Melilla (AFI:/meˈlilla/[1]; nome ufficialespagnolo:Ciudad Autónoma de Melilla; in araboمليلية?,Malīliya; inberbero: ⵎⵔⵉⵞ,Mrič "la bianca" o ⵜⴰⵎⵍⵉⵍⵜ,Tamlilt; anticamente conosciuta dairomani comeRusadir; daigreci: Ῥυσσάδειρον,Ryssadeiron) è unacittà autonoma spagnola situata sulla costa settentrionale delMarocco, nell'Africa del Nord, nei pressi del porto marocchinoBeni Ensar. È unporto franco,[2] e l'attività principale è la pesca. Altre fonti di entrata sono il commercio attraverso la frontiera (legale o di contrabbando) e le sovvenzioni spagnole e dell'Unione europea.
Melilla fu una coloniafenicia, con il nome diRusadir. Nel 72 d.C. l'imperatore romanoVespasiano le concesse lo statuto dicolonia e la città conobbe un periodo di splendore, arrivando abattere moneta. Nel 430 fu saccheggiata e occupata daiVandali diGenserico dopo che questi ebbe attraversato loStretto di Gibilterra, per iniziare la conquista del Nordafrica. Liberata dal generaleBelisario nel 534, tornò in orbitaromano-orientale fino alla conquista islamica (fine del VII secolo). In epoca musulmana Melilla conobbe un periodo di decadenza. Nell'859 venne distrutta da un'incursione normanna. Nel 926 fu presa e fortificata dalcaliffo diCordovaAbd al-Rahman III. Successivamente passò sotto la sovranità delle differenti dinastie che governarono ilMarocco, fra cui gliAlmoravidi (nel 1080) e gliAlmohadi (dopo il 1141).
Il 17 settembre 1497, laSpagna occupò la città, nel corso dellaReconquista. Da allora il Marocco ha tentato ripetutamente di annettere Melilla. Tra il 9 dicembre 1774 e il 19 marzo 1775 la città fu sottoposta aun assedio durato 100 giorni ad opera delsultanoMohammed ben Abdallah, ma senza esito. Il governo marocchino reclama dal 1982 Melilla, insieme aCeuta e ad alcune piccole isole spagnole prossime alla costa africana.[4]
Melilla ha un rappresentante al Congresso spagnolo e due al Senato. Ha ottenuto lo status dicittà autonoma il 14 marzo 1995.
Lo standardISO 3166-1 riserva la siglaEA per Melilla eCeuta.
Solo le persone con ascendenza marocchina parlano ilberbero, per la precisione undialetto dellatarifit, la lingua delRif. Nei dialetti del Rif di solito al suonol delle altre variantiberbere corrisponde un suonor, mentre al suono geminato,ll, corrispondeğ o, in fine di parola,č. Da qui il nomeMrič per un anticoMlill, "la Bianca". La lingua ufficiale e più diffusa è tuttavia lo spagnolo, unica ad essere insegnata nelle scuole.
La città ha un'assemblea elettiva e unPresidente, che è il capo dell'amministrazione.
Essendocittà autonoma, a differenza delleComunità autonome essa non ha iniziativa legislativa, ma le viene permesso di chiedere alleCorti generali iniziative legislative che ritenga opportune per una o per l'altra istituzione, mentre si autogoverna tramite un consiglio municipale, competente per i soli affari locali.
Enel eNissan hanno creato un sistema Bess stazionario in cui le batterie usate delle auto elettriche sono riutilizzate a supporto della rete elettrica locale.[5]
^François Papet-Périn, "La mer d'Alboran ou Le contentieux territorial hispano-marocain sur les deux bornes européennes de Ceuta et Melilla", Tome 1, 794 p., tome 2, 308 p., Thèse de doctorat d'histoire contemporaine soutenue en 2012 à Paris 1-Sorbonne sous la direction de Pierre Vermeren.