Erode Antipa era figlio di quell'Erode che era re quando nacque Gesù (Matteo 2,1) e che regnò sulla Galilea durante il periodo in cui Gesù tenne il proprio ministero nell'area (Marco 6,14-29; Luca 9,7-9; {Luca 3,19-20). La suacoscienza che lo rese riluttante all'esecuzione diGiovanni il Battista, gli fece venire la "pazza idea" che Gesù per il suo operato fosse in realtà Giovanni risorto dai morti.[1]
Dale C. Allison ha notato numerosi parallelismi tra lapassione di Gesù ed il racconto della morte di Giovanni Battista in questo capitolo.[2]
Entrambi vennero catturati (14,3; 21,46), legati (14,3;27,2) e "soffrirono la medesima morte come criminali".
Entrambi vennero giustiziati per ordine del governo (Erode il tetrarca per uno,Ponzio Pilato per l'altro) che comunque si era dimostrato riluttante alla richiesta di esecuzione pervenuta da altri (14,6-11;27,11-26).
Entrambi vennero sepolti dai rispettivi discepoli (14,12;27,57-61), ed in ciascun caso quanti si opponevano a loro temevano che la folla potesse muovere proteste in quanto vedeva Giovanni e Gesù come profeti (14,5; 21,26).
La morte di entrambi venne prefigurata, inMatteo 2,1–23 (daErode il Grande, padre di Erode il tetrarca);5,38-42 e 10,17-23, pertanto il martirio di Giovanni (come precursore) è cristologicamente la profezia del martirio del Messia (cfr. 17,12).
Giovanni era stato identificato comeElia (11,14), che nel 1 Re 17-19 accusò reAhab di una serie di misfatti mentre la perfida reginaJezebel tentò di farlo uccidere (come fece del restoErodiade con Erode). Gesù pure venne paragonato nell'agire aEliseo, successore diElia (2 Re 4,42–44).[2]
I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù[3]
La morte del maestro dei discepoli di Giovanni il Battista fa sì che questi si leghino a Gesù che è visto da loro come il suo successore, ma che egli aveva indicato come il suo superiore.[4]
Matteo 14,13 e Matteo 14,15 fa riferimento al luogo dove Gesù decide di ritirarsi dopo la predicazione in Galilea come "deserto". Nelvangelo secondo Luca, viene precisato che egli si portò in un villaggio chiamatoBetsaida, un luogo ad ogni modo ben poco abitato all'epoca per quanto non completamente deserto.[5]
Mangiare insieme era un simbolo di unità e Gesù appare come colui che ospita una grande famiglia insieme, accogliendo la folla come il germe di una nuova comunità.[6]
E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla.[7]
Alzati gli occhi al cilo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede comunicano un contesto comunitario, liturgico, che si trova già nella primitiva chiesa cristiana; le medesime azioni Gesù le ripeterà nell'Ultima Cena in Matteo 26,26.[8]
Quando tornò nel territorio di Erode, la fama di Gesù era principalmente quella di essere un guaritore, motivo per il quale molti all'epoca ricorrevano a lui.[6]