
David di Donatello per il miglior regista1980
David di Donatello per il miglior regista2010
David di Donatello alla carriera2014
David di Donatello per il miglior film2020
David di Donatello per il miglior regista2020
David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale2020
David di Donatello per il miglior regista2023
David di Donatello per la migliore sceneggiatura adattata2024Marco Bellocchio (Bobbio,9 novembre1939) è unregista,sceneggiatore eproduttore cinematograficoitaliano.
Regista tra i più riconosciuti nel cinema d'autore italiano, Marco Bellocchio nel 1967 si è aggiudicato ilLeone d'argento per laregia allaMostra internazionale d'arte cinematografica diVenezia per il filmLa Cina è vicina. Nel 1991 ha vinto l'Orso d'argento, gran premio della giuria alFestival internazionale del cinema di Berlino per il filmLa condanna. Nel 1999 è stato insignito con un premio d'onore per il contributo al cinema alFestival cinematografico internazionale di Mosca, mentre nel 2011 gli è stato conferito ilLeone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nel 2021 ha ricevuto laPalma d'oro onoraria alFestival di Cannes.
Fin dai tempi della scuolasalesiana, ha mostrato interesse per il mondo del cinema. In seguito, la sua irriverenza verso modelli sociali conformisti lo ha fatto considerare un ribelle. ABobbio, inprovincia di Piacenza, dove è cresciuto, frequentò molto la sala cinematografica locale, appassionandosi alla regia. Nel 1959 frequentò ilCentro sperimentale di cinematografia diRoma e, sotto la guida diAndrea Camilleri, nel 1962 divenne regista.[1][2] In seguito proseguì aLondra i suoi studi sul cinema.
Tornato inItalia, a Bobbio, all'età di 26 anni, diresse il suo primo lungometraggio:I pugni in tasca (1965), selezionato alFestival del film Locarno e vincitore della Vela d'argento 1965. In questo lavoro mostrò il suo anticonformismo e lo stesso avvenne nei successivi lungometraggi:La Cina è vicina (1967, presentato alFestival di Venezia e vincitore delGran premio della giuria) eIl popolo calabrese ha rialzato la testa (1969).
Questi film esprimono i valori di una rivolta vissuta, interpretata e proposta: quella delSessantotto contro le istituzioni che, nella sua visione, dominano, controllano e reprimono tutta la società, imponendo valori etici borghesi. Bellocchio ha messo a nudo l'ipocrisia borghese, svelandone tutte le contraddizioni, fornendone una lettura personale. Non ha inteso tuttavia fare propaganda politica, pur essendo, nei suoi lavori, chiaramente orientato all'estrema sinistra: infatti erano gli anni della sua militanza nell'Unione Comunisti Italiani, un gruppo d'ispirazionemaoista.
Nel 1966 pubblicò sulla rivistaRendiconti una raccolta di poesie dal titoloI morti crescono di numero e d'età. Nel 1969 partecipò con un episodio al filmAmore e rabbia (1969) insieme conPasolini,Bertolucci,Lizzani eGodard.

Nel1971 sottoscrive lalettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli pubblicata sul settimanaleL'Espresso. Intervistato in occasione della presentazione del suo filmVincere, Bellocchio ha confermato di non essere pentito di quell'appello.[3]
Rievocò la sua infanzia in chiave grottesca nel filmNel nome del padre (1972) conLaura Betti. L'anno dopo dirigeGian Maria Volonté inSbatti il mostro in prima pagina (1972). DopoPianeta Venere (1974, diretto daElda Tattoli), Bellocchio rivolge un duro atto d'accusa contro i manicomi inNessuno o tutti - Matti da slegare (1975), co-diretto conSilvano Agosti,Sandro Petraglia eStefano Rulli. Nello stesso anno, presta la sua voce all'attoreAldo Valletti nel lungometraggio di Pier Paolo PasoliniSalò o le 120 giornate di Sodoma.
Nel1977 gira una versione della commedia diAnton ČechovIl gabbiano. Nel1978 conosce lo psichiatraMassimo Fagioli, con cui intraprende una lunga e complessa collaborazione: Fagioli parteciperà attivamente alla realizzazione di tre film:Diavolo in corpo,La condanna,Il sogno della farfalla.
Il regista riguardo alla propria adesione all'analisi collettiva del professor Massimo Fagioli e ai tre film fatti in collaborazione con lo stesso psichiatra, nel numero deiCahiers du cinema dell'estate del 2023, la cui tematica generale eraRefaire le monde, ha avuto modo di parlare del suo particolare coinvolgimento in quella che chiama utopia della metà deglianni Settanta e del suo allontanamento.[4]
DopoArmonica a bocca (1979) eVacanze in Val Trebbia (1980) dirigeMarcello Mastroianni eClaudia Cardinale inEnrico IV (1984), tratto da una commedia diLuigi Pirandello, e quindiDiavolo in corpo (1986) tratto dal libro diRaymond Radiguet eLa visione del sabba (1987). Nel 1991 vince l'Orso d'argento - Gran Premio della Giuria alFestival di Berlino conLa condanna. Nel 1999 torna ad adattareLuigi Pirandello sul grande schermo conLa balia.
Nel 2002 dirigeSergio Castellitto inL'ora di religione, con cui vince ilNastro d'argento. L'anno successivo (2003) rievoca laprigionia di Aldo Moro inBuongiorno, notte, conMaya Sansa eRoberto Herlitzka come protagonisti. Nel 2006 dirige nuovamente Castellitto inIl regista di matrimoni.[5]
Nel 2006 si candida alleelezioni politiche per laCamera dei deputati nella lista dellaRosa nel Pugno, costituita daradicali esocialisti, allontanandosi dalle sue precedenti posizionicomuniste. Negli anni successivi ha più volte manifestato la propria vicinanza ai radicali diMarco Pannella.
Nel 2009 esceVincere:[6] il film racconta la tormentata vita diIda Dalser, amante diBenito Mussolini e madre di suo figlio Benito Albino. Il film vince ilDavid di Donatello per il miglior regista. Sempre nel 2009 ha diretto lo spot diBanca Monte dei Paschi di Siena.[7]
Nel marzo2010, rivela di lavorare a un film a basso budget sull'Italia contemporanea,[8] per il quale non ha trovato fondi. Ugualmente senza seguito resta l'intenzione di girareLa monaca di Bobbio, un film storico ambientato nel suo paese natale.[9] Il 4 e il 5 settembre2010 dirige in diretta televisiva l'opera liricaRigoletto a Mantova, interpretata daPlácido Domingo, prodotta dallaRai e trasmessa in mondovisione in 148 paesi.

Nel2011 gli viene assegnata l'Alabarda d'oro alla carriera per il cinema e anche il premio per la miglior regia per il filmSorelle Mai.[10] Il 9 settembre alla68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia ha ricevuto dalle mani diBernardo Bertolucci ilLeone d'oro alla carriera.[11]
In seguito annuncia la sua intenzione di girare una storia ispirata alla vicenda diEluana Englaro e di suo padre.[12] Nonostante le numerose difficoltà produttive e i contrasti con la RegioneFriuli-Venezia Giulia,[13] le riprese iniziarono nel gennaio 2012 aCividale del Friuli.[14] Il film viene presentato in anteprima alFestival di Venezia 2012 con il titoloBella addormentata. Il film affronta il tema dell'eutanasia e la difficoltà di avere una legislazione inmateria di fine vita in un paese, l'Italia, che ospita nei suoi confini laCittà del Vaticano, centro mondiale dellaChiesa cattolica. A seguito della decisione della giuria del Festival diVenezia, che ha escluso il film dalLeone d'oro (assegnato al registasudcoreanoKim Ki-duk), Bellocchio ha espresso forti critiche contro il presidenteMichael Mann e l'operato dell'intera giuria, che accusa di penalizzare e non capire i film italiani.[15][16]
Nel2013 alBif&st riceve ilPremioMario Monicelli per il regista dFestival di Cannes 2016el miglior film perBella addormentata.
Fra il 2013 e il 2014, viene dato seguito al progetto di girare un film a Bobbio ed in Val Trebbia[17]. Il film, ambientato nelXVII secolo, narra le vicende di una nobildonna costretta dalla famiglia a farsi monaca[18]. La produzione di quest'ultimo progetto è italo-franco-svizzera; oltre alla regia e sceneggiatura di Bellocchio, il film avrà le musiche diCarlo Crivelli, il montaggio diFrancesca Calvelli e la fotografia diDaniele Ciprì. Il cast includeLidiya Liberman,Filippo Timi,Alba Rohrwacher,Roberto Herlitzka,Toni Bertorelli,Ivan Franek ePier Giorgio Bellocchio (figlio del regista), ma anche molte comparse locali[18]. Il film viene presentato in anteprima alFestival di Venezia 2015 con il titoloSangue del mio sangue[19]. Da marzo2014 è presidente dellaCineteca di Bologna.
Nel2016 esceFai bei sogni, film interpretato daValerio Mastandrea eBérénice Bejo basato sulromanzo autobiografico omonimo diMassimo Gramellini e presentato allaQuinzaine des Réalisateurs delFestival di Cannes 2016[20]. Nel2019 esceIl traditore[21], film interpretato daPierfrancesco Favino eLuigi Lo Cascio incentrato sul personaggio diTommaso Buscetta, il mafioso, noto come "il boss dei due mondi", che aiutò i giudiciGiovanni Falcone ePaolo Borsellino a far luce sull'organizzazione diCosa nostra e sui suoi vertici. Il Film è stato in concorso alFestival di Cannes 2019.[22][23]
Nel2021 riceve laPalma d'oro onoraria alFestival di Cannes, dove presenta anche in anteprimaMarx può aspettare.[24] L'anno successivo dirige la pellicolaEsterno notte, basata sulrapimento di Aldo Moro.[25]
Nel 2023 esceRapito, capolavoro basato sulla storia vera diEdgardo Mortara, il bambino ebreo strappato alla famiglia dapapa Pio IX a metà Ottocento. Il bimbo venne battezzato dalla domestica e le norme delloStato Pontificio vietavano che un cristiano fosse cresciuto da non cristiani. Il caso Mortara divenne uno scandalo di portata internazionale in un momento storico di declino del papato, che pochi anni più tardi sfocerà nellaproclamazione del Regno d'Italia e nellabreccia di Porta Pia. Inizialmente intenzionato a fare un film sul caso Mortara era statoSteven Spielberg, che poi però abbandonò il progetto.[26]


ABobbio, ogni anno, dirige il suo laboratorioFarecinema – incontro con gli autori, scuola di regia e recitazione. La città e i dintorni fanno da set cinematografico con la partecipazione di comparse anche prese dalla strada. In parallelo istituisce il Festival cinematograficoBobbio Film Festival[27], con rappresentazioni nel periodo estivo nel chiostro dell'Abbazia di San Colombano dove si trasferisce il cinema locale. Un cineforum segue il termine delle proiezioni dove partecipano personaggi rappresentativi del film proiettato.
Dal2005 al miglior film viene assegnato il premio "Gobbo d'Oro", in riferimento alPonte Gobbo, simbolo di Bobbio, del gobbo come suggeritore e del gobbo (Rigoletto, tema caro al regista). Inoltre l'atteggiamento intimista richiama i film del regista, il mantello racchiude sul cuore il fratello gemello scomparso, la frattura che attraversa la statuina e l'espressiona angosciata sono metafora del trauma subito. Dal 2010, all'interno del festival, si tiene un seminario di critica residenziale, a cura della rivistaduellanti.
È stato fratello del criticoPiergiorgio Bellocchio ed è padre dell'attorePier Giorgio Bellocchio. È zio della scrittriceVioletta Bellocchio e cognato della psicologaLella Ravasi Bellocchio. Ha avuto due figli, Pier Giorgio dall'unione con l'attriceGisella Burinato ed Elena dall’unione con la montatriceFrancesca Calvelli, sua attuale moglie[28][29].
Marco Bellocchio èateo, ma preferisce definirsi non credente. In un'intervista, alla domanda: «Come definirebbe il suoateismo?» ha risposto: «Come un rifiuto della dimensione metafisica».[30]

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| Predecessore | Ciak d'oro per il miglior regista | Successore |
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| Nanni Moretti perLa stanza del figlio | 2002 perL'ora di religione | Gabriele Muccino perRicordati di me |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 110292071 ·ISNI(EN) 0000 0000 8176 0570 ·SBNRAVV028984 ·LCCN(EN) n81007117 ·GND(DE) 121062023 ·BNE(ES) XX1187389(data) ·BNF(FR) cb140008227(data) ·J9U(EN, HE) 987007435289505171 · CONOR.SI(SL) 76205155 |
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