'altro mentore di Pantani,Davide Boifava, creò laAsics-CGA. Le biciclette erano fornite dallaWilier Triestina, mentre il bacino di sponsor, primo fra tutti Mercatone Uno, attingeva dalla Romagna, a rinforzare l'idea di una squadra molto radicata nel territorio.[1][3]
La stagione iniziò bene: il velocistaMario Traversoni trionfò nella settima tappa dellaTirreno-Adriatico. Anche Pantani, atteso con grande interesse dal pubblico, figurò positivamente in tutte le corse di inizio anno[4]; perciò, pur tra le perplessità di un ritorno alle gare quanto mai difficile, si presentò con ambizioni di classifica alGiro d'Italia, grande obiettivo di stagione. Nonostante qualche primo segnale sugliAppennini[5][6], fu vittima di un nuovo infortunio nella tappa con arrivo aCava de' Tirreni[2]. Pantani non riuscì a rientrare in gruppo e concluse la tappa con estrema fatica, scortato al traguardo dai compagni di squadra; una volta in ospedale, gli fu diagnosticata la lacerazione di un centimetro nelle fibre muscolari della coscia sinistra[7], che lo costrinse ad abbandonare la corsa. Gli subentrò come capitano Stefano Garzelli, che chiuse terzo in classifica scalatori e ottavo in generale, ma staccatissimo dal vincitoreIvan Gotti.
La risonanza magnetica cui Pantani si sottopose qualche giorno più tardi espresse un verdetto più benigno, che gli permise di recuperare abbastanza velocemente e tornare in sella alla bici già alGiro di Svizzera, con l'obiettivo di saggiare la gamba in vista delTour de France[4].
InFrancia, a dispetto di vari contrattempi[8] e del ritardo di condizione legato al nuovo imprevisto fisico, Pantani riuscì comunque a piazzarsi tra i primi tre in entrambe le tappe pirenaiche, con arrivi in quota aLoudenvielle[9][10] eAndorra la Vella[10][11][12], per poi vincere due delle tre tappe alpine del programma, con arrivo rispettivamente all'Alpe d'Huez[13] eMorzine. Il ritardo accumulato nelle prove contro il tempo e nella sciagurata tappa diCourchevel (nella quale fu pesantemente condizionato da una fastidiosa bronchite), si sarebbe però rivelato determinante al termine della corsa[11]: in classifica finale, il capitano della Mercatone fu terzo, preceduto daJan Ullrich, vicecampione uscente, e l'idolo di casaRichard Virenque. In quello stesso Tour vinse una tappa anche Mario Traversoni.[14]
Altre vittorie di rilievo in stagione arrivarono da Beat Zberg, trionfatore allaCoppa Placci, e daSergio Barbero alGiro di Toscana.
Il 1998 l'obiettivo fu rivolto nuovamente al Giro d'Italia: il team lavorò sin dall'inizio della stagione con il proposito di portare Pantani al riscatto. La squadra romagnola iniziò una collaborazione con la storica azienda produttrice di bicicletteBianchi, che divenne anche il secondo sponsor della squadra (rinominata, appunto, Mercatone Uno-Bianchi)[15]. L'organico si arricchì degli arrivi diFabiano Fontanelli (già vincitore di una tappa alGiro d'Italia 1997 tra le file della dismessaMG Boys-Technogym),Riccardo Forconi dallaAmore & Vita,Marco Fincato dallaRoslotto e diMarco Velo, forte cronoman abile anche in salita, in arrivo dallaBrescialat, tutti futuri gregari nelle imprese di Pantani[16]. Nell'area tecnica della Mercatone arrivò ancheOrlando Maini, già direttore sportivo di Pantani ai tempi delGiro d'Italia dilettanti[2].
Rispetto all'anno precedente, Pantani riuscì a imporsi già ai principi della stagione: allaVuelta a Murcia, corsa invernale al tempo piuttosto importante[17][18], domò l'arrivo allo sprint ristretto sul Morrón de Totana (dove nel1997 era stato secondo[19]), chiudendo al terzo posto in classifica generale, dietroAleksandr Vinokurov eAlberto Elli. Diede buoni segnali anche alGiro del Trentino, dove rivaleggiò con i migliori[2], e si presentò in buone condizioni alGiro d'Italia.
Ai nastri di partenza delGiro d'Italia, il principale rivale del Pirata era consideratoAlex Zülle, detto la "Talpa svizzera",passista esperto, ma abile anche in salita, nonché specialista delle gare a cronometro[2]. Per evitare di perdere secondi preziosi lungo le tappe di un percorso che poco esaltava le sue caratteristiche, Pantani decise di andare all'attacco in qualsiasi frazione presentasse delle minime variazioni altimetriche. Tuttavia, in assenza di pendenze rilevanti[20], losvizzero lo controllò pressoché sempre[21][22][23]. Pur movimentando molto la corsa, il Pirata finì perciò per guadagnare qualche secondo sul suo principale avversario soltanto nell'arrivo in salita dell'undicesima frazione,Macerata-San Marino (quando fu 2°, dietro adAndrea Noè[24]) e nell'arrivo aPiancavallo[25], dove vinse la tappa in condizioni atmosferiche di caldo torrido, issandosi al secondo posto in classifica generale.

Staccato di circa tre minuti e mezzo da Zülle nella cronometro del 31 maggio attraverso la città diTrieste[2][26] e con ormai poche occasioni a disposizione per riscrivere la classifica, il Pirata stravolse la classifica nelle tre tappe alpine previste dal programma: il 2 giugno, in occasione della frazione diSelva di Val Gardena, attaccò sullaMarmolada e arrivò secondo al traguardo, appaiato allo scalatoreGiuseppe Guerini[2], coautore con lui di una lunga fuga. Scalzato il rivale dalla testa della classifica e conquistata lamaglia rosa[2][27], all'indomani il romagnolo allungò ancora sullosvizzero e controllò il più diretto rivale,Pavel Tonkov, nella tappa vinta da quest'ultimo allo sprint sotto il traguardo dell'Alpe di Pampeago[28]. Decisiva si sarebbe rivelata la frazione diPlan di Montecampione, il 4 giugno: con un Zülle ormai alla deriva e staccato di più di mezz'ora, Pantani attaccò ripetutamente Tonkov, che finì per mollare la presa a due chilometri dall'arrivo, pagando un ritardo di circa un minuto[2][29]. Con un'ottima prova nella cronometro finaleMendrisio-Lugano (nella quale colse il 3º posto)[30], Pantani mantenne la maglia rosa e concluse primo in classifica, portando a casa anche lamaglia verde dedicata ai migliori scalatori (nell'occasione, superòJosé Jaime "Chepe" González)[31] e arrivando secondo nella classifica a punti[32], dietro aMariano Piccoli. Anche Fabiano Fontanelli portò a casa una tappa, grazie all'affermazione sul traguardo diAsiago[33], mentre l'espertoMassimo Podenzana fu undicesimo in generale[34].
AlGiro di Svizzera, fu invece dominatoreStefano Garzelli. Dopo un Giro d'Italia sfortunato, in cui aveva rimediato un infortunio, il giovane atleta diVarese si riprese in tempo per la kermesse svizzera e conquistò per distacco la quarta tappa con arrivo aLenzerheide[34], che partiva proprio dalle strade di casa sua. Si riconfermò all'indomani[34], ipotecando di fatto il successo finale, grazie ai 53 secondi di distacco inflitti in generale all'ex compagno di squadraBeat Zberg[35].
In quegli stessi giorni, Pantani aveva interrotto totalmente gli allenamenti per godersi il successo del Giro[2]. Il Pirata, che non voleva proseguire la stagione delle Grandi Corse, cambiò repentinamente idea a due settimane dall'inizio delTour de France, quando venne a mancareLuciano Pezzi, cui era molto legato[2][36]. Presentatosi con pochi km nelle gambe allaGrande Boucle, accumulò nelle prime sette tappe un ritardo di quasi 5' dal favorito in maglia giallaJan Ullrich, che si era invece preparato in modo molto più sistematico[37]. Con il passare dei giorni, però, Pantani ritrovò la miglior condizione e recuperò terreno, cominciando dalle tappe in programma suiPirenei: colse dapprima il secondo posto nella tappaPau-Luchon (attaccando nella discesa del col de Peyresourde)[38] e poi staccò tutti aPlateau de Beille. Questi due assoli gli permisero di dimezzare il suo svantaggio[39] e issarsi al quarto posto nella generale. Durante la quindicesima frazione, che andava daGrenoble aLes Deux Alpes, avvenne la svolta: il Pirata andò all'attacco da lontano sulCol du Galibier, a circa 50 km dal traguardo, nonostante le difficili condizioni atmosferiche di pioggia e freddo gelido[36]. Ullrich - mal alimentatosi e spossato dal freddo pungente - andò in crisi irreversibile; il Pirata ne approfittò e conquistò il traguardo finale in solitaria, infliggendo quasi nove minuti di svantaggio all'arrivo al campione in carica. Fatta sua lamaglia gialla[40][41], da quel momento Pantani controllò bene Ullrich sia nella tappa alpina diAlbertville[42], sia nella cronometro diLe Creusot[43], portando la maglia gialla fino agliChamps-Élysées, a dispetto dei numerosi scioperi di ciclisti nati in reazione all'affaire Festina[2][43][44][45][46], lo scandalodoping che sconvolse quell'edizione della corsa e che rischiò di bloccarla prima dell'arrivo aParigi.
Nell'agosto 1998, Pantani capitalizzò la vittoria del Tour, conquistando la classifica generale dell'À travers Lausanne, dinanzi a un pubblico stimato in oltre 30.000 persone.[47] A completare un'annata memorabile, la vittoria di Marco Velo aiCampionati italiani di ciclismo su strada nella prova a cronometro[34].
Dopo i trionfi del 1998 nei giri a tappe più prestigiosi, la Mercatone Uno si pose l'obiettivo di riconfermarsi ai vertici del ciclismo mondiale. La preparazione fu orientata alGiro d'Italia, disegnato dopo tanti anni sulle caratteristiche fisiche e atletiche di Marco Pantani[2][20][48], ma anche sullaVuelta e su altre gare di un giorno o corse a tappe più brevi. Fu data, dunque, fiducia al blocco di corridori capaci di portare al successo, tra la primavera e l'estate dell'anno precedente, Stefano Garzelli e soprattutto il capitano Pantani. Tra i pochi cambiamenti di casacca, quello dello sprinter Traversoni, che passò allaSaeco diMario Cipollini, e gli innesti di elementi d'esperienza comeMichele Coppolillo e soprattuttoEnrico Zaina, scalatore puro e già secondo alGiro d'Italia del 1996.
Gli uomini di punta della squadra dimostrarono di essere già in un ottimo stato di forma per le prime corse della stagione.
Garzelli vinse allo sprint ilGran Premio Miguel Indurain e la quarta tappa allaVuelta al País Vasco, confermandosi competitivo anche in questo tipo di arrivi, e conquistò un terzo posto finale allaTirreno-Adriatico; Fontanelli trionfò nella quinta semitappa dellaSetmana Catalana de Ciclismo. Pantani fece ancora meglio: replicò il successo dell'anno prima nell'arrivo in salita dellaVuelta a Murcia (stavolta collocato al Collado Bermejo)[49][50] e si aggiudicò anche la classifica finale della kermesse. Addirittura nellaMilano-Sanremo attaccò sulla salita dellaCipressa e, pur dovendo far i conti col vento contrario, provò fino all'ultimo a vincere[51], pur su di un percorso poco adatto alle sue caratteristiche da scalatore (nell'occasione, Garzelli fu quarto). In generale, il Pirata si dimostrò pimpante per tutta la primavera, destando ottime impressioni in diverse delle gare propedeutiche alle principali corse a tappe della stagione[48], quali la Setmana Catalana, nella quale colse un successo parziale in salita, e ilGiro del Trentino, al termine del quale si piazzò terzo a soli 7'' dal vincitorePaolo Savoldelli[52].

Pantani confermò le buone sensazioni anche nel successivoGiro d'Italia, obiettivo primario della sua stagione[48]: diversamente dai due anni precedenti, non sfigurò mai a cronometro e già sugli Appennini diede prova di notevole brillantezza, giungendo quarto al traguardo nella tappa delMonte Sirino[53] e ottenendo la maglia rosa nell'accidentata frazione con arrivo alGran Sasso d'Italia, vinta per distacco[2][54][55][56]. Perse poi il simbolo del primato nella frazione a cronometro che attraversavaAncona[54], ma tornò a vestire ben presto di rosa, distaccando sulColle Fauniera il suo rivale capoclassifica,Laurent Jalabert[48][57]. Nella successiva tappa con arrivo alSantuario di Oropa, dopo un salto di catena occorsogli ai piedi della salita, riuscì con l'aiuto della sua squadra a superare l'iniziale difficoltà[2][58] e recuperare uno per uno tutti gli avversari che lo avevano attaccato, arrivando in solitaria al traguardo di Oropa. Nelle successive tappe prealpin, il Pirata controllò soprattutto i suoi avversari più agguerriti, quali Jalabert[59] e Savoldelli[60]. Arrivò, così, al massimo della forma a giocarsi la vittoria finale nel trittico di tappe alpine, per le quali era da più parti dato per favorito[20][48]. Vinse all'Alpe di Pampeago, mettendo circa 3' tra sé e il diretto inseguitore Savoldelli[61] e balzando addirittura in testa alla classifica della maglia ciclamino[62], generalmente appannaggio dei velocisti. Nella tappa seguente, nonostante i piani di squadra fossero conservativi, gli scatti tentati da due uomini di classifica quali Laurent Jalabert eGilberto Simoni lo indussero a sferrare un micidiale contrattacco, che lo portò a transitare per primo sul traguardo diMadonna di Campiglio, con almeno un minuto di vantaggio su tutti i suoi principali inseguitori, e a rinsaldare anche la leadership della classifica scalatori, non senza malumori tra i corridori[2][62]. Alla vigilia dell'ultima tappa di montagna, peraltro a lui estremamente congeniale[20][61][63][64], sembrava che nessuno ormai potesse sfilargli la vittoria finale: il Pirata era, infatti, primo in classifica con 5'38" sul secondo, Paolo Savoldelli (in netto calo di forma già dalla tappa di Pampeago), e 6'12" su Ivan Gotti[64], che non era mai riuscito a staccarlo dall'inizio del Giro.
Le cose cambiarono per Pantani proprio il 5 giugno a Madonna di Campiglio: alle ore 10:10 locali, furono resi pubblici i risultati dei consueti controlli, svolti dai medici dell'UCI in quella stessa mattinata sugli atleti di classifica. Tali test riscontravano nel sangue di Pantani una concentrazione diglobuli rossi superiore al consentito: il valore diematocrito rilevato al romagnolo era infatti del 51,8%, di poco superiore al margine di tolleranza dell'1% sul limite massimo consentito dai regolamenti, 50%[62]. Nell'occasione, pur non risultando positivo a un controllo antidoping, Pantani fu legittimamente escluso dalla Corsa Rosa "a scopo precauzionale" (come in uso dire al tempo): sulla base dei regolamenti sportivi da poco introdotti a tutela della salute dei corridori, avrebbe dovuto ripresentarsi dopo 15 giorni aLosanna a effettuare un controllo per verificare l'abbassamento dei livelli e avere il via libera a riprendere le corse.[65][66][67][68]
Alla notizia dell'esclusione, la squadra del Pirata si ritirò in blocco dal Giro[62].Paolo Savoldelli, nonostante fosse subentrato al primo posto in classifica, rifiutò di indossare la maglia rosa alla partenza della tappa del Mortirolo, rischiando una squalifica. L'ultima e decisiva frazione di montagna fu poi vinta dallo spagnoloRoberto Heras, mentre la maglia passò aIvan Gotti[68], che all'indomani aMilano fu incoronato vincitore del Giro per la seconda volta in carriera[69] Pantani, che inizialmente non aveva nel mirino il successivoTour de France[48][64][70], dopo voci di un possibile ritiro dall'attività[71], rinunciò comunque a proseguire la stagione[72], anche se la sospensione di quindici giorni comminatagli glielo avrebbe consentito[68][70] e nonostante l'incitamento del suo direttore sportivo, Giuseppe Martinelli, convinto che una vittoria allaGrande Boucle, allaVuelta o aiCampionati del mondo diVerona avrebbe fugato ogni polemica sul Pirata.[70]
Al successivoTour de France, la Mercatone Uno andò senza Pantani e si aggiudicò una tappa e un secondo posto conDmitrij Konyšev. In stagione, nonostante la delusione del Giro, arrivarono per la squadra numerose vittorie nelle classiche italiane:Giro dell'Appennino conSimone Borgheresi,Tre Valli Varesine eGiro del Lazio con Sergio Barbero,Giro di Romagna conRoberto Conti,Coppa Sabatini con lo stesso Konyšev, oltre al bis diMarco Velo nella prova a cronometro deiCampionati italiani.

Nel periodo successivo ai fatti di Madonna di Campiglio, braccato dai media e in preda a una forte depressione[73], Pantani era rimasto a lungo chiuso in casa, allontanandosi dal ciclismo[74] e cadendo nella spirale dellacocaina[73][75]. Sebbene il Pirata fosse atteso da tutti al grande ritorno e avesse messo addirittura in preventivo una partecipazione a tutti e tre i Grandi Giri, all'inizio del2000 il suo malessere fu palese fin dal ritiro organizzato dalla Mercatone Uno alleIsole Canarie[76] e si tradusse in una serie diforfait nelle principali gare di avvicinamento al Giro d'Italia. La sua preparazione si fece via via frammentata, fino a diventare inesistente.[76] Nel marzo del 2000, con una lettera aperta, annunciò di volersi allontanare a tempo indeterminato dalle corse.[77]
Con Pantani fuori dai giochi, nella prima parte di stagione arrivarono i successi di Fontanelli nella quinta tappa dellaSettimana Ciclistica Internazionale, di Garzelli nella quarta tappa dellaSettimana Ciclistica Lombarda e diSimone Borgheresi, che vinse una tappa e la classifica generale delGiro del Trentino. Quando a primavera inoltrata il Pirata sembrò in grado di superare il problema della dipendenza da cocaina[78] per partecipare all'imminente Giro d'Italia, ci si rese presto conto di come la sua condizione fisica non fosse adatta a una competizione così dura. Ormai alla Mercatone Uno si pensava a un Giro senza Pantani e i nove posti destinati al team romagnolo erano stati così assegnati: l'emergenteStefano Garzelli promosso con i gradi di capitano e, dietro di lui, una batteria di gregari composta daDaniele De Paoli,Marco Velo,Enrico Zaina,Ermanno Brignoli,Simone Borgheresi,Riccardo Forconi,Fabiano Fontanelli eMassimo Podenzana. A pochi giorni dal via, quest'ultimo fu escluso[79] per far posto proprio a Pantani.
La prova del Pirata in quel Giro non fu all'altezza delle precedenti edizioni, e ciò per via di una condizione non ottimale, che comportava grande difficoltà del romagnolo nel reggere il passo dei migliori in salita, come nel caso della tappa con arrivo all'Abetone. Pantani tornò ai suoi livelli nella sola tappaSaluzzo-Briançon, che prevedeva l'ascesa alColle dell'Izoard, montagna delTour de France prestata per esigenze organizzative alGiro d'Italia: rimasto inizialmente staccato sulla salita delColle dell'Agnello, rientrò sui migliori proprio sull'Izoard e lavorò da gregario per il suo capitano, rispondendo agli attacchi diFrancesco Casagrande e, soprattutto,Gilberto Simoni, mantenendo un'andatura insostenibile per loro, così da neutralizzarli e fiaccarne la resistenza[80]. Una volta scortato il capitano Garzelli alGran Premio della Montagna, si gettò a capofitto nella discesa di Briançon, cogliendo un secondo posto di tappa importante per il morale.[81] La tappa fu cruciale per l'esito della corsa: Garzelli, infatti, che aveva trionfato il giorno prima nella diciottesima tappa con arrivo in quota aPrato Nevoso, riuscì a non perdere terreno dai due principali avversari in generale e, addirittura, a ipotecare la vittoria finale a danno di Francesco "Nando" Casagrande grazie a un'ottimaperformance nella successiva cronoscalata delSestriere.
Ilvaresotto tornò poi alTour de Suisse vinto due anni prima, ma stavolta riuscì a conquistare solamente l'ottava tappa con arrivo aLa Punt.

Pur non ancora brillantissimo, Pantani invece affrontò ilsuccessivo Tour de France con buon entusiasmo, stimolato dal possibile scontro in salita conLance Armstrong (già primo nel1999 e futuro vincitore incontrastato delle seguenti edizioni -vittorie tutte poi revocategli per doping)[2]. Il Pirata rimediò cinque minuti di ritardo nella prima settimana e altri cinque suiPirenei.[82] Si riscattò tre giorni più tardi, il 13 luglio, nella tappa delMont Ventoux: dopo aver faticato a tenere il ritmo dei migliori nelle fasi iniziali della salita, recuperò il gruppo di testa e andò via, tagliando per primo il traguardo, appaiato ad Armstrong.[83] Il recupero di Pantani continuò sulle salite alpine: il 15 luglio, dopo aver battagliato con Armstrong sull'Izoard, il corridore diCesenatico allungò nell'ultimo strappo che portava a Briançon e fu terzo al traguardo[84].
Galvanizzato da una classifica notevolmente migliorata, Pantani si ripeté ancora all'indomani, nella tappa con arrivo aCourchevel 2000: scattato a 16km dall'arrivo, negli ultimi 5 riattaccò gli ultimi superstiti e fece il vuoto, staccando nettamente Armstrong e vincendo la tappa[85]. Sesto in classifica generale, ma con ancora nove minuti da recuperare sulla maglia gialla, all'indomani Pantani creò scompiglio nel gruppo, cercando un complicato assalto alla maglia gialla, iniziato a più di 130km dal traguardo. Dopo un lungo inseguimento, il suo tentativo fu riassorbito ai piedi della quinta e ultima montagna di giornata[86], a causa di un'eccessiva improvvisazione dell'azione e della scarsa collaborazione dei suoi colleghi di fuga. Pur mandando in difficoltà Armstrong, Pantani (che, per non perdere secondi, si era anche mal alimentato) andò in crisi per l'enorme sforzo profuso e, in preda alladissenteria, transitò a 13'44" dal vincitore di tappa,Richard Virenque. All'indomani annunciò il ritiro dalla corsa.[87]
Il Tour di quell'anno fu l'ultimo che vide ai nastri di partenza Marco Pantani, la cui squadra nelle successive edizioni non sarebbe più stata invitata dal patron della kermesse,Jean-Marie Leblanc: a suo dire, infatti, il Pirata non avrebbe offerto sufficienti garanzie di competitività.[88]
Quanto alle altre vittorie, in stagioneMarco Velo si confermò per la terza e ultima voltacampione italiano a cronometro.
Con il passaggio diStefano Garzelli allaMapei-Quick Step, la Mercatone Uno si ritrovò orfana di un importante punto di riferimento, che aveva sopperito ottimamente alla mancanza di brillantezza di Pantani nelle corse a tappe del 2000. Salutò ancheEnrico Zaina, prezioso gregario di Pantani nelle salite di Giro e Tour.
Il clima in squadra si fece inoltre via, via più pesante, a causa di numerose indagini avviate da varieProcure nei confronti del Pirata, che si ritrovò imputato in un processo per frode sportiva intentato nei suoi confronti per fatti risalenti allaMilano-Torino del 1995[89] (la gara nella quale si era gravemente infortunato, rimanendo fermo un anno). Sotto i peggiori auspici, partecipò alGiro d'Italia 2001, durante il quale faticò oltremodo e si ritirò prima della 19ª tappa[90]. La Mercatone Uno, che aveva perso il diritto a partecipare ai Grandi Giri per via di un peggioramento nel ranking mondiale, non ottenne un invito alTour de France 2001, ufficialmente per mancanza di "garanzia di risultati"[91]. L'invito arrivò invece dagli organizzatori dellaVuelta a España, a patto però che Pantani fosse incluso nel novero dei nove convocati. Il Pirata partecipò alla corsa spagnola per la seconda volta in carriera, tuttavia controvoglia, arrivando ad accumulare un ritardo di un'ora in dieci tappe: l'indomani, complice una caduta, abbandonò la corsa. Si trattò dell'ottavo ritiro su undici competizioni cui prese parte in stagione.[92]
In stagione la squadra ottenne solo tre vittorie, tra cui due frazioni di brevi corse a tappe, rispettivamente dellaVuelta a Asturias conFabiano Fontanelli e dellaVuelta a Castilla y León conCristian Moreni. Il miglior risultato nelle grandi corse a tappe fu diMarco Velo, undicesimo in classifica generale al Giro d'Italia.
Il 2002 si aprì con l'addio del team manager che aveva portato la squadra alla storica tripletta del 1998,Giuseppe Martinelli, passato allaSaeco, nonché diOrlando Maini. A dirigere il team arrivòManuela Ronchi, già agente e portavoce di Pantani. La manager affidò la direzione sportiva aMarino Amadori, ex ciclista di rilievo negli anni '80 e direttore sportivo di successo nel ciclismo femminile, capace di portare alla vittoriaFabiana Luperini in quattroGiri Rosa e tre edizioni dellaGrande Boucle. La squadra, che già aveva perso diversi pezzi pregiati nelle due stagioni precedenti, impoverì ulteriormente il profilo tecnico, perdendo in un solo colpoMarco Velo,Igor Astarloa eDaniele De Paoli. Gli arrivi diLuca Mazzanti dallaFassa Bortolo eMassimiliano Mori dallaSaeco non bastarono a garantire alla squadra una batteria di atleti in grado di sostenere il Pirata nelle grandi corse a tappe.
Le vittorie stagionali della squadra furono, così, scarsissime: il miglior corridore fuFabiano Fontanelli, che si aggiudicò una tappa e la classifica generale delGiro della Provincia di Lucca, oltre alGran Premio Città di Rio Saliceto e Correggio.Andrej Mizurov, invece, trionfò inKazakistan, aggiudicandosi la prova nazionale a cronometro.
AlGiro d'Italia, con capitano Pantani, la squadra non riuscì a emergere: il "Pirata" in salita andò subito in difficoltà, ritirandosi durante la 16ª tappa, ai piedi delleDolomiti, quando il suo distacco in classifica era già di quasi un'ora dalla maglia rosa (comeMario Cipollini, velocista)[93]. In generale, il Pirata fece registrare un'annata incolore[94], caratterizzata dalla coda del processo, nel quale fu assolto per la non sussistenza del reato all'epoca dei fatti, ma con la conferma di fatto dell'uso di sostanze dopanti[95] e uno stop impostogli dagli organi federali per alcuni mesi.
Per tutti questi motivi, gli organizzatori delTour de France preferirono non invitare la Mercatone Uno e la stessa cosa accadde anche allaVuelta a España.
Nel 2003 la squadra cambiò profondamente. Dopo il fallito accordo di unione con l'Acqua & Sapone-Cantina Tollo, diretta daVincenzo Santoni e capitanata daMario Cipollini, per la creazione della "Mercatone Uno-Elitron"[96], il gruppo riuscì a continuare l'attività grazie all'arrivo diDavide Boifava, già team manager di Pantani a inizio carriera, accompagnato da un nuovo sponsor, l'azienda vinicolaScanavino, e da un nuovo fornitore di bici da corsa, Carrera.[97] Nasceva così la Mercatone Uno-Scanavino, che scese di graduatoria nella classifica internazionale, passando dalla prima alla seconda divisione.[98] Con una squadra rinnovata negli interpreti e arricchita dai ritorni del suo gregario storicoRoberto Conti e dall'arrivo dell'espertoMassimo Codol e diCristian Gasperoni, Pantani tornò a preparare con entusiasmo la stagione agonistica, mettendo nel mirino Giro e Tour.
Aprì la stagione sfiorando la vittoria di tappa allaSettimana Internazionale di Coppi e Bartali e alGiro d'Italia confermò il miglioramento del suo stato di forma psico-fisica, riuscendo a rimanere in più occasioni con i migliori per provare a vincere una tappa[99]. Inizialmente in ritardo di condizione sugliAppennini per via della lunga inattività, venne fuori alla distanza e si distinse in particolare sulMonte Zoncolan, dove fu l'unico a reagire all'attacco sferrato daGilberto Simoni, prima di crollare negli ultimi duecento metri, finendo quinto dietro la maglia rosa,Garzelli,"Nando" Casagrande eJaroslav Popovyč[100]. La buona prova sullo Zoncolan, unita a qualche altro discreto risultato parziale, lo portò a issarsi fino al 9º posto in generale[99], alimentando le speranze di podio. Una sfortunata caduta in discesa nella tappa diChianale, per colpa della quale arrivò decisamente staccato al traguardo[101], fece perdere diverse posizioni in generale al Pirata, cancellandone di fatto le ambizioni di classifica. Il 30 maggio, a 5 km dalla conclusione della tappa diCascata del Toce, Pantani piazzò gli ultimi scatti in salita della sua carriera: dopo ben cinque accelerazioni nell'arco di un paio di chilometri, tuttavia, finì per esser ripreso dalla maglia rosa Gilberto Simoni, chiudendo 12º a 44" dal vincitore.[102] Al termine del Giro, fu 14º in classifica generale (in seguito, 13° dopo la squalifica diRaimondas Rumšas), miglior risultato personale finale in una corsa a tappe dalGiro del Trentino 1999, che diede a molti la sensazione che il Pirata fosse pronto a tornare ai suoi livelli.[103]
In un'ultima intervista televisiva al termine del Giro d'Italia, inoltre, Pantani diede quasi per certa la sua partecipazione al Tour de France con un'altra formazione, in modo da aggirare l'esclusione della Mercatone Uno dallaGrande Boucle; tuttavia, l'accordo con ilTeam Bianchi diJan Ullrich saltò e Pantani rimase fuori dal Tour per il terzo anno consecutivo. A seguito di un ricovero in una clinica specializzata nella cura delladepressione e delladipendenza da alcol[104][105], il corridore rinunciò al prosieguo della stagione, non prendendo parte allaVuelta[104], alla quale era atteso alla sua terza partecipazione.
In un anno particolarmente avaro di vittorie (solo otto e nessuna di rilievo), l'ultimo trionfo della Mercatone Uno arrivò il 14 settembre alloSter Elektrotoer, nei Paesi Bassi, conEnrico Degano[106]. A fine anno, però, chiuse i battenti. Tra gli atleti di rilievo, Codol passò alla Fassa Bortolo,Eddy Serri e altri cinque alTeam Barloworld,[107] mentre Fontanelli, Conti eDaniel Clavero (col quale Pantani aveva vissuto assieme nell'ultimo anno) lasciarono il professionismo, così come il dsAmadori. Boifava, invece, riprese l'attività solo nel 2005 con il piccoloteam Androni Giocattoli-3C Casalinghi Jet. Pantani, ormai lontano dal ciclismo, si avviò lentamente verso la morte, avvenuta in una stanza dell'Hotel "Le Rose" diRimini nella giornata del 14 febbraio 2004.
| Anno | Class. | Pos. | Migliore cl. individuale |
|---|---|---|---|
| 1997 | - | 11º | |
| 1998 | - | 10º | |
| 1999 | GSI | 6º | |
| 2000 | GSI | 18º | |
| 2001 | GSI | 22º | |
| 2002 | GSI | 30º | |
| 2003 | GSII | 8º |
Altri progetti
| Mercatone Uno – Archivio delle stagioni | |
|---|---|
| 1997 ·1998 ·1999 ·2000 ·2001 ·2002 ·2003 |