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Medici

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediMedici (disambigua).
Medici
Festina lente
D'oro, a seipalle poste in cinta, di cui la mediana al capo, più grossa, diazzurro, all'arme di Francia, le altre dirosso[1]
StatobandieraRepubblica di Firenze
Ducato di Firenze
Granducato di Toscana
Stato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
Regno di Napoli
Titoli
FondatoreGiambuono de' Medici
Ultimo sovranoGian Gastone de' Medici
Data di fondazione1169
Data di deposizione1737
Etniaitaliana
Rami cadetti
Gragnano
Bonino
Alamanno
Salvestro
Bernardo
Francesco
Vieri
Zara
Tornaquinci
Cafaggiolo
Popolano
Granducale
Bernardetto
Ottajano
Patrizi
Peruzzi

Rami tuttora esistenti:

(dalXV secolo)
(dalXVI secolo)
Manuale
Stemma di Casa de' Medici

La casata deiMedici è stata un'antica e potentefamiglianobile italiana di originetoscana, che divenne una delle dinastie protagoniste e di centrale importanza nellastoria d'Italia ed'Europa a partire dalXV secolo e fino alXVIII secolo. Il potere mediceo durò quasi ininterrotto, tranne qualche periodo di breve durata, dal1434, con lasignoria cittadina diCosimo il Vecchio, fino al1737, con la morte senza eredi del granducaGian Gastone de' Medici, ultimo della sua dinastia.

Di origine umile e provenienti dalla regione geografica delMugello, i Medici sono attestati almeno dalXII secolo; le attività delle loro prime generazioni riguardarono lamercatura, latessitura, l'agricoltura e solo sporadicamente l'attività bancaria. I Medici tuttavia iniziarono la loro ascesa al potere proprio grazie ad un banchiere,Giovanni di Bicci, che fece grande fortuna con il banco da lui fondato, ilBanco dei Medici. In tal modo la famiglia acquistò nel tempo ricchezza e lustro, divenendo finanziatrice delle realtà più influenti nel panorama politico europeo, tanto da diventare i banchieri delPapa e a finanziare imprese quali la conquista delDucato di Milano da parte diFrancesco Sforza e la vittoria diEdoardo IV d'Inghilterra nellaGuerra delle due rose.

Con il figlio di Giovanni,Cosimo detto "il vecchio", la famiglia ottennede facto il pieno controllo dellaRepubblica di Firenze, che si trasformò poi in dignità nobiliare controllando ilDucato di Firenze prima e ilGranducato di Toscana poi (saranno loro a volere il titolo di granduchi, per la loro potenza sia economica che politica).

La sorella di Gian Gastone,Anna Maria Luisa de' Medici, ultimo effettivo membro legittimo del ramo granducale, stipulò il celebre "Patto di famiglia" con gliAsburgo-Lorena, in cui lasciava per testamento l'immenso patrimonio artistico e culturale alla città diFirenze. L'accordo prevedeva che i nuovi successori non potessero spostare « [...]o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri», come scrisse lei stessa.

Sopravvivono due rami cadetti della famiglia: quello deiMedici di Ottajano, principi diOttajano e duchi diSarno, trapiantati nelRegno di Napoli sin dalXVI secolo; e quello deiMedici Tornaquinci, già marchesi diCastellina, rimasti nell'originaria Toscana.

Storia

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Origini

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La famiglia proveniva dal contado delMugello e trae origine daMedico, castellano diPotrone, nato intorno al1046. Alcuni esponenti della famiglia, tutti discendenti di Medico di Potrone, tra ilDuecento e ilTrecento si guadagnarono una considerevole ricchezza con le manifatture laniere che in quel tempo videro un periodo di crescita della domanda, in Italia e all'estero, soprattutto inFrancia eSpagna. Agli inizi del Trecento i Medici avevano già avuto dueGonfalonieri di Giustizia, la massima carica dellaRepubblica fiorentina, e per tutta la prima metà del secolo fecero parte dell'oligarchia che dominava la città.

Solitamente le fonti e la tradizione letteraria ricordano che i Medici erano originari delMugello, la zona a nord-est di Firenze oggi comprendente i territori comunali diBarberino di Mugello,San Piero a Sieve,Scarperia,Borgo San Lorenzo eVicchio. Tale informazione invero non ha fondamenti documentari certi, ma è la più probabile in quanto si basa sul fatto che dal XIV secolo i Medici risultano essere proprietari fondiari della zona. Era infatti naturale per i mercanti del Duecento, che alimentavano le loro fortune economiche in città, acquistare terre nella zona del contado da cui provenivano. A sostenere tale ipotesi, vi sono le leggende fiorite soprattutto in epoca granducale (XVI-XVII secolo), quando la fantasia e la penna degli eruditi di corte si esercitavano a dar lustro alle origini della stirpe allora regnante in Toscana. Secondo un manoscritto secentesco oggi nellaBiblioteca Moreniana, in epoca altomedievale i Medici furono legati agliUbaldini, allora feudatari molto potenti nelMugello, e almeno dal 1030 possedevano i castelli di Castagnolo e di Potrone appunto, situati presso l'odiernaScarperia.

Il manoscritto della Biblioteca Moreniana n. 24, che tramanda una sorta di romanzo cortigiano intitolato "Origine e discendenza della casa dei Medici di Firenze" ed attribuito aCosimo Baroncelli (1569-1626), cameriere diDon Giovanni de' Medici, presentando come capostipite un certo Averardo de' Medici (nome poi ricorrente nella famiglia fra Due e Trecento), che fu un comandante dell'esercito diCarlo Magno imperatore, nonché «rifondatore» diFirenze, riporta un racconto che intende nobilitare le origini della schiatta medicea e del suo stemma narrando come il valoroso Averardo, mentre era impegnato a liberare il territorio toscano dall'invasione deiLongobardi, ebbe a sconfiggere un gigante chiamato Mugello, che terrorizzava la zona omonima dell'Alta Val di Sieve'.
Durante lo scontro, il gigante Mugello avrebbe conficcato la propria mazza dentata (o forse le palle del flagello) nello scudo dorato di Averardo: i segni rimasti impressi sull'arma del cavaliere suggerirono l'emblema araldico delle palle o «bisanti» nel blasone mediceo.

Così, dopo la mitica impresa di Averardo, i lontani avi diCosimo il Vecchio eLorenzo il Magnifico si sarebbero trasferiti nella regione del Mugello. La notizia che i Medici si insediassero in Mugello in epoca tanto antica (l'ultimo quarto dell'VIII secolo) sembra, però, ridimensionata da un'altra testimonianza. Il "Libro di memorie di Filigno de' Medici" scritto nel 1374 ricorda infatti che i Medici compirono i primi consistenti acquisti di terre in Mugello fra il 1260 e il 1318, mentre possedevano immobili di una certa rilevanza a Firenze almeno già dal 1169.

Utilizzando gli scarsi dati disponibili, risulta in ogni caso difficile stabilire se i Medici, agli albori della loro storia, siano stati proprietari terrieri molto agiati che hanno cercato in città nuove occasioni di ascesa e sviluppo, oppure se invece siano stati cittadini abbienti che per estendere la loro influenza e il loro potere hanno realizzato alleanze propizie con famiglie nobili e investimenti nelle campagne.

Primi componenti dei Medici

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Le prime notizie certe sui Medici, sia pure scarne e frammentarie, si hanno comunque a partire dalXII secolo.

Chiesa di San Tommaso, olio di Fabio Borbottoni (1820-1902)

Dal Libro di memorie scritto nelTrecento daFiligno de' Medici, si ricava che già allora i suoi avi erano residenti aFirenze: nel1169, con i Sizi e altri, fecero costruire la torre nelpopolo di San Tommaso presso ilMercato Vecchio (nella zona oggi fra piazza della Repubblica e via de' Medici); inoltre, nel1180 i Medici e i Sizi andarono davanti alvescovo Giulio per contendersi ilpatronato sulla medesimachiesa di San Tommaso (detta anche di San Famaso).

Fra ilXII e ilXIII secolo visseGiambuono, considerato il capostipite della stirpe. Dal Duecento si hanno le prime notizie documentarie sui membri della famiglia, a cominciare da un atto del1201, in cui viene citatoChiarissimo di Giambuono fra i delegati della Repubblica fiorentina firmatari di un patto con isenesi.
Nella prima metà del XIII secolo, i Medici si dividono in trelinee di discendenza principali, facenti capo rispettivamente aBonagiunta (ramo estinto nel1363),Chiarissimo eAverardo.

Bonagiunta, figlio di Giambuono

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È documentato nel1216 come consigliere del Comune e nel1221 come testimone di un atto. Figli di Bonagiunta furono Ugo e Galgano, creditori del conte palatinoGuido Guerra. Alla metà del secolo Ugo sposò Dialta di ScolaioDella Tosa, famiglia nobile e prestigiosa, con la quale il ramo di Bonagiunta entrava così in consorteria.

Dal matrimonio nacquero Scolaio e Gano (o Galgano). Fra il1267 e il1268 Scolaio fu fra i “maggiorenti” del partito guelfo. Nel1269 i due fratelli, ancora proprietari della torre di San Tommaso, furono risarciti dei danni inferti dai ghibellini sui loro beni immobili alMercato Vecchio. Figlio di Gano fu Bonagiunta, citato nel 1278 con Averardo fra i consiglieri cittadini del nuovo governo guelfo. Negli atti di pace fra guelfi e ghibellini stipulati dal cardinaleLatino Malabranca Orsini, vi sono fra i firmatari guelfi Scolaio e Bonagiunta.

Ardingo, figlio del guelfo Bonagiunta, sembra essere il primo ad assumere prestigiose cariche pubbliche: infatti, fu eletto priore delle Arti nel 1291, nel 1313 e nel 1316; fu inoltre tesoriere del Comune eGonfaloniere di Giustizia nel 1296 e nel 1307 (il primo della famiglia); sposò infine la nobile Gemma de'Bardi. Suo fratello Guccio fu anch'egli gonfaloniere nel 1299. Fra il 1296 e il 1343 Ardingo e altri undici componenti della famiglia Medici assunsero il titolo di priore per ben 27 volte. Inoltre il figlio di Ardingo, Francesco, seguì le orme paterne e fu anch'egli un importante uomo politico: fu tra i XIV probiviri incaricati di ripristinare il governo repubblicano dopo la cacciata delDuca di Atene nel 1343 (per mano del quale un altro Medici, Giovanni di Bernardo, era stato decapitato lo stesso anno), mentre nel 1348, l'anno dellaPeste nera, fu gonfaloniere di Giustizia. In generale il ramo di Bonagiunta fra Due e Trecento risulta abbastanza impegnato in politica e onorato da prestigiose cariche pubbliche, grazie anche al legame di consorteria con i Della Tosa. Alcuni della famiglia svolsero un'attività bancaria, sia pure probabilmente modesta, alimentata fin dall'inizio dal prestito a interesse, ma ben presto dovettero far fronte a una forte crisi economica. Così nel 1348 i discendenti di Bonagiunta vendettero le case e il terreno acquistato pochi decenni prima sulla direttrice oggi suVia de' Martellivia Cavour, dove poi sarebbe sorto il quattrocentescoPalazzo Medici.

Averardo de' Medici dettoBicci

L'ultimo rappresentante della linea maschile discendente da Bonagiunta fu Fantino, socio diGiovanni di Bicci fra il 1422 e il 1426 e bisnipote di uno dei fratelli di Ardingo. Tale discendenza si estinse alla metà del Quattrocento.

Chiarissimo, figlio di Giambuono

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Chiarissimo diLippo diGiambuono risulta nel 1240 creditore nei confronti delmonastero di Camaldoli e nel 1253 fu nominato cavaliere. Suo figlio Giambuono fu ufficiale dell'esercito riunito per affrontare i senesi nella rovinosaBattaglia di Montaperti. Fra gli eletti alPriorato delle Arti nel 1322 ci fu Bernardo di Giambuono, che ai primi del Trecento fra le schiere dei guelfi Neri fu responsabile di violenze efferate nei confronti dei Bianchi.
Anche il figlio Giovanni di Bernardo, nonostante una condanna a morte per omicidio poi revocata, fu ripetutamente chiamato alPriorato delle Arti e ad altre importanti cariche pubbliche: fu infatti gonfaloniere della Repubblica nel 1333 e nel 1340, ambasciatore aLucca nel 1341, e venne decapitato nel 1343 per ordine delDuca di Atene, a causa delle sue simpatie popolari. Un suo cugino, Bonino di Lippo (Filippo) di Chiarissimo, fu anche egli gonfaloniere nel 1312.

Suo nipoteSalvestro di Alemanno, bisnipote di Chiarissimo, è forse il Medici più celebre del Trecento per aver partecipato altumulto dei Ciompi nel 1378.

Salvestro de' Medici, dettoChiarissimo


Prima di allora si era distinto per aver assunto prestigiose cariche pubbliche e importanti compiti diplomatici. Nel 1351 si impegnò con successo nella guerra contro iVisconti in difesa del castello diScarperia. Nel 1378 era gonfaloniere, quando lasciò emergere incontrollata la rivolta capeggiata daMichele di Lando, per opporsi ai suoi avversari politici di stampo conservatore. Per questo fu condannato all'esilio nel 1382 per cinque anni. Morì nel 1388 e fu sepolto nel Duomo. Misera sorte fra avventatezze e prevaricazioni toccò anche ai famigliari di Salvestro: il figlio Niccolò fu assassinato nel 1364; venne accusato del reato lo zio Bartolomeo di Alemanno, che riuscì a farsi annullare la condanna a morte. Costui nel 1360 tentò un colpo di Stato. Nel 1377 di Africhello di Alemanno, un altro fratello di Salvestro, fu notevole per soprusi inferti a una povera vedova alla quale voleva sottrarre le terre. Verso la fine del secolo, Antonio di Bartolomeo partecipò a una sollevazione capeggiata da DonatoAcciaioli, che costò a lui e al cugino Alessandro l'esilio.

In generale, nel Trecento, dunque, mentre i discendenti di Bonagiunta vivevano una inarrestabile crisi economica, a molti altri esponenti della famiglia Medici toccò l'esilio, l'interdizione dai pubblici uffici o persino la condanna a morte, per atti di violenza, soprusi, aggressioni e persino omicidi.

Averardo, figlio di Giambuono

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Infine l'ultimo ramo, quello diAverardo. Costui risulta il primo Medici impegnato a comprare terre inMugello: infatti nel 1260 avviò una vasta opera di acquisti in questa area del contado fiorentino, terminata nel 1318 dal figlio omonimo.Averardo di Averardo, già priore (1309) e poi gonfaloniere (1314), divise tali proprietà fra i sei figli nel 1320.

I figli di Averardo (Jacopo, Giovenco, Salvestro, Francesco, Talento e Conte) dettero vita ad una florida attività bancaria fondando la compagniafilii Averardi, di cui però si hanno notizie solo fino al 1330. Dopo tale data non risultano altre attività finanziarie concertate in gruppo da membri della famiglia Medici, forse anche a causa dei frequenti disaccordi e contrasti sorti fra i vari componenti, di solito sollevati per questioni di proprietà o eredità. Il prestito a interesse continuò, comunque, ad essere molto praticato, anche se solo individualmente.

Un figlio di Talento, Mario, divenne gonfaloniere nel 1343. Nella difficile situazione in cui i Medici si trovarono dalla metà del Trecento, si distinsero alcune personalità che risollevarono le sorti della famiglia. In particolare Giovanni, figlio di Conte e nipote di Averardo, fu attivissimo nella vita pubblica: fu gonfaloniere nel 1349, nel 1353, nel 1356; fu vicario aPescia (1346) e podestà aPrato (1365); venne incaricato di varie missioni diplomatiche e militari fuori dei confini fiorentini (Lucca,Piemonte,Pistoia,Siena,Milano). Nel 1351 Giovanni divenne capitano della provincia del Mugello e, con lo zio Salvestro, si impegnò nella difesa militare del castello di Scarperia dall'assedio delle truppe viscontee. L'anno seguente era a Napoli fra gli ambasciatori inviati dalla Repubblica fiorentina per rendere omaggio alla nuova reginaGiovanna I. Nel 1355 con AntonioAdimari, al comando di 200 cavalieri fiorentini, scortòCarlo IV fino aRoma per l'incoronazione.

Fra il 1335 e il 1375 Giovanni e i fratelli, fra cui Filigno di Conte, comprarono per circa 9.000 fiorini d'oro 170 appezzamenti di terreno perlopiù nella zona del Mugello. Gli stessi Giovanni e Filigno si preoccuparono di accrescere anche gli immobili in città di loro proprietà, anche se vi investirono molto meno denaro rispetto ai beni fondiari in contado. Fra il 1348 e il 1373 comprarono diverse case e botteghe nell'area fra ilMercato Vecchio e ilPonte Vecchio. Essi risiedevano proprio nella zona del Mercato, come i loro avi, e lì possedevano fra l'altro la torre di San Tommaso e una loggia. Decisero però di andare a risiedere altrove e di riservare gli antichi immobili agli affari e alle attività commerciali. Nel 1349 comprarono infatti le prime nove parti di un “palagio” su via Larga. In quella medesima strada, i discendenti di Bonagiunta avevano posseduto case e un terreno, venduti appena l'anno prima. Nel 1361 Giovanni di Conte e i fratelli acquistarono le rimanenti undici parti dell'edificio, che poi nel Quattrocento si sarebbero trasformati nella “casa vecchia” di famiglia. Nel 1375 i figli di Conte de' Medici risultano inoltre proprietari di altre sei case adiacenti.

Nel 1374 Filigno di Conte scrisse il 'Libro di Memorie' che costituisce un'importante fonte di notizie sulla sua famiglia e sulle sue proprietà dalXII secolo in poi.

Ascesa dei Medici

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In generale, come si può evincere dai dati sopra riportati, i Medici furono attivi protagonisti della vita pubblica ed economica della città ben prima della loro grande ascesa, anche se è solo con essa che assunsero fama e prestigio internazionale.

Giovanni di Bicci

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Giovanni di Bicci

Giovanni di Bicci (1360-1429) fu un uomo molto ricco e, grazie alla sua benignità, benvoluto dalla cittadinanza. Poco si sa della parte iniziale della sua vita, perché, uomo assai modesto e prudente, evitò di mettersi in evidenza sulla scena politica ma si dedicò solamente ad aumentare il suo patrimonio che divenne in breve tempo ingentissimo. Nonostante tale riservatezza, fuPriore nel1402, nel1408, nel1411 e infine nel1421 fuGonfaloniere di Giustizia (questo dimostrerebbe che non fu mai perseguitato dal governo aristocratico, che anzi cercò di assimilarlo).

La sua solida ricchezza era nata dalla sua attività di banchiere, attraverso la creazione di una rete dicompagnie d'affari, che aveva un'importantissima filiale aRoma, dove appaltava le entrate delle decime papali, un mercato ricchissimo e di grande prestigio che gradualmente riuscì ad avere sgombro da altri concorrenti. Erroneamente si ritenne nell'Ottocento che Giovanni di Bicci appoggiasse l'istituzione delcatasto, un sistema di tassazione che per la prima volta colpiva in maniera proporzionale in base al reddito e ai possedimenti delle singole famiglie, una misura insomma che colpì tutta la classe dei più abbienti a Firenze, ma che sollevò i ceti minori e i piccoli-medi imprenditori da una tassazione sempre più gravosa, in seguito alle numerose guerre contro iVisconti diMilano. Questo errore era basato su quanto era detto daGiovanni Cavalcanti nelle sueStorie fiorentine ma in realtà contraddetto dai documenti che dimostrano in modo inoppugnabile che la legge del catasto fu proposta e difesa e fatta approvare daRinaldo degli Albizzi e daNiccolò da Uzzano, i due massimi esponenti del partito aristocratico[2]. Peraltro non ci fu da parte di Giovanni di Bicci una vera e propria ostilità alla legge in sé, ma alle sue modalità d'applicazione, soprattutto per il fatto che i proventi della nuova tassazione sarebbero serviti per finanziare una inutile guerra contro Milano promossa dagli oligarchi e alla quale Giovanni era fermamente contrario.

Dai suoi due figli,Cosimo eLorenzo, nacquero i due rami principali della famiglia, quello detto "di Cafaggiolo" e quello "Popolano". La sua fortuna, come era usanza del tempo, venne ereditata solo dal figlio primogenito, Cosimo, per non frammentare il patrimonio familiare.

Cosimo il Vecchio

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Cosimo (1389-1464) ebbe un carattere energico, nel segno del padre, anche se in sostanza molto diverso. Aveva infatti una tempra da dominatore che lo portò ad essere ancora più potente e ricco del genitore. Oltre alla notevole abilità come uomo d'affari, oltre ad essere un appassionato uomo di cultura e un grande mecenate, fu soprattutto uno dei più importanti politici del Quattrocento italiano.

Pontormo,Ritratto di Cosimo il Vecchio

Cosimo si accorse ben presto che la ricchezza familiare era ormai troppo grande per essere tutelata senza copertura politica, per via delle operazioni finanziarie di entità sempre più ragguardevoli e quindi rischiose. Perciò iniziò la sua ascesa verso le leve del potere dellaRepubblica fiorentina. Si manifestò subito la sua proverbiale prudenza: egli non mirava a diventare signore della città, magari con un colpo di mano o cercando di essere eletto nei ruoli più prestigiosi di governo, ma la sua figura restò in ombra, vero burattinaio di una serie di personaggi fidati che per lui ricoprivano incarichi chiave nelle istituzioni.

Il potere era in quel momento detenuto in particolare dagliAlbizzi, daNiccolò da Uzzano, da alcuniStrozzi,Peruzzi,Castellani.Crescendo la popolarità di Cosimo ed il numero dei suoi amici, coloro che detenevano il potere iniziarono a vedere in lui una minaccia. Il 1º settembre1433, secondo il volere diRinaldo degli Albizzi, venne estratto come Gonfaloniere di Giustizia BernardoGuadagni ed una Signoria profondamente legata agli Albizzi ed ai suoi adepti. La nuova Signoria fece imprigionare Cosimo nel settembre1433 con l'accusa di aver fomentato cospirazioni e complotti all'interno della città e di aver operato scientemente e con dolo perché Firenze entrasse in guerra conLucca. Erano accuse confuse e false che avrebbero dovuto condurre Cosimo a morte.

Mancò a Rinaldo degli Albizzi la fredda determinazione di condurre le cose all'estremo. Una serie di "bustarelle" abilmente distribuite da Cosimo evitarono a quest'ultimo la condanna a morte, con la conversione della pena in esilio: fu la cosiddettaprima cacciata dei Medici. Dopo la partenza di Cosimo perPadova eVenezia, le istituzioni repubblicane ebbero una continua instabilità[3].Rinaldo degli Albizzi non era uomo della stessa tempra del padre e nella situazione che precipitava non ebbe il coraggio o la forza di esercitare un controllo sulle estrazioni, errore che non ripeté invece Cosimo, che una volta al potere condizionò in maniera totale i nomi degli imborsati e di fatto evitò le avventurose estrazioni a sorte. Così nel settembre1434 fu estratta una Signoria completamente favorevole ai Medici. Cosimo fu quindi richiamato a Firenze appena un anno dopo la sua partenza e furono mandati in esilio i suoi oppositori.

L'entrata trionfale di Cosimo, acclamato dal popolo, che preferiva i tolleranti Medici agli oligarchici e aristocratici Albizzi e Strozzi, segnò il primo grande trionfo della casata medicea.Egli, abilissimo politico, continuò a mantenere intatte le libere istituzioni, favorì industrie e commerci, attirandosi sempre più le simpatie del popolo e mantenendo la pace a Firenze. Nel 1458 creò il Consiglio dei Cento.Nominato infinepater patriae per l'abbellimento e lo sviluppo notevoli che diede alla città, Cosimo morì lasciando lo stato nelle mani del figlioPiero (1416-1469). Questi fu un saggio regnante, ma la malattia che gli valse l'appellativo deil Gottoso gli permise di guidare il governo della città solo per cinque anni.

Lorenzo Il Magnifico

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Lorenzo de' Medici

La figura diLorenzo il Magnifico (1449-1492), figlio di Piero, è stata alternativamente nel tempo oggetto di glorificazione o di ridimensionamento. Educato come un principe, era nato con il destino già segnato dalla sua blasonatura; salì al potere alla morte del padre, senza grandi stravolgimenti. Sposato alla nobile romanaClarice Orsini, fu il primo dei Medici a legare il proprio nome ad un personaggio di sangue blu. A 29 anni, dopo nove anni di governo, subì il più grave attacco nella storia medicea, la cosiddettaCongiura dei Pazzi, nella quale morì il fratelloGiuliano e lui stesso venne ferito, uscendone eccezionalmente vivo. In seguito alla congiura, alla quale avevano partecipato alcuni suoi oppositori fiorentini con l'appoggio del papa e di altri stati italiani, il popolo di Firenze si schierò ancora più nettamente dalla sua parte. I suoi sostenitori (dettiPalleschi in riferimento alle 'palle' presenti nello stemma mediceo) punirono duramente i responsabili, dando a Lorenzo l'occasione di accentrare ulteriormente il potere nelle sue mani, attraverso una riforma delle istituzioni repubblicane, che divennero a lui subordinate.

Lorenzo è l'incarnazione del principeumanista, durante il suo governo il potere mediceo fu uno dei principali poli propulsivi per la nascita e lo sviluppo delRinascimento: i signori di Firenze erano trattati come sovrani dagli altri monarchi europei e la vita artistica e culturale dellaFirenze delXV secolo era punto di riferimento per tuttaEuropa, grazie anche all'instancabile opera di promozione culturale svolta dal Magnifico. Politicamente, Lorenzo si premurò di conservare l'equilibrio degliStati italiani attraverso la salvaguardia della Lega Italica promossa dal nonno, attraverso il concetto dicoesistenza pacifica garantì all'Italia un periodo di pace interna e di sviluppo. Dopo la sua morte nel1492, i suoi eredi non furono altrettanto capaci, contribuendo a far precipitare laPenisola nella rovinosa serie di conflitti noti comeGuerre d'Italia, che segnarono la sempre maggiore marginalizzazione degli Stati italiani nell'Europa delle grandi potenze nazionali.

Grande uomo di finanza e di politica, anche Lorenzo amava svagarsi con la poesia e la letteratura. Anzi la sua personalità letteraria fu di notevole levatura, tanto da offuscare anche il suo ruolo politico. Si occupò anche di filosofia, di collezionismo e nutrì sempre appassionato amore per le arti in genere, delle quali nondimeno aveva appreso dai suoi predecessori il fondamentale ruolo quale strumento di prestigio e fama. È infatti grazie al suo interessamento che laCappella Sistina, già affidata ad artisti umbri come ilPerugino, venne poi affrescata dai migliori pittori fiorentini, esportando verso Roma quelle novità insigni delRinascimento fiorentino. Sempre nella stessa ottica si può inquadrare la partenza diLeonardo da Vinci perMilano.

Nemico dichiarato di Lorenzo fuGirolamo Savonarola che non poteva che scontrarsi con il clima culturale di recupero dell'antico (da lui considerato un neo-paganesimo), della centralità dell'uomo, del libero pensiero promosso da Lorenzo. Il Magnifico lo tollerava come se fosse unmale minore, mantenendo con lui comunque un rapporto di reciproco rispetto, tanto che tra i due non ci fu mai un aperto scontro diretto.

Seconda cacciata dei Medici (1494-1512)

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Con la morte di Lorenzo, salì al potere a Firenze suo figlioPiero (1472-1503), educato fin dall'infanzia a ricoprire il ruolo di suo padre. Tutti gli occhi della città erano puntati su di lui, ed è chiaro come tutti cercassero di capire se avesse la stoffa o meno per essere all'altezza dell'incarico che ricopriva. La pace mantenuta da Lorenzo si incrinò tuttavia con la sua morte e già due anni dopoCarlo VIII di Francia scendeva in Italia con il suo esercito. La crisi travolse Piero: intimorito dal sovrano e dall'esercito francese, acconsentì a qualsiasi richiesta, regalando quattro piazzeforti sui confini di Toscana e spalancando le porte del regno (i cronisti più a lui avversi diffusero anche la notizia che avesse baciato le babbucce del re inginocchiandosi). Accusato di viltà e debolezza, venne cacciato dalla città con una sentenza datata 9 novembre1494. La città allora divenne uno stato "teocratico" governato daSavonarola. Il trionfo del fratedomenicano però fu di breve durata: travolto dalle lotte tra le fazioni e soprattutto sopraffatto dall'opposizione conPapa Alessandro VI, venne scomunicato dallo stesso e condannato al rogo da suo figlio, l'allora cardinaleCesare Borgia. Intanto la Repubblica fiorentina navigava in cattive acque per la difficile situazione internazionale.

Dopo la morte di Piero, annegato nelGarigliano nel1503, l'autorità di capo della famiglia passò ad un altro figlio di Lorenzo, il cardinaleGiovanni de' Medici, che rientrò a Firenze nel1512 dopo aver sconfitto i francesi diLuigi XII, alleati di Firenze. Con Giovanni rientrano a Firenze suo fratelloGiuliano e il figlio dello sfortunato Piero,Lorenzo, che, ora ventenne, non aveva pressoché mai veduto la sua città avendo seguito quando era ancora in fasce la sorte del padre.

Papi medicei

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Leone X

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Lo stemma di Leone X,Villa di Poggio a Caiano.

Giovanni de' Medici, grazie anche al sostegno del partitoorsinesco al quale era appartenuta sua madre Clarice, fu eletto papa con il nome diLeone X nel1513. Il governo di Firenze ormai avveniva nelPalazzo Vaticano invece che inPalazzo Vecchio. Leone, ricordato tra i papi più magnificenti dellacuria romana (o più scialacquatori, secondo i detrattori), fu un grandemecenate di artisti (soprattutto diRaffaello Sanzio eMichelangelo Buonarroti) e unnepotista senza remore. Mentre, con grande soddisfazione il fratello Giuliano veniva inviato dal Re di Francia, dove, grazie ai suoi servigi, otteneva il primo titolo nobiliare, il "Ducato di Nemours", il nipote Lorenzo (unico figlio di Piero), era spedito dallo zio Papa in una costosa e inutile guerra controFrancesco della Rovere, signore diUrbino, al termine della quale veniva incoronato "Duca di Urbino". Entrambi ebbero spose di alto lignaggio e portarono nelPalazzo Medici diFirenze un'etichettaprincipesca e quei modi altamente sofisticati dell'altanobiltà che ben poco avevano a che fare con la semplicità solenne diCosimo il Vecchio. Ma il trionfo di Leone durò ben poco, perché sia Giuliano che Lorenzo morirono poco più che trentenni di malattie, aggravate dalla predisposizione ereditaria allagotta tipica del ramo principale della famiglia. Per i due rampolli da lui tanto amati Leone X fece costruire laSagrestia Nuova inSan Lorenzo da Michelangelo. Anche Leone peraltro morì improvvisamente a 46 anni.

Clemente VII

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Sebastiano del Piombo,Ritratto del Pontefice Clemente VII,Los Angeles,Getty Museum

Dopo l'iniziale momento antimediceo, aRoma si scelse unPapa riformatore, il fiammingoAdriano VI, che potesse combattere e ricomporre la frattura nata al tempo diLeone X con lo scisma dellaRiforma protestante: ma la sua condotta, forse troppo estremista, non piacque all'ambiente dellacuria, che, alla sua repentina morte dopo appena un anno di pontificato, scelse di eleggere di nuovo un Medici, il cardinaleGiulio de' Medici, figlio di quelGiuliano (fratello delMagnifico) ucciso nellacongiura dei Pazzi, e già tra i più fidati consiglieri del cugino Leone X.

Clemente VII, questo il nome scelto, delegò l'amministrazione diFirenze al cardinaleSilvio Passerini, mentre si questionava su chi dovesse diventare il nuovo signore della città:Ippolito, figlio illegittimo diGiuliano di Nemours, oAlessandro, figlio di Lorenzo, nato da una passione con una schiava mulatta. La predilezione del Papa per Alessandro, additato da molti come figlio dello stesso Papa, nato quando questi era ancora cardinale, fu tale da far propendere la scelta su quest'ultimo, nonostante la sua pessima reputazione e la scarsa stima che i fiorentini avevano per lui.

Clemente ebbe uno dei papati più difficili della storia: scelta l'alleanza con iFrancesi piuttosto che con il nuovo imperatoreCarlo V, con la consueta opzione di ribaltare le alleanze secondo il maggior profitto, non piacque per niente all'Imperatore, che organizzò un esercito tedesco-spagnolo con i tremendiLanzichenecchi e marciò versoRoma, in una specie di crociata protestante contro la corruzione del papato.

Giovanni dalle Bande Nere, l'unico condottiero di valore della famiglia, tentò di bloccare i Lanzichenecchi, ma morì tra grandi sofferenze dopo essere stato colpito da un archibugio in una battaglia presso ilPo.

Con la notizia delSacco di Roma (1527), i fiorentini stessi si ribellarono ad Alessandro, cacciando lui e tutti i Medici dalla città (Terza cacciata dei Medici).

Clemente subì anch'egli le conseguenze del tremendo saccheggio della città da parte dei Lanzichenecchi: esso, feroce ed efferato, fu reso più crudele dall'appartenenza degli assalitori allareligione luterana, tanto che lo stesso imperatore ne rimase addolorato (forse per questo motivo la sua incoronazione, qualche anno dopo, venne celebrata aBologna, temendo la reazione dei romani).Il 5 giugno il Pontefice stesso fu fatto prigioniero; il 26 novembre vennero ratificati gli accordi con gli imperiali: come garanzia, l'Imperatore ottenne "sei ostaggi, i porti di Ostia e Civitavecchia e le città di Forlì e Civita Castellana".In dicembre il Papa fu liberato dietro la promessa del pagamento di un pesante indennizzo: dovette versare al principe d'Orange 400.000 ducati, di cui 100.000 immediatamente e il resto entro tre mesi; era inoltre pattuita la consegna diParma,Piacenza eModena.Clemente VII, per evitare di ottemperare alle condizioni imposte dall'Imperatore, abbandonòRoma e, il 16 dicembre1527, si ritirò aOrvieto e successivamente aViterbo.L'Imperatore Carlo, appunto addolorato dalla piega che avevano preso gli eventi, inviò un'ambasciata presso il Papa per fare ammenda dell'episodio: Clemente alla fine, non ritenendolo direttamente responsabile, lo perdonò.

Così dopo questi accordi, intorno alla fine del 1529, fu stipulata la Pace di Barcellona, secondo i termini della quale il papa, il 24 febbraio 1530, incoronò ufficialmente aBologna Carlo V imperatore, come pubblico segno di riconciliazione tra papato e impero, e, in cambio, Carlo si impegnò a ristabilire a Firenze la signoria della famiglia Medici, abbattendo la repubblica fiorentina, e a concedere la Borgogna a Francesco I, che in cambio prometteva di disinteressarsi degli affari italiani.Carlo V aiutò dunque Clemente VII a riconquistare Firenze alla famiglia dei Medici, con il famosoassedio del1529-1530, da parte delle truppe imperiali, che si concluse la presa della città e l'investitura di Alessandro come Duca, che sanciva definitivamente il dominio dei Medici sulla città.Alessandro de' Medici sposava inoltre Margherita, figlia naturale di Carlo V.Ma, mentre una tempesta si placava, ecco che il rifiuto di concedere l'annullamento del matrimonio al reEnrico VIII d'Inghilterra si trasformò in un ulteriore contrasto con il papa e diede inizio alloscisma anglicano.

Caterina de' Medici

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Caterina de' Medici. Dipinto diFrançois Clouet. (1580)

Caterina de' Medici (1519-1589), rimasta orfana appena nata del padreLorenzo d'Urbino, era la nipote preferita diClemente VII. Quando si trattò di scegliere per lei un marito, si aprirono le trattative con numerose famiglie nobili italiane ed europee. Sebbene molti criticassero la nobiltà recentissima di Caterina, la sua dote principesca e la parentela con il papa in carica facevano gola ad altrettanti. Con grande soddisfazione di Clemente, Caterina andò in sposa aEnrico II di Francia, secondogenito diFrancesco I. Questo matrimonio suscitò numerose polemiche, ma re Francesco perseverò nella sua scelta adducendo il fatto che Caterina non sarebbe mai diventata regina di Francia, essendo moglie del secondogenito. Ma le cose andarono diversamente e, dopo la morte prematura delDelfino, Caterina diventò regina quando suo marito divenneEnrico II di Francia.

Fu madre dei reFrancesco II,Carlo IX,Enrico III e delle regineElisabetta (regina di Spagna) eMargherita (regina di Navarra e di Francia). Prima regina poi Reggente di Francia, Caterina de' Medici è una figura emblematica del XVI secolo. Il suo nome è legato alleguerre di religione, contro le quali si batté tutta la sua vita. Sostenitrice della tolleranza civile, tentò numerose volte di seguire una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri, fra cui il celebreMichel de l'Hôspital.

Una leggenda nera che la perseguita da tempo immemorabile ne ha fatto una persona austera, attaccata al potere e persino malvagia. Caterina de' Medici è stata tuttavia progressivamente rivalutata dagli storici che oggi riconoscono in lei una delle più grandi regine di Francia. Il suo ruolo nel massacro dellanotte di San Bartolomeo, tuttavia, contribuisce ancora oggi a farne una figura controversa.

Alessandro de' Medici

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Alessandro "il Moro".

Alessandro de' Medici, dettoil Moro per il colore scuro della sua pelle, per via delle sue origini mulatte, era stato nominato Duca da Carlo V, chiudendo definitivamente la stagione plurisecolare della Repubblica fiorentina e della sualibertas. Il governo venne accentrato nelle sue sole mani e la sua ascesa venne sancita anche dalla promessa di matrimonio con Margherita, figlia naturale dell'Imperatore Carlo V.Il nuovo Duca però era tristemente noto per il suo carattere vizioso e crudele, improntato agli eccessi: era sempre accompagnato da un picchetto di guardie imperiali che erano abituate a terrorizzare i cittadini con improvvise e sconcertanti azioni.

Suo cuginoLorenzino de' Medici, abituato a vivere alla pari con Alessandro, fu sorpreso dal doversi sottomettere al nuovo rango di costui (peraltro, i rapporti di complicità/odio e invidie reciproche tra i due, dal simile carattere "maledetto", sono stati di volta in volta mistificati o sminuiti dagli storici e probabilmente non si conosceranno mai a causa della mancanza di documentazione).Nel gennaio del1537 Lorenzino, poi dettoLorenzaccio, tendeva un tranello al cugino, che si presentava a lui senza le guardie. Alessandro, accoltellato dal sicario pagato daLorenzaccio, morì a 26 anni lasciando solo un figlio e una figlia illegittimi di pochissimi anni: anche se fossero stati accettati per la successione (cosa improbabile perché figli naturali di un illegittimo), si sarebbe aperto un difficile contenzioso per la reggenza.

Non di meno, anche Lorenzino subì una sorte simile: profugo nel nord-Italia e poi in Francia da Caterina de' Medici, tornò e si stabilì infine aVenezia, dove lo raggiunsero i sicari diCosimo I, che lo accoltellarono appena fuori dalla casa della sua amante (1548).

Granduchi di Toscana

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L'avvento del Granducato nella seconda metà delXVI secolo segna il passo per i Medici che divennero sovrani a tutti gli effetti unificando sotto il loro scettro gran parte dellaToscana, con l'unica eccezione dell'indipendenteRepubblica di Lucca e delloStato dei Presidi, sotto dominazione spagnola.

Il governo dei granduchi medicei fu inizialmente illuminato come quello dei loro avi: diedero impulso ai commerci, proclamarono la tolleranza religiosa con le famoseLeggi livornine del1591-1593 e furono mecenati delle arti e della scienza, patrocinandoGalileo Galilei, astronomo di corte diCosimo II de' Medici, e fondando, con il cardinaleLeopoldo de' Medici, l'Accademia del Cimento, la prima istituzione scientifica in Europa a promuovere ilmetodo scientifico galileiano.

Il malgoverno degli ultimi granduchi e la morte senza eredi dell'ultimo sovrano mediceoGian Gastone de' Medici, nel1737, portò il Granducato nelle mani diFrancesco I di Lorena[N 2], marito dell'imperatriceMaria Teresa d'Austria, rimanendo ai loro discendenti fino all'Unità d'Italia.

Cosimo I

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Cosimo I in armatura, ritratto dalBronzino

Con la morte di Alessandro il ramo principale dei Medici, quello di Cosimo il Vecchio, era esaurito nelle ramificazioni legittime e illegittime. Nell'incertezza generale, tra le proposte di ripristinare la Repubblica o far venire a Firenze un emissario imperiale, saltò fuori il nome di un ragazzo di diciotto anni,Cosimo (1519-1574), figlio diGiovanni delle Bande Nere e diMaria Salviati, la quale a sua volta era nipote diLorenzo il Magnifico, quindi di recente e diretta parentela con il vecchio ramo familiare. Si dice che gli stessi fiorentini furono affascinati dal carattere mite e ossequioso del giovane fino ad allora cresciuto nell'ombra, per cui rinunciarono a quella che fu di fatto l'ultima occasione per riottenere la libertà repubblicana. Con l'investitura imperiale (unica clausola: lasciare il potere al Consiglio), la successione venne confermata. Non passò molto che il giovane mostrò il suo volto di sovrano forte (con labattaglia di Montemurlo, contro i Repubblicani guidati daFilippo Strozzi), e a tratti addirittura tirannico e spietato, che tenne lo stato per 37 anni ricorrendo spesso all'uso dittatoriale del terrore: tra le pagine più nere del suo governo si ricorda la soppressione dellaRepubblica di Siena.
Secondo le varie fonti il giudizio comunque oscilla anche parecchio: perFranco Cardini per esempio fu un sovrano saggio e lungimirante, che innegabilmente effettuò un'oculata gestione dello Stato, abile finanziariamente e promotore delle attività economiche, e delle arti (con la nascita di una vera e propria scuola di "artisti di corte" come ilBronzino, ilVasari, e altri).

Trasferitosi nel Palazzo della Signoria (come a sottolineare che il potere governativo e la sua persona erano la stessa cosa), fu il primonobile della famiglia a poter godere durevolmente di questo status: ebbe una moglie di alto rango, la bella e sofisticataEleonora di Toledo, figlia delViceré di Napoli, e una vera e propria reggia, quella diPalazzo Pitti, appositamente ampliato per lui e la sua corte. Dal1569 ebbe dal papa il titolo digranduca, per il suo acquisito dominio sulla Toscana.

Francesco I

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Peter Paul Rubens,Ritratto di Francesco I de' Medici,Museo del Louvre

Il secondo Granduca di Toscana fu il figlio primogenito di Cosimo I,Francesco I de' Medici (1541-1587). A tratti simile al padre, talvolta dissoluto e dispotico, ebbe una vena però più crepuscolare, che lo portava a passare periodi di solitudine, con una sfrenata passione per tutto ciò che di misterioso ed occulto vi era nello scibile dell'epoca. Non a caso fu proprio lui a far costruire l'emblematicoStudiolo diPalazzo Vecchio, permeato della cultura iniziatica e alchemica dell'epoca, o la magnificaVilla di Pratolino, dove tutto era sorpresa e meraviglia per i cinque sensi.Acquistò inoltre nel1581 laVilla La Magia, nel pistoiese, alle pendici delMontalbano.

La sua casata era ormai alla pari delle altre casate regnanti europee, infatti ricevette come sposa niente meno che una sorella dell'ImperatoreMassimiliano II,Giovanna d'Austria. Il matrimonio tra i due non si rivelò però felice: mentre nascevano solo figlie femmine (ben sei e un maschio morto in tenera età), Francesco si invaghì fatalmente di un'altra donna, la venezianaBianca Cappello, con la quale visse una sfrontata storia d'amore, nonostante ella stessa fosse già maritata. Oltre all'inevitabile scandalo, tenuto a freno solo dalla sua posizione di capo di Stato, la Cappello era malvista dai fiorentini, accusata addirittura di stregoneria, per non parlare del profondo odio da parte della famiglia granducale.

Dopo anni di clandestinità, i due rimasero entrambi vedovi (anche questa una vicenda dai molti punti oscuri) e poterono sposarsi nel1579. Il loro idillio durò fino alla notte di ottobre del1587 quando entrambi morirono a poche ore di distanza tra lancinanti spasmi causati dallafebbre terzana o, secondo un dubbio pervicace, dal veleno fatto propinare dal cardinaleFerdinando I de' Medici. Questo enigma secolare sembrava risolto nel dicembre2006, quando studiosi tossicologi dell'Università di Firenze trovarono nei resti dei tessuti epatici di Bianca e Francesco tracce diarsenico, somministrato loro in dose letale ma non massiccia, tanto che essi patirono undici giorni di agonia. Tuttavia, nel2010, un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa ha identificato nel tessuto osseo di Francesco I ilPlasmodium falciparum, agente della malaria perniciosa, confermando così la morte per malaria.

Ferdinando I

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Ferdinando I

Il cardinale Ferdinando de' Medici (1549-1609), secondogenito di Cosimo I, rinunciò alla porpora cardinalizia con dispensa papale quando l'improvvisa morte del fratello rese necessaria la sua ascesa al governo del granducato, col nome diFerdinando I.

Se si escludono le su citate ombre circa la morte del fratello, Ferdinando fu l'unico granduca a riuscire a guadagnarsi una fama duratura: restituì ordine al paese e ripristinò l'integrità del governo; promosse una riforma fiscale e sostenne il commercio; incoraggiò il progresso tecnico-scientifico e realizzò grandiose opere pubbliche come la bonifica dellaVal di Chiana e il potenziamento delporto e delle fortificazioni diLivorno. In quello che allora era un modesto villaggio di pescatori, egli realizzò importanti infrastrutture, ma importante fu soprattutto la legge che lo dichiaravaporto franco, che attirò profughi e perseguitati da tutti i paesi delMediterraneo, facendo crescere rapidamente la popolazione e facendo così arrivare la manodopera necessaria allo sviluppo di quello che sarebbe presto diventato uno dei più attivi porti commerciali delmare nostrum.

Fu inoltre con lui che il sistema delleville medicee raggiunse la massima estensione e grande splendore, grazie anche alla collaborazione dell'architettoBernardo Buontalenti.

Maria de' Medici

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Maria de' Medici in un dipinto diPeter Paul Rubens

Figlia diFrancesco I,Maria de' Medici (1575-1642), grazie all'intercessione dello zio granduca Ferdinando, all'età di venticinque anni sposòEnrico IV di Borbone, diventando la seconda Regina di Francia di casa Medici, dopo Caterina.

Sebbene poco stimata da Enrico, Maria seppe influenzare la politica interna ed estera della Francia seicentesca. Dopo l'assassinio del marito (1610), fu nominata reggente per conto di suo figlio, il futuroLuigi XIII, ancora bambino. Attorniata da consiglieri e cortigiani toscani (in verità poco amati dai Francesi), ravvivò i rapporti con laSpagna e prese le distanze dai protestanti. In seguito a movimenti di rivolta, venne esautorata dal figlio nel1617, quindi trovò un alleato inRichelieu, divenuto cardinale grazie al suo appoggio, ed entrò nel consiglio reale nel1624. Dopo aver visto rivoltare, nonostante la sua ferma opposizione, le alleanze che aveva costruito, nel1630 perse ogni autorità e si ritirò in esilio.

Cosimo II

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Cosimo II de' Medici

Alla morte di Ferdinando gli successe il figlioCosimo II (1590-1621). Personaggio di intelligenza brillante e di vasta cultura, era ammalato ditisi, malattia che lo portò a una morte prematura appena passata la soglia dei trent'anni.La sua figura è ricordata per due eventi principali:

  • la liquidazione e chiusura del Banco Medici, che aveva permesso l'ascesa familiare, ma che ormai era visto dal granduca come un'attività "indegna di un sovrano regnante";
  • l’amicizia e la protezione nei confronti diGalileo, di cui il giovane Cosimo fu discepolo. Nel 1610 Cosimo II, Granduca di Toscana dal 1609 al 1621, consentì il ritorno in patria di Galileo, conferendogli il titolo di Primario matematico e Filosofo del Granduca, e continuò a sostenerlo anche in occasione delprocesso intentato contro di lui dalSant’Uffizio.

Questo vivo interesse scientifico era unLeitmotiv di tutti i discendenti del ramo granducale dei Medici, fondatori di Accademie e protettori di scienziati, e fa da contraltare al mecenatismo verso le arti tipico del ramo di Cafaggiolo.

Decadenza

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Dal Seicento il Granducato visse quel periodo di lenta decadenza che contraddistinse tutto il resto della penisola italiana, con la stagnazione dei commerci, lepestilenze, il provincialismo. La casa regnante non solo non seppe porre rimedio a questi problemi, ma anzi ne accelerò l'impatto con un governo mediocre, caratterizzato da irresolutezza, matrimoni combinati (e mal assortiti o incautamente accordati), grevi influenze di consiglieri non disinteressati.

Non mancarono tuttavia degli isolati sprazzi di luce nella generale inerzia dei governanti, soprattutto per merito dei cardinali di casa Medici: la fondazione dell'Accademia del Cimento da parte del cardinaleLeopoldo de' Medici, istituzione che continuò la ricerca scientifica secondo ilmetodo sperimentale di Galileo, o l'Accademia degli Immobili tramite il cardinaleGiovan Carlo de' Medici, che fu all'origine del primo teatro "all'italiana",La Pergola, culla delmelodramma.

Il resto fu caratterizzato da un'amministrazione sempre più apatica, ormai lontana dalle glorie del passato, come il lungo governo diCosimo III, sordo alle richieste di un popolo sempre più affamato e in miseria per l'ingiusto gravare delle imposte, alle quali rispose beffardamente con una costosissima pompa spagnolesca della corte.

Già alla sua epoca si presentò drammaticamente il problema della successione: dei suoi tre figli il maggiore (il gran principeFerdinando) morì disifilide a cinquant'anni senza eredi, sua sorellaAnna Maria Luisa fu sterile e suo fratelloGian Gastone fu manifestamenteomosessuale e non propenso a sposare. Mentre il destino del Granducato di Toscana veniva deciso a tavolino dagli altri sovrani europei, la preminenza politica e civile della famiglia dei Medici sfumava definitivamente. Dopo la sua morte il Granducato passò agliAsburgo-Lorena.

Antonio Franchi, ritratto di
Anna Maria Luisa de' Medici
olio su tela, ~1690-1691
Galleria Palatina

Patto di famiglia

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L'ultimo atto della casata fu comunque degno della loro fama: nel1737Anna Maria Luisa stipulò con i nuovi successoriAsburgo-Lorena il cosiddetto "Patto di Famiglia" che stabiliva che essi non potessero trasportare «o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri».

Il patto non fu integralmente rispettato dai nuovi granduchi[4], ma permise comunque che Firenze non perdesse la gran parte delle opere d'arte e che non subisse la sorte, ad esempio, diMantova o diUrbino, che all'estinzione della casata deiGonzaga o deiDella Rovere vennero letteralmente svuotate dei tesori artistici e culturali. Se i molti capolavori degliUffizi, diPalazzo Pitti, dellaBiblioteca Medicea Laurenziana - solo per citare alcuni degli esempi più illustri - si possono ancora ammirare a Firenze e non aVienna o in qualche altra città, lo si deve sicuramente alla saggezza, alla fermezza e alla lungimiranza di Anna Maria Luisa de' Medici.

Tavole genealogiche di sintesi

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Lo stesso argomento in dettaglio:Tavole genealogiche della famiglia Medici.

Origini

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Uno sguardo alle origini ed allo sviluppo dei vari rami della famiglia.

 Medico di Potrone
*1046? †1102
 
 
 Bono
*1046? †1102
 
 
 Bernardo
*1099? †1147
 
 
 Giambuono de' Medici
*1131? †1192
 
  
 Chiarissimo[5]
*1167? †1210
 Bonagiunta
*? †1226
  
   
 Filippo
*? †?
 Ugo
*? †?
Galgano
*? †?
  
     
 Averardo[6]
fl.1280
 Ranieri
*? †?
 Chiarissimo[7][8]
fl.1253
 Scolaio
fl.1269
Galgano
fl.1269
   
       
 Averardo[9]
*12701319
 Filippo[10]
*? †1290
Ugolino
*? †1301
Manno
*? †?
Giambuono
*1260 †?
Arrigo
*? †?
Bonagiunta
fl.1278
    
           
 Salvestro
*? †1346
 Giovenco[11]
*? †1320
 Conte
fl.1330
Arrigo[12]
*? †1348
Bonino
fl.1312
Cambio[13]
*? †~1356
Alamanno
*? †1355
Bernardo
fl.1322
Lippo
fl.1306
Guccio
*12981315
Ardingo[14]
fl.1343
         
            
 Averardo[15]
*13101363
 Giuliano[16][17]
*? †1377
 Francesco
*? †?
Jacopo
*? †1348
Foligno
fl.1378
Giovanni
*? †~1382

Bonino di Filippo
Vieri
*13231395

Alamanno di Filippo

Bernardo di Giambuono
Coppo[18]
*1330 †?
 Francesco
*? †?
         
            
 Giovanni
*13601429
 Francesco
*? †1402
 Antonio
*? †?
2 figli[19]
Giuliano[20]
*? †?

Francesco di Giovenco
Conte
*? †1374
Michele
*? †1400
 
Vieri di Cambio

Salvestro di Alamanno
 
Medici di Zara
 ?
      
          
Cosimo
*13891464
Lorenzo
*13941440
Malatesta
1406
Averardo
*13731435
 Bernardetto
*13931465?
Giovanni
*? †1475?
3 figli[21]

Castellina Tornaquinci
 Giovanni
*? †1400
 Fantino
fl.1426
    
    

Cafaggiolo

Popolano [Trebbio]
 Giuliano[22]
*13961467
 
Bernardetto di Antonio
   
    
 
Linea Granducale
 Francesco
*1415 †?

Patrizi fiorentini

Medici Ottajano
 
 
 
Peruzzi de' Medici

Massimo splendore

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Visione d'insieme del periodo di massimo splendore della famiglia Medici che riunisce, principalmente, i rami Cafaggiolo, Popolano e Granducale. Durante questa fase la famiglia Medici espresse trepapi, settecardinali, unarcivescovo, sette granduchi, dueregine consorti di Franciareggenti, la più potentebanca delXV secolo,Lorenzo il Magnifico eGiovanni delle Bande Nere.

 
Ramo Principale
 
 
 Averardo
*12701319
 
   
 Salvestro
*? †1346
 Giovenco
*? †1320
 Conte
fl.1330
   
    
 Averardo
*13101363
 Giuliano
*? †1377
 Francesco
*? †?

discendenza
   
     
 Giovanni
*13601429
 Francesco
*? †1402
 Antonio
*? †?
Giuliano
*? †?

discendenza
    
     
 Ramo
Cafaggiolo


Cosimo
*13891464
 Ramo
Popolano


Lorenzo
*13941440

discendenza
 Bernardetto
*13931465?

discendenza
   
       
 Piero
*14161469
Giovanni
*14211463
Carlo
*14281492
 Francesco
*? †?
Pierfrancesco
*14301476
 Averardo
fl.1513
Lorenzo
fl.1490
    
       
 Giovanni
*ante1444 †?
Lorenzo
*14491492
 Giuliano
*14531478
 Lorenzo
*14631503
 Giovanni
*14671498

discendenza
Ramo
di Ottajano


Ottaviano
*14821546
     
           
Lucrezia
*14701553
Jacopo Salviati
14611533
 Piero
*14721503

Giovanni
Papa Leone X
*14751521
Giuliano
*14791516

Giulio
Papa Clemente VII
*14781534
 Pierfrancesco
*14871525
Averardo
*? †?
Vincenzo
*? †?
Ludovico
*14981526
Maria Salviati
*14991543
 Bernardetto
*?post1579

Alessandro
Papa Leone XI
*15351605
      
       
Maria Salviati
*14991543
Ludovico
*14981526
 Lorenzo
*14921519
 
Ippolito
*15111535
 Lorenzino
*15141548

Giuliano
*15201588
 Ramo
Granducale



Cosimo I
*15191574
 
discendenza
    
         

Ramo Granducale

Alessandro
*15101537

Caterina
*15191589
 Asdrubale
*? †1565

Francesco I
*15411587
 
Giovanni
*15431562
 

Ferdinando I
*15491609
 Pietro
*15541604
 Giovanni
*15671621
     
           
 Giulio
*15271600
 
Maria
*15751642
Antonio
*15761621
Filippo
*15771582
 
Cosimo II
*15901621
Francesco
*15941614

Carlo
*15951666
Lorenzo
*15991648
Pietro
*15921654
Cosimo
*? †?
Gianfrancesco Maria
*16191689
   
         
 Cosimo
*~1550 †~1630
Giuliano
*? †?
 Paolo
*16161656
Giulio
*16171670
Anton Francesco
*16181659

Ferdinando II
*16101670

Giovan Carlo
*16111663
Mattias
*16131667

Leopoldo
*16171675
 
  
 
Cosimo III
*16421723

Francesco Maria
*16601711
 
   
 Ferdinando
*16631713
Anna Maria Luisa
*16671743

Gian Gastone
*16711737

Altri rami familiari

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Albero genealogico sintetico della famiglia Medici tra ilXIII e ilXVI secolo
Ritratto diCamillo de' Medici di Gragnano (Incisione tratta da: Camillo de' Medici,Iuris responsa Camilli de Medici iureconsulti, Napoli, Domenico di Ferdinando Maccarano, 1623.URL consultato il 4 novembre 2016.)
Giorgio Vasari,Ritratto diBernardetto de' Medici, Bode-Museum.

Oltre al più celebre ramo principale di Giovanni di Bicci, diviso nel ramodiCafaggiolo (di Cosimo il Vecchio) e quelloPopolano (di Lorenzo il Vecchio) e riunito in un unico ramo dettoGranducale con Cosimo I, esistono anche altri rami derivati, la cui scissione risale a prima del Trecento, con i cugini di Giovanni di Bicci, di suo padre Averardo de' Medici, eccetera. Tra questi rami altri tre hanno guadagnato col tempo la nobiltà o altri riconoscimenti.

  1. Ramo Gragnano - Un ramo napoletano è verosimilmente quello diGragnano, dove fin dal1269 è documentato un tal Guglielmo, "giudice et percettore di collette" in Gragnano, città in cui la famiglia si sarebbe stabilita per sfuggire alle "guerre" che dilaniavano da ormai molti anni la città di Firenze[23]. Accanto alla cura degli interessi feudali, la stirpe era riuscita ad assicurarsi alte posizioni gerarchiche in campo politico, amministrativo, giuridico, e religioso. Si ricordino su tutti: Damiano di Napoli, familiare della regina Giovanna I nel1343, Marino (o Marinello), nominato nel1447 da Alfonso d'Aragona "miles secretis et magister portulanus terrae Hidruntiae provintiae Basilicatae", Stefano, governatore di Massa (ante 1522) e Sorrento, Cola (o Nicola), arcivescovo di Reggio nel1284, Ascanio, arciprete di Gragnano dal1579 al1594,Camillo, celeberrimo giurista (1543-1598) e cavaliere commendatore dell'Ordine di Santo Stefano papa e martire, che riuscì a farsi eternare nelsepolcro di una delle più prestigiose chiese delseggio napoletano di Montagna, quella deiSanti Severino e Sossio. Ancora oggi antichi reperti architettonici disseminati fra varie chiese di Gragnano lasciano intendere lo spazio che i Medici riuscirono a ritagliarsi nella città, dove la loro sfera d'influenza comprendeva fin dalla prima metà delQuattrocento le chiese di San Marco, dell'Assunta, del Corpus Domini, di San Tommaso di Canterbury, il convento dei Carmelitani e quello degli Agostiniani Scalzi[24]. Nel 1863 lo storico Liguori la dichiarava ormai "del tutto estinta"[25].
  2. Ramo Castellina Tornaquinci - Da Giovenco de' Medici, zio di Bicci, e da suo figlio primogenito Giuliano derivò il ramo dei Medici Tornaquinci, con Raffaele de' Medici che nel1628 divenne il primo Marchese della Castellina; con il sesto Marchese, Francesco Giuseppe de' Medici, che aveva sposato Margherita Tornaquinci, dal1730 i loro discendenti presero il nome di Medici Tornaquinci. Il ramo è tuttora esistente: Giuliano è il 15º marchese, dal1977.
  3. Ramo Francesco di Giovenco - Dall'ultimo figlio di Giovenco, Francesco, deriva un ramo di patrizi, estintosi nel1820.
  4. Ramo Ottajano - Dall'ultimo figlio di Giovenco, Antonio, derivò dopo tre generazioni un altro ramo napoletano, quello diOttaviano de' Medici. Ottaviano de' Medici, che fece parte degli 8 di Balìa dal1527, sposò in prime nozze Bartolomea Giugni, figlia diAlamanno Giugni ed ebbe due figli, Costanza, contessa di Donoratico eBernardetto de' Medici. In seconde nozze Ottaviano de' Medici sposòFrancesca Salviati, (figlia diJacopo e diLucrezia de' Medici e zia di Cosimo I), dalla quale ebbe un figlio, Alessandro de' Medici, che nel1605 fu eletto papa con il nome diLeone XI. Tale pontificato, che avrebbe potuto portare grande prestigio a questo ramo, durò però solo 26 giorni.Bernardetto de' Medici acquistò nel1567 da CesareGonzaga di Molfetta la Signoria dell'importante e grande feudo diOttaiano (oraOttaviano) vicino a Napoli, dando origine al ramo deiMedici di Ottajano. Questo ramo, come su detto, ebbe alcuni matrimoni con il ramo principale dei de' Medici. Infatti Francesca Salviati era anche nipote diLorenzo il Magnifico.Bernardetto de' Medici sposòGiulia de' Medici, figlia naturale del DucaAlessandro de' Medici e di Margherita d'Austria, vedova di FrancescoCantelmo e nipote diCaterina de' Medici, Regina di Francia. Nel1609 il nipote di Bernardetto e di Giulia de' Medici, don Bernardo, ebbe dal Re di Spagna il Titolo di "Principe di Ottajano" e un suo successore, Giuseppe I de Medici di Ottajano nel1693 ottenne anche il titolo di Duca di Sarno e grazie a matrimoni con la nobiltà napoletana ottennero ancora altri titoli. All'estinzione del ramo regnante dei Medici di Toscana, il 4º Principe di Ottaiano, Giuseppe II, nel 1737 chiese di poter accedere alla successione in base alla sua discendenza, derivata dal DucaAlessandro de' Medici tramite sua figlia Giulia, però le sue istanze non vennero accolte. Questo ramo dei Principi de' Medici di Ottajano ebbe grossa influenza politica nelRegno di Napoli (poi dal 1815Regno delle Due Sicilie). Infatti appartenne a questa famigliaLuigi de' Medici di Ottajano, il più importante statista delRegno di Napoli (poiRegno delle Due Sicilie). L'ultimo Medici principe di Ottajano in linea retta discendente daBernardetto de' Medici fu don Giuseppe V de' Medici di Ottajano morto nel1894 che fu il 10º principe di Ottajano, 8º duca di Sarno e 8º duca diMiranda. Estinto il ramo maschile con don Giuseppe V, i titoli di 11ª principessa di Ottajano, 9ª duchessa di Sarno e 9ª duchessa di Miranda, passarono (a seguito del D.M. del 2-10-1909 che confermò il diritto al ramo femminile) a sua sorella donna Angelica de' Medici di Ottajano morta nel1912. Il ramo è tuttora esistente per diritto dinastico di ramo collaterale. Quindi, dopo don Giuseppe V de' Medici di Ottajano (+1894) e donna Angelica de' Medici di Ottajano (+1912), il titolo di 12º principe di Ottajano e di 10º duca di Sarno, a seguito del D.M. del 20-09-1912, fu riconosciuto a don Alberto Marino (+1925) (in quanto discendente da don Marino de' Medici di Ottajano (1774 - 1835) fratello cadetto di Michele II (1771 - 1832) che fu il 7º principe di Ottajano e 5º Duca di Sarno). A don Alberto Marino successe poi don Armando che fu il 13º principe di Ottajano e 11º duca di Sarno (morto nel1983) e successivamente don Giovanni Battista (1939 - 2015) che è stato il 14º Principe di Ottajano e 12º Duca di Sarno. Alla sua morte (avvenuta il 3-2-2015) è succeduto don Giuliano che quindi ha assunto i titoli di 15º Principe di Ottajano e 13º Duca di Sarno. Dal1959 altri discendenti ottennero di poter usare il cognome completo di Medici di Toscana di Ottaiano.
  5. Ramo Salvestro di Alemanno - Da Chiarissimo de' Medici, fratello del trisavolo di Averardo, derivò un quinto ramo, quello diSalvestro de' Medici, che si estinse nelle rispettive sotto-ramificazioni a più riprese: nel 1620, nella prima metà del Settecento e infine verso il1770.
  6. Ramo Vieri di Cambio - Il ramo diVieri de' Medici fu il primo a ottenere successo nell'attività finanziaria e per la sua condotta irreprensibile fu l'unico, con quello di Giovanni di Bicci, a non subire un'interdizione ventennale dalle cariche pubbliche dopo alcuni incidenti che videro protagonisti gli altri Medici rivoltosi. Perso il primato economico, i suoi discendenti vissero in ombra dei parenti più importanti. Il ramo si estinse nel1732.

Un presuntoramo milanese dal quale derivò il cardinale Giovan Angelo de' Medici, poiPapa Pio IV dal1559, potrebbe avere una connessione risalente a prima del Trecento con il ramo fiorentino. Queste linee di parentela non sono mai state provate e la loro genealogia fu redatta solo dopo l'elezione al soglio pontificio di Pio IV. Per la mancanza di fonti storiche accreditate, le ricostruzioni cinquecentesche non sono considerate attendibili.

Cardinali della famiglia Medici

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Al pari di altre importanti famiglie italiane ed europee, anche i Medici ebbero numerosicardinali. Il primo fu Giovanni de' Medici, futuroPapa Leone X, e la sua nomina al soglio cardinalizio fu molto probabilmente aiutata dall'alleanza con la famiglia romana degliOrsini, essendo la madre di Giovanni stessa una Orsini,Clarice. Da allora non mancò in famiglia almeno un cardinale per generazione, essendo generalmente destinati alla carriera religiosa i maschi secondogeniti. Leone X poi nominò cardinale almeno un nipote per ciascuno dei suoi fratelli e sorelle, arrivando così a una cospicua rappresentanza di"clan" nel sacro collegio, il che per esempio permise la rapida elezione di un nuovo papa mediceo dopo la morte di Leone,Clemente VII.

I cardinali della famiglia Medici non si distinsero mai per l'operato religioso, sebbene in alcuni casi sia stato meritevole e diligente, ma sono soprattutto celebri per la magnificenza della quale adoravano circondarsi, supportando l'attività di numerosi artisti dei quali furonomecenati.

La famiglia inoltre non ha contato nésantibeati per la Chiesa.

Cardinali appartenenti al ramo principale della famiglia Medici

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RitrattoNomeStemma cardinalizioNascitaCreazione a cardinaleMorteNote
Giovanni di Lorenzo de' Medici11 dicembre14759 marzo1489 dapapa Innocenzo VIII1º dicembre1521Il 9 marzo1513 venne eletto come 217º papa della Chiesa cattolica, con il nome diLeone X
Giulio di Giuliano de' Medici26 maggio147823 settembre1513 dapapa Leone X25 settembre1534Il 19 novembre1523 venne eletto come 219º papa della Chiesa cattolica, con il nome diClemente VII
Ippolito de' Medici151110 gennaio1529 dapapa Clemente VII10 agosto1535
Giovanni di Cosimo I de' Medici29 settembre154331 gennaio1560 dapapa Pio IV20 novembre1562
Ferdinando di Cosimo I de' Medici30 luglio154915627 febbraio1609Succedette sul trono delGranducato di Toscana a suo fratelloFrancesco I de' Medici nel1587, comeFerdinando I
Carlo di Ferdinando I de' Medici19 marzo15952 dicembre1615 dapapa Innocenzo X17 giugno1666
Giovan Carlo de' Medici24 luglio161114 novembre1644 dapapa Innocenzo X22 gennaio1663
Leopoldo de' Medici6 novembre161712 dicembre1667 dapapa Clemente IX10 novembre1675
Francesco Maria de' Medici12 novembre16602 settembre1686 dapapa Innocenzo XI3 febbraio1711

Cardinali appartenenti ad altri rami cadetti della famiglia Medici

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RitrattoNomeStemma cardinalizioNascitaCreazione a cardinaleMorteNote
Alessandro di Ottaviano de' Medici2 giugno153512 dicembre1583 dapapa Gregorio XIII27 aprile1605Il 1º aprile1605 venne eletto come 232º papa della Chiesa cattolica, con il nome diLeone XI
Francesco de' Medici di Ottajano28 novembre180816 giugno1856 dapapa Pio IX11 ottobre1857

Cardinali appartenenti alla famiglia Medici da parte di madre

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RitrattoNomeNascitaCreazione a cardinaleMorteMadreNote
Innocenzo Cybo25 agosto149123 settembre1513 dapapa Leone X13 aprile1550Maddalena di Lorenzo de' Medici
(14731519)
Luigi de' Rossi6 agosto14741º luglio1517 dapapa Leone X20 agosto1519Maria di Piero de' Medici
(14451474)
Giovanni Salviati24 marzo14901º luglio1517 dapapa Leone X28 ottobre1553Lucrezia di Lorenzo de' Medici
(14701533)
Niccolò Ridolfi15011º luglio1517 dapapa Leone X31 gennaio1550Contessina di Lorenzo de' Medici
(14781515)
Lorenzo Strozzi3 dicembre151320 dicembre1555 dapapa Paolo IV14 dicembre1571Clarice di Piero de' Medici
(14891528)
Bernardo Salviati17 febbraio150826 febbraio1561 dapapa Pio IV6 maggio1568Lucrezia di Lorenzo de' Medici
(14701533)
Ferdinando Gonzaga29 aprile1587Dicembre1607 dapapa Paolo V29 ottobre1626Eleonora de' Medici
(15671611)
Dopo la morte del fratelloFrancesco IV nel1612 salì al trono delDucato di Mantova edel Monferrato comeFerdinando I e si dimise dalla carica di cardinale il 6 gennaio1616
Vincenzo Gonzaga7 gennaio15942 dicembre1615 dapapa Paolo V25 dicembre1627Eleonora de' Medici
(15671611)
Fu duca di Mantova e del Monferrato comeVincenzo II, dal1626 alla morte, e l'ultimo della linea principale deiGonzaga di Mantova

Armoriale

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I vari passaggi che lostemma dei Medici ha avuto attraverso i secoli[26][27].

FuLuigi XI di Francia, che, con un decreto emanato aMontluçon nel maggio del1465, concesse aPiero il Gottoso e ai suoi eredi e successori legittimi diarmeggiare diFrancia (vale a dire di riportare i simboli della Francia) la palla verso il capo: "d'azzurro, caricata di tre fiordalisi d'oro". Nello stemma miniato sul diploma di concessione le palle erano poste 3, 2, 1 e quella armeggiata di Francia era quella centrale della riga superiore. Tuttavia, soprattutto a partire dalXVI secolo con i pontificati diLeone X eClemente VII, si andò affermando sempre di più la disposizione delle palle in cinta e quella armeggiata di Francia si trovò ad occupare una posizione preminente[1].Benché il privilegio di Luigi XI riguardasse solo i discendenti diPiero di Cosimo, anche i rami cadetti della famiglia adottarono lo stemma con la palla armeggiata di Francia[1].

Le ragioni del successo dei Medici

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«Ecco qual è la vera gloria dei Medici: gloria purissima e imperitura.»

(George Frederick Young,I Medici. Luci e ombre della dinastia medicea sullo sfondo di quattro secoli di storia fiorentina[28])

I motivi che portarono la famiglia Medici a primeggiare costantemente in un panorama così variegato e pluralistico come la Firenze dal Quattrocento in poi si possono riassumere in alcuni fattori chiave.

La ricchezza

Senz'altro la prosperità del Banco Medici nel tempo fu la primaria base sulla quale si innestò la fortuna familiare, anche se i Medici non furono né gli unici, né "i più" ricchi cittadini di Firenze. Sicuramente seppero sfruttare al meglio durante le generazioni di Giovanni di Bicci, Cosimo e Lorenzo il Magnifico il fatto di essere divenuti banchieri pontifici e, dal 1460 circa per qualche decina di anni, monopolisti delle miniere diallume, il componente fondamentale della tintura dellalana, che veniva estratto nei territori pontifici appunto, vicino aiMonti della Tolfa.

L'appoggio popolare

L'appoggio dei ceti più popolari della città di Firenze fu fondamentale per i Medici ed essi lo seppero guadagnare e mantenere attraverso una serie di piccole ma significative azioni verso i meno abbienti:Salvestro de' Medici aveva appoggiato larivolta dei Ciompi,Giovanni di Bicci aveva riformato l'erario svantaggiando ilpopolo grasso eCosimo il Vecchio aveva per la prima volta usato la magnificenza del singolo a favore di tutta la comunità, lasciando indelebili tracce nell'immaginario collettivo (si pensi all'arrivo dellaélite bizantina e pontificia al tempo delConcilio di Firenze). Tale appoggio, che altre famiglie come gliAlbizzi non avevano, si rivelò decisivo almeno in due occasioni fondamentali: la cacciata di Cosimo, e il suo successivo rientro con acclamazione, e lacongiura dei Pazzi, nella quale fu il popolo stesso a vendicare l'assassinio e l'oltraggio verso i Medici. Tale appoggio con la scomparsa di Lorenzo il Magnifico venne incrinandosi, tanto che per ben due volte i suoi discendenti vennero cacciati dalla città dalla folla inferocita, senza contare le singole congiure contro il capofamiglia di turno, ma ormai la casata disponeva di altre possibilità atte a garantire il proprio successo.

Il papato

Avere due papi dal pontificato abbastanza lungo e in un arco di tempo così ravvicinato fu il fattore che permise ai Medici il salto di qualità: da cittadinimaggiorenti a nobili veri e propri. Alla base dell'elezione di Leone X e Clemente VII vi fu sia la ricchezza familiare che l'abilità personale dei due, ma anche un'intelligente politica matrimoniale dei loro antenati, che avevano permesso un'alleanza con gliOrsini, che sicuramente valse quando si trattò di far arrivare il primo titolo cardinalizio in famiglia. L'alleanza papale con altri stati esteri, in particolare con la Spagna, permise di riprendere sempre la città di Firenze dopo le cacciate, grazie agli aiuti militari esterni.

L'appoggio imperiale

Infine la definitiva consacrazione medicea si ebbe al tempo del ducato, quando il grande imperatoreCarlo V d'Asburgo concesse il governo della Toscana aCosimo I, forse come parte del risarcimento ai Medici per le conseguenze delSacco di Roma che li avevano fatti spodestare. La presenza di truppe imperiali fu fondamentale nell'assedio di Firenze, nellabattaglia di Montemurlo e nell'Assedio di Siena. Da allora la dinastia Medicea regnò senza scosse fino all'estinzione[29].

Studi sui Medici

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L'interesse verso la famiglia dei Medici si verificò solo dopo l'estinzione del casato granducale, attraverso l'attenzione di alcuni studiosi stranieri, soprattutto britannici[30]. Prima della metà delSettecento è infatti raro trovare studi sui membri della famiglia delXV secolo, mentre la stirpe granducale attirava sì interesse al pari di altri sovrani europei, ma soprattutto per quanto riguardasse fatti scandalistici, avvenimenti scandalosi e pettegolezzi. Dopotutto anche Firenze stessa e la sua arte erano tenute ancora in poco conto dai visitatori delGrand tour, che si recavano principalmente aRoma eVenezia. Per assurdo si conosceva molto di più sui fatti sanguinari diLorenzino de' Medici, sulle amanti diCosimo I e suBianca Cappello che sul loro mecenatismo, sulle mosse politiche e sulla natura del governo ducale e granducale.

Uno dei pochi membri familiari a godere di una certa attenzione, anche come mecenate, fuLeone X, cantato per esempio daAlexander Pope nel1711. L'amico di PopeJohn Boyle, conte diCork eOrrery, rimasto forzatamente a Firenze per un anno a causa dellagotta, ebbe modo di informarsi a fondo sulla città e sulla sua storia ed in una lettera del1755 (Anna Maria Luisa era morta da poco più di un decennio) scrisse:

«A considerare i Medici tutti insieme, si vien presi da reverenza e rispetto da una parte, e da costernazione e orrore dall'altra. Stima e reverenza vengono dalla considerazione della loro generosità, beneficenza, dalla loro politica e dalle loro istituzioni scientifiche. L'orrore invece dall'udire gli oltraggi e le atrocità della loro vita privata.»

Nel1759 il diplomatico ingleseHorace Walpole fu uno dei primi a manifestare la volontà di scrivere una storia della famiglia Medici, come ebbe a interessarsene ancheEdward Gibbon nel1762, progetti che in entrambi i casi non andarono in porto.

Sul finire del Settecento iniziarono studi più seri sulla famiglia Medici e i suoi membri, grazie a una serie di condizioni favorevoli che la materia presentava:

  1. si trattava di una dinastia estinta, quindi l'argomento era omogeneo e compiuto;
  2. l'essere stati principi permetteva meditazioni filosofiche sul tema della libertà politica;
  3. esisteva un paradosso affascinante e polarizzante, tra vita privata e desiderio di potere (da condannare) e meriti di mecenati e ispiratori di cultura (che nobilitavano).

Risale al1796 la prima monografia su un singolo membro della famiglia, laVita di Lorenzo de' Medici diWilliam Roscoe, in cui l'autore metteva in risalto la combinazione tra acutezza economica e mecenatismo artistico, un tema caro ainuovi ricchi dellarivoluzione industriale. Questa opera ebbe un notevole successo anche perché uscita in concomitanza con un nuovo interesse verso ilRinascimento italiano e, in particolare,fiorentino.

Nel1797 Mark Noble pubblicò leMemorie dell'illustre Casa dei Medici, la prima trattazione generale della storia familiare.

Tale contrasto tra tirannia e cultura continuò ad esercitare attrazione anche quando gli storici iniziarono a cancellare, grazie allo studio delle fonti, i vari pettegolezzi di depravazione che circolavano ormai diffusamente su più esponenti della famiglia.

Tra le figure maggiormente studiate erano Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, quali responsabili della rinascita del sapere classico e del rinnovo nelle forme artistiche a Firenze, secondo uno schema anche troppo enfatizzato e oggi ridimensionato.

D'altro canto non mancarono le pubblicazioni che criticavano duramente i Medici, soprattutto in campo politico, come tiranni che tolsero, oltre che la libertà, la vitalità alla Repubblica fiorentina. Nel volume sulla storia di Firenze, all'interno dellaUniversal History pubblicata a inizio dell'Ottocento, le tendenze dell'Illuminismo mettevano in cattiva luce la presa del potere da parte dei Medici, bollati inequivocabilmente come tiranni.

Negli studi storici di matrice anglosassone dell'epoca si possono anche leggere i riflessi degli avvenimenti contemporanei: quandoNapoleone conquistava le piccole nazioni europee, si manifestò una viva ammirazione per le autonomie regionali e, dall'altra parte, biasimo per tutte letirannie, compresa quella medicea. Nel1812, quando Napoleone tentava di inserire laRussia nel blocco continentale contro l'Inghilterra, uno scrittore suQuarterly Review indicò Firenze come il migliore esempio di resistenza alla tirannia, specificando «non la Firenze sotto il governo dei Medici, ma durante l'età della suavera grandezza». Giudizi molto negativi espressero anche, tra gli altri,Adolphus Trollope eMark Twain.

Giudizi altalenanti si manifestarono così anche nei secoli successivi: da un lato la storia, dai connotati positivi, dei Medici che compiono il miracolo inatteso del "Rinascimento" grazie al denaro delle loro banche; dall'altro quella, in negativo, dei signori che tolsero la libertà a un popolo felice nella propriademocrazia. Questa natura controversa fa ancora oggi parte dello stimolo all'immaginazione e dell'interesse verso la dinastia medicea.

Nel1995 è stato fondato ilMedici Archive Project, archivio online contenente documenti attinenti ai Medici e i secoli della loro influenza a Firenze.

Un recente studio condotto da diversi gruppi di ricerca coordinati dallaSeconda Università di Napoli e dal Centro Circe diCaserta, dall'Università del Minnesota e dall'Università di Pisa, ha ricostruito ladieta della famiglia dei Medici, risultata essere quella tipica delle famiglie agiate, ricca di proteine e grassi.[31]

Note

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Annotazioni

  1. ^Giovanni di Lorenzo de' Medici (14751521) fu pontefice della Chiesa cattolica, con il nome diLeone X, dal1513 alla sua morte.
    Giulio Zanobi di Giuliano de' Medici (1478-1534) fu pontefice della Chiesa cattolica, con il nome diClemente VII, dal1523 alla morte.
    Alessandro di Ottaviano de' Medici (1535-1605) fu pontefice della Chiesa cattolica, con il nome diLeone XI, dal1605 alla morte; un pontificato durato solamente 26 giorni, il 9° più breve della storia.
  2. ^SposòMaria Teresa d'Asburgo, figlia dell'imperatoreCarlo VI, il 12 febbraio1736 e a seguito dellaguerra di successione polacca dovette cedere l'avito titolo ducale al detronizzatoRe di Polonia,Stanislao Leszczyński, come disposto dai preliminari deltrattato di Vienna. In cambio ricevette il diritto a ereditare il titolo granducale di Toscana dopo la morte diGian Gastone de' Medici (1737), titolo allora promesso all'infante di SpagnaCarlo di Borbone, che a sua volta vi rinunciò come contropartita al riconoscimento austriaco dellaconquista borbonica delle Due Sicilie. Per garantire infatti l'indipendenza alla Toscana e non renderla una regione dello stato asburgico, si stabilì di tenere separate le due corone, mantenendo per il primogenito della casata degli Asburgo-Lorena il titolo imperiale, mentre per il secondogenito quello granducale.

Fonti

  1. ^abcAttilio Offman,Blasonature e note di commento agli stemmi dei Cavalieri Costantiniani, in M. Basile Crispo (cur.),op. cit., p. 530.
  2. ^Umberto Dorini,I Medici e i loro tempi, Nerbini, Firenze 1989.
  3. ^A Firenze i magistrati venivano estratti a sorte da borse opportunamente predisposte e per quanto facesse il gruppo dominante non riusciva ad esercitare un completo controllo sui nomi imborsati.
  4. ^Il primo granduca della dinastia lorenese ricevette l'investitura della Toscana con diploma imperiale del 24 gennaio 1737; destinato ad affiancare la moglie sul trono imperiale (prima coreggente, ricevé la nomina a imperatore nel 1745) e affidò il governo della Toscana a una reggenza presieduta daMarc de Beauvau, principe di Craon, compiendo una sola visita nella regione (1739). La Toscana, divenendo di diritto e di fatto un feudo dell'impero, era in questi primi anni una pertinenza politica ed economica della corte di Vienna. Il celebre mecenatismo dei Medici, con le loro numerose e famose committenze, improvvisamente cessava: anzi il nuovo granduca, ereditando le vaste e cospicue proprietà medicee, fece incetta delle imponenti collezioni raccolte nel corso dei secoli. In occasione della visita di Francesco Stefano a Firenze, furono trasferite a Vienna infatti numerosissime opere d'arte dei palazzi medicei, con una lunga processione di carri che per tre giorni uscivano da Porta San Gallo. Questo suscitò lo sdegno degli stessi fiorentini che si sentivano legittimi eredi della stessa principessa elettrice palatina Anna Maria, ultima rappresentante della famiglia Medici che, alla sua morte, aveva lasciato i propri beni e collezioni private alla città di Firenze, andando così a costituire il primo nucleo della "Galleria Palatina".
  5. ^Conordinale: Chiarissimo I.
  6. ^Conordinale: Averardo I.
  7. ^Conordinale: Chiarissimo II.
  8. ^SIUSA I.
  9. ^Altri tre figli. Talento (*? †?), che ebbe un figlio, Mario morto nel1369, con alcune generazioni successive di poca importanza; Jacopo (*? †1340) che ebbe un figlio, Averardo (fl.1363); Francesco (*? †?), che ebbe un figlio, Malatesta morto nel1367.
  10. ^Altri due figli: Arrigo (*? †?) e Giovanni (*? †?)
  11. ^Conordinale: Giovenco I.
  12. ^Quattro figli: Guccio (da lui si articolò un ramo estintosi nel1670 circa, con un Ottaviano), Filippo (*? †?), Betto (fl.1348), Ardinghello (fl.1345).
  13. ^Un altro figlio: Giovanni (fl.1383). Giovanni ebbe un figlio, Antonio (*? †1396) e un nipote, Felice (*? †?).
  14. ^Altri due fratelli
  15. ^Altri tre fratelli: Giovenco (*? †?), Giovenco (*? †?), Talento (*? †?)
  16. ^Conordinale: Giuliano I.
  17. ^Detto Giovenco. Ebbe Un altro fratello: Pietro (*? †?)
  18. ^Mecatti Muratori, p. 157.
  19. ^Zanobi (fl.1384), Giovanni (*? †?)
  20. ^Conordinale: Giuliano II.
  21. ^Giovenco (ebbe due figli: Pierangelo *? †1464 e Giovenco *? †1464?. Da Giovenco discesero Francesco, Bernardo e Giovanni), Giuliano (*? †?), Pietro (*? †?).
  22. ^Altri due fratelli: Matteo (*1413 †?), Mariotto (*1418 †?).
  23. ^Camillo de' Medici,Copia processus originalis super familia pro illustrissimis dominis Camillo de Medicis et fratribus, 1583, ms. inedito, Biblioteca Nazionale di Napoli, XI.A.80, c. 2; Della Vipera,Repertorium illustrium familiarum neapolitanarum ex registris archivij Regiae Siclae, ms. inedito, Bibl. Naz. di Napoli, IX-C-9, c. 145r.
  24. ^Francesco Pansa,Istoria dell'antica repubblica d'Amalfi e delle sue città, vol. II, Napoli, per Lailardo, 1724, p. 143, accessibile ingoogle libri; Lawrence R. d'Aniello,La cappella Medici di Gragnano nella chiesa dei Santi Severino e Sossio a Napoli, in "Napoli Nobilissima", ser. 5., vol. 6, fasc. 1/4 (genn.-ago. 2005), pp. 21-64.
  25. ^F.S. Liguori,Cenni storici della città di Gragnano e luoghi convicini, Napoli, 1863, p. 42.
  26. ^Lo stemma dei Medici: le “palle” che cambiano di numero, sucuriositasufirenze.wordpress.com.URL consultato il 18 novembre 2016.
  27. ^Lo stemma Medici, supalazzo-medici.it.URL consultato il 18 novembre 2016(archiviato dall'url originale il 19 novembre 2016).
  28. ^ George Frederick Young,I Medici. Luci e ombre della dinastia medicea sullo sfondo di quattro secoli di storia fiorentina, traduzione di Giuseppina Taddei Saltini, Salaniª ed., 1909.
    «Ecco qual è la vera gloria dei Medici: gloria purissima e imperitura.»
  29. ^R. Menicucci,“Il sol di Spagna e le medicee stelle”: la politica toscana verso la corona spagnola, inLa morte e la gloria. Apparati funebri medicei per Filippo II di Spagna e Margherita d’Austria, Catalogo della mostra, Firenze, Cappelle Medicee, 13 marzo-27 giugno 1999, a cura di M. Bietti, Livorno, Sillabe, 1999.
  30. ^Tutto questo paragrafo, comprese le citazioni, è basato sul capitoloSopravvivenza dei Medici tra storia e leggenda inFirenze e i Medici, J.R. Hale, Mursia 1980.
  31. ^Ricostruita la dieta dei Medici nel '500 - Scienza e Medicina - ANSA.it

Bibliografia

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  • Pompeo Litta Biumi,Famiglie celebri d'Italia. Medici di Firenze, Torino, 1827.
  • Brunetto Dami,Giovanni Bicci dei Medici, nella vita politica. Ricerche storiche (1400-1429), Firenze, B. Seeber, 1899.
  • George Frederick Young,The Medici, traduzione di Giuseppina Taddei Saltini, Firenze, Salani, 2016[gennaio 1934],ISBN 978-88-9381-064-7.
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V · D · M
Famiglia Medici
Persone
Signori di FirenzeCosimo il Vecchio ·Piero il Gottoso ·Lorenzo il Magnifico ·Piero il Fatuo ·Giovanni (Leone X) ·Giuliano ·Lorenzo II ·Giulio (Clemente VII) ·Ippolito ·Alessandro il Moro
Duchi di FirenzeAlessandro il Moro ·Cosimo I
Granduchi di ToscanaCosimo I ·Francesco I ·Ferdinando I ·Cosimo II ·Ferdinando II ·Cosimo III ·Gian Gastone
Consorti dei sovrani di FranciaCaterina ·Maria
PapiLeone X ·Clemente VII ·Pio IV ·Leone XI
Cardinalilinea maschile:Giovanni (Leone X) ·Giulio (Clemente VII) ·Ippolito ·Alessandro (Leone XI) ·Giovanni ·Ferdinando I ·Carlo ·Giovan Carlo ·Leopoldo ·Francesco Maria ·Francesco
linea femminile:Luigi de' Rossi ·Giovanni Salviati ·Innocenzo Cybo ·Bernardo Salviati ·Niccolò Ridolfi ·Lorenzo Strozzi ·Ferdinando Gonzaga ·Vincenzo II Gonzaga
Vescovi earcivescoviFilippo ·Leonardo ·Bernardo Antonio ·Guido ·Giuliano di Pierfrancesco ·Giuliano ·Zanobi ·Pietro Paolo
CondottieriGiovanni delle Bande Nere ·Don Giovanni ·Mattias
GenealogiaTavole genealogiche della famiglia Medici


Festina lente
Edifici
VilleFattoria Granducale di Montevarchi ·Banchieri ·Cafaggiolo ·Trebbio ·Careggi ·Fiesole ·La Quiete ·Collesalvetti ·Poggio a Caiano ·Castello ·Mezzomonte ·Agnano ·Spedaletto ·La Petraia ·Camugliano ·Stabbia ·La Topaia ·Letizia ·Cerreto Guidi ·Marignolle ·Arena Metato ·Poggio Imperiale ·Lapeggi ·L'Ambrogiana ·La Màgia ·Liliano ·Coltano ·Montevettolini · Artimino ·Fiorale ·Buti ·Seravezza ·Il Prato ·La Collina ·Madama ·Panna ·Pianore
PalazziCasino Mediceo di San Marco ·Palazzo della Crocetta ·Palazzo dei granduchi di Toscana ·Palazzo Granducale (Livorno) ·Palazzo del Greco ·Palazzo delle Vedove ·Palazzo di Bernardetto de' Medici ·Palazzetto Medici ·Palazzo Medici Riccardi ·Palazzo Pitti ·Villa Medici ·Palazzo Medici Tornaquinci ·Palazzo Mediceo di Livorno ·Palazzo reale di Pisa ·Palazzo Medici di Pisa ·Palazzo Quaratesi ·Palazzo Medici di Materdei ·Palazzo Medici di Ottaviano ·Palazzo Reale (Siena) ·Palazzo Madama (Roma) ·Palazzo Firenze
Fontane e giardiniFontana de' Medici ·Villa Demidoff ·Giardino di San Marco
FortezzeArezzo ·Grosseto ·Ottaviano ·Piombino ·Pistoia ·San Piero a Sieve ·Siena ·Volterra
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Pittori, scultori e architettiBartolomeo Ammannati ·Sandro Botticelli ·Filippo Brunelleschi ·Michelangelo Buonarroti ·Bernardo Buontalenti ·Leonardo da Vinci ·Donatello ·Michelozzo ·Antonio del Pollaiolo ·Jacopo della Quercia ·Giorgio Vasari
Poeti e letteratiAgnolo Poliziano ·Niccolò Machiavelli
Umanisti e filosofiPico della Mirandola ·Marsilio Ficino ·Francesco Guicciardini
ScienziatiGalileo Galilei
MusicistiEmilio de' Cavalieri ·Bartolomeo Cristofori
AraldicaCorona del Granducato di Toscana ·Giglio bottonato ·Ordine di Santo Stefano papa e martire ·Stemma dei Medici
IstituzioniBanco dei Medici ·Giovanni di Bicci
CorrelatiAlbizzi ·Arazzeria Medicea ·Colonne Médicis ·Congiura dei Pazzi ·Giraffa dei Medici ·Girolamo Savonarola ·I Medici (serie televisiva) ·Porcellana Medici ·Potrone ·Satelliti medicei ·Vaso Medici ·Venere de' Medici
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