Lameditazione (dallatinomeditatio, riflessione) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività dellamente, in modo che questa divenga capace diconcentrarsi su un solo pensiero, su un concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, abbandonando i soliti pensieri spiccioli e divenendo assolutamente acquietata, pacifica.Affine alla meditazione è lacontemplazione, con la quale si intende la capacità di lasciar riposare la mente nel suo stato naturale. È una pratica volta quindi all'auto-realizzazione, che può avere uno scoporeligioso,spirituale,filosofico, o mirare ad un miglioramento delle condizioni psicofisiche.[1]
Questa pratica, in varie forme, è riconosciuta da secoli come parte integrante di tutte le principali tradizioni religiose. NelleUpaniṣad, scritture sacreinduiste compilate a partire dalIX -VIII secolo a.C., è presente il primo riferimento esplicito alla meditazione giunto fino a noi. La meditazione è indicata con il terminesanscritodhyāna (ध्यान).
Nell'ambito dellapsicosintesi è definita uno stato della coscienza ottenuto mediante l'indirizzamento volontario dell'attenzione verso un determinato oggetto (meditazione riflessiva) o mediante la completa assenza di pensieri (meditazione recettiva)[2].
Nellameditazione riflessiva l'oggetto della meditazione può essere qualsiasi cosa. In genere nella pratica vengono utilizzate visualizzazioni di elementi che riguardano il mondo interiore o di semplici oggetti, per raggiungere uno stato di maggiore concentrazione e ponderazione. Questo tipo di meditazione è usato spesso dalla cultura occidentale. Lameditazione recettiva ha come scopo l'assenza di pensieri e permette allamente di raggiungere un livello di "consapevolezza senza pensieri", ovvero libertà dall'attività psichica dell'essere umano, talvolta caotica e confusionaria. È un tipo di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali. Entrambi i tipi richiedono fasi di concentrazione.
Il verbo latinomĕdĭtor, che è all'origine del modernomeditare, fu adottato per tradurre in latino il termine grecomelete, presente nella versione in greco dellaBibbia.Melete ha il significato di ponderare, riflettere, contemplare. Fu usato a sua volta per tradurre l’ebraicohāgâ, che indica il sospiro, il mormorio, ma anche la meditazione stessa[3].
Il primo utilizzo noto del terminemeditatio per designare un'attività contemplativa, in ambito cristiano, risale aGuigo II, unmonacocertosino vissuto nelXII secolo. Nel suo libroScala Claustralium (La scala del monaco) viene descritta per la prima volta la preghiera metodica nella tradizionemistica occidentale[4]. In questa descrizione lameditatio costituisce il secondo di quattro gradini di una scala, metafora della vita spirituale. Il gradino precedente è lalectio divina, cioè la lettura ripetuta della Parola di Dio. Il gradino successivo è la preghiera e quello ancora più avanti è la contemplazione[3].
Attraverso la dinamica del modo di operare della mente si può riuscire a riconoscere la distinzione tra unio egocentrico, che si identifica con l'essereio (nome), e l'Io (sé) in grado di osservare l'osservatore (oggettivizzare il soggetto). Questo metodo comporta quattro stati di coscienza:
vedo l'oggetto;
mi accorgo di vedere che vedo l'oggetto;
mi accorgo di vedere il vedere che vedo l'oggetto;
assorbimento in uno stato che supera la dualità soggetto/oggetto al di là dell'espressione e della comunicazione convenzionale.
Anche nelloyoga lo stato raggiunto tramite la pratica delladhyāna favorirebbe l'esperienza della "visione" e, ad un livello superiore, dell'illuminazione, ossia della rivelazione delladivinità onnipresente. Nell'ambito dello yoga la meditazione è il settimo degli otto stadi indicati da Patanjali, e si dice che la mente è nello stato di meditazione, chiamatodhyāna, non che "sta meditando", e che nonostante ci siano molte tecniche di concentrazione,dharana, non esiste una vera e propria tecnica di meditazione.
Nella pratica diSahaja Yoga la meditazione è considerato uno stato d'essere che si manifesta come assenza di pensieri, chiamato consapevolezza senza pensieri, dove nella mente viene a tacere l'usuale chiacchierio di sottofondo per lasciare spazio all'assoluta tranquillità[5].
Questo stato di "pura consapevolezza senza oggetto" può essere raggiunto anche con altre pratiche meditative: ad esempio lameditazione trascendentale si basa sulla ripetizione mentale di unmantra. In ogni caso il termine "meditazione", come è inteso normalmente nella lingua italiana, si rivela inadeguato a dare un'idea efficace di questo tipo di pratiche; un termine meno impreciso potrebbe esserecontemplazione.
Nel Cattolicesimo la meditazione è una forma dipreghiera interiore. Viene fatta in unachiesa o cappella, in presenza dell'eucaristia, o in un ambiente privato, ed è strettamente legata alpensiero e alla riflessione sullaparola di Dio. Si fa preferibilmente la mattina presto, prima di ogni altra azione della giornata.
Nella sua forma più generale si sviluppa attraverso diversi passi successivi:
Inizia con la invocazione delloSpirito Santo affinché sia luce interiore di colui che medita;
si apre alla contemplazione di una scenaevangelica o dalla lettura di un brano dellaBibbia o di un altro libro che possa aiutare;
approfondisce il significato dell'episodio o dell'insegnamento in questione; lo fa attraverso il ragionamento e la ricerca di situazioni o passi biblici simili o correlati;
si sofferma su qualche parola o immagine o concetto, e lo rende oggetto di una riflessione interiore;
chiede a Dio la grazia di vivere il mistero che si è contemplato;
fissa l'impegno di qualche gesto da vivere durante la giornata, per trasformare in carità quello che si è contemplato;
ringrazia il Signore per il dono della luce dell'alto.
Una forma particolare di meditazione è lalectio divina, che è una lettura orante di un passo biblico.
Il concetto di meditazione è espresso in arabo dal terminetafakkur, che va distinto dadhikr, meglio tradotto come "invocazione" o "memoria". Si può dire che il terminedhikr è il ricordo di uno stato precedente, per far riemergere qualcosa che, fortunatamente, non si è perso del tutto.
Comunque i due termini sono unificati nella pratica mistica dell'islam, perché è proprio grazie aldhikr Allah, l'invocazione del nome di Dio, che si raggiunge lo stato adeguato alla meditazione. Ildhikr come metodo spirituale di concentrazione è stato elaborato daisufi.
Questa pratica, sorta ben presto nell'Islam e sviluppata nei secoli IX e X, prevede la ripetizione di uno dei novantanovenomi di Dio o di formule sacre sotto la direzione di un maestro spirituale che rende il metodo praticabile per i partecipanti al rito. È chiamatosceiccoomurshid (guida), mentre in Iran e in India è dettopir.
Dei vari tipi disceicco, il più simile alpaṇḍit degli indù è loshaykh at-ta'lim, colui che conosce la dottrina.
Nel Surat Shabd Yoga vengono praticate parallelamente due tecniche di meditazione: una mirata alla visione della luce Interiore e una volta all'ascolto della corrente sonora (Shabd). La prima pratica è sempre accompagnata dalSimran o ripetizione dei nomi divini, pratica del tutto analoga alla ripetizione dimantra nell'induismo o buddhismo o al dhikhr sufi. Iguru raccomandano di praticare la meditazione per almeno due ore al giorno, e progressivamente aumentare.
Il Surya Yoga – o meditazione al sorgere del sole – è una pratica introdotta nella cultura occidentale da alcuni filosofi e maestri spirituali di tradizione gnostica giudaico-cristiana qualiPeter Deunov eOmraam Mikhaël Aïvanhov. Consiste nel meditare all'alba, davanti al sole nascente, contemplando la sua luce e identificandosi in esso. In particolare, Aïvanhov osserva che attraverso la meditazione al sorgere del sole l’essere umano può ricollegarsi alla Sorgente divina, e che questa pratica può essere considerata una condensazione e una sintesi di tutte le diverse forme di meditazione e di tutti i diversi tipi di yoga praticati da secoli in Oriente.[6]
La pratica della contemplazione meditativa del sole è nota a moltissime culture antiche, dai maya ai nativi americani, ai greci, agli egiziani.[7]In India compare oltre duemila anni fa con gli insegnamenti diMahavira, il fondatore dellogiainismo.Come ogni altra tecnica yogica, anche il Surya yoga prevede una serie di precauzioni, che in questo specifico caso sono finalizzate soprattutto ad evitare danni alla retina causati dall’esposizione alla luce solare diretta.
Esistono molti percorsi personali al di fuori di unareligione o unafilosofia, di cui la meditazione è strumento indispensabile per approfondire i lati oscuri di noi stessi. Molti si avvalgono di un maestro che permette loro di fare un cammino, un percorso che attraversa nuoverealtà e che si lascia alle spalle vecchi mondi, in un procedere verso la maggioreconsapevolezza di sé stessi e della realtà.
Un aspetto fondamentale è la riduzione dellasofferenza che, come l'acquisizione della consapevolezza di sé, abbisogna di un maestro. A tal fine occorrerà conquistarsi un cammino e capacità di meditazione nella relazione con la figura di riferimento. È importante che il maestro non sia solopadre omadre, ma una figura che possa essere lasciata per una nuova realtà affettiva.
In particolare la meditazione delBuddha Śākyamuni e di altri saggi (comeOsho Rajneesh) non era ascritta a nessuna religione o filosofia ma seguiva un cammino personale.
Parecchi studi condotti fin dal 1970 su una tecnica specifica, lameditazione trascendentale, hanno evidenziato la sua efficacia nella diminuzione di ansia e stress e nel miglioramento della salute[8][9][10]. In seguito furono condotte altre ricerche e meta analisi coinvolgendo altri metodi di meditazione.
Nella loro analisi comparativa sugli studi scientifici sulla meditazione, pubblicata nel 2000 nell'International Journal of Psychotherapy, Perez-De-Albeniz e Holmes[11] hanno identificato le seguenti componenti in comune con tutti i metodi meditativi:
rilassamento
concentrazione
alterato stato di coscienza
sospensione dei processi di pensiero logico e razionale
presenza di un'attitudine alla autocoscienza ed alla auto-osservazione.
Numerosissimi sono gli studi della comunità medica sugli effetti fisiologici della meditazione[12][13][14][15].
Recentemente uno studio scientifico americano pubblicato sulla rivistaProceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato effetti rilevanti della meditazione secondo il metodoIntegrative body-mind training (tecnica nata in Cina negli anni '90) sul miglioramento delle condizioni di vita: ladepressione si attenua e ledifese immunitarie si rinforzano. I ricercatori hanno constatato che il gruppo di studenti che aveva applicato il metodo mostrava una concentrazione dicortisolo molto inferiore e una migliore risposta immunitaria rispetto al gruppo di controllo. Dai questionari è anche emerso che la meditazione aveva abbassato i livelli dirabbia,ansia, depressione efatica. Il dottor Yi-Yuan Tang, coordinatore della ricerca, ha così dedotto che i processi mentali, la consapevolezza e l'attenzione sono aspetti della vita che possono essere esercitati, esattamente come imuscoli[17].
Inpsicoterapia le tecniche di meditazione dimindfulness si utilizzano per accrescere la consapevolezza dei pazienti e hanno svariate applicazioni, fra cui la prevenzione dellerecidivedepressive e il trattamento dei disturbi d'ansia.[18]
^Venkatesh S, Raju TR, Shivani Y, Tompkins G, Meti BL. (1997)A study of structure of phenomenology of consciousness in meditative and non-meditative states. Indian J Physiol Pharmacol. 1997 Apr;41(2): 149–53.PubMed AbstractPMID 9142560
^Peng CK, Mietus JE, Liu Y, Khalsa G, Douglas PS, Benson H, Goldberger AL. (1999)Exaggerated heart rate oscillations during two meditation techniques. Int J Cardiol. 1999 Jul 31;70(2):101–7.PubMed AbstractPMID 10454297
^Lazar, S.W.; Bush, G.; Gollub, R. L.; Fricchione, G. L.; Khalsa, G.; Benson, H.Functional brain mapping of the relaxation response and meditationNeuroReport: Volume 11(7) 15 maggio2000 pp. 1581–1585PubMed abstractPMID 10841380
^Carlson LE, Ursuliak Z, Goodey E, Angen M, Speca M. (2001)The effects of a mindfulness meditation-based stress reduction program on mood and symptoms of stress in cancer outpatients: 6-month follow-up. Support Care Cancer. 2001 Mar;9(2):112-23.PubMed abstractPMID 11305069