Masio ha origini antiche e un notevole passato specie inetà medievale.
L'importanza del Comune derivava dalla sua posizione geografica posta ai confini dell'Alto e BassoMonferrato sulla sponda destra delTanaro.
È al centro di un triangolo immaginario, i cui vertici sono le città diTorino,Milano eGenova.
Equidistante daAlessandria eAsti, costituiva per il transito sul fiume un ideale punto di affluenza da tutte le valli e da tutti i centri posti sia sulla riva destra sia su quella sinistra. Questo costituì la fonte prima di ogni risorsa sia agricola sia commerciale.
Alcuni documenti storici nei quali viene citato comeMassius (899),Villa Masias (959),Maxius (1081). Questa nomenclatura sembra indicare l'origine del toponimo dallalingua latinama(n)sum, ovverodimora, cascinale.
Nei documenti di età medievale la località viene anche citata comevilla Maxias (959),Masius (960),Maxus (960),Castro de Maxias (961),Mascius (1024),Maxio (1169),Mazo (1191),Maxia (1195),Maço (1235),Maxa (1203),Masius.
La prima localizzazione di cui si ha notizia risale ad una carta del 1292 conservata in una raccolta dellaBiblioteca Nazionale di Torino.
L'importanza del Comune nelle varie epoche è evidenziata da una ricca serie di avvenimenti di notevole rilevanza storica già negli anni a ridosso dell'anno mille, di cui si può indicare la seguente cronologia:
nel 907, secondo un'antichissima tradizione locale, attraversò il Tanaro a Masio il corteo di monaci che traslò le reliquie diSan Dalmazzo daBorgo San Dalmazzo aQuargnento. Nella parrocchia di Santa Maria e San Dalmazzo ancora oggi è conservata una reliquia del Santo.
nel 980 venne infeudato dal Vescovo di Asti ai Visconti di Asti;
nel 1190, i Consoli di Masio, che già era organizzato in Comune, conclusero un accordo con Alessandria e Asti concedendo esenzioni dal pedaggio ed aiuti di guerra ad entrambi; in cambio ottennero esenzioni da qualsiasi pedaggio per gli uomini di Masio che diventarono di diritto cittadini dei due Comuni maggiori;
nel 1204 venne concordata una tregua tra Milano e Piacenza da una parte e Asti e il Marchese del Monferrato dall'altra;
nel 1218 i Lanerio e gli Orando di Quattordio cedettero ad Asti parte della loro giurisdizione su Masio;
nel 1223 nella chiesa di Santa Maria venne firmata la pace tra Alessandria, Asti e Alba, pace presto rotta per quanto riguarda l'applicazione del trattato circa Masio e le terre dell'Acquisana;
nel 1227 venne diviso tra Alessandria e Asti e fu imposto il divieto di costruzione di fortificazioni sul suo territorio;
nel 1357 i Guttuari acquistarono la signoria dai Lanerio;
nel 1372, in occasione dell'approvazione degli Statuti, la signoria apparteneva ai Visconti;
nel 1428 Masio fu infeudata ai Valperga che ottennero successivamente l'investitura degli Sforza;
nel 1451 Francesco Sforza concedette Redabue agli Scarampi;
nel 1605 Filippo III Re di Spagna investì Francesco Valperga;
nel 1650, venne raso al suolo dai francesi e al termine della guerra dei trent'anni il Governatore di Milano, in nome di Carlo II Re di Spagna, reintegrò nel feudo i Valperga;
nel 1674 i due ultimi Valperga cedettero metà del feudo ad Annibale Civalieri e metà a Carlo Olivasso.
Nei secoli successivi, con la fine dell'epoca feudale, nascono le piccole e medie proprietà terriere delle famiglie nobili (Marchese di Masio, Conti Baiveri). Ha origini masiesi la famiglia Rattazzi che ha avuto inUrbano il suo massimo esponente.
Grazie all'attività politica di quest'ultimo, nella residenza estiva dei Rattazzi, Villa Marina, avvenne uno storico e decisivo incontro conCamillo Benso, conte di Cavour che diede vita al famoso "connubio" che portò l'uomo politico di Masio e Cavour alla guida dei governi decisivi per l'Unità d'Italia.
Durante laseconda guerra mondiale l'attività dellaResistenza fu notevole e fruttò la presenza di Masio nei quarantaquattro Comuni liberi della Repubblica dell'Alto Monferrato, con capoluogo Nizza Monferrato (ottobre 1944).
A Masio sono state conservate latorremedievale e parte delle mura che circondarono il paese. Nel 2013 è stato inaugurato ilMuseo La Torre e il Fiume dedicato alla storia delle torri, da strumento di difesa ad elemento caratteristico del paesaggio.
Lungo i sette piani della Torre sono illustrate le antiche tecniche di costruzione utilizzate in epoca medievale, l'evoluzione delle tipologie architettoniche, i sistemi di difesa e di assedio. Man mano che si sale si arriva all'epoca contemporanea, quando le torri perdono il loro utilizzo a protezione del territorio e diventano un elemento caratterizzante del paesaggio, che a Masio si identifica con le colline ed il fiume Tanaro (l'ultimo piano è dedicato alle attività sul fiume).Il percorso conduce alla sommità esterna della torre da cui si gode un vasto panorama sulla pianura delTanaro e ilMonferrato.
Un altro monumento di particolare interesse è la chiesa parrocchiale romanico-gotica di Santa Maria eSan Dalmazzo. L'edificio risale nella sua impostazione primitiva all'epoca romanica. L'iter della sua costruzione è stato assai lungo poiché gli archi e le volte denotano evidenti caratteristiche gotiche. Le trasformazioni avvenute nei secoli, causa ingrandimenti e demolizioni hanno modificato in parte la struttura per cui oggi risulta differente dalla primitiva.Nella parte della chiesa verso la facciata, dall'osservazione delle strutture sopra il solaio delle navate laterali, appare evidente che in origine esse erano coperte con soffitto ligneo. La navata centrale e le laterali erano più alte e sono rimasti ben evidenti i fori ove poggiavano le strutture lignee di copertura.Della parte antica della chiesa, in origine con il titolo della madonna Assunta e solo in epoca più tarda intitolata anche a San Dalmazzo, sono ancora evidenti il rosone della facciata originale (la facciata attuale risale alla seconda metà dell'Ottocento) a conci bianchi e rossi, una porta e una finestra sul fianco sinistro.Dubbi si hanno sull'epoca di costruzione della parte verso l'altare. Recenti scavi hanno portato alla luce una sottomuratura di fondazione attribuibile ad una pieve preesistente.All'interno la chiesa si presenta dal punto di vista dei materiali molto simile alla collegiata di San Secondo di Asti.
Sulla strada perOviglio, nascosto da un fitto parco, vi è ilcastello di Redabue, inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Piemonte. Fu edificato probabilmente nelXIII secolo ma subì diversi danneggiamenti fino al passaggio delMonferrato aCasa Savoia. Acquistato nel1830 dalla famiglia Doria Lamba, fu trasformato in residenza estiva; ha annessa una chiesa progettata dall'architettoFilippo Juvarra.
Sul confine della frazione Abazia, verso Incisa Scapaccino, sorge la Precettoria di San Giovanni di Roncaglia, fondata dalSovrano Militare Ordine di Malta. L'insediamento risale ai primi secoli dopo il Mille, quando l'Ordine iniziò a costruire ospizi, chiese, precettorie per assistere i pellegrini. La chiesa di San Giovanni di Roncaglia è una delle ultime tracce di questa cultura rimaste sul territorio alessandrino, benché l'aspetto non sia quello originale. L'edificio attuale è stato costruito nella seconda metà del XVIII secolo, come testimonia la lapide della facciata, seguendo uno stile che risente degli influssi tardo barocchi e neoclassici dello Juvarra. L'aspetto elegante e raffinato, inconsueto per una chiesa di campagna, rende ancora più pregevole la costruzione.
Oltre al capoluogo nel territorio comunale vi è la frazione di Abazia (Abassìa) e Redabue. Sono poste intorno al paese le regioni Rotte, San Rocco (San Ròch), Serra (Sèra) e Rampiné
Francesco Cacciabue, Maria Pia Pesce e Gianpaolo Cassano,L'altro Patrono - Masio riscopreSan Dalmazzo (907-2007), Masio, 2007.
Francesco Cacciabue, Bartolo Gariglio, Gustavo Mola di Nomaglio, Roberto Sandri Giachino e Sandro Gastaldi,L'alto di Masio atleta - Studi suUrbano Rattazzi (1808-1873), la sua famiglia, il suo paese, Masio, 2008.
Roberto Ricciardi,Statuti di Masio, traduzione e commento degli Statuti del comunali del XIV secolo, Società di Storia Arte e Archeologia: Accademia degli Immobili, Alessandria, 2008.
Francesco Cacciabue,Dove gli altri non vanno: storia e mito di Giovanni Poggio, masiese, soldato d'artiglieria, eroe delle guerre risorgimentali, Masio, 2011.
Enrico Lusso,La torre di Masio, un contributo allo studio dei borghi di fondazione fortificati nell'Italia nord-occidentale (secoli XIII-XV), Masio, 2013.
AA.VV.,L'altare della Confraternita di S. Maria Maddalena, Masio, 2014.
Francesco Cacciabue,Storia di Masio e del suo territorio, Masio, 2014.
Giuseppe "Pimpi" Cacciabue,…nella notte ci guardano le stelle…!, Storie di vita partigiana, Masio, 2014.
Don Gianpaolo Cassano, Francesco Cacciabue, don Mariano Pinasco, don Jan Kupka, Angolo Soave e don Francesco Todisco,Giuseppe Faà di Bruno, Sacerdote, missionario, successore diSan Vincenzo Pallotti, fondatore del Collegio delle Missioni Estere di Abazia, Masio, 2015.
Francesco Cacciabue,Masio e Abazia nella Grande Guerra, Masio, 2015.