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Mariano Rumor

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Mariano Rumor

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato13 dicembre 1968 –
6 agosto 1970
Capo di StatoGiuseppe Saragat
Vice presidenteFrancesco De Martino
Paolo Emilio Taviani
PredecessoreGiovanni Leone
SuccessoreEmilio Colombo

Durata mandato8 luglio 1973 –
23 novembre 1974
Capo di StatoGiovanni Leone
PredecessoreGiulio Andreotti
SuccessoreAldo Moro

Ministro degli affari esteri
Durata mandato23 novembre 1974 –
30 luglio 1976
Capo del governoAldo Moro
PredecessoreAldo Moro
SuccessoreArnaldo Forlani

Ministro dell'interno
Durata mandato22 giugno 1963 –
5 dicembre 1963
Capo del governoGiovanni Leone
PredecessorePaolo Emilio Taviani
SuccessorePaolo Emilio Taviani

Durata mandato18 febbraio 1972 –
8 luglio 1973
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreFranco Restivo
SuccessorePaolo Emilio Taviani

Segretario della Democrazia Cristiana
Durata mandato27 gennaio 1964 –
19 gennaio 1969
PresidenteAttilio Piccioni
Mario Scelba
PredecessoreAldo Moro
SuccessoreFlaminio Piccoli

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato16 febbraio 1959 –
22 giugno 1963
Capo del governoAntonio Segni
Fernando Tambroni
Amintore Fanfani
PredecessoreMario Ferrari Aggradi
SuccessoreBernardo Mattarella

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Segretario del Consiglio dei ministri
Durata mandato19 gennaio 1954 –
10 febbraio 1954
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessoreGiulio Andreotti
SuccessoreOscar Luigi Scalfaro

Sottosegretario di Stato alMinistero dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato27 luglio 1951 –
19 gennaio 1954
ContitolareLuigi Gui
Capo del governoAlcide De Gasperi
Giuseppe Pella
PredecessoreEmilio Canevari
Emilio Colombo
SuccessoreMario Riccio
Mario Vetrone

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato20 giugno 1979 –
22 gennaio 1990
LegislaturaVIII, IX, X
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneVeneto
CollegioVicenza
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato10 giugno 1979 –
14 giugno 1984
LegislaturaI
Gruppo
parlamentare
PPE
CircoscrizioneItalia nord-orientale
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1946 –
19 giugno 1979
LegislaturaAC,I, II, III, IV, V, VI, VII
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneVerona
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea inlettere
ProfessioneInsegnante
Mariano Rumor
NascitaVicenza, 16 giugno1915
MorteVicenza, 22 gennaio1990
Luogo di sepolturaCimitero Maggiore (Vicenza)
ReligioneCristiana cattolica
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Comitato di Liberazione Nazionale
Forza armataRegio Esercito
Partigiani bianchi
ArmaArtiglieria
SpecialitàGuerra partigiana
Anni di servizio1941-1945
GradoSottotenente
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneGuerra di liberazione italiana
BattaglieResistenza vicentina
Frase celebreL'ispirazione fondamentale della Resistenza è stata la conquista della Libertà. Libertà per tutti e di tutti.
Altre carichePresidente del Consiglio dei ministri
Ministro dell'interno
Ministro degli affari esteri
Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Segretario della Democrazia Cristiana
Eurodeputato
voci di militari presenti su Wikipedia
Manuale

Mariano Rumor (AFI:/ruˈmor/[1];Vicenza,16 giugno1915Vicenza,22 gennaio1990) è stato unpoliticoitaliano, per cinque voltePresidente del Consiglio dei ministri fra il1968 e il1974.

Rumor è stato il segretario nazionale dellaDemocrazia Cristiana tra il 1964 e il 1969,Ministro degli affari esteri tra il1974 e il1976,Ministro dell'interno nel1963 e tra il1972 e il1973, nonchéMinistro dell'agricoltura e delle foreste tra il1959 e il1963. All'interno dellaDemocrazia Cristiana fu uno degli esponenti della correnteDorotea insieme adAntonio Segni,Emilio Colombo,Antonio Bisaglia e, seppur con una posizione più dialettica,Aldo Moro.

Biografia

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Nacque da Giuseppe Rumor e Tina Nardi.

Giovinezza e studi

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Frequenta le scuole elementari del Patronato Leone XIII e ilLiceo ginnasio Antonio Pigafetta di Vicenza. Nel1937 consegue la laurea in Lettere presso l'Università di Padova con una tesi suGiuseppe Giacosa. Tra il 1941 e il 1943 presta servizio militare come allievo ufficiale, poi come sottotenente di artiglieria aMantova,Sabaudia,L'Aquila eCecina. Tra il 1943 e il 1945 partecipa alla Resistenza e dirige il giornaleIl Momento.

Dalla DC vicentina all'Assemblea Costituente

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Rumor proveniva da una famiglia profondamente cattolica: il nonno e il padre erano titolari di una stamperia che produceva giornali di area cattolica, e anche i testi delle encicliche papali. Dopo l'armistizio di Cassibile, entrò a far parte dellaDemocrazia Cristiana (DC) e dellaresistenza vicentina, rappresentando il suo partito a livello regionale nel comitato di liberazione. Nel dopoguerra si impegnò nel radicamento dellaDC vicentina, diventando uno dei leader di spicco del partito nelVeneto, venendo eletto deputato all'Assemblea Costituente nel1946.

Nel1948 fu eletto per la prima volta deputato, carica che avrebbe poi mantenuto in tutte le legislature successive fino al1976. Nonostante la sua giovane età, Rumor si mise subito in vista come uno dei leader di spicco dellaDemocrazia Cristiana e, in particolare, della corrente dossettiana diCronache sociali, dal nome dell'omonima rivista fondata a Roma nel 1947.

Al Congresso nazionale del1949, dove fu eletto per la prima volta nel Consiglio nazionale della DC, Rumor presentò un'importante relazione sui problemi del lavoro in Italia: in questa relazione, coerentemente con il pensiero dossettiano, emerse in modo evidente la sua volontà di fare della DC un protagonista nel processo di cambiamento economico e sociale, affermando la necessità di avviare «un grande disegno riformistico, ispirato ad un solidarismo sociale che era patrimonio della cultura politica del cattolicesimo democratico»[2]. Come ebbe modo di chiarire in un successivo articolo apparso suCronache sociali, Rumor sosteneva quindi la necessità che lo Stato si affermasse come «promotore e regolatore d'una bene ordinata e organica azione di solidarietà tra le classi e all'interno delle classi»[3].

Nel1950Guido Gonella successe aPaolo Emilio Taviani nel ruolo disegretario della DC; obiettivo della nuova segreteria era quello di costruire una gestione unitaria del partito a supporto del governo guidato daAlcide De Gasperi. In questo contesto, Rumor fu nominato per la prima volta vicesegretario assieme aGiuseppe Dossetti, in rappresentanza dell'area diCronache sociali.

Iniziativa democratica

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Il ritiro dalla politica attiva diGiuseppe Dossetti lasciò il gruppo diCronache sociali orfano del suo leader carismatico; tuttavia, i principali esponenti della corrente si diedero presto da fare per riorganizzare le proprie posizioni all'interno del partito. Mariano Rumor svolse in questo senso un ruolo determinante per la nascita della nuova corrente diIniziativa democratica, che riuniva non solo i reduci del dossettismo (qualiLa Pira,Fanfani,Moro), ma anche elementi della maggioranza centrista degasperiana (comeTaviani oScalfaro).

Fu proprio Rumor a stendere la bozza del manifesto politico diIniziativa democratica, pubblicato poi sul primo numero dell'omonima rivista attorno alla quale iniziava a strutturarsi la corrente. In questo testo, accanto alla dichiarazione di appoggio aDe Gasperi e alPatto Atlantico (e di conseguenza dell'inserimento dell'Italia all'interno delblocco occidentale), venne riaffermato il principio dossettiano di un partito cristianamente riformista, capace dimuovere il paese verso un'evoluzione democratica[4]. Con questi argomenti gliiniziativisti si candidarono non solo a rivendicare l'eredità politica del dossettismo, ma anche a proporsi come un interlocutore affidabile per le altre componenti del partito.

Rumor svolse subito un ruolo di primo piano nella corrente. Tale visibilità lo portò a ricoprire i primi incarichi governativi; esordì al governo come sottosegretario all'Agricoltura nelVII governo De Gasperi (1951-1953), incarico che mantenne anche nell'VIII governo De Gasperi e nelgoverno di Giuseppe Pella. Nel breveprimo governo Fanfani (gennaio-febbraio 1954) fu promosso a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Dopo il Congresso nazionale diNapoli del1954, che vide l'affermazione diIniziativa democratica e la successiva elezione diFanfani a segretario del partito, Rumor fu rieletto vicesegretario nazionale. Mantenne quest'incarico per i successivi cinque anni, fino allo scioglimento della corrente diIniziativa democratica.

Leader dei dorotei

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All'interno diIniziativa democratica affiorarono non pochi dissensi verso la linea politica della segreteria diFanfani, che cautamente iniziava ad aprire alla prospettiva di una collaborazione col ilPSI[5]. Con l'esasperarsi di queste tensioni, esponenti di primo piano della corrente, tra cui lo stesso Rumor, misero in minoranza il Segretario nel corso del Consiglio Nazionale del 14 - 17 marzo1959. Si determinò in questo modo una spaccatura diIniziativa democratica tra gli uomini rimasti vicini all'ex Segretario e il gruppo dissidente (ormai da tutti ribattezzato deiDorotei, dal luogo in cui si erano riuniti prima del consiglio nazionale, il convento delle suore di Santa Dorotea a Roma) raccolto attorno adAntonio Segni, Mariano Rumor eAldo Moro, che fu eletto nuovo Segretario.

Rumor divenne così uno dei leader della nuova corrente. Questa posizione gli valse la nomina a ministro dell'Agricoltura nelsecondo governo Segni, carica che avrebbe conservato nei successivi governiTambroni, nelFanfani III eFanfani IV. In questo ruolo, Rumor contribuì alla definizione di uno dei primi piani per lo sviluppo e l'innovazione del settore agricolo nazionale, il cosiddettoPiano Verde.

Alleelezioni politiche del 1963 la DC subì un brusco calo di consensi. Rumor fu nominatoMinistro dell'Interno nel brevegoverno presieduto da Giovanni Leone, prima di essere eletto nuovo Segretario della DC in sostituzione diAldo Moro. Durante il breve periodo in cui resse il dicastero dell'Interno, Rumor ebbe a fronteggiare difficili problemi: l'aggravarsi dei fenomeni dellacriminalità mafiosa inSicilia e delterrorismo in Alto Adige, nonché ildisastro del Vajont.[6]

Segretario della Democrazia Cristiana

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Mariano Rumor al X Congresso dellaDemocrazia Cristiana nel1967.

Rumor fu Segretario politico dellaDemocrazia Cristiana tra il1964 e il1969, guidando il partito nella complessa fase di collaborazione di governo con ilPSI. Nei cinque anni alla guida della DC, Rumor cercò di rassicurare l'elettorato moderato, nel tentativo di recuperare i consensi persi nelle elezioni precedenti. Il nuovo Segretario (e con lui tutto il gruppo dirigentedoroteo) si impegnò a fondo per unanormalizzazione della spinta riformista del primo Centro-Sinistra, mettendo spesso in difficoltà il Presidente del ConsiglioAldo Moro.

Rumor incarnava le caratteristiche tipiche dei dorotei: la cautela, la moderazione, la propensione per la mediazione più che per la decisione, l'attenzione alle questioni pratiche, concrete, piuttosto che alle grandi strategie, la rappresentanza degli interessi del ceto medio di provincia, il legame privilegiato con la pubblica amministrazione, con il mondo cattolico, con i coltivatori diretti. Alleelezioni politiche del 1968 la DC riuscì ad aumentare, seppur di poco, i propri voti: questo risultato fu vissuto come un successo della segreteria di Rumor e fece emergere il suo nome quale candidato naturale alla guida del governo.

Presidente del Consiglio dei ministri

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Rumor I, Governo Rumor II e Governo Rumor III.
Rumor presidente del Consiglio dei ministri alla presentazione alla Camera dei deputati del suoterzo governo, 1º aprile1970.

Nel1968 divenne per la prima voltaPresidente del Consiglio dei ministri, guidando tre diversi esecutivi dicentro-sinistra fino al1970. Sotto Rumor fu inaugurata la commissione parlamentare di inchiesta riguardo alla vicenda deifascicoli SIFAR, si procedette ad un revisione delle pensioni (legge 30 aprile 1969, n. 153) e del settore scolastico (legge 15 febbraio 1969, n. 9) che venne potenziato istituendo lascuola materna statale (legge 18 marzo 1968, n. 444), venne definitivamente deciso il varo delleregioni, fu approvato loStatuto dei lavoratori (legge 20 maggio 1970, n. 300) accompagnato da incentivi salariali, pensionistici e previdenziali cercando di porre un argine alla violenza politica e ai disordini.

Sempre in questo periodo il Parlamento approvò le norme che istituivano ilreferendum (legge 25 maggio 1970, n. 352), in corrispondenza con le ampie polemiche che circondavano la successiva introduzione deldivorzio in Italia. In campo internazionale il governo di Rumor si distinse per la firma, il 28 gennaio 1969, deltrattato di non proliferazione nucleare. In un contesto difficile, caratterizzato dall'emergere della contestazione operaia e studentesca e tristemente segnato dallastrage di piazza Fontana, la crisi della formula politica di centro-sinistra creò una situazione di profonda instabilità che finì col travolgere i governi di Rumor.

Ministro dell'interno con Andreotti

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Lo statista di Vicenza tornò al governo nel1972 comeMinistro dell'interno nelI e nelII esecutivo guidato daAndreotti (1972-1973), compagini caratterizzate dall'esclusione delPSI dal governo e da una ripresa della collaborazione tra democristiani ePLI.

Il 17 maggio 1973, in qualità di Ministro dell'Interno, Rumor inaugurò all'interno della questura di Milano un busto in onore del commissarioLuigi Calabresi, poco dopo questa cerimoniala questura fu oggetto di un attentato che causò 4 morti e 52 feriti il cui obiettivo sarebbe stato proprio lo stesso Rumor: secondo le indagini svolte negli anni novanta[7], l'estrema destra lo avrebbe ritenuto colpevole di aver violato gli accordi clandestini precedentemente presi non proclamando lo stato d'assedio quando era presidente del Consiglio il 12 dicembre 1969 in occasione dellastrage di piazza Fontana[8].

Ritorno alla Presidenza del Consiglio

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Rumor IV e Governo Rumor V.
Rumor durante laformazione delsuo quarto governo nel1973.

Quando nel Congresso Nazionale della DC del1973, a seguito del cosiddettopatto di Palazzo Giustiniani, fraAmintore Fanfani edAldo Moro laDemocrazia Cristiana scelse di riavviare la collaborazione governativa con ilPartito Socialista Italiano, Mariano Rumor fu nuovamente designato dal suo partito qualePresidente del Consiglio dei Ministri alla guida di un governo formato dalla coalizione del cosiddettocentro-sinistra "organico".

In qualità di capo dell'esecutivo il Presidente Mariano Rumor, in risposta all'evento storico dellacrisi energetica di quell'anno, varò un piano nazionale di “austerity economica” per il risparmio energetico che prevedeva cambiamenti immediati: il divieto di circolare in auto il giorno della domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi, nonché la riduzione dell'illuminazione stradale e commerciale. Insieme a questi provvedimenti con effetti immediati, il governo impostò anche una riforma energetica complessiva che prevedeva fra l'altro la costruzione, da parte dell'Enel, dicentrali nucleari per limitare l'uso del greggio.

Anche questa formula di centro-sinistra si concluse rapidamente nel1974, in seguito agli scossoni provocati sul quadro politico dalreferendum sul divorzio. I governi Rumor sono ricordati per aver gravato fortemente suldebito pubblico dei decenni successivi a causa delcondono fiscale del 1973 e dei generosi trattamenti pensionistici (baby pensioni,metodo retributivo epensioni sociali), con costi valutati in almeno 150 miliardi di euro al 2018, nonché per la dipendenza da prestiti internazionali.[9]

Scissione dorotea, fine della carriera e morte

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Mariano Rumor nel1978.

La sconfitta alleelezioni regionali del 1975 portò all'allontanamento diAmintore Fanfani dalla segreteria del partito. Mariano Rumor fu proposto daMoro quale nuovo segretario del partito, ma subì il veto di alcuni membri dellacorrente alla quale apparteneva. A causa di questo veto, Rumor abbandonò la correntedorotea, attestandosi più vicino alle posizioni del segretarioBenigno Zaccagnini, aderente alla correntemorotea e favorevole alcompromesso storico, cioè alla convergenza con ilPartito Comunista Italiano realizzatasi con la nascita delterzo governo Andreotti.

In seguito alla scissione dorotea, Rumor fu lentamente escluso da incarichi rilevanti nel partito e nel governo. Dopo essere statoMinistro degli affari esteri negli ultimi due governi guidati daMoro, ilquarto e ilquinto (1974-1976), non avrebbe più assunto alcuna carica ministeriale; gli anni successivi furono caratterizzati dal sopra citatocompromesso storico e dalrapimento e la successiva uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse nel1978 che mise fine l'anno successivo all'alleanza con i Comunisti.

Nel 1976 loscandalo Lockheed coinvolse anche diverse alte cariche dello stato italiano; Rumor fu accusato, in qualità di presidente del Consiglio nel1968, di essere il percettore, insieme aiministri della difesaLuigi Gui eMario Tanassi, di una tangente di un milione di dollari dalla societàLockheed Corporation al fine di creare le condizioni per la vendita in Italia degli aereiHercules 130. Tale accusa era determinata dal fatto che, secondo la società Lockheed, ad aver ricevuto questa tangente fosseAntelopeCobbler, un nome crittografato in cui poteva celarsi il nome di Mariano Rumor, ma anche quello diGiovanni Leone,presidente della Repubblica. Rumor fu prosciolto dalla commissione inquirente il 29 gennaio1977, mentre Gui e Tanassi furono rinviati a giudizio dallaCorte costituzionale: il primo fu assolto mentre il secondo fu riconosciuto colpevole di corruzione.

Per quanto concerneva il presidente Leone, nonostante fosse stata riconosciuta la sua estraneità, una violenta campagna di stampa denigratoria deL'Espresso diCamilla Cederna e deiRadicali lo costrinse alle dimissioni nel giugno del1978. Rumor fu eletto dapprima deputato alParlamento europeo nel corso della sua prima legislatura (1979-1984) ed in seguito fu senatore nellaVIII,IX eX legislatura dal1979 al1990 in cui ricoprì però un ruolo marginale; sono i lunghi anni della PresidenzaCraxi, della segreteria diCiriaco De Mita e del cosiddettoCAF.

Mariano Rumor morì la sera del 22 gennaio 1990 nell'ospedale San Bortolo diVicenza, a 74 anni, in seguito ad unarresto cardiaco causato da un improvvisoedema polmonare acuto (il giorno precedente aveva presenziato all'assemblea provinciale dellaDemocrazia Cristiana adAsiago) e, dopo i funerali in cui parteciparono le alte cariche dello stato, il feretro venne tumulato presso ilCimitero Monumentale Maggiore di Vicenza.[10]

Sinossi degli incarichi di Governo

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MinistroMandatoGoverno
Sottosegretario delMinistero dell'Agricoltura e Foreste26 luglio1951 – 16 luglio1953Governo De Gasperi VII
Sottosegretario delMinistero dell'Agricoltura e Foreste16 luglio1953 – 2 agosto1953Governo De Gasperi VIII
Sottosegretario delMinistero dell'Agricoltura e Foreste17 agosto1953 – 5 gennaio1954Governo Pella
Segretario del Consiglio dei Ministri18 gennaio1954 – 10 febbraio1954Governo Fanfani I
Ministro dell'Agricoltura e Foreste15 febbraio1959 – 25 marzo1960Governo Segni II
Ministro dell'Agricoltura e Foreste25 marzo1960 – 26 luglio1960Governo Tambroni
Ministro dell'Agricoltura e Foreste26 luglio1960 – 21 febbraio1962Governo Fanfani III
Ministro dell'Agricoltura e Foreste21 febbraio1962 – 21 giugno1963Governo Fanfani IV
Ministro dell'Interno21 giugno1963 – 4 dicembre1963Governo Leone I
Presidente del consiglio dei ministri12 dicembre1968 – 5 agosto1969Governo Rumor I
Presidente del consiglio dei ministri5 agosto1969 – 27 marzo1970Governo Rumor II
Presidente del consiglio dei ministri27 marzo1970 – 6 agosto1970Governo Rumor III
Ministro dell'Interno17 febbraio1972 – 26 giugno1972Governo Andreotti I
Ministro dell'Interno26 giugno1972 – 6 luglio1973Governo Andreotti II
Presidente del consiglio dei ministri6 luglio1973 – 14 marzo1974Governo Rumor IV
Presidente del consiglio dei ministri14 marzo1974 – 23 novembre1974Governo Rumor V
Ministro degli affari esteri23 novembre1974 – 12 febbraio1976Governo Moro IV
Ministro degli affari esteri12 febbraio1976 – 29 luglio1976Governo Moro V

Opere

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Note

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  1. ^Rumór, Mariano, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^Malgeri 2002, p. 93.
  3. ^Mariano Rumor,Memorie (1943-1970), pag. 12
  4. ^Malgeri 2002, p. 114.
  5. ^Malgeri 2002, p. 334.
  6. ^Mariano Rumor - Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica, supatrimonio.archivio.senato.it.URL consultato il 10 settembre 2025.
  7. ^Gianfranco Bertoli sarebbe stato "agganciato a Mestre dal gruppo affinché, munito della bomba ananas lui affidata, non avesse esitazioni a recarsi a Milano e ad attentare alla vita dell'on. Mariano RUMOR dinanzi alla Questura di Milano (int. DIGILIO 12.10.1996 f.4-6 e 14.10.1996 f.1-3). L'operazione, non facile vista l'instabilità di carattere di Gianfranco BERTOLI e la necessità che egli fosse sorretto psicologicamente ed economicamente, aveva la finalità, dopo il rifiuto opposto da Vincenzo VINCIGUERRA l'anno precedente ad accettare tale compito, di colpire il "traditore" e il "vigliacco" Mariano RUMOR che, nel dicembre 1969, quando era Presidente del Consiglio, dopo molte titubanze, aveva rifiutato di decretare lo stato di pericolo pubblico, reso impossibile la prevista presa di posizione dei militari e fatto fallire il disegno strategico/politico che stava intorno agli attentati del 12.12.1969 (interr. DIGILIO 21.2.1997 f.1-3)"Guido Salvini,Sentenza ordinanza (PDF), Milano, Tribunale, 1998, p. 131.URL consultato il 13 dicembre 2019(archiviato dall'url originale il 20 giugno 2012).
  8. ^ Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin,La strage. Piazza Fontana. Verità e memoria, Milano, Feltrinelli, 2002.
  9. ^ Roberto Petrini,La Manovra gialloverde: una ricetta in salsa Dc che si ispira a Rumor, surepubblica.it.
  10. ^ Alessandro Mognon,Rumor muore per una crisi cardiaca, inLa Stampa, 23 gennaio 1990, p. 1.

Bibliografia

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  • A cura di Costanza Ciscato,Mariano Rumor, discorsi sulla Democrazia Cristiana, Franco Angeli, 2010,ISBN 978-88-568-1723-2
  • Pino Contin,La Democrazia Cristiana vicentina dopo De Gasperi (1954-1968). Il partito di M. Rumor, Vicenza, Cooperativa Tipografica degli Operai Editrice, 2011,ISBN 978-88-9006-256-8
  • R. Fornasier,Mariano Rumor e le ACLI vicentine, Franco Angeli, 2011,ISBN 978-88-568-3602-8
  • Francesco Malgeri,La stagione del centrismo: politica e società nell'Italia del secondo dopoguerra, 1945-1960, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002,ISBN 88-498-0335-4.

Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Alcide De Gasperi (1946-1953) ·Giuseppe Pella (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954) ·Mario Scelba (1954-1955) ·Antonio Segni (1955-1957) ·Adone Zoli (1957-1958) ·Amintore Fanfani (1958-1959) ·Antonio Segni (1959-1960) ·Fernando Tambroni (1960) ·Amintore Fanfani (1960-1963) ·Giovanni Leone (1963) ·Aldo Moro (1963-1968) ·Giovanni Leone (1968) ·Mariano Rumor (1968-1970) ·Emilio Colombo (1970-1972) ·Giulio Andreotti (1972-1973) ·Mariano Rumor (1973-1974) ·Aldo Moro (1974-1976) ·Giulio Andreotti (1976-1979) ·Francesco Cossiga (1979-1980) ·Arnaldo Forlani (1980-1981) ·Giovanni Spadolini (1981-1982) ·Amintore Fanfani (1982-1983) ·Bettino Craxi (1983-1987) ·Amintore Fanfani (1987) ·Giovanni Goria (1987-1988) ·Ciriaco De Mita (1988-1989) ·Giulio Andreotti (1989-1992) ·Giuliano Amato (1992-1993) ·Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994) ·Silvio Berlusconi (1994-1995) ·Lamberto Dini (1995-1996) ·Romano Prodi (1996-1998) ·Massimo D'Alema (1998-2000) ·Giuliano Amato (2000-2001) ·Silvio Berlusconi (2001-2006) ·Romano Prodi (2006-2008) ·Silvio Berlusconi (2008-2011) ·Mario Monti (2011-2013) ·Enrico Letta (2013-2014) ·Matteo Renzi (2014-2016) ·Paolo Gentiloni (2016-2018) ·Giuseppe Conte (2018-2021) ·Mario Draghi (2021-2022) ·Giorgia Meloni (2022-in carica)Stendardo del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

PredecessoreMinistro degli affari esteri della Repubblica ItalianaSuccessore
Aldo Moro23 novembre1974 – 29 luglio1976Arnaldo Forlani

PredecessoreMinistro dell'interno della Repubblica ItalianaSuccessore
Paolo Emilio Taviani21 giugno1963 – 4 dicembre1963Paolo Emilio TavianiI
Franco Restivo17 febbraio1972 – 7 luglio1973Paolo Emilio TavianiII

PredecessoreMinistro dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica ItalianaSuccessore
Mario Ferrari Aggradi15 febbraio1959 – 21 giugno1963Bernardo Mattarella

PredecessoreSegretario della Democrazia CristianaSuccessore
Aldo Moro19641969Arnaldo Forlani
V · D · M
Segretari della Democrazia Cristiana
Alcide De Gasperi (1944-1946) ·Attilio Piccioni (1946-1949) ·Giuseppe Cappi (1949) ·Paolo Emilio Taviani (1949-1950) ·Guido Gonella (1950-1953) ·Alcide De Gasperi (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954-1959) ·Aldo Moro (1959-1964) ·Mariano Rumor (1964-1969) ·Flaminio Piccoli (1969) ·Arnaldo Forlani (1969-1973) ·Amintore Fanfani (1973-1975) ·Benigno Zaccagnini (1975-1980) ·Flaminio Piccoli (1980-1982) ·Ciriaco De Mita (1982-1989) ·Arnaldo Forlani (1989-1992) ·Mino Martinazzoli (1992-1994)Logo della Democrazia Cristiana
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Antifascismo in Italia (1919-1943)
Eventi storiciBiennio rosso in Italia (1919-1920) ·Strage di Palazzo d'Accursio (1920) ·Ribellione di Proština (1921) ·Repubblica di Albona (1921) ·Fatti di Sarzana (1921) ·Fatti di Empoli (1922) ·Sciopero legalitario (1922) ·Fatti di Parma (1922) ·Strage di Torino (1922) ·Delitto Matteotti eSecessione dell'Aventino (1924) ·Manifesto degli intellettuali antifascisti (1925) ·Attentati a Benito Mussolini (1925-1932) · Enciclica Non Abbiamo Bisogno (1931) ·Partecipazione degli antifascisti italiani alla guerra civile spagnola (1936-1939) ·Battaglia di Guadalajara (1937) ·Rivolta di San Mauro Forte (1940) ·Eccidio di Bari (1943)
Repressione dell'antifascismoSquadrismo ·Tribunale speciale per la difesa dello Stato ·Casellario politico centrale ·OVRA ·Confino ·Censura
Vittime della repressioneFerruccio Ghinaglia ·Giuseppe Di Vagno ·Giovanni Minzoni ·Giacomo Matteotti ·Piero Gobetti ·Giovanni Amendola ·Anselmo Cessi ·Gastone Sozzi ·Antonio Gramsci ·Fratelli Rosselli (Carlo eNello)
Formazioni combattentiFormazioni di difesa proletaria (Guardie Rosse ·Arditi del Popolo ·Legione Proletaria Filippo Corridoni) ·Colonna Italiana ·Battaglione Matteotti ·Battaglione Garibaldi
Partiti politiciPartito Repubblicano Italiano ·Partito Socialista Italiano ·Partito Socialista Italiano (massimalista) ·Partito Popolare Italiano ·Partito Comunista Italiano ·Partito Sardo d'Azione ·Partito Liberale Italiano ·Unione Nazionale ·Partito d'Azione ·Partito Socialista Unitario
Organizzazioni e movimenti
in ItaliaItalia libera ·Alleanza Nazionale per la Libertà ·Azione Cattolica
in esilioGiustizia e Libertà (Francia) ·Concentrazione antifascista (Francia) ·Mazzini Society (USA)
Stampa antifascistaAvanti! ·Critica Sociale ·L'Unità ·Il Popolo ·L'Ordine Nuovo ·La Rivoluzione liberale ·Non Mollare ·Umanità Nova ·Il Mondo ·L'Italia libera ·Il Quarto Stato
Voci della categoria
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