Maserati Kyalami | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | ![]() |
Tipo principale | Coupé |
Produzione | dal1976 al1983 |
Sostituisce la | Maserati Mexico |
Esemplari prodotti | 210[1] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4580 mm |
Larghezza | 1850 mm |
Altezza | 1270 mm |
Passo | 2600 mm |
Massa | 1750 kg |
Altro | |
Assemblaggio | Modena |
Stile | Pietro Frua eTom Tjaarda |
Stessa famiglia | De Tomaso Longchamp |
Auto simili | Mercedes SLC |
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LaMaserati Kyalami è un'automobile con carrozzeriacoupé realizzata dallacasa automobilisticaitalianaMaserati, prodotta dal1976 al1983.
Nel 1974, in un periodo di agitazione finanziaria, laCitroën aveva messo in liquidazione la Maserati, di cui era proprietaria. Maserati passò quindi nelle mani di un consorzio formata dallaGEPI eAlejandro De Tomaso, proprietario e fondatore dellaDe Tomaso Automobili.[2]
Nel pieno di un periodo di riorganizzazione aziendale, De Tomaso si trovò così nella difficile situazione di dover mettere in cantiere una nuova coupé ammiraglia Maserati nonostante le ristrettezze finanziarie in cui si trovava.
Non avendo le risorse necessarie per progettare una nuova automobile da zero, la soluzione fu quella di partire da un progetto esistente: laDe Tomaso Longchamp.
La Longchamp era una coupé a quattro posti che De Tomaso aveva affiancato alla sua berlina a quattro porte, laDeauville. Disegnata daTom Tjaarda perGhia, era piuttosto squadrata e conservatrice nelle forme ispirate dallaMercedes SLC; motorizzata con un V8small block Ford351 Cleveland prodotto negli Stati Uniti, non aveva tuttavia riscosso grande successo.[1]
De Tomaso affidò il non facile compito di fare della Longchamp una Maserati aPietro Frua.
Frua mise mano al disegno di Tjaarda e il risultato fu la Kyalami: 25 mm più bassa, 50 più lunga e 20 più larga dell'auto da cui derivava.[1]
Doppi fari tondi sostituivano quelli rettangolari della Longchamp, un nuovo cofano scolpito a tutta ampiezza che culminava in una calandra più sottile ed arrotondata, tipicamente Maserati; i paraurti erano stati snelliti e inediti fari posteriori allungati enfatizzavano la larghezza della vettura. Frua provvide anche a stondare molti spigoli vivi della carrozzeria, a far montare paraurti avvolgenti meno invadenti ed a spostare gli sfoghi d'aria dell'abitacolo dal montante C ai lati del lunotto posteriore.
Tutti questi cambiamenti enfatizzavano l'eleganza classica della vettura, che alla fine assomigliava molto allaMaserati Mexico dellaVignale.
Fu l'ultima Maserati disegnata da Pietro Frua, dopo 25 anni di collaborazione.
La Kyalami, siglata internamenteTipo 129, venne quindi presentata alSalone dell'automobile di Ginevra del 1976. La Kyalami non seguiva la tradizione Maserati di dare alle proprie vetture l'evocativo nome di un vento (Mistral, Ghibli, Khamsin, Bora), bensì quella altrettanto affermata di battezzare le proprie vetture col nome di un circuito teatro di una vittoria sportiva (Sebring, Indy, Mexico).
Proprio alCircuito di Kyalami, infatti, laCooper T81 Maserati diPedro Rodríguez motorizzata col motore Maserati V12Tipo 10/F1 si era aggiudicata ilGran Premio del Sud Africa diFormula 1 del 1967.
La carrozzeria, molto simile a quella dellaDe Tomaso Longchamp, era quella di unacoupé a due porte e quattro posti. Con la Kyalami la Maserati ritornava perciò a produrre una grande coupé a tre volumi, perfetta erede della Mexico, cui peraltro somigliava.
Se il pianale d'acciaio era quello della Longchamp, lameccanica era chiaramente Maserati, imparentata con quella della futuraQuattroporte III.
Per il propulsore la scelta cadde sulV8bialbero di 4,2 litri e 265CV a 6000 giri/min; dal1978 venne resa disponibile anche una versione con un V8 di 4,9 litri e 290 CV. Successivamente un inasprimento delle normative sulle emissioni inquinanti costrinse la Maserati ad adottare un nuovo impianto di scarico, che ridusse la potenza del 4.2 a 253 CV. Il motore era accoppiato ad uncambio manualeZF a 5 marce, oppure su richiesta ad unautomatico a 3 marce Borg-Warner.
Le sospensioni erano indipendenti aquadrilateri deformabili sulle quattro ruote; quello posteriori avevano la particolarità di essere montate su un telaio ausiliario, soluzione derivata dallaMaserati Khamsin. Un'altra particolarità condivisa con la Khamsin erano i doppi serbatoi per il carburante, collocati all'altezza del bagagliaio, uno per lato. I freni erano tutti a disco ventilati, con doppio circuito idraulico servoassistito, con quelli posteriori entrobordo[2]; era di serie un servosterzo autocentrante dellaZF.
A partire dal 1978 fu offerta anche la Kyalami con il più potente motore V8 da 4930 cm³, laTipo 129/49. Era l'otto cilindri bialbero che aveva debuttato sullaGhibli SS qualche anno prima, lo stesso della Khamsin. Con 280 CV a 5.600 giri/min la velocità massima saliva a 245 km/h e la guida risentiva positivamente dell'abbondantecoppia.
Anche il V8 4.9 fu penalizzato dalle normative sulle emissioni inquinanti, e dovette adottare un impianto di scarico più restrittivo che ne ridusse la potenza a 257 CV. Con questa motorizzazione era offerto di serie il cambio automatico a 3 marce Borg Warner, mentre il manuale a cinque rapporti era optional.[1]
Gli interni della Kyalami riflettevano i gusti della clientela per cui era costruita: eleganza e lusso discreti, comfort e guida rilassata. Come si conviene ad unaGran Turismo, l'abitacolo della Kyalami era ampio e spazioso. Grazie alla forma squadrata del tetto anche per i due passeggeri posteriori vi era abbondante spazio in altezza. Gli interni erano completamente rivestiti in pregiatapelle Connolly con l'unica eccezione la plancia, la quale era invece foderata in camoscio per ridurre i riflessi sul parabrezza. Spessi sovratappeti completavano la dotazione.
Come da tradizione Maserati la Kyalami offriva una strumentazione molto completa, prodotta dalla Jaeger: oltre al tachimetro ed al contagiri montati di fronte al pilota, vi erano infatti altri cinque strumenti analogici montati sulla plancia, al di sopra del tunnel della trasmissione. Il conducente disponeva così di un indicatore del livello di carica della batteria e del carburante, termometro dell'olio, termometro dell'acqua e di un orologio.Sulla console centrale erano riportati i comandi dell'aria condizionata, dei vetri elettrici e, naturalmente, la leva del cambio.
Nonostante l'ingombro dei doppi serbatoi di carburante, il bagagliaio aveva un'adeguata capacità di circa 250 litri.[1]
Tra il 1976 e il 1983 vennero vendute solo 210 Kyalami, di cui 25 dotate del cambio automatico; 43 esemplari (quasi il 25% della produzione) furono importati inInghilterra.[1] Non c'è tuttavia unanimità sui numeri della produzione, che variano tra i 180 e 210 esemplari; quelli riportati sono tratti dalla pubblicazione"Maserati. Catalogue Raisonné 1926-2003" di Gianni Cancellieri.
Maserati Kyalami: produzione anno per anno[1] | ||||||||||
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Anno | 1976 | 1977 | 1978 | 1979 | 1980 | 1981 | 1982 | 1983 | ||
Esemplari prodotti | 3 | 59 | 72 | 24 | 15 | 22 | 8 | 7 |
A causa della sua rarità le riviste specializzate hanno parlato molto poco della Kyalami; tuttavia l'esperienza diretta dei proprietari, tra i quali il fondatore di QuattroruoteGianni Mazzocchi, ha confermato la validità del telaio, un'ottima maneggevolezza nonché l'eccellente erogazione di coppia e potenza del V8 4.9. Purtroppo, come altre Maserati a lei contemporanee, la Kyalami non ha avuto il successo che le sue doti superiori alla media della concorrenza le facevano meritare.
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