Marco Caporali (Roma,9 maggio1956[1]) è unpoeta,traduttore ecritico teatraleitaliano.
Figlio di un ufficiale dell'esercito e di un'insegnante di musica, vive l'infanzia e la prima adolescenza traMonaco eTorino, per poi trasferirsi a Roma con la madre e la sorella dopo la morte del padre. Dopo una giovinezza all'insegna di una forte militanza politica, si avvicina alla letteratura frequentando la Facoltà di Lettere dellaSapienza, dove incontra la poetessaBiancamaria Frabotta, sua prima lettrice e maestra[2][3].
Nel 1986 si laurea con Frabotta con una tesi suBartolo Cattafi, e, dopo la pubblicazione di singole poesie su alcune riviste nazionali, pubblica il suo primo libro,Il mondo all'aperto (Empiria,Premio Mondello Opera Prima 1992[4]), con una prefazione diElio Pagliarani. Negli stessi anni, dopo sporadiche pubblicazioni su«Il Manifesto» e «Reporter», comincia a collaborare con «l’Unità» come critico teatrale[1]. L'attività come critico teatrale lo porta a incontrare e a collaborare, negli anni Novanta, conEugenio Barba e l'Odin Teatret (Cronistoria di Kaosmos, Il Mulino 1995).
Nel 1998 scrive il testo teatraleCose future, messo in scena nella chiesa di san Pietro aTuscania ilVenerdì Santo 1998, con regia di Marcello Sambati e musiche diAmbrogio Sparagna. Nel 2001 pubblicaIl silenzio venatorio (Empiria), libro dove per la prima volta compaiono sue versioni e traduzioni dal danese, in particolare daSøren Kierkegaard. Con laDanimarca e con l'arte e la letteratura danese Caporali ha da sempre un rapporto privilegiato: oltre ad aver vissuto per diverso tempo nell’isola diSamsø, nel 1993 ha curato la versione italiana diRidere a mezzogiorno, poesie diLaus Strandby Nielsen (Empiria)[1], nel 1996 ha pubblicatoMotivi danesi (Il Bulino) e nel 2003Casa Bagger (Il Labirinto), libro ispirato alle opere del pittore Svend Bagger[1].
Nel 2009 ha vinto il Premio Nazionale Haiku[5] e tra il 2013 e il 2024 ha pubblicato diversi altri libri di poesia[6], tra cuiTra massi erratici (Empiria, 2013, Premio Marazza[7][8]) eIl borgo dell'accoglienza (Il Labirinto, 2024), libro il cui titolo rimanda alla vicenda[9] del borgo calabrese diRiace e al suo sindacoMimmo Lucano[10][11].
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