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Marsi

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediMarsi (disambigua).
Mappa in cui viene ipotizzata laMarsica antica.

IMarsi erano unpopolo italico dilingua osco-umbra, storicamente stanziato nelI millennio a.C. nel territorio montuoso circostante il lagoFucino, zona che corrisponde a un'ampia area dell'Abruzzo contemporaneo chiamata appuntoMarsica. Entrati in conflitto con laRepubblica romana alla fine delIV secolo a.C., presto furono indotti dall'evidente supremazia dell'esercito romano a unirsi in alleanza con Roma, accettando la condizione di socii italici, come già avvenuto in precedenza con i latini colfoedus cassianum. Conservarono a lungo un certo margine di autonomia interna fino a quando, nelI secolo a.C., l'estensione a tutti gliItalici dellacittadinanza romana, decisa in seguito allaGuerra sociale della quale i Marsi furono tra i principali ispiratori, accelerò il processo diromanizzazione del popolo, che fu rapidamente inquadrato nelle strutture politico-culturali di Roma.

Etnonimo

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Monetazione della confederazione marsa durante la guerra sociale (Víteliú e soldato elmato - 89 a.C.).

Il nome "Marsi" sarebbe di origine sacra[1] e deriverebbe dalla divinità più importante che essi veneravano: il dio italico Mamerte, da cui deriverebbe la divinità romana della guerraMarte, nome che veniva pronunciato "Mars"-"Martis" (inlingua sabellica anche "Mors"). Dunque il nomeitaliano "Marsi", pur filtrato dallatino, ha inevitabilmente un'origineindigena.

Questa etimologia, secondo alcuni, spiegherebbe l'indole bellicosa di questo popolo[2]. Il nome sarebbe stato assunto in seguito a un rito diprimavera sacra, attraverso il quale i Marsi si distaccarono dal generico troncosabellico[1].

Gli omonimi tedeschiMarsi (intedesco "Marser") furono una piccolatribù germanica occidentale stanziata, traI secolo a.C. eI secolo d.C., tra i fiumiReno,Roer eLippe, nella contemporaneaGermania nord-occidentale.

Storia

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Le origini e il territorio

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La posizione dei Marsi a sud del lago Fucino.
Lo stesso argomento in dettaglio:Osco-umbri.

Genti osco-umbre penetrarono inItalia nella seconda metà delII millennio a.C., probabilmente intorno alXII secolo a.C.[3]. Non è noto il momento esatto in cui genti dilingua osco-umbra si stabilirono nell'area delFucino; il gruppo che sarebbe emerso storicamente come Marsi raggiunse la regione seguendo lavalle del Salto[1]. Il loro centro più importante eraMarruvium, la contemporaneaSan Benedetto dei Marsi, mentre altri centri di rilievo eranoAntinum (Civita d'Antino),Cerfennia (Collarmele), Fresilia,Milonia (Ortona dei Marsi), Plestinia (probabilmente la Rocca Vecchia diPescina) eLucus Angitiae (Luco dei Marsi), presso ilbosco sacro consacrato alla deaAngizia.

Le prime notizie sui Marsi e sulle altre tribù autoctone della zona vengono dallastoriografia romana. La prima citazione dei Marsi avviene in particolare ad opera di Gn. Gellio (richiamato da Plinio) che ne riporta le origini mitiche, collegate alla stirpe del semidio Eeta, Angizia, Circe[4]. Sarà ancora un Gellio secoli più tardi, questa volta Aulo, a rammentare il legame con Circe.

La parte centrale della zona fucense era occupata dai Marsi, a nord-ovest erano presenti gliEqui che sconfinavano nell'odiernoreatino, mentre a sud c'erano iVolsci, che occupavano la parte sud dellavalle Roveto[5]. Le principali fonti storiche cominciano a occuparsi delFucinus lacus a proposito di un violento scontro avvenuto tra i Romani e i Volsci nel408 a.C., con il conseguente controllo del lago da parte deltribuno consolare romanoPublio Cornelio[6].

I rapporti con Roma

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IV secolo a.C.

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Territori dei Marsi in una carta del 358 a.C.
I Marsi nelle antiche regioni d'epoca romana.
Popoli italici delcentro Italia.
Lo stesso argomento in dettaglio:Guerre sannitiche.

I Marsi, insieme aiVestini, aiMarrucini e aiPeligni, presero parte a una confederazione contro cui iRomani entrarono in conflitto durante laSeconda guerra sannitica, nel325 a.C. Contro l'alleanza italica Roma inviò ilconsoleDecimo Giunio Bruto Sceva; secondoTito Livio si trattò di una mossa audace, poiché fino a quel momento i Vestini e i loro alleati non avevano minacciato direttamente la Repubblica, ma necessaria per prevenire una loro possibile alleanza con iSanniti. Bruto devastò le campagne degli Italici per costringerli a scendere in battaglia in campo aperto; lo scontro fu sanguinoso e anche l'esercito romano subì gravi perdite, ma i nemici furono costretti ad abbandonare i loro accampamenti e a trincerarsi nelle loro cittadelle[7].

In seguito Livio accenna a un modesto scontro tra le legioni diQuinto Fabio Massimo Rulliano e iSanniti, cui presero parte anche Marsi e Peligni; si trattò di una scaramuccia, sottolineata dallo storico in quanto prima "defezione" dei Marsi dal campo romano[8]. Dal325 a.C. in poi ci furono varie ribellioni, alle quali Roma reagì istituendo in territorioequicolo a ridosso di quello marso lacolonia latina diAlba Fucens (303 a.C.)[9].

Nel304 a.C., dopo la grave disfatta subita dagliEqui per opera dei Romani guidati dai consoliPublio Sempronio Sofo ePublio Sulpicio Saverrione, i Marsi, come i loro vicini Peligni, Marrucini eFrentani, inviarono ambasciatori a Roma per chiedere un'alleanza, che fu loro concessa attraverso un trattato[10]. Non appoggiarono quindi laLega sannitica, contribuendo in tal modo in maniera decisiva alla vittoria romana[11].

Nel301 a.C., approfittando di una contemporanea rivolta dell'Etruria, i Marsi si opposero alla colonia diCarsioli (o Carseoli), appena fondata da quattromila uomini. Per far fronte all'emergenza Roma nominòdittatoreMarco Valerio Corvo, che sbaragliò i Marsi in una sola battaglia; li costrinse quindi a trincerarsi nelle loro cittadelle, prima di conquistare in rapida successioneMilonia, Plestinia e Fresilia. Stabilì quindi che i Marsi avrebbero dovuto rinunciare a parte del loro territorio, prima di rinnovare l'alleanza con loro[12], foedus di cui un denario Gellio conserva probabilmente la memoria della vittoria senza sangue con l'incisione dellacorona di mirto[13].

III secolo a.C.

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Lo stesso argomento in dettaglio:Seconda guerra punica.

Laromanizzazione dei Marsi fu graduale. Dopo il trattato del 304, poi rinnovato nel 301 a.C., conservarono ampi margini di autonomia interna come popolo alleato e non già sottomesso; la loro politica, tuttavia, non entrò mai in contrasto con quella di Roma, alla quale si accodavano[14].

A differenza di altri popoliosco-umbri, dopo la sottomissione rimasero fedeli a Roma in occasione delleGuerre pirriche. I Marsi combatterono poi al fianco di Roma allaSeconda guerra punica partecipando nel225 a.C. a un contingente dicavalleria di quattromila armati insieme a Marrucini, Frentani e Vestini[15].

Secondo Tito Livio, sempre nel corso della Seconda guerra punica (217 a.C.) il loro territorio e quello dei loro vicini Peligni sarebbe stato devastato dalle truppe diAnnibale, in marcia verso sud dopo la vittoria nellabattaglia del Lago Trasimeno[16]; tale informazione è tuttavia scorretta, giacché Marsi e Peligni non si trovavano lungo l'itinerario deiCartaginesi[17].

II-I secolo a.C.

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Lo stesso argomento in dettaglio:Guerra sociale.
LaSabina secondo l'Historical Atlas: i Marsi erano stanziati all'estremità meridionale della regione, presso il lago delFucino.

Il rapporto tra i Marsi e i Romani fu instabile, intervallato da momenti di pace e di alleanza, a improvvise ribellioni che costringevano Roma a duri interventi repressivi. La rivolta più grave delle popolazioni fucensi, portò, nel91 a.C., allo scoppio dellaGuerra sociale – detta ancheBellum marsicum[18] - che coinvolse quasi tutta la penisola e gettò Roma nella guerra civile traMario eSilla. La rivolta degli alleati italici fu poi sedata dal console Gaio Mario con la conseguente concessione della cittadinanza romana a tutti i confederati.

Agli inizi delI secolo a.C., i Marsi furono quindi i principali ispiratori, conPeligni ePiceni al loro seguito, della vasta coalizione dipopoli italici che scatenò la Guerra sociale per ottenere la concessione dellacittadinanza romana più volte negata (91-88 a.C.)[19]. L'esercito italico, ripartito in due tronconi - uno sabellico guidato dal marsoQuinto Poppedio Silone, l'altrosannitico affidato aGaio Papio Mutilo[18] - contava contingenti di numerosi popoli; quello marso era guidato daTito Lafrenio[20].

Agri descriptio,1624 -Philip Clüver.

Nel90 a.C. Lafrenio fu il primo difensore diAscoli (città non marsa, a testimonianza del carattere federale della lotta), assediata daGneo Pompeo Strabone; presto ricevette il soccorso dei Piceni diGaio Vidacilio e dei Peligni diVezio Scatone[21]. In seguito i Marsi di Lafrenio assediarono lo stesso Pompeo aFermo, prima di essere battuti separatamente da Mario. Poppedio, dal canto suo, alla testa di Marsi eVestini tese un'imboscata vincente nella quale cadde il romanoQuinto Servilio Cepione il Giovane (90 a.C.)[22], prima che la generale vittoria di Roma suisocii ribelli culminasse con la presa di Ascoli da parte di Pompeo[23].

Dopo la Guerra sociale laLex Julia de civitate, che concedeva la cittadinanza romana a tutti gli Italici rimasti fedeli a Roma, fu progressivamente estesa anche ai popoli insorti, tra i quali i Marsi. I loro territori furono intensamente colonizzati, soprattutto nell'epoca diSilla. Ottenuta la cittadinanza, ipopoli sabellici furono incorporati nelletribù romane: i Marsi, con i Peligni, furono iscritti nellagensSergia. A partire da allora laromanizzazione degli Italici si avviò rapidamente a compimento, come attesta la rapida scomparsa delle loro lingue, sostituite dallatino[24].

Leleggende relative ai Marsi riportano ad un altro proverbio latino secondo il quale "per fare un guerriero marsicano sono necessari quattro legionari romani"[25]. Nei secoli successivi i Marsi combatteranno al fianco delle legioni romane.

Società

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Disco corazza (kardiophylax) raffigurante lachimera, assunta a simbolo dei Marsi.

Come molti altri popoli osco-umbri, i Marsi erano governati dameddix, supremimagistrati che iRomani identificavano con i loropraetor. Ilmeddix aveva amplissimi poteri: oltre a essere il capo politico del popolo, esercitava anche le supreme funzioni militari e giudiziarie; dalla loro carica dipendeva il calendario, nel quale gli anni erano identificati con ilmeddix in carica - esattamente come a Roma con iconsoli[26].

I Marsi erano dediti al "Ver Sacrum", cioè la Primavera Sacra, un rito di origineitalica, che comportava la fondazione di nuove colonie per motivi demografici ed esigenze agricole e pastorali. Era ritenuto allo stesso tempo un gesto che scongiurasse le carestie, la migrazione era guidata in modo simile ad unaprocedura totemica: si interpretava il percorso di un animale-guida, per trarne indicazioni sulla direzione del tragitto. Un cane consacrato, allontanandosi dalla terra di origine, portò una tribù marsa inLucania, fondando la città cui i Romani dettero il nome di Abellinum Marsicum, la contemporaneaMarsico Nuovo il cui stemma è un cane con il motto F.Et.A. (fidelis et amans), e la vicinaMarsicovetere[27][28].

Religione

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I Marsi erano, come tutti gli Italici,politeisti; al pari dei Peligni, adoravano iDioscuri (Iovies Pucleis inmarso)[29]. Godevano fama di stregoni: si dice infatti che fossero particolarmente dediti alla magia. Guarivano ferite e curavano malattie con piante officinali dei monti circostanti; inoltre erano potenti incantatori diserpenti, riuscendo anche a guarirne i morsi con impacchi di erbe misteriose e formule magiche[30]. L'Eneide ci ha tramandato al riguardo il nome diUmbrone, giovane sacerdote, medico e serparo, che combatte al fianco diTurno contro itroiani diEnea, dal quale viene ucciso[31].

Fra le divinità del pantheon marso sono da annoverare:Angizia, maga e guaritrice associata al culto dei serpenti[32],Feronia (dea della fertilità), che aveva culto anche tra gli altri popoli italici; alle origini divinità delle acque, dei laghi, delle fonti:Feronia mater nympha Campaniae (Serv.,ad Aen., VIII, 564,Feronienses aquatores C.I.L., V, 8307); "effigiata nelle medaglie con un serto di fiori non ancora aperti di melogranato" e per questo, dalMommsen, ritenuta "per fermo dea della Primavera" (Sulbronzo di Rapino, p. 23.);Vesuna, di cui all'iscrizioneDivai Vesune Erinie, trovata vicinoMilonia e all'epigrafe delbronzo di Antino trovato nei pressi diAntinum, che per certi versi potrebbe essere paragonata conCerere e conFlora[33], anche questa divinità italica, menzionata nelleTavole eugubine (Mommsen, ivi, pp. 21-22);Valetudo (dea della salute personale), di cui alle iscrizioni:V. Vetius. Valetudne d.d.l.m. eAninus Vecus Valetudne donum dant[34].

Il pantheon comprendeva anche iNovesede (Mommsen, ivi, pp. 25-26.), divinità saettatrici, con probabilità corrispondenti aiDivi Novensiles deiRomani,divi che scagliavano fulmini, stando all'invocazione che i consoli romani pronunciavano prima dell'inizio della battaglia[35].

Lingua

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Lo stesso argomento in dettaglio:Lingua marsa.

I Marsi parlavano undialetto sabellico, varietà dellalingua umbra. Documentato per la prima volta dalBronzo di Rapino e dalBronzo di Antino, tra i dialetti sabellici è, con ildialetto sabino, quello che mostra le più precoci e forti influenze dellatino[36], tanto che dall'area abitata dai Marsi sono pervenute testimonianze di iscrizioni non più in dialetto marso, ma in un originale latino ricco di marsismi, come nell'Iscrizione di Caso Cantovios[37][38].

Note

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  1. ^abcGiacomo Devoto,Gli antichi Italici, p. 127.
  2. ^Maria Leonarda Leone,Focus Storia Collection, Estate 2013, p. 104.
  3. ^Francisco Villar,Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, pp. 478-482.
  4. ^ Giuseppe Pinto,Storia della medicina in Roma al tempo dei re e della repubblica, Tip. Artero e comp., 1879.URL consultato il 26 novembre 2024.
  5. ^Tito Livio,Ab Urbe condita libri,III, 30.
  6. ^Livio,IV, 57.
  7. ^Livio,VIII, 29.
  8. ^Tito Livio,Ab Urbe condita libri,IX, 41.
  9. ^Devoto, p. 293.
  10. ^Livio,IX, 45.
  11. ^Devoto, p. 284.
  12. ^Tito Livio,Ab Urbe condita libri,X, 3.
  13. ^ Giulio Cesare Capaccio,Delle imprese trattato di Giulio Cesare Capaccio: in tre libri diuiso ..., ex officina Horatij Saluiani, 1592.URL consultato il 23 novembre 2024.
  14. ^Devoto, p. 308.
  15. ^Polibio,Storie, II, 24.
  16. ^Livio,XXII, 9.
  17. ^Devoto, p. 319.
  18. ^abDevoto, p. 336.
  19. ^Devoto, p. 335.
  20. ^Appiano,Storia romana, I, 39-40.
  21. ^Devoto, p. 338.
  22. ^Appiano, I, 44.
  23. ^Appiano,Storia romana, I, 39-53.
  24. ^Devoto, pp. 343-344.
  25. ^Antichi popoli del centro Italia, suromanoimpero.com, RomanoImpero.
  26. ^Devoto, p. 258.
  27. ^Dionigi di Alicarnasso,Antichità romane, I 16.2.
  28. ^L. Ventre,La Lucania dalle origini all'epoca odierna vista ed illustrata attraverso la storia della città di Marsico Nuovo, Salerno, p. 196.
  29. ^Devoto, p. 236.
  30. ^Maria Leonarda Leone,Focus Storia Collection, Estate 2013, p. 105.
  31. ^Virgilio,Eneide, VII, X, dove si parla anche dei re marsiReto eArchippo.
  32. ^ Adele Campanelli,Angizia, natura e magia, supreistoriainitalia.it.URL consultato il 28 luglio 2021(archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2021).
  33. ^Licia Luschi,Una divinità italica: Vesuna, 1991, inFucino 2001, 2001, pp. 348-360.
  34. ^ Mommsen, C.I.L., IX, 3812.Litteris vetustissimis in cippo formae quadratae in summa parte cavum habente. In iugo supra Catelluccio - Casale di Lecce; C.I.L., IX, 3813
  35. ^Livio, VIII, 9.
  36. ^Devoto, p. 21.
  37. ^Devoto, p. 161.
  38. ^ Nino Motta,Quelle tre iscrizioni alle radici della lingua marsa, suilcentro.it, Il Centro, 12 gennaio 2020.URL consultato il 26 novembre 2024.

Bibliografia

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Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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Voci correlate

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Contesto storico generale

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Rapporti con Roma

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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