Marwan Barghuthi | |
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Membro delConsiglio legislativo palestinese | |
In carica | |
Inizio mandato | 1996 |
Dati generali | |
Partito politico | al-Fatḥ (1974-2005; dal 2006) Al-Mustaqbal (2005-2006) |
Marwan Barghuthi | |
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Nascita | Ramallah, 6 giugno 1959 |
Etnia | Arabo palestinese |
Religione | Islam |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Grado | Comandante |
Guerre | prima intifada eseconda intifada |
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Manuale |
Marwān Barghūthī (in araboمروان البرغوتي?;Ramallah,6 giugno1959) è unpoliticopalestinese, incarcerato inIsraele dal 2002, dopo essere stato arrestato dalleForze di Difesa Israeliane (IDF) aRamallah[1] e poi processato e condannato da un tribunale israeliano per omicidio con cinque sentenze all'ergastolo come mandante delle azioni svolte dallaBrigata dei Martiri di al-Aqsa, tra i quali attacchi suicidi contro obiettivi militari e civili[2].
Nel corso del processo Barghouti si è rifiutato di presentare una difesa alle accuse sostenendo che il tribunale non avesse giurisdizione su di lui in quanto cittadino palestinese residente inCisgiordania.[3]
È considerato uno dei capi dellaprima eseconda intifada. Barghouti ha inizialmente supportato il processo di pace israelo-palestinese, ma se ne è successivamente disilluso[4] e dopo il 2000 è divenuto uno dei massimi esponenti della seconda Intifada inCisgiordania.[1][5] Barghouti è stato uno dei comandanti diTanzim, un gruppoparamilitare afferente aFatah.[6]
Barghūthī nasce nel villaggio diKobar, vicino aRamallah, da padre palestinese emigrato per lavoro inLibano.[7] Entra a far parte diFatḥ all'età di 15 anni.[1] È arrestato dalle forze di sicurezza israeliane per la prima volta nel1976, all'età di 18 anni, per la partecipazione a una sommossa. Impara lalingua ebraica durante la sua detenzione in carcere. Al suo rilascio, entra inCisgiordania e studia all'Università di Bir Zeit. Diventa rappresentante degli studenti nel consiglio d'amministrazione dell'ateneo. Ottiene una laurea instoria, una seconda inscienze politiche ed unMaster of Arts inrelazioni internazionali.
Barghūthī è uno dei principali capi politici dellaprima intifada per lastriscia di Gaza nel1987. Viene arrestato nel1987 dall'esercito israeliano ed espulso inGiordania. Può tornare dall'esilio solo dopo la firma degliaccordi di Oslo nel1994. Barghūthī è eletto nelConsiglio legislativo palestinese (PLC) nel1996, in cui difende il processo di pace israelo-palestinese come una "necessità". Oratore talentuoso ed esperto, Barghuthi si afferma all'interno della struttura politica di al-Fataḥ e ne diviene segretario generale per la Cisgiordania.
Nel settembre 2000 inizia laseconda intifada e la situazione politica muta. Barghūthī, capo del Tanẓīm-Fatḥ, il braccio armato del Fatḥ si diversifica dando il via ad un sottogruppo chiamato leBrigate dei Martiri di al-Aqsa.
Nel2001 viene sventato un tentativo d'assassinio ai suoi danni preparato dall'apparato militare israeliano.[8] Il 15 aprile2002, Israele cattura Barghūthī, che viene imputato di omicidio con finalità terroristiche condotto da uomini al suo comando. I Palestinesi catturati per fatti terroristici e reati commessi nella cosiddetta zona "C", parte della Cisgiordania ancora sotto controllo israeliano, sono giudicati da tribunali militari, ma essendo i reati imputati a Barghūthī commessi nel territorio dello Stato di Israele, viene sottoposto a un regolare processo civile.
Durante il processo Barghūthī rifiuta di riconoscere la legittimità del tribunale israeliano e rifiuta di difendersi, criticando la legalità del processo. Il 20 maggio2004 viene condannato per cinque omicidi provocati da un gruppo armato, fra cui quello di un monaco greco-ortodosso, e di tre altri attentati: uno a nord diGerusalemme, uno aTel Aviv ed un altro inCisgiordania. Barghūthī è anche dichiarato reo d'un tentato omicidio per un attentato suicida sventato dalle forze di sicurezza israeliane. Per contro, egli dichiara di essere innocente di tutti i capi d'imputazione elevati contro di lui. È dichiarato colpevole di 21 capi d'imputazione per omicidio, avvenuti nel corso di 33 attentati. Il 6 giugno, Barghūthī è condannato a cinque ergastoli per i cinque omicidi di cui è stato dichiarato colpevole e a 40 anni di carcere per il suo tentato omicidio.
Negli anni successivi vi sono state numerose campagne per la liberazione di Barghūthī. Tra coloro che si sono spesi in questa causa, alcune eminenti personalità palestinesi, membri delParlamento europeo ed il gruppo israelianoGush Shalom. LaReuters ha affermato che la figura di Barghouti è assimilata da molti a quella di un "Nelson Mandela palestinese".[9]
In seguito alla rielezione di Barghouti nelle elezioni del gennaio 2006 del Consiglio legislativo palestinese, un nuovo dibattito sulle sue sorti è nato in Israele, tra i partecipanti il politico israelianoYossi Beilin, che ha supportato un perdono presidenziale per le accuse mosse, contrariamente all'opinione del ministro degli esteriSilvan Shalom.[10] Tuttavia, numerosi membri del parlamento tra i qualiMeir Sheetrit hanno espresso la possibilità di un probabile rilascio di Barghouti come parte di future negoziazioni di pace. Nel gennaio 2007 il vice-primo ministro israelianoShimon Peres ha dichiarato che avrebbe firmato il perdono presidenziale qualora fosse stato eletto presidente.[11] Nonostante la vittoria di Peres il perdono non è mai stato emanato.
Barghūthī è sposato con l'avvocata Fadwa Barghūthī.
«Non sono un terrorista, ma non sono neppure un pacifista. Sono semplicemente un normale uomo della strada palestinese, che difende la causa che ogni oppresso difende: il diritto di difendermi in assenza di ogni altro aiuto che possa venirmi da altre parti». (Tribuna nelWashington Post nel2002.[12]).
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