Marchese, omargravio (daltedescoMarkgraf, formata daMark = marca eGraf = conte, quindi "conte della marca", dove "marca" deriva dall'alto tedescomarka che significa "segno, confine"), è untitolo nobiliare, inferiore al titolo diduca e superiore al titolo diconte. Un marchese aveva piena giurisdizione delle cose temporali, qualitribunali,pedaggi,collette, in unacontea difrontiera detta appuntomarca,marchesato omargraviato. Inetà carolingia il titoloromano diprefetto era usato per indicare il governatore di una marca di frontiera, dunque, di fatto, sinonimo di marchese.
Marchese
Corona per il titolo nobiliare dimarchese inSpagna
Per garantire la sicurezza dei confini, molto esposti alle invasioni, il marchese godeva di una larga autonomia amministrativa e giurisdizionale, che di norma non venivano accordate agli altri funzionari pubblici. Di conseguenza, molto presto i marchesi iniziarono a esercitare in autonomia un potere molto più grande e influente, molto prima che ciò avvenisse nel resto del regno.
In virtù di questa posizione di prestigio, con il lento definirsi della gerarchia dellanobiltà, il marchese fu considerato di grado intermedio fra ilconte e ilduca. Con il tempo, la caratteristica del marchesato di essere provincia di confine si è persa e, in alcune zone delSacro Romano Impero, il titolo divenne prerogativa solo di alcuni Principati imperiali, fino all'abolizione dell'Impero nel1806. Tra i principali marchesati dell'Impero si ricordano quelli delBrandeburgo,Meißen,Anhalt,Lusazia,Ansbach,Bayreuth eKulmbach.
Il titolo di Marchese delSacro Romano Impero fu un titolo che oltre ad avere una giurisdizione feudale dava una giurisdizione spesso principesca e sovrana almargravio, che ad esempio poteva coniare monete proprie, avere un tribunale di giustizia ed altro.
Nelle parti del Sacro Romano Impero di lingua tedesca, i marchesi si chiamavanomargravi (Markgraf); molti di essi erano sovrani immediati, come i seguenti:
Anche inItalia per tutto l'Ancien Regime molti marchesi ebbero una vera sovranità sui propri feudi, soprattutto quando si trattava di possedimenti che erano statifeudi imperiali ai tempi delRegno d'Italia.
Una specificità nell'ambito di questa categoria sono i "marchesi di baldacchino", comprendente pochissime famiglie patrizie romane (assimilate nei privilegi ai principi romani) che gli studiosi della materia indicano nei Costaguti (ora Afan de Rivera Costaguti),Patrizi Naro Montoro,Sacchetti, SerlupiCrescenzi, Theodoli eSoderini.
NelMedioevo le circoscrizioni ai confini gallesi e scozzesi erano a tutti gli effetti considerati marche e governate da marchesi (inglese:Marcher Lord,gallese:Barwn y Mers). Questi marchesi erano vassalli delre d'Inghilterra e le loro marche furono istituite daGuglielmo il Conquistatore. In particolare, il confine traGalles eInghilterra si chiamavaMarchia Wallie.
Il titolo di marchese non è mai stato assegnato in Svezia dai re svedesi, ma una famiglia svedese, Lagergren, ha ricevuto il titolo da Papa Leone XIII. Nel tardo medioevo ilCastello di Vyborg, attualmente inRussia e fino alXVI secolo parte delregno di Svezia, era un avamposto svedese rivolto contro ilregno di Russia e i suoi comandanti, dotati di privilegi feudali, erano considerati margravi (margreve). Per secoli la fortezza appartenne alla famigliaBååt.
Il titolo diuç beyi, "signore della frontiera", in uso durante ibeilicati d'Anatolia e successivamente sotto la conquistaottomana deiBalcani, viene spesso tradotto come "margravio".
Lacorona normale di marchese è d'oro, gemmata e cimata da 4 fioroni, di cui 3 visibili, alternati da 12 perle riunite tre a tre in 4 gruppi a piramide, dei quali due visibili.[1] Sono tollerate corone da marchese nelle quali i gruppi di tre perle sono disposte in altra maniera[2][3].
Nel capitolo conclusivo deiPromessi sposi (cap.XXXVIII)Manzoni Manzoni tratta di un "marchese", erede del defunto signorottodon Rodrigo.Renzo Tramaglino esclama:" È arrivato il signor marchese ***". Più oltre Renzo dice:" È arrivato nel suo palazzo, ch’era quello di don Rodrigo; perché questo signor marchese è l’erede perfedecommesso, come dicono; sicché non c’è più dubbio. Per me, ne sarei contento, se potessi sapere che quel pover’uomo fosse morto bene. A buon conto, finora ho detto per lui de’ paternostri, adesso gli dirò de’De profundis. E questo signor marchese è un bravissim’uomo.” Manzoni ne descrive successivamente la personalità:" Il signor marchese del quale s’era parlato: un uomo tra la virilità e la vecchiezza, il cui aspetto era come un attestato di ciò che la fama diceva di lui: aperto, cortese, placido, umile, dignitoso, e qualcosa che indicava una mestizia rassegnata".