| Martino Beltrani Scalia | |
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| Senatore del Regno d'Italia | |
| Legislatura | dallaXIX (nomina 28 ottobre 1996) |
| Sito istituzionale | |
Martino Beltrani Scalia (Palermo,22 febbraio1829[1] –Palermo,11 febbraio1909) è stato unmagistrato,politico ed esperto dicarceriitaliano.
Nel1846 si iscrisse alla facoltà digiurisprudenza dell'Università di Palermo. Interruppe gli studi per prendere parte allarivoluzione del 1848; dopo la restaurazioneborbonica passò lungo tempo in esilio, vivendo aMalta, poi aMarsiglia, aParigi, aLondra e ancora a Parigi, dove mantenne contatti con gli ambientisocialisti.
Sposò Marianna Pisani, figlia del barone Casimiro.
Dopo aver ottenuto l'amnistia, ritornò aPalermo, da dove mantenne una corrispondenza segreta con gli esuli siciliani.
Fu arrestato nel1860 prima dell'arrivo diGaribaldi e liberato dallo stesso generale dopo l'ingresso a Palermo.
Fondò il giornaleIl Plebiscito, una pubblicazione che ebbe breve durata e che aveva come scopo l'annessione dellaSicilia all'Italia «una e indivisibile».
Nel1862 entrò nella pubblica amministrazione e nel1864 ebbe l'incarico di ispettore generale dellecarceri.
Nel settembre del1866 sostenne il sindacoAntonio Starabba di Rudinì nella repressione dellaRivolta del sette e mezzo e fu decorato con una medaglia d'argento.
Riconosciuto come uno dei maggiore esperti di problemi carcerari (la sua fama gli varrà anche la laurea in giurisprudenza conseguita nel1875), partecipò a congressi in Italia e all'estero (Congresso di Londra del1872, diStoccolma nel1878, diSan Pietroburgo nel1890).
Fu sostenitore del metodoauburniano, che consisteva nella libertà diurna e nella detenzione notturna, per la punizione di reati comuni, mentre per le pene più lunghe propose l'applicazione del metodo progressivoirlandese, secondo cui il carcerato è sottoposto a restrizioni meno severe via via che si ravvede. Fu estimatore dell'opera diGiulia Falletti di Barolo a favore dei detenuti diTorino[2].
Nel1871 fondò laRivista di discipline carcerarie in relazione con l'antropologia, col diritto penale, con la statistica.[3]
Fece parte della Commissione per la riforma delcodice penale. Nel1876 fu nominato direttore generale delle carceri e incaricato daFrancesco Crispi di redigere un progetto di riforma penitenziaria, che non fu messo in atto per la caduta del governo. Nel1879 poté aprire adAversa il primomanicomio criminale. Nonostante i suoi progetti di riforma, non riuscì ad eliminare i crudeli metodi tradizionali di punizione e una burocrazia carcerariacentralistica. Nel1886 divenne consigliere di Stato e nel1896senatore del Regno.
Lasciò numerosi scritti sulla riforma delle carceri, fra cui il più noto è:
Negli ultimi anni si dedicò a ricerche storiche:
Altri progetti
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