
Massimo Moratti (Bosco Chiesanuova,16 maggio1945) è unimprenditore edirigente sportivoitaliano.
Ha legato il suo nome imprenditoriale a quello dellaSaras, società petrolifera fondata dal padreAngelo, di cui è diventato presidente nel 2018.
È statopresidente dell'Inter in due periodi diversi, dal 18 febbraio 1995 al 19 gennaio 2004 e dal 6 novembre 2006 al 15 novembre 2013, nonché presidente onorario fino al 23 ottobre 2014. Durante la sua gestione, durata ininterrottamente dal 1995 al 2013 e ad oggi la più longeva nella storia del club nerazzurro, l'Inter ha vinto sedici trofei: cinquecampionati italiani, quattroCoppe Italia, quattroSupercoppe italiane, unaUEFA Champions League, unaCoppa UEFA e unaCoppa del mondo per club FIFA.
Massimo Moratti, appartenente ad una delle famiglie più facoltose diMilano, ha ereditato dal padreAngelo laSaras, gruppo che opera nel settore dellaraffinazione del petrolio, di cui èpresidente. È anche proprietario dell'azienda Sarlux, con sede aCagliari, la cui attività si concentra sulla produzione dienergia elettrica proveniente dagli scarti petroliferi. È nato aBosco Chiesanuova (Verona); qui il padre aveva portato la famiglia in una villa, acquistata prima della guerra. Si diploma al Liceo Classico diSan Demetrio Corone da privatista mentre espletava il servizio militare[1] e successivamente si laurea allaLUISS Guido Carli inScienze politiche.
È fratello di Adriana,Gian Marco (suo predecessore come presidente dellaSaras[2] e marito dell'ex sindaco di MilanoLetizia Moratti),Bedy, Gioia e Natalino. Dal 10 ottobre 1971 è sposato conEmilia Bossi detta Milly, dal 2001 al 2012 consigliere comunale del capoluogo lombardo, ed è padre di cinque figli:[3] Maria Celeste, Angelomario, Maria Carlotta, Giovanni e Maria.
Èsocio accomandatario nonché presidente di Angelo Moratti S.a.p.a. e di Sarint S.A., società del Gruppo Saras. Inoltre, è componente del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo diInterbanca e del consiglio di amministrazione diPirelli. Ad aprile 2020, secondo la rivista Forbes, aveva un patrimonio di 1,4 miliardi di dollari[4] che lo posizionavano al 27º posto della classifica annuale degli uomini più ricchi d'Italia.[5]
Azionista anche di Gruppo Partecipazioni Industriali con il 6,5% e diCamfin con il 2,91%[6] prima e 2,49% poi (di cui 1,49% tramite C.M.C. S.p.A. e 1,00% a titolo personale), nell'ottobre 2013 vende le proprie quote all'amicoMarco Tronchetti Provera per 19,5 milioni di euro sulla base di un accordo sottoscritto a giugno.[7]
Nel febbraio del 2024 Massimo e i nipoti Gabriele e Angelo Moratti cedono il loro 35% della Saras al colosso olandese Vitol.[8][9]

Comincia a seguire le orme paterne nel mondo dello sport in ambito olimpico e federale, a cavallo degli anni 80 e 90 del XX secolo, come delegato regionale delCONI per la Lombardia[10] e poi come presidente delSettore Tecnico dellaFIGC;[11] in quest'ultimo caso, nell'estate 1991 è tra i fautori dell'istituzione del primo corso federale per l'abilitazione adirettore sportivo.[12]
Nei primi anni 1990 è inoltre presidente del comitato promotore dellacandidatura della città di Milano aiGiochi olimpici estivi del 2000,[13] poi ritirata in fase di selezione a causa sia del sopravvenuto contesto sociopolitico sfavorevole,[14][13][15] sia del crollo di reputazione internazionale della città dettato dalle contemporanee inchieste diMani pulite.[16]
Dopo alcuni abboccamenti in tal senso negli anni precedenti,[11] il 18 febbraio 1995 Moratti acquista ufficialmente l'Inter, che era già stata di proprietà del padreAngelo dal 1955 al 1968, spendendo 70 miliardi di lire.[17][18] Moratti introduceMarco Tronchetti Provera nel consiglio di amministrazione, nomina vicepresidenteGiammaria Visconti di Modrone (già dirigente accompagnatore ai tempi della gestione del padre Angelo), direttore sportivoSandro Mazzola, responsabile degli osservatoriLuis Suárez, delegato al settore giovanileMario Corso e responsabile per i rapporti con la UEFA e la FIFAGiacinto Facchetti; infine sposta la sede sociale da piazza Duse a via Durini. Tra i primi acquisti si segnalaJavier Zanetti, voluto fortemente da Moratti dopo aver visionato una videocassetta con le partite della nazionale argentina Under-20 impegnata ai Giochi panamericani di Mar del Plata.[19] I primi anni della presidenza sono i più difficili[20], in quanto agli ingenti sforzi economici corrispondono poche soddisfazioni sul versante sportivo.[21] Si stima che in tale periodo Moratti abbia dovuto provvedere personalmente a circa 735 milioni di euro di iniezioni di capitale[22], cifra molto vicina ai 750 milioni di euro incassati con il collocamento in borsa dell'azienda di famigliaSaras avvenuta nel 2006.[23]
Le difficoltà sono testimoniate dalle doppie dimissioni rassegnate in periodi diversi: il primo caso avvenne nel maggio 1999, dopo le polemiche sorte a seguito della scelta diRoy Hodgson come allenatore.[24][25] Nel luglio successivo, Moratti tornò sulla propria decisione.[26] Il secondo episodio risale invece al gennaio 2004, quando lasciò l'incarico pur conservando la proprietà del club[27]: a subentrargli fuGiacinto Facchetti[28], che mantenne il comando della società sino alla morte.[29] Nel novembre 2006, a due mesi dalla scomparsa dell'ex calciatore, Moratti riprese la carica presidenziale.[30]
Nel frattempo, in coincidenza con l'arrivo in panchina diRoberto Mancini nel 2004 si apre un ciclo di vittorie: risalgono al tecnico diJesi la conquista di trescudetti, dueCoppe Italia e dueSupercoppe italiane. La striscia di successi prosegue con il tecnico portogheseJosé Mourinho, il quale è capace di portare nella bacheca nerazzurra, dal 2008 al 2010, altri due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ma soprattutto laChampions League, a 45 anni di distanza dal precedente successo. L'Inter di Massimo diviene così la prima squadra italiana, sesta inEuropa, a centrare il cosiddettotreble (scudetto,Coppa Italia eChampions League) nell'arco di una solastagione. Le successive gestioniBenítez eLeonardo arricchiranno la presidenza Moratti di altri tre successi: la Supercoppa italiana, laCoppa del Mondo per club (conquistati dallo spagnolo) e la Coppa Italia (vinta dal brasiliano).
Il 15 ottobre 2013, dopo cinque mesi di trattative, viene comunicato l'accordo con l'International Sports Capital, società indirettamente posseduta dagli indonesianiErick Thohir, Rosan Roeslani e Handy Soetedjo, con il quale la compagnia indonesiana diviene azionista di controllo dell'Inter mediante la partecipazione del 70% attraverso un aumento di capitale riservato.[31] Il 15 novembre l'Assemblea dei Soci dell'Inter elegge ufficialmente Thohir come nuovo presidente al posto di Moratti, che esce dalconsiglio di amministrazione rimanendo però nell'organigramma societario comepresidente onorario.[32]
Il 23 ottobre 2014 Moratti annuncia le sue dimissioni dalla carica, contestualmente a quelle del figlio Angelomario, di Rinaldo Ghelfi e di Alberto Manzonetto da quelle di consigliere di amministrazione,[33] lasciando il club meneghino dopo 19 anni di presidenza e 16 trofei vinti sotto la sua gestione. Il 6 giugno 2016, con la cessione della maggioranza del club al gruppo cineseSuning Commerce Group, lascia l'Inter anche come azionista dopo 21 anni.[34]
Il 28 novembre 2012, presso la sede dell'ONU aNew York, Moratti ha presentato il progetto Inter Campus.[35] Il 10 settembre 2009 il rappresentanteUNDP diFirenze, Sauro Gori, a margine della presentazione dellaCoppa del Mondo Inter Campus, aveva annunciato che Massimo Moratti sarebbe stato nominatoAmbasciatore di Buona Volontà ONU aNew York, per l'impegno sociale dimostrato attraverso il programma Inter Campus.[36]
Nel settembre del 2021 decide di devolvere il proprio compenso annuale, pari a 1,5 milioni di euro, agli operai della raffineria Saras diSarroch per compensare la riduzione dello stipendio causata dalla cassa integrazione e dalla crisiCOVID-19.[37]
Il 9 luglio 2010 la Commissione Disciplinare Nazionale lo inibisce per tre mesi con 45 000euro di ammenda a seguito dei deferimenti del Procuratore federale Palazzi in merito alla compravendita dei calciatoriThiago Motta eDiego Milito avvenuta nel 2009 durante un'inibizione del presidente genoanoEnrico Preziosi.[38][39]
Nel luglio 2011, dopo la pubblicazione delle intercettazioni inedite correlate al processo noto comeCalciopoli, il procuratore federale Stefano Palazzi presenta un dossier in cui vengono coinvolti alcuni dirigenti calcistici non indagati nel processo sportivo celebrato nel 2006, tra cui Moratti, accusato da Palazzi per la violazione dell'articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva (doveri ed obblighi generali).[40] Contestualmente, per via dellaprescrizione degli eventuali reati, lo stesso procuratore segnala l'impossibilità a procedere e dunque a verificare le accuse attestate nel suo dossier in ambito sportivo.[41]
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