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Marte (divinità)

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Statua colossale di Marte: "Pirro" neiMusei capitolini aRoma. Fine del I secolo d.C.

Marte (in latinoMars[1]) è, nellareligione romana e italica[1], ildio dellaguerra e dei duelli e, secondo lamitologia più arcaica, anche deltuono, dellapioggia e dellafertilità[1]. Corrisponde alladivinità grecaAres e al dio nordicoTýr.

Culto

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Venere e Marte, affresco romano daPompei, 1 secolo d. C.

È una divinità sia etrusca[2] cheitalica (Mamers nei dialetti sabellici[1]); nella religione romana (dove era considerato padre del primo re Romolo) era il dio guerriero per eccellenza, in parte associato a fenomeni atmosferici come la tempesta e il fulmine. Assieme a Quirino eGiove, faceva parte della cosiddetta "Triade arcaica", che in seguito, su influsso della cultura etrusca, sarà invece costituita daGiove,Giunone e Minerva. Più tardi, identificandolo con il grecoAres, venne detto figlio diGiunone eGiove e inserito in un contesto mitologico ellenizzato.

Alcuni studiosi del passato (Wilhelm Roscher, Hermann Usner, e soprattutto Alfred von Domaszewski) hanno parlato di Marte anche nei termini di divinità "agraria", legata all'agricoltura, soprattutto sulla scorta del testo di una preghiera rimastaci nelDe agri cultura diCatone, che lo invoca per proteggere i campi da ogni tipo di sciagura e malattia. SecondoGeorges Dumézil tuttavia il collegamento fra Marte e l'ambito campestre non farebbe di lui una divinità legata alla terra, in quanto il suo ruolo sarebbe esclusivamente di difensore armato dei campi da mali umani e soprannaturali, senza diversificazione dalla sua natura intrinsecamente guerresca.

Questo dipinto rappresenta Amore che tramite le sue frecce fa innamorare Venere del Dio Marte.
'Venere, Marte e Cupido', Guercino, 1633 circa.

Il dio, inoltre, rappresentava la virtù e la forza della natura e della gioventù, che nei tempi antichi era dedita alla pratica militare. In questo senso era posto in relazione con l'antica pratica italica deluer sacrum, la Primavera Sacra: in una situazione difficile, i cittadini prendevano la decisione sacra di allontanare dal territorio la nuova generazione, non appena fosse divenuta adulta. Giunto il momento, Marte prendeva sotto la sua tutela i giovani espulsi, che formavano solo una banda, e li proteggeva finché non avessero fondato una nuova comunità sedentaria espellendo o sottomettendo altri occupanti; accadeva talvolta che gli animali consacrati a Marte guidassero isacrani e divenissero loro eponimi: un lupo (hirpus) aveva guidato gliIrpini, un picchio (picus) iPiceni, mentre iMamertini derivavano il loro nome direttamente da quello del dio. Sempre a Marte era dedicata la legio sacrata, cioè la legione Sannita, detta anche linteata, poiché era bianca.[senza fonte]

Marte, nella società romana, assunse un ruolo molto più importante della sua controparte greca (Ares), probabilmente perché considerato il padre del popolo romano e di tutti gli Italici in generale: Marte, accoppiatosi con lavestaleRea Silvia generòRomolo e Remo, che fondaronoRoma.[3] Di conseguenza Marte era considerato il padre del popolo romano e i romani si chiamavano tra loroFigli di Marte. I suoi più importanti discendenti, oltre a Romolo e Remo, furonoPico eFauno.

Marte comparve spesso sulla monetazione romana, sia repubblicana che imperiale, con vari titoli:Marti conservatori (protettore),Marti patri (padre),Mars ultor (vendicatore),Marti pacifero (portatore di pace),Marti propugnatori (difensore),Mars victor (vincitore).

Il mese di marzo, il giorno di martedì, i nomi Marco, Marcello, Martino, il pianetaMarte, il popolo deiMamertini, deiMarsi e il loro territorio Martia Antica (la contemporaneaMarsica) devono a lui il loro nome.

Leggenda sulla nascita di Marte

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Secondo il mito,Giunone era invidiosa del fatto cheGiove avesse concepito da soloMinerva senza la sua partecipazione. Chiese quindi aiuto aFlora che le indicò un fiore che cresceva nelle campagne inEtolia che permetteva di concepire al solo contatto. Così diventò madre di Marte, che fece allevare daPriapo, il quale gli insegnò l'arte della guerra. La leggenda è di tradizione tarda come dimostra la discendenza diMinerva daGiove, che ricalca il mito greco.Flora, al contrario, testimonia una tradizione più antica: l'equivalente norrenoThor nasce dalla terra,Jǫrð e così le molte divinità elleniche.

Nomi

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Statua di Marte nudo in unaffresco diPompei.

Marte era venerato con numerosi nomi dagli stessi Etruschi dai Latini e dagli altri popoli Italici:

  • Maris, nome Etrusco da cui deriva il nome del Dio Romano;[2]
  • Mars, nome Romano;
  • Marmar;
  • Marmor;
  • Mamers, nome con cui era venerato dai popoliitalici distirpe osca[4];
  • Marpiter;
  • Marspiter;
  • Mavors.

Epiteti

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  • Diuum deus: 'dio degli dei', nome con cui viene designato nelCarmen Saliare.
  • Gradivus: 'colui che va', con valore spesso di 'colui che va in battaglia', ma può essere collegato anche alver sacrum, quindi 'colui che guida, che va'.
  • Leucesios: epiteto del Carmen Saliare che significa 'lucente', 'dio della luce', questo epiteto può essere anche legato alla sua caratteristica di dio del tuono e del lampo.
  • Silvanus: in Catone, nel libroDe agri cultura, 83 Marte viene soprannominatoSilvanus in riferimento ai suoi aspetti legati alla natura e collegandolo conFauno.
  • Ultor: epiteto tardo, dato daAugusto in onore della vendetta sui cesaricidi (da ultor, -oris: vendicatore).

Rappresentazioni

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Gli antichi monumenti rappresentano il dio Marte in maniera piuttosto uniforme; quasi sempre Marte è raffigurato con indosso l'elmo, lalancia o laspada e loscudo, raramente con unoscettro talvolta è ritrattonudo, altre volte con l'armatura e spesso ha unmantello sulle spalle. A volte è rappresentato con labarba ma, nella maggior parte dei casi, è sbarbato. È raffigurato a piedi o su un carro trainato da due cavalli imbizzarriti, ma ha sempre un aspetto combattivo.

Gli antichiSabini lo adoravano sotto l'effigie di una lancia chiamata "Quiris" da cui si racconta derivi il nome del dioQuirino, spesso identificato conRomolo. Bisogna dire che il nome Quirinus, come il nome Quirites, deriva da *co-uiria, cioè assemblea del popolo e indicava il popolo in quanto corpus di cittadini, da distinguere con Populus (dal verbo populari = devastare), che indica il popolo in armi.

Il ruolo di Marte a Roma

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Venere e Marte, affresco romano da Pompei, 1 secolo d. C.

ARoma Marte era onorato in modo particolare. A partire dal regno diNuma Pompilio, venne istituito un consiglio disacerdoti, scelti tra ipatrizi, chiamatiSalii, chiamati a vigilare su dodici scudi sacri, gliAncilia, di cui si dice che uno sia caduto dal cielo. Questi sacerdoti erano riconoscibili dal resto del popolo per la loro tunica purpurea. I sacerdotiSalii, in realtà erano un'istituzione ben più antica diNuma Pompilio, risalivano addirittura al re-dioFauno, che li creò in onore di Marte, costituendo così i primi culti iniziatici latini.

Nella capitale dell'impero, vi era anche una fontana consacrata al dio Marte e venerata dai cittadini. L'imperatoreNerone, una volta, si bagnò in quella fontana, gesto che fu interpretato dal popolo come un sacrilegio e che gli alienò la simpatia popolare. A partire da quel giorno, l'imperatore iniziò ad avere problemi di salute, secondo la gente dovuta alla vendetta del dio.

Festività

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Era venerato festosamente in marzo, il primo mese dell'anno nel calendario romano, che segnava la ripresa delle attività militari dopo l'inverno e che portava il suo nome, con leferiae Martis,Equirria,agonium martiale,Quinquatrus etubilustrum.
Altre cerimonie importanti avvenivano in febbraio e in ottobre.

GliEquirria si tenevano il 27 febbraio e il 14 marzo. Erano giorni sacri con significato religioso e militare; i romani vi mettevano molta enfasi per sostenere l'esercito e rafforzare la morale pubblica. I sacerdoti tenevano riti di purificazione dell'esercito. Si tenevano corse di cavalli nelCampo Marzio.

Leferiae Martis si tenevano dal 1º marzo al 24 marzo.Durante leferiae Martis i dodiciSalii Palatini percorrevano la città in processione, portando ciascuno unAncile, uno dei dodici scudi sacri, e fermandosi ogni notte ad una stazione diversa (mansio).Nel percorso iSalii eseguivano una danza con un ritmo di tre tempi (tripudium) e cantavano l'antico e misteriosoCarmen Saliare.Il 19 marzo si teneva ilQuinquatrus, durante il quale gli scudi venivano ripuliti.Il 23 marzo si teneva ilTubilustrium, dedicato alla purificazione delle trombe usate daiSalii e alla preparazione delle armi dopo la pausa invernale.Il 24 marzo gliancilia venivano riposti nel sacrario dellaRegia.

L'October Equus si teneva alleidi di ottobre (15 ottobre). Si svolgeva una corsa di bighe e veniva sacrificato a Marte il cavallo di destra del trio vincente tramite un colpo di lancia delFlamine marziale. La coda veniva tagliata e il suo sangue sparso nel cortile dellaRegia. C'era una battaglia tradizionale tra gli abitanti dellaSuburra che volevano la coda per portarla allaTurris Mamilia e quelli dellaVia Sacra che la volevano per laRegia.

Il 19 ottobre si teneva l'Armilustrium, dedicato alla purificazione delle armi e alla loro conservazione per l'inverno.

Ogni cinque anni si tenevano in Campo Marzio leSuovetaurilia, dove davanti all'altare di Marte (Ara Martis) il censo veniva accompagnato da un rito di purificazione tramite il sacrificio di un bue, un maiale e una pecora.

Luoghi di culto

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Marte e Venere, copia settecentesca daI Modi diMarcantonio Raimondi

Tra le popolazioni italiche, si sa di un antico tempio dedicato al dio Marte aSuna,[5] antica città degliAborigeni, e di un oracolo del dio, nella città aborigena diTiora.[6]

Animali e oggetti sacri

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  • Lupo: si ricorda il nipoteFauno, il lupo per eccellenza è la lupa che ha allattatoRomolo e Remo[3]
  • Picchio: il picchio è l'uccello del tuono e della pioggia oracolare, ha nutrito Romolo e Remo insieme alla lupa
  • Cavallo: simbolo della guerra (si ricordaNettuno e gliEquirria)
  • Toro: altro animale molto importante per ilver sacrum e per tutti i popoli italici
  • Hastae Martiae: sono le lance di Marte che si scuotevano in caso di gravi pericoli, tenute nel sacrario dellaRegia
  • Lapis manalis: la pietra della pioggia, in quanto dio della pioggia

Offerte

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A Marte si offrivano come vittime sacrificali vari tipi di animali: deitori, deimaiali, dellepecore e, più raramente,cavalli,galli,lupi epicchi verdi, molti dei quali gli erano consacrati. Le matrone romane gli sacrificavano un gallo il primo giorno del mese a lui dedicato che, fino al tempo diGaio Giulio Cesare, era anche il primo dell'anno.

Identificazioni con dei celtici

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  • Mars Alator: Fusione con il dio celtico Alator
  • Mars Albiorix,Mars Caturix oMars Teutates: Fusione con il dio celticoToutatis
  • Mars Barrex: Fusione con il dio celtico Barrex, di cui si ha notizia solo da un'iscrizione aCarlisle
  • Mars Belatucadrus: Fusione con il dio celtico Belatu-Cadros. Questo epiteto è stato trovato in cinque iscrizioni nell'area delVallo di Adriano
  • Mars Braciaca: Fusione con il dio celtico Braciaca, trovato in un'iscrizione aBakewell
  • Mars Camulos: Fusione con il dio della guerra celticoCamulo
  • Mars Capriociegus: Fusione con il dio celtico gallaico Capriociegus, trovato in due iscrizioni aPontevedra
  • Mars Cocidius: Fusione con il dio celtico Cocidio
  • Mars Condatis: Fusione con il dio celtico Condatis
  • Mars Lenus: Fusione con il dio celticoLeno
  • Mars Loucetius: Fusione con il dio celtico Leucezio
  • Mars Mullo: Fusione con il dio celtico Mullo
  • Mars Nodens: Fusione con il dio celticoNodens
  • Mars Ocelus: Fusione con il dio celtico Ocelus
  • Mars Olloudius: Fusione con il dio celtico Olloudio
  • Mars Segomo: Fusione con il dio celticoSegomo
  • Mars Visucius: Fusione con il dio celtico Visucio

Marte nell'arte

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Pittura

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Note

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  1. ^abcdMARTE in "Enciclopedia Italiana", sutreccani.it.URL consultato il 21 aprile 2022.
  2. ^abPallotino, pp. 29, 30; Hendrik Wagenvoort, "The Origin of the Ludi Saeculares," in Studies in Roman Literature, Culture and Religion (Brill, 1956), p. 219 et passim; John F. Hall III, "The Saeculum Novum of Augustus and its Etruscan Antecedents," Aufstieg und Niedergang der römischen Welt II.16.3 (1986), p. 2574.
  3. ^abStrabone,Geografia, V 3.2.
  4. ^Nota sul dioMamerte (o Mamers), inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  5. ^Dionigi di Alicarnasso,Antichità romane, I 14.3.
  6. ^Dionigi di Alicarnasso,Antichità romane, I 14.5.

Bibliografia

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  • Andrea Carandini,La nascita di Roma, Torino, Einaudi, 1997,ISBN 88-06-14494-4. (L'archeologo Andrea Carandini dà la definitiva rivalutazione del dio Marte).
  • Renato Del Ponte,Dei e miti italici, Genova, ECIG, 1985,ISBN 88-7545-805-7.
  • Georges Dumézil,La religione romana arcaica, Milano, Rizzoli, 1977,ISBN 88-17-86637-7. (Libro del grande storico delle religioni, che per primo rivalutò Marte da feroce dio emulo di Ares a divinità più originale e importante).
  • James Hillman,Un terribile amore per la guerra, Milano, Adelphi, 2005,ISBN 978-88-459-1954-1. (Un libro che dimostra come questo dio sia presente nelle guerre contemporanee).
  • Jacqueline Champeux,La religione dei romani, Bologna, Il Mulino, 2002,ISBN 978-88-15-08464-4.

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