Unamemoria è il termine che delRito romano si usa per indicare quelle celebrazioni delsantorale che hanno importanza liturgica minore che lefeste e lesolennità. Essa può essere:obbligatoria, se da celebrare ogni anno a meno di essere impedita da una domenica o da una celebrazione di rango superiore; ofacoltativa (ad libitum), se è lasciata ai celebranti la decisione se officiarla o no.
Hanno il grado di memoria la maggior parte dellecelebrazioni deisanti. La memoria non prevede né il canto delGloria né delCredo, che sono esclusive delle feste e delle solennità la prima, la seconda delle solennità.
Le memorie si celebrano solo se non cade quello stesso giorno una celebrazione di importanza maggiore: all'uopo ilMessale e i libri dellaLiturgia delle ore riportano all'inizio una tabella in cui si determina l'importanza relativa delle varie celebrazioni dell'anno liturgico, e la loro reciproca precedenza.
In particolare le memorie che cadono inQuaresima sono celebrate in tono ancora minore, per evitare di togliere forza alla stessa Quaresima, e sono dette commemorazioni: in tal caso si fa menzione del santo esclusivamente nellacolletta.
Hanno grado di memoria obbligatoria le seguenti ricorrenze liturgiche. Ad esse, a livello locale, si aggiungono le memorie proprie dellediocesi e dellecongregazioni; in tali contesti, inoltre, alcune ricorrenze possono assumere il grado di festa o solennità, oppure venir celebrate in date differenti (in genere il giorno successivo) in caso di occorrenza permanente con ricorrenze locali di grado superiore o di precedente istituzione.
Nei giorni in cui cada una memoria, nellacelebrazione eucaristica si usano leorazioni liturgiche proprie del santo del quale si fa memoria.
Laliturgia della parola è quella dellaferia, a meno che si faccia menzione esplicita del santo nellaprima lettura o nelVangelo: in tal caso si usano le letture riportate nelproprio dei santi o nel rispettivocomune[3].
Nellaliturgia delle ore si deve prendere obbligatoriamente dal santorale la seconda lettura dell'Ufficio delle letture. Le altre parti solamente quando lo si indica esplicitamente.
In particolare, non si cambia mai la prima lettura dell'Ufficio delle letture: le rubriche delbreviario prescrivono che si legga fedelmente quella della feria, a meno che non si stia celebrando unafesta o unasolennità.
NelleLodi mattutine e neiVespri, nella maggioranza delle memorie si recitano isalmi della feria. Alcune memorie fanno eccezione. Lalettura breve con il suoresponsorio, l'antifona alcantico evangelico, leinvocazioni e leintercessioni possono essere prese della feria o del comune, a meno che il santorale indichi testi propri.
Se una memoria ricorre durante il tempo diQuaresima può essere celebrata come "commemorazione"[4] nel modo seguente: dapprima si celebra l'intero ufficio previsto per la feria di Quaresima, poi si aggiungono alcune parti proprie del santo che si sta celebrando. Nell'ufficio delle letture, dopo la seconda lettura con il suo responsorio, si aggiunge la letturaagiografica propria con il suono responsorio e l'orazione del santo; nelle lodi mattutine e nei vespri, dopo l'orazione conclusiva, si aggiungono l'antifona e l'orazione propria.
Particolare memoria facoltativa nella liturgia delle ore è quella diSanta Maria in Sabato.