Visse spesso una profonda meditazione dellaSacra scrittura riflettendo particolarmente sullaTrinità. Le sue consorelle annotarono le sue parole, i suoi gesti e molte lettere (solo alcune furono inviate ai destinatari), finalizzate alla riforma della Chiesa in relazione con l'opera di rinnovamento promossa dalSavonarola. La sua spiritualità influenzò profondamente la società fiorentina delSeicento, ma il suo magistero spirituale segnò l'arte e la storia della mistica, fino a marcare alcune figure come la Serva di DioLeonora Ramirez de Montalvo eDiomira Allegri diFirenze o le venerabili carmelitaneRosa Maria Serio diFasano eCherubina dell'Agnus Dei di Camaiore.
Caterina de' Pazzi a sedici anni, prima di entrare in Carmelo; ritratto diSanti di TitoStemma dei Pazzi
Nata in una delle famiglie più in vista della nobiltà fiorentina, da MariaBuondelmonti e da Camillo di Geri de'Pazzi, Maddalena era la secondogenita, battezzata come Caterina Lucrezia, anche se era comunemente chiamata con il secondo nome in onore della nonna paterna. Aveva tre fratelli: Geri, Alamanno e Braccio.
Nella sua infanzia respirò l'atmosfera raffinata di una casa patrizia, come lei stessa ebbe a ricordare: «Amo per natura la grandezza, e non le cose brutte, ma ricche e belle» (PRO I, 68-69).
Di carattere schivo e timido, fu seguita da duegesuiti, Rossi e Blanca, come confessori e direttori. Essi la introdussero alCristianesimo e la educarono allapreghiera. Più tardi, sarebbe stata seguita al Carmelo dal celebre padre gesuitaVirgilio Cepari, più tardi redattore di una sua biografia e della biografia di S.Luigi Gonzaga SJ. In due periodi (dal 25 febbraio1574 al1578 e dal 16 marzo1580 al maggio/agosto1581) fu educanda inSan Giovannino dalle Dame di Malta.
A partire dal maggio1581, mentre il padre era governatore aCortona, esiste la possibilità che sia vissuta per qualche tempo nel monastero cortonese delle Poverelle del Terzo Ordine di San Francesco.
Tale esperienza potrebbe aver influenzato i tratti francescani della sua vita, il suo amore per lapovertà e il perché, più tardi, avrebbe chiamatoFrancesco "serafico padre" (PRO II, 222) eChiara "sua avvocata" (PRO I, 198).
«O Amore dammi tanta voce che chiamando te Amore, io sia sentita dall'Oriente insino al Occidente, e da tutte le parti del mondo, etiam nell'Inferno, accioché da tutti tu sia conosciuto e amato, amore; [...] Amore, amore tu solo penetri e trapassi... se' cielo e terra, Fuoco et Aria, Sangue e Acqua.»
(QG 82)
La cella di Maria Maddalena de' Pazzi presso ilmonastero di Cestello, successivamente adibita a cappella.
Il Carmelo di Santa Maria degli Angeli fu il primo ad accogliere ufficialmente le donne alla professione nell'Ordine del Carmelo, grazie alla BollaCum nulla del 7 ottobre 1452, a firma diNiccolò V, durante il generalato delSoreth.
Oggi solo il sito ambientale, occupato dal locale seminario, è ancora in San Frediano in Cestello[1], mentre il suo Carmelo (Santa Maria degli Angeli eSanta Maria Maddalena dei Pazzi) si trova in zona Careggi.
Questomonastero, sotto la guida di don Leone Bartolini e madre Arcangela Del Garbo, iniziò a collocarsi nell'ambito dei circolisavonaroliani, fatto testimoniato anche dalla presenza, sotto l'altar maggiore, della sepoltura del corpo diMaria Bartolomea Bagnesi, era dedito all'impegno evangelico e di serietà esistenziale.
I primi cinque anni di vita monastica di Maddalena sono quelli maggiormente documentati, grazie all'impegno delle sue consorelle nel conservare e redigere i suoi diari, lettere, appunti e discorsi, sebbene alla realtà storica si sia col tempo sovrapposto, consapevolmente o meno, un velo di drammatizzazione.
I processi attestano ampiamente simili opzioni: «Come Sr. Maria Maddalena haveva proferito un periodo, quella monaca che l'haveva tenuto a mente lo dettava a una di quelle che scrivevono et mentre quella scriveva un'altra teneva a mente quello che seguitava di dire et lo dettata et ricordava a un'altra di quelle che scrivevono; et così seguitavono…e ciascuna faceva il numero al periodo che haveva scritto, cioè: la prima il numero uno, la seconda il numero dua, la terza il numero tre et poi ripigliava la prima il numero quattro et così seguitavono di un in uno per ordine.» (Processus).
Il loro lavoro è la fonte principale della conoscenza di Maddalena e ciò spiega il loro particolarissimo genere letterario che conserva il vigore e i limiti dell'oralità.
Più tardi, alla scuola di santa Caterina da Siena e del Savonarola, Maddalena si convinse di dover partecipare alla "rinnovazione della Chiesa" dettando delle lettere, più che nel tracciato disciplinare delConcilio di Trento, sulla falsariga di un profondo ritorno al Vangelo, esortando e ammonendo tutte le vocazioni ecclesiali ed ecclesiastiche ad una maggiore autenticità di vita.
Già vicaria per l'accoglienza delle giovani che venivano in foresteria (1586-1589), fu coinvolta, a vario titolo, nella formazione delle giovani dal 1589 al 1607 e sottopriora dal 1604 al 1605.
Ammalatasi, passò gli ultimi tre anni della sua vita in precarie condizioni sia fisiche che mentali, morendo il 25 maggio 1607 a quarantun anni.
Le sue spoglie vennero trasferite in Borgo Pinti, in quella che sarà dedicata a lei comechiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi, a seguito del trasferimento di tutto il monastero. Nel1888, a seguito di un nuovo trasloco, vennero spostate nelmonastero di santa Maria Maddalena dei Pazzi aCareggi, dove tuttora si trovano sotto la cura di consorelle carmelitane. Molte monache di questo monastero furono conosciute per la loro vita e le loro opere, a partire dalla venerabile madre Minima di San Filippo (CamillaStrozzi 1617-1672); Camilla (1598-1666) e Clarice (1609-1665)Barberini.
Nel Carmelo fiorentino circolavano da tempo testimonianze e fonti manoscritte su donne celebri e stimate comeCaterina de' Ricci daPrato, terziaria regolaredomenicana eBartolomea Bagnesi, laica consacrata nell'Ordine dei Domenicani, ma non terziaria (il cui confessore era dal1563, lo stesso governatore del monastero), riguardanti esperienze mistiche da queste vissute. L'idea che un intenso percorso spirituale culminasse con qualche tipo di manifestazione esteriore non era estranea alla cultura religiosa del tempo, il che la rendeva temuta, ma attesa come sigillo di un intervento divino. Solo rari autori, comeGiovanni della Croce, avrebbero chiaramente scritto e predicato che le "estasi" non sono affatto essenziali per una seria avventura spirituale.
«Nel contesto cinquecentesco, visioni e rivelazioni erano parte integrante della vita religiosa. Un contesto in cui il visionario è presenza ordinaria nella società, le sue funzioni, in un certo qual modo, vengono a sovrapporsi, anche se non a confondersi, con quella mediazione istituzionale offerta dal clero» (A. Gentili – M. Regazzoni,La spiritualità della riforma cattolica, 1993).
Tuttavia, bisogna tenere conto che, già dai tempi delConcilio di Trento, alle donne era negata la possibilità di affrontare dibattiti in materia in pubblico, così come era loro negato lo studio teologico. La pretesa di ricevere visioni per grazia divina poteva quindi essere un modo per sfuggire al vincolo sociale, sebbene ottenere l'attestazione della veridicità della manifestazione divina dalla Curia fosse estremamente difficile.
Secondo il giudizio delle consorelle di Maddalena, fattori temperamentali come la timidezza e la giovane età, avrebbero frenato la libera espressione della giovanissima carmelitana se, da un punto di vista credente, non ci fossero state le "estasi" (PRO II, 548).
Singole frasi delle sue meditazioni, estrapolate dal contesto di origine, sono diventate oggetto di un lavoro di teatro musicale del compositore italianoSalvatore Sciarrino dal titoloInfinito Nero(1998) per mezzosoprano e ensemble. Una delle visioni della santa fiorentina è alla base delSanguis Christi, composizione ideata daGian Lorenzo Bernini.
Santa Maria Maddalena de' Pazzi,Dio sempre s'inclina, C. Vasciaveo (ed.), prefazione card. G. Betori, Padova, Edizioni Messaggero Padova, 2021 [da testi in edizione critica], EAN 9788825052664.
Maria de' Bagnesi"Carissima in Cristo Jesu" Profilo e Antologia, C. Vasciaveo (ed.), prefazione card. G. Betori, Firenze, Pagnini, 2022, EAN 9788882515478.
S. Maria Maddalena de' Pazzi,Se Dio è comunicativo. Il rinnovamento della Chiesa nella fede di una donna., C. Vasciaveo (ed.), Siena, Cantagalli, 2001/2009.
Nicola Gori,Nel deserto hai parlato al mio cuore.Pensieri scelti di S. Maria *Maddalena de' Pazzi, Siena, Cantagalli, 2006.
"...come un agnello condotto al macello" (Is 53,7). La passione di Gesù in santa Maria Maddalena de' Pazzi, Perugia,Graphe.it edizioni, 2006.
Chiara Vasciaveo,«C'è una gran carestia di buon Pastori». Il carteggio tra il Carmelo di santa Maria Maddalena de’ Pazzi e don Leone Bartolini (1557-1572), inVivens Homo 2 (2020) pp. 327–349.
Chiara Vasciaveo,La beata domenicana Maria Bagnesi nel Carmelo fiorentino di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, inMysterion 2 (2020) pp. 271–291.
Chiara Vasciaveo,Il Carmelo di Santa Maria degli Angeli e di S. Maria Maddalena de' Pazzi centro di culto savonaroliano a Firenze, inVivens Homo 1 (2018) pp. 127–143.
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