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Masolino da Panicale

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Tommaso di Cristoforo Fini

Tommaso di Cristoforo Fini, noto comeMasolino da Panicale (Panicale,1383Firenze,1440/1447), è stato unpittoreitaliano.

Per molti anni è stato considerato il maestro diMasaccio, del quale era effettivamente più anziano, mentre oggi la critica è sostanzialmente orientata a credere che il loro rapporto fosse basato su una semplice collaborazione professionale paritaria.

Biografia

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Origine di Masolino

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Banchetto di Erode alla Collegiata diCastiglione Olona

I primi quarant'anni della sua vita restano un mistero; persino il luogo di nascita è controverso.Vasari identifica - per alcuni storici in modo approssimativo - il luogo natale con Panicale in Valdelsa, località inesistente e della quale non si ha alcuna traccia storica.

Secondo alcuni storici e ricercatori umbri (G. B. Vermiglioli, Brami, A. Mariotti, C. Corsetti, G. Grifoni, C. Caprini, L. Lepri), Masolino sarebbe nato aPanicale, inUmbria, nel 1383. Il contesto storico è caratterizzato dal dominio della famiglia Visconti, Signori diMilano, e da Gian Galeazzo (1351-1402), che al momento della nascita del pittore, escluseFirenze eVenezia, era a capo di tutta l'Italia settentrionale e di gran parte dell'Italia centrale (compresaPerugia). Il padre di Masolino, Cristoforo Fini, identificato dal Vasari come “imbianchino”, fu per lungo tempo al fianco del giovane, occupandosi di tutte le pratiche amministrative (affitto, catasto, stipula di contratti, denuncia dei redditi, iscrizione alla corporazione dei Medici e Speziali e molto altro). La qualità e competenza con le quali Cristoforo Fini si prese cura di Masolino, fanno pensare ad una occupazione diversa da quella di semplice imbianchino, descritta dal Vasari. Seguendo questa ipotesi e considerando come i moderni critici d'arte siano unanimi nel riconoscere in Masolino tratti pittorici di impostazione lombarda, si potrebbe ipotizzare che Cristoforo Fini si trovò ad essere al servizio dei Visconti e curare i loro interessi nel territorio del perugino, forse come “gabelliere” o altro funzionario (esattore, Maestro di Posta). Dal 1303 e buona parte del secolo XIV, la famiglia Fini è citata nel Volume TUSCIA, Libro delle Decime del XIII e XIV secolo, riguardante la diocesi di Chiusi e la parrocchia di Pozzuolo; inoltre, secondo la tradizione, i Fini furono titolari o gestori, della “Posta” di Pozzuolo, che a quel tempo era molto ricca e ambita, assieme all'antica Posta della Panicarola, altra località nelle immediate vicinanze di Panicale. Secondo le ricerche degli storici umbri, è possibile che la famiglia Fini, al momento della nascita di Masolino, soggiornasse nel castello di Panicale, avamposto militarizzato sicuro, collocato tra le Poste di Pozzuolo (Umbro) e Panicarola; queste località, oggi tutte inUmbria, a quel tempo facevano parte della Toscana (Tuscia), quindi geograficamente e politicamente, legate al territorio della Val di Chiana e alla Diocesi di Chiusi, fino al 1601.

Si può supporre che il soggiorno dei Fini a Panicale fu dovuto ad un incarico temporaneo e in seguito agli eventi politici, seguiti alla caduta del regime visconteo a Perugia, abbia indotto la famiglia Fini a trasferirsi altrove, quando Masolino era ancora giovanissimo.

Panicale era in quel periodo un castello ben fortificato di grande importanza, in posizione strategica tra il territorio di Chiusi e quello di Perugia, controllato dalle milizie del consolidato capitano di ventura Boldrino da Panicale, il quale era in ottimi rapporti con il condottiere Biordo Michelotti, che i Visconti avevano destinato alla Signoria di Perugia (come spiega M. Mallet, nel suo libroSignori e Mercenari 1983). Lo stesso Boldrino venne fatto assassinare a Macerata nel 1391 dal governatore pontificio delleMarche,Andrea Tomacelli, che si era servito di lui per riportare l'ordine nello Stato Pontificio, preoccupato dalla possibile defezione del condottiero panicalese a favore dei Visconti, come già era successo durante l'assedio diAncona.

Sulla base di questa ipotesi, è possibile ritenere che la "Panicale toscana", luogo natio di Masolino, possa essere proprio la "Panicale umbra", oggi parte del comprensorio del lago Trasimeno, in provincia di Perugia.

Ulteriori considerazioni:

  • L'archivio comunale di Panicale è andato perduto in seguito ad un incendio (caso non raro a quei tempi); il restante registro dei nati comincia solo nel 1576.
  • All'interno della collegiata di San Michele Arcangelo a Panicale, presso l'abside, si può ammirare un affresco raffigurante “L'Annunciazione della Vergine” (XV secolo), attribuito a Masolino da Panicale.

Gli esordi

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Madonna dell'Umiltà (1423), Brema

Per quanto riguarda la sua formazione si è parlato di un apprendistato nella bottega diGherardo Starnina e di una successiva frequentazione di quella diLorenzo Ghiberti nei primi anni del Quattrocento, ma di fatto la prima notizia certa sul suo conto è del1422, anno in cui, stabilendosi aFirenze, prese in affitto una casa.

L'anno successivo, nel gennaio del1423, si immatricola nell'Arte dei Medici e Speziali che fungeva anche dacorporazione dei pittori. Masaccio vi si era iscritto un anno prima, nel1422.

È di quella data laMadonna col Bambino oMadonnaBoni-Carnesecchi (probabilmente ricordo di un matrimonio tra le due famiglie: alla base vi sono gli stemmi delle due famiglie e la data 1423), che oggi è conservata aBrema. L'opera è ancora molto legata agli schemitardo gotici, ma vi si nota la ricerca di una gestualità più naturale, tratta dal quotidiano (come la posa scherzosa del Bambino) e un interesse verso una resa volumetrica più semplice e solida (come nella monumentale figura della Madonna o nelle gambe del Bambino).

Del tutto legata al gotico è invece un'altraMadonna dell'Umiltà oggi agliUffizi, che studi recenti datano a un periodo anteriore al 1423, prima di un qualsiasi contatto con Masaccio, dalla quale si dimostrerebbe la primitiva adesione del pittore allo stile elegante e stilizzato diLorenzo Monaco.

A Empoli

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Masolino,Vergine col Bambino,Chiesa di Santo Stefano a Empoli

Masolino è documentato aEmpoli nel1424, senza Masaccio, per quanto ne sappiamo. Eseguì un vastociclo di affreschi nellachiesa di Santo Stefano, del quale restano solo pochi frammenti (Sant'Ivo e i pupilli eVergine col Bambino). Per il battistero dellaCollegiata affrescò inoltre unCristo in pietà, oggi nelMuseo della collegiata di Sant'Andrea e lachiesa di Santo Stefano. Quest'ultima opera si caratterizza per la spiccata solidità fisica delle figure, in particolare del torso nudo di Cristo, che si erge da un sarcofago classicheggiante creato in prospettiva centrale, con ilpunto di fuga al centro del petto del Salvatore. La gestualità dei dolenti inoltre cerca di superare gli stereotipi tradizionali, verso una resa più naturale dei sentimenti.

Probabilmente a quest'epoca Masolino era assistito daFrancesco d'Antonio, artista minore uscito dall'orbita diLorenzo Monaco, che ricorre spesso nei documenti con Masolino dal1422 al1424.

La collaborazione con Masaccio

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Sant'Anna Metterza (di Masolino sono lo sfondo, quattro angeli e sant'Anna)

Affermatosi come uno dei migliori pittori presenti aFirenze in quegli anni, Masolino continuò a ricevere commissioni apparentemente senza soluzione di continuità, e dovette verosimilmente ricorrere ad aiuti per far fronte alle richieste. Fu in questo periodo che dovette iniziare la collaborazione con Masaccio, il quale non ricevette commissioni indipendenti, per quanto si sia oggi a conoscenza, fino al1426.

Secondo i più recenti studi la sua collaborazione con Masaccio iniziò a Firenze nella cappella diPaolo di Berto Carnesecchi inSanta Maria Maggiore. Masolino eMasaccio operarono sul quasi completamente perdutoTrittico Carnesecchi.

È ipotizzabile che il tramite del sodalizio tra i due pittori sia stato lo stesso Paolo Carnesecchi, ricco mercante ed influente uomo politico: Paolo era stato infatti in diverse occasioni console dell'Arte dei Medici e degli Speziali a cui erano immatricolati sia Masaccio che Masolino e quindi doveva conoscere entrambi. La Madonna di Brema datata 1423 ci dice che Masolino aveva già probabilmente lavorato per iCarnesecchi; inoltre le capacità di Masaccio non potevano essere sconosciute a Paolo. Masaccio infatti era autore deltrittico di San Giovenale cioè di un'opera esposta nei dintorni di Cascia dove i Carnesecchi avevano consistenti possessi già dai primi anni delTrecento.

Probabilmente Masolino chiese al giovane collega di continuare a lavorare insieme, molto probabilmente a causa della sua imminente partenza per l'Ungheria, dove infatti si recò nel settembre del1425, al seguito delcondottiero fiorentinoPippo Spano e quindi per evitare di incorrere nel pagamento delle penali per il mancato rispetto dei termini di consegna di opere già precedentemente concordate con i suoi committenti.

I due pittori eseguirono laSant'Anna Metterza, quest'ultima oggi agliUffizi; il centro focale di questo dipinto, almeno secondo le intenzioni di Masolino avrebbe dovuto essere la figura della Sant'Anna, ma l'intervento di Masaccio lo spostò inevitabilmente sulla Madonna col Bambino, così solida, plastica e ben proporzionata da rompere l'unità formale della tavola secondo le impostazioni originarie. Forse risale al1423-1424 anche laPala Colonna, che significherebbe un primo viaggio aRoma dei due artisti al seguito dipapa Martino V[1].

La Cappella Brancacci

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Tentazione di Adamo ed Eva.
Lo stesso argomento in dettaglio:Cappella Brancacci.
«[Masolino] è artista sereno, amico della Grazia, narratore non possente ma piacevole e semplice»

(Pietro Toesca,Masolino da Panicale, Bergamo 1908, p. 27)

Poco prima della partenza di Masolino venne avviata anche la decorazione dellaCappella Brancacci (1424-28) nellachiesa del Carmine; gli interventi direstauro eseguiti sugli affreschi hanno permesso di stabilire che i due artisti si spartirono equamente le scene da dipingere.

Sul pilastro destro della cappella Masolino dipinse laTentazione di Adamo ed Eva; le figure allungate ma solo astrattamente belle, con i corpi diAdamo edEva candidamente nudi e sensuali che appaiono come sospesi nel tempo e nello spazio, dimostrano chiaramente il divario stilistico tra i due pittori (esattamente sul pilastro di fronte si trova la famosaCacciata dei Progenitori dall'Eden di Masaccio).

Sulla parete sinistra accanto all'altare si trova laPredica di san Pietro; la scena si ricollega strutturalmente a quella delPagamento del Tributo, come si può rilevare dallo sfondo delle montagne che appare quasi come un prolungamento del paesaggio eseguito da Masaccio sull'altra parete. È quindi probabile che i due pittori abbiano concordato di invertirsi le parti e perciò il resto dell'episodio sia da attribuire interamente a Masolino (la stessa linea di continuità nello sfondo infatti non è riscontrabile nella scena delBattesimo dei Neofiti a destra della finestra eseguita invece da Masaccio). L'affresco venne dunque iniziato da Masaccio e Masolino che vi inserì il gruppo di personaggi che circondanosan Pietro; di straordinaria bellezza sono le figure della monaca inginocchiata e quelle dei carmelitani in piedi anche se in generale appaiono tutte profondamente caratterizzate psicologicamente.

La scena più famosa eseguita da Masolino è laGuarigione dello storpio e resurrezione di Tabita, posta sulla parete destra in alto dal lato diametralmente opposto a quella delTributo; in essa vengono rappresentati due fatti distinti nello stesso luogo, collegati tra loro dai due personaggi elegantemente vestiti al centro. L'ambientazione cittadina, con i palazzi e le figure sullo sfondo (come la madre che trascina il bambino che fa i capricci) colloca l'episodio sacro in quella che avrebbe davvero potuto essere una piazza fiorentina dell'epoca, di cui viene descritta la realtà quotidiana. Per molto tempo si era creduto che questo scorcio architettonico fosse stato dipinto da Masaccio, proprio per conferire maggiore unità formale all'impianto costruttivo, ma il restauro ha invece definitivamente escluso il suo intervento, riattribuendo l'intera scena a Masolino; gli edifici in primo piano sono raffigurati secondo le moderne regole prospettiche (tanto che sul muro si trova ancora il chiodo fissato per segnare le linee di fuga tramite cordicelle) e visto che il Tributo è proprio sul lato opposto, si può addirittura arrivare a pensare che l'impostazione dei due episodi sia stata unitamente concepita dai due artisti.

Dopo la partenza di Masolino per l'Ungheria, avvenuta nel settembre del1425,Masaccio rimase da solo a lavorare alla Brancacci ed il ciclo non venne mai portato a termine; già agli inizi del1426, infatti, egli stipulò un nuovo contratto con lachiesa del Carmine diPisa per l'esecuzione di unpolittico, il cui pagamento è registrato il 26 dicembre dello stesso anno.

Il viaggio in Ungheria

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Nel settembre1425 Masolino partì dunque per l'Ungheria, dove si trovavano già vari fiorentini, facilitati dalla presenza diPippo Spano, che era divenuto il condottiero preferito del re. L'attività inUngheria di Masolino è praticamente sconosciuta.

Le opere romane

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LaFondazione della basilica di Santa Maria Maggiore, Napoli

Nel1427 egli rientrò sicuramente inItalia e nel1428 è aRoma, dove gli era stato commissionato ilPolittico di Santa Maria Maggiore oPala Colonna (1427-1428); decise perciò di richiamare nuovamente con sé Masaccio per lavorare insieme a quest'opera che dovette però completare da solo per l'improvvisa morte dell'amico, avvenuta proprio nell'estate di quell'anno.Ilpolittico venne smembrato nei secoli successivi ed alcuni suoi pezzi sono ancora oggi dispersi, mentre conosciamo i sei pannelli principali che lo componevano sul lato anteriore e su quello posteriore, attualmente conservati presso diversi musei.

Gli affreschi in San Clemente

Masaccio fece dunque in tempo a dipingere solo lo scomparto laterale sinistro del lato anteriore del polittico, mentre tutto il resto è opera di Masolino; queste due figure sono in pratica l'unica testimonianza certa della sua attività aRoma.

ARoma Masolino lavorò per il cardinaleBranda Castiglione, che gli affidò la decorazione degli affreschi dellaCappella di Santa Caterina d'Alessandria (1427-30), nellabasilica di San Clemente. L'opera viene in genere riferita unicamente a Masolino, anche se si è recentemente ipotizzato un intervento di Masaccio nellasinopia dellaCrocifissione, relativamente a due figure di cavalieri sulla sinistra, anche se viste le condizioni disastrate dell'opera appare per il momento molto difficile pronunciarsi in merito con certezza. Nel1428 Masaccio morì aRoma, appena ventiseienne.

A Castiglione Olona

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Masolino sopravvisse a Masaccio per oltre un decennio; dopo aver concluso i cicli di affreschi aRoma nel1435, viaggiò molto, diffondendo la cultura rinascimentale con uno stile però mediato: alla tenera episodicità del gotico internazionale, a cui rimase sempre fedele, aggiunse una salda costruzione spaziale spesso con ricorso a nuovi schemi prospettici, che resero le innovazioni più comprensibili e assimilabili per gli altri artisti. In questo senso la sua figura di mediatore e diffusore dello stile rinascimentale fu fondamentale e paragonabile alle figure diLorenzo Ghiberti in scultura eMichelozzo in architettura. Soprattutto in zone saldamente legate alla cultura gotica, comeSiena o l'Italia settentrionale, Masolino aprì la strada alle novità.

Per ilcardinale Branda si trasferì aCastiglione Olona, dove affrescò il suo palazzo (con vari soggetti tra cui spicca unPaesaggio montano, tra i primi esempi di veduta autonoma), ilBattistero (Storie del Battista) e lacollegiata (Storie della Vergine). In Collegiata tra i suoi collaboratori ci furonoPaolo Schiavo e ilVecchietta. Il restauro delle vele affrescate da Masolino è stato completato dalla dottoressa Pinin Brambilla nel 2003.

Il ciclo di sanGiovanni Battista è quello più noto e studiato, e riproduce uno schema nella disposizione delle scene che ricalca quello dellaCappella Brancacci, con le scene che si svolgono in un paesaggio continuo e unificato, aperto entro un'intelaiatura architettonica illusionistica che abbraccia il ciclo. In scene come ilBanchetto di Erode la spazialità prospettica è così evidenziata con uno scorcio lunghissimo da apparire quasi un manifesto della propria originalità rispetto alla scuola locale. Spesso gli affreschi erano decorati anche da particolari a rilievo tramite l'applicazione di pastiglia e di dorature, oggi in larga parte perduti.

  • Gli affreschi di Castiglione Olona
    Gli affreschi di Castiglione Olona
  • Il Battesimo di Cristo
    Il Battesimo di Cristo

Fortuna critica

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Nessuna delle fonti antiche, nemmeno l'attentoVasari, indica la durata e l'importanza della collaborazione tra Masolino e Masaccio. Il maestro di Panicale subì nelle epoche successive il peso schiacciante dell'illustre collega, venendo per lo più indicato semplicemente come il secondo pittore che aveva lavorato allaCappella Brancacci. Già nella seconda edizione delle Vite (1568) Vasari attribuì i migliori lavori di Masolino a Masaccio, e questa visione "pan-masaccesca" durò fino al XX secolo. Nel1746-1748 nessuno si oppose alla distruzione degli affreschi di Masolino sul soffitto e sulle lunette dellacappella Brancacci per costruire l'attuale volta con gli affreschi mediocri diVincenzo Meucci[2]. Fu solo con gli studi del1940 diRoberto Longhi (Fatti di Masolino e Masaccio) che si operò una sistematica divisione tra le opere e gli apporti dei due artisti. Se ormai è chiara la distinzione tra le diverse mani anche nelle stesse opere, alcuni punti della biografia di Masolino restano oscuri, come i suoi spostamenti prima del1423 o i suoi rapporti, se esistettero, conDonatello eBrunelleschi.

Gradualmente l'opera di Masolino ha conosciuto una continua rivalutazione, che ha tenuto conto dell'altissima qualità della sua pittura. Attribuzioni che davano come altalenanti le scelte di Masolino tra il Rinascimento e il Gotico internazionale sono oggi state chiarite da studi come quelli diMiklós Boskovits, e non escludono più la partecipazione di Masolino alle novità delRinascimento fiorentino, del quale è innegabile comunque la sua opera di mediatore e diffusore in Italia settentrionale.

Opere principali

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Note

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  1. ^Spike, cit., pag. 43.
  2. ^Spike, cit., pag. 39.

Bibliografia

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  • Mario Carniani,Santa Maria del Carmine e la Cappella Brancacci, Firenze, Becocci Editore
  • Ornella Casazza,Masaccio e la Cappella Brancacci, 1990, Firenze, Edizioni Scala
  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari,I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.ISBN 88-451-7212-0
  • John T. Spike,Masaccio, Rizzoli libri illustrati, Milano 2002ISBN 88-7423-007-9
  • C. B. Strehlke e C. Frosinini (a cura di),The Panel Paintings of Masolino and Masaccio. The Role of Technique, con contributi di Roberto Bellucci, Jill Dunkerton, Dillian Gordon, e Mark Tucker, 5 Continents, Milano 2002
  • Pietro Toesca,Masolino da Panicale, Istituto italiano d’arti grafiche, Bergamo 1908

Voci correlate

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